CONTROLLI SANITARI NEGLI ALLEVAMENTI AVICOLI SALMONELLOSI AVICOLE

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CONTROLLI SANITARI NEGLI ALLEVAMENTI AVICOLI SALMONELLOSI AVICOLE La situazione UE Salmonella spp. rappresenta una delle principali cause di malattie di origine alimentare riscontrate nell Unione Europea, come si può evidenziare dalla rilevazione effettuata ogni anno dall EFSA sugli agenti patogeni responsabili di zoonosi (cfr. figura ). Le uova, la carne di pollame e di suino rappresentano le principali fonti di salmonellosi umana d origine alimentare. Figura - Casi di infezioni zoonotiche nell UE (anno 2008) - Report EFSA Per questo motivo l Unione Europea ha fissato, con il Reg. 260/2003 relativo al controllo di Salmonella e di altri agenti zoonotici, obiettivi di progressiva riduzione della prevalenza dei sierotipi di Salmonella rilevanti per la sanità pubblica negli allevamenti appartenenti alle filiere maggiormente a rischio (avicola e suinicola). Le strategie per la riduzione del rischio di contagio sono state individuate dall Organizzazione mondiale della sanità (OMS) sulla base di tre linee preventive, che riguardano tutta la catena produttiva: ) il controllo degli allevamenti; 2) il miglioramento delle misure igieniche durante la macellazione e la successiva lavorazione della carne; 3) l igiene nella preparazione finale degli alimenti a livello di industria e consumatore. Non esistendo un opzione universalmente valida in grado di eliminare la Salmonella a livello di macellazione e fasi successive di produzione, l approccio più efficace è probabilmente quello di attuare una combinazione di misure volte a prevenire la trasmissione in allevamento e la contaminazione delle carni durante le operazioni di lavorazione. A seguito dell avvio dei piani di controllo del patogeno negli allevamenti, gli episodi di salmonellosi umana nell Unione europea determinati da germi non adattati all ospite (sierotipi di salmonella che possono trasmettersi con gli alimenti dall animale all uomo) sono in progressiva riduzione con 3.468 casi nel 2008 rispetto ai 5.998 del 2007, 64.0 nel 2006 e 74.544 nel 2005 (riduzione del 3,5%). A conferma di questa analisi è da segnalare che, nelle popolazioni avicole soggette ai piani comunitari, è stato osservato un calo significativo di Salmonella del tipo Enteritidis (maggiore responsabile dell infezione nell uomo), la cui principale fonte di infezione è notoriamente rappresentata dalle uova. (cfr. figura 2).

Figura 2 - Numero di casi di salmonellosi umana per sierotipo responsabile - Report EFSA 2008. La strategia adottata per il controllo delle infezioni salmonellari, basata principalmente sulla riduzione della prevalenza nella produzione primaria, consente di intravvedere i primi risultati che dovranno in ogni caso essere confermati nel corso degli anni futuri per permettere la conferma del raggiungimento del risultato atteso. In ogni caso è tutt oggi evidente che gli obiettivi fissati dalla Unione Europea stanno per essere progressivamente raggiunti negli allevamenti in cui i piani sono in corso di realizzazione. Nei riproduttori la prevalenza di gruppi positivi ai 5 seirotipi di salmonella considerati maggiormente patogeni per l uomo (S. Enteritidis, S. Typhimurium, S. Virchow, S. Hadar, S. Infantis), registrata nel 2008, è dello 0,9%. Nelle galline ovaiole e nei broiler i gruppi positivi a S. Enteritidis e/o S. Typhimurium sono stati rispettivamente il 3,5% e lo 0,6%. I piani nazionali I piani nazionali di controllo della Salmonella negli allevamenti produttori degli alimenti più a rischio (uova e carne di pollame), secondo le indicazioni comunitarie, sono orientati prioritariamente alla osservanza di rigide misure di biosicurezza ed alla realizzazione di un piano di autocontrollo aziendale, approvato dal Servizio Veterinario ASL che ne controlla la corretta applicazione ed effettua campioni