La trinciatrice è un operatrice atta



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gdomenico Pessina, Davide Facchinetti SI FA PRESTO A DIRE TRINCIA AD UNA TRINCIATRICE SI RICHIEDONO SEMPLICITÀ E ROBUSTEZZA. IN REALTÀ, DEVE ESSERE ANCHE AFFIDABILE E A PROVA DI IMPREVISTO. ALLA BERTI LO SANNO, E HANNO FATTO LE COSE PER BENE La trinciatrice è un operatrice atta a sminuzzare e generalmente a lasciare in campo materiali vegetali piuttosto differenziati, quali erba, sterpaglie, stocchi di mais, residui di potatura, ecc. Uno degli impieghi particolari di questa attrezzatura riguarda la manutenzione degli argini, sui quali è possibile anche trovare materiale piuttosto difficile da trinciare, come ad esempio ricacci annuali di ceppaie che nella parte basale possono avere un diametro di 7-8 cm e più. Oltre alle attrezzature per il settore del movimento terra, la Berti Macchine Agricole di Caldiero (VR) ha in catalogo una vasta gamma di trinciatrici: dalle più semplici di tipo fisso a quelle con traslazione laterale sul piano orizzontale, a quelle dotate di braccio articolato, adatte anche per la manutenzione delle banchine stradali. In quest ultima categoria si colloca il modello provato, la TA/PS 200 da 200 cm di larghezza di lavoro, un attrezzatura adatta alla manutenzione di argini, fossi e canali, ma pienamente adeguata anche per lavori di pieno campo. Oltre alla traslazione laterale, la testata trinciante può infatti ruotare anche nel piano verticale, sia con angoli positivi che ne- 14 Oltre alla traslazione laterale qui illustrata, le trinciatrici Berti della serie TA/PS possono ruotare nel piano verticale, sia con angoli positivi che negativi rispetto all orizzontale.

PER UNA MACCHINA AL TOP, UN ALBERO CARDANICO AL TOP. Per assicurare la notevole versatilità del loro lavoro, le trinciatrici di Berti della serie TA/PS hanno bisogno di un albero cardanico all altezza della situazione, poiché si tratta di realizzare e garantire in sicurezza una trasmissione del moto di notevole lunghezza, alla quale viene richiesto di lavorare in condizioni gravose sia dal punto di vista dell entità dello sfilamento dei tubi telescopici che degli angoli raggiungibili dalle forcelle. Il costruttore veneto fornisce di serie alberi cardanici della GKN-Walterscheid, un costruttore leader di mercato. In aggiunta, se le condizioni operative sono al limite, Berti offre a richiesta una versione a doppio giunto omocinetico (a corredo del modello TA/PS 200 provato), che garantisce prestazioni ottimali in termini di uniformità di trasmissione del moto anche con angoli di lavoro particolarmente elevati. Per condizioni di lavoro al limite Berti fornisce in opzione un albero cardanico a doppio giunto omocinetico (a sinistra lato trattore; a destra lato operatrice). Le trinciatrici Berti della serie TA/PS possono essere bloccate in posizione verticale, sia centralmente rispetto al trattore durante il trasporto, che traslate lateralmente per eseguire veloci manutenzioni di siepi. gativi rispetto all orizzontale; può essere quindi fissata in posizione verticale per il trasporto, ma anche per eseguire veloci manutenzioni di siepi e filari, e viceversa può essere inclinata verso il basso sino a 65 sotto al piano di campagna, per sfalci e manutenzioni sui declivi propri di fossi e canali. Ovviamente, è possibile definire qualsiasi angolo di lavoro intermedio, e può anche lavorare posteriormente, come una trinciatrice classica. Nella famiglia TA/PS sono compresi 5 diversi mo- 15

