Rassegna stampa A cura dell Ufficio Stampa FIDAS Nazionale Venerdì 18 novembre 2016 Rassegna associativa 2 Rassegna Sangue e emoderivati 4 Rassegna sanitaria, medico-scientifica e Terzo settore 6 Prima pagina 12
Rassegna associativa
IL GAZZETTINO ASSOCIAZIONI Opera in bronzo omaggio ai 60 anni della sezione locale Afds I donatori si celebrano con un monumento SACILE - (fs) Collocato ieri in mattinata, nell'area alle spalle dell'abside del Duomo, il monumento Mans furlanis realizzato dallo scultore sacilese Alberto Pasqual, per celebrare domani il 60. anniversario della nascita della sezione Afds liventina. Presenti il presidente della sezione Afds, Quirino Messina, il presidente nazionale della Fidas Aldo Ozino Caligaris, il sindaco di Sacile e il parroco don Graziano De Nardo. Per la festa sono state anche realizzate delle medaglie dallo scultore e pittore sacilese Mario Della Libera, realizzate in materiali diversi e che riportano le date e un simbolo che testimonia l'impegno e il valore dell'attività svolta dalla sezione. «Una grande festa - dice Messina - che dedichiamo a tutta la comunità che speriamo partecipi numerosa ma che soprattutto capisca l'importanza di essere un donatore». La manifestazione inizierà in Piazza del Popolo alle 9 con il raduno delle sezioni e delle altre associazioni di volontariato, quindi alle 9.15 il corteo da Piazza del Popolo al Duomo, dove alle 9.30 sarà celebrata la mssa. Alle 10.45 l'inaugurazione del monumento in bronzo, alle 11.15 al teatro Zancanaro la manifestazione proseguirà con gli interventi delleaautorità per un breve saluto e successivamente il presidente della sezione Sacile interverrà per presentare sia un opuscolo sulla storia della sezione, che le medaglie realizzate per l'occasione, che saranno consegnate ai partecipanti. Alle 13 la manifestazione si concluderà con un rinfresco a Palazzo Carli.
Rassegna sangue e emoderivati
REPUBBLICA.IT Scoperta "sequenza aliena" di Dna nei pazienti con leucemia Uno studio dell'università Studi di Milano e Ospedale Niguarda individua materiale genetico non umano, probabilmente virale o batterico, in metà dei pazienti affetti da leucemia mieloide acuta. E apre la strada a nuove possibili terapie di GIULIA ALICE FORNARO LA LEUCEMIA mieloide acuta potrebbe avere un'origine virale o batterica. È la conclusione di uno studio tutto italiano pubblicato su Scientific Reports e completamente autofinanziato con il sostegno delle associazioni di volontariato. I ricercatori dell'università degli Studi di Milano e gli ematologi dell'ospedale Niguarda hanno scoperto che in oltre un paziente su due c'è una correlazione tra la malattia e una porzione di Dna presente nelle cellule leucemiche che non è di tipo umano. Lo studio. Già in precedenza lo stesso gruppo di ricerca aveva notato che nelle cellule tumorali veniva sovraespressa una determinata proteina, denominata WNT10B. Siamo andati a ritroso e ci siamo chiesti chi impartisse questo ordine in grado di attivare un loop autoproliferativo senza interruzione raccontano" Alessandro Beghini e Roberto Cairoli. Analizzando quindi 125 pazienti trattati al Niguarda hanno così individuato, nel 56% delle leucemie mieloidi acute, una sequenza di Dna che sicuramente non è di origine umana. Tecniche antiche e moderne. Per individuare la giusta variante dell'oncogene WNT10B i ricercatori hanno usato tecniche di biologia molecolare molto avanzate e usate in pochi centri nel mondo. Ma è grazie a tecnologie meno avanzate che hanno individuato "l'intruso". "Ha giocato un ruolo fondamentale l'uso di sequenziatori automatici diciamo un po' vintage svelano Cairoli e Beghini e non completamente al passo con le più moderne tecnologie. E questa è stata la nostra fortuna perché i macchinari di ultima generazione avrebbero scartato le sequenze non umane in automatico senza analizzarle. Solo un primo passo. Si tratta di una scoperta che apre nuove strade di ricerca che saranno volte a risalire alla specie a cui appartiene questa sequenza di Dna e ai meccanismi che hanno portato all'incorporazione. Ma le ricadute possono rivelarsi decisive sul piano terapeutico perchè di fatto si è scoperto un nuovo target per le terapie a bersaglio molecolare. Una buona notizia per i pazienti affetti da una malattia che ha un'incidenza di 2000 nuovi casi l'anno.
Rassegna Politica sanitaria, Medico-scientifica e Terzo Settore
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