ufficiali secondo frequenze prestabilite. L obiettivo del piano è in sostanza quello di evidenziare le situazioni di maggiore rischio di introduzione e diffusione del patogeno negli allevamenti ed intervenire, nei casi di positività, per rimuovere le cause che hanno determinato l infezione degli animali. Ai sensi del Reg. 77/06 non è consentito il trattamento antibiotico degli animali per il controllo della Salmonella, con la finalità di privilegiare un approccio rivolto prioritariamente alla rimozione delle cause che generano l infezione e, soprattutto, ad evitare la selezione di pericolosi ceppi antibioticoresistenti. Riproduttori I riproduttori rappresentano senz altro la categoria più importante di allevamento ai fini del controllo degli agenti infettivi perché sono all apice della filiera produttiva. Il controllo di questa categoria è stato avviato dal 998 e proseguito con la realizzazione del programma triennale di riduzione della prevalenza che si è concluso nel 2009. Il programma è finalizzato, secondo gli obiettivi comunitari, alla riduzione della prevalenza di gruppi infetti per le Salmonella Enteritidis, Typhimurium, Infantis, Hadar, Virchow ad un valore inferiore all %. (cfr. tabella e figura 3) In Piemonte l attività di controllo, eseguita negli allevamenti, ha evidenziato positività per Salmonella Virchow rilevata in un gruppo di un allevamento in cui sono presenti 5 capannoni con riproduttori considerati a particolare rischio per le pregresse positività riscontrate nel 2008. Le non ottimali condizioni di biosicurezza presenti nell azienda ed il successivo riscontro di positività nel 2009, confermano come la profilassi diretta rappresenti l elemento indispensabile per prevenire l introduzione del patogeno. A seguito della positività il gruppo è stato macellato, e, considerate le non adeguate condizioni di protezione adottate non è stato fornito alcun indennizzo all allevatore. (cfr. tabelle 2 e 3) (tutti i sierotipi) TAB. - SALMONELLA NEI RIPRODUTTORI GALLUS GALLUS (dati EFSA 2008) (5 sierotipi considerati) (per S.Enteritidis) (per S.Typhimurium) Europa,8 0,9 0,6 0,2 Italia 9, 2,6 0,9 0 La prevalenza di Salmonella nei riproduttori in Europa è stata bassa permettendo il raggiungimento dell'obiettivo di riduzione dei gruppi positivi per i 5 sierotipi principali a meno dell'%. In Italia la prevalenza è rimasta > % principalmente in relazione al numero di positività per S.Hadar (,4%).

Figura 3 - Prevalenza dei 5 sierotipi target in riproduttori Gallus gallus in Europa nel 2008. TAB. 2 - PIANI DI CONTROLLO SANITARIO NEL SETTORE AVICOLO - ANNO 2009 SALMONELLOSI RIPRODUTTORI ANAGRAFE CONTROLLI UFFICIALI ASL LINEA CARNE CAPI UOVA/ ANNO TOTALE GRUPPI PRESENTI CONTROLLI ANIMALI ADULTI CONTROLLI ACCASAMENTO TOTALE CONTROLLI GRUPPI CONTROLLATI NUMERO POSITIVITA' SALMONELLA ISOLATA TO3 9.500.350.000 2 2 0 2 2 0 TO4 5.000 7.200.000 3 6 7 3 TO5 60.600 7.300.000 9 3 3 6 9 3 VC 0.000 500.000 9 3 4 5 0 CN 205.900 58.026.000 35 5 26 35 3 CN2 90.500 9.900.000 0 33 44 0 0 S. Eheidelberg, S.Muenchen, S.Virchow, S.Muenchen AT 230.000 30.300.000 27 2 4 0 AL 62.000 2.500.000 7 3 0 3 7 0 TOTALE 874.500 7.076.000 2 37 57 94 95 7 Controlli 2009 negli allevamenti di riproduttori Gallus gallus > 250 capi del Piemonte.

TAB. 3 - PIANI DI CONTROLLO SANITARIO NEL SETTORE AVICOLO - ANNO 2008 SALMONELLOSI RIPRODUTTORI ANAGRAFE CONTROLLI UFFICIALI ASL COMUNE LINEA CARNE CAPI UOVA/ ANNO LINEA UOVA CAPI UOVA/ ANNO TOTALE GRUPPI PRESENTI CONTROLLI ANIMALI ADULTI CONTROLLI ACCASAMENTO TOTALE CONTROLLI GRUPPI CONTROLLATI TO3 VILLAFRANCA P.TE 9.500.350.000 2 2 0 2 2 0 TO4 TO5 VC CN CN2 AT AL SALUGGIA - VC 35.000 7.200.000 3 0 3 idem 80.000 (pollastre) 0 0 6 6 0 0 CHIERI 20.569 2.00.000 5 2 2 4 5 3 POIRINO 40.000 5.200.000 4 2 4 0 BIANZE' 46.000 0 (pollastre) 4 0 2 2 4 0 BORGO D'ALE 50.000 4 0 0 0 0 0 MONCRIVELLO 5.000 500.000 2 0 MOROZZO 27.000 4 2 2 4 4 0 CENTALLO 27.500 