Il magico volo di un gabbiano tra i colori di Sicilia Lo scorso 1 agosto è stata inaugurata la mostra Sicilia magia universale che raccoglie 50 opere, tra acquerelli e tele, di Salvo Currò. L architetto e artista milazzese torna ad esporre all Eolian Milazzo Hotel, dopo un anno esatto dalla mostra Solo pesci, e lo fa sviscerando un tema non facile, nato dal confronto con l amico e astrofisico Santi Cassisi, che ha suggerito di far incontrare l arte e gli studi sui meccanismi dell universo. Da questo inedito incontro che ha fatto anche da sfondo alla conferenza di apertura della mostra deriva il filo conduttore i colori dell universo, l universo dei colori. L immagine scelta come simbolo della mostra Il mezzo per trasmettere questo dialogo tra arte e scienza non può che essere la Sicilia, a suo modo un isola-universo circondato dal mare; il protagonista è un gabbiamo che compie un viaggio magico, dalle profondità del cosmo a quelle del mare. Quest ultimo è tra i grandi protagonisti delle precedenti mostre di Currò, tra le quali La Sicilia, nel cuore del Mediterraneo, allestita a fine 2015 presso il foyer della
sede della Commissione Europea a Bruxelles, è riuscita a portare nel cuore del vecchio continente il blu, il rosso e il giallo dell Isola. I colori, pertanto, sono al centro delle opere esposte nei piani di ingresso dell Hotel e del Ristorante, e si rincorrono intervallandosi con naturalezza al design dello storico complesso alberghiero, riportato alla modernità dal progetto di riqualificazione dello studio UFO sempre uguali a sancire un patto tra tutte le storie che esse raccontano. Salvo Currò ci presta gli occhi di quel gabbiano e ci accompagna alla scoperta di questo universo nell universo, dai disegni di paesaggi stellari a quelli che ritraggono la tradizione e il folclore: il cavallo bardato, i pupi e la Testa di Moro che scruta l osservatore con i suoi occhi smeraldo e i tratti distesi; gli stessi occhi parlanti quasi umani si ritrovano nei pesci che, nonostante i loro giocosi mulinelli subacquei, non perdono mai di vista chi sta di fronte a loro.
Sopra, a sinistra i due disegni stellari che aprono la successione delle opere. A destra uno scorcio dell esposizione di acquerelli I sapori della terra si mescolano a quelli del mare con i tonni uno dei soggetti prediletti di Currò che saltando fuori dal pelo dell acqua cercano di mangiare da una generosa pianta di capperi, cresciuta all ombra di un albero di limoni. La bellezza raccontata dai dipinti emana il calore delle giornate assolate e viene declinata, in alcuni casi, nell accezione dell ideale quasi irraggiungibile, o raggiungibile a patto di accettare una calcolata sofferenza, come nel caso del fico d india spinoso, del peperoncino piccante o delle meduse urticanti, tutti soggetti ritratti nella loro semplice, arcaica, immutabile forza simbolica. Dopo il sorvolo sul mare e sui sapori, il gabbiano cantastorie plana, assecondando le correnti ascensionali, verso le città mantenendo sempre il suo punto di vista, alto, obliquo, anche questo come la bellezza, irraggiungibile per gli uomini, zavorrati al suolo dal peso della loro coscienza. Proprio gli uomini sono apparentemente i grandi assenti di ogni opera. Non compare mai alcuna figura, ma sempre i prodotti del lavoro (le ceramiche artistiche, le verdure) e delle generazioni (le città e i monumenti) da Palermo a Taormina, da Trapani a Messina, dai borghi dell entroterra
fino a Milazzo, che occupa un posto di rilievo nel racconto, chiudendone la sequenza di immagini con un bellissimo scorcio del Castello e del Tono. Milazzo Molti dei soggetti scelti da Currò leggono gli aspetti più surreali della magica natura che ci circonda e rappresentano, più che fatti incontrovertibili, aspirazioni e sentimenti che, decontestualizzati, assumono una loro specifica forza iconica. Ne sono chiaro esempio il bacio tra due pescispada o lo scarabeo saraceno immaginato non più saldamente pietrificato alle mura delle cittadella fortificata di Milazzo, bensì dotato di una sua tridimensionalità, con le ali/occhi e le zampe protese verso un gruppo di gabbiani che gli volano attraverso: pur libero sui lati, lo scarabeo non riesce a volare perché ancorato come l uomo alla terra. Tutte le opere hanno una cornice sfumata, indeterminata che, insieme ad alcuni vuoti di colore, lasciano all osservatore la facoltà di completare, secondo le proprie esperienze, stati d animo e inclinazioni estetiche, l opera: è un piccolo passo
indietro dell artista che in questo modo vuole che ogni esposizione non finisca con la firma sull albo dei visitatori o lo smontaggio dei quadri, ma prosegua magari fino alla prossima mostra in uno scambio vivace con il pubblico. Questo vuoto, che non viene mai colmato con il colore, lascia trasparire la grana materiale del supporto dell opera, la carta o la tela, è forse il punto di partenza e di arrivo di questo lavoro a cui è lo stesso Currò che ce lo racconta l artista approda, inconsapevole delle conclusioni scientifiche dell amico astrofisico (rivelate solo durante la conferenza di apertura), che ha dimostrato come il colore prevalente dell universo non sia il nero o il blu, in tutte le sue sfumature, ma il bianco. La mostra sarà visitabile fino al 31 agosto