Emigrazione Sud-Nord Con la valigia di cartone, legata con lo spago e la caciotta di pecora. Prof. Paolo Biasin
Il processo di industrializzazione, partito con l'unità d'italia e con i capitali sottratti al sud, ebbe una fortissima spinta. Questi capitali, dirottati quasi esclusivamente al nord, ebbero bisogno di mano d'opera a basso costo: i meridionali erano lì proprio per questo! Ecco la spiegazione del grosso fenomeno dell'emigrazione dei meridionali verso il nord d'italia, dal 1950 al 1970. Il primato migratorio, che prima spettava al nord, passò alle regioni meridionali. Infatti, furono quasi tre milioni di persone emigrate soltanto da Calabria, Campania e Sicilia, e quasi nove milioni da tutta Italia. Col passare del tempo, ha inizio l'emigrazione dei meridionali che, da prima reazione alla conquista del Piemonte, è simbolo poi della diversa velocità di sviluppo tra il nord e il sud.
L ILLUSIONE DEL NORD Le fonti di attrazione dipendono da fattori economici, sociali e culturali che concorrono a far prevedere, a chi emigra, una qualità di vita migliore. I meridionali vanno verso le aree più ricche e industrializzate del paese. Nello stesso periodo, l'occupazione agricola si è ridotta da quasi nove milioni a poco più due. Gli ex contadini meridionali sono stati, in primo luogo, i protagonisti delle migrazioni interne e verso l'estero.
Nell'uno e nell'altro caso, i movimenti dei lavoratori sono stati accompagnati dalla tendenza a collocazioni lavorative stabili. Per esempio, è molto ambito l'ingresso nella grande fabbrica moderna, secondo il modello di sviluppo prevalente all'epoca. Il cosiddetto triangolo industriale Torino Genova Milano, con l altissima concentrazione territoriale dell'industria, attira dunque persone di ogni età, con le inevitabili difficoltà di adattamento e malcelata diffidenza.
Veniva richiesta sempre più manodopera e fu così che l'agricoltura e la piccola industria, insieme all edilizia e al piccolo commercio, svolsero un ruolo di polmone della nuova industrializzazione del nord. Le terre del sud furono abbandonate a vantaggio della Fiat, la Montecatini, la Sir e la Edison, della Innocenti, della Piaggio, dell'alfa di Arese e della Magneti Marelli a Milano, che cercavano di competere con la produzione estera. Altri fattori determinanti per il boom economico furono il basso costo della manodopera, proveniente soprattutto dal meridione. IL BOOM ECONOMICO
L'ADATTAMENTO Ben presto i lavoratori meridionali si accorsero che le metropoli del Nord e il lavoro stabile avevano degli effetti collaterali: mancavano i ritrovi nelle piazze e le chiacchiere tra i vicini di casa.. al nord vigeva la privacy Molti altri problemi si prospettavano per gli immigrati dal Sud: il clima freddo e nebbioso, l ostacolo della lingua, la difficoltà di trovare un abitazione e pertanto l impossibilità di ricongiungersi con le proprie famiglie. Anche la scuola non era semplice per i figli, che dovettero affrontare molte difficoltà frequentando le lezioni a fianco dei bambini del luogo.
La prima impressione delle città settentrionali era, per gli immigrati dal Mezzogiorno contadino, sconcertante e spesso paralizzante. Quello che li colpiva di più, erano le ampie strade piene di traffico, le luci al neon e i cartelloni pubblicitari, il modo di vestire dei settentrionali. Ma la cosa peggiore era la nebbia gelata, che avvolgeva Torino e Milano, facendole sembrare città ostili. Chi poteva, si recava, se possibile, da parenti e conoscenti, per un primo appoggio. Alcuni spunti della ricerca si sono ricavati dalla rete internet al seguente indirizzo: LE VALIGIE DI CARTONE :STORIA ED IMMAGINI DELLA EMIGRAZIONE DAL SUD AL NORD ITALIA http://pulcinella291.forumfree.it/?t=48317156 Chi non ne aveva la possibilità, si doveva accontentare di un letto in qualche locanda vicino alla stazione, qualche volta in dieci o più per stanza. Rimanevano poi le sale d'aspetto delle stazioni e gli scompartimenti vuoti dei treni per chi non aveva nessun altra possibilità.
LA CANZONE DEL SOLE Una canzone di Mario Merola dice :"o chiammane accussi' treno do sole, ma chiste è o treno da malincunia"(lo chiamano cosi' treno del sole ma questo è il treno della malinconia) Arrivava ogni mattina, alla stazione di Torino Porta Nuova, con passeggeri carichi di masserizie e vettovaglie. il "treno del sole", della manodopera indispensabile alla Fiat, in piena espansione, carico di affetti, ricordi, speranze e illusioni..
E ora la fase operativa L aula scolastica si trasforma in un laboratorio: gli alunni diventano dei veri artigiani!
Il plastico di una vecchia stazione ferroviaria Dalla ricerca sull emigrazione Sud-Nord, ci si concentra ora nella costruzione, in scala, di una stazione tipica della Calabria, Ferruzzano, dalla quale in passato moltissimi emigrati sono partiti in cerca di lavoro verso le fabbriche del Nord d Italia. Per avere un idea completa del lavoro, si realizza questo plastico in miniatura.
Si ricercano i particolari con grande meticolosità, cercando di rispettare date e ambienti.
Si passa poi alla realizzazione particolareggiata della stazione: colonne, archi, vetrate, l orologio, la fontana, i cartelli, i binari, la massicciata. Ma non mancano le valigie di cartone, la panchina, le insegne ferroviarie, ecc
Uno scatolone si trasforma in pilastro
Poi si deve dipingere e intonacare!
Ogni dettaglio è curato nei minimi particolari, per riprodurre su cartone ed altro materiale disponibile, un manufatto realmente esistente. Si costruisce la scenografia completa da esporre a Maggioscuola 2011
Costruiamo il semaforo ferroviario
Gli alunni danno un contributo formidabile dimostrando abilità e senso pratico assolutamente non riscontrabili nella didattica tradizionale. Anche l entusiasmo è alto.
La pedana deve essere molto robusta!
Tutti danno il loro contributo!
Il lavoro svolto d equipe permette di completare tutte fasi progettate e la stazione verrà assemblata ed esposta presso il Palazzo della Gran Guardia di Verona Dal 10 al 18 maggio 2011 Si ringrazia della collaborazione per la stesura dei testi la prof. Silvana Pizzato Grazie dell attenzione