40.000.000 3 0 3 0 BEINETTE 8.500 5.000.000 2 3 4 2 0 MONDOVI' 25.000 3.00.000 4 2 4 0 ROCCA DE' BALDI 2.900 3.200.000 5 3 0 3 5 0 VILLANOVA MONDOVI' 2.800.700.000 2 0 2 0 FRABOSA SOTTANA 2.800 0 (pollastre) 2 0 2 0 VOTTIGNASCO 20.000 2.000.000 4 0 4 0 FOSSANO 20.000 0 (pollastre) 2 0 2 2 2 0 MANTA 20.000 3.000.000 5 3 2 5 5 3 VERZUOLO 400 26.000 2 2 0 2 2 0 NEIVE 9.000.700.000 2 0 2 0 NEIVE 9.000.700.000 2 3 0 NEIVE 9.000.700.000 3 0 3 0 NEIVE 9.000.200.000 2 0 2 0 CASTIGLIONE TINELLA 5.000.800.000 2 0 GOVONE 5.000.800.000 2 3 0 CASTIGLIONE TINELLA 5.000 0 (pollastre) 2 0 3 3 2 0 SANTO STEFANO BELBO 9.500 0 (pollastre) 2 0 26 26 2 0 CUNICO 7.000 800.000 0 0 0 0 0 ARAMENGO 28.000 5.000.000 2 0 0 0 0 0 TONENGO 32.000 6.500.000 4 0 0 0 0 0 COCCONATO 40.000 8.000.000 5 0 5 0 TONENGO 53.000 0.000.000 6 0 0 0 0 0 COCCONATO 70.000 0 (pollastre) 9 0 9 0 OCCIMIANO 44.000 5 2 0 2 5 0 OCCIMIANO 8.000 2.500.000 2 0 2 0 TOTALE 43.469 68.726.000 433.500 44.500.000 0 35 57 92 93 7 NUMERO POSITIVITA' SALMONELLA ISOLATA S. Heidelberg(gr2), S.Muenchen(gr.5), S.Virchow(gr), S.Muenchen(gr) Dettaglio dei controlli 2009 negli allevamenti di riproduttori > 250 capi del Piemonte.

E stata inoltre segnalata, dalla Regione Emilia Romagna, una positività per S. Enteritidis in pulcini provenienti da un incubatoio del Piemonte. Il Servizio Veterinario dell ASL CN, sede dell incubatoio, ha provveduto ad effettuare immediate indagini epidemiologiche per individuare la provenienza delle uova incubate. L esito delle indagini ha condotto a due allevamenti di riproduttori del Piemonte che sono stati sottoposti a successivi accertamenti, ma non è stata evidenziata la presenza del patogeno. In Piemonte i controlli eseguiti nell ambito del programma nazionale (controlli ufficiali e autocontrollo) consentono di evidenziare una prevalenza dei sierotipi di Salmonella maggiormente patogeni per l uomo inferiore all %. L incremento di positività rilevato nel 2008 è stato determinato dal riscontro di 3 gruppi positivi, appartenenti alla stessa azienda in cui si sono evidenziate condizioni di biosicurezza non adeguate. Nel 2009 la prevalenza si è attestata a valori inferiori all % (cfr. tabella 4). anno Gruppi presenti TAB. 4 - PIANO RIPRODUTTORI in Piemonte Gruppi positivi sierotipi oggetto del piano di controllo Gruppi positivi altri sierotipi 200 non rilevato 0 0 2002 non rilevato 0 0 2003 non rilevato S.Hadar 2004 95 0 2005 97 0 2006 05 2007 99 2008 4 2009 2 S.Virchow, S.Virchow, 2 S. Enteritidis S. Virchow S. Virchow 7 Sisangi,S.Blockley, S.Isatnbul S. Berta 2 S. Heidelberg S. Eidelberg Saintpaul 4 S. Remo, S. Enterica, S. Veneziana, S. Heidelberg 2 S.Muenchen, S. Heidelberg ai 5 sierotipi principali 0 0 0,95,0 2,63 0,89 Ovaiole Il piano triennale nazionale di controllo della salmonella negli allevamenti di ovaiole ha come obiettivo la riduzione del numero di gruppi positivi a livelli inferiori al 6% al termine dei tre anni di applicazione 2008-200. (cfr. tabella 5 e figura 4) In Piemonte si è proceduto alla realizzazione di sopralluoghi in tutti gli allevamenti con più 250 capi per accertare la presenza delle misure di biosicurezza obbligatorie e necessarie a limitare l introduzione del patogeno in azienda. Nelle aziende ispezionate si è verificata la corretta attuazione del piano di autocontrollo e sono stati eseguiti i campioni ufficiali negli allevamenti con più di.000 capi (un gruppo controllato per allevamento), secondo le indicazioni del piano nazionale (cfr. tabella 6). TAB. 5 - SALMONELLA NELLE OVAIOLE (dati EFSA 2008) (tutti i sierotipi) (per S.Enteritidis) (per S.Typhimurium) Europa 5,9 3, 0,5 Italia 20,5 6, 0,7 Il programma comunitario di riduzione della salmonella nei gruppi di galline ovaiole prevede una riduzione percentuale del numero di gruppi positivi. L'Italia ha l'obiettivo di ridurre la prevalenza a valori inferiori a: 7,2% nel 2008, 6,5% nel 2009, 6% nel 200.

