Numero 4/2011. Ac, tema dell anno 2011/2012. Alzati, ti chiama!



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Transcript:

Numero 4/2011 Supplemento a Segno nel mondo n.07-08/2011. Poste Italiane S.p.A - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art.1, comma 2, CNS/AC Roma Ac, tema dell anno 2011/2012 Alzati, ti chiama! di

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Ancora una volta i tagli della manovra economica si abbattono sulle famiglie. Occorre farsi carico di questa fatica se si vuole veramente costruire il futuro C di Luigi Sparapano Paganoisoliti è chi esulta e c è chi impreca rispetto alla manovra economica approvata rapidamente dal Parlamento in straordinaria modalità bipartisan. Esulta, e giustamente, il Presidente della Repubblica per aver contribuito a realizzare quel miracolo di una responsabilità seria verso il bene comune, sollecitando un provvedimento urgente per rispondere ai colpi della crisi e contrastare la speculazione internazionale. Esulta anche chi, forte delle proprie risorse, non sarà che minimamente scalfito dai tagli lineari adottati e quindi non percepirà il disagio di dover contribuire a tenere in ordine i conti pubblici. Esultano anche i politici che, se contributo dovranno dare, non lo daranno nell immediato, trascinando un inaccettabile e, a mio parere, immorale costo della politica che grida scandalo rispetto alla condizione della stragrande maggioranza dei cittadini che essa dovrebbe rappresentare. È come se dicessi ai miei figli che dobbiamo stringere la cinghia delle spese in casa, ma lo facessi a partire dalla penalizzazione delle loro esigenze fondamentali, salute, casa, studio... senza dare io un esempio di parsimonia e di rinuncia, anzi preservando intatte le mie esigenze. Infatti dall altra parte di chi esulta, c è chi impreca e imprecherà sempre più,e sono le famiglie. Opportunamente il card. Bagnasco e i rappresentanti di molte associazioni e forum hanno dichiarato il disappunto per aver varato una manovra che è scaricata sulle spalle dei soliti noti del prelievo fiscale: i redditi fissi da lavoro dipendente e in generale le famiglie. «Ricordo, come tutti sappiamo, che la famiglia deve comunque essere potenziata, difesa, perché è la base della società civile». «Per potenziare la famiglia ha aggiunto il presidente della Cei innanzi tutto ci vuole il lavoro. Altrimenti, senza lavoro, o con un lavoro molto incerto, non c è possibilità neppure per formarsi una famiglia. Penso soprattutto ai giovani». Proprio ricercando una soluzione al problema economico andremo incontro all impossibilità di mettere in circolazione i pochi soldi a disposizione delle famiglie visto dall Ac

visto dall Ac compromettendo gli esiti della manovra stessa. Come potrà spendere una famiglia che deve far fronte ai tagli sugli sconti per gli asili, ai tickets sanitari, agli interessi sui mutui, agli altri servizi sociali già penalizzati dall esiguità dei fondi comunali...? E se in qualche modo si riesce ad andare avanti con due redditi, non ci vuole poi molto a fare i conti in tasca di quelle famiglie monoreddito, con due o tre figli e magari con un mutuo per la casa, per comprendere come il loro problema prioritario non sia la scelta della mèta per le vacanze, preoccupazione da anni accantonata, ma come affrontare quotidianamente l impatto con le spese essenziali, esorcizzando il rischio di imbattersi in seri problemi di salute che la getterebbero letteralmente al lastrico. Alcuni hanno definito questa manovra quasi un accanimento verso chi già fa fatica a tirare avanti, con dignità ma con sofferenza interiore. Chi si fa carico di loro? Nessuno, o forse, quando riescono ad intercettarli, le organizzazioni di volontariato sociale, le Caritas parrocchiali, sulle cui spalle, ancora una volta, vengono scaricati ruoli sostitutivi e di supplenza delle carenze istituzionali. E se fosse necessario capirlo ulteriormente, basta spulciare i preoccupanti numeri e percentuali del rapporto Istat sulla povertà in Italia nel 2010, che confermano una situazione di precarietà delle famiglie italiane: l 11% delle famiglie è relativamente povero e il 4,6% lo è in termini assoluti. I dati si fanno più allarmanti per le famiglie meridionali, ma questo sembra essere ormai un

visto dall Ac vecchio ritornello a cui ci siamo abituati. L evidenza più immediata è che nessun governo, purtroppo, ha brillato per l attenzione e l investimento sulle famiglie, che sono poi il vero tesoretto dell economia italiana. Fino ad ora soltanto dichiarazioni e promesse rimbalzate dalla Conferenza di Firenze 2007 a quella di Milano 2010; tra quoziente familiare e fattore famiglia, la cifra dei provvedimenti a favore della famiglia con figli, che investe sul futuro più che sulle rendite finanziarie, è concretamente pari a zero. Con buona pace dei politici che si riconoscono cattolici e a favore della famiglia. Non saranno misure economiche tampone, come quelle adottate, a risolvere la crisi economica; la riforma fiscale che dovrà essere urgentemente varata o sarà a misura di famiglia o non sarà in grado di generare sviluppo e futuro per il Paese, e questo indipendentemente da questo o quel governo. Di questo devono pure farsi carico con coraggio le associazioni, tra queste anche l Azione cattolica capillarmente presente sul territorio nazionale e che attraversa tute le stagioni della vita, inserendo tali questioni, accanto ad una educazione a stili di vita sobri e sostenibili, nell ordine del giorno dei propri incontri direttivi e formativi, esprimendo a voce alta e ferma un richiamo forte alla classe dirigente, perché arresti e riduca il crescente scollamento con il Paese reale e si incentivino momenti di concertazione e di coinvolgimento per individuare prospettive e strategie possibili e sostenibili in maniera proporzionata da tutti.

