In questo numero: Diritti umani in primo luogo. www.al-maqdese.org. Introduzione. Attività progettuali a Gerusalemme



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Newsletter mensile pubblicata da: Al-Maqdese per lo sviluppo della società in arabo, inglese, italiano Promozione delle opportunità di pace attraverso la fine dello sfruttamento contro i diritti delle donne Di Gerusalemme Est uguaglianza di genere Introduzione In questo numero: Attività progettuali a Gerusalemme 2 3 La storia di una donna palestinese di Gerusalemme 4 Risoluzione 1325 dell ONU, la sua importanza e i vincoli di attuazione in OPT 5 Storie dall Italia - Il quartiere de La Kalsa nella città di Palermo 7 www.al-maqdese.org

Introduzione: E la stessa sofferenza, lo stesso dolore. Ogni giorno sentiamo una nuova storia di una donna che è stata sfollata, ha perso la sua casa, suo marito è stato arrestato e molte altre storie di sofferenza. Anche se ci sono molte convenzioni e accordi che proibiscono e prevengono la violenza contro le donne,questi non sono accolti dalle autorità israeliane. Ciò che noi definiamo violazione dei diritti naturali e delle libertà fondamentali, viene definito dagli israeliani lotta politica contro il terrorismo.dal giorno in cui è iniziata, l occupazione israeliana manda il messaggio che nulla può porsi aldilà delle sue politiche e pratiche governative,mentre la donna palestinese a Gerusalemme risponde che nessuno potrà avvilire il suo orgoglio o reprimere sua resistenza. Al-Maqdese è un organizzazione Palestinese non a scopo di lucro oltre che un organizzazione non governativa politicamente indipendente stabilita a Gerusalemme nel Febbraio del 2007 su iniziativa di un gruppo di accademici, avvocati, attivisti sociali e difensori dei diritti umani. Al-Maqdese nasce come reazione e risposta ai pressanti bisogni del popolo Palestinese, che ogni giorno ha a che fare con la violazione dei diritti umani a Gerusalemme. La nostra missione è quella di mantenere l esistenza e l equilibrio Palestinese a Gerusalemme, aumentando la loro consapevolezza dei propri diritti. Il nostro obiettivo è quello di proteggere questi diritti attraverso il sostegno e la pressione politica, allo stesso tempo monitorando, documentando e pubblicizzando tutte le violazioni degli Israeliani nei confronti dei Palestinesi. Il nostro intento è che i Palestinesi a Gerusalemme godano dei loro diritti politici, sociali ed economici. Al-Maqdese ha documentato un gran numero di queste violazioni e pratiche israeliane in un libro che racconta storie di sofferenza delle donne di Gerusalemme a cui sono state demolite le case, o donne che sono state sfollate con la forza. Una di queste storie è presentata in questa newsletter.

Attività progettuali: 1. Realizzazione di due workshop di sensibilizzazione legati ai diritti legali e socio-economici nelle leggi israeliane ed internazionali. Il primo workshop ha incluso argomenti relativi al diritto legittimo, oltre ad alcuni temi legati allo stato sociale come il diritto alla nascita, i sostegni economici alle nascite, gli assegni di disoccupazione,sostegni agli anziani e alle vedove. Nel secondo workshop, sono stati affrontati argomenti come il lavoro e i lavoratori, oltre ad alcune spiegazioni sullo stato sociale relativo ai lavoratori. 2. Completamento del lavoro del primo libro di racconti, che è stato pubblicato in tre lingue(arabo, Inglese, e sarà pubblicato anche in Italiano e in Ebraico). Questo libro parla di donne di Gerusalemme che hanno sofferto a causa dello sfollamento, cosa che avuto un effetto devastante sulla loro salute mentale. 3

