CENTRO DI COMPETENZA PER L INNOVAZIONE IN CAMPO AGROAMBIENTALE Attività sperimentale condotta in Piemonte per la lotta a Pseudomonas syringae pv. actinidiae Maria Lodovica Gullino AGROINNOVA Università di Torino Manta, 26 aprile 2012
La recente epidemia di cancro batterico dell actinidia, causata da Pseudomonas syringae pv.actinidiae, che sta interessando tutte le maggiori aree di produzione di kiwi del mondo, è particolarmente problematica a causa delle difficoltà incontrate nel contenimento della sua diffusione legate alla mancanza di prodotti dotati di attività specifica.
Le difficoltà incontrate nel contenimento dell agente causale sono legate soprattutto: 1. alla quasi totale mancanza di prodotti dotati di specifica attività battericida, 2. alla ridotta disponibilità di principi attivi registrati sulla coltura.
Ci sono state in questi ultimi due anni numerose sperimentazioni, In Europa e Nuova Zelanda, per cercare di mettere a punto strategie di contenimento della batteriosi, con prodotti diversi: disinfettanti a base di acidi organici e inorganici (ac. acetico, ac. cloridrico, ), prodotti filmanti, miscele diverse di macro e microelementi, fosfiti e derivati dell acido fosforoso, regolatori di crescita, prodotti rameici, microrganismi antagonisti.
In genere tutti i prodotti utilizzati hanno dimostrato di poter ridurre in vitro o in vaso lo sviluppo del patogeno. Quello che manca ancora è la conferma in campo di questi risultati. Al momento attuale i prodotti di riferimento, soprattutto per i trattamenti invernali e per la disinfezione delle ferite, restano quelli rameici.
Tra i pochi prodotti disponibili in agricoltura ad attività battericida e/o batteriostatica, i composti del rame, come il solfato, restano i prodotti di riferimento,. Questi prodotti, non sono però privi di problemi (Scortichini, 2011): sono fitotossici, saranno sottoposti a revisione e probabile ulteriore limitazione dal 2016, sono stati segnalati in Giappone e in altri paesi fenomeni di resistenza in Pseudomonas negli anni 1990, il residuo massimo ammesso sui frutti è passato da 20 a 5 ppm.
Inoltre, poiché il kiwi è coltivato in ambienti molto diversi dal punto di vista climatico, non è possibile proporre una strategia di lotta generale, valida in tutte le condizioni (Scortichini, 2012).
Per questi motivi, per individuare alcuni prodotti, tra quelli disponibili sul mercato, dotati di attività contro l agente del cancro batterico e per mettere a punto delle strategie di contenimento dell epidemia adatte alle condizioni piemontesi, a partire dal 2011, sono iniziate prove sperimentali in campo e in condizioni controllate. Le prove sono condotte da AGROINNOVA e dai tecnici del CRESO, mettendo a confronto, in diverse prove, circa 40 prodotti diversi.
Il campo sperimentale
Le sperimentazioni in pieno campo vengono condotte in un giovane impianto per valutare l attività : 1. di prodotti già registrati per la coltura, su altri parassiti, 2. di prodotti già utilizzati per le batteriosi su altre colture, 3. di miscele di prodotti con diverso meccanismo d azione.
Le prove in ambiente controllato
Le sperimentazioni in ambiente controllato vengono condotte su piante in vaso e permettono di: 1. lavorare per un arco di tempo più lungo rispetto al pieno campo, 2. di saggiare un maggior numero di prodotti contemporaneamente, 3. di effettuare inoculazioni artificiali del batterio.
I prodotti saggiati possono essere riuniti in quattro gruppi. 1. prodotti rameici, 2. induttori di resistenza, 3. microrganismi antagonisti, 4. prodotti di origine naturale, come oli essenziali o estratti di piante.
Prodotti a base di rame I formulati a base di rame sono tra i pochi prodotti ad attività battericida e/o batteriostatica disponibili e sono, fin dalla prima comparsa della batteriosi, i prodotti più utilizzati per i trattamenti autunnali e invernali e per la disinfezione delle ferite.
Prodotti a base di rame Poiché molti di questi formulati si sono dimostrati fitotossici, soprattutto per i trattamenti fogliari, nelle sperimentazioni di serra e di campo si stanno saggiando nuove formulazioni che permettano di usare bassi dosaggi di rame per ha.
Induttori di resistenza Si tratta di un gruppo eterogeneo di sostanze in grado di aumentare le capacità di difesa che le piante possiedono naturalmente. Nelle prove si valuta l applicabilità degli induttori di resistenza come mezzi di difesa, anche in considerazione del fatto che alcuni di questi prodotti vengono già utilizzati con buoni risultati su altre colture.
Induttori di resistenza Tra i gruppi di prodotti saggiati ci sono: 1. soluzioni di macro e microelementi, sia di sintesi chimica che di origine naturale, 2. estratti vegetali, 3. derivati dell acido fosforoso (fosetyl-al e fosfiti), 4. molecole di sintesi chimica che agiscono come analoghi funzionali di induttori di resistenza naturali (acibenzolar-s-metile).
Induttori di resistenza 1. Soluzioni di macro e microelementi, sia di sintesi chimica che di origine naturale. Questi prodotti possono indurre o favorire la sintesi di sostanze di difesa nella pianta o renderla più resistente, creando condizioni sfavorevoli allo sviluppo del batterio. Poiché l uso dei fertilizzanti è poco regolamentato, vengono venduti come appartenenti a questa categoria prodotti che non hanno nessuna sperimentazione alle spalle.
