Sommario. Valle d Aosta. Terra di quattromila 13. Valle d Aosta. Acqua pura 21. CVA. una storia di energia 27. Gruppo CVA. Forza d insieme 41



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V A L O R E e n e r g i a 1

V A L O R E e n e r g i a C VA - C o m pa g n i a Va l d o s ta n a d e l l e A c q u e - C o m pa g n i e Va l d ô ta i n e d e s E a u x 2 3

CVA S.p.A. Compagnia Valdostana delle Acque Compagnie Valdôtaine des Eaux S.p.A. Via Stazione, 31-11024 Châtillon (AO) - I Tel. +39 0166 823111 - Fax +39 0166 823105 E-mail: info@cvaspa.it web: www.cvaspa.it Art direction, progetto grafico e impaginazione?b! Conseil - Baratti Coordinamento editoriale Barbara Bonetti Marie-Rose Colliard Alessandra Norat Testi Barbara Bonetti Marie-Rose Colliard Eugenio Serra Fotografie Archivi CVA Angelo Morelli Stefano Venturini Fotolito e stampa Musumeci S.p.A. Quart - Valle d Aosta CVA S.p.A., 2010 Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale dell opera Finito di stampare nel mese di maggio 2010 presso Musumeci S.p.A. Quart (Valle d Aosta) Sommario Valle d Aosta. Terra di quattromila 13 Valle d Aosta. Acqua pura 21 CVA. una storia di energia 27 Gruppo CVA. Forza d insieme 41 Eaux de la Vallée. Energia pura 47 CVA. Centrali, dighe, bacini 51 diga di beauregard 54 centrale DI champagne 1 58 CENTRALE DI avise 66 CENTRALE DI signayes 74 diga di place moulin - CENTRALE DI VALPELLINE 80 CENTRALI di quart e di Nus 92 CENTRALE DI châtillon 100 CENTRALE DI maën 108 CENTRALE DI bard 116 centrale di sendren 120 CENTRALE DI pont-saint-martin 128 CVA ringrazia tutti coloro che hanno contribuito, a vario titolo, alla realizzazione di questo libro con la loro preziosa collaborazione. Un grazie particolare alla dott.ssa Manuela Ussin per le informazioni fornite a supporto del capitolo dedicato alla storia. CENTRALE DI QUINCINETTO 2 136 4 5

È con grande piacere che traccio una breve presentazione per il decimo anniversario di Compagnia Valdostana delle Acque, non solo come Presidente della Regione ma anche per averne condiviso in prima persona lo sviluppo per un periodo di tempo. CVA rappresenta senza alcun dubbio un fiore all occhiello per la Valle d Aosta: realtà economica di successo e all avanguardia, esempio di valorizzazione delle risorse naturali locali e di innovazione di una vocazione secolare, capofila nello sviluppo delle fonti alternative nella Regione, modello di integrazione con il territorio e di rispetto e tutela dell ambiente. Questi anni sono stati caratterizzati da un primo periodo di stabilizzazione, a cui ha fatto seguito un programma di ristrutturazione, che è culminato in un solido progetto di espansione e di investimenti. Un percorso di crescita che è stato tracciato e attuato in un costante e costruttivo confronto con la comunità, le istituzioni, gli enti locali e il Consorzio dei Comuni del Bacino Imbrifero Montano. Si può quindi affermare che il futuro di CVA si inserisce a pieno titolo nella strategia di sviluppo della Regione, improntata al rispetto dell ambiente, attenta ai cambiamenti climatici, impegnata nel risparmio di emissioni di CO 2, scrupolosa nella salvaguardia dei diritti acquisiti, cosciente che l acqua rappresenta per la Valle d Aosta e per il suo sviluppo una risorsa fondamentale. Augusto Rollandin Presidente della Regione Autonoma Valle d Aosta 6 7

CVA - Compagnia Valdostana delle Acque S.p.A. compie dieci anni di vita e di attività. Anche per un azienda un anniversario costituisce una tappa importante e un momento di bilancio, in termini di risultati raggiunti e prospettive per il futuro. E se dieci anni di per sé sono forse pochi, sono però quelli fondamentali perché sono i primi, ossia quelli che condizionano in maniera determinante la crescita, ponendo le basi di ogni sviluppo successivo. Questo decennio è stato caratterizzato da una rivoluzione nel settore dell energia: dal monopolio di ENEL si è passati alla liberalizzazione del mercato, sia nella produzione sia nella vendita di energia. Un cambiamento che ha imposto a CVA di effettuare, tempestivamente, scelte strategiche di posizionamento di mercato. Anche la formula dei consorzi di autoproduzione ha rappresentato una scelta vincente che continua ad essere un unicum nel panorama nazionale. CVA ha acquisito competenze nelle attività di trading dell energia, passando attraverso la nascita della Borsa elettrica e dei mercati a termine finanziari e fisici; si è dotata di una struttura organizzativa idonea, efficiente e motivata per competere sul mercato nazionale. E poi, ancora, la dinamica di mercato ci ha imposto, e ci richiede, di interrogarci sul futuro, ponendo in essere decisioni di ampliamento, di diversificazione delle fonti di produzione e di allocazione geografica, perché l azienda è una realtà dinamica che, con la sua crescita, si rafforza e contribuisce alla ricchezza del territorio su cui è radicata. Con la pubblicazione di questo libro intendiamo fare memoria di un cammino, innanzitutto per riconoscere e porre nella giusta evidenza il lavoro di chi, nei decenni, ha saputo puntare con lungimiranza e tenacia all acquisizione di sempre nuove competenze e a un continuo miglioramento sotto il profilo professionale. Cogliamo qui l occasione di ricordare con affetto il dottor Francesco Guerrieri (1943-2005), che è stato, oltre che Presidente di Finaosta, anche Presidente di CVA, dal 2001 fino alla sua scomparsa avvenuta nel dicembre del 2005. Lo ringraziamo per aver messo al nostro servizio la sua provata esperienza e per la fiducia accordataci nelle fasi delicate dell avvio delle attività. Riccardo Trisoldi Presidente CVA S.p.A. 8 9