L altezza di taglio è regolata agendo sulla posizione del rullo di appoggio posteriore (frecce rosse); due slitte, collocate una per lato (freccia blu), garantiscono un ulteriore riferimento rispetto al suolo. 16 delli di trinciatrici professionali multiuso, con larghezze utili di lavoro da 160 a 250 cm, da accoppiare all attacco a 3 punti di trattori con potenze tra 85 e 150 CV (63-110 kw circa). In effetti, per lavorare con elevata sicurezza in condizioni impegnative (cioè con la trinciatrice nella sua massima escursione verticale e in posizione tutta aperta) è consigliabile che la massa del trattore sia almeno 3,5-4 volte quella della trinciatrice. La robustezza intrinseca delle TA/PS di Berti è notevole: i vari modelli hanno masse variabili tra 890 kg (per la versione da 160 cm) fino a 1120 kg per quella da 250 cm di larghezza lavoro. Le macchine sono generosamente dimensionate in tutte le loro parti, per quanto riguarda il riduttore del moto, la testata trinciante e lo spessore dei carter di protezione, a tutto vantaggio dell affidabilità e soprattutto della durata della macchina, per i componenti maggiormente soggette ad usura. La trinciatrice è in effetti un operatrice che richiede assorbimenti di potenza mediamente non elevatissimi, ma è soggetta a picchi (potenzialmente frequenti) particolarmente brevi e repentini, provocati dalla necessità di sminuzzare i materiali più grossolani, assorbire i contatti degli organi lavoranti con il terreno e sopportare ingolfamenti dovuti ad eccesso di materiale da sminuzzare. Le richieste medie di potenza alla pdp vanno da 50 CV (37 kw circa) della TA/PS 160 fino a 80 CV (59 kw) per la TA/PS 250. Considerando che per motivi di stabilità del cantiere la motrice da accoppiare ha solitamente una potenza sovrabbondante, se disponibile è possibile adottare proficuamente la pdp 540 ECO, conseguendo (come verificato durante le prove prestazionali) tangibili risparmi in termini di gasolio e di comfort a bordo, per via della rumorosità ridotta, grazie al motore del trattore che gira ad un regime più basso.la potenza assorbita dipende anche (e soprattutto) dalla Sul cilindro a doppio effetto che opera lo spostamento laterale è montata una valvola che provvede a scaricare eventuali sovrappressioni di picco, consentendo alla macchina di rientrare parzialmente in caso di impatto contro un ostacolo sul fi anco destro, durante la fase di traslazione. quantità di materiale da sfibrare nel tempo; pertanto, la velocità di lavoro va regolata in base al diametro medio e alla consistenza del materiale da trinciare, oltre che naturalmente dal grado di sminuzzamento desiderato. Se la velocità è eccessiva, si otterrà un triturato scadente con possibile espulsione di materiale grossolano, mentre operando a velocità troppo basse si consumerebbero improduttivamente tempo di lavoro e gasolio. La quantità di materiale vegetale da processare dipende anche dall altezza di taglio, che può essere modificata agendo sull altezza del rullo di appoggio posteriore (su 3 posizioni), in modo che gli utensili (le mazzette o i coltelli installati sul rotore) possano lavorare a pochi centimetri dal profilo del suolo, senza però interferire con il terreno. Le trinciatrici della serie TA/PS dispongono (a richiesta) dell antishock, un dispositivo di sicurezza (v. box), che consente alla macchina di rientrare parzialmente se incontra un ostacolo sulla traiettoria di avanzamento. L entità della resistenza opposta dall attrezzatura sull ostacolo può essere preimpostata agendo sull apposita vite di taratura. Ad ulteriore garanzia per un ope-

