Paola Celentin - Università degli Studi di Verona 1 INCLUSIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI

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Paola Celentin - Università degli Studi di Verona 1 INCLUSIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI Corso di formazione per docenti COORDINATORI PER L INCLUSIONE I.T.E. «P.F. CALVI» Belluno 29/03/2017

2 La scuola degli studenti stranieri La normativa specifica Paola Celentin - Università degli Studi di Verona

LEGGE 15 MARZO 1997 Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa (in Gazzetta Ufficiale n. 63 del 17 marzo 1997) Capo IV: Art. 21 comma 8 L'autonomia organizzativa è finalizzata alla realizzazione della flessibilità, della diversificazione, dell'efficienza e dell'efficacia del servizio scolastico, alla integrazione e al miglior utilizzo delle risorse e delle strutture all introduzione di tecnologie innovative e al coordinamento con il contesto territoriale. comma 9 L'autonomia didattica è finalizzata al perseguimento degli obiettivi generali del sistema nazionale di istruzione, nel rispetto della libertà di insegnamento, della libertà di scelta educativa da parte delle famiglie e del diritto ad apprendere. Essa si sostanzia nella scelta libera e programmata di metodologie, strumenti, organizzazione e tempi di insegnamento, da adottare nel rispetto della possibile pluralità di opzioni metodologiche, e in ogni iniziativa che sia espressione di libertà progettuale

DPR 275/99 articolo 1 2. L'autonomia delle istituzioni scolastiche è garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale e si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l'esigenza di migliorare l'efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento articolo 3 ( Piano dell'offerta formativa) 2. Il Piano dell'offerta formativa è coerente con gli obiettivi generali ed educativi dei diversi tipi e indirizzi di studi determinati a livello nazionale a norma dell'articolo 8 e riflette le esigenze del contesto culturale, sociale ed economico della realtà locale, tenendo conto della programmazione territoriale dell'offerta formativa. Esso comprende e riconosce le diverse opzioni metodologiche, anche di gruppi minoritari, e valorizza le corrispondenti professionalità.

LEGGE 28 marzo 2003, n.53 Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale (Moratti) favorire la crescita e la valorizzazione della persona umana, nel rispetto dei ritmi dell'età evolutiva, delle differenze e dell'identità di ciascuno e delle scelte educative della famiglia, nel quadro della cooperazione tra scuola e genitori, in coerenza con il principio di autonomia delle istituzioni scolastiche

LINEE GUIDA PER L'ACCOGLIENZA E L'INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI CM 24/2006 excursus normativo italiano ed e europeo per l'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri: o o il contesto indicazioni operative

LA VIA ITALIANA PER LA SCUOLA INTERCULTURALE E L'INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI ( ottobre 2007) definisce i principi e le azioni fondamentali di un possibile "modello Italiano" PRINCIPI Centralità della persona in relazione con l altro La pedagogia è orientata alla valorizzazione della persona e alla costruzione di progetti educativi che si fondino sull unicità biografica e relazionale dello studente. Si tratta di un principio valido per tutti gli alunni, particolarmente significativo nel caso dei minori di origine immigrata, in quanto rende centrale l attenzione alla diversità e riduce i rischi di omologazione e assimilazione. Intercultura La scuola italiana sceglie la promozione del dialogo e del confronto tra le culture per tutti gli alunni e a tutti i livelli: insegnamento, curricoli, didattica, discipline, relazioni,vita della classe. la diversità come paradigma dell identità stessa della scuola nel pluralismo, come occasione per aprire l intero sistema a tutte le differenze (di provenienza, genere, livello sociale, storia scolastica).

