«Si alzò e andò in fretta» (Lc 1,39-56)



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Transcript:

Azione Cattolica Diocesi di Lodi «Si alzò e andò in fretta» (Lc 1,39-56) LA PROPOSTA per L ANNO 2015/2016 Coordinate, scelte, percorsi

PRESENTAZIONE Il presente testo elaborato come ogni anno dalla presidenza diocesana contiene le indicazioni principali per l anno associativo 2015-2016 e viene proposto all inizio dell anno a tutta l associazione e in particolare alle Associazioni Territoriali per essere riferimento utile ad ogni singolo aderente e per tutte le componenti dell associazione diocesana. Il testo rappresenta sicuramente la sintesi di un vissuto ecclesiale e associativo che costantemente mette in relazione la pregnanza della traditio con l irruenza di un cambiamento sempre più profondo e veloce di stili, condizioni e visioni di vita, considera le nuove generazioni che si affacciano alla vita, si sostanzia anche di sensibilità diversificate e nuovi linguaggi. È quindi avvertita in modo forte l urgenza di guardare oltre l orizzonte e il confine del si è fatto sempre così per riuscire a discernere i passi adeguati per servire la missione profetica della Chiesa nel mondo ed in particolare per interpretare in modo autentico la vocazione propria dell Azione Cattolica ad essere scuola di santità per laici, luogo propizio per educare la coscienza a vivere in profondità la propria umanità e la personale adesione a Cristo in tutti gli ambiti della quotidianità (famiglia, relazioni, lavoro, impegno civile, ). Leggiamo nel Progetto formativo dell Ac: Oggi siamo consapevoli che la missione costituisce una nuova urgenza, per la Chiesa e per la coscienza credente. Per i laici si tratta di riportare il Vangelo a contatto con la vita, affinché esplichi tutta la sua dirompente potenza salvifica. La comunicazione del Vangelo che avviene nei luoghi comuni della vita di ogni giorno può raggiungere tutti e arrivare dove le persone oggi vivono: con un linguaggio che solo i laici possono utilizzare; una grammatica umana che svela l uomo all uomo e, mostrando l uomo, parla di Dio. In questo orizzonte diventa fondamentale riaffermare l attualità e popolarità della dimensione associativa, rinnovare con estro e fantasia la proposta formativa, dare significatività all esperienza associativa nel suo complesso, perché sia sempre vicenda di persone che camminano insieme e, come popolo, sperimentano la misericordia di Dio. Ed anche l unitarietà dell associazione acquista una valenza sostanziale, non meramente organizzativa, consentendo all associazione di essere realmente, nella molteplicità delle presenze e delle sensibilità, casa ospitale per chi è alla ricerca di senso e di accoglienza, strumento di cura dell interiorità, luogo che sa educare ed aprire alla vita, occasione di testimonianza reciproca di vita buona del Vangelo, palestra di confronto e dialogo tra le generazioni. Con convinzione ed entusiasmo ci accingiamo quindi a intraprendere un nuovo anno associativo, disponibili a lasciarci sorprendere ma anche interpellare dalla vita nostra e di chi ci sta accanto, per lasciarci condurre con docilità là dove lo Spirito vorrà. 3

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INDICE I - ALCUNE COORDINATE ECCLESIALI E ASSOCIATIVE p. 7 II - SCELTE DI FONDO p. 12 1. Per un associazione dentro la vita e in uscita p. 12 2. Ci sta a cuore. Perché aderire è scegliere p. 13 3. Spiritualità: vita interiore, primato della vita e apertura al mondo p. 14 4. Formazione: rifacciamo la scelta p. 15 5. Un ACR ancora protagonista p. 16 III - PERCORSI E PROGETTI p. 22 1. Il cammino spirituale per giovani e adulti p. 22 2. Percorso inter-vicariale per AT: Famiglia, scelta educativa, genitorialità p. 22 3. Percorso per educatori p. 24 4. Percorso per Responsabili p. 25 5. BIG BANG: percorsi dedicati a giovani adulti per vivere bene la vita di coppia e di famiglia p. 26 6. Laboratorio per la partecipazione p. 27 7. Laboratorio In dialogo p. 28 IV - LE PROPOSTE DI MSAC, FUCI E MEIC p. 31 1. Movimento Studenti di Azione Cattolica p. 31 2. Federazione Universitari Cattolici Italiani p. 31 3. Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale p. 32 V - ADESIONE E SOSTEGNO ECONOMICO DELL ASSOCIAZIONE (2015-2016) p. 34 VI - strumenti p. 36 1. Con il vangelo nelle periferie esistenziali p. 36 2. Un Ac in uscita, impegnata a favore di una pastorale missionaria p. 40 3. La ministerialità della soglia : una pro-vocazione per l AC p. 40 5