Il cilindro che porta la trinciatrice in posizione verticale è dotato di valvola di blocco, atta a impedire movimenti indesiderati della testata trinciante in seguito alla rottura accidentale di una tubazione idraulica. ratività sicura, qualora dovesse capitare di colpire un ostacolo sul fianco destro in fase di traslazione, sul cilindro idraulico a doppio effetto che opera lo spostamento laterale della trinciatrice è installata una valvola che provvede a scaricare eventuali sovrappressioni di picco, consentendo alla macchina di rientrare parzialmente. Sull altro cilindro idraulico, sempre a doppio effetto, a servizio dello snodo della trinciatrice nel piano verticale, è invece interposta una valvola di blocco atta a impedire movimenti non controllati della testata trinciante che potrebbero verificarsi in seguito alla rottura accidentale di una tubazione idraulica. trasmissibile. In generale, la manutenzione è piuttosto semplice e poco onerosa: l olio del moltiplicatore va sostituito ogni 250 ore; l ingrassaggio del rotore e del rullo livellatore va effettuato ogni 8 ore, intervallo che aumenta a 20 ore per gli snodi, il parallelogramma e il dispositivo antishock. Gli organi lavoranti Per la miglior efficienza della trinciatrice, è opportuno verificare periodicamente (e se necessario sostituire) le mazzette o i coltelli. In questo secondo caso, essendo dotati di doppio tagliente, prima della loro sostituzione si può invertire il senso del montaggio. Ciò non è logicamente possibile invece per le mazzette, ma la loro durata è comunque notevolmente superiore a quella dei coltelli. Gli utensili originali sono il risultato di un attenta ricerca e di una lunga esperienza: costruiti con acciai di alta qualità e soggetti a particolari trattamenti termici, garantiscono un alta tenacità ed un ottima resistenza all usura. Le loro dimensioni e le masse sono rigorosamente standardizzate: se gli utensili vengono sostituiti in toto, il rotore di norma non necessita di una nuova bilanciatura dinamica. Viceversa, i coltelli (ma soprattutto le mazzette) parzialmente rotte o molto usurate La trasmissione Pressoché esente da manutenzione è la trasmissione principale del moto, che va dal moltiplicatore al rotore; alla Berti hanno infatti optato per una trasmissione a cinghia dotata di tenditore automatico con molla di contrasto, in modo da ottimizzare l angolo di avvolgimento della cinghia sulla puleggia, migliorandone la tenuta ed evitando indesiderati slittamenti. Se la coppia aumenta, la tensione sulla cinghia è maggiore, mentre nella condizione opposta il tenditore provvede a disimpegnare progressivamente la cinghia, diminuendo l angolo di avvolgimento e quindi la coppia L'assortimento di coltelli e mazze di varie fogge montate sulle trinciatrici Berti. 17

Sopra: dettagli di una singola mazza parzialmente consumata; sotto: vista generale del rotore con i riscontri a griglia per l ottimizzazione della frantumazione del materiale vegetale. possono invece generare eccessive vibrazioni della macchina, tali da consigliare l interruzione del lavoro e il ricambio parziale degli utensili, procedendo poi, se necessario, all equilibratura dinamica. Le viti di fissaggio sono in acciaio con classe di resistenza 10.9 (UNI 3740), per un ancoraggio sicuro e una durata tipica analoga a quella degli utensili. In considerazione dell enorme sollecitazione dinamica che si verifica in questi organi, è fondamentale affidarsi soltanto a componenti originali, poiché eventuali difformità possono causare inconvenienti dalle conseguenze imprevedibili. La sicurezza antishock 18 Si tratta di un dispositivo progettato, costruito e brevettato da Berti per aumentare la sicurezza specialmente quando si lavora con la trinciatrice traslata lateralmente rispetto al trattore. In tale situazione, a causa del braccio di leva particolarmente lungo, il contatto degli organi lavoranti con un ostacolo fisso (ad esempio una ceppaia), creerebbe un movimento repentino tale che per reazione l anteriore della motrice si orienterebbe verso il lato di operatività dell attrezzatura. Se si sta trinciando l