Il decennale di un azienda costituisce senza dubbio un occasione e un opportunità. L occasione, con la realizzazione di questo libro, di proporre un itinerario che mette al centro l acqua come principale ricchezza del territorio e risale indietro nel tempo, prendendo le mosse dall avvio dello sfruttamento delle risorse idroelettriche valdostane nei primi anni del Novecento. E racconta, in sintesi, la storia di CVA, dalla sua nascita ad oggi, ripercorrendo le tappe fondamentali dello sviluppo di questa azienda, che in un tempo così breve ha saputo affermare il suo valore, operando a livello locale e a livello nazionale, anche attraverso le sue aziende controllate che, insieme, costituiscono oggi un Gruppo di riconosciuta solidità e professionalità. Attraverso la descrizione di alcuni impianti, forse tra i più rappresentativi per tipologia e localizzazione territoriale, con l ausilio di immagini fotografiche di grande impatto, il lettore sarà guidato in un progressivo percorso di conoscenza dell azienda che - ci auguriamo - lo renderà via via più consapevole della presenza di CVA distribuita su tutto il territorio regionale e del suo contributo in seno all economia locale. Benché la storia di CVA sia recente, ci preme mettere in evidenza come essa poggi le sue fondamenta su un patrimonio produttivo che ha radici lontane nel tempo ed è incardinato in maniera solida sul territorio, e come nel rispetto di questo territorio l azienda voglia accrescere questo patrimonio produttivo. Fare memoria dei primi dieci anni dell azienda offre anche l opportunità di ricordare, anche solo simbolicamente, tutti coloro che, in diversa misura e a vario titolo, hanno contribuito alla sua nascita e alla sua evoluzione e ringraziare tutti coloro che tuttora offrono il loro lavoro, il loro tempo ed il loro impegno per consentire a CVA di continuare ad essere una risorsa per la comunità di questa regione, non solo sotto l aspetto economico ma anche per la tutela dell ambiente della Valle d Aosta. Paolo Giachino Direttore Generale CVA S.p.A. 10 11

valle d aosta. terra di quattromila 13

ambiente alpino Incastonata come una perla preziosa nel settore nord-occidentale dell Italia, la Valle d Aosta è la più piccola delle venti regioni del Paese. Formatasi nel corso dell orogenesi alpina, è stata modellata sapientemente nella sua morfologia durante la glaciazione quaternaria. Il tracciato della Dora Baltea, di circa 100 km, prende avvio dalle sorgenti ai piedi del Monte Bianco e giunge sino a Pont-Saint-Martin, dove il corso del fiume prosegue verso la Pianura Padana. I sedici affluenti della Dora, con le rispettive vallate laterali dai paesaggi variegati e verdeggianti, completano la fisionomia di un territorio che vanta il possesso delle quattro cime più alte d Europa: il Monte Bianco (4.810 m), possente massa granitica; il Monte Cervino (4.478 m), dalla inconfondibile forma piramidale; il Monte Rosa (4.634 m), seconda cima delle Alpi per altezza; il Gran Paradiso (4.061 m), unico quattromila interamente contenuto nel territorio italiano. Le forme uniche di queste montagne, insieme ad una ventina di altri picchi che superano i 4.000 metri, hanno reso celebre la Valle d Aosta nel mondo e l hanno trasformata, negli ultimi 150 anni, nella patria eletta dell alpinismo e in una meta ambita del turismo internazionale. La caratteristica peculiare della regione, che la differenzia da altre vallate alpine limitrofe, consiste nell essere completamente circondata dai monti: questa posizione intra-alpina ha segnato in maniera profonda i suoi abitanti, determinandone carattere e vicende storiche. Terra di confine, aperta verso il Piemonte e l Italia, collegata alla Francia e alla Svizzera tramite valichi d importanza strategica frequentati ininterrottamente fin dalla preistoria, la Valle d Aosta è stata sempre terra di passaggio e di scambio, crocevia internazionale tra il Mediterraneo e l Europa centrale. Le tracce del passato costellano il paesaggio, riportando alla memoria i momenti salienti di una storia composita e affascinante: insediamenti liguri e celtici di età preistorica; monumenti grandiosi, eredità della lunga dominazione romana iniziata con la fondazione di Aosta nel 25 a.c.; oltre cento tra castelli e torri medievali; numerosi e diffusi luoghi di culto, espressione di fede profonda. E, per la storia più recente, strade, ponti, fortificazioni militari, dimore signorili, esempi di architettura rurale, terrazzamenti, canali, acquedotti, fino alle grandi installazioni industriali, testimonianza dei mutamenti economici del XX secolo. Tutto ciò attesta il passaggio, nei secoli, in vallate non sempre accoglienti, in un territorio in cui l altitudine media è pari a 2.061 m slm, di generazioni di uomini che hanno saputo farsi amica una terra a tratti ostile. Uomini che hanno imparato a coabitare con la natura alpina, l hanno letteralmente conquistata agli usi agropastorali, dimostrando doti rare di energia e tenacia nell utilizzazione di quel 20% di territorio posto sotto i 1.500 metri di quota, l unico disponibile per le colture. I valdostani, nel corso del tempo, hanno valorizzato le loro risorse ambientali, tramandato antiche tradizioni, salvaguardato particolarità linguistiche e culturali improntate a una lunga storia di autonomia. Questa preziosa eredità dei secoli è confluita, a livello politico-amministrativo, nell istituzione della Regione Autonoma a statuto speciale (1948). E, oggi come allora, questo piccolo e variegato popolo montanaro (125.000 abitanti circa) continua ad aprirsi all accoglienza e all ospitalità, tra montagne che contemporaneamente lo proteggono e lo mettono in relazione col mondo circostante. 14 15