Visto dall Ac 1 Pagano i soliti di Luigi Sparapano Dossier Alzati, ti chiama! 8 «Alzati, ti chiama!» di Franco Miano 10 Un passo oltre di Gianfranco Agosti 12 Santi nel quotidiano di Lisa Moni Bidin e Marco Sposito 14 Da piccoli, con lo sguardo all insù di Carlotta Benedetti 16 Insieme, in cordata a cura di Gino Sparapano 19 Per il bene comune di Giuseppe Patta Filodiretto con l assistente 20 A servizio del futuro di Domenico Sigalini SegnoPer n. 4-2011 supplemento a Segno nel Mondo n.07-08/2011 Pubblicazione dell Azione Cattolica Italiana Reg. al Trib. di Roma n. 46/970 del 0/0/970 Direttore: Franco Miano Direttore Responsabile: Giovanni Borsa g.borsa@azionecattolica.it Coordinatore: Fabiana Martini f.martini@azionecattolica.it In redazione: Gianni Di Santo g.disanto@azionecattolica.it Progetto grafico e impaginazione: Giuliano D Orsi Per le foto: Archivio foto AC, Agenzia Olycom, SIR, Romano Siciliani Chiuso in redazione: Luglio 0 Editore: Fondazione Apostolicam Actuositatem Direzione e amministrazione: Via Aurelia, 48 0065 Roma SegnoPer è una pubblicazione on line www.azionecattolica.it E.mail redazione: segnoper@azionecattolica.it Tel. 06.66 (centr.) Fax 06.6660 Abbonamento a Segno nel Mondo: 0 Per versamenti: ccp n.7866 intestato a: Fondazione Apostolicam Actuositatem Riviste - Via Aurelia, 48 0065 Roma Fax 06.66007 (causale Abbonamento a Segno ) Banca: Credito Artigiano - sede di Roma IBAN: IT88R050000000000967 cod. Bic Swift Art I I TM intestato a: Fondazione Apostolicam Actuositatem Via Aurelia, 48-0065 Roma E.mail: abbonamenti.riviste@azionecattolica.it Numero verde: 800.8696 Pubblicazione associata all USPI (Unione Stampa Periodica Italiana) 4

sommario Ac e mondo 22 Ci vediamo a Madrid di Chiara Finocchietti Vita di Ac 24 Spello, un polmone spirituale di Luigi Borgiani 28 Chi educa stima di Giuseppe Notarstefano 32 Adulti mai arrivati di Valentina Soncini 34 In cammino per la libertà di Nadia Matarazzo 36 La festa sei tu! di C. B. 38 Aperti per ferie di Stefano Veluti 40 Per non spegnere la speranza di Isabel Milazzo 44 Parole di vita di Vincenzo Lumia 46 Verso l alto di Fabiola Andrighettoni Strumenti 48 A scuola anche la domenica di Oronzo Rubino Fede in cammino 50 Camminare insieme di Ugo Ughi Assistenti in Ac 52 Un posto specifico e singolare di Vito Piccinonna Agenda 56 Pellegrini di pace di Federica Cifelli Segnalazioni 58 Un tempo da capire di Matteo Scirè 5

dossier Alzati, ti chiama! 6 Come con il cieco Bartimeo anche a noi Gesù viene incontro per toglierci il mantello che c impedisce di sollevare lo sguardo e di vivere da persone nuove N di Franco Miano azaret, il fiume Giordano, il deserto, la Galilea, il lago di Tiberiade, Cafarnao, Gerasa, Genesaret, la regione di Tiro e di Sidone, Dalmanuta, Betsaida, la zona di Cesarea di Filippo, il territorio della Giudea e quello oltre il Giordano. Fin dalla prima pagina del suo vangelo, Marco ci racconta di un Gesù continuamente in viaggio. Lo immaginiamo in cammino fra polvere, sassi, erba, cespugli fioriti, campi coltivati. Salite e discese. Sole, nuvole, pioggia. Vento forte, brezza di mare, afa del deserto. Un Gesù pellegrino, che non si ferma ed è sempre incontro alle persone: nelle case, nelle sinagoghe, lungo la riva del lago. Poi il suo viaggio prende la direzione definitiva: Gerusalemme. Per questo passa da Gerico. Ma stavolta l evangelista Marco (Mc 10,46-52) non è interessato a ciò che succede in città, quanto a ciò che succede lungo strada. Gesù sta ripartendo da Gerico quando, appena fuori dalla città, tra la folla un po agitata dei discepoli e dei curiosi, c è anche Bartimeo: un mendicante cieco. Il buio del mantello, con cui si copre, «Alzati, ti chiama!» assomiglia al buio nel quale vive e che lo àncora alla terra: la cecità, infatti, costringe Bartimeo a restare seduto immobile lungo la strada. Bartimeo è fuori (dalla città), è a terra, è ai margini (della strada). Dunque cecità significa, soprattutto, immobilità. E Gesù, il pellegrino, ora si ferma. Si ferma a condividere l immobilità di Bartimeo. Anche noi, con le nostre famiglie, le nostre chiese particolari, le nostre associazioni, le nostra comunità civile, possiamo conoscere la cecità di Bartimeo e la conseguente immobilità. Possiamo infatti sperimentare situazioni in cui il nostro sguardo non rimane fisso su Gesù, non si lascia illuminare da lui, ma rimane ripiegato su noi stessi e oscurato dal mantello degli insuccessi, dei disagi, delle emergenze, delle fatiche quotidiane, della paura. Questo mantello ci oscura la vista e non ci permette di contemplare Gesù. Di conseguenza non sappiamo reggerci in piedi e cadiamo sotto il peso delle discordie, dei vizi, delle superficialità, della disattenzione, delle piccole grandi illegalità, che ci

Una veduta particolare della città vecchia di Gerusalemme àncorano sempre più fortemente alla terra anziché lasciarci correre liberi. Voci L incontro tra i due protagonisti avviene grazie alla tenacia di Bartimeo che grida, e grida ancora, e non si lascia zittire. Marco dice che Bartimeo chiede gridando. Chiede, come si chiede a Dio di piegarsi sulla nostra debolezza e di salvarci: «Abbi pietà di me!». Nonostante la confusione di quel momento, nonostante il vociare scomposto della folla, Gesù sente il grido di Bartimeo e lo fa chiamare a sè. Le persone, che ora esortano Bartimeo a parlare con Gesù, sono le stesse che poco prima lo sgridavano e intendevano zittirlo, lasciandolo a terra lungo la strada. Gesù coinvolge proprio loro: sceglie di usare il loro tramite per raggiungerlo. «Chiamatelo!», cioè: accorgetevi che Bartimeo è qui vicino a voi, è qui con voi, è parte di voi; prestate attenzione a chi si trova ai margini! «Coraggio, [...] chiama te!». Gesù chiama proprio Bartimeo, colui che è a terra ed è messo da parte. Dal buio del mantello è uscito il grido di Bartimeo e al buio del mantello è tornata la voce di Gesù, che sa rimettere in movimento l esistenza. Non più grida, ma voce. Non più grida, ma dialogo. Non più richieste esasperate e disperate, ma solo un sussurro, timido e fiducioso, di un discepolo al proprio maestro, come ci dice l appellativo Rabbunì, Maestro mio, che Bartimeo rivolge a Gesù. E il maestro si consegna totalmente, senza riserve, al proprio discepolo: «Che vuoi che io ti faccia?». Poco prima (Mc 10,35) Gesù aveva usato la stessa disponibilità nei confronti dei discepoli Giacomo e Giovanni. Essi però avevano preteso di poter sede- dossier Alzati, ti chiama! 7