argine di un canale, è intuibile la situazione di pericolo che si viene a creare, con gravi rischi per l operatore. È pur vero che si lavora di norma a velocità molto basse, ma c è anche da considerare che spesso gli spazi di manovra sono molto risicati, per cui il dispositivo antishock interviene assorbendo l urto in modo elastico, non scaricandosi sul trattore, ma provocando una parziale rotazione orizzontale, in direzione inversa al senso di marcia, a tutto vantaggio del livello generale di sicurezza (e di A sinistra: il dispositivo antishock è collocato alla base del quadrilatero articolato di traslazione del rotore; a destra, dall alto verso il basso e di fi anco: viste posteriore e anteriore dell antishock e modalità di rotazione del braccio in direzione posteriore rispetto alla direzione di avanzamento. comfort). Non solo, ma un simile comportamento dell attrezzo evita il danneggiamento della struttura di accoppiamento all attacco a 3 punti e concede al conducente il tempo necessario per fermare il trattore e/o aggirare l ostacolo pericoloso. L antishock in questione è composto da una coppia di molle a tazza calibrate e contenute in un apposita scatola, che costituiscono il collegamento elastico ad una struttura a parallelogramma articolato, alla quale è collegata la testata trinciante. L antishock si rivela particolarmente utile nel lavoro su vegetazione bassa e rada, dove la velocità di avanzamento può superare i 7 km/h. Viceversa, con residui colturali fibrosi, incolti o materiale di potatura si adottano normalmente velocità inferiori, comprese tra 1 e 4 km/h. Ciò significa che, grazie all antishock, per un escursione posteriore dell estremità della trinciatrice di circa 0,5 m, procedendo a 3,6 km/h si avrebbero 0,5 s per intervenire senza che il trattore cambi minimamente la sua traiettoria.

LA PROVA La trinciatrice Berti TA/PS 200 all opera in piano nell appezzamento coltivato a mais (a sinistra), e in pendenza, nella pulizia dell argine che costeggiava due lati del campo (a destra). 20 Una trinciatrice Berti TA/PS 200 della larghezza di lavoro di 200 cm e con 300 ore di lavoro all attivo è stata provata nel Novembre 2011 in accoppiamento con un trattore Fendt 310 Vario TMS, in un appezzamento precedentemente coltivato a mais e confi nante su due lati con l argine di un piccolo canale, in modo da valutare le prestazioni dell attrezzatura sia in piano, essenzialmente su malerbe cresciute successivamente alla raccolta del cereale, sia in pendenza, nella pulizia di materiale vegetale verde e anche parzialmente lignificato presente sull argine. In quest ultima situazione, decisamente più gravosa, l operatrice è stata messa alla frusta in varie condizioni operative, variando la velocità di avanzamento (e pertanto la produttività) e il regime motore del trattore, e quindi quello della pdp e in definitiva quello del rotore, alla ricerca della miglior combinazione tra consumi di gasolio e nettezza ed effi cacia della trinciatura del materiale vegetale. In generale, la macchina ha lavorato su sterpaglie e ramaglie al 55% di umidità media, con una massa di 16,5 t/ha, pari a 7,4 t/ha circa di s.s. Nella condizione di riferimento, il motore è stata regolato a 1920 giri/min, corrispondenti al regime nominale della pdp di 540 giri/min; in realtà, per via del carico medio, in lavoro il regime motore è calato a 1870 giri/min e quello della pdp in modo proporzionale a 525 giri/min; dopo aver regolato la velocità di avanzamento a 4 km/h, il cantiere citato ha lavorato 0,73 ha teorici in 55 min, per una capacità lavorativa di 0,8 ha/h circa. Tenendo conto delle manovre a fine argine, e di una sovrapposizione del 5% (= 10 cm) tra le passate, la capacità di lavoro effettiva è risultata