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Associazione Italiana di ArcheoZoologia Dipartimento di Scienze Archeologiche Atti del 6 Convegno Nazionale di Archeozoologia Centro visitatori del Parco dell Orecchiella 21-24 maggio 2009 San Romano in Garfagnana - Lucca a cura di Jacopo De Grossi Mazzorin Daniela Saccà Carlo Tozzi 2012

Atti 6 Convegno Nazionale di Archeozoologia (Orecchiella, 2009), pp. 203-206 Ursula Wierer 1, Paolo Boscato 1, Maria Teresa Cuda 2, Lucia Sarti 3 1 Dipartimento di Scienze Ambientali G. Sarfatti, Sezione Ecologia Preistorica, Università degli Studi di Siena 2 Museo Civico per la Preistoria del Monte Cetona, 3 Cetona (SI) Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti, Università degli Studi di Siena Le faune dell Eneolitico e dell età del Bronzo della Buca del Leccio (Cetona SI) Copper and Bronze Age fauna of Buca del Leccio (Cetona SI) Riassunto - Nonostante il basso numero di elementi determinabili, il campione faunistico della Buca del Leccio, un sito all aperto ubicato a Belverde, sulle pendici del Monte Cetona (Provincia di Siena), permette di fare alcune osservazioni sull economia dei suoi abitanti. Durante le varie fasi di frequentazione risalenti a diversi momenti tra l Eneolitico e il Bronzo medio iniziale, il campione mostra una generale predominanza degli animali domestici. Sono più frequenti i resti di ovicaprini, seguiti da suini e bovini. I resti degli animali selvatici, rappresentati per lo più dal cinghiale, sono più numerosi nei primi periodi di frequentazione del sito. Summary - Within the limit of the small size of the assemblage, the study of the animal bones and teeth from Buca del Leccio, an open-air site located at Belverde on the slopes of Monte Cetona (province of Siena, Italy), aims to provide information on the economy of the settlement. The assemblage come from all phases of its continuous occupation from the Copper Age to the early Middle Bronze Age. Domestic species are more frequent than wild ones. Using the number of identified specimens as a quantification system, sheep and goat are the most numerous taxa in all phases, followed by pigs and cattle. The remains of wild animals, mainly represented by wild boar, are most numerous during the first period of occupation. Parole chiave: Abitato all aperto, Eneolitico ed età del Bronzo, domestici, selvatici. Key words: Open - air site, Copper and Bronze Age, domestic fauna, wild animals. Introduzione (M.T.C., L.S.) La Buca del Leccio è un sito ubicato a Cetona, in provincia di Siena, all interno del Parco Archeologico di Belverde, a una quota di 465 m slm (Fig. 1). Il deposito è stato scavato dal 1989 al 1993 nell ambito di una collaborazione tra la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, l Università degli Studi di Siena - Sezione di Preistoria e il Museo Civico per la Preistoria del Monte Cetona. Le indagini hanno messo in luce un abitato stratificato all aperto. In base alla stratigrafia e alla produzione ceramica si distinguono varie fasi abitative risalenti rispettivamente all Eneolitico avanzato (livelli D3+4), al Bronzo antico (livelli D1+2), al passaggio tra Bronzo antico e medio (strato C) e al Bronzo medio iniziale (strato B). Anche per la base della serie (strati H, F, E e livelli D5+6), che ha restituito scarso materiale archeologico, una attribuzione all Eneolitico risulta molto probabile (Cuda, Sarti 1993; Cuda et al. 2001; Wierer 1998-99). L abitato del Bronzo medio comprende due paleosuperfici risalenti a momenti diversi. Una presenta un muretto a secco che delimita un area di bonifica costituita da blocchetti di travertino. La fauna (P.B., U.W. 1 ) Il complesso faunistico è formato da 714 elementi ossei interpretabili come resti di pasto. Soltanto 120 reperti, pari al 16,8% dell insieme, risultano determinabili a livello tassonomico. L esiguo numero di elementi determinabili per ogni singola fase di abitato fa sì che le osservazioni sulle quantità abbiano soltanto valore indicativo. A causa di questa scarsità di elementi, non è stato Fig. 1. La localizzazione della Buca del Leccio (Cetona, Siena). 1 Nell ambito di una effettiva collaborazione P.B. e U.W. hanno contribuito in modo equivalente all analisi del materiale, alla discussione dei dati e alle osservazioni conclusive. Sono ad opera di U.W. i confronti con altri complessi faunistici.