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I - ALCUNE COORDINATE ECCLESIALI E ASSOCIATIVE Abbiamo ancora vivo nella memoria l incontro con Papa Francesco del 3 maggio dell anno scorso e ciò che ha chiesto all Azione Cattolica: rimanere con Gesù; andare per le strade e incontrare le persone; gioire ed esultare sempre nel Signore. Tre indicazioni che disegnano un Azione Cattolica in uscita in una Chiesa in uscita. Con la volontà di rileggere e ampliare gli orizzonti del proprio impegno, l associazione già da tempo si sta coralmente impegnando a comprendere nella loro profondità e concretezza questi indirizzi, superando comode schematizzazioni e abitudini, per essere al servizio della Chiesa e degli uomini di questo tempo, nella fedeltà al volere del Signore e al compito di essere presenza significativa e profetica, come storicamente interpretato dall Ac. Con questi auspici e convinzioni, consapevoli dell importanza che l Ac ha avuto nella formazione di tante generazioni di questo Paese e nella nostra storia personale, ci prepariamo altresì a celebrare, tra poco più di un anno, i 150 anni dell Azione Cattolica italiana: una ricorrenza che funge già come invito ad essere attenti ed in ascolto della vita delle persone, a costruire legami di amicizia con i sacerdoti, a vivere con generosità il nostro impegno laicale, a costruire ponti e non muri, a contribuire alla comunione nelle comunità particolari e ovunque ci troviamo ad agire. Tante sono le sfide che vediamo davanti a noi, che ci riguardano come uomini, come cristiani, come cittadini di questo mondo, come persone che scelgono ogni anno di condividere, nel Signore, un tratto di strada insieme, un comune discernimento, un comune progetto associativo. In questo cammino con e dentro la Chiesa, da uomini e donne di Chiesa, vogliamo volgere lo sguardo e modulare il passo su quello della Chiesa universale, del Papa, dei nostri Vescovi, in un tempo che vediamo ricco di problematiche ma anche di appuntamenti che portano con sé tante sollecitazioni e prospettive positive. Il Sinodo generale sulla famiglia (4-25 ottobre 2015) Il primo di questi appuntamenti sarà l Assemblea Generale Ordinaria dei Vescovi del prossimo ottobre, che avrà come tema La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo e si propone come momento decisivo della riflessione della Chiesa tutta - iniziata nel 2013 - sulla vocazione e missione della famiglia quale realtà chiamata da Dio a prendere sempre nuova coscienza della propria identità missionaria di Chiesa domestica anch essa in uscita. (INSTRUMENTUM LABORIS, n.5 - La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo INSTRUMENTUM LABORIS). Dopo l ampia consultazione delle Chiese locali, comunità, Associazioni e Movimenti, il Sinodo sarà il luogo nel quale troveranno concretezza le riflessioni e gli approfondimenti giunti, per una valorizzazione (non solo difesa) della famiglia nella sua variegata ricchezza e nei suoi molteplici compiti. La famiglia risulta sempre più implicata nei processi sociali, educativi e culturali ed è un soggetto strategico in diversi ambiti (da quello dell immigrazione, alla emergenza educativa, nelle varie fragilità ). Ma è anche una realtà fragile, che necessita di un attenzione specifica e 7

di uno sguardo misericordioso, per comprendere le nuove situazioni e le relative problematiche (famiglie allargate, famiglie disgregate, anziani soli, genitori separati, ). Un Sinodo, quindi, da seguire con attenzione, per imparare il giusto approccio alla comunità famigliare che deriva da uno sguardo benevolo e compassionevole e dalla presa d atto di un contesto profondamente mutato rispetto a qualche decennio fa, ma soprattutto per le importanti indicazioni di carattere pastorale che ne potranno derivare per l annuncio del Vangelo della famiglia. Il Convegno ecclesiale nazionale di Firenze (9-13 novembre 2015) Gli Orientamenti della Conferenza Episcopale Italiana Educare alla vita buona del Vangelo hanno introdotto il tema dell educazione come filo rosso dell agire pastorale delle Chiese in Italia per questo decennio. Ora a metà decennio, la Chiesa italiana intende entrare nel merito della sfida e del compito educativo che famiglie, comunità, pastori e la Chiesa tutta avvertono come urgenza e talvolta come emergenza. Fa questo riallacciandosi con il precedente Convegno di Verona (quello dei 5 ambiti: vita affettiva, lavoro e festa, fragilità personale e sociale, trasmissione educativa e comunicativa, cittadinanza), per continuare un percorso che ha alla sua origine una sfida alta: riporre al centro del dibattito culturale della vita della Chiesa, della vita civile, un modo di guardare alla vita umana, di pensarla, di amarla, cioè la questione dell autenticità della vita umana; del suo destino, della sua drammatica bellezza, della sua centratura in Cristo (P. Triani). Il Convegno di novembre a Firenze dal titolo In Cristo Gesù il nuovo umanesimo e tutto il percorso di avvicinamento all evento - non avrà quindi il compito di disegnare in astratto i termini e i confini di un nuovo umanesimo, ma di porre sempre più la persona - la persona nel quotidiano, andando incontro ad essa nella quotidianità, con uno stile dinamico - al centro dell agire ecclesiale. Il nuovo umanesimo non è un idea da applicare, ma un compito che la comunità cristiana si assume, un compito che si realizza lasciandosi interpellare dall essere nuovi in Gesù (P. Triani). Come si costruisce questo nuovo umanesimo? Provando ad esercitare cinque vie. Per questo sono stati scelti cinque verbi - uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare - sollecitati con chiarezza dal magistero di Papa Francesco, per indicare altrettante vie e altrettante azioni. Riscoprendo il volto dell umanità di Gesù Cristo, che ha abitato la vita e la propria umanità fino in fondo, interpretandola come risposta al suo essere figlio e come incontro con i fratelli. Cosa deve fare l associazione per stare nel solco della riflessione proposta dal Convegno ecclesiale? Deve lavorare perché le persone, le famiglie, le comunità coinvolte colgano sempre più in profondità che se siamo figli, siamo dunque fratelli, in una condivisione che non si aggiunge alla nostra identità ma la connota in radice ; il che significa avvertirsi responsabili e corresponsabili della vita che ci è data, della vita di tutti e di ciascuno, della vita del mondo e della gioia cui aspira, della pienezza verso la quale ogni esistenza è protesa ; e concretamente saper leggere la storia, sapersi coinvolgere nelle situazioni per dare il proprio contributo di umanizzazione ovunque si è, in ogni ambiente di vita (M. Truffelli) L Anno Santo della Misericordia (8 dicembre 2015-30 novembre 2016) Nel prossimo anno pastorale e associativo prenderà inoltre avvio l Anno Santo della Misericordia, che inizierà nella prossima solennità dell Immacolata Concezione (e nel cinquantesi- 8