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20 21 valle d aosta. acqua pura

ghiacciai, torrenti, laghi e cascate Una terra di montagne poste nel cuore del mondo alpino. Una terra plasmata dai ghiacci, a cui l acqua ha dato, nel corso dei millenni, il suo contributo essenziale nel modellare l ambiente: incrementando il terreno alluvionale, fertile e coltivabile, e realizzando angoli da fiaba, spettacolari dal punto di vista paesaggistico. Il bacino imbrifero della Valle d Aosta coincide con il corso della Dora Baltea e dei suoi sedici affluenti principali. Il limite delle nevi perenni è posto ad una quota compresa tra i 2.800 e i 3.300 m slm, a seconda dell esposizione al sole o al vento. Nel complesso, 208 ghiacciai si estendono nella regione, per circa 156,80 km 2, il 4,8% della superficie totale. Generalmente ubicati oltre i 3.000 metri di quota, possono anche giungere a lambire il fondovalle, come nel caso dei ghiacciai di Courmayeur. E se pure è sensibile il ritiro degli ultimi decenni in ragione dell innalzamento termico generale (l estensione dei ghiacci era di circa 237 km 2 nel 1930), essi rappresentano ancora una riserva d acqua imponente. Tra i mesi di maggio e ottobre l apporto di acqua glaciale nella Dora è di circa un miliardo di metri cubi, ossia un terzo del deflusso totale del fiume. Insieme alle precipitazioni della stagione invernale, questa riserva costituisce un fondamentale serbatoio di acqua pura, preziosa per gli usi potabili e irrigui, per la produzione di energia per le lavorazioni artigianali e industriali, per la vita dell uomo e l equilibrio dell ambiente in generale. Sul 40% del territorio valdostano l innevamento si prolunga in media per nove mesi all anno. Il manto nivale svolge una preziosa funzione regolatrice dei deflussi idrici: con lo scioglimento delle nevi, in primavera, la portata dei torrenti aumenta sino a dieci volte il livello della secca invernale. Il giudizio complessivo sulla qualità biologica delle acque dei torrenti valdostani, costantemente monitorate dall Agenzia Regionale per la Protezione dell Ambiente della Regione sulla base delle caratteristiche delle comunità biologiche viventi sul fondo dell alveo, risulta positivo in tutte le stazioni controllate, ubicate sia sulla Dora sia sui corsi d acqua laterali. Circa 1.150 piccoli laghi di origine glaciale, insieme con i più grandi bacini di origine artificiale ottenuti dallo sbarramento di valli e torrenti, vivacizzano i panorami montani delle vallate valdostane, creando angoli suggestivi e offrendo l opportunità di passeggiate sempre diverse. La maggior parte dei laghi è ubicata nella fascia altimetrica tra i 2.500 e i 3.000 m slm, mentre sono praticamente assenti i laghi di fondovalle. Insieme alle numerose cascate e agli orridi che si aprono tra pareti rocciose vertiginose, i laghi alpini alimentano la fantasia delle popolazioni del posto, che li descrivono abitati da spiriti, fate e folletti. L acqua ha sempre stimolato l immaginazione dell uomo, per la sua stessa doppia valenza: sorgente di vita o causa di pericolo, quando non sia controllata e dominata dalla sua intelligenza. Una risorsa vitale, di cui la Valle d Aosta è straordinariamente ricca, che ha chiesto all uomo, nei secoli, di mettere in gioco le sue migliori capacità e competenze per il suo utilizzo quotidiano: dalla lotta per addomesticarla e ridurla a scopi potabili e irrigui, all utilizzazione della sua forza motrice per attivare segherie, mulini, laboratori artigianali di vario tipo, sino alla produzione di energia idroelettrica a partire dalla fine del XIX secolo. 22 23

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cva. una storia di energia 26 27