204 U. Wierer, P. Boscato, M. T. Cuda, L. Sarti calcolato il numero minimo di individui. Le ossa esaminate non presentano tracce di macellazione. Soltanto tre frammenti sono stati a diretto contatto con il fuoco. Quattro reperti con segni di masticazione indicano la presenza di carnivori nel sito. In tutte le fasi dell abitato si manifesta una compresenza di animali domestici e selvatici (Tab. 1). Una maggiore frequenza della fauna selvatica si nota unicamente nei livelli dell Eneolitico avanzato D3+4, e ancora di più nei livelli D5-6, E, F, H sottostanti, grazie a una discreta presenza del cinghiale. I domestici sono per lo più ovicaprini, mentre i bovini e i suini risultano sporadici. La fase di frequentazione D1+2 del Bronzo antico è quella con la maggiore quantità di fauna determinabile. I resti di animali selvatici, anche qui rappresentati dal cinghiale, sono nettamente inferiori rispetto ai livelli precedenti. Tra le specie domestiche persiste la prevalenza degli ovicaprini. Lo strato C, fase di passaggio tra Bronzo antico e medio, ha restituito scarso materiale. Tra i domestici si nota l assenza del bue. Gli sporadici resti di selvatici comprendono un elemento di volpe. I domestici sembrerebbero aumentare nuovamente nel Bronzo medio iniziale (strato B), quando ricompare il bue. L elemento di equide, una seconda falange incompleta, è probabilmente attribuibile ad un cavallo domestico di piccola taglia. Tra i selvatici non si nota alcun cambiamento rispetto alla fase precedente. Nel campione esaminato la frequenza di animali abbattuti in giovane età è scarsa, con un minimo in D3+4 (3 su 31) e un massimo nella successiva fase del Bronzo antico (9 su 40). Tra i maiali i giovani sono attestati in tutte le fasi con almeno un elemento. Nei livelli del Bronzo antico e medio sono gli ovicaprini a essere abbattuti più frequentemente da giovani rispetto alle altre specie. Si segnala la presenza di un unico elemento di individuo senile, un dente di ovicaprino dei livelli eneolitici. Dai pochi reperti integri, utili per confronti dimensionali, emerge che i domestici della Buca del Leccio sono per la maggior parte di taglia inferiore rispetto agli individui di siti coevi italiani. Come esempio si riportano i confronti con l articolazione distale di una tibia di ovicaprino dallo strato C (Fig. 2). Conclusioni (P.B., U.W.) L area alle pendici del Monte Cetona doveva presentare già in epoca preistorica condizioni favorevoli per lo stanziamento umano, dato il clima oceanico caratterizzato da attenuate escursioni termiche, sufficienti precipitazioni e corsi d acqua perenni (Frassineti et al. 1998). Il paesaggio collinare era indubbiamente adatto per le attività agricole e di conseguenza anche per l allevamento del bestiame. Le particolari caratteristiche geomorfologiche di Belverde stessa, interessata da numerosi anfratti e ripari rocciosi originatisi dagli eventi franosi della soprastante scogliera di travertino, dovevano aver attirato l attenzione dei gruppi umani non solo per motivi di uso sepolcrale/rituale ma anche insediativo. Il piccolo abitato stratificato della Buca del Leccio, frequentato a partire dall Eneolitico, fa parte di questo particolare contesto ambientale di Belverde che gode di un intensa frequentazione umana soprattutto nel Bronzo antico e medio. In quell epoca si contano altri insediamenti all aperto a poche decine di metri dal sito (il Taxa D5-6, E, F, H Eneol (?) D3+4 Eneol. avanzato D1+2 Bronzo antico C Bronzo antico-medio B Bronzo medio iniziale Sus domesticus 2 3 5 6 Bos taurus 2 2 6 3 Ovis vel capra 5 11 25 6 11 Cfr. Equus caballus 1 Totale domestici 7 15 34 11 21 Sus scrofa 6 8 4 1 2 Capreolus capreolus 1 1 Lepus sp. 2 Vulpes vulpes 1 1 Totale selvatici 9 9 4 2 3 Carnivora indet. 1 Sus scrofa/domesticus 1 2 1 Totale complessivo 17 25 40 14 24 Indeterminati 129 152 153 57 103 Tab. 1. Numero dei reperti determinati/indeterminati. Specie individuate nelle diverse fasi.