dossier Alzati, ti chiama! 8 re, una volta raggiunta la gloria, uno alla sua destra e uno alla sua sinistra. Che delusione, per Gesù, scoprire ambiziosi i propri amici più intimi! Invece Bartimeo chiede di riavere la vista: chiede, cioè, di poter riavere una vita piena, autentica, dignitosa. Non ai margini, non a terra, non fuori dalla comunità dei viventi. E Gesù, che aveva preso le distanze dall ambizione di Giacomo e Giovanni, ora a Bartimeo concede quanto chiede. Perché Gesù si è messo in viaggio proprio per donare la pienezza della vita. Anche noi, con le nostre famiglie, le nostre chiese particolari, le nostre associazioni, la nostra comunità civile, facciamo di certo la stessa esperienza di Bartimeo, quando riconosciamo che abbiamo bisogno di tornare a fissare il nostro sguardo su Gesù, affinché egli possa illuminare la nostra esistenza. E la contemplazione di Gesù ci fa scoprire che egli si offre a noi senza riserve, insegnandoci quella disponibilità amorevole che egli desidera attuiamo gli uni con gli altri. Egli per primo ci offre gratuitamente l occasione di tornare a vedere e a camminare, come desidera che gli uni facciamo per gli altri: non zittire ed emarginare il sofferente, ma aiutarlo a vederci chiaro e a riprendere il cammino. Sulla strada Il solo invito di Gesù basta a rimettere Bartimeo in movimento. «Egli, gettato Israele: il mare di Galilea via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù». (Mc, 10,50). Bartimeo si libera dal buio mantello che fino ad ora lo ha isolato, si alza da terra di slancio ed incontra Gesù. Ma questo è solo l inizio. L intervento di Gesù ridona a Bartimeo la vista e, con essa, la capacità di stare in piedi, di muoversi e di camminare. Bartimeo ha ricevuto in dono la vista e con essa una vita autentica. L evangelista Marco è molto sintetico nel descrivere la reazione di Bartimeo e

dossier Alzati, ti chiama! sceglie di raccontarci l essenziale. Bartimeo non ha esitazioni e, guarito, si mette a seguire Gesù per la strada. Per la strada, non ai margini della strada: Bartimeo cammina finalmente sulla carreggiata e non è più costretto a stare immobile ai margini del sentiero. E sceglie una strada precisa, quella di Gesù, e si mette a percorrerla da discepolo alla sequela del proprio maestro. Anche noi, con le nostre famiglie, le nostre chiese particolari, le nostre associazioni, la nostra comunità civile, possiamo fissare con fiducia il nostro sguardo su Gesù e lasciare che egli rinnovi la nostra capacità di leggere il mondo. Sarà infatti la nostra fiducia in Gesù a farci riacquistare la vista e a salvarci dall oscurità di un mondo senza speranza, senza futuro, ormai perduto. Rimettendoci, con Bartimeo, sulla strada che sale verso Gerusalemme, all insegna dell amore che liberamente si dona, e si dona fino alla morte. 9

Il tema di quest anno si concentra sulla dimensione vocazionale della vita della persona come sequela alla chiamata di Cristo. Lasciamoci provocare da Lui dossier Alzati, ti chiama! 0 C di Gianfranco Agosti è un passo da compiere, quello che i discepoli possono fare per andare più decisamente verso Gesù, verso una vita piena e realizzata. È l invito ad andare oltre per rispondere alla chiamata che il Signore ci rivolge attraverso la comunità («Alzati, ti chiama!»), per superare le nostre paure e non fermarci ai margini della strada e della storia, ma per coltivare sogni e desideri affinché diventino progetti di vita buona. Anche quest anno il testo Un passo oltre vuole offrire l opportunità di compiere un percorso formativo per gruppi adulti, un cammino prezioso che educhi a una lettura sapienziale e profetica della vita e della storia. Il tema di quest anno, secondo la scansione che accompagna gli orientamenti programmatici del triennio, si concentra sulla dimensione vocazionale della vita della persona, come sequela alla chiamata di Cristo. Provocati dal vangelo di Marco, in conformità alla scansione dell anno liturgico, ci mettiamo ancora una volta alla sequela di Gesù portando con noi le questioni che maggiormente ci stanno a cuore. La trama, il filo conduttore del Un passo oltre testo, è fatta dalle domande che la gente e i discepoli rivolgono a Gesù e dalle sue contro-domande. Ogni passaggio permette di cogliere l individuo in una situazione di vita dalla quale viene condotto da Gesù a un nuovo modo di essere discepolo, a intravedere un nuovo profilo di esistenza che si compie non grazie alle sole domande a Gesù, ma dal rivelarsi di Gesù all uomo e dal rivelare ciò a cui siamo chiamati per vivere in pienezza l esistenza. Sono domande che emergono prepotentemente dalle stesse paure che ogni giorno sperimentiamo nelle cose della vita: la paura di morire o di essere sopraffatti dal male, la paura del dolore e il senso di impotenza di fronte alla fragilità della condizione umana, la paura dell abbandono e di non essere amati, la paura di non poter fare a meno dei beni materiali che riempiono l esistenza e la paura, quasi di vergognarsi di fronte a una scelta definitiva e radicale per la vita buona del vangelo. E Gesù ascolta le domande, dei discepoli in mezzo alla tempesta, dell emorroissa e di Giairo, della gente che non sa se è lecito ripudiare la propria moglie, del ricco che

