Petrarca La vita, la poetica, le opere di Francesco Petrarca, con analisi, parafrasi e commento delle opere più importanti Copyright ABCtribe.



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Petrarca La vita, la poetica, le opere di Francesco Petrarca, con analisi, parafrasi e commento delle opere più importanti 1. La vita 1.1 La prima visita all Urbe 1.2 La morte di Laura e la revoca dell esilio 1.3 Il soggiorno veneziano e il trasferimento ad Arquà 3.2.2 De vita solitaria 3.2.3 De otio religioso 3.2.4 De remediis utriusque fortunae 3.2.5 Altre opere latine in prosa

2. Il mondo spirituale di Francesco Petrarca 2.1 Idee politiche 2.2 Idee filosofiche e religiose 2.3 Classicismo, indole e modernità 3. Le opere 3.1 Opere latine in versi 3.1.1 Africa Lamento e morte di Magone (VI, 885-918) 3.1.2 Bucolicum Carmen 3.1.3 Epistole metricae A Giacomo Colonna (I, 6) 3.2 Opere latine in prosa 3.2.1 Secretum ( o De secreto conflictu curarum mearum) Meditazione sulla morte (I) L acccidia (II) 3.4 L epistolario Impressioni di Roma (II, 14) Dante e Petrarca (XXI, 15) L ascensione al monte ventoso (IV) 3.5 Opere in volgare 3.5.1 Il Canzoniere Voi ch ascoltate (I) La gola e l sonno (VII) Solo e pensoso (XXXV) Padre del ciel (LXII) Erano i capei d oro (XC) Chiare, fresche e dolci acque (CXXVI) Fiamma dal ciel (CXXXVI) Vergine bella (CCCLXVI) 3.5.2 I Trionfi Dal Trionfo della morte : La morte di Laura (vv. 103-172) 1. La vita Francesco Petrarca, scrittore, poeta e umanista italiano, nasce ad Arezzo il 20 luglio del 1304, da ser Petracco e da Eletta Canigiani. Il padre, un notaio fiorentino, fu bandito dalla città di Firenze nell ottobre del 1302 (lo stesso anno di Dante). Per questo Francesco trascorse l infanzia in Toscana (prima ad Incisa e poi ad Arezzo e a Pisa), dove il padre era solito spostarsi per ragioni politico-economiche. Nel 1312, fallita l impresa di Arrigo VII e venuta meno negli esuli la speranza di rientrare a Firenze, il padre con la famiglia si trasferisce ad Avignone, allora sede del pontefice, e là viene nominato scriba alla corte pontificia. Qui Francesco inizia gli studi di grammatica, retorica e dialettica sotto il maestro Convenevole da Prato. Malgrado le inclinazioni letterarie, dopo gli studi grammaticali, Francesco venne mandato dal padre prima a Montpellier (1317-1320) e dal 1320, insieme a Gherardo (il fratello), a Bologna per studiare diritto civile. Più che allo studio delle leggi il giovane era però portato a quello dei classici ed era attirato dalla vita elegante e mondana.

In seguito alla morte del padre ritorna quindi ad Avignone, dove, per ottenere alcuni benefici economici, abbraccia lo stato ecclesiastico insieme al fratello: Francesco non andò oltre gli ordini minori, mentre Gherardo si fece certosino. Il 6 aprile del 1327 (un venerdì santo), nella chiesa di santa Chiara ad Avignone, incontra e s innamora di Laura: un amore di cui non abbiamo dati documentati. Nel 1330 entra al servizio del vescovo Giacomo Colonna, che egli segue fino al suo vescovato di Lombez in Guascogna. Poi ritorna ad Avignone, presso il fratello di lui, cardinale Giovanni Colonna. Come lui stesso scrisse in una lettera al fratello, trascorse il periodo avignonese negli studi, senza peraltro trascurare i piaceri mondani proprio da due relazioni avute nel 1337 e nel 1343 nacquero i figli Giovanni e Francesca, che legittimò n seguito, curandone la sistemazione economica e l educazione. La naturale irrequietezza, il desiderio di vedere cose nuove e, forse, la speranza di liberarsi dalla passione amorosa lo spingono ad intraprendere un lungo viaggio per la Francia, le Fiandre, la Germania. Il 26 aprile del 1336 compie la famosa ascensione al monte Ventoso, in Provenza, su cui scrisse una celebre Epistola. 1.1 La prima visita all Urbe Parallelamente alla formazione culturale, cresceva il suo prestigio in campo politico: nel 1335 ebbe inizio il suo carteggio con il Papa. In questo periodo il Petrarca visita per la prima volta Roma e ne riceve un impressione indimenticabile. Ritornato in Provenza, si ritira a Valchiusa e si dedica alla composizione del poema Africa e scrive il De viris illustri bus. Nel 1340 gli giunge contemporaneamente dal Senato di Roma e dall università di Parigi l invito dell incoronazione poetica: preferisce l incoronazione in Campidoglio. L 8 aprile del 1341, per mano del senatore Orso dell Anguillara, veniva incoronato magnus poeta et historicus, e otteneva il privilegium laureae. Subito dopo, forse anche preso dal senso della vanità degli onori mondani, si reca in San Pietro a deporre sulla tomba dell apostolo la corona d alloro.