radici nel passato L utilizzo delle risorse idriche ha costituito un pilastro portante dell economia della Valle d Aosta in ogni epoca, in ragione dell abbondanza di acqua di cui questa terra dispone. Nella gestione e valorizzazione di questo bene così prezioso e per sua natura vitale i valdostani hanno imparato a mettere in campo concrete forme di collaborazione e di solidarietà. Lo testimoniano la costruzione e l organizzazione dei rus, imponenti opere di canalizzazione a gestione collettiva o consortile che solcano l intera Valle d Aosta e che hanno costituito, a partire dal Medioevo, la base dell economia agropastorale della regione. Realizzati fin dal XIII secolo per assicurare una ripartizione equa e proporzionata delle acque sul territorio, essi hanno dato una risposta concreta alle esigenze legate all uso potabile e domestico dell acqua per gli uomini e gli animali e all uso irriguo per la campagna. Una severa regolamentazione presiedeva alla gestione e alla manutenzione di questi canali, di cui era responsabile la collettività nel suo insieme. Fin dal XV e XVI secolo l acqua viene sfruttata anche per la produzione di energia meccanica. Anche nel caso della Valle d Aosta le prime forme protoindustriali si sviluppano proprio lungo canali appositamente derivati dai corsi d acqua. Vengono azionate primitive ruote ad acqua (le progenitrici delle attuali turbine idrauliche) che, tramite ingranaggi lignei, muovono seghe per il taglio del legname, magli e forge per i primi embrioni della siderurgia, frantoi e mulini per la trasformazione dei prodotti della terra. L energia ricavata dall acqua non viene però ancora trasportata a distanza e quindi i primi centri di questa industria alpina ante litteram sono tutti concentrati lungo torrenti o canali. È proprio la nascita del settore idroelettrico a mettere in moto, tra la fine del XIX secolo e l inizio del successivo, l industrializzazione nella nostra regione. Dapprima l interesse si concentra sulla necessità di provvedere la città di Aosta di illuminazione pubblica, in sostituzione delle vetuste lampade ad olio o a gas. Nel 1885 nasce la Société valdôtaine pour l éclairage public, il cui primo modesto impianto deriva le acque dal torrente Buthier. Quando, il 4 luglio 1886, il treno raggiunge Aosta in occasione dell inaugurazione della via ferrata, la piazza centrale (allora Piazza Carlo Alberto) è totalmente illuminata a festa. La costruzione della ferrovia, in quegli anni, con la componente di modernizzazione e di apertura che comporta, è un elemento di stimolo anche per la ricerca nel settore idroelettrico. Negli anni successivi parecchi altri centri abitati, per lo più per iniziativa dei Comuni, realizzano impianti di illuminazione pubblica alimentati da nuove centrali in corrente continua. Negli stessi anni Ottanta del XIX secolo la scoperta di Galileo Ferraris, relativa alla trasformazione dell energia elettrica in forza motrice, apre la strada all applicazione tecnica dell elettricità ai vari processi produttivi. È una vera rivoluzione. Anche le risorse idriche valdostane acquistano una importanza inimmaginabile fino a pochi anni prima. L energia elettrica diventa competitiva rispetto ad altri tipi di energia e la sua trasferibilità in corrente alternata, anche per lunghe distanze, risulta la carta vincente. La regione è catapultata direttamente nell era industriale e avvia una serie di processi irreversibili che porteranno profonde trasformazioni nella compagine sociale e culturale della vallata. L elemento di maggior interesse, all inizio, è dato dallo sviluppo nella bassa Valle d Aosta di imprese industriali collegate allo sfruttamento delle risorse idriche. Peraltro, in mancanza di significativi progetti imprenditoriali locali e con l assenso 28 29

di una legislazione nazionale che privilegia il comparto agricolo più che quello industriale, la Valle d Aosta viene fatta oggetto di attenzione da parte di ingenti capitali stranieri e nazionali, che colgono perfettamente l importanza strategica del nuovo mercato elettrico. Così, per esempio, lo stabilimento della Società metallurgica di Pont-Saint-Martin, entrato in funzione nel 1887 per il trattamento elettrolitico del rame, è trasformato, dal 1899, con l intervento dell azienda tedesca Schuckert, in Società Industriale Elettrochimica di Pont- Saint-Martin. Essa diventerà poi la prima rilevante industria elettrocommerciale sorta in Piemonte. Nel 1895, nel frattempo, si è costituita ad Aosta la Società Cooperativa di Produzione e Consumo di Luce Elettrica, che costruisce la prima centrale di produzione di energia all interno di un edificio, occupato precedentemente da un mulino, sul Buthier. La società nel 1911 prenderà il nome di Società Cooperativa Forza e Luce. I primi anni del XX secolo vedono moltiplicarsi le iniziative di costruzione di centrali in Bassa Valle. I primi impianti (Pont-Saint-Martin, Challand-Saint-Victor, Bard) utilizzano salti limitati, generati dalla deviazione di acque captate dai torrenti di fondovalle; sia i loro costi di costruzione sia l impatto ambientate risultano quindi attenuati. Nel solo anno 1907 vengono avanzate ben undici richieste di concessione per sfruttare le acque dei vari torrenti valdostani. Gli anni immediatamente successivi vedono un notevole ampliamento della rete tramite l allacciamento tra le prime centrali, lo scambio di energia invernale contro energia estiva con autoproduttori locali, i primi contratti con la società Alta Italia, la realizzazione (negli anni 1913-1915) delle prime linee di distribuzione ad alta tensione. Nel 1913 la SIVA, Società Idroelettrica della Valle d Aosta (istituita nel 1907), già in possesso di diverse concessioni di derivazioni di acque e proprietaria della centrale di Montjovet, tenta di avviare uno sfruttamento razionale delle risorse idriche locali con l acquisizione di tutte le concessioni di derivazione industrialmente utilizzabili sul territorio, a partire da quelle del Marmore e dell Evançon. Altre aziende di rilevanza internazionale come Elektrobank, Edison, la società Brambilla di Milano (che rileva il cotonificio di Verrès) intrecciano le loro vicende con quelle della Valle d Aosta in un momento storico di notevole crescita del settore. Lo scoppio della prima guerra mondiale, con l aumento esponenziale della domanda di energia, determina un ulteriore espansione, che in Valle fa i conti anche con le esigenze dell industria siderurgica Ansaldo di Aosta, la quale ottiene numerose concessioni di sfruttamento di acque e procede alla realizzazione di diversi impianti. Sorgono in questi anni (1915-1921) le centrali di Fontainemore, Aymavilles, Chavonne, Champagne, Grand Eyvia, Moline, Valpelline, Ollomont, nessuna delle quali è però ancora dotata di un serbatoio stagionale. I primi bacini artificiali, quelli del Vargno e del Gabiet nella valle di Gressoney, saranno inaugurati proprio agli inizi degli anni Venti. Il 19 aprile 1918 ha luogo la fusione della SIVA con la Pont- Saint-Martin, Società Industriale Elettrochimica, da cui sorge, con l appoggio di tutte le principali banche italiane, la SIP, Società Idroelettrica Piemonte, con sede a Torino. La SIP mette subito in cantiere il progetto della costruzione della diga di Cignana in Valtournenche, volta ad assicurare il fabbisogno energetico del polo industriale Torino-Biella-Aosta-Alessandria; e successivamente procede all assorbimento di diverse ditte di produzione e distribuzione di energia dell Italia nordoccidentale. La politica del governo fascista degli anni Trenta è volta a sostenere il settore idroelettrico con agevolazioni di vario tipo, anche nel quadro della politica autarchica promossa dal regime (finanziamenti alle imprese nazionali, promozione dell uso dei primi apparecchi elettrici domestici, meccanizzazione delle campagne, elettrificazione delle linee ferroviarie). A seguito della grande crisi economica del 1929, l intervento dello Stato si concretizza, nel 1933, nell acquisizione della SIP da parte dell Istituto per la Ricostruzione Industriale: si tratta, in un certo senso, di una prima forma 30 31