chiede come ottenere la vita eterna e degli apostoli che non hanno La copertina del testo per gli adulti di Ac ancora capito la via della croce. Dopo aver ascoltato, Gesù rilancia la sfida dell oltre invitandoci a compiere un autentico cammino di discepolato che sappia intercettare i desideri profondi dell esistenza che a loro volta generano domande autentiche di vita. La struttura è quella consueta, dalla vita alla Parola, dalla Parola alla vita, e vuole farci compiere, attraverso la dinamica di gruppo, un cammino di discernimento comunitario: con la Parola al centro e il Magistero della Chiesa come orientamento i nostri gruppi potranno diventare al tempo stesso protagonisti e destinatari della propria crescita spirituale e di un impegno concreto. Lasciandosi interrogare dalle domande della vita e mettendoci in ascolto della Parola e della sua perenne capacità di provocare le nostre esistenze, possiamo insieme compiere veri e propri esercizi di laicità che intendono tradurre in concretezza di vita personale e comunitaria la risposta ai problemi del lavoro, dell educazione e della famiglia, della cittadinanza globale e della cattolicità attiva che insieme vogliamo dare agli inviti di Gesù. Il testo si vuole presentare così con una più compiuta organicità nelle sue diverse sezioni come si può cogliere anche ripercorrendo la sezione testimoni dell oltre dedicata alla presentazione di donne e uomini che hanno vissuto un autentica esperienza di discepolato o la sezione riflessi della cultura che attraverso film, canzoni, libri e immagini d arte vuole provocare una vera e propria riscoperta della fede e un invito a conformare la propria vita a Cristo. In questo quadro merita di essere evidenziata la scelta di allegare al testo in forma cartacea un dvd che contiene materiale complementare a quello proposto dal sussidio: commenti ai singoli brani biblici, brevi filmati di esperienze vissute sul campo, una fiction introduttiva alla tematica generale, vorrebbero, oltre che a farci sentire un po più simili ai giovani che condividono con noi questo strumento, offrirci altri stimoli utili al cammino formativo anche in continuità con lo stile dei giovani adulti che portano freschezza e capacità di rimetterci in gioco. Come possiamo leggere nella presentazione al testo di quest anno: «forse in questo momento della nostra vita sappiamo che il desiderio di Dio c è, ma non sappiamo indicare dov è; forse, piuttosto che sogni, desideri e progetti in noi sono presenti pensieri con emozioni che ci disturbano (rimpianti, amarezze, ansie,...). Negli incontri del gruppo adulti, vorremmo ritrovare la perla dell entusiasmo e progettare quell Ac che ci aiuti in qualche modo a uscirne purificati, che ci renda il capolavoro di Dio che siamo». dossier Alzati, ti chiama!

dossier Alzati, ti chiama! Il triennio appena cominciato è un tempo favorevole per i giovani. L incontro con il Signore è un incontro che ti cambia la vita e ti spinge a fare scelte concrete per il bene comune G di Lisa Moni Bidin e Marco Sposito li Orientamenti per il triennio 2011-2014 che sono stati elaborati a partire dalla XIV Assemblea nazionale e che impegnano l Ac per il prossimo futuro sono chiari già a partire dal titolo. Scegliere come impegno oggi, nel nostro tempo, di vivere la fede e amare la vita è un segno forte di coraggio per testimoniare come alla base delle scelte di bene per la Chiesa e per il paese deve necessariamente esserci una fede autentica, vissuta in pienezza, abbondantemente riversata nella passione per l uomo e per la sua storia. È il tempo favorevole per poter, senza paura, raccontare a tutti come l incontro con Dio e la buona notizia del Vangelo cambiano ogni giorno la nostra vita. Anche il Santo Padre Benedetto XVI, in occasione della XIV Assemblea nazionale, ci ha incoraggiato a continuare nel nostro impegno solerte, insieme con i nostri pastori, per dare buona testimonianza in ogni ambito della vita, aspirando costantemente alla santità nel quotidiano. Tutto il triennio sarà scandito dalle esortazioni del Santo Padre che chiede all Ac di aiutare il paese a Santi nel quotidiano «rispondere alla sua vocazione peculiare, collocata nel Mediterraneo, crocevia di culture, di aspirazioni, di tensioni che esigono una forza di comunione, solidarietà e di generosità». Allora i tre orizzonti sui quali l Ac sceglie di impegnarsi sono: una fede che cambia la vita, generando scelte; la vita associativa al servizio dell educazione; l impegno per il bene comune. È il tempo favorevole quindi per riscoprire innanzitutto, come soci di Ac e in particolare come giovani, la bellezza dell incontro con il Signore, la meraviglia di poterlo raccontare, la gioia di accompagnare altri giovani e ragazzi in questa esperienza che ci trasforma, che ci cambia la vita appunto. Un fede sempre più incarnata che ci permette di contagiare chiunque incontreremo nel nostro percorso, trasmettendo e scegliendo in prima persona nuove forme di impegno per cambiare e migliorare il nostro tempo. Ecco allora che la consapevolezza di non essere soli, ma di sentirci costantemente immersi in un noi associativo, diventa la forza trainante e la fonte di energia in

questo tempo, caratterizzato dal dilatarsi delle disgregazioni, dei modelli di separatezza, delle tensioni verso l egoismo e l individualismo. Un noi vissuto sulla propria pelle, nell incontro trasparente e fiducioso dell Altro, nel gruppo di Ac, e nella quotidianità della vita parrocchiale. Un noi che diventa ricchezza, quanto più ci si accorge che la diversità e l accoglienza di ciascuno non divide, ma fortifica, unisce, moltiplica il bene. Questo è il tempo, si! Per continuare a sporcarsi le mani a educare e formare coscienze, come ci chiedono i vescovi italiani per il prossimo decennio, elemento imprescindibile per l Ac, caratterizzante il dna associativo, edificante il Regno di un Dio innamorato dell uomo e della sua vita. È il tempo per fare scelte concrete, segni visibili per il bene comune, che possono aiutare il paese nell edificazione di una società in cui la centralità dell uomo è valorizzata in tutti i suoi aspetti, spirituale, relazionale, professionale, culturale, in cui dignità e diritti di ciascuno non sono costantemente minacciati da potere e compromessi. L impegno È il tempo per fare scelte concrete, segni visibili per il bene comune, che possono aiutare il paese nell edificazione di una società in cui la centralità dell uomo è valorizzata in tutti i suoi aspetti dell Ac e dei giovani allora non può che essere il rinnovare il proprio stile di vita alla luce della fede, attraverso scelte che concretamente toccano la convivenza comune: «il rispetto assoluto della vita, il riconoscimento e la promozione della famiglia come cellula fondamentale della società, la sobrietà delle scelte quotidiane, la solidarietà verso i singoli e famiglie in difficoltà, il senso del dovere professionale, il valore dello studio, la tensione verso le nuove generazioni, la coerenza tra sfera priva e sfera pubblica, la scelta preferenziale dei poveri, l attenzione alla vita amministrativa e politica delle città e del paese, l accoglienza degli immigrati». (dal Documento assembleare della XIV Assemblea nazionale) In un triennio che vogliamo sia caratterizzato dalla fiducia nel Signore, nella Chiesa e nell uomo, siamo pronti raccogliendo l invito del Santo Padre a essere sempre generosi, accoglienti e solidali, consapevoli che vale sicuramente la pena vivere nell ottica del dono e del consumarsi per l Altro e per gli altri. dossier Alzati, ti chiama!