mo anniversario della conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II) e si concluderà il 20 novembre del 2016, domenica di Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell universo. Nella Bolla di indizione del Giubileo straordinario della misericordia, Misericordiae vultus, Papa Francesco, dopo aver ricordato che Gesù di Nazareth con la sua parola, con i suoi gesti e con tutta la sua persona rivela la misericordia di Dio, così spiega i motivi dell anno giubilare: Ci sono momenti nei quali in modo ancora più forte siamo chiamati a tenere fisso lo sguardo sulla misericordia per diventare noi stessi segno efficace dell agire del Padre. È per questo che ho indetto un Giubileo Straordinario della Misericordia come tempo favorevole per la Chiesa, perché renda più forte ed efficace la testimonianza dei credenti. Ecco quindi anche il senso del motto che guiderà questo anno giubilare: Misericordiosi come il Padre (Lc) è l invito da un lato ad accogliere l azione misericordiosa di Dio attraverso gli uomini nei nostri confronti; dall altro a vivere la misericordia sull esempio del Padre che chiede di non giudicare e di non condannare, ma di perdonare e di donare amore e perdono senza misura. Un invito a non rimanere immobili, ma ad agire affinché prevalga il bene sul male, attraverso dinamiche di amore gratuito, perché il tempo della misericordia è qui, tra noi, e sta a noi capirlo, interiorizzarlo, diffonderlo, praticarlo. Sotto la guida di Papa Francesco Il Convegno delle Presidenze diocesane di Azione Cattolica dello scorso maggio - La realtà sorprende l idea. La missionarietà dell Ac alla luce dall Evangelii gaudium ha reso esplicito l impegno a prendere sul serio l invito che Papa Francesco fa al n. 33 dell Evangelii Gaudium ad applicare con generosità e coraggio gli orientamenti di questo documento, senza divieti né paure. L associazione è dunque più che mai consapevole del fatto che, per continuare a camminare nel solco della storia che ci ha condotto fino a qui, sulle orme del Concilio, rigenerate da Francesco, occorre avere afferma il presidente Truffelli - il coraggio e la libertà di cercare strade nuove per arrivare a incrociare sempre di più il quotidiano delle persone, cioè essere in uscita verso le periferie del mondo, dell esistenza. L Evangelii Gaudium che ha significato per la Chiesa un momento di svolta e di recupero dello spirito conciliare è un costante invito a risignificare tutto il nostro impegno in chiave missionaria, rileggendo con questo sguardo tutte le dimensioni della vita associativa, ma anche a verificare lo stile di fraternità con cui vivere e testimoniare le indicazioni dell EG. Allo stesso modo vorremmo dare la più grande attenzione all enciclica Laudato sii, che conferma l attenzione che i Papi nel tempo hanno sempre avuto per il creato e la sua salvaguardia, anche paventando il rischio che potremmo lasciare alle prossime generazioni troppe macerie, deserti e sporcizia, in quanto il ritmo di consumo, di spreco e di alterazione dell ambiente ha superato le possibilità del pianeta, in maniera tale che lo stile di vita attuale, essendo insostenibile, può sfociare solamente in catastrofi, come di fatto sta già avvenendo periodicamente in diverse regioni. Da qui l appello rivolto a tutti, ma in particolare a chi ha responsabilità educative, politiche ed economiche a riconoscere che la sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, nella consapevolezza che un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle 9

discussioni sull ambiente, per ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri. Con l enciclica il Papa ci consegna anche la grande sfida culturale, spirituale e educativa di contribuire a maturare una cittadinanza ecologica a partire dalla coscienza di un origine comune, di una mutua appartenenza e di un futuro condiviso da tutti, per avviare lo sviluppo di nuove convinzioni, nuovi atteggiamenti e stili di vita. Il Piano pastorale pluriennale 2015-2018 della diocesi di Lodi Il 4 luglio, Festa di S. Alberto, il Vescovo Maurizio Malvestiti ha fatto dono alla diocesi della sua prima Lettera pastorale. Nello Spirito del Risorto presenta un Piano pastorale pluriennale tutto proteso ad interpretare l identità missionaria della Chiesa: La Chiesa è missionaria di sua natura. Così l ha pensata e voluta il Signore Gesù. Essa è per la missione o semplicemente non è. La connota un radicale carattere di apertura, di diaconia nei confronti del Regno che viene. L azione missionaria non è un settore, un ambito, un atto secondo, rispetto all essere, bensì ciò che lo realizza e lo esprime (Piano pastorale pluriennale 2015-2018. Nello Spirito del Risorto). L auspicio per la Chiesa diocesana è perché sappia realizzare questa missionarietà interpretando il suo essere chiesa in uscita : vorremo essere, infatti, chiesa in uscita non a parole, ma nei fatti e nella verità (Gv 3,10b) In concreto Mons. Vescovo invita a confermare l attenzione a tre ambiti: la comunità familiare (oggetto e soggetto di pastorale), i giovani (e una pastorale che li ponga al centro), il lavoro (per l apertura di vie nuove di equità e di solidarietà). Nella Lettera troviamo inoltre l indicazione a privilegiare alcune scelte: il discernimento comunitario, la scelta per i poveri e gli ultimi, le missioni ad gentes, la ricerca di spazi di incontro e confronto, la formazione dei laici. A proposito di quest ultima, Mons. Vescovo afferma: Un adeguata formazione dei laici, che per vocazione testimoniano il Vangelo nella storia quotidiana, è esigita, non potendosi esprimere altrimenti la missionarietà della Chiesa reale. L Azione Cattolica ed ogni altra aggregazione o movimento laicali potranno svolgere un apprezzato ruolo in tale direzione (Nello Spirito del Risorto - PIANO PASTORALE PLURIENNALE 2015-2018). La interpretiamo come una sollecitazione a dare maggior vigore alla vita associativa rafforzando e rinnovando l impegno formativo che la contraddistingue. Le indicazioni della Presidenza nazionale per l anno 2015-2016 Il secondo anno del triennio, secondo le indicazioni degli Orientamenti, è dedicato all andare incontro all uomo nella concretezza della vita quotidiana, animati da una passione per la città. Siamo chiamati a metterci in cammino per una missione che attraversa lo spazio e il tempo: parte dalla casa luogo intimo e quotidiano dove accade la salvezza e attraversa le strade andando incontro all altro e facendo memoria delle grandi opere del Signore nella nostra vita e nella storia. Maria, che sceglie di andare verso la città, diventa l icona del cammino che Dio compie attraverso di lei. Secondo il paradigma dell andare, il Convegno delle presidenze dell aprile scorso ha cercato di meglio definire la missionarietà dell Ac alla luce dell Evangelium gaudium, quindi le scelte che pone all associazione per risignificare il suo impegno in chiave missionaria, a partire da alcune parole chiave: Poveri, Popolo, Misericordia, Gioia e Dialogo. 10

