La lirica modernissima: l ermetismo. Giuseppe Ungaretti



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La lirica modernissima: l ermetismo Dopo l influsso di Pascoli e D Annunzio, la letteratura italiana ha un altro periodo chiamato Ermetismo o della poesia Pura che vuol dire non comprensibile facilmente, cioè una poesia libera da elementi concettuali, interessi culturali, religiosi, politici. Nell ermetismo, i poeti stanchi della mediocrità della vita umana, presi dallo sconforto, si rifugiano in sé stessi e cercano le parole, magari poche, che sono capaci di suscitare stati emotivi. Le poesie sono scritte con un linguaggio essenziale che non segue le regole comuni della poesia, ma tende ad un modo d'esprimersi scarno, con molta simbologia e improvvisi paesaggi che con poche parole comunicano sentimenti. I maggiori poeti appartenenti a questa corrente sono Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale, Umberto Saba e Salvatore Quasimodo. Giuseppe Ungaretti Sul fronte di guerra nell agosto del 1916 il poeta, dopo la battaglia, guarda angosciato le rovine e i morti di un paese a lui caro. E una lirica rapida, scarna, carica di dolore. San Martino del Carso Di queste case non è rimasto che qualche brandello di muro. Di tanti che mi corrispondevano non è rimasto neppure tanto. Ma nel cuore nessuna croce mi manca. E il mio cuore il paese più straziato. (Valloncello dell Albero Isolato 27 /8/1916)

Vocabolario ed analisi delle espressioni: Brandello di muro = muro ormai ridotto in macerie Tanti = tanti amici Mi corrispondevano = tanti amici legati con affetto Neppure tanto = non è rimasto neanche un frammento Nessuna croce = non è rimasto nessun ricordo Paese straziato = paese distrutto e pieno di dolore. Analisi tematica Di queste tanta Delle case di San Martino del Carso sono rimaste solo macerie; degli amici ai quali il poeta era legato da profondo affetto non è rimasto niente, neppure in piccolo pezzo di muro. Ma nel cuore straziato Nel mio cuore non ho dimenticato nessun amico o persona che conoscevo ed il ricordo è come una croce piantata, più dolorosa e tormentata del paese distrutto dalla guerra. Parafrasi: delle case che componevano il paese non è rimasto più niente, solo qualche brandello di muro. Di tutti gli amici che aveva non ne è rimasto più nessuno ma nel suo cuore continuerà a ricordarli e pertanto il suo cuore sarà il posto più straziato. Soldati Luglio 1918, Ungaretti si trova nel bosco di Courton in Francia. Un rapido appunto sul diario di guerra per dire che la vita dei soldati è così fragile che sembra una foglia su un albero in autunno quando basta niente per farla cadere. Si sta come d autunno sugli alberi le foglie.

Salvatore Quasimodo Specchio I versi di questa poesia non raffigurano un semplice quadro primaverile, ma hanno un messaggio nascosto. Il prepotente risveglio primaverile della natura è lo specchio della continua volontà di rinnovamento che assilla il cuore umano. * * * * * * Ed ecco sul tronco si rompono le gemme; un verde più nuovo dell erba che il cuor riposa: il tronco pareva già morto, piegato sul declivio. E tutto mi sa di miracolo; e sono quell acqua di nube che oggi rispecchia nei fossi più azzurro il suo pezzo di cielo, quel verde che spacca la scorza che pure stanotte non c era. Vocabolario ed analisi delle espressioni Ed ecco = improvvisamente Si rompono = si aprono Più nuovo = più intenso e più fresco Il cuore riposa = dà serenità al cuore Tronco = albero Declivio = pendio Tutto mi sa = tutto mi sembra Acqua di nube = acqua piovana Quel verde = le gemme Spacca la scorza = si aprono sulla corteccia. Analisi tematica Ed ecco declivio L albero, piegato sul pendio, sembrava senza vita, ma improvvisamente si sono aperte le gemme sui rami e il loro verde, più intenso e fresco dell erba, dà serenità al cuore.

E tutto non c era Sembra un prodigio ed il poeta si immedesima con l acqua piovana raccolta nei fossi che riflette l azzurro del cielo e con il verde delle gemme che si aprono e che poco prima non c era. Parafrasi E arrivata la primavera, l albero piegato sul pendio della collina sembrava ormai morto, ma improvvisamente si sono aperte le gemme sui rami e il loro verde, più intenso e fresco dell erba, diffonde nel cuore un sentimento di serenità. Sembra un miracolo, Quasimodo si identifica con l acqua piovana raccolta nei fossi che riflette l azzurro del cielo e con il verde delle gemme che poco prima non c era. Ed è subito sera Quando non c è amicizia e gli uomini non riescono a comunicare regna soltanto la solitudine e la tristezza. * * * * * * Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera. Messaggio: in tre versi che sono 3 brevi immagini, Quasimodo esprime il modo di cogliere la vita nella sua fugacità e nella sua tristezza perché si passa velocemente dal sole ( giovinezza ) alla sera ( vecchiaia) e gli uomini passano la vita senza una reale comunicazione. Compito: Ricerca individuale dell autore con foto. Alle fronde dei salici è la lirica d'apertura contenuta nell opera poetica Giorno dopo giorno. ALLE FRONDE DEI SALICI. E come potevano noi cantare Con il piede straniero sopra il cuore, fra i morti abbandonati nelle piazze sull erba dura di ghiaccio, al lamento d agnello dei fanciulli, all urlo nero della madre che andava incontro al figlio crocifisso sul palo del telegrafo? Alle fronde dei salici, per voto,

