TITOLO: La pittura vascolare



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1E 120308_CaloriPitturavascolare, Pagina 1 di 5 TITOLO: La pittura vascolare La pittura vascolare: tutto ciò che resta della pittura greca Vario utilizzo e tipologie dei vasi Vari stili di pittura vascolare Varie tipologie di vasi Per quanto riguarda la pittura dell antica Grecia, non è rimasto molto a testimoniare l arte di un popolo così evoluto in quanto pochissimi oggetti sono arrivati sino a noi. Tuttavia gli esperti d'arte hanno potuto studiare numerosi vasi dipinti che sono arrivati sino ai nostri giorni. Questo tipo di pittura, che viene chiamata anche pittura vascolare, rese molto famosi i ceramisti greci e i loro manufatti vennero esportati in altri paesi. La ceramica dipinta veniva impiegata per vari usi: domestico, rituale, votivo o funerario. Proprio la diversità di utilizzo determinava la varietà delle forme e delle dimensioni di questi vasi; abbiamo ad esempio: - l'anfora che veniva utilizzata per conservare o trasportare il vino, l'olio o il grano; - il cratere, invece serviva per mescolare dei liquidi, come il vino con l'acqua e nei banchetti si immergevano i boccali per prendere da bere ed in più di uno potevano svolgere questa azione contemporaneamente; - la brocca veniva usata per versare il vino o altri liquidi. Poi vi erano altri vasi un po più piccoli che servivano a conservare oli profumati, profumi o altre merci del genere (lékythos), mentre per bere si usavano le coppe (kylix). A seconda del periodo in cui venivano realizzate le decorazioni sui vasi greci, gli esperti hanno potuto dividere stili ben precisi: lo stile geometrico, lo stile

1E 120308_CaloriPitturavascolare, Pagina 2 di 5 Stile geometrico Stile orientaleggiante Stile a figure nere su sfondo rosso Stile a figure rosse su sfondo nero Anfora funeraria del Dipylon, VIII sec. a.c., 155 cm., Atene, Museo Nazionale (stile geometrico) Olpe protocorinzia, 640-630 a.c., Museo del Louvre, Parigi (stile orientaleggiante) Ercole ed Acheloo - Anfora Attica a figure nere orientaleggiante ed uno stile con figure umane, spesso inserite in scene mitologiche. Per iniziare a vedere qualche figura umana come decorazione nell'arte della ceramica, si dovrà aspettare fino al VIII secolo a.c.: sui vasi iniziarono a comparire le figure di corpi umani, pitturati in modo molto schematico e dalle forme geometriche. Il busto era fatto a forma di una sorta di triangolo, le braccia filiformi, le gambe messe di profilo, mentre la testa veniva rappresentata da una piccola semplice macchia nera. Nel corso del tempo la rappresentazione della figura umana si modificò. Si distinsero poi due tipologie di pittura vascolare con figure umane: la prima pittura è di stile a figure nere su fondo rosso e si affermò a partire dal VI secolo a.c. I soggetti rappresentati erano scene mitologiche e di guerra; le figure dipinte, prevalentemente in nero, spiccavano sul fondo naturale dell argilla che cuocendo assume una tinta rossa. I particolari dei corpi e delle vesti erano ottenuti incidendo con una punta metallica. Il secondo stile è a figure rosse su fondo nero e si sviluppò attorno al 530 a.c. e furono rappresentate sempre figure mitologiche con l intera superficie del vaso dipinta con vernice nera lucida ad esclusione delle figure che venivano lasciate del colore rosso dello sfondo. I particolari non erano più incisi ma dipinti con colori più o meno diluiti. In questo modo l'anatomia dei corpi diventava più ricca di dettagli. Il chiaroscuro, che era ottenuto con la vernice diluita, dava una sorta di volume ai corpi dipinti. Sembrava quasi che le figure umane incominciassero a vivere nello spazio e la profondità si otteneva disponendo le varie figure su dei piani differenti. Probabilmente fu il pittore Polignoto

