GESÙ, L UOMO DEGLI INCONTRI

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Transcript:

GESÙ, L UOMO DEGLI INCONTRI 4 L adultera: Gesù non giudica e si annuncia Grazia 1. Papa Francesco Rimasero lì solo la donna e Gesù: la miseria e la misericordia, una di fronte all altra. E questo, quante volte accade a noi quando ci fermiamo davanti al confessionale, con vergogna, per far vedere la nostra miseria e chiedere il perdono! «Donna, dove sono?» (Gv 8,10), le dice Gesù. E basta questa constatazione, e il suo sguardo pieno di misericordia, pieno di amore, per far sentire a quella persona forse per la prima volta che ha una dignità, che lei non è il suo peccato, lei ha una dignità di persona; che può cambiare vita, può uscire dalle sue schiavitù e camminare in una strada nuova. (Angelus, 13.03.2016) Meditiamo Gesù che incontra le persone; Lui le incontra e nello stesso tempo annuncia se stesso attraverso i suoi gesti e le sue parole. Oggi Gesù incontra la donna adultera. Invochiamo con fede lo Spirito Santo, spirito di luce e d amore. 2. Ascoltiamo la Parola: Giovanni 8, 1-11 1 Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. 2 Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. 3 Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e 4 gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa

in flagrante adulterio. 5 Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 6 Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. 7 Tuttavia, poiché insistevano nell interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». 8 E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9 Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. 10 Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11 Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch io ti condanno; va e d ora in poi non peccare più». 3. Approfondiamo un po Nel mese di ottobre dell anno 29, Gesù è a Gerusalemme per partecipare al Sukkot, cioè alla festa dei Tabernacoli, detta anche delle Tende o delle Capanne, con cui il popolo ebraico ricorda i quarant'anni trascorsi nel deserto, in cammino verso la Terra promessa. È una delle tre feste principali - con la Pasqua e la Pentecoste - nelle quali è obbligatorio per gli ebrei maschi compiere il pellegrinaggio al tempio di Gerusalemme. Gesù dunque è nella Città Santa. Sappiamo da Luca che aveva trovato alloggio e vitto nella casa di Marta, Maria e Lazzaro, a Betania, alla periferia di Gerusalemme. Al mattino presto si reca al tempio per la preghiera e poi si mette ad insegnare alle tante persone che si riuniscono attorno a lui. Questo raduno con l insegnamento del Maestro dà molto fastidio ai capi religiosi, fra i quali gli scribi e i farisei. Gli muovono critiche, gli danno dell indemoniato, del samaritano, ma lui con serena tranquillità controbatte, rivelando la sua origine divina ed anche il suo essere venuto nel mondo non per la sua gloria, ma per onorare il Padre e salvare l umanità. Anch io sono presente, osservo i volti scuri di quei maestri, ascolto Gesù e vedo la gente godere delle parole che

annuncia. Ad un certo punto sento da un angolo della spianata arrivare un grande vociare e quindi vedo un gruppo di persone, con pietre in mano, che spingono avanti una donna mezzo vestita. La gettano davanti a Gesù, costringendo la gente a farsi da una parte. E, senza prendere fiato, lanciano le accuse contro la donna e fanno la richiesta di una sentenza da parte del Maestro. Comunque risponderà, Gesù sarà posto in stato di accusa anche Lui: se assolve la donna va contro la legge di Mosè e si mette in contraddizione con il suo insegnamento e perciò si squalifica; se la condanna, riconosce a loro un potere di morte di cui i romani si erano riservati il diritto e quindi si mette contro Roma. Agli avversari sembra di aver stretto Gesù in una morsa, da cui ne uscirà condannato. Ed ecco guardo Gesù che, in silenzio, si rivolge al tempio, guarda la donna, fissa i suoi accusatori, poi si piega e traccia dei segni sulla terra. Scribi e farisei si guardano meravigliati per il fatto che Lui non risponde. Allora insistono per avere un opinione. Gesù con calma alza il capo, li fissa con intensità di sguardo e pronuncia quelle parole che li farà scappare via tutti, a cominciare dai più vecchi: Chi di voi è senza peccato. Segue il quadro conclusivo, bellissimo, commovente, intenso: Gesù e l adultera, la misericordia e la peccatrice. Gesù si alza e dialoga con la donna fino al perdono e alla raccomandazione di non peccare più! Si incontra con lei e si rivela: attraverso un perdono generoso e gratuito, Gesù salva la donna, si fa conoscere Grazia del Padre. 4. Incontriamo dal vivo Gesù vivo Mi avvicino a Gesù. Cerco il suo sguardo: lo vedo pieno di gioia. Per cui non fuggo come gli altri a causa dei miei peccati, ma mi fermo per farmi abbracciare da Lui e perché doni anche a me quel perdono rigenerante, che ha fatto nuova la donna e le ha dato la fiducia e la possibilità di rifarsi la vita, sicuramente dietro a Lui. Mi sento stretto e purificato da