Una missionarietà che, secondo Matteo Truffelli, deve spingere l associazione a relazionarsi con le periferie esistenziali del nostro quotidiano: Le periferie che competono all Ac sono sia quelle spirituali, sia quelle geografiche. Essere presenti anche nelle vere e proprie periferie è già una prima forma di missionarietà. Senza contare le forme di povertà materiali e spirituali di cui l Ac è chiamata a prendersi cura (Orientamenti triennali 2014-2017) Una presenza capace di ascoltare, decifrare, condividere la vita delle persone: Accompagnare le persone nella loro vita concreta, nelle difficoltà e nei dubbi, nelle tristezze come nella ricerca di pienezza e di felicità. Credo che all Ac, proprio come associazione che vive sul territorio, venga chiesto di stare vicino alla gente. E faccio notare che non c è un solo modo possibile. Rimangono sullo sfondo, come coordinate essenziali della natura e della missione dell Azione Cattolica, le scelte di impegno consuete: l importanza della parrocchia come realtà fondamentale per la missionarietà della Chiesa e la consapevolezza della necessità di fare in modo che queste riscoprano e approfondiscano la loro vocazione più autentica; la riaffermazione del ruolo della Chiesa particolare come soggetto dell evangelizzazione, da cui consegue la necessità per ogni Chiesa particolare di sentirsi chiamata alla conversione missionaria; il ruolo fondamentale dei laici chiamati ad assumere le proprie responsabilità e offrire il proprio contributo sotto la guida, ma anche al fianco dei Pastori. 11

III - LE SCELTE PER L ANNO 2015-2016 In questo tempo e momento ecclesiale che ci è dato di vivere, così denso di richiami e di pro-vocazioni, è chiesto all Ac di giocare la propria partita con discernimento e con fiducia. «Fiducia significa anche non avere nessuna nostalgia dei tempi passati ma gettare il proprio contributo come fa il seminatore (icona di questo triennio), che non sceglie la stagione o il tipo di terreno, ma cui spetta una semina copiosa, generosa e a più mani» (Matteo Truffelli al Convegno Presidenze 2015) L Ac diocesana e le Ac territoriali hanno il compito di ripensare se stesse, rimanendo convintamente e dinamicamente sulle scelte che da sempre caratterizzano l esperienza associativa, ma aprendosi con altrettanta decisione e fantasia alle domande e ai vissuti delle persone, al primato della vita che sorprende sempre chi si pone in suo ascolto. La novità che vorremmo interpretare non sta quindi tanto nelle finalità o nei temi, ma nella disponibilità con la quale intendiamo ascoltare la Parola e guardare ai fratelli. Ci sentiamo interpellati ad agire con generosità e responsabilità per una associazione, per comunità e per una Chiesa che si pongono in reale ascolto del vissuto delle persone, per condividerne speranze e difficoltà, per un aiuto reciproco nel cammino di ricerca e di fedeltà a Dio Padre. Confermiamo quindi la centralità della dimensione spirituale e della cura dell interiorità, per una vera educazione alla fede e all incontro con Dio. Un interiorità interpretata non come chiusura in se stessi, ma come condizione per un apertura autentica a Dio, al prossimo, al mondo, cioè una autentica laicità. Come anche riaffermiamo la finalità e l impegno formativo in ogni stagione della vita a favore, quindi di ragazzi, adolescenti, giovani, adulti, terza età per crescere come laici adulti e maturi nella fede. A partire da una riproposizione convinta ai ragazzi, tra i 6 e i14 anni, dell esperienza ACR, una proposta che ha ancora presupposti e finalità attualissimi e che richiede un di più di determinazione, generosità e fantasia. Ribadiamo la volontà di metterci al fianco della famiglia e del suo essere piccola Chiesa domestica, in ascolto e con i genitori, protagonisti e primi responsabili nella educazione alla fede dei figli. Riteniamo imprescindibile infine, per tutto quanto sopra, l impegno a favore dell adesione, perché sia compreso fino in fondo il valore dell associazione e dell esperienza che riesce ad esprimere: senza l Ac ne siamo convinti la vita ecclesiale sarebbe sicuramente più povera. 1. Per un associazione dentro la vita e in uscita Il primo impegno che vediamo davanti a noi riguarda il custodire e trafficare il tesoro rappresentato dalla vita associativa a tutti i livelli, ma in particolare al livello parrocchiale. Si tratta di avere attenzione principalmente per la qualità della proposta associativa, non esclusivamente per la sua continuità. Ac come luogo formativo. L ottica con la quale occorre guardare alla vita associativa è quella di rendere l Ac un luogo formativo capace di incidere e valorizzare la vita laicale, 12

il quotidiano (V. Soncini). L impegno è quindi per esprimere una proposta per tutte le fasce di età, con un ritmo sostenibile e integrato con i ritmi della quotidianità, scelta e partecipata, capace di sollecitare il protagonismo e l apporto di ciascuno, perché sia percepita e vissuta come un reale contributo che arricchisce e rende più bella la vita. Non è più il tempo di ripetere ritualmente azioni ancora valide in sé ma fortemente elitarie e a rischio di autoreferenzialità. Ci è chiesto oggi di reinventare luoghi, spazi e modalità di ascolto e di confronto con la Parola e con la vita per far sentire la voce dello Spirito e lasciare esprimere aspirazioni ed energie. Ci è chiesto di educare occhi, cuore e mente ad interrogare la vita, per un discernimento alla luce della Parola, valorizzando le dimensioni fondamentali della formazione cristiana: la spiritualità, la fraternità, l ecclesialità, la missionarietà. Una educazione che passa attraverso azioni e scelte da vivere insieme, come associazione e con la comunità cristiana, coinvolgendo ad ampio raggio chi è disponibile a un tratto di cammino insieme. È importante il cosa, ma nella stessa misura il come. La vita di ogni giorno al centro dell attenzione. La proposta formativa che l Ac intende esprimere deve avere uno stretto rapporto con la vita delle persone. Ci interessa che la vita sia dentro l Ac (sia provocazione continua), per un Ac che sia dentro la vita (non spettatrice, ma protagonista). Ci interroghiamo: come la vita delle persone interessa e incide sulla esperienza associativa? Quanto è ascoltata, interrogata, compresa? L orizzonte è rappresentato da un ascolto dell altro fratello, anche se apparentemente lontano o addirittura estraneo alla nostra vita - che interpella la nostra capacità di relazione, di dialogo e di accoglienza. La sfida è stare dentro la vita, ma in uscita, per stare al fianco dei viandanti nostri contemporanei, di chi consideriamo straniero ma ha tanto da insegnarci in umanità e compassione. Viene chiesto ai laici di Ac di accorgersi che è il Signore stesso che abita la vita di ciascuna persona. Lasciarsi sorprendere e interrogare da questa vita, commuovere, scuotere, soffermarsi di più sulle domande della vita delle persone (M. Truffelli) Elemento essenziale per questo esercizio di laicità è senza dubbio la volontà di andare in profondità nelle questioni, di non restare ai si dice o appiattirsi sulla opinione prevalente o benpensante, ma esprimere una capacità critica con la quale misurare anche i nostri atteggiamenti e le nostre scelte. Questo vale sempre, ma oggi in particolare in riferimento ad alcune questioni o ambiti: l accoglienza degli immigrati e rifugiati, la solidarietà con chi ha difficoltà in termini di sussistenza economica, la considerazione e l impegno per le famiglie, una cura educativa condita di pazienza e capacità di dialogo, Passi da interpretare. Un aiuto per una proposta che non rischi di essere parziale o carente, ma contenga ed esprima tutti gli elementi essenziali per la formazione di una coscienza cristiana, può derivare dalla scansione dell anno associativo in 4 passi, da compiere e da interpretare, per un approccio consueto ma sempre nuovo. Un riferimento che vorrebbe consentire all associazione diocesana di camminare unitariamente e in sintonia con la Chiesa locale e particolare. Il passo dell ecclesialità, sarà un tempo propizio per riflettere sul valore dell adesione e dell esperienza associativa e prepararci all incontro con la presidenza nazionale il 22 no- 13