Le faune dell Eneolitico e dell età del Bronzo della Buca del Leccio 205 26 25 24 23 22 21 20 Buca del Leccio - strato C Gr. Cardini (Tagliacozzo et al. 1989) Tabina di Magreta (De Grossi Mazzorin 1988) Grotta Sant'Angelo (Wilkens 1996) Bd (mm) Buccino (Barker 1975) Ledro (Riedel 1976b) Nogarole Rocca (Riedel 1992) Canàr (Riedel 1998) Cisano (Riedel 1990) Quarto del Tormine (Riedel 1987) Barche di Solferino (Riedel 1976a) Sotciastel (Riedel, Tecchiati 1998) Fig. 2. Confronto dimensionale tra parti distali di tibia di ovicaprino provenienti da diversi contesti del Bronzo antico e medio. più noto quello di S. Maria in Belverde (Cuda, Sarti 1996) e numerose cavità usate prevalentemente a scopi funerari e di culto (Calzoni 1962). Il campione faunistico rinvenuto alla Buca del Leccio, statisticamente non attendibile per ricostruire in modo esaustivo l economia delle singole fasi di abitato, permette di fare alcune osservazioni sulla gestione della fauna da parte della comunità del luogo. Nel corso dell Eneolitico, la caccia rivolta al cinghiale sembra avere ancora un certo ruolo tra le attività di sussistenza, sebbene l allevamento sia comunque parte integrante dell economia locale. Lo sfruttamento dei selvatici, dai pochi dati disponibili, sembra diminuire nettamente nel Bronzo antico. Gli ovicaprini sono gli animali domestici più numerosi durante tutte le epoche, mentre i suini hanno maggiore importanza a partire dal passaggio Bronzo antico-medio. Le evidenze dei bovini rimangono sempre sporadiche. Le finalità dell allevamento erano sia la produzione di carne che la lavorazione del latte. Con quest ultima attività possono essere messi in relazione alcuni frammenti di colino nello strato B (Fig. 3): questi manufatti sono generalmente considerati coperchi di bollitori del latte (Puglisi 1959). Di una certa importanza è l identificazione di un probabile elemento di cavallo domestico, specie molto rara nei siti del Bronzo medio della Penisola. Le associazioni faunistiche della Buca del Leccio mostrano analogie con la fauna del vicino sito di S. Maria Fig. 3. Frammenti di colino della Buca del Leccio. Ricostruzione grafica di un bollitore (da Puglisi 1959). (Bronzo antico B. medio iniziale B. medio appenninico) distante appena 80 m. Qui la predominanza degli ovicaprini sulle altre specie domestiche è netta in tutte le fasi. Ai domestici si aggiunge qualche sporadico resto di cane. I selvatici, rappresentati da cervo, cinghiale e lepre, sono scarsi (Wilkens 2003). Un confronto dei dati sulla taglia dei domestici nei due siti confinanti (e contemporanei) sarebbe utile per verificare l evidenza, emersa da questo studio, di individui di dimensione ridotta allevati nell area di Belverde.