Figura 4 - Prevalenza dei 2 sierotipi target in galline ovaiole nel 2008 in Europa. ASL ziende TAB. 6 - PIANI DI CONTROLLO SANITARIO NEL SETTORE AVICOLO ANNO 2009 SALMONELLOSI AZIENDE OVAIOLE > 250 capi capi gruppi presenti gruppi controllati (*) gruppi positivi Sierotipo TO 3 3 48.200 6 0 TO4 5 477.642 4 6 0 TO5 3 8.900 3 3 S. Enteritidis VC 22.500 2 2 BI 2 3.300 2 0 0 S. Manhattan (tampone prima dell'accasamento) NO 5 266.3 6 0 2 S. Enteritidis, S.Heidelberg CN 37 890.300 78 35 S. Enteritidis CN2 75.850 25 4 0 AT 25.500 27 3 0 S. Heidelberg AL 2 36.02 22 0 0 TOTALE 90 2.244.326 95 94 5 (*) si è considerato un gruppo controllato per ciascun campionamento in azienda registrato in ARVET (il piano prevede il controllo su gruppo/anno per allevamento >.000 capi entro le 9 settimane dalla macellazione) Controlli 2009 negli allevamenti di ovaiole > 250 capi in Piemonte 2 S. Enteritidis S. Montevideo

I controlli hanno evidenziato 3 gruppi positivi per S. Enteritidis rispettivamente di 43.000, 3.600 e 5.200 capi. I primi due gruppi sono stati macellati regolarmente non essendo stata rilevata la salmonella al controllo delle carni, mentre 5.200 capi sono stati distrutti perchè risultati positivi al controllo sul muscolo. In relazione ai parametri indicati per il rimborso degli animali in caso di positività, la Regione ha provveduto ad indennizzare l abbattimento del gruppo positivo di 3.600 capi con una somma di circa 5.000. Per gli altri episodi l età degli animali e le tempistiche di macellazione non hanno reso necessario il rimborso. Polli da carne Il programma triennale di controllo nei polli da carne, avviato nel 2009, con l obiettivo di ridurre la prevalenza nel territorio nazionale dal 2,3% (rilevata nel piano di studio), all % nei tre anni di applicazione (2009-20) è orientato prioritariamente alla verifica delle misure di biosicurezza ed alla individuazione dei maggiori elementi di rischio negli allevamenti. Nel primo anno di applicazione del piano è stato necessario informare tutti gli allevamenti della necessità di disporre di un piano di autocontrollo, validato dal Servizio Veterinario dell ASL, e di adottare tutte le misure di biosicurezza previste. In Piemonte i controlli ufficiali, previsti negli allevamenti con più di 5.000 capi, hanno rilevato positività per S. Typhimurium in un gruppo di 5.500 capi (cfr. tabella 7). Il piano nazionale di controllo dei broiler non contempla, come invece previsto per le altre categorie (ovaiole e riproduttori), la possibilità di sottoporre gli animali appartenenti a gruppi positivi a controllo delle carni per verificare la contaminazione del muscolo e, in caso di esito favorevole, destinare gli animali alla macellazione e la carne al libero consumo. Pertanto il gruppo positivo è stato macellato e la carne, sottoposta comunque a trattamento termico, è stata destinata alla produzione di alimenti per animali, senza alcun indennizzo per l allevatore. TAB. 7 - PIANI DI CONTROLLO SANITARIO NEL SETTORE AVICOLO ANNO 2009 SALMONELLOSI AZIENDE BROILER > 250 capi ASL aziende capi gruppi presenti gruppi controllati (*) gruppi positivi TO 3 4 40.470 44 8 2 TO4 25 823.40 93 2 0 Sierotipo S. Muenchen, S. Newport TO5 25 525.530 49 4 0 VC 0 95.250 6 7 2 S. Muenchen BI 8 4.730 0 0 0 NO 7 70.050 2 2 0 CN 3 3.543.000 328 72 5 S. Galiema, 2 S. Muenchen, S. Singapore - S. Corvalli e S. Typhimurium (stesso gruppo) CN2 56.23.750 28 48 0 AT 6 492.200 66 2 0 AL 5 203.650 9 0 TOTALE 297 7.328.770 764 56 9 (*) si è considerato un gruppo controllato per ciascun campionamento in azienda registrato in ARVET (il piano prevede il controllo su gruppo/anno per allevamento > 5.000 capi entro le 3 settimane dalla macellazione) Controlli 2009 negli allevamenti di ovaiole > 250 capi in Piemonte