vembre a Brescia. Ma sarà anche un tempo contrassegnato da una dinamica associativa (vedi capitolo 2 in Percorsi e progetti) che vorremmo fosse realmente ecclesiale, cioè aperta, capace di ascolto e di fare rete, creativa, dialogante, capace di discernimento (da settembre all 8 dicembre). Il tempo successivo - passo della fraternità - ci vedrà tradizionalmente impegnati nella riflessione e testimonianza a favore del valore della Pace, per una fraternità concreta che non conosce preferenze se non chi è più debole e povero ( dicembre febbraio). La Quaresima passo della spiritualità sarà tempo opportuno per una cura ancor più forte dell interiorità e occasione per una riflessione sulla dimensione della fede (febbraio marzo). Ed infine, dopo Pasqua, il passo della missionarietà, occasione per esercitare una laicità attenta all oggi dell uomo e della Chiesa (aprile giugno). Una azione pastorale in rete. In una stagione di grande cambiamento culturale e sociale, è evidente che la Chiesa ed in essa soprattutto le parrocchie - è chiamata a discernere i segni dei tempi per una pastorale che sia realmente missionaria e sappia quindi entrare in relazione, dialogare e coinvolgere mondi e persone apparentemente sempre più distanti dal fatto religioso. A questo proposito, l attenzione insistita della Chiesa alla realtà della famiglia e alle famiglie concrete dimostra senza ombra di dubbio una volontà di reale dialogo per una comprensione profonda dei tempi, per essere all altezza della missione di annuncio che le è affidata. L impegno e le energie (di singoli aderenti o dell AT) che da sempre l Ac profonde a favore della pastorale parrocchiale non possono essere trascurate o abbandonate. Occorre però che l associazione - in particolare le Ac territoriali - sappia trovare un nuovo posizionamento che da una parte valorizzi e metta a frutto l elemento associativo (storia, percorsi, il fare insieme, l intergenerazionalità, ), dall altra ridefinisca ambiti e modalità della propria azione formativa alla luce del cambiamento sempre in atto. Di fatto l azione pastorale che l Ac può esprimere, non può che prendere spunto e sostegno da ciò che caratterizza l esperienza associativa: La profezia dell Ac come cammino di laici fieri di appartenere a quella casa ben identificata dal suo padrone di casa - il suo servizio contemporaneo, è quello dell aggregazione, del fare e vivere la comunità (gruppo), di mostrare con verità convincente cos è la famiglia cristiana, cosa significa essere Chiesa come casa ospitale e ben progettata. L Ac ha la vocazione ad invitare, ad accogliere, ad attrarre dentro casa, attenta alla realtà che c è fuori e a quella che la fa vivere dentro (don Luca Anelli, parroco di Bertonico). Come a dire che gli elementi che caratterizzano l associazione - l attenzione alla persona nell esercizio dell ascolto, del dialogo e dell accoglienza disponibile, l educazione/ formazione umana e cristiana come forma di servizio, il protagonismo formativo, la formazione come attività esperienziale, l attenzione alle soglie esistenziali e l adesione di fede come questione centrale della formazione umana e cristiana, il coinvolgimento delle famiglie e non solo dei singoli, la comunione con i Pastori, l attenzione ai poveri e alle diverse povertà che emarginano dalla vita, l esercizio del discernimento, della responsabilità e della partecipazione, - sono i medesimi paradigmi che definiscono una pastorale missionaria, che va incontro agli uomini e alle donne di oggi ed è aperta alla 14