di nazionalizzazione del settore, motivata dalle condizioni economiche generali. Le iniziative sul territorio valdostano di questo periodo culminano, in occasione della visita ufficiale di Mussolini in Valle d Aosta nel maggio del 1939, nella posa della prima pietra della centrale di Châtillon; nel mese di luglio del medesimo anno entra in funzione la centrale di Champagne 2 a Villeneuve. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, inevitabilmente, gli impianti di produzione di energia si trasformano in altrettanti bersagli dei bombardamenti aerei alleati prima, delle azioni di sabotaggio contro i tedeschi poi, da parte dei partigiani, nelle prime fasi della guerra di Liberazione dopo l armistizio dell 8 settembre 1943. A partire dall autunno del 1944, con l evolversi degli eventi bellici, la situazione si rovescia e il Comitato di Liberazione Nazionale per l Alta Italia richiede ai gruppi di resistenti la difesa a oltranza delle installazioni della Valle d Aosta. La salvaguardia degli impianti di produzione diventa uno degli obiettivi strategici fondamentali in particolare nel corso della ritirata dei tedeschi nella primavera del 1945. Con la ricostruzione, la domanda di energia s impenna. In Valle d Aosta riprendono i progetti interrotti con lo scoppio della guerra e nuovi impianti sorgono in tutto il territorio. Il dibattito politico che porterà nel volgere di due anni alla costituzione della Valle d Aosta in regione autonoma è l occasione per affrontare la questione dei diritti sulla proprietà delle acque. Queste ultime, considerate a partire dal XVIII secolo - con la fine del sistema feudale - proprietà delle comunità locali, erano infatti state trasferite con la legge Bonomi (1915) al demanio statale: fatto, questo, che aveva dato corso ad un ampio dibattito in seno alla comunità locale e a irrisolte questioni giudiziarie. Il centralismo tipico del regime fascista aveva poi ulteriormente acuito la tensione, chiedendo ai Comuni valdostani di rinunciare ai loro diritti sulle acque e ai relativi canoni. Sulla questione dell indipendenza delle risorse idriche valdostane verte la polemica contro il governo anche durante l intero periodo di guerra. I decreti luogotenenziali del settembre 1945 con cui s istituisce l ordinamento amministrativo autonomo della Valle d Aosta all interno dello Stato italiano le garantiscono la concessione gratuita delle acque a scopo idroelettrico per novantanove anni. Durata ribadita dallo Statuto Speciale della Regione Autonoma Valle d Aosta (legge costituzionale n. 4 del 26 febbraio del 1948), che le attribuisce anche i nove decimi dei canoni statali, a meno che lo Stato non intenda utilizzare le acque per un piano di interesse nazionale (situazione che si verificherà in effetti nel 1962 al momento dell istituzione di ENEL). Nel frattempo, il 2 settembre 1950 tiene la sua prima seduta il consiglio di amministrazione del costituendo Consorzio Elettrico del Buthier, istituito con lo scopo di provvedere agli usi domestici della città di Aosta e coprire le necessità della Società Nazionale Cogne (ex Ansaldo). Nello stesso anno prendono avvio i grandiosi lavori per la realizzazione del lago artificiale di Beauregard in Valgrisenche, che coinvolgono più di ottocento operai, provenienti in maggioranza dal Veneto e dal Sud Italia. Qualche anno dopo, nel 1958, è la volta della nuova centrale di Valpelline e del relativo progetto di sbarramento di Place Moulin, i cui lavori si protrarranno sino al 1965 con una manodopera ancora più consistente. A metà degli anni Cinquanta sono inaugurate anche le centrali di Avise e di Quart. È il 6 dicembre 1962 quando entra in vigore in Italia, dopo un lungo dibattito parlamentare, la legge n. 1643 che, istituendo l Ente Nazionale per l Energia Elettrica (ENEL), gli conferisce il monopolio di produzione, importazione ed esportazione, trasporto, trasformazione, distribuzione e vendita dell energia elettrica su tutto il territorio del Paese. ENEL assorbe la quasi totalità dei produttori di energia elettrica, con le loro centrali, linee di trasporto, clienti. La nuova rete elettrica italiana collega le linee che precedentemente alimentavano, in servizio separato, anche ampie aree urbane e industriali; tutti gli utenti prelevano il loro fabbisogno da quest unica rete in cui anche i pochi produttori privati rimasti immettono la loro energia. 32 33