quell abbraccio, e leggero, con grande voglia di correre dietro a Lui. * Chi di voi è senza peccato Gesù è distolto nel suo insegnamento dal gran chiasso, con accuse e parole cattive degli scribi e farisei e altre persone, che spingono con crudeltà la donna verso Gesù. Gliela mettono davanti, formulano le accuse e chiedono il parere. Per trovare di che accusarlo. Sembra che ai capi religiosi interessi poco la donna e il suo peccato, sono gonfi di sicurezza di aver trovato il modo di intrappolare Gesù. È curioso, però, il silenzio di Gesù. Anche davanti ad Erode Gesù tace. Così pure durante la passione. Davanti al peccatore indurito Gesù tace. Davanti al peccatore che si riconosce tale, Lui apre le braccia in segno di piena accoglienza. Lo hanno chiamato amico dei peccatori, dei pubblicani e delle prostitute proprio per questo: non allontana nessuno, accoglie tutti con sguardo sorridente e braccia aperte, e soprattutto con cuore pieno di misericordia. Gesù accoglie senza giudicare. Questa accoglienza libera, pulita da ogni giudizio, diventa una via per fare un vero incontro con ogni persona. Noi siamo malati di giudizio. Giudichiamo tutti e sempre: nella mente abbiamo un tribunale e ogni persona che incontriamo la facciamo entrare in quel tribunale e troviamo sempre un motivo per giudicarla e poi condannarla. Non giudicate ha raccomandato Gesù. Perché il giudizio distorce l incontro, lo rende falso: non incontro di persone, ma incontro di un giudice con un possibile peccatore. Gesù non ha giudicato la donna, ma l ha accolta con cuore aperto e libero, così l ha incontrata davvero. Così deve essere per noi davanti a qualunque persona, in ogni condizione di umore, e in ogni situazione di vita. Prendo in esame i miei incontri, a casa, nel lavoro : in quale modo mi lascio condizionare dal giudizio nel

modo di accogliere le persone, sia nei gesti e sia nelle parole? Per gli sposi: giudicare è una malattia che nasconde e uccide l amore. Come mi impegno ad allontanare ogni giudizio sul mio coniuge, ogni volta che lo incontro? * Neanch io ti condanno Gesù, piegato a terra, è solo davanti alla donna adultera accovacciata nel mezzo della piazza. Sono spariti tutti: scribi e farisei, finalmente consapevoli, anche se con rabbia e odio, dei loro peccati, ed anche la folla che era con Gesù per timore dei capi religiosi. Il cuore di Gesù è libero e spalancato; anche la donna sicuramente, consapevole del suo errore, è stupita del comportamento del rabbi ed è piena di riconoscenza per essere stata salvata. Si sviluppa un dialogo semplice, gioioso. Prima nel silenzio. Gesù sorride. La donna si guarda intorno: non c è nessuno! Guarda Gesù e prende fiducia. Non si sente giudicata e condannata, ma accolta e rispettata, le vien voglia di abbracciarlo. Mi rendo conto che Gesù sa ben distinguere la persona dal suo errore. In questo caso ammette la colpa della donna, ma non gliela fa pesare. Lui vede una persona, una persona con la sua dignità di donna, creatura a immagine e somiglianza di Dio, donna con i suoi problemi e le sue difficoltà, tenendo ben distinto il suo errore, che è un fatto, un azione: lei non è il suo peccato, anche se è grave e vergognoso. Gesù accoglie quella persona, che ha problemi, che ha fatto errori, accoglie e ama e vuol redimere la donna, e siccome la ama, la perdona e le dà fiducia nuova. Anche Dio fa così con noi: come potrebbe amare il nostro peccato? Lui ama noi persone, suoi figli, e siccome ci ama, sempre e comunque perdona i nostri peccati, se siamo pentiti, e ci ridà fiducia.