novità di Dio. Da qui, da una consapevolezza di questi elementi fondamentali, può e deve partire una reinterpretazione della esperienza associativa, un Ac in uscita a favore di un riposizionamento ecclesiale e pastorale che aiuti la comunità cristiana ad essere Chiesa in uscita. 2. Ci sta a cuore!. Perché aderire è scegliere Lo slogan della Campagna adesione per il 2015/2016 ci ricorda, in modo diretto e semplice, che aderire all Ac è vivere una vita associativa bella e piena Ci sta a cuore!. Ci sta a cuore per tanti motivi diversi, quanti sono i volti e i sorrisi dei nostri aderenti piccolissimi, bambini, ragazzi, giovanissimi, giovani e adulti. Ci sta a cuore anche per tutti coloro che l esperienza associativa ci ha fatto, ci fa e ci farà incontrare. Ci sta a cuore perché condividiamo con i nostri sacerdoti e i nostri pastori la sfida sempre nuova di fare bella la Chiesa. Ci sta a cuore perché amiamo il nostro territorio e ci vogliamo impegnare per esso. Ci sta a cuore perché scegliamo, ogni giorno ed in particolare quando rinnoviamo l adesione, di essere discepoli-missionari con il compito di annunciare la Parola di salvezza per le strade. Nell anno dell andare siamo quindi chiamati a rinnovare con maggiore slancio la nostra proposta di adesione, perché dobbiamo essere convinti che l Ac sia un esperienza che trasforma e rende più bella la vita attraverso i legami di vita buona e le relazioni autentiche. Siamo quindi chiamati, come Maria con Elisabetta, ad alzarci e ad andare in fretta a raccontare la notizia bella che ci ha cambiato la vita: l incontro con il Signore. Come ogni buona esperienza ecclesiale che abbia una forte spinta alla corresponsabilità e al servizio, anche la progettazione associativa si pone come snodo irrinunciabile per la qualità e la bontà di quanto andremo a proporre e condividere. Riteniamo quanto mai urgente e significativo recuperare, rivitalizzare e se occorre avviare con realismo, fiducia e grande creatività i passi del discernimento comunitario in tutte le sue fasi, per finalizzarlo a dare esplicitamente anche all esperienza associativa quel riconoscimento di una ministerialità laicale veramente preziosa e necessaria per il bene della comunità, del territorio, delle persone. L indole vocazionale dell appartenenza associativa è senza dubbio un tratto distintivo che va dichiarata e irrinunciabilmente supportato anzitutto da una esplicita cura della proposta spirituale del gruppo o/e comunque di ciascuno. Una rete di relazioni durature, di cura puntuale del vissuto e del cammino di fede e della vita di preghiera di chi già aderisce all Ac e di quanti ne sono potenziali protagonisti. Come tutte le cose i segni di continuità e di perseveranza sono forza educativa e garanzia di affidabilità che a lungo andare se non diventano vuote tradizioni disincarnate formano meticolosamente un forte senso di appartenenza ecclesiale da cui far emergere frutti di comunione insperati. Quali suggerimenti in concreto alle associazioni territoriali? Entro il mese di settembre, nella forma più opportuna e coinvolgente, il presidente e il Consiglio territoriale -in accordo non solo formale ma ben definito, con il parroco assistente - convochino un pomeriggio associativo che abbia tutti i requisiti di una bella esperienza di Ac parrocchiale : intergenerazionale, spirituale, conviviale, democratica e par- 15

tecipativa, progettuale, concreta e sostenibile dalle realtà che la compone. Di questo evento deve essere informata la comunità, coinvolti i responsabili dei gruppi di servizio e animazione pastorale o di altre associazioni. Si tratta di partecipare a tutti cosa e come l Ac si pone nel vissuto della comunità, con la specificità che la caratterizza al servizio di tutti e in stretto contatto con la chiesa diocesana e le proposte dell Ac unitaria. Si tratta di passare da iniziative spot a processi di accompagnamento che sappiano mettere in campo figure di riferimento ed esperienze di qualità gustosamente formative, per stare dentro il primato della vita delle persone, proprio nelle dimensioni più sensibili e mai sufficientemente intercettate dalla comunità (talvolta, anzi, disattese per una proposta pastorale generica o incompatibile con il reale assetto di vita delle persone e delle famiglie). Il profilo associativo dell attenzione dovrà emergere non tanto dalla programmazione di incontri o iniziative targati dall associazione, quanto piuttosto dallo stile gustosamente ecclesiale, fortemente missionario dei gesti e delle proposte di prossimità che l Ac territoriale vorrà attivare con coraggio e determinazione. Nei confronti dei simpatizzanti, cioè a favore delle persone per le quali la partecipazione alle proposte associative territoriali, vicariali e diocesane - per interesse, amicizia e propensione - fosse già una buona prassi non ancora diventata una scelta di appartenenza e di adesione, è necessario formalizzare la proposta di adesione dedicando a questo scopo uno specifico spazio di dialogo e confronto in occasione delle iniziative e dichiarare una appartenenza di diritto come segno esplicito di accoglienza delle persone coinvolte. La continuità dei legami, la valorizzazione anche di specifiche competenze e il coinvolgimento attivo alle successive esperienze sarà una ulteriore motivazione per una responsabile adesione futura. 3. Spiritualità: vita interiore, primato della vita e apertura al mondo Il cammino annuale dell esperienza associativa si connota, come ben sappiamo, non solo di una continuità metodologica o organizzativa, bensì anche di un impegno condiviso a mettere a frutto anzitutto ciò che abbiamo maturato nelle tappe precedenti. Dentro un percorso che ci educa e ci introduce ad una fede pensata, incarnata e gioiosa, ci disponiamo ad acquisire nuovi elementi di stile per una vocazione laicale sempre più robusta, perseverante, significativa per ciascuno e per coloro che ci sono affidati. Se la coniugazione dell invito evangelico a Rimanere nel Signore, in una interiorità feconda della Parola, della grazia sacramentale, del Banchetto Eucaristico, dei tempi di preghiera personale, famigliare e comunitaria, ci ha confermati nella gioia di lasciarci plasmare nella vita spirituale che è essenza e identità di un quotidiano discepolato di Gesù Maestro interiore e sommo bene, ora è tempo di muovere passi coraggiosi di comunione e di missione. Come sempre i riferimenti ecclesiali che caratterizzano l anno pastorale nelle parrocchie, nella diocesi e nella Chiesa universale devono diventare prima di tutto ispirazione e motivo di grande sintonia spirituale, di partecipazione, d intercessione e preghiera, di testimonianza generosa del dono della fede che anima e conduce ogni dimensione della vita. L icona evangelica scelta annualmente dall associazione conduce i nostri passi nella cre- 16