dossier Alzati, ti chiama! 4 I bambini e i ragazzi sono invitati a mettersi in cammino sulle orme di chi li ha preceduti e a cercare di raggiungere la cima, da cui si vede un mondo diverso P di Carlotta Benedetti unta in alto: a ritmo di questo slogan si snoda il percorso per i bambini e i ragazzi dell Acr per l anno associativo 2011-2012. Ancora una volta, infatti, tutti gli acierrini saranno chiamati a seguire il Signore e ad alzare lo sguardo verso il Maestro, percorrendo con lui i sentieri che si aprono nelle loro vite. In un anno in cui la montagna è il luogo privilegiato del nostro cammino associativo, i bambini e i ragazzi cercano di capire cosa può significare seguire il Signore sulla strada che porta a raggiungere nuove vette, a scorgere dall alto la nostra vita, a gustare la bellezza di un paesaggio e ad accrescere il desiderio di scendere a valle per raccontare quanto visto e vissuto in cima. Aderendo all Ac e scegliendo di fare gruppo, i bambini e i ragazzi scelgono di mettersi in cammino, insieme, verso nuove mete: ognuno è chiamato a partecipare per quello che è, con il proprio equipaggiamento, ma soprattutto con la consapevolezza che solo restando uniti si possono raggiungere le vette più alte. In questo modo potranno trovare la loro identità Da piccoli, con lo sguardo all insù ed essere se stessi; riconoscendo il mistero profondo che si compie in loro. Solo infatti nella libertà di sentirsi Figli di Dio, possono scegliere di seguire il Maestro, solo nella libertà di accogliersi per quello che sono imparano a guardare a Gesù e a scegliere di essere suoi amici. Durante il cammino dell anno gli acierrini scoprono che seguire il Signore è bello e faticoso, difficile e capace di lasciarci senza fiato. Seguire il Signore sarà per loro anche camminare sui passi di quanti ci hanno preceduto, santi e beati che ci accompagnano in questa lunga storia associativa: Antonietta Meo, Alberto Marvelli, ma soprattutto Pier Giorgio Frassati, amante appassionato delle montagne e cristiano dalla fede limpida e gioiosa. I bambini e ragazzi saliranno il sentiero, si fermeranno a riposare e avranno la tentazione di tornare indietro senza arrivare in cima; saranno chiamati a rimanere fedeli all impegno preso, scoprendo la difficoltà di saper rinnovare il loro sì al Signore e all Azione cattolica, con la consapevolezza di chi sa di essere chiamato ogni giorno a rispondere e a realiz-

dossier Alzati, ti chiama! zare un progetto di bene più grande. Scopriranno allora che dalla cima si vede un mondo diverso, lo sguardo vaga lontano e nasce il desiderio di non scendere, ma al tempo stesso la voglia di raccontare la bellezza a tutti gli amici, dell Ac e non solo, spingerà i bambini e i ragazzi a scendere a valle per gridare quanto è bello l incontro con il Signore. In questo cammino impareranno ancora una volta il valore dell essere associazione, aperta a tutti e per tutti, capace di ascoltare e comprendere le difficoltà e le gioie. Puntare in alto sarà allora per tutti gli acierrini rispondere con la vita alla chiamata del Signore: essere pronti a mettere in gioco tutto di sé, tutte le proprie attese e speranze, tutti i propri sogni e certezze ed essere annunciatori coraggiosi dell incontro con Lui, incontro che cambia totalmente la vita. 5

dossier Alzati, ti chiama! 6 Grazie al coinvolgimento di tante coppie animatrici anche quest anno l Area Famiglia e Vita propone degli strumenti per accompagnare gli sposi e sostenerli nella genitorialità «R a cura di Luigi Sparapano iconoscere, valorizzare e sostenere la soggettività della famiglia, nelle sue diverse stagioni e condizioni di vita, quale luogo primario di annuncio del Vangelo, di accoglienza, di educazione alla vita e alla fede e di responsabilità ecclesiale e civile, dando sviluppo alle intuizioni e sperimentazioni del Progetto Nazareth»: recita così una delle prospettive di impegno che l associazione si pone all inizio del nuovo triennio. L esperienza maturata negli ultimi anni dall Area Famiglia e Vita, in più modi confermata e validata dalle realtà diocesane, non può che essere garanzia di serietà e di corrispondenza all esigenza non trascurabile di supportare le associazioni diocesane nel delicato compito di accompagnamento delle famiglie in quelle che sono le sue dimensioni vitali, intorno alle quali si strutturano i percorsi del Progetto Nazaret: l affettività, la generatività, la genitorialità, la laicità. Due strumenti, ormai patrimonio dell associazione, richiedono di essere ulteriormente fatti conoscere, anche perché le proposte formative contenute, pur in Insieme, in cordata sintonia con i temi associativi annuali, affrontano questioni sempre presenti nella vita, quindi utilizzabili nel tempo. Il primo sussidio è GenitoriPer, reso disponibile on line (www2.azionecattolica.it/famiglia-vita), al quinto anno di pubblicazione: offre proposte per percorsi di sostegno alla genitorialità rivolti in primo luogo ai genitori dei ragazzi e giovanissimi di Ac, ma pensati anche in funzione di genitori non immediatamente vicini alla sfera religiosa e comunque interessati a riflettere insieme sulla propria identità ed esperienza genitoriale. Quest anno il sussidio ha per titolo InCordata e intende costituire una possibilità per riflettere, valutare e ripensare la propria capacità di accompagnare e incoraggiare i figli nel loro cammino di crescita umana e cristiana; tenere vivo, pur tra le mille incombenze della quotidianità, il desiderio di essere i primi compagni di cordata, discreti ma sempre presenti, nel cammino non facile verso la meta: la percezione dell amore di Dio custodito nel proprio cuore. Coerentemente alle proposte