Induttori di resistenza 2. Estratti vegetali. Si tratta di estratti di piante diverse o soluzioni diluite di oli essenziali, da soli o in miscela con rame. I primi risultati ottenuti sono molto variabili, ma la sperimentazione va fatta per sgombrare il campo da prodotti che nella migliore delle ipotesi non hanno alcun effetto o che possono essere dannosi per le piante. Naturale non è sinonimo di innocuo.
Induttori di resistenza 3. Derivati dell acido fosforoso. Questi prodotti, in particolare il fosetyl-al in miscela con prodotti di copertura, sono già da anni utilizzati con successo su altre colture (ortive e vite) con buoni risultati soprattutto contro gli oomiceti agenti di peronospore. Trattamenti ripetuti con questi prodotti sono in grado di innalzare la produzione di fitoalessine, che sono tra le più importanti sostanze di difesa nelle piante.
Induttori di resistenza 3. Derivati dell acido fosforoso. Nelle sperimentazioni in corso si sta utilizzando il prodotto da solo, senza partner di copertura, per i problemi di fitotossicità dei derivati del rame. Se i risultati saranno buoni, sarà interessante sperimentare i formulati in miscela.
Induttori di resistenza 4. Molecole di sintesi chimica analoghi funzionali di induttori di resistenza naturali. Tra le molecole in sperimentazione appartenenti a questo gruppo il più interessante sembra essere l acibenzolar-s-metile, analogo funzionale dell acido salicilico. Il prodotto non è registrato su actinidia, ma è commercializzato per la lotta contro alcune batteriosi su pero, nocciolo e pomodoro.
Induttori di resistenza 4. Molecole di sintesi chimica analoghi funzionali di induttori di resistenza naturali. L acido salicilico è un prodotto naturalmente presente nelle piante ed è considerato importante nell avviare i meccanismi che portano le piante ad acquisire resistenza. Gli analoghi funzionali come l acibenzolar sono assorbiti più facilmente dai tessuti vegetali ed entrano in circolo nella pianta garantendo quindi una maggiore efficacia.
I primi parziali risultati sono incoraggianti e sembrano confermare quanto si era già visto alla fine della stagione 2011 nella prova di campo: i prodotti rameici riducono la presenza del batterio, i trattamenti sulla vegetazione con prodotti rameici, ogni 2 settimane, sono spesso fitotossici, alcuni induttori di resistenza forniscono risultati molto interessanti, ma deprimono in modo importante la vegetazione. Vengono di seguito riportati alcuni dei risultati ottenuti in ambiente protetto e in campo.
% di foglie con sintomi - Campo 2011 25,00 20,00 15,00 10,00 5,00 0,00 1 2 3 4 5 6 7 1. Testimone 17,50 d 2. Rame idrossido+ossicloruro (300 g/ha Cu) 4,00 abc 3. Nuovo formulato rameico 1 (300 g/ha Cu) 4,25 abc 4. Nuovo formulato rameico 2 (300 g/ha Cu) 1,00 ab 5. Acibenzolar-S-metile (100 g/ha p.a.) 0,00 a 6. Glutatione+Sali di K+Cu 7,50 c 7. Fosetyl Al 6,75 bc
% di foglie con sintomi - Serra 2012 80,0 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 1. Testimone 74 f 8. Acibenzolar-S-metile (200 g/ha p.a.) 5 A 2. Ossicloruro rameico (600 g/ha Cu) 69 ef 9. Glutatione+Sali di K+Cu 36 Bc 3. Rame idrossido (300 g/ha Cu) 37 bc 10. Fosetyl Al 32 Bc 4. Rame idrossido+ossicloruro (300 g/ha Cu) 42 bcd 11. Prodotto disinfettante 63 Def 5. Nuovo formulato rameico 1 (300 g/ha Cu) 33 bc 12. Bacillus subtilis 73 F 6. Nuovo formulato rameico 2 (300 g/ha Cu) 2 a 13. Bacillus amyloliquefaciens 56 Cdef 7. Acibenzolar-S-metile (100 g/ha p.a.) 24 ab 14. Chelato di rame (120 g/ha Cu) 45 Bcde
Fitotossicità (0-100) - Serra 2012 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 1. Testimone 0 a 8. Acibenzolar-S-metile (200 g/ha p.a.) 20 c 2. Ossicloruro rameico (600 g/ha Cu) 10 b 9. Glutatione+Sali di K+Cu 30 d 3. Rame idrossido (300 g/ha Cu) 20 c 10. Fosetyl Al 0 a 4. Rame idrossido+ossicloruro (300 g/ha Cu) 0 a 11. Prodotto disinfettante 0 a 5. Nuovo formulato rameico 1 (300 g/ha Cu) 10 b 12. Bacillus subtilis 0 a 6. Nuovo formulato rameico 2 (300 g/ha Cu) 20 c 13. Bacillus amyloliquefaciens 0 a 7. Acibenzolar-S-metile (100 g/ha p.a.) 20 c 14. Chelato di rame (120 g/ha Cu) 40 e
Le sperimentazioni sono in corso in ambiente protetto e bisognerà ripetere almeno per un anno la prova di campo. In questo momento non esistono risposte risolutive né tanto meno soluzioni valide in tutte le situazioni.