atività dello Spirito che sempre ci fa incontrare Gesù nel tempo, la sua Pasqua in mezzo a noi come novità di Vita, la sua prossimità amorevole in cui nessuno è escluso dalla misericordia del Padre. Il percorso formativo ci offre una puntuale acquisizione di atteggiamenti in cui la fede della Vergine Maria, narrata nel Vangelo della Visitazione, accompagna la proposta spirituale annuale per tutta l Ac, perché camminando insieme sia intensa la percezione di poter contare gli uni sugli altri, di poter fare corpo, di poter essere una casa accogliente e affidabile. Crescere interiormente e formarsi alla scuola di Maria ci abilita a portare in noi la presenza del Signore per essere dono nella vita di chi attraversa il tempo incerto della solitudine, della malattia, del disagio sociale, della lontananza da casa, della precarietà economica, del dubbio, della delusione, riaffermando con la semplicità dei piccoli gesti, il primato della vita. La spiritualità è dunque una scelta ben definita dell investimento che l Azione Cattolica può continuare ad essere nel servizio alle comunità, per tutte le età. A ciascuno, infatti, ad ogni età e in ogni stato di vita, l Ac rinnova e media l invito ad un diretto e puntuale coinvolgimento che possa suscitare vocazioni gioiose alla santità a beneficio di tutto il corpo ecclesiale. Prendersi cura della vita spirituale significa chiedere e proporre la direzione spirituale, educare e formare alla regola di vita, suggerire le esperienze forti dell Adorazione, degli Esercizi spirituale, dei ritiri, del pellegrinaggio; significa conoscere insieme testimonianze luminose di vita Santa che hanno trasmesso il patrimonio di fede e carità di cui siamo eredi e a sua volta missionari. Un aderente all Ac che cammina nello Spirito, non disattende e non disdegna mai le relazioni fraterne che chiedono ascolto, preghiera, perdono, vicinanza, consiglio, qualunque sia l occasione e la situazione di vita anche al di fuori del particolare contesto di appartenenza e ancor più nelle situazioni soglia dove talvolta la comunità stenta a farsi prossimo. Sarà particolarmente utile il riferimento a quanto l Ac nazionale vorrà segnalare alle associazioni diocesane come invito alla preghiera e riflessione corale nel compiersi di eventi ordinari e straordinari, spesso anche drammatici e pressanti per la Chiesa italiana e per il mondo. 4. Formazione: rifacciamo la scelta L avvio di un nuovo anno associativo lascia alle spalle le verifiche e i bilanci dell anno precedente e apre lo spazio a nuove energie e idee. E il tempo per progettare, non a partire dai calendari da riempire di attività, ma recuperando l essenziale del nostro essere associazione chiamata a far dialogare fede e vita negli ambiti in cui ci spendiamo da laici testimoniando il Signore (nel lavoro, in famiglia, nello studio, nel gioco, in famiglia, con gli amici, nell impegno nel volontariato e nel socio-politico...). Per aiutarci a stare in ascolto delle domande che la vita, proprio in quegli ambiti, pone alla nostra fede. Dentro questo orizzonte, anche nel prossimo anno, si proseguirà nel ripensamento della proposta formativa sollecitati dal forte invito di papa Francesco Mai un Azione ferma, per favore!... Ci sia in voi il desiderio di far correre la Parola di Dio fino ai confini, rinnovando così il vostro impegno a incontrare l uomo ovunque si trovi (Udienza di Papa Francesco all Azione Cattolica, 3 maggio 2014). E l aggiornamento della proposta for- 17

mativa, l esigenza di una seria riflessione intorno alla formazione, resta quindi all ordine del giorno, perché è anche un esercizio di stile associativo: ci aiuta a essere unitari, a tener presente le dimensioni parrocchiale, vicariale e diocesana, a qualificare la formazione dei responsabili e degli educatori e in più in generale la qualità della vita associativa in tutte le sue articolazioni ed espressioni. E un esercizio che ogni realtà associativa è chiamata a vivere tendendo presente alcune attenzioni/scelte che rappresentano dei punti fermi: - l elaborazione delle nostre proposte formative facciano della dimensione laicale, cioè della storia personale quotidiana, il luogo di incontro con il vangelo di Gesù: ciascuno deve sentirsi innanzitutto chiamato ad una personale e continua formazione, all interno del gruppo di appartenenza, in parrocchia, in vicariato, e deve avvertire la preoccupazione che questi percorsi ci siano e si rendano disponibili; - riscopriamo il valore dell intergenerazionalità, dedicando una particolare cura e attenzione ai motivi di incontro e di dialogo tra le generazioni: in Ac ognuno cammina con il proprio passo, ora incerto, ora veloce, ma a tutti, nessuno escluso, è chiesto di fare strada insieme; - sosteniamo le esperienze/proposte già in atto che dicono l attenzione dell associazione alle diverse fasi della vita: i Nodi per i giovani, il Big Bang per i fidanzati e per i giovani sposi, il percorso del MSAC e della FUCI quali luoghi privilegiati per la formazione degli adolescenti come studenti e dei giovani universitari; - adoperiamoci perché nelle nostre comunità, nei gruppi, nella diverse realtà di vita si diffonda uno stile da credenti che profumi di famiglia, cioè con uno stile contraddistinto dal servizio vicendevole, dall accoglienza, dal dialogo, dimensioni e valori che si imparano proprio in famiglia; - continuiamo a mantenere anche quest anno una forte attenzione alla famiglia attraverso il percorso del Laboratorio culturale In dialogo (di cui trovate informazioni più dettagliate di seguito); - viviamo, secondo la nostra specifica vocazione, la corresponsabilità nella Chiesa locale, cioè una responsabilità diffusa e assunta insieme, una responsabilità che è aperta al dibattito, al dialogo, all assunzione di decisioni comuni; questo vuol dire promuovere una cultura dell incontro. Essere forza di comunione nella Chiesa e nei luoghi della vita quotidiana, significa in particolare in parrocchia coordinare e armonizzare le tappe del cammino associativo con quello della vita comunitaria in un ottica di complementarietà e non di alternativa. Alla luce di ciò sono ora tracciate le coordinate del percorso formativo dei giovani/ giovanissimi e degli adulti; esse non solo intendono orientare il percorso formativo del singolo aderente e/o del gruppo, ma anche suscitare nuovi progetti e impegni formativi. La proposta per i giovani mette a tema il bisogno di investire in un percorso formativo unitario diocesano che li aiuti a vivere con maggior convinzione e consapevolezza l identità associativa; questa nuova prospettiva, la cui organizzazione è in via di definizione, raccoglie le riflessioni, le sensibilità e le idee maturate in questi anni nei vari incontri formativi (Nodi, Laboratorio per la Partecipazione Sociopolitica ) ed espresse nel Convegno Diocesano dello scorso anno. E infatti il momento di unire non solo le idee, ma anche le persone, è tempo di riaggregare. Infatti, nonostante ciascuno operi per la propria specifica vocazione, coi tempi e le modalità che essa richiede, è forte 18