dossier Alzati, ti chiama! Acr e Giovanissimi, è la montagna lo sfondo tematico in cui si integrano le diverse fasi del percorso. La montagna, intesa biblicamente come luogo dell incontro personale con Dio, dell annuncio, della crocifissione e del mandato verso la missione, ma anche vetta da cui è possibile, come genitori, allargare l orizzonte, aiutare se stessi e i propri figli a spingere oltre il proprio sguardo. Il secondo sussidio è costituito dalla collana Bellezza & profezia dell amore, i moduli monotematici finalizzati ad accompagnare soprattutto le giovani coppie nel prendersi cura della loro 7

dossier Alzati, ti chiama! coniugalità. Agli otto fascicoli già pubblicati e ristampati si aggiungono altri quattro, disponibili all inizio del nuovo anno associativo, che toccano altrettante dinamiche coniugali: Io vinco, tu vinci (modulo n.9 sulla gestione dei conflitti); Fede e fedi (modulo n.10 sulla vita sacramentale dal battesimo al matrimonio); Meraviglia ai nostri occhi (modulo n.11 sulla capacità di suscitare stupore); Vivere, che stile (modulo n.12 sulla esigenza di riflettere e vivere stili di vita famigliari cristianamente ispirati). A questi strumenti si aggiunge, nel prossimo anno, l articolazione delle Settimane associative, che per l Ac costituiscono un occasione preziosa per sperimentare la bellezza dell unitarietà e per condividere il cammino associativo con l intera comunità parrocchiale. L associazione ha infatti scelto di caratterizzarle come opportunità di approfondire i contenuti proposti nelle catechesi in preparazione al VII incontro mondiale delle famiglie in programma a Milano dal 30 maggio al 3 giugno 2012, sul tema La famiglia: il lavoro e la festa (facilmente scaricabili dal sito internet http://www.family2012.com/it/catechesi.php). Nella lettera di Benedetto XVI per tale evento leggiamo che «lavoro e la festa sono intimamente collegati con la vita delle famiglie: ne condizionano le scelte, influenzano le relazioni tra i coniugi e tra i genitori e i figli, incidono sul rapporto della famiglia con la società e con la Chiesa. La Sacra Scrittura (cfr Gen 1-2) ci dice che famiglia, lavoro e giorno festivo sono doni e benedizioni di Dio per aiutarci a vivere un esistenza pienamente umana». Il quaderno delle settimane, elaborato anche grazie all Area Famiglia e Vita, costituirà quindi lo strumento che l associazione offre per prepararsi adeguatamente a tale appuntamento. Un elemento che rende particolarmente preziosi questi strumenti, come tutti quelli che l associazione elabora, è che essi nascono e si realizzano grazie al coinvolgimento di tante coppie animatrici e alla valorizzazione di buone pratiche messe in campo nelle diocesi e rilanciate dal centro nazionale a beneficio di tutti. 8

Anche quest anno il movimento Lavoratori sceglie di stare tra la gente, facendo propri i bisogni, le necessità e le incertezze di ogni persona di Giuseppe Patta Per il bene comune dossier Alzati, ti chiama! C è un passaggio, nelle linee programmatiche per il nostro prossimo triennio associativo, che mi ha colpito: è quello dedicato alla realtà locale in cambiamento. Mi piace partire dal noi dell Azione cattolica, con tutto il suo speciale valore profetico, perché racconta la scelta personale di appartenenza all associazione, l identità dell essere soci di Ac, l impegno per la formazione. Mi piace calare questo noi così ricco di significato nelle nostre comunità cristiane. Questa è, a ben vedere, una delle (tante) sfide che attende la nostra associazione nel prossimo triennio e per la quale il movimento Lavoratori si spenderà di certo. Per la sua capacità di stare tra le persone, proponendo una pastorale d ambiente, il Mlac nasce, cresce e si sviluppa nei contesti locali, tra i loro bisogni, le necessità e le incertezze: soprattutto in un momento storico come quello attuale, contraddistinto da una fortissima e strisciante precarietà, che lambisce ogni aspetto del quotidiano e non solo quello più marcatamente economico (come non pensare alle giovani coppie impossibilitate a sposarsi o metter al mondo un bambino?), il movimento Lavoratori assume «l impegno per la costruzione del bene comune possibile, che non può che partire da una sapiente lettura della propria realtà locale e da una generosa disponibilità a spendersi per essa». In questo senso si iscrivono le numerose iniziative di questi ultimi anni, dai campi interregionali, che hanno segnato il legame profondo dei Movimenti regionali coi territori di appartenenza, al bando della progettazione sociale, che allarga la prospettiva lavorativa dei tanti giovani coinvolti, oggi portati a guardare al contesto territoriale di appartenenza come luogo privilegiato per realizzarsi professionalmente e ad abbracciare l idea dello stare insieme come stile lavorativo. Sarà, quindi, un triennio carico di attenzione alle nostre realtà ed alle associazioni che qui lavorano e vivono, perchè «la vita associativa non può realizzarsi in maniera avulsa dalla realtà culturale, economica, politica nella quale essa è radicata» con un impegno forte del Movimento per offrire risposte, speranza ed entusiasmo. 9

filodiretto con l assistente 0 I Ogni educatore deve lavorare per una speranza, non solo per un dovere, per una prospettiva non solo per una riparazione di eventuali danni di Domenico Sigalini A servizio del futuro l paragrafo n.29 degli Orientamenti Educare alla vita buona del Vangelo sviluppa alcuni tratti della figura dell educatore che vanno concretizzati in ogni relazione educativa. È così per la famiglia, il mondo della scuola, nello sport, negli stessi luoghi di pena Si dice infatti: «L educatore è un testimone della verità, della bellezza e del bene, cosciente che la propria umanità è insieme ricchezza e limite. Questa consapevolezza lo rende umile e in continua ricerca. Educa chi è capace di rendere ragione della speranza che lo anima ed è sospinto dal desiderio di comunicarla. La passione educativa è una vocazione, che si manifesta come un arte sapienziale acquisita nel tempo attraverso un esperienza accompagnata e maturata alla scuola di altri maestri. Nessun testo e nessuna teoria, per quanto illuminanti, potranno sostituire questo apprendistato sul campo». Si tratta sempre di offrire la speranza di un umanità piena, che esprima il meglio di sé, di una concezione di uomo che sta alla base di ogni relazione. Ogni educatore deve lavorare per una speranza, non solo per un dovere, per una prospettiva non solo per una riparazione di eventuali danni. La speranza non è un sentimento o uno sconto sul rigore di una qualsiasi disciplina, è una scelta dura di non lasciarsi andare, di coltivare la prospettiva di cambiare vita, di sognare futuro anche dopo un fallimento pesante, dopo tradimenti e insolvenza di promesse. «L educatore compie il suo mandato anzitutto attraverso l autorevolezza della sua persona. Essa rende efficace l esercizio dell autorità; è frutto di esperienza e di competenza, ma si acquista soprattutto con la coerenza della vita e con il coinvolgimento personale. Educare è un lavoro complesso e delicato, che non può essere improvvisato o affi-