Azioni 2. Italiano seconda lingua L acquisizione e l apprendimento dell italiano rappresenta una componente essenziale del processo di integrazione: costituiscono la condizione di base per capire ed essere capiti, per partecipare e sentirsi parte della comunità, scolastica e non. L azione complessiva si articola in due tipi di attività, organizzativa la prima, glottodidattica la seconda: La fase organizzativa, intesa a fronteggiare l urgenza immediata, mira a: individuare modelli organizzativi (istituzione di Laboratori di Ital2; tempi e durata del laboratorio; personalizzazione del curricolo e adattamento del programma, ecc.); definire i ruoli dei facilitatori linguistici sia esterni (in collaborazione con Enti locali.) sia interni, attraverso docenti con funzione strumentale e docenti formati nella didattica dell Ital2;

La fase glottodidattica prende le mosse contemporaneamente alla prima ma produce risultati in un momento successivo; essa riguarda: - la definizione di un modello di competenza comunicativa di italiano di base (ItalBase) e l individuazione dei problemi dell italiano per lo studio (ItalStudio), in modo da offrire ai docenti un quadro comune di riferimento; - la diffusione di strumenti per la definizione dei diversi livelli di competenza di ItalBase che tengano conto del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue e del livello di ItalStudio per progettare interventi mirati; - l elaborazione e diffusione di modelli operativi sia per le attività in classe sia per quelle in Laboratorio Ital2

Relazioni a scuola e nell'extrascuola - La classe, il gruppo,., non sono altro che la zona di mediazione tra le culture, il contesto comune in cui si rende possibile il dialogo. La scuola svolge per tutti. -Gli alunni, ed in particolare quelli stranieri, un ruolo di mediazione e di socializzazione. le strategie centrate sulle relazioni e sulla collocazione del discorso in un contesto, facilitano la comprensione. -La classe interculturale si presenta, in sintesi, come un luogo di scambio la classe un luogo di comunicazione e cooperazione. In questo senso, sono da sviluppare le strategie di apprendimento cooperativo che, in un contesto di pluralismo, possono favorire la partecipazione di tutti ai processi di costruzione delle conoscenze. - La scelta delle strategie dovrà soprattutto essere fatta nel senso della convergenza, mirando cioè maggiormente alla ricerca dell inclusione, di ciò che unisce.

LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico. art.1 La presente legge riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento, di seguito denominati «DSA», che si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana. art.3 E' compito delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell'infanzia, attivare, previa apposita comunicazione alle famiglie interessate, interventi tempestivi, idonei ad individuare i casi sospetti di DSA degli studenti, sulla base dei protocolli regionali di cui all'articolo 7, comma 1. L'esito di tali attività non costituisce, comunque, una diagnosi di DSA.

art 5 2. Agli studenti con DSA le istituzioni scolastiche, a valere sulle risorse specifiche e disponibili a legislazione vigente iscritte nello stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, garantiscono: a) l'uso di una didattica individualizzata e personalizzata, con forme efficaci e flessibili di lavoro scolastico che tengano conto anche di caratteristiche peculiari dei soggetti, quali il bilinguismo, adottando una metodologia e una strategia educativa adeguate; b) l'introduzione di strumenti compensativi, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche, nonché misure dispensative da alcune prestazioni non essenziali ai fini della qualità dei concetti da apprendere; c) per l'insegnamento delle lingue straniere, l'uso di strumenti compensativi che favoriscano la comunicazione verbale e che assicurino ritmi graduali di apprendimento, prevedendo anche, ove risulti utile, la possibilità dell'esonero.

INDICAZIONI NAZIONALI SETTEMBRE 2012 Centralità della persona Le finalità della scuola devono essere definite a partire dalla persona che apprende, con l originalità del suo percorso individuale e le aperture offerte dalla rete di relazioni che la legano alla famiglia e agli ambiti sociali. La definizione e la realizzazione delle strategie educative e didattiche devono sempre tener conto della singolarità e complessità di ogni persona, della sua articolata identità, delle sue aspirazioni, capacità e delle sue fragilità, nelle varie fasi di sviluppo e di formazione. Lo studente è posto al centro dell azione educativa in tutti i suoi aspetti: cognitivi, affettivi, relazionali, corporei, estetici, etici, spirituali, religiosi. I docenti dovranno pensare e realizzare i loro progetti educativi e didattici... per persone che vivono qui e ora, che sollevano precise domande esistenziali, che vanno alla ricerca di orizzonti di significato Particolare cura è necessario dedicare alla formazione della classe come gruppo, alla promozione dei legami cooperativi fra i suoi componenti, alla gestione degli inevitabili conflitti indotti dalla socializzazione. La scuola si deve costruire come luogo accogliente, coinvolgendo in questo compito gli studenti stessi. Sono, infatti, importanti le condizioni che favoriscono lo star bene a scuola, al fine di ottenere la partecipazione più ampia dei bambini e degli adolescenti a un progetto educativo condiviso. La formazione di importanti legami di gruppo è condizione indispensabile per lo sviluppo della personalità di ognuno

