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IL PICCOLO giovedì 10 febbraio 2011 (Gli articoli della presente rassegna, dedicata esclusivamente ad argomenti di carattere economico e sindacale, sono scaricati dal sito internet del quotidiano. La Cgil Fvg declina ogni responsabilità per i loro contenuti) INDICE ARTICOLI REGIONE (pag. 2) - La Consulta boccia il welfare padano - Scoppia la rivolta dei pensionati contro il bonus beffa - Il governo offre garanzie sul superporto - Cassa integrazione in flessione TRIESTE (pag. 5) - «Contrari a dirottare i Tir a Monfalcone o a Gorizia» (2 articoli) GORIZIA-MONFALCONE (pag. 7) - Oltre la crisi con Tondo e Bono

REGIONE La Consulta boccia il welfare padano di MARCO BALLICO TRIESTE È un altro stop al welfare del Friuli Venezia Giulia. Ed è il più pesante: la Corte costituzionale, dichiarando illegittima la revisione di stampo padano della legge 6 del 2006 targata Illy e accogliendo il ricorso di Palazzo Chigi, parla esplicitamente di «discriminazione» nei confronti di extracomunitari e residenti da meno di tre anni in regione. Per l impostazione della maggioranza di centrodestra, è uno schiaffo che fa male. Ma la Lega Nord, per bocca del capogruppo Danilo Narduzzi, non cambia idea, proprio no, sui tetti a tutela degli autoctoni: «I residenti vengono prima». Era stata, la 6, una delle leggi di maggior rilievo dei cinque anni di Intesa democratica al governo del Friuli Venezia Giulia. Meditata a lungo, rivista e corretta, infine approvata il 31 marzo 2006, appena oltre l intertempo di metà legislatura. Con il centrodestra, e i dogmi leghisti a premere sugli alleati moderati, ecco il ribaltone dei requisiti per l accesso ai servizi socio-assistenziali: una serie di modifiche approvate dal Consiglio regionale nel 2009, proprio in Finanziaria. E ora bocciate dalla Corte: «discriminazioni». Nel marzo scorso il consiglio dei ministri, passando sotto la lente la manovra regionale 2010, aveva esaminato con attenzione l articolo 9: cinque commi che la Lega aveva imposto e Pdl e Udc accettato, a correzione della 6 sul sistema integrato di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza sociale. L articolo sotto tiro, già contestato dal centrosinistra e dai sindaci cui spetta l erogazione di gran parte degli interventi, riscrive le regole d accesso, ammettendo solo i cittadini comunitari residenti da 36 mesi. Una discriminazione, secondo il governo, perfino nei confronti dei cittadini italiani. Il riconoscimento, qualche riga più in là, a tutte le persone presenti sul territorio regionale del diritto «agli interventi di assistenza previsti da leggi nazionali e comunitarie in vigore» non è bastato al governo. E tanto meno alla Consulta. Consulta che, in un articolata sentenza, ricostruisce le motivazioni del ricorso statale e le controdeduzioni della Regione. Emettendo infine un verdetto inequivocabile: il welfare non può essere limitato ai cittadini regionali con più di tre anni di residenza perché, in questo modo, si viola la Costituzione agli articoli 2, 3 e 38. «Detta esclusione assoluta di intere categorie di persone - si legge nel testo della Corte - non risulta rispettosa del principio di uguaglianza, in quanto introduce nel tessuto normativo elementi di distinzione arbitrari, non essendovi alcuna ragionevole correlabilità tra le condizioni positive di ammissibilità al beneficio e i peculiari requisiti che costituiscono il presupposto di fruibilità di provvidenze che, per la loro stessa natura, non tollerano distinzioni basate né sulla cittadinanza, né su particolari tipologie di residenza». In questo modo, osserva ancora la Corte bocciando il welfare del Friuli Venezia Giulia, si escluderebbero «proprio i soggetti più esposti alle condizioni di bisogno e di disagio che un sistema di prestazioni e servizi si propone di superare». La Corte respinge il ricorso governativo solo in riferimento alla violazione dell articolo 97 della Costituzione sull imparzialità della pubblica amministrazione. Un bel voto in ginnastica dentro una bocciatura solenne. Ma la Lega resiste. «Rimaniamo fermi nella nostra convinzione che vadano aiutati prima i cittadini residenti, soprattutto in tempi di crisi - ribadisce Narduzzi - e ribatteremo dal punto di vista giuridico la sentenza della Consulta». Sentenza «che verrà esaminata, forse già martedì in maggioranza, ma la nostra posizione è chiara: andiamo avanti». Anche perché, conclude il capogruppo del Carroccio, «in altre realtà, vedi Bolzano, disposizioni legislative che introducono previsioni simili non incontrano ostacoli».