filodiretto con l assistente dato solo alla buona volontà. Il senso di responsabilità si esplica nella serietà con cui si svolge il proprio servizio. Senza regole di comportamento, fatte valere giorno per giorno anche nelle piccole cose, e senza educazione della libertà non si forma la coscienza, non ci si allena ad affrontare le prove della vita, non si irrobustisce il carattere. Infine, l educatore s impegna a servire nella gratuità, ricordando che «Dio ama chi dona con gioia» (2Cor 9,7). Nessuno è padrone esclusivo di ciò che ha ricevuto, ma ne è custode e amministratore, chiamato a edificare un mondo migliore, più umano e più ospitale. Ciò vale, naturalmente, anche per i genitori, chiamati non soltanto a dare la vita, ma ad aiutare i figli a intraprendere la loro personale avventura». La gratuità di cui si dice nel documento non è quella di chi lavora gratis, ma lo stile con il quale si vive il rapporto educativo. Nessuno stipendio ti paga la tensione educativa, le notti che non dormi per trovare un modo di far capire a chi sbaglia una strada di correttezza, il tempo che passi a convincere uno a non suicidarsi, a perdonare le offese, a non rovinare gli amici con denunce false, a collaborare per rendere l ambiente più vivibile.

Ac e mondo Alla prossima Giornata mondiale della Gioventù, in programma in Spagna dal 16 al 21 agosto, i giovani di Ac incontrano i giovani dei diversi paesi. Un occasione per fare festa insieme G di Chiara Finocchietti li zaini sono già pronti, le cartine di Madrid anche, e non manca nel bagaglio dei pellegrini una bella dose di allegria e di voglia di condividere queste giornate speciali con tanti coetanei da tutte le parti del mondo. Manca davvero poco alla Giornata Mondiale della Gioventù, che si terrà nella capitale spagnola dal 16 al 21 agosto 2011. I giorni immediatamente precedenti, com è ormai d abitudine, i giovani pellegrini li trascorreranno ospiti nelle varie diocesi della penisola iberica, per poi convergere tutti a Madrid il 16, e lì attendere il Santo Padre che arriverà giovedì 18. Il calendario dei momenti salienti è quello già sperimentato: il venerdì Via Crucis, il sabato veglia con il Papa e la domenica mattina la celebrazione eucaristica. Le giornate sono ovviamente anche un occasione imperdibile di incontro tra i giovani di Ac dei diversi Paesi: anche a Madrid, come già a Colonia nel 2005, ci incontreremo come giovani di Ac per conoscerci, condividere alcuni impegni e attenzioni comuni come quello per la Terra Santa, pregare e fare festa insieme. Ci vediamo a Madrid! L appuntamento è per mercoledì 17 agosto alle 18.30 nella parrocchia Ntra. Sra. de Guadalupe, c/puerto Rico n. 1, vicino lo Stadio Bernabeu. Il tema del nostro incontro è tratto dal messaggio di Benedetto XVI per la Gmg di Madrid, Testimoni della speranza cristiana nel mondo intero: ci è sembrata una bella sintesi dell impegno che i giovani di Ac condividono con tutti i giovani alla sequela di Cristo nella Chiesa. Ecco il programma: dopo l accoglienza ai vari paesi a partire dalle 18.30, alle 19.15 l incontro sarà aperto dai padroni di casa con un saluto dell Ac della Spagna. Seguirà il momento della preghiera in compagnia dei testimoni di santità che abbiamo conosciuto durante l itinerario di preparazione a Madrid, un percorso in tredici tappe intitolato Insieme pellegrini sulla strada verso Madrid 2011, iniziato con la Pentecoste del 2010, che ci ha fatto camminare per un anno insieme a giovani come Pier Giorgio Frassati, Ivan Merz, Pina Suriano, Maria Gabriella Sagheddu, Lolo La preghiera sarà presieduta mons. Atilano Rodriguez, vescovo di Sigüenza-

Guadalajara e assistente generale dell Ac della Spagna. Anche la scelta della parrocchia assume un valore particolare: qui infatti si fermò il beato Giovanni Paolo durante il suo primo viaggio apostolico in Spagna, il 31 ottobre 1982, per un momento di adorazione notturna. Questa coincidenza ha ispirato l inserimento dell adorazione eucaristica durante la preghiera. Alle 20 ci sarà l intervento di mons. Giacinto Marcuzzo, vescovo ausiliare di Nazareth e incaricato per la pastorale giovanile del Patriarcato latino di Gerusalemme: con lui ci saranno alcuni giovani della Terra Santa, per sottolineare e intensificare il legame speciale che unisce i giovani di Ac alla terra di Gesù e ai giovani cristiani che la abitano. La Terra Santa apre così la presentazione dei giovani di Ac dai vari paesi: a seguire infatti ciascuna delegazione proverà a raccontare in pochi minuti la realtà del proprio paese e della propria associazione, attraverso tre parole, che tutte insieme comporranno idealmente un alfabeto dei giovani di Ac. E per concludere... non poteva mancare un momento di fiesta e di musica, con giovani dell Ac spagnoli, e di un gruppo molto noto in Argentina formato da giovani dell Ac, i Filocalia. A oggi sono già 15 i Paesi che hanno confermato la loro presenza: se anche voi sarete a Madrid e volete partecipare, segnalate la vostra presenza all indirizzo info@fiacifca.org. Tutti gli aggiornamenti li trovate sul sito del Forum internazionale di Azione cattolica www.fiacifca.org. E allora zaini in spalla... e tutti a Madrid! Ac e mondo