4 La storia di una donna di Gerusalemme Come ogni giorno, mi svegliai presto, feci colazione con la mia famiglia e accompagnai i bambini a scuola. Sfortunatamente lasciai mio figlio piccolo a casa perché era molto vicina alle scuole, e perché non ci aspettavamo assolutamente ciò che sarebbe accaduto. Con questa scena L.S. inizia a narrare la storia della demolizione della sua abitazione nel 2011. L.S. viene da Sheikh Jarrah e non desidera menzionare il suo nome. Viveva nella sua casa con il resto della sua famiglia composta da sette persone. Continua, mio figlio di cinque anni stava facendo colazione e guardava la TV. Improvvisamente, guardandosi attorno, vide i membri della polizia israeliana dentro casa, oltre a molti soldati e poliziotti che circondavano l abitazione. Iniziarono a gettare i piatti e i mobili dalle finestre. Mio figlio iniziò a gridare Voglio parlare con la mamma!, ma nessuno gli rispose. Tagliarono persino la linea telefonica. Dopo pochi minuti raggiungi casa mia e vidi quanto stava accadendo. La prima cosa che feci fu abbracciare il mio bambino e le mie figlie piccole, poi li mandai immediatamente dal mio vicino, cosicché non vedessero il processo di demolizione. Gli impiegati del comune hanno effettivamente demolito la casa con dentro i mobili; persino l oro che era stato dato in dote a mia figlia adesso si trova sotto le rovine della casa. Non mi hanno dato la possibilità di chiamare mio marito né i miei parenti per informarli dell operazione; i miei vicini hanno chiamato mio marito e il fidanzato di mia figlia, ma loro sono arrivati solo alla fine della demolizione. La demolizione ha lasciato i figli di L.S. con gravi problemi psicologici. Suo figlio, Raed, ha assistito da solo all attacco della polizia e sua figlia, Arij, ha visto sua madre entrare nel panico mentre la casa veniva demolita. Raed e Arij sentono la perdita della loro casa e i ricordi che conservava. L.S. dice, Il processo di demolizione ha portato sia Raed che Arij a soffrire di una malattia mentale cronica. Ho dovuto badare alle loro condizioni e cercare l aiuto di uno psichiatra specializzato nell ospedale di Hadasa. L.S. stessa soffre anche di ansia cronica,che è accresciuta dalle difficoltà economiche che sta affrontando; in molte occasioni L.S. si ritrova incapace di permettersi le necessità di base della sua famiglia. Essere testimone della trasformazione della propria casa in un mucchio di rovine ha lasciato dei segni indelebili su L.S.