Scoppia la rivolta dei pensionati contro il bonus beffa TRIESTE Un incontro chiesto a Giulio Tremonti. E, nell attesa, la stop alla restituzione dei soldi a Roma come invece pretende l Agenzia delle entrate. La vicenda del bonus beffa è alla tappa della rivolta dei pensionati. Cgil, Cisl e Uil, lavorando sull ipotesi sanatoria, hanno intanto chiesto che le azioni di recupero vengano sospese, i provvedimenti già emessi ritirati e i pensionati assolti da ogni onere di restituzione sia del bonus che delle somme accessorie. «Beffati ma fessi no». Le categorie raccontano di aver raccolto questa rapida ma efficace sintesi da tanti pensionati che si sono rivolti alle sedi sindacali, ai Caf e ai patronati con in mano la lettera dell'agenzie delle entrate che chiede la restituzione dei 150 euro di bonus fiscale che il governo aveva concesso nel 2007, oltre a sanzione e interessi: altri 42,90 da recapitare a Roma. Danno e beffa assieme, in sostanza. A colpire 50mila pensionati in Italia e diverse centinaia in Friuli Venezia Giulia, secondo le prime stime di Cgil, Cisl e Uil sulla presenza agli sportelli di pensionati stupiti e irritati che chiedono spiegazione. Il caso del bonus beffa è scoppiato a gennaio quando l Agenzia delle Entrate spedisce una lettera con la richiesta di restituzione del regalo per i cosiddetti incapienti, istituito nel 2007 in era Prodi. Da Roma erano arrivati 150 euro, evidentemente già spesi a distanza di tre anni. Ma, attorno alla Befana, la sorpresa: l amministrazione fiscale chiede indietro 193 euro ai destinatari delle lettere tra restituzione del bonus, interessi e sanzioni. «In pochi giorni si sono presentati in tanti a trasmettere il loro malcontento», racconta Ezio Medeot (Cgil). Persone in coda nel 2010 che, nel 2007, non aveva chiesto alcunché. L erogazione dei 150 euro era infatti stata disposta dall Inps prima della conversione in legge del decreto istitutivo della misura. L istituto si era limitato a verificare l esistenza dei requisiti di reddito e fiscali per l applicazione del bonus, riconoscendolo a tutti i pensionati (ma anche a lavoratori precari e occasionali), purché con imposta sul reddito pari a zero, cioè con redditi fino a 2.840,51. Che cos è successo allora? In sede di approvazione della legge 29 novembre 2007, che recepì il decreto a firma dell allora ministro Padoa Schioppa, venne introdotta una modifica: il parlamento decise di escludere dal beneficio tutti coloro che, nell anno 2006, risultassero fiscalmente a carico di altri soggetti. Persone che hanno iniziato il 2011 con una lettera garbata ma non di buon anno. La risposta? «Non siamo fessi». (m.b.)