Alla data del 1 gennaio 1963 gli impianti in servizio in Valle d Aosta sono 42, con una potenza totale di 838.000 kw e una produzione di circa 2.522.000 kwh: 18 provengono dalla SIP (la quale, al momento della cessione a ENEL delle sue centrali, si volge alla telefonia, con il nome di STIPEL), 8 dalla Cogne Acciai Speciali, 3 dalla ditta Cravetto, 2 dal Consorzio Elettrico Buthier, 11 da società diverse, tra cui le Cooperative Forza e Luce di Aosta e di Gignod, la Guinzio Rossi, la Brambilla, la ILLSA, la Società Alluminio, Actis, Birra Aosta. La legge istitutiva di ENEL pone, di fatto, la parola fine al pluralismo nella generazione dell energia e, nel caso valdostano, esautora l amministrazione regionale dai suoi poteri statutari in materia di concessione di acque pubbliche a scopo idroelettrico. La Regione si oppone, pertanto, al progetto di nazionalizzazione, sollevando una questione di legittimità costituzionale che chiama in causa i diritti riconosciuti nello Statuto Speciale del 1948. Il ricorso presentato alla Corte Costituzionale viene però respinto in nome del valore prioritario della pubblica utilità e del superiore interesse nazionale. Provvedimenti successivi ripristineranno, nel 1982, la potestà della Regione nel subconcedere, ad enti locali e consorzi, le acque relative a derivazioni idroelettriche con potenza ridotta. Nel frattempo alcuni cambiamenti prendono forma nell assetto giuridico-istituzionale. A quasi trent anni dalla sua istituzione, nell agosto 1992, con la legge n. 359 ENEL si trasforma da ente pubblico economico in società per azioni. È il primo passo verso la privatizzazione. L articolo 2 della legge contiene un elemento essenziale per la Valle d Aosta: la cessazione dell esclusività di ENEL sull attività di produzione di energia elettrica determina il ripristino dei diritti riconosciuti alla Regione dallo Statuto del 1948. La vera svolta ha inizio il 16 marzo 1999 con l emanazione del decreto legislativo n 79, detto decreto Bersani dal nome dell allora ministro dell Industria che lo propose, in recepimento della direttiva comunitaria 96/92/CE del Parlamento e del Consiglio Europeo del 19 dicembre 1996. Tale provvedimento legislativo avvia, in Italia, il processo di liberalizzazione del settore elettrico, definendo tempi e modalità secondo le quali le attività di produzione, importazione, esportazione, acquisto e vendita di energia elettrica diventano libere, con l obiettivo specifico e concreto di porre termine alla condizione di monopolio statale e creare un mercato elettrico nazionale concorrenziale. Il decreto Bersani definisce, inoltre, le variazioni attinenti la struttura societaria, il sistema della rete e la cessione parziale della capacità di generazione da parte di ENEL. Infatti, l articolo 8 del decreto prevede che, a decorrere dal 1 gennaio 2003, a nessun soggetto sia consentito produrre o importare, direttamente od indirettamente, più del 50% del totale dell energia elettrica prodotta in Italia. Per questo motivo entro detta scadenza ENEL, fino ad allora monopolista, dovrà cedere parte della propria capacità produttiva, secondo un apposito piano che prevede la vendita di tre lotti di vendita denominati GENCO (dall inglese Generation Company). Il suddetto decreto prevede anche che le attività di trasmissione e dispacciamento, distribuzione e vendita siano separate, ossia gestite da società distinte. La normativa entra il vigore il 1 aprile del medesimo anno. Per quanto riguarda specificamente la situazione valdostana, il decreto ribadisce le norme contenute negli articoli 7-10 dello Statuto Speciale del 1948, relative alla concessione gratuita per novantanove anni alla Regione delle acque pubbliche esistenti. Lo Stato cede, inoltre, alla Valle i nove decimi del canone annuale percepito a norma di legge per le concessioni di derivazioni a scopo idroelettrico. Sono trasferite alla Regione le funzioni amministrative in materia di acque pubbliche destinate ad irrigazione e ad uso domestico, nonché quelle che disciplinano l utilizzo delle acque pubbliche ad uso idroelettrico. Considerando il ridimensionamento della posizione privilegiata di ENEL, si possono ritenere superati i limiti posti dalla legge della nazionalizzazione alla piena operatività dei poteri assegnati alla Regione dal proprio Statuto in materia di subconcessioni di acque pubbliche per uso idroelettrico. 34 35