Distinguere la persona dal suo errore: io non sono i miei sbagli, i miei peccati. Io sono una persona, con la mia dignità, comunque meritevole di attenzione e rispetto. In che modo cerco anch io di incontrarmi con gli altri, facendo mentalmente questa distinzione, e accogliendoli non badando alle loro opere ma tenendo presente la loro dignità di uomo o donna? Per gli sposi: come mi impegno a distinguere la persona del mio sposo/a dai suoi sbagli, umori, sentimenti? Quanto mi lascio condizionare da questi nell accoglierlo/a con rispetto e amore? * Non peccare più Gesù ha davanti a sé una persona cosciente e pentita del suo peccato, fatta nuova con il perdono che ha ricevuto. L ha riempita di gioia e consolazione e la vede desiderosa di cambiare vita. Con il perdono, Gesù le offre un altra possibilità, una specie di rivincita su se stessa e verso la legge. Non sappiamo se la donna era sposata o solo fidanzata, e non sappiamo per quale motivo si è data ad un altro uomo (per tradimento, o forse perché costretta con violenza o ricatto). Ora Gesù le dà fiducia e una opportunità nuova. Dio non si stanca mai di perdonare e di ridare fiducia, perché Egli è amore! In casi di offese ricevute da qualcuno, con parole o comportamenti, noi siamo spinti a chiudere con lui. In casi gravi c è chi arriva a dire: Per me lui è morto!. Non viene data altra possibilità. Ci sono anche casi dove si concede una nuova possibilità, come ultima occasione, sennò si rompe tutto: dialogo, amicizia, matrimonio Gesù insegna a ridare fiducia e nuova possibilità, partendo però dalla forza dell amore che riempie il nostro cuore. Gesù ci insegna ad amare non perché siamo trattati bene, ricompensati, onorati, ma partendo dall amore che è in noi, e che deve essere sempre abbondante e generoso, mai condizionato dagli atteggiamenti dell altro.

Gesù si rivela molto esigente in questo suo modo di incontrare le persone che hanno sbagliato. Si lascia guidare dall amore che ha dentro di sé. Cosa potrei fare per entrare ancora meglio in questo ordine di idee e di comportamento nell incontrare persone che mi hanno offeso? Per gli sposi: che cosa devo migliorare per accoglierti, perdonarti e ridarti fiducia, sempre, non per i tuoi gesti, sentimenti, promesse ma per l amore che ho per te? 5. Conclusione Accoglienza e non giudizio - la persona non è il suo peccato - possibilità di rivincita e non chiusura, sono i temi dei tre punti esaminati: espressioni decisamente cristiane, testimoniate e insegnate solo da Gesù. Egli le dona a noi suoi discepoli perché camminiamo con verità dietro a Lui. Ho bisogno di riflettere un po a lungo su questo vangelo e pregare intensamente lo Spirito Santo. Anche gli sposi lo facciano. Solo così possiamo crescere come cristiani veri, figli di Dio, discepoli di Gesù. Sempre con coraggio e tanta fiducia. Grazie Gesù dei tuoi abbracci! Gennaio 2018 don Piero

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