Il governo offre garanzie sul superporto di LAURA BORSANITRIESTE Nessun finanziamento pubblico su Venezia. E resta in piedi il progetto di Unicredit relativo alla realizzazione del Superporto su Monfalcone e Trieste. È quanto è emerso ieri a margine del Consiglio dei ministri. Elementi raccolti dalla Farnesina, considerato che dal dicastero della Pubblica amministrazione retto dal ministro Renato Brunetta, si è fatto riferimento alla mancanza di dichiarazioni ufficiali, anche in virtù dei pressanti impegni di giornata del ministro. Ciò che appare chiaro, tuttavia, è il mantenimento dell interesse e dell attenzione nei confronti del Superporto, confermando la volontà a procedere con l operazione di rilancio nel Friuli Venezia Giulia. Questo rispetto alle condizioni già poste da Unicredit in ordine alla firma dell intesa Stato-Regione e alla certezza che «gli investimenti pubblici sulla portualità dell Alto Adriatico siano ispirati ai principi europei evitando forme di distorsione dei traffici». Conferme sono giunte ieri anche dal presidente della Regione, Renzo Tondo, che ha ribadito l impegno del Governo venuto dalla riunione del Consiglio dei ministri: «Il Governo regionale - ha dichiarato - ha sempre creduto nel progetto Unicredit che riguarda i porti di Trieste e Monfalcone e continua a seguirne il percorso con attenzione, pronto a fare quanto gli spetta. Ho sentito tutti i ministri interessati al progetto - ha aggiunto - e ne esce la garanzia che si va avanti, in una sinergia virtuosa tra investimenti privati e intervento pubblico». Tondo quindi ha concluso: «Non avevano fondamento le illazioni che nei giorni scorsi hanno dato il via a quanti non aspettavano altro che di avere pretesti per lanciare accuse al Governo nazionale o all amministrazione regionale. Usino quelle energie per verificare e dialogare sui temi del nostro sviluppo, farebbero un servizio migliore ai cittadini». Il presidente ha avuto conferma inoltre di una prossima convocazione di tutti i soggetti pubblici e privati interessati al progetto Unicredit. Conferme provengono anche da fonti della Farnesina: non sono previsti fondi pubblici per Venezia, nell ambito della realizzazione del Terminal off-shore. Diversamente da quanto sembrava profilarsi nella bozza di intenti che prospettava lo storno di 400 milioni di euro nell ambito della revisione della legge speciale per la salvaguardia di Venezia. Ieri, tuttavia, dalla Farnesina, si faceva notare che le istanze rappresentate da Venezia al Governo che avevano trovato qualche ascolto, di fatto non sono mai state formalizzate. Intanto, sul progetto di Superporto sono giunte ulteriori indicazioni dalla Farnesina: la firma dell intesa Stato-Regione dovrebbe venire inserita in calendario in uno dei prossimi Consigli dei ministri. Quindi, dopo la stipulazione dell accordo, dovrebbe venir fissato il convegno a Trieste, già previsto per domani e rinviato.schermaglie politiche, conferme e ampia volontà di intenti. Restano da definire i tempi precisi per la firma dell intesa Stato-Regione. Da Roma ieri non ci si è sbilanciati oltre, limitandosi a indicare «tempi brevi», volendo portare l accordo «quanto prima» in sede di Consiglio dei ministri. E proprio in attesa di veder sancito lo strumento che regge l intera operazione, Unicredit preferisce mantenere riserbo, con la consegna del silenzio. Il sindaco di Gorizia, Ettore Romoli, lo ha voluto dichiarare, dopo aver assunto informazioni dalla Capitale: «Nonostante le fosche previsioni avanzate da chi dà la sensazione di non amare questo progetto, sembra che tutto si stia risolvendo per il meglio. Il Consiglio dei ministri ha ridimensionato le pretese di Venezia, non finanziando alcun progetto. Unicredit ne ha preso atto, confermando altresì la volontà di andare avanti. A questo punto, la firma dell intesa Stato-Regione non è più rinviabile, va fatta al più presto possibile affinchè il piano del Superporto diventi operativo, ponendo fine peraltro a questa attesa che, specie in campagna elettorale, diventa devastante». Cassa integrazione in flessione TRIESTE Calano significativamente le ore di cassa integrazione nel mese di gennaio. Lo rileva l assessore al Lavoro, Angela Brandi, in base ai dati Inps: le ore concesse nello scorso mese, infatti, sono state 1,093 milioni. La flessione è netta: -55% rispetto a dicembre e -41% rispetto a gennaio 2010. La cassa integrazione straordinaria è in calo del 62% rispetto allo scorso mese e del 41% rispetto a un anno fa mentre quella in deroga è rispettivamente in diminuzione del 72% e del 39%. Pressoché stabile l ordinaria rispetto a dicembre ma in netta flessione rispetto al gennaio 2010. «È un segnale importante che speriamo possa accentuarsi» afferma Brandi.