vita di Ac 4 Una casa aperta a tutti, nei luoghi dove ancora è vivo Carlo Carretto, per coltivare l interiorità ed essere testimoni radicati nel quotidiano in compagnia del mondo e del magistero M di Luigi Borgiani a era proprio il caso di cercare qualcosa di nostro, con tutte le case dedicate, i conventi, i monasteri sparsi per tutta l Italia così ricca di luoghi dove alimentare la vita spirituale? La risposta è ovvia. La decisione assunta dalla XIII Assemblea nazionale era orientata a trovare un luogo, anche piccolo, che potesse essere di riferimento per coltivare l interiorità con uno stile associativo, per essere anche punto di incontro per quanti, aderenti e non, abbiamo il desiderio di far crescere la vocazione formativa dell Ac e dare uno slancio nuovo all impegno missionario che si fa sempre più necessario e che richiede, pertanto, di mettere solide basi, di costruire la casa di ognuno sulla roccia, sulla Parola. Casa san Girolamo luogo e spazio dello spirito non per isolarsi ma crescere discepoli e testimoni sempre radicati nel quotidiano. Per vivere qualche giorno un esperienza intensa e fraterna di contemplazione, ascolto, discernimento, vita spirituale e dialogo nel luogo segnato dalla testimonianza di Carlo Carretto. Rispetto ad altre proposte che Spello, un polmone spirituale appartengono alla tradizione associativa (convegni, moduli formativi, esercizi spirituali...), a Spello si sperimenta una nuova sintesi per vivere la fede e amare la vita. È significativo a questo punto sottolineare come si incontrano le indicazioni della XIII Assemblea (trovare un polmone spirituale per l associazione) e della XIV (coniugare fede e vita, da laici). La centralità della Parola di Dio (meditata, celebrata e pregata) è il punto fermo delle nostre giornate a San Girolamo. Si inizia (presto) con la liturgia delle lodi, poi l ascolto e la meditazione, la celebrazione eucaristica al centro della giornata, spazi per il silenzio, per l adorazione, ma anche per la condivisione e il lavoro manuale, per creare quella fraternità che ci sforziamo di rendere abituale nel quotidiano. Per non rendere il chiostro il posto dell isolamento, dello stacco abbiamo scelto due momenti semplici ma non superflui: l ascolto, al mattino, di una breve rassegna stampa e, al pomeriggio, la lettura di brani scelti dal Concilio Vaticano II. Il mondo e il magistero sono sempre presenti nella nostra vita. Casa san

vita di Ac Casa San Girolamo, il polmone spirituale dell Ac Girolamo, anche per il suo valore storico e simbolico, non è primariamente un edificio per esercizi spirituali o per campi scuola, né tantomeno una casa per ferie o del pellegrino; non è nemmeno luogo alternativo al centro nazionale per incontri e riunioni. È davvero un polmone spirituale, un dono dello Spirito, dove coniugare spiritualità, preghiera, silenzio, fraternità, dialogo e studio, in una regola di vita ispirata ad uno stile di santità laicale. Per questo a Spello viene soprattutto la persona, con la sua vita e la sua storia, prima che le sue funzioni sociali, le qualifiche professionali o gli incarichi associativi o ecclesiali. Che desidera verificare davanti al Signore, in un clima di silenzio e di fraternità spirituale, la propria vocazione laicale. Chi viene a Spello deve sentire la casa come un estensione della propria casa, come quell angolo dove è possibile trovare lo spazio dell interiorità. Si viene non come ospite, ma come fratello che condivide nel silenzio e nella pace una comune ricerca spirituale. Chi viene troverà dei fratelli che lo accolgono (e non una reception), gli assegnano una cella e gli danno indicazioni essenziali sullo svolgimento delle giornate. Trove- 5

vita di Ac Un particolare del chiostro restaurato rà spazi di riflessione e lettura, spazi di confronto e approfondimento. Troverà amici capaci di ascoltare, accompagnare, orientare, suggerire, formare. A Casa San Girolamo si alternano proposte offerte dalla Presidenza nazionale e periodi liberi dove singoli o gruppi possono venire per qualche intensa giornata di spiritualità e fraternità. Recentemente (8-10 luglio) si sono incontrati alcuni nuovi presidenti diocesani. Questa la testimonianza di Cristina Severi, presidente diocesana di Faenza: «La proposta della presidenza nazionale di invitare i neo-presidenti diocesani per un fine settimana di spiritualità a Spello presso la Casa San Girolamo, è stata una idea felice. Quando è arrivato l invito, d acchito ho pensato alla difficoltà di partecipare visto il periodo denso di impegni, campi estivi, gli incontri per imbastire le attività che ci aspettano all inizio della anno associativo, impegni di famiglia, gli esami dei figli, il lavoro... poi mi sono detta: Cristina, devi volerti bene! Alcuni giorni per fermarti, pregare, pensare... ti possono solo giovare. È poi arrivato l invito dell amica Anna (presidente di Imola) a partecipare insieme all iniziativa e a quel punto non c è stato più alcun dubbio. Partita! 6

vita di Ac Già durante il soggiorno mi è stato chiaro che stavo assaporando e vivendo momenti preziosi, carichi di significato; è stata l occasione di cui avevo bisogno per fare silenzio dentro di me, per ascoltare Dio e per comprendere come vivere questo servizio per la mia Chiesa. Tutto ha facilitato e arricchito questo percorso: la Messa, l ascolto del vangelo, le parole di don Vito, dei Piccoli Fratelli di Jesus Caritas (Piero e Gabriele), la condivisione semplice e in amicizia dei pensieri, progetti, speranze con gli altri presidenti. Anche lo stile della vita in casa, i lavori casalinghi, le pulizie, il lavare, il servizio a tavola fatti insieme hanno aiutato a creare quel clima amicale di maggior conoscenza tra i partecipanti tanto da rendere più sentiti, intimi e forti i momenti di preghiera e condivisione. Cosa mi sono portata a casa? Tanti volti di amici con una passione comune, vivere la Chiesa come luogo di santità per mezzo dell Ac... non è poco; le riflessioni di don Vito che hanno saputo tratteggiare un ritratto bello del presidente diocesano, capace di cogliere le speranze della persone affidate, che sia profeta, che sappia tessere relazioni vere con chi incontra, che sia capace di andare e stare in mezzo alla gente». 7