DIR. 27 12 12 STRUMENTI D INTERVENTO PER ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI E ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE PER L INCLUSIONE SCOLASTICA Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali, o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta. In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse. A questo riguardo è rilevante l apporto, anche sul piano culturale, del modello diagnostico ICF (International Classification of Functioning) dell OMS, che considera la persona nella sua totalità, in una prospettiva bio-psico-sociale. Fondandosi sul profilo di funzionamento e sull analisi del contesto, il modello ICF consente di individuare i Bisogni Educativi Speciali (BES) dell alunno prescindendo da preclusive tipizzazioni. Per questo è sempre più urgente adottare una didattica che sia denominatore comune per tutti gli alunni e che non lasci indietro nessuno: una didattica inclusiva più che una didattica speciale.

CIRCOLARE MINISTERIALE n. 8 Roma, 6 marzo 2013 La Direttiva ridefinisce e completa il tradizionale approccio all integrazione scolastica, basato sulla certificazione della disabilità, estendendo il campo di intervento e di responsabilità di tutta la comunità educante all intera area dei Bisogni Educativi Speciali (BES), comprendente: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse. Fermo restando l'obbligo di presentazione delle certificazioni per l'esercizio dei diritti conseguenti alle situazioni di disabilità e di DSA, è compito doveroso dei Consigli di classe o dei teams dei docenti nelle scuole primarie indicare in quali altri casi sia opportuna e necessaria l'adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative o dispensative, nella prospettiva di una presa in carico globale ed inclusiva di tutti gli alunni Strumento privilegiato è il percorso individualizzato e personalizzato, redatto in un Piano Didattico Personalizzato (PDP), che ha lo scopo di definire, monitorare e documentare secondo un elaborazione collegiale, corresponsabile e partecipata - le strategie di intervento più idonee e i criteri di valutazione degli apprendimenti.

La Direttiva ben chiarisce come la presa in carico dei BES debba essere al centro dell attenzione e dello sforzo congiunto della scuola e della famiglia La Direttiva, a tale proposito, ricorda che ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta. Per questi alunni, e in particolare per coloro che sperimentano difficoltà derivanti dalla non conoscenza della lingua italiana - per esempio alunni di origine straniera di recente immigrazione e, in specie, coloro che sono entrati nel nostro sistema scolastico nell ultimo anno - è parimenti possibile attivare percorsi individualizzati e personalizzati, oltre che adottare strumenti compensativi e misure dispensative.

Pertanto le misure dispensative, nei casi sopra richiamati, avranno carattere transitorio e attinente aspetti didattici, privilegiando dunque le strategie educative e didattiche attraverso percorsi personalizzati, più che strumenti compensativi e misure dispensative. Si rammenta, infine, che, ai sensi dell articolo 5 del DPR n. 89/2009, le 2 ore di insegnamento della seconda lingua comunitaria nella scuola secondaria di primo grado possono essere utilizzate anche per potenziare l'insegnamento della lingua italiana per gli alunni stranieri non in possesso delle necessarie conoscenze e competenze nella medesima lingua italiana, nel rispetto dell'autonomia delle istituzioni scolastiche.