TRIESTE «Contrari a dirottare i Tir a Monfalcone o a Gorizia» di PIERO RAUBER Gli accordi son fatti anche per essere appallottolati e gettati nel cestino. Specie se offrono una soluzione estrema a un problema che invece, a stretto giro di posta, torna ad essere considerato risolvibile ricorrendo a rimedi meno strong. Se ne sono evidentemente persuasi, in queste ultime ore, gli spedizionieri triestini, se è vero che la linea uscita dal Consiglio direttivo allargato dell associazione - finita lunedì sera che si era fatta quasi notte, a chiosa di un dibattito foriero di non una ma più posizioni sul caso del momento - è quella della lotta diplomatica a ranghi compatti, nelle apposite sedi istituzionali, per non farsi soffiare i camion turchi. Né da Portorosega di Monfalcone - là dove peraltro neanche li vogliono - né dall autoporto Sdag di Gorizia. «Credo che ce la faremo», si limita a dire Guido Valenzin, presidente degli spedizionieri doganali della provincia, e numero uno al tempo stesso del Comitato di coordinamento degli utenti portuali. LA FRENATA Lo smaltimento dei Tir che stanno ingolfando l imbocco del Porto Nuovo, continuando a invadere la viabilità ordinaria attorno a Campo Marzio, resta una priorità, certo, ma gli spedizionieri locali - fa capire Valenzin - sostengono che la grana può essere superata in casa, senza dover dar corso all accordo tra la Camera di Commercio e l Azienda speciale per il porto di Monfalcone sull alternativa dei 60mila metri quadrati di Portorosega. Ma come? Si sta affrettando l ipotesi di spostare partenze e arrivi di parte dei ro-ro per la Turchia al Molo Terzo del Porto Vecchio, quello che di recente faceva da terminal per i traffici con l Albania? O forse più a Sud anziché a Nord, nell imbuto del canale navigabile? I tempi della prassi burocratica remano contro, letteralmente, l urgenza del momento (si legga l articolo sotto, ndr). Morale: la via più semplice caldeggiata (ma mai citata espressamente) dagli spedizionieri perché è di semplicità che parlano questi ultimi, pare essere proprio l incremento sostanzioso, in un futuro molto prossimo, dei traghetti porta-rimorchi per e da la Turchia, al di là dei 13-14 attuali la settimana, già in fase di irrobustimento (uno nei giorni scorsi, un altro in quelli a venire, ndr) da parte degli armatori che s appoggiano alla Samer & co. shipping. LA PROSPETTIVA «Il giro di tavolo di ieri sera (lunedì notte, ndr) è stato propositivo - riferisce Valenzin - gli spedizionieri si sono messi tutti a disposizione degli attori della vicenda, da Samer all Autorità portuale, dalla Prefettura alle forze dell ordine, per far rientrare quest emergenza. A giorni, mica fra un mese. Si tratta di una situazione causata da una molteplicità di motivi, una volta che questi vengono risolti l emergenza rientra, e i rimedi li riteniamo facilmente ottenibili». C entra Samer? «Stiamo aspettando di confrontarci con Samer perché in questi giorni si trova all estero - chiude il presidente degli spedizionieri - ma io per intanto ci ho parlato, dovrebbero esserci novità. Io, personalmente, non sposo le ipotesi di Monfalcone o della Sdag, soprattutto per questioni tecniche. Credo che ce la faremo, ad evitarle». LA REALTÀ La contingenza, in ogni caso, continua a far rima con emergenza, persino in termini di sicurezza lungo la viabilità che ruota attorno all imbocco del Molo Quinto, oltre la Sacchetta. «Le tre corsie in entrata di Riva Traiana - sbotta Mario Melozzi, spedizioniere di lungo corso - sono tutte occupate dai Tir. Quando noi arriviamo con le auto, per raggiungere il parcheggio che sta fuori dalla dogana, siamo costretti ad andare contromano sul corridoio d uscita. Ma se in quel momento esce un camion? Prima o dopo potrebbe scapparci un grave incidente, l ho sgnalato io alla Prefettura. O arrivano presto nuovi traghetti sennò, ahimé, ci si dovrà adeguare al fatto di lasciar andare via i Tir». Traghetti turchi, in gennaio traffici da record (+19%) Aumenti di traffico inaspettati e nuove navi per la Turchia, mentre per l'ipotesi spostamento al canale navigabile di Zaule del terminal ro-ro bisognerà aspettare almeno 10 anni. E' questo il quadro che sta dietro all'invasione di Tir al Porto di Trieste, tanto evidente da mettere a soqquadro parte della viabilità cittadina. Del resto, lo aveva annunciato prima di finire il mandato la precedente amministrazione dell'authority, i traffici erano in aumento e i segnali di ripresa si stavano