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Evidentemente, questi grandi cambiamenti normativi e le riforme attuate nel settore elettrico a livello nazionale hanno in Valle d Aosta notevoli ripercussioni e, in un certo senso, trovano questa regione pronta al cambiamento, se non all avanguardia. Fin dal 1995, infatti, la Regione Valle d Aosta aveva acquisito alcuni impianti idroelettrici di ILVA Centrali Elettriche, società nata nel 1989 per gestire il patrimonio idroelettrico al servizio della Cogne Acciai Speciali. A conclusione di una lunga e articolata trattativa tra l amministrazione regionale e il gruppo ILVA, con apposito mandato alla propria finanziaria Finaosta, venivano acquisiti i terreni e fabbricati dello stabilimento siderurgico di Aosta e tre impianti idroelettrici: quelli di Verrès, di Champagne 2 a Villeneuve e di Lillaz a Cogne. Successivamente all acquisto delle quote azionarie la denominazione ILVA Centrali Elettriche veniva modificata in Compagnia Valdostana delle Acque - Compagnie Valdôtaine des Eaux, con sede ad Aosta. Nel 1997 era stata acquistata da CVA anche la centrale di Issime, di proprietà della Regione e, precedentemente, appartenente al gruppo ILLSA Viola di Pont-Saint-Martin, pure esso operante nel settore siderurgico valdostano. Quando, nel 1999, si avvia in maniera definitiva il processo di liberalizzazione del mercato elettrico, l amministrazione regionale presenta ad ENEL, in occasione della prima tappa del tour nazionale organizzato dalla società per l avvio del processo di privatizzazione, l ipotesi di acquisire il 50% della proprietà dei 26 impianti presenti sul territorio regionale - 18 lungo i corsi d acqua delle valli laterali e 8 lungo il corso della Dora Baltea - costituendo un apposita società con ENEL. L obiettivo di ENEL di crescere in nuove aree di business e il conseguente fabbisogno di cassa spingono la società ad abbracciare con favore la proposta della Regione che, per il tramite di Finaosta, avvia un lungo processo negoziale protrattosi da maggio 1999 al 19 aprile 2000, data di firma dell Accordo Quadro. Un documento di rilevanza storica, che traccia le linee d intesa a seguito delle quali vengono reperite le fonti di finanziamento dell operazione - tra le quali una emissione obbligazionaria europea di 700 milioni di euro - concordati i servizi di transizione con il gruppo ENEL e definiti gli accordi operativi. Nel corso della negoziazione anche l assetto dell operazione prende un indirizzo di ben maggiore rilevanza: la Regione Autonoma Valle d Aosta acquisirà il 100% delle attività produttive di ENEL localizzate in Valle. Il 19 aprile 2000, nella sede del palazzo regionale, il Presidente della Giunta, Prof. Dino Viérin, l amministratore delegato di ENEL, Ing. Franco Tatò, e il presidente di Finaosta, Dott. Francesco Guerrieri, siglano la vendita, da parte di ENEL all amministrazione regionale, dei 26 impianti che sorgono sul territorio valdostano compreso quello di Quincinetto situato in Piemonte. L accordo di vendita diventa esecutivo dal 1 giugno 2001, anche a seguito della necessità di reperire le fonti di finanziamento dell operazione, (sia per la quota di debito in capo all azienda sia per finanziare l acquisto), da parte della Finaosta S.p.A. del 100% delle azioni della società GEVAL S.p.A. e del 49% della società di distribuzione e vendita dell energia ValDist S.p.A., poi denominata DEVAL S.p.A. La nuova struttura dell operazione assicura il pieno controllo, da parte della Valle d Aosta - prima regione in Italia - della gestione delle acque e della produzione idroelettrica regionale, nonché una discreta influenza sulle attività locali di distribuzione e vendita dell energia. Sei mesi più tardi, il 21 dicembre 2001, con effetto retroattivo dal 1 gennaio 2001, la società GEVAL incorpora la preesistente società CVA, di proprietà della Regione, acquisendone i siti produttivi e assumendo la nuova denominazione di CVA S.p.A.- Compagnia Valdostana delle Acque - Compagnie Valdôtaine des Eaux S.p.A., con sede a Châtillon. Il risultato di ciò che si può considerare una scelta lungimirante e una complessa operazione finanziaria significa oggi per la Regione Autonoma Valle d Aosta, tramite CVA S.p.A., l opportunità di valorizzare le risorse idriche valdostane nel pieno rispetto del territorio e della sua lunga storia, oltre alla possibilità di essere protagonista del futuro sviluppo del settore elettrico non solo regionale. 38 39

gruppo cva. forza d insieme 40 41

obiettivi condivisi CVA S.p.A. - ovvero Compagnia Valdostana delle Acque - Compagnie Valdôtaine des Eaux S.p.A. - nasce nel 2000, a seguito dell operazione di acquisizione, da parte della Regione Autonoma Valle d Aosta, dei 26 impianti idroelettrici di ENEL presenti sul territorio valdostano, compresa la centrale di Quincinetto. Pilastro portante dello sviluppo economico della Valle d Aosta, CVA è una realtà produttiva in piena espansione, dalle grandi potenzialità. Innovazione e investimento sono le parole d ordine che il gruppo ha fatto proprie, rafforzando negli anni la sua immagine di compagine solida e capace di guardare al futuro. Il forte legame con la realtà circostante è la carta vincente di CVA, che ha saputo porsi nel solco della tradizione locale, attivando strategie collaborative con le politiche regionali e proponendosi come azienda innovativa e aperta. Le ricadute positive sul territorio sono evidenti. Il costante reinvestimento degli utili nella crescita delle società ha formato una delle più solide aziende del settore, non solo italiano ma anche europeo, ponendo le solide premesse per la realizzazione di nuovi impianti finalizzati ad aumentare la capacità produttiva, sia utilizzando l acqua, sia sperimentando la valorizzazione delle altre fonti rinnovabili come il sole e il vento. La crescita dell azienda ha trainato con sé un aumento dell occupazione e una crescita della forza-lavoro in termini numerici e qualitativi, facendo della logica del lavoro di gruppo, della condivisione degli obiettivi, della correttezza operativa alcuni dei valori fondanti del gruppo. Gruppo che, nel corso degli anni, è stato creato intorno a CVA, assegnando ad ogni società controllata una missione e degli obiettivi specifici, in grado di generare opportunità di business e di lavoro in un settore fondamentale come quello elettrico: IDROENERGIA S.c.r.l., IDROELETTRICA S.c.r.l., CVA Trading S.r.l., VALDIGNE ENERGIE S.r.l., RAL S.r.l., CVA - Sole S.r.l., Saint Denis Vento S.r.l. IDROENERGIA S.c.r.l. è la società del Gruppo CVA che è stata costituita per prima. Nasce infatti nel 1996, tre anni prima dell entrata in vigore del decreto Bersani che, in attuazione della direttiva europea 96/92/CE, ha dato avvio al processo di liberalizzazione e riorganizzazione del settore elettrico, su impulso della Regione Autonoma Valle d Aosta che, con l acquisto delle prime centrali idroelettriche nel 1995, voleva rendere partecipe il sistema produttivo regionale dei vantaggi derivanti dalla produzione locale di energia. I soci fondatori sono CVA e una trentina di imprese valdostane del settore industriale e dei servizi, soprattutto aziende che gestiscono gli impianti a fune delle località sciistiche. È proprio grazie alla forma di consorzio, in questo caso di consorzio di autoproduzione da fonte rinnovabile, che IDROENERGIA ha potuto rifornire i propri soci, a partire dal 2001, anche quando questi non si potevano definire clienti idonei, secondo la definizione dell art. 14 del decreto Bersani, che stabiliva i tempi e i consumi annui necessari per poter entrare nel mercato libero, ossia scegliere il proprio fornitore di energia. La costituzione di IDROENERGIA ha dunque permesso alle aziende valdostane di poter accedere al mercato libero con ampio anticipo rispetto ai tempi previsti dalla liberalizzazione del mercato. IDROENERGIA, oggi, rifornisce aziende operanti su tutto il territorio nazionale, posizionandosi nel mercato elettrico tra i primi fornitori di energia da fonte rinnovabile. Le aziende fondatrici locali sono poi confluite nella società consortile IDROELETTRICA. 42 43