INFLUENZA AVIARE Nonostante l enfasi mediatica concentratasi sul settore avicolo nel 2006 sia rientrata, persiste in Comunità Europea un approccio di massima cautela, che trae origine dalle potenzialità zoonotiche dei virus influenzali ad alta patogenicità (HPAI) ed alla loro capacità di produrre gravissimi danni all insorgere di epidemie di larga scala. Pertanto risultano confermate le misure preventive e di eradicazione previste dalla Direttiva 2005/94/CE e gli appositi interventi di cofinanziamento ai singoli Stati per l effettuazione di piani di controllo e monitoraggio in grado di rilevare e contenere la circolazione dei virus influenzali a bassa patogenicità (LPAI). Il piano di controllo della malattia, in linea con le indicazioni del Ministero della Salute e del Centro di Referenza presso l Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, prevede l attuazione di azioni di controllo e vigilanza, verifica dei programmi aziendali di biosicurezza, nonchè effettuazione di controlli diagnostici nell ambito del Piano di monitoraggio sierologico. Le attività di controllo vengono effettuate sugli allevamenti intensivi, di commercio e su eventuali altri impianti ritenuti a rischio elevato, per la condivisione di flussi commerciali con le aree extraregionali ad elevatissima densità o per motivazioni specifiche, come ad esempio, la localizzazione in aree umide in cui è più probabile il contatto con la popolazione avicola selvatica. Nel 2009 l attività di controllo sul comparto avicolo ha consentito di escludere la presenza in Piemonte di focolai di influenza aviare da virus ad alta patogenicità. TAB. - PIANO DI MONITORAGGIO SIEROLOGICO REGIONALE PER INFLUENZA AVIARE GALLUS GALLUS - ANNO 2009 RIPRODUTTORI (*) PRODUTTORI CARNE (*) OVAIOLE (*) POLLASTRE (*) COMMERCIO (**) ASL n. aziende presenti n. aziende campionate n. controlli di allevamento n. prove sui capi n. aziende presenti n. aziende campionate n. controlli di allevamento n. prove sui capi n. aziende presenti n. aziende campionate n. controlli di allevamento n. prove sui capi n. aziende presenti n. aziende campionate n. controlli di allevamento n. prove sui capi n. aziende campionate n. controlli di allevamento n. prove sui capi TO3 2 7 09 6 5 8 264 7 6 2 55 2 20 8 49 TO4 7 50 25 34 432 5 5 2 253 3 3 9 270 8 39 44 TO5 5 400 25 2 95.063 4 4 4 230 - - - - 2 5 70 VC 2 3 80 0 7 25 256 20 - - - 5 25 257 BI - - - - 9 2 9 03 2 2 4 60 4 50 3 34 NO - - - - 8 9 42 566 5 6 9 339 2 3 0 25 8 48 53 VCO - 4-4 - - - - - 4 - - - CN 9 0 59.25 2 63 63 2.946 36 35 02 2.35 7 2 66.492 2 64 789 CN2 6 6 67 695 52 3 5 50 2 0 29 452 5 2 3 30 - - - AT 5 6 33 34 6 2 4 72 2 23 34 - - - 3 40 AL 2 3 56 5 3 8 2 3 28 384 2 2 6 5 6 9 263 TOT. 26 32 93 3.50 287 27 404 5.867 95 94 253 4.549 34 25 0 2.06 44 24 2.547 (*) Aziende presenti = impianti intensivi a consistenza > 250 capi, al 3.2.2009. (**) Sono riportati i campionamenti effettuati anche presso aziende ed impianti a consistenza < a 250 capi.