manifestando già nei mesi scorsi dopo il disastro del 2010. Tra i pochi a salvarsi dal tracollo, proprio le linee ro-ro (camion su traghetti) gestiti quasi in esclusiva per la Turchia dalla Samer & co. shipping. Nel 2010 sulle linee per Istanbul-Pendik (versante asiatico di Istanbul), Ambarli (versante europeo di Istanbul), per Mersin e Cesme (Izmir), il totale del traffico di Tir che comprende camion completi e semirimorchi con merce è stato di 201.997 unità con un + 18,20 % rispetto al 2009 e un +1,96 % rispetto al 2008. Ma nel mese di gennaio appena trascorso il totale dei Tir è stato di 17.807 unità (+ 18,92 % rispetto a gennaio 2010, +46,40 % rispetto a gennaio 2009). Una sorpresa anche per noi, non ce l aspettavamo commenta Enrico Samer. Come avevo già avuto modo di spiegare, credo sia dovuto ai problemi con la dogana terrestre di paesi come la Romania e la Bulgaria. Difficile prevedere quale sarà l andamento del traffico nei prossimi mesi. La rotta balcanica via gomma, infatti, pare bloccata dalle nuove regole doganali imposte dall Ue con il 1 gennaio 2011. E così che dall Europa, soprattutto per le merci con carattere di urgenza, si sceglie di percorrere via mare l ultimo tratto che porta in Turchia. Anche per questo motivo i volumi di traffico sembrano tornati a quelli pre-crisi del 2007 e gli armatori che si appoggiano alla Samer & co. shipping hanno già aggiunto un traghetto alle linee su Trieste, mentre un altro potrebbe arrivare nei prossimi giorni. Le ripercussioni positive già si notano anche sui lavoratori portuali, i cui orari sono sempre più pieni per quanti prestano servizio ai terminal ro-ro. Per quanto riguarda l invasione di Tir lungo la viabilità cittadina, conseguente alla mancanza di spazi all interno del Porto, la situazione sembra leggermente migliorata fanno sapere dagli uffici portuali della Samer shipping rispetto a una decina di giorni fa. Ma questo inaspettato aumento in gennaio, mese in cui di solito le spedizioni subiscono un calo fisiologico dopo il pieno di fine anno, sta portando congestione per l imbarco. Il tutto in attesa di vedere quali risultati darà la decisione di spostare nell area di 60 mila metri quadrati nel porto di Monfalcone, per il parcheggio e le operazioni di dogana, i Tir destinati a imbarcarsi a Trieste. Se i traffici al di là di situazioni contingenti come quelle legate alla fluidità delle nuove operazioni doganali dovessero auspicabilmente aumentare in maniera stabile però, non sembrano esserci soluzioni dietro l angolo. Lo spostamento del terminal ro-ro, previsto dal Piano regolatore del Porto, dovrà comunque fare i conti con la burocrazia oltre che con i tempi tecnici per la realizzazione delle infrastrutture. I tempi sarebbero lunghissimi spiega Enrico Samer e credo che potrebbero non bastare 10 anni per essere operativi. Solo cinque ne servirebbero per bonificare i terreni e costruire le banchine. Si tratta di pratiche burocratiche lunghissime. (Riccardo Coretti)

GORIZIA-MONFALCONE Oltre la crisi con Tondo e Bono Il Distretto tecnologico navale e nautico del Friuli Venezia Giulia fa il punto sulle principali iniziative sviluppate a un anno dall avvio della sua attività sul territorio. L appuntamento, oggi alle 16 all Europalace, coinvolgerà anche il top management dell industria e alti rappresentati del governo regionale e centrale che approfondiranno i nodi della competitività dettati dagli scenari operativi della globalizzazione e cercheranno di definire gli scenari ipotizzabili dopo la crisi. Saranno presenti il presidente della Regione Renzo Tondo, l amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono, i segretari generali della Cisl Giovanni Fania, della Uil Luca Visintini e della Cgil Franco Belci, il sottosegretario a Istruzione e Ricerca Giuseppe Pizza. In merito all attività di Ditenave interverranno Pier Cipriano Rollo sull industria cantieristica, Carla Demaria sulla nautica, Roberto Camus, preside della facoltà di Ingegneria, sull Università e Paola Stuparich sul polo formativo dell economia del mare: tutti illustreranno i principali progetti lanciati in tema di ricerca, innovazione e formazione per sviluppare la competitività delle imprese regionali. Verrà infine fornita un indicazione delle linee strategiche future nel segno del consolidamento competitivo dei comparti.