di 0,73 ha/h, con una massa trinciata corrispondente a circa 12 t/h di prodotto tal quale. I consumi di gasolio registrati nelle condizioni descritte sono stati di 13,8 l/h (11,5 kg/h) e di conseguenza pari a 18,9 l/ha (15,8 kg/ha). Con una situazione di vegetazione meno fitta, sempre con la modalità tradizionale della pdp, la lavorazione è stata eseguita inserendo un rapporto superiore, ottenendo una velocità più alta del 15% (4,6 km/h) ad un regime del motore inferiore del 9% circa (1700 giri/min); logicamente, anche il regime della pdp è calato in proporzione a 480 giri/min. I consumi di combustibile sono diminuiti drasticamente di oltre il 30%, a 9,6 l/h (8,0 kg/h), senza una signifi cativa diminuzione della qualità del lavoro di trinciatura. Contestualmente, è stato conseguito anche un miglioramento del comfort di esecuzione dell operazione, con una riduzione della rumorosità di 1 db(a) abbondante. Stressando ulteriormente l ipotesi di risparmiare gasolio e rendere meno gravosa la lavorazione a carico dell operatore, si è deciso di far

LIVELLI SONORI AMBIENTALI E ALL ORECCHIO DEL CONDUCENTE DEL TRATTORE IN LAVORO CON LA TRINCIATRICE BERTI TA/PS 200. Regime Velocità di Rumorosità, db(a) Condizione motore - pdp, giri/min avanzamento, km/h orecchio sx orecchio dx Da fermo, con rotore fermo 74,4 75,1 1920-540 0 Da fermo, con rotore in movimento 75,9 76,6 1700-480 4,6 76,4 77,2 In lavoro 1870-525 4,0 77,7 78,1 1580-560 (ECO) 4,1 73,3 74,7 Ambientale Lato sx Lato dx A 7,5 m 1870-525 4,0 85,2 86,1 Flessibile e robusta LE IMPRESSIONI DI LUCIO SERPELLONI SULLA TRINCIATRICE DI BERTI. MA - Tra la sua azienda e quella dei cugini Roberto e Gaetano che da sempre collaborano con lei, qual è la superficie che lavorate annualmente? Serpelloni - Negli ultimi anni abbiamo superato i 300 ha; per il 2012 speriamo di confermare lo stesso dato; siamo infatti in attesa dell apertura delle buste di una gara d appalto per la gestione di circa 120 ha, che speriamo di aggiudicarci anche questa volta. MA- Quali sono le colture praticate? Serpelloni Principalmente il mais, ma facciamo anche sorgo, frumento tenero, loietto, erba medica. Curiamo anche un po di prato stabile. Prove vibrazionali della trinciatrice a vuoto, a diversi regimi del rotore, con indicazione del punto di fi ssaggio dell accelerometro triassiale. punto di fi ssaggio dell accelerometro triassiale funzionare la pdp in modalità ECO, regolando il motore a 1580 giri/min, con la pdp a 560 giri/min e la velocità di avanzamento a 4,1 km/h, cioè in pratica assicurando la medesima produttività delle condizioni di partenza, ma con un regime rotore leggermente superiore, per conseguire la più elevata qualità di lavorazione. Rispetto alle condizioni di partenza, è stato ottenuto un ulteriore risparmio di gasolio, con un consumo di 8,9 l/h (-35,5% rispetto alle condizioni originarie), riducendo il livello sonoro all orecchio del conducente di ben 4 db(a) in media. Va sottolineato che già la cabina del Fendt è ottimamente insonorizzata: prova ne sia che la rumorosità ambientale registrata a 7,5 m di distanza dal cantiere è risultata addirittura 12 db(a) più alta del livello rilevato al posto di guida! In definitiva, se la vegetazione su cui intervenire non è particolarmente fitta e lignificata, adottando per la trinciatura la pdp ECO si possono assommare molteplici vantaggi: risparmio di com- MA- Di che parco trattori disponete? Serpelloni Da qualche tempo ci siamo affezionati a Fendt; dopo aver provato il primo quasi per scommessa, ci siamo convinti della loro validità. Abbiamo recentemente acquistato un 820 Vario TMS, ma abbiamo anche un 411 Vario, un 310 Vario TMS, un 211 Vario da campo aperto, un vecchio 275 ed un Fiat 850 super ancora