LINEE GUIDA INTEGRAZIONE ALUNNI STRANIERI FEBBRAIO 2014 I PARTE: il contesto 1. La trasformazione più significativa riguarda e con più incidenza sui percorsi formativi, riguarda il forte aumento degli alunni con cittadinanza non italiani nati in Italia, si riduce il numero dei neo arrivati 2. alunni con ambiente familiare non italofono possiedono competenze "limitate" che non garantiscono un sostegno adeguato nel percorso di acquisizione delle abilità di scrittura e lettura, importantissime per lo sviluppo dell'italiano per lo studio II PARTE :indicazioni operative 1. distribuzione alunni stranieri equilibrata,. costruzione di un'offerta formativa che riduca le disuguaglianze e i rischi di esclusione sociale per tutti 2. L'accoglienza: iscrizione documentazione

3. coinvolgimento e partecipazione delle famiglie È necessario da parte della scuola instaurare un rapporto di ascolto con la famiglia per comprenderne le specifiche condizioni ed esigenze Accogliere la famiglia ed accompagnarla ad una graduale integrazione corrisponde a coinvolgerla e renderla partecipe delle iniziative e delle attività della scuola, condividendo un progetto pedagogico che valorizzi la specificità dell'alunno. In questo percorso la scuola può avvalersi di mediatori culturali o interpreti per superare le difficoltà linguistiche e anche per facilitare la comprensione delle scelte educative 4. La valutazione in riferimento alla direttiva ministeriale del 27 12 2012. si ricorda che gli alunni con cittadinanza non italiana necessitano anzitutto di interventi didattici di natura transitoria relativi all'apprendimento della lingua e che solo in via del tutto eccezionale. Dunque la correttezza dell'affermazione del principio pedagogico sulla valutazione degli alunni stranieri, come equivalente a quella degli alunni italiani, implica una contestuale attenzione alla cultura, alla storia e alle competenze di ciascun alunno 4.1. Per l'esame al termine del primo ciclo, nel caso di notevoli difficoltà comunicative è possibile prevedere la presenza dei docenti o mediatori linguistici competenti nella lingua d'origine degli studenti per facilitare la comprensione

LINEE DI INDIRIZZO PER FAVORIRE IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI ADOTTATI dicembre 2014 Le caratteristiche dell'adozione internazionale 1.2. Il vissuto comune 1.3. Le aree critiche 2. LE BUONE PRASSI 2.1. Ambito amministrativo-burocratico 2.2. Ambito comunicativo-relazionale 2.3. Continuità 3. RUOLI 3.1. Gli USR 3.2. I dirigenti scolastici 3.3. Gli insegnanti referenti d'istituto 3.4. I docenti 3.5. Le famiglie 3.6. Il MIUR 4. FORMAZIONE 4.1. Metodi e contenuti

LEGGE 107/2015 ARTICOLO 1 comma 2 una scuola aperta, quale laboratorio permanente di ricerca, sperimentazione,e innovazione didattica, di partecipazione e di educazione alla cittadinanza attiva, per garantire il diritto allo successo formativo e di istruzione permanente dei cittadini comma 3 la valorizzazione delle potenzialità e degli stili di apprendimento, con lo sviluppo del metodo cooperativo la collaborazione, e la progettazione, l'interazione con le famiglie e il territorio mediante le forme di flessibilità dell'autonomia didattica e organizzativa previste dal Dm 275 (8 marzo 1999)

comma 7 obiettivi formativi d) sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica e) sviluppo di comportamenti responsabili ispirati alla conoscenza e al rispetto della legalità, della sostenibilità ambientale l) potenziamento dell'inclusione scolastica e del diritto allo studio degli alunni con bisogni educativi speciali attraverso per corsi individualizzati e personalizzati p) potenziamento di percorsi formativi individualizzati e coinvolgimento degli alunni e degli studenti

INDICAZIONI STRANIERI 09-09-2015 Diversi da chi? Raccomandazioni per l'integrazione degli alunni stranieri e per l'intercultura (a cura dell'osservatorio nazionale per l'integrazione degli alunni stranieri e per l'intercultura del MIUR) 1. Nella scuola: esercizi di mondo Una "Buona scuola" è una scuola buona per tutti e attenta a ciascuno. 2. Diffondere le buone pratiche 3. Una "Buona scuola" è la scuola che produce uguaglianza.