5 Consiglio delle Nazioni Unite sulle Misure per la Sicurezza 1325: perché NON Svilupparlo sul Suolo Palestinese? Il Consiglio delle Nazioni Unite sulle Misure per la Sicurezza 1325 è il caposaldo, la struttura internazionale che risolve le dannose influenze dei conflitti armati commessi contro le donne. Evidenzia anche l impatto dei conflitti sul ruolo fondamentale delle donne. Così, queste misure dovrebbero essere utilizzate nella gestione dei conflitti, riconciliando le parti in causa e ottenendo una pace sostenibile. Le misure 1325 hanno alterato la percezione della comunità internazionale sulla pace e sulla sicurezza. Per esempio, una conferenza denominata Donne e Guerra, ha fatto luce sull influenza di queste misure sulle leggi internazionali, il potenziamento delle donne, le forze armate, la sicurezza globale. Questa conferenza è stata tenuta tra il 3 e il 5 del Novembre 2010 dall Istituto Statunitense per la Pace e i suoi partner. Provvedimenti chiave delle misure 1325: Incrementare la rappresentanza delle donne a tutti i livelli delle istituzioni nazionali. Incoraggiare la Sicurezza Generale ad implementare il suo piano strategico (A/49/587) per incrementare la partecipazione delle donne nelle scelte più importanti. Offrire attenzione alla prospettiva di genere durante il processo di mantenimento della pace. nominare più donne come rappresentanti speciali per esaminare le buone azioni, così come per espandere il contributo delle donne nel campo delle operazioni delle Nazioni Unite. Spingere gli stati Membri a aumentare il supporto economico nel campo del trasporto e della formazione sulle politiche di genere. Chiamare in causa tutti gli attori sociali a prendere speciali contromisure nel tentativo di proteggere donne e ragazzine dalle violenze di genere durante i conflitti Enfatizzare la responsabilità di tutti gli Stati di mettere fine all impunità e processare i responsabili dei genocidi, dei crimini contro l umanità e dei crimini di guerra. Per i palestinesi, le misure 1325 sono state particolarmente significative dal momento che condividono alcuni dei principi del Movimento delle Donne Palestinesi. Le misure si basano sullo stato attuale delle donne palestinesi. Perciò, evidenziano la partecipazione delle donne nello sforzo di liberazione, così come la loro determinazione a ottenere uguaglianza. Richiedono anche, come viene precedentemente menzionato, che le donne abbiano un ruolo maggiore nel raggiungimento della pace, sia attraverso le decisioni che attraverso altri meccanismi. In sostanza, enormi sforzi sono fatti per raggiungere la sicurezza e la stabilità. Le misure 1325 è anche importante a causa del suo ampio scopo geografico che ne facilita l implemento. Inoltre, sono dirette alle donne di tutti gli stati membri della comunità internazionale. Se usate appropriatamente, forniranno un ulteriore supporto alle risoluzioni. Con attenzione speciale, le misure 1325 sono di interesse prioritario per le donne Palestinesi. Più precisamente, le impegnano anche con l occupazione di Israele, avendo a che fare con i temi della pace e della sicurezza. Formano anche una nuova base per creare dei ruoli qualitativi e non stereotipati per le donne.

6 Mentre queste misure formano una base fondamentale per le donne Palestinesi, diversi ostacoli minacciano il suo implemento. Il principale è che il Movimento delle Donne Palestinesi non adotta le misure, sebbene stabilite più di un secolo fa. Questo significa che le istituzioni femminili Palestinesi non hanno ancora acquisito familiarità con esse. Nonostante abbia firmato le misure, Israele gioca un ruolo fondamentale nell ostacolare queste misure. Sebbene infatti queste non siano specificatamente dirette alle donne Palestinesi, Israele non aderisce a nessuna delle sue decisioni inerenti la causa Palestinese. Non riconosce inoltre la validità del Movimento delle Donne Palestinesi. D altro canto, i movimenti Israeliani che adottano le misure, come Donne contro le Barriere, Donne che Agevolano le Barriere hanno il supporto di Israele. Un altro imponente ostacolo è la mancanza di un qualsivoglia meccanismo o programma di implemento in Palestina. In risposta, le misure rimangono una lettera non recapitata se si considera il processo di pacificazione. Anche se le autorità Palestinesi hanno approvato le misure, non è stato ancora preparato nessun piano di implemento. Questo deve spingere le istituzioni femminili a richiedere maggiori meccanismi e programmi di implemento pratico.