206 U. Wierer, P. Boscato, M. T. Cuda, L. Sarti Bibliografia Barker G. 1975. Stock Economy. In R. Ross Holloway and Colleagues, Buccino: The Early Bronze Age Village of Tufariello, Journal of Field Archaeology, vol. 2, 1/2: 61-71. Calzoni U. 1962. Le stazioni preistoriche della montagna del Cetona. Belverde. II: La ceramica. Quaderni di studi etruschi I, II. Cuda M. T., Sarti L. 1993. Ricerche sul Monte Cetona (1989-90). In N. Negroni Catacchio (a cura di), La cultura di Rinaldone. Ricerche e scavi. Atti del 1 incontro di studi Preistoria e protostoria in Etruria, Manciano-Farnese 17-19 maggio 1991, Milano, pp. 235-244. Cuda M.T., Sarti L. 1996. Santa Maria in Belverde (Cetona): l orizzonte dell antica età del bronzo. In D. Cocchi Genick (a cura di), L Antica Età del Bronzo in Italia. Atti del Congresso di Viareggio 9-12 gennaio 1995, Octavo, Firenze, pp. 441-448. Cuda M.T., Rossi S., Sarti L., Wierer U., Zanieri P. 2001. Nuovi dati sul Bronzo Medio iniziale di Belverde di Cetona: gli scavi al Riparo del Capriolo e alla Buca del Leccio. In Preistoria e Protostoria della Toscana. Atti della XXXIV Riunione Scientifica, Firenze 29 settembre-2 ottobre 1999, pp. 441-451. De Grossi Mazzorin J. 1988. Nota preliminare sulla fauna dell insediamento della Media Età del Bronzo. In Modena delle origini all anno Mille, Panini, Modena, pp. 225-229. Frassineti A., Cervini F., Cuda M.T., Paolucci G. 1998. Bellezze naturali del Cetona. Comunità Montana del Cetona, Edizioni Luì, Chiusi. Puglisi S.M. 1959. La civiltà Appenninica. Firenze. Riedel A. 1976 a. La fauna del villaggio preistorico di Barche di Solferino. Atti del Museo Civico di Storia Naturale, Trieste, 29, 4: 215-318. Riedel A. 1976 b. La fauna del villaggio preistorico di Ledro: archeo-zoologia e paleo-economia. Studi trentini di scienze naturali, 53: 3-120. Riedel A. 1987. Mozzecane, Quarto del Tormine. La fauna. Quaderni di Archeologia del Veneto, III: 117-118. Riedel A. 1990. La fauna dell età del Bronzo di Cisano (Verona). In L. Salzani (a cura di), Nuovi scavi nella palafitta di Cisano. Comune di Bardolino, pp. 53-59. Riedel A. 1992. The Bronze Age Animal Bone Deposit of Nogarole Rocca - I Camponi (VR). Padusa, XXVIII, n.s.: 87-104. Riedel A. 1998. The Bronze Age Animal Bone Deposit of Canàr (Rovigo). In Canàr di S. Pietro Polesine, Ricerche archeo-ambientali sul sito palafitticolo. Padusa Quaderni, n. 2: 151-179. Riedel A. Tecchiati U. 1998. I resti faunistici dell abitato della media e recente età del bronzo di Sotciastel in Val Badia. In U. Tecchiati (a cura di), Sotciastel. Un abitato fortificato dell età del bronzo in Val Badia. Istitut Cultural Ladin Micurà de Rü, pp. 283-319. Tagliacozzo A., Scali S., Cassoli P.F. 1989. La fauna della Grotta Cardini. In L. Bernabo Brea, I., Biddittu, P.F. Cassoli., M. Cavalier., S. Scali., A. Tagliacozzo., L. Vagnetti, La Grotta Cardini (Praia a Mare). Giacimento del Bronzo. Memorie dell Istituto Italiano di Paleontologia Umana, n.s., 4: 213-257. Wierer U. 1998-99. Il complesso ceramico della Buca del Leccio a Belverde di Cetona (Siena). Tesi di Specializzazione in Archeologia, Università degli Studi di Firenze. Wilkens B. 1996. Le faune. In T. Di Fraia, R. Grifoni (a cura di), La Grotta Sant Angelo sulla Montagna dei Fiori (Teramo). Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali, Pisa-Roma, pp. 277-293. Wilkens B. 2003. Archeozoologia. Manuale per lo studio dei resti faunistici dell area mediterranea. CD-Rom, Schio.