più vecchio. MA - Perché la scelta della trinciatrice Berti TA/ PS 200? Serpelloni - Avendo già avuto in passato diverse trinciatrici, quando siamo passati ad una Berti (con un modello precedente a questo) ci siamo accorti da una serie di particolari che le loro macchine sono davvero una spanna sopra alle altre che conosciamo; anche questa TA/PS 200 non ci ha delusi! Con la precedente trinciatrice pesante Berti abbiamo fatto in 10 anni oltre 3000 ore di lavoro e non siamo mai intervenuti, al di fuori della manutenzione ordinaria. MA - Quali sono secondo lei i pregi di questa macchina? Serpelloni La sua movimentazione consente una fl essibilità di utilizzo enorme. Devo dire poi che è davvero robusta: i carter, il rotore con gli utensili e il moltiplicatore sono dimensionati generosamente. L antishock è per noi provvidenziale: anche operando in prossimità degli argini si percepisce chiaramente un senso di sicurezza maggiore e questo ci aiuta molto nel nostro lavoro. 21

R ECCELLENTE! Robustezza: tutti i componenti, carter compresi, mostrano una robustezza al top. Si tratta di una caratteristica molto importante per un attrezzatura soggetta ad un operatività gravosa di tipo continuo. Livelli vibrazionali rilevati al centro del carter della trinciatrice Berti TA/ PS 200 a differenti regimi di rotazione della pdp, con rotore a vuoto. Valvole antishock e di sovrapressione: si tratta di dispositivi relativamente semplici, ma praticamente indispensabili per lavorazioni sicure anche in condizioni che richiedono attenzione continua, come la pulizia degli argini. Albero cardanico con doppio giunto omocinetico: azzeccata la scelta di Berti di offrirlo, almeno in opzione. Si tratta di una garanzia di funzionamento regolare degli utensili, a tutto vantaggio della loro durata. Trasmissione a cinghia: una scelta classica, ma molto oculata, per la trasmissione del moto, che permette un ottima flessibilità e versatilità nella trasmissione della coppia necessaria. S SI PUO MIGLIORARE Altezza di lavoro del rotore: il rullo di appoggio che fa da riscontro prevede posizioni fisse; potrebbe essere utile introdurre un meccanismo di regolazione continua, magari centralizzata. Appoggio a terra a riposo: su una macchina che può superare la tonnellata di massa, potrebbe essere opportuno il montaggio di piedini idraulici. 22 bustibile, maggior comfort in cabina, minore sollecitazione del motore, immutata qualità della lavorazione (perché il rotore gira comunque al regime nominale). In realtà, oltre ad un assorbimento elevato di potenza, un regime di rotazione del rotore eccessivamente alto non porterebbe a tangibili vantaggi nella lavorazione, ma anzi potrebbe significativamente aumentare le sollecitazioni vibrazionali a carico dell intera struttura della macchina, specie in presenza di mazzette già parzialmente consumate (come nel caso dell esemplare in prova). A tale proposito, è stata effettuata una serie di rilievi vibrazionali sulla macchina, con il rotore in movimento a vuoto, misurando i livelli mediante un accelerometro triassiale fissato rigidamente al carter, in posizione centrale. Come atteso, i risultati rivelano un certo incremento (+ 14%) delle vibrazioni passando dal regime nominale della pdp di 540 giri/min a 580 giri/min, mentre riducendo la rotazione della medesima entità (-40 giri/min) la sollecitazione diminuisce dell 11%, e addirittura del 27% se viceversa ci si abbassa a 480 giri/min. In altre parole, se il rotore non è ottimamente bilanciato (situazione ricorrente con mazzette usurate), non conviene aumentare eccessivamente il regime di rotazione, limitandolo il più possibile compatibilmente con il mantenimento della miglior qualità di lavoro. www.bertima.it RIPRODUZIONE RISERVATA