Piano di monitoraggio sierologico: l attività e i risultati Il Piano Regionale di monitoraggio sierologico, predisposto sulla base dell analisi del rischio regionale e locale, ha la finalità prioritaria di individuare precocemente gli eventuali casi di influenza aviare a bassa patogenicità da virus H7 o H5, evitandone una circolazione estesa, circostanza che potrebbe favorire mutazioni verso ceppi ad alta patogenicità. Il piano è volto al controllo dei capi delle specie da reddito allevate; in particolare, viene prevista una frequenza di controllo intensificata, rispetto ai livelli minimi dettati dal piano nazionale, su alcune categorie di aziende o animali maggiormente esposte al rischio di introduzione del virus: gli impianti che ospitano avicoli a lunga vita produttiva (riproduttori, ovaiole,tacchini ecc.), le strutture deputate al commercio, quelli dotati di misure di biosicurezza carenti ed in caso di presenza di specie a rischio più elevato (anatidi), ed altre situazioni specifiche di rischio. Nel 2009 i Servizi Veterinari hanno sottoposto a controllo diagnostico 484 aziende, nel corso di.626 sopralluoghi (cfr tabelle e 2). I campioni prelevati sono stati inviati al laboratorio di virologia dell Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Torino, che in totale ha eseguito 23.23 esami sierologici per la diagnosi di H7 e H5 (cfr tabella 3). I controlli effettuati nell ambito del Piano di monitoraggio sierologico, hanno consentito di individuare 7 aziende con evidenze di circolazione virale, di cui 6 causate da virus LPAIH7 e da LPAIH5 (cfr. figure e 2). Nella maggior parte dei casi non si è rilevata sintomatologia evidente. SPECIE TAB. 2 - PIANO MONITORAGGIO INFLUENZA AVIARE - ANNO 2009 Allev. presenti (*) ALTRE SPECIE Allev. Controllati (**) Accessi Prove effettuate Tacchini 26 3 26 2.960 Faraone 6 39 87 945 Anatre 24 28 65.586 Oche 2 2 22 378 Quaglie 2 2 6 33 Fagiani 36 32 93 868 Pernici 9 7 22 Starne 8 6 6 63 Piccioni 2 2 60 Ratiti 35 3 4 20 Altri uccelli 4 7 4 25 Totale 229 62 452 7.060 (*) Allevamenti presenti = allevamenti intensivi a consistenza > 250 capi (5 per i ratiti). (**) Nei controlli sono conteggiati anche gli accertamenti effettuati presso allevamenti a consistenza < 250 capi. TAB. 3 - INFLUENZA AVIARE RIEPILOGO ESAMI EFFETTUATI (dati IZS) ANNO 2009 ASL Isolamento Esami sierologici H7 e H5 AGID ELISA PCR TO 0 - - - 0 TO3-64 8 40 TO4 0 2.020 0 00 874 TO5 75 2.379 65 440 VC 8.686-30 94 BI - 54 4 40 NO 3.943 6 43 64 VCO 2 69-7 2 CN 3 0.526 38 97 3.299 CN2 7.89 - - 396 AT 43.64 20 40 26 AL -.073 3 90 Totale 299 23.23 88 77 5.775

Controlli sanitari negli allevamenti avicoli Figura - Focolai LPAI nella regione Piemonte (circolino rosso = LPAI H7; circolino blu = LPAI H5) - Anno 2009. Figura 2 - Focolai LPAI H7 della provincia di Cuneo - Anno 2009.

Focolai LPAI H7 Focolaio di Villanova Mondovi (CN) Azienda di commercio Si tratta di un azienda deputata al commercio per l approvvigionamento del comparto rurale e di mercati situati a livello per lo più regionale. E stato il primo focolaio diagnosticato nell anno, nel mese di maggio. I capi presenti nell impianto, al momento della diagnosi, 9.023 in totale, erano avicoli da reddito appartenenti a diverse specie (Gallus gallus, anatre, oche, tacchini e faraone), provenienti dal mercato regionale ed extraregionale, quest ultimo in particolare per quanto riguarda la fornitura di anatre, faraone e tacchini. L infezione con buona probabilità è stata introdotta nell azienda attraverso l acquisto di una partita infetta nel periodo invernale, presumibilmente proveniente da una filiera emiliana fornitrice abituale dell allevamento, poi risultata colpita dall infezione. L infezione è stata inoltre trasmessa, tramite l invio di alcune partite, ad un altra azienda piemontese (focolaio di Rondissone), anch essa deputata al commercio rurale. Già nel 2007 l azienda di commercio di Villanova di Mondovì era stata individuata come tramite della veicolazione dell infezione dalla filiera emiliana verso altri due allevamenti riscontrati positivi per il sierotipo H7 (focolai di Pancalieri e Verolengo); in quell occasione, l impianto era risultato indenne (negativo ai controlli diagnostici) per la breve permanenza delle partite di animali portatrici dell infezione. Secondo le disposizioni nazionali e comunitarie, tutti i capi presenti nell azienda sede di focolaio sono stati abbattuti e distrutti (9.023 capi). E inoltre stata adottata un area di restrizione di 3 Km, all interno della quale sono stati sottoposti a controlli diagnostici tutti gli allevamenti presenti, per lo più di carattere rurale. Nell area è stato depopolato un piccolissimo allevamento rurale, a titolo precauzionale, in quanto gli accertamenti virologici hanno fatto evidenziare una debole positività al test PCR. Focolaio di Villanova Mondovi (CN) Azienda