anche le nostre cetre erano appese, oscillavano lievi al triste vento. «La poesia è stata scritta alla fine dell inverno del 1944 nel periodo più credule della nostra storia. Nasce da un richiamo a un salmo della Bibbia, precisamente il 137, che parla del popolo ebreo trascinato in schiavitù a Babilonia. È un riferimento culturale. Il poeta non canta, dico io nel primo verso; e questo lo dicevano gli ebrei perché il canto è la rivelazione più profonda del sentimento dell uomo. Al lamento / d agnello dei fanciulli, da questo sterminio non è stata risparmiata nemmeno l infanzia. Basta ricordare l episodio di Marzabotto dove sono stati fucilati e bruciati 1800 italiani. Fra questi, anche bambini di due anni» (Salvatore Quasimodo). la rappresentazione degli orrori commessi dai nazisti sulla popolazione inerme degli italiani, massacri che suscitavano panico e paura tra i civili e il silenzio dei poeti. Orribili erano i morti abbandonati nelle piazze, il lamento dei fanciulli, il grido straziante della madre che vedeva il proprio figlio appeso sul palo del telegrafo. Scene reali che si verificavano nelle città e nelle campagne italiane. I nazisti occupavano il Paese e i poeti non trovavano le parole per esprimere lo sconforto e il dolore che avevano nel cuore, nell anima. Tanto dolore paralizza la mano e offusca la mente. I poeti erano ridotti all impotenza, avevano finito di scrivere versi e avevano appeso i lori fogli puliti al vento della guerra perché la poesia è impotente di fronte ai morti e alla barbarie. Come scrive Maurizio Dardano: «Lievi. Questo aggettivo sottolinea la fragilità della poesia e quasi la sua inconsistenza, la sua apparente impotenza di fronte ai grandi rivolgimenti della storia». È l impossibilità da parte dei poeti di scrivere poesie quando la patria è occupata dal nemico, quando la popolazione soffre e piange i suoi difensori, quando la madre perde il proprio figlio. Il poeta non aveva l animo lieto e non riusciva a trovare le parole per esprimere la propria rabbia contro il nemico occupante, così come gli ebrei, durante la prigionia in Babilonia, non riuscivano a cantare i loro salmi ed avevano appeso le loro cetre sulle fronde dei salici. Quasimodo prende spunto proprio dal salmo 137 della Bibbia dove si narra che gli ebrei avevano appeso le loro cetre sui rami dei salici e avevano perso la gioia di cantare perché prigionieri in terra straniera. I poeti non potevano scrivere poesie finché la patria era in mani nemiche. «Un sentimento di commozione religiosa pervade questi versi, che nascono non a caso da una memoria biblica. Di qui il carattere meditativo e solenne che assume lo stesso orrore, mescolando al presente immagini archetipiche di sacrificio e di martirio ( il ricordo di agnelli sgozzati, le esecuzioni paragonate all uccisione di Cristo, una madre che ricorda la figura di Maria ai piedi della Croce). Ma il dolore è impotente e la poesia non può offrire, per voto, che il silenzio, nell immagine delle cetre che oscillano quasi in balia di se stesse alle fronde dei salici, un albero che rappresenta il pianto e il dolore». (Guido Baldi, Storie e testi pagina 353). Maurizio Dardarno scrive: «Al grido di sconforto iniziale segue la rievocazione delle atrocità commesse dagli occupanti tedeschi; in una situazione del genere il poeta non può astrarsi dalla realtà, rifugiandosi nella letteratura, ma deve