L altissimo riconoscimento ottenuto lo confortò a proseguire la stesura dell Africa, ospite di Azzo da Correggio a Parma e a Selvapiana, in Valdenza, sino al 1342. 1.2 La morte di Laura e la revoca dell esilio Verso la fine del 1343 ritornò, per incarico del Papa, a Napoli, ripassò da Parma e si recò, infine, a causa della guerra che turbava l Emilia, a Verona, dove scoprì i primi sedici libri delle Epistole ad Attico e le Epistole a quinto e a Bruto di Cicerone. Dall autunno del 1344 al 1347 risedette a Valchiusa. Il 19 maggio del 1348 riceve la notizia della morte di Laura, avvenuta a causa della peste il 6 aprile. Anche gli amici Sennuccio del Bene, Giovanni Colonna, Francesco degli Albizzi subirono lo stesso destino. Nel 1350-51 Francesco Petrarca è a Roma per il giubileo; quindi a Firenze, ospite del Boccaccio, il quale ottiene dalla Signoria la revoca ufficiale dell esilio, la restituzione dei beni paterni e l offerta di una cattedra nello Studio fiorentino. 1.3 Il soggiorno veneziano e il trasferimento ad Arquà Nel giugno del 1353, in seguito alle aspre e pungenti polemiche ingaggiate con l ambiente ecclesiastico e culturale di Avignone, Petrarca lasciò la Provenza e accolse l ospitale offerta di Giovanni Visconti, arcivescovo e signore della città, di risiedere a Milano. Durante gli otto anni in cui dimorò a Milano presso i Visconti ebbe incarichi da ambasciatore a Venezia, Praga e Parigi, ma soprattutto la possibilità di godere lunghi e tranquilli ozi in città e in villa, utili per gli antichi e nuovi lavori letterari. Saluta la venuta in Italia dell imperatore Carlo IV di Boemia, che poi biasima con un epistola, quando poco gloriosamente questi parte dall Italia. Scoppiata un altra volta la peste, in cui morì il figlio Giovanni (1361), il Petrarca si allontana

da Milano e, dopo una breve dimora a Padova, si reca a Venezia, dove il Senato gli concede un palazzo sulla Riva degli Schiavoni, in cambio del lascito, alla morte del poeta, della sua ricca biblioteca. Là egli vive con la figlia Francesca e il genero. Il tranquillo soggiorno veneziano, trascorso fra amici e libri, fu turbato nel 1367 dall attacco maldestro e violento mosso alla cultura, all opera e ala sua figura da quattro filosofi averroisti: amareggiato per l indifferenza dei veneziani, Petrarca, dopo alcuni brevi viaggi, accolse l invito di Francesco da Carrara e si stabilì a Padova, donde, di lì a poco (1370), si trasferì con i suoi libri ad Arquà, un tranquillo paese sui colli Euganei, nel quale, per generoso dono del tiranno padovano, si era costruito una modesta casa. Nel 1374 muore di apoplessia ad Arquà nella notte tra il 18 e il 19 luglio: la leggenda racconta che sia stato trovato morto col capo chino su un volume di Virgilio. Il frate dell Ordine degli Eremitani di Sant Agostino da Bonaventura, Badoer Peraga, fu scelto, da tutte le autorità, per tessere l orazione funebre a nome di tutti. Per volontà testamentaria, le spoglie di Petrarca furono sepolte nella chiesa di Arquà, entro un arca di pietra, su cui è inciso un epitaffio latino, che si crede dettato dal poeta stesso. 2. Il mondo spirituale di Francesco Petrarca 2.1 Idee politiche Petrarca, a differenza di Dante, afferma a chiare lettere la decadenza del Sacro Impero Romano, lo sente come un istituzione straniera. Egli concepisce l Italia come un entità politica a sé stante, come un organismo autonomo con fini e interessi propri. Proprio per questa visione faranno a lui riferimento alcuni autori a venire: da Machiavelli all Alfieri e agli scrittori del Risorgimento. L immagine che di Roma ha il Petrarca contribuisce ad alimentare quest ideale di indipendenza: non ci si riferisce però alla Roma imperiale ma a una Roma repubblicana (immagine a lui trasmessa soprattutto dalla letteratura). Nei riguardi della Chiesa invece presenta una posizione spirituale non dissimile da quella di Dante. Petrarca condanna la corruzione della Chiesa ABCtribe.com