da riproduzione della specie Gallus gallus Si tratta di un impianto industriale di riproduttori (.77 capi al momento della diagnosi), facente capo ad una filiera produttiva prevalentemente piemontese, che annovera 4 aziende di riproduttori in Piemonte, incubatoio in Emilia Romagna ed allevamenti da ingrasso a cui è destinato il prodotto delle schiuse, sia in Piemonte sia in Lombardia. Il focolaio è stato diagnosticato, contestualmente al precedente, nel mese di maggio. L infezione (da sierotipo LPAIH7) presumibilmente è stata introdotta nell allevamento per un temporaneo fallimento delle procedure protettive di biosicurezza aziendale, a seguito di un probabile contatto indiretto con l azienda di commercio di Villanova di Mondovì a sua volta colpita dall infezione. Tutti i capi presenti in allevamento al momento della diagnosi sono stati abbattuti. L impianto è stato ricompreso in un area di restrizione in continuità con quella del focolaio precedente, interessando l intero comune di Villanova di Mondovì. L infezione è rimasta circoscritta all allevamento da riproduzione colpito: le altre aziende della filiera (da riproduzione e da ingrasso), sono risultate negative agli accertamenti effettuati successivamente alla positività. I controlli effettuati hanno interessato complessivamente 5 aziende facenti capo alla filiera per un totale di 320 esami sierologici e 340 esami virologici, confermando l eccezionalità della contaminazione. Il riscontro dell infezione nel comparto intensivo da riproduzione ha suscitato grande preoccupazione a livello nazionale ed ha comportato, oltre all adozione di misure restrittive unilaterali della Regione Veneto, la disposizione, da parte del Ministero della Salute, del divieto temporaneo di movimentazione delle specie avicole allevate dell intera provincia di Cuneo. Il provvedimento è stato revocato dopo la verifica dello stato sanitario delle aziende intensive della provincia, mediante accertamenti diagnostici sierologici e virologici. Focolaio di Busca (CN) - Azienda di commercio Si tratta di un azienda orientata al commercio per il comparto rurale, costituita, al momento della diagnosi, da 3.039 capi di specie da reddito delle diverse specie (Gallus gallus, tacchini e faraone). L infezione (sierotipo H7) con buona probabilità è stata introdotta tramite contatti indiretti con l azienda di commercio di Villanova di Mondovì, per correlazione con un commerciante del circuito regionale che si rifornisce da entrambi gli allevamenti utilizzando gli stessi mezzi di trasporto. La diagnosi è avvenuta nell ambito delle verifiche diagnostiche effettuate sui rintracci dell indagine epidemiologica. Tutti gli animali presenti nell azienda sono stati abbattuti e distrutti. E stata inoltre adottata una zona di restrizione di Km. Focolaio di Rondissone (TO) Azienda di commercio Si tratta di un allevamento di commercio destinato al comparto rurale, presso cui erano presenti, al momento della diagnosi, 642 capi di specie da reddito (Gallus gallus, faraone, oche, anatre ed alcuni volatili ornamentali). Anche in questo caso, l origine dell infezione (sierotipo LPAI H7), è stata ricondotta al focolaio di Villanova di Mondovì, circostanza peraltro già verificatasi nel 2007. Tutti i capi presenti nell azienda sono stati abbattuti e distrutti. E stata adottata una zona di restrizione di Km di raggio.

Focolaio di Pancalieri (TO) Azienda di commercio Si tratta di un impianto deputato al commercio per il comparto rurale; i capi presenti, al momento della diagnosi, erano.50, di diverse specie (Gallus gallus, tacchini, faraone, anatre,quaglie, ornamentali e specie CITES). Il caso è stato diagnosticato nel mese di novembre, nell ambito dei controlli periodici di monitoraggio sierologico. L allevamento, già sede di focolaio nel 2007, ha fatto rilevare la necessità dell adozione di correttivi, di natura strutturale e gestionale, per risolvere alcune criticità, prima fra tutte la carenza di un sistema di biosicurezza efficace rispetto alle condizioni di detenzione in promiscuità di diverse specie avicole da reddito, ornamentali e registrate CITES. L origine dell infezione (LPAI H7) non è stata accertata con sicurezza; tuttavia, è probabile la correlazione indiretta con l importazione di due partite di anatre dalla Francia, per il tramite di un azienda di commercio della provincia di Torino. E da precisare che 2 dei 5 allevamenti, riforniti dai capi di origine estera, sono risultati positivi per LPAI H7. Tuttavia, l azienda di prima destinazione delle partite importate si è mantenuta indenne (esami diagnostici negativi). Tutti i capi presenti sono stati abbattuti (.50) ed è stata adottata un zona di restrizione di Km di raggio. La revoca del focolaio è stata perfezionata solamente dopo la completa applicazione delle misure preventive prescritte. Focolaio di Valfenera (AT) Allevamento rurale Si tratta di un allevamento rurale che, al momento della diagnosi ospitava diverse specie: Gallus gallus, oche, anatre, faraone, tortore e colombi, per un totale di 89 capi. L infezione (LPAI H7), presumibilmente, è stata introdotta in allevamento mediante le stesse modalità riportate nella descrizione del focolaio precedente. Tale inpianto, infatti, risulta destinatario di partite di avicoli provenienti dallo stesso allevamento di commercio della Provincia di Torino citato precedentemente. Anche in questo caso, sono risultate carenti le misure di biosicurezza, condizione, peraltro, consueta negli allevamenti rurali. Tutti i capi dell allevamento sono stati sottoposti ad abbattimento (89 capi) ed è stata adottata una zona di restrizione di Km di raggio. Focolaio LPAI H5 Focolaio di Vaprio d Agogna (NO) Azienda faunistico-venatoria Si tratta di un azienda faunistico-venatoria che, al momento della diagnosi, contava 4.230 capi di specie diverse (fagiani e starne). L infezione (LPAI H5) è stata introdotta a seguito dell acquisto di una partita di volatili da un azienda avicola di ripopolamento di selvaggina della provincia di Cremona, risultata sede di focolaio da LPAI H5. Tutti i capi presenti nell impianto (4.230) sono stati abbattuti ed è stata istituita una zona di restrizione di Km di raggio. Misure straordinarie A seguito del riscontro dei focolai della provincia di Cuneo e Torino, nei mesi di maggio e giugno, ed, in particolare, presso l azienda da riproduzione di Villanova di Mondovì, sono stati effettuati estesi controlli diagnostici sull intero comparto avicolo intensivo e di commercio, finalizzati, sia a revocare i vincoli alle movimentazioni disposti dal Ministero della Salute, sia a verificare lo stato sanitario delle aziende fornitrici del comprato rurale. Nel periodo subito successivo al riscontro del focolaio di Villanova di Mondovì, sono state sottoposte a controllo, nell arco di 20 giorni, 65 aziende intensive di avicoli a lunga vita (riproduttori, ovaiole, tacchini), per un totale di 4.420 campioni prelevati. Nel periodo maggio-luglio 2009 sono state sottoposte a controllo le aziende di commercio fornitrici del comparto rurale dell intera regione (80 aziende) e gli allevamenti intensivi di avicoli a lunga vita delle province diverse da Cuneo (47 allevamenti). Sono, inoltre, stati verificati i programmi di biosicurezza delle aziende da riproduzione dell intera regione. Le reiterate positività rilevate negli allevamenti di commercio per il comparto rurale hanno nuovamente richiamato l attenzione sul ruolo rilevante di alcune specie, in particolare gli anatidi, nel favorire l ingresso e la persistenza dell infezione nelle aziende. Si è, pertanto, ritenuto opportuno effettuare una verifica sulle condizioni di detenzione e sui programmi di biosicurezza presso le aziende multispecie di commercio, al fine di evidenziare le criticità più significative per adottare adeguati correttivi. I risultati della rilevazione, che ha riguardato 44 aziende multispecie di commercio (22 della quali ospitano anatidi), sono riepilogati nella tabella 4. Sulla base dei risultati della rilevazione, è stato richiesto ai Servizi Veterinari l attuazione di un programma straordinario sugli impianti di commercio per il comparto rurale comprendente l adozione di misure di biosicurezza integrative: vuoto sanitario effettuato almeno per reparti; netta separazione, anche funzionale, con effettuazione del tutto pieno-tutto vuoto, degli anatidi dalle altre specie; netta separazione, anche funzionale, degli uccelli ornamentali, rispetto alle specie da riproduzione; gestione delle registrazioni di carico e scarico, secondo procedure che consentano la rintracciaabilità delle singole partite introdotte.

TAB. 4 - REQUISITI BIOSICUREZZA IMPIANTI DI COMMERCIO MULTISPECIE PER IL COMPARTO RURALE RICOGNIZIONE NOVEMBRE - DICEMBRE 2009 REQUISITI AZIENDE SI NO Barriere all'ingresso 4 3 Attrezzature per lavaggio e disinfezione 44 0 Reparti delimitati da pareti con accesso indipendente 34 0 Vuoto sanitario per reparto 38 6 Vuoto sanitario aziendale 44 (aziende con 25 9 Netta separazione con effettuazione tutto pieno/tutto vuoto anatidi 22) degli anatidi delle altre specie 5 7 Registrazione carico/scarico per reparto 2 23 e per specie 33 Netta separazione degli uccelli ornamentali se presenti 5 2 Prescrizioni 4 30 Controllo sanitario negli allevamenti selvatici Relativamente all attività di sorveglianza attiva e passiva dell avifauna selvatica, disposta dalla Comunità Europea e volta ad individuare precocemente la circolazione del virus HPAI H5 nella popolazione selvatica del territorio regionale e al monitoraggio dei ceppi LPAI, sono stati effettuati 342 controlli, come previsto dal piano nazionale (cfr. tabelle dedicate nel capitolo Controllo sanitario degli animali selvatici ).