condividere fino in fondo il dramma del suo popolo. Anche l arte muore, quando muoiono i sentimenti più elementari di pietà e di umanità; di conseguenza la cetra, strumento e simbolo della poesia, rimane appesa agli alberi, inutilizzata, finché non si ristabiliscano, con il contribuito di tutti, le condizioni del vivere civile». ( da I testi, le forme, la storia pagina 839). Il linguaggio della poesia è contemporaneamente alto e figurato, simbolico e concreto, retorico e limpido. È costruito su molteplici figure retoriche, ma è anche ritmato e cadenzato. I versi, endecasillabi sciolti, danno un andamento veloce alla poesia che inizia con una domanda retorica e una spiegazione finale. Le immagini di dolore si succedono una dopo l altra con una velocità crescente. La risposta è lenta ed esprime la rassegnazione del poeta sull impotenza della poesia a risolvere le sorti della guerra. Come scrive Marisa Carlà: «La lirica è composta da due periodi: il primo, in cui le immagini evocano gli orrori della guerra dell occupazione nazista, è una lunga domanda che si apre con E come, che già dà il senso dell interrogarsi angoscioso del poeta; gli ultimi tre versi costituiscono la seconda parte, esplicativa». (da Epoche e culture pagina 615) Per molti critici Alle fronde dei salici è costruita con figure retoriche proprie dell ermetismo, secondo altri la poesia è costruita con un linguaggio più prosastico e più nuovo. Secondo Marisa Carlà: «Dell ermetismo rimane soprattutto il gusto per l analogia e la sinestesia, che tende a rendere più drammatico il senso di crudeltà e di orrore della guerra, che assume nella lirica un carattere solenne, mescolando insieme immagini bibliche si sacrificio e di martirio». Mentre Riccardo Marchese scrive: «Il testo, molto suggestivo, può essere letto anche come dichiarazione di poetica: la sospensione della poesia durante gli anni dell oppressione sembra significare la volontà di dare poesia diversa e nuova, ora che tale oppressione ha lasciato un impronta incancellabile nella coscienza degli uomini. Di tale intenzione sono testimonianza l uso della prima persona plurale. Con cui il poeta si fa interprete di un sentimento collettivo, la denuncia della barbarie e l implicito richiamo ai valori primari della vita e dell umanità e soprattutto l urgenza comunicativa, che rende trasparente lo stile e cancella quasi ogni traccia dell analogismo ermetico, che si riduce al lamento / d agnello e all urlo nero della madre, in cui peraltro si ravvisa piuttosto una intenzione espressionistica (ancora più evidente nel corpo appeso al palo del telegrafo). ( Da Atlante letterario pagina 551) Il tono emotivo è intenso e vibrante. l'autore manifesta tutta la sua l'impotenza come uomo e come poeta; ne esce una poesia sofferta e rabbiosa, che esprime la volontà di urlare il proprio dolore contro il dominio straniero, ma esprime anche il senso di liberazione che il poeta, insieme al popolo italiano, stava vivendo in quei mesi, mentre lotta con i fucili in pugno. La lirica esprime in modo chiaro che la poesia è tornata, e ora può dire tutto il silenzio che è stato necessario subire nei due lunghi anni di guerra fratricida, come ha spiegato lo stesso autore:

Umberto Saba (1883-1957) Umberto Saba è un poeta un po solitario nel senso che le sue poesie, raccolte nel Canzoniere, sono diverse dalle varie correnti dell epoca. Esse raccontano le emozioni della vita di tutti i giorni di tutti gli uomini comuni. Goal Il portiere caduto alla difesa ultima, vana, contro la terra cela la faccia, a non veder l'amara luce. Il compagno in ginocchio che l'induce, con parole e con mano a rilevarsi, scopre pieni di lacrime i suoi occhi. La folla - unita ebbrezza - par trabocchi nel campo. Intorno al vincitore stanno, al suo collo si gettano i fratelli. Pochi momenti come questo belli... è dato, sotto il cielo, di vedere. Presso la rete inviolata il portiere, - l'altro - è rimasto; ma non la sua anima, con la persona vi è rimasta sola. La sua gioia si fa una capriola, si fa baci che manda di lontano. Della festa - egli dice - anch'io son parte! Il Canzoniere Parafrasi: Saba spiega la poesia guardando tre parti diverse del campo: 1) il portiere che ha subito il goal: il portiere si è buttato cercando di difendere la porta dal goal e adesso nasconde la faccia per terra per la rabbia del goal subito. Un compagno cerca di consolarlo tendendogli la mano per farlo rialzare e scopre che sta piangendo. 2) Le reazioni della folla: la folla, unita nella gioia, sembra invadere il campo, mentre tutti i compagni, abbracciano il giocatore che ha fatto la rete: nella vita ci sono pochi momenti di gioia come questi. 3)Le reazioni dell altro portiere: il portiere della squadra che ha segnato è rimasto solo ma fisicamente mentre con la sua anima si trova insieme ai compagni e sembra dire facendo una capriola che anche lui fa parte della festa.

Ritratto della mia bambina La tenerezza del padre per la sua creatura è vivamente espressa dalle immagini che fioriscono lievi, chiare, tenui. Ma proprio questa fragilità delle cose a cui la bambina assomiglia, ci fa capire quanto sia breve e fuggevole la lieta stagione dell infanzia. La mia bambina con la palla in mano con gli occhi grandi color del cielo e dall estiva festicciola: - Babbomi disse voglio uscire oggi con te. Ed io pensavo: di tante parvenze E s ammirano al mondo, io ben so a quali Possa la mia bambina assomigliare. Certo alla schiuma, alla marina schiuma Che sull onde biancheggia, a quella scia Ch esce azzurra dai tetti e il vento sperde; anche alle nubi, insensibili nubi che si fanno e disfanno in chiaro cielo; e ad altre cose leggere e vaganti. Vocabolario Parvenze immagini passeggere Assomigliare paragonare Insensibili instabili, che cambiano forma Vaganti che si muovono in continuazione Disegno della bambina di Saba