1E 120308_CaloriPitturavascolare, Pagina 3 di 5 Achille: eroe mitologico che viene cantato nell Iliade e anche nell Odissea da Omero. È figlio di Teti e Peleo ed è stato reso invulnerabile dalla madre che lo ha immerso tre volte nelle acque del fiume Stige reggendolo soltanto per un tallone, unico punto vulnerabile del suo corpo. Prese parte a fianco dei greci nella guerra di Troia e venne ucciso dal dio Febo che lo colpì nel tallone. Aiace: eroe mitologico figlio di Telamone e di Peribea, sposo di Tecmessa dalla quale ebbe un solo figlio: Eurisace. Era grande amico di Achille il quale gli aveva promesso che in caso di morte gli avrebbe dato la sua armatura. Le armi, dopo la morte di Achille, furono date ad Ulisse e per la disperazione si suicidò. Eracle: è un eroe della mitologia greca, figlio di Alcmena e di Zeus. Nacque a Tebe ed era dotato di una forza Antikensammlung di Berlino (figure nere su fondo rosso) Athena ed Eracle su un anfora del Pittore di Andocide, 530-515 a.c. Staatliche Antikensammlungen, Monaco di Baviera (figure rosse su fondo nero) Achille a Aiace che giocano a dadi, anfora a figure nere, 550-525 a.c., 61 cm, Roma, Museo Etrusco- Gregoriano. di Taso ad introdurre nella ceramica questo tipo di tecnica. Dopo questo periodo però i ceramisti si limitarono a riprodurre sempre gli stessi modelli e temi, così il predominio commerciale dei prodotti greci cessò alla fine del IV secolo a.c. La tradizione greca si estese anche alle colonie della Magna Grecia, in particolare in Puglia, Lucania e Calabria. L anfora di Achille e Aiace La pittura a figure nere è stata realizzata impiegando una particolare vernice nera che una volta cotta diventa lucida e si staglia con grande contrasto sullo sfondo della terracotta. Le figure che vengono rappresentate nell anfora sono Achille e Aiace che giocano a dadi in una pausa dei combattimenti sotto le mura di Troia. L artista ha scelto un momento ben preciso dell azione che è quello quando gli eroi hanno gettato i dadi e ciascuno grida il numero ottenuto. La disposizione delle figure è simmetrica e le lance convergono verso il cubo su cui stanno giocando i due eroi. Achille si riconosce perché ha l elmo in testa mentre il personaggio a destra è colto con un atteggiamento molto concentrato. La decorazione dei manti, dei ricci delle acconciature e delle barbe è finissima. Tutta la scena risulta perfettamente equilibrata, i due personaggi si adattano alla forma panciuta dell anfora, le lance sono poste in diagonale e gli scudi sono visti a tre quarti. Cratere di Eracle e Anteo L artista si chiama Eufonio e la tecnica è quella di figure rosse su sfondo nero. La scena rappresenta Eracle che combatte contro il gigante Anteo. L eroe, una volta liberatosi delle

1E 120308_CaloriPitturavascolare, Pagina 4 di 5 sovrumana. Anteo: era re di Libia, figlio di Poseidone e di Gea. Egli era praticamente invincibile finché rimaneva a contatto con sua madre (la Terra), che gli restituiva le forze ogni volta che la toccava. Il gigante venne sconfitto da Eracle che lo soffocò sollevandolo da terra da cui traeva la sua forza. Pelope: è una figura della mitologia greca. Il suo dominio si estese a tutta la penisola, che da lui prese il nome di Peloponneso, nonché fondatore dei giochi olimpici e signore della città greca di Pisa. Era figlio di Tantalo e Dione. Dalla moglie Ippodamia ebbe venti figli. Ippodamia: è una figura della mitologia greca, figlia di Enomao. La leggenda narra che, data la sua bellezza, il padre non voleva separarsene. Tutti i pretendenti erano costretti ad una corsa con i cavalli, il vincitore avrebbe potuto avere la sua mano. Un giorno Ippodamia, innamorata di Pelope, sabotò il carro del padre e lo fece vincere. Particolare dell anfora di Achille e Aiace che giocano a dadi. Eracle e Anteo in lotta, cratere a figure rosse, 520-515 a.c., Parigi, Museo del Louvre. Particolare del cratere di Eracle e Anteo in lotta. armi e della pelle di leone ha avvinghiato Anteo con una presa alla spalla destra e si prepara a sollevarlo da terra per ucciderlo suscitando la disperazione delle donne, in secondo piano forse la madre e le sorelle del gigante. La tensione estrema dello sforzo contrae i muscoli di Eracle ma la sua vittoria è anticipata, oltre che dalla rottura del braccio destro di Anteo, anche dal contrasto fra il suo volto concentrato e sereno e l espressione sofferente del gigante. Eracle è infatti l eroe portatore di civiltà che si oppone alla forza selvaggia del suo avversario. Anche in questo caso il criterio della simmetria è evidente, ma l equilibrio e l armonia vengono ottenuti grazie all espressione dei due personaggi. Pelope rapisce Ippodamia Nell anfora sono raffigurati Pelope che rapisce Ippodamia trasportandola su una quadriga da lui guidata; la figura di Pelope è in primo piano e la sua mano copre parte della figura di Ippodamia che si trova in piedi. Le ruote del veicolo sono distanziate ed i cavalli sono sovrapposti. La profondità e il movimento sono espressi da Pelope che volta la testa, dagli animali in corsa e dalla figura arretrata di Pelope.

1E 120308_CaloriPitturavascolare, Pagina 5 di 5 Pelope rapisce Ippodamia, V sec. a.c., anfora, Arezzo, Museo Archeologico.