7 Storie dalla Kalsa il quartiere della Kalsa a Palermo La Kalsa è un quartiere di Palermo dove è forte la condizione di disagio socio-economico. Il fenomeno mafioso e la delinquenza sono presenti nella quotidianità del quartiere e gestiscono la vita e le relazioni dei suoi abitanti che per la maggior parte vivono in condizioni economiche medio basse. Vi è un alto tasso di analfabetismo e un livello di scolarizzazione molto basso. La disoccupazione è molto diffusa e sono frequenti anche tra i minori i reati come furto, prostituzione, estorsione, spaccio di droga. Le interviste di seguito riportate rispecchiano una visione cristallizzata del ruolo della donna diffusa in molti quartieri socialmente svantaggiati. All interno di una realtà di marginalità socioeconomica la donna vive in una condizione di inferiorità e di violenza strutturale ancora più radicale di quanto avvenga in altri contesti socio economici. La donna deve stare al suo posto e svolgere il suo ruolo, ovvero accudire la casa e allevare i figli. Le donne che provano ad uscire dagli schemi sociali imposti dalle leggi del quartiere vengono sottoposte a violenza: etichettate come prostitute, emarginate, minacciate, picchiate. Intervista 1 Teresa* ha15 anni. Va a scuola. Durante il pomeriggio frequenta alcuni laboratori in un Centro Sociale che si trova nel quartiere della Kalsa. Dopo le 20:00 non esce mai da sola. Il fine settimana esce soltanto se accompagnata dai suoi genitori e raramente con sua sorella maggiore e il suo fidanzato. Teresa sostiene che Le donne devono essere controllate, i maschi invece si sanno gestire da soli ed è questa dunque la ragione per cui lei non può uscire da sola dopo un certo orario. Questa frase si riferisce ad una presunta incapacità della donna di badare a sé stessa. Secondo Teresa le qualità di una donna sono la bellezza, l intelligenza e la bravura, quest ultima caratteristica intesa come capacità di mantenere una relazione con il proprio fidanzato o marito senza tradirlo. Secondo Teresa: Le donne devono fare le casalinghe. Il loro dovere è badare alla casa e prendersi cura dei figli. La ragazza ritiene che solamente le donne che non si riescono a sposare pensano a studiare e ad affermarsi nell ambito lavorativo. Nonostante Teresa ritenga che nel suo quartiere non ci sia violenza, racconta di alcune donne che vengono picchiate dai mariti, e durante il racconto specifica che E una brutta cosa essere picchiate senza motivo, se invece non si rispetta il proprio marito, allora è giusto essere picchiate.

8 Newsletter - Agosto e Settembre 20118Quinta Intervista 2 Silvia*(18 anni ) e Roberta*(17 anni) sono due ragazze della Kalsa. Le due ragazze una volta erano molto amiche e insieme hanno iniziato a frequentare alcuni laboratori di un Centro Sociale del loro quartiere. Silvia frequenta ancora il Centro. Nonostante sembrasse molto interessata ai laboratori, dopo i primi incontri Roberta ha abbandonato il Centro. La storia di Roberta ci è stata raccontata dalla sua amica Silvia. Silvia racconta che da tempo non vede più la sua più cara amica Roberta. La loro amicizia è totalmente cambiata da quando Roberta è andata a vivere a casa del suo fidanzato Carlo (26 anni). La storia tra Roberta e Carlo é cominciata circa un anno fa. All inizio Roberta non era sicura dei suoi sentimenti per lui. Carlo sembrava invece innamorato e molto geloso e voleva stare sempre da solo con lei. All inizio della sua storia con Carlo, Roberta non rinunciò a vedere i suoi amici, continuando a farlo di nascosto. Con il passare del tempo però Roberta sembrò cambiare. Smise di uscire con il suo gruppo di amici e a poco a poco si allontanò anche da Silvia. Carlo continuava a controllare la vita di Roberta limitandola sempre di più e impedendole anche di andare a scuola e di cercarsi un lavoro. Carlo aveva dei lavori saltuari, viveva nella casa di famiglia con sua madre e i suoi due fratelli minori. Non potendo permettersi di pagare un affitto per una casa tutta loro, Carlo convinse Roberta a trasferirsi a casa della sua famiglia. Dal momento in cui Roberta si trasferì in quella casa, fu sempre più difficile per Silvia riuscire a vederla e anche le conversazioni telefoniche tra le due ragazze si fecero sempre più rare fino al punto che per Silvia fu impossibile riuscire a parlare con Roberta. Anche la madre di Roberta e altri suoi familiari da tempo ormai non riescono più a vedere la ragazza. Oggi Roberta non va a scuola e non lavora; Carlo le proibisce di avere un cellulare e l ha costretta a cancellare il suo profilo facebook. Trascorre con la madre di Carlo gran parte delle sue giornate occupandosi dei lavori domestici, mentre il suo fidanzato è a lavoro o fuori con gli amici.