nei giovani l esigenza di sentirsi parte di un percorso comune, di camminare insieme, perché è una bella ricchezza dalla quale non si può prescindere. Contemporaneamente a ciò, si vuole proseguire il cammino spirituale della Tenda, che potrà diventare anche un esperienza itinerante in diocesi. Si intende inoltre promuovere relazioni più strette con altre realtà e proposte che operano per e con i giovani; in particolare sarà instaurata una stretta collaborazione con l Ufficio di Pastorale Giovanile in vista della realizzazione del percorso in preparazione alla Giornata Mondiale della Gioventù. I giovanissimi vivono nel Movimento Studenti una significativa esperienza di missionarietà nella scuola da promuovere anche in quelle realtà scolastiche del territorio che ancora non la conoscono; anche per quest anno un obiettivo prioritario sarà sostenere la formazione di nuovi gruppi giovanissimi inter-parrocchiali secondo un format ideato in collaborazione con il settore adulti e ACR e realizzato in forma sperimentale nel vicariato di Lodivecchio e Lodi. Il percorso formativo e missionario degli Adulti è tracciato nel sussidio nazionale #Viaggiando destinato sia a un gruppo già costituito e rodato, o in fase di creazione, ma anche a un gruppo di non aderenti. Il titolo rimanda alla dimensione missionaria dell andare a partire dall icona dell incontro tra Maria ed Elisabetta (Lc 1, 39-56) raccontato dal Vangelo di Luca. Un viaggio profondamente umano, quello di Maria: una donna che non aveva tutto chiaro dall inizio, ma la cui fede e la capacità di fidarsi crescono lungo il viaggio. Così anche gli adulti saranno invitati a percorrere un cammino di progressiva consapevolezza della fede che è capace di fare grandi cose nella vita. Un particolare percorso di riflessione e di confronto sulla formazione della fede degli adulti sarà proposto durante il terzo passo, dedicato all interiorità: due incontri delocalizzati in due vicariati (Lodi e Casalpusterlengo) della nostra diocesi, per incontrare le persone proprio nei luoghi in cui esse vivono, naturalmente aperte ai vicariati vicini e a tutti quanti desiderano partecipare. La proposta formativa dell Ac si realizza anche attraverso altre esperienze che aiutano a consolidare il proprio cammino: - Goccia, il progetto on line per l autoformazione - Formato famiglia in collaborazione con l ACR per accompagnare il percorso dei ragazzi dell ACR e delle loro famiglie. Per la meditazione e la preghiera personale si segnala il testo Si alzò e andò in fretta - Testo per la formazione personale di giovani e adulti, con il Vangelo del giorno e un breve commento inviato dal Centro nazionale ad ogni aderente. 5. Un ACR ancora protagonista L Azione Cattolica Ragazzi si colloca in uno scenario pastorale che vede nuove linee di lavoro quali gli orientamenti per la catechesi e il rilancio degli oratori. In tutto ciò, l ACR porta i suoi elementi caratterizzanti: il metodo esperienziale, il protagonismo dei ragazzi e la vita di gruppo. L Acr vuole stare in tale contesto proponendo una formazione di qualità, in cui vivere esperienze di significati vitali, che incontrano e rimotivano l esistenza dei ragazzi stessi 19

nel proprio percorso di crescita e cambiamento. Questa proposta vitale, coinvolgente e alta è da declinare con tre attenzioni: motivare, fare qualcosa di completamente nuovo attraverso segni di discontinuità, rilanciare l idealità. Dentro questo orizzonte, la scelta del gruppo è essenziale perché la fede è un esperienza comunitaria. L esperienza associativa vuole essere il luogo in cui i ragazzi possono fare sintesi delle svariate esperienze che vivono, il luogo in cui fare esperienza di un gruppo qualificato, nel quale e con il quale condividere la ricerca di senso per la vita, essere punto di riferimento per tutte le altre esperienze, essere luogo in cui testimoniare le proprie scoperte agli altri ragazzi che le condividono. L impegno a favore di una nuova missionarietà tra i ragazzi, il campo dell integrazione tra ragazzi di cultura e religioni diverse, l apertura alle questioni della città e dei luoghi di vita, pongono una sfida alta alla proposta e all esperienza ACR, spingendola verso un rinnovamento che le consenta di esplorare nuovi spazi in cui portare il proprio contributo. Per cogliere appieno la portata di questa sfida e per interpretarla compiutamente, l Azione Cattolica deve sempre tenere alta l attenzione e la spinta per una pastorale dei ragazzi che sia realmente progettata insieme, che sia veramente esperienziale, nella quale gli stessi ragazzi diventino protagonisti. Spesso il protagonismo dei ragazzi si misura nell essere visto, nello stare al centro della scena. La loro sete di conferme non è facilmente gestibile e spesso occorre trovare strategie per non assecondare questi loro desideri, ma rassicurarli al contempo di una accoglienza incondizionata. (Alessandra Augelli, Due giorni regionale Educatori Acr, Brescia, 25-26 ottobre 2014). Ci rendiamo conto, però, che si tratta di parole tante volte utilizzate negli ambiti ecclesiali, ma non sempre messe in pratica nel loro significato profondo. Allora ci domandiamo: cos è realmente un progetto? Cosa serve per progettare? Quali strumenti, competenze, attenzioni? Il progetto educativo è ben diverso dal programma: oggi viviamo molto di programmi e di agende; i programmi sono attenti ai risultati e ai prodotti, più che ai processi, e sono standardizzati, sono simili per molti e la persona deve, in qualche modo, adattarsi; i programmi soddisfano le esigenze pratiche, mentre i progetti soddisfano l esigenza di senso e si pongono in ascolto dei bisogni profondi della persona, contemplando gli spazi di errore, gli imprevisti, le azioni provvidenziali. (Alessandra Augelli, Due giorni regionale Educatori Acr, Brescia, 25-26 ottobre 2014). Tra le condizioni per un progetto (osservare i materiali a disposizione, pensare ai tempi, mettere qualcosa a fondamento, ecc ) ne emerge una in particolare: l esigenza di una vision d insieme. Questa vision spesso viene meno, è minata dai tempi rapidi, ma anche da varie forme di egoismo. Se essa viene meno - e questo accade in molti ambiti del sociale - ci si riduce a esercizi adempistici, svuotati di senso. Tutto ci sembra ovvio e tutto ciò che appare ovvio risulta non pensato, si sottrae cioè a quell esercizio di riflessività così indispensabile a riconoscere e orientare uno stile. L équipe ACR - insieme a tutta l Ac - guarda quindi alla prospettiva di un lavoro in 20