IDROELETTRICA S.c.r.l. è anch essa un consorzio di autoproduzione che inizia ad operare nel 2003. Il consorzio, identico nella sua forma giuridica e nel suo core business ad Idroenergia, si distingue per il suo particolare legame con il territorio locale, in quanto è costituito unicamente da soci operanti in Valle d Aosta. CVA Trading S.r.l. è invece costituita come società a responsabilità limitata e opera dall ottobre 2002 come grossista, ai sensi del decreto Bersani (1999). La società di trading è l azienda tramite la quale vengono gestiti i flussi di energia in immissione e prelievo del gruppo, oltre ad acquistare energia per poi rivenderla non solo ad aziende di grandi e medie dimensioni operanti a livello nazionale, ma anche alle partite IVA e ai clienti domestici della Valle d Aosta. VALDIGNE ENERGIE S.r.l., costituita nel gennaio del 2005, con i comuni di Pré-Saint-Didier, La Thuile e Courmayeur, ha lo scopo di realizzare e gestire i nuovi impianti idroelettrici sulla Dora di La Thuile: l impianto di Faubourg, caratterizzato da una produzione media attesa stimata di 35 GWh all anno e l impianto di Torrent, che, con una galleria di 4.300 metri di lunghezza e un cambio di pendenza da 19% a 0,05% lungo il suo percorso, è un esempio di opera ingegneristica di notevole portata. La produzione annua è prevista in 50 GWh. RAL S.r.l. è stata costituita a maggio del 2009 da Renergetica Srl, ma nel dicembre dello stesso anno CVA ne acquisisce il controllo. RAL gestisce la realizzazione di uno dei più importanti impianti fotovoltaici a terra del nord Italia, quello realizzato ad Alessandria, su un terreno che si estende per 15 ettari, caratterizzato da una potenza massima di 7,3 MW e una produzione annua complessiva stimata intorno agli 8 GWh. Sempre nel solare CVA ha avviato la realizzazione, nel corso del 2009, del primo impianto solare a terra in Valle d Aosta: è quello di località La Tour, nel Comune di Quart, con una potenza massima di 178 kw. CVA sta guardando anche all energia eolica, con Saint Denis Vento. Quest ultima è stata costituita nel dicembre del 2009 e da aprile 2010 è compartecipata al 50% tra CVA S.p.A. e Ravano Power S.r.l. La società si preoccuperà della realizzazione del campo eolico di 3 MW nel Comune di Saint-Denis, non appena giungerà al termine l iter di autorizzazioni, previsto per la fine del 2010. Il Gruppo CVA guarda con ottimismo al futuro. L obiettivo primario è di preservare, migliorare ed ampliare il parco centrali presente in Valle d Aosta. Il piano di investimento per i prossimi anni è ambizioso, ma anche le opportunità che il mercato nazionale è in grado di offrire sono vagliate attentamente dalla società. Perché l azienda è un organismo vitale e, con la crescita ed il continuo confronto con gli stimoli esterni, un organismo si rafforza e rimane giovane. 44 45

eaux de la vallée. energia pura 46 47

100% idroelettrico Il marchio EAUX DE LA VALLÉE - Energia pura testimonia l impiego di energia al 100% pulita, prodotta dagli impianti di CVA, attraverso l utilizzo dell acqua proveniente dalla Valle d Aosta. Questo marchio, che richiama nel suo nome e nella sua grafica gli elementi caratterizzanti dell energia prodotta da CVA, vale a dire la montagna e l acqua, nasce con il duplice intento di contrassegnare con un tratto distintivo l energia di CVA come energia da fonte rinnovabile, priva di emissione di CO 2 e, contestualmente, di offrire ai soci dei consorzi IDROENERGIA e IDROELETTRICA che utilizzano gli impianti di CVA la possibilità di comunicare, sia all interno delle loro aziende sia ai loro consumatori finali, la loro scelta di utilizzare energia pulita. L utilizzo del marchio EAUX DE LA VALLÉE testimonia così un attenzione condivisa, sia da parte del produttore sia da parte del consumatore, ai temi di salvaguardia ambientale e sottolinea i benefici legati alla produzione e al consumo di energia da fonte rinnovabile. La scelta di un energia in armonia con l ecosistema si sposa, infatti, con l esigenza di ridurre le emissioni di inquinanti immesse annualmente nell atmosfera, di contribuire all utilizzo e allo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile, di preservare il territorio e i suoi equilibri per le generazioni presenti e future. A tale scopo CVA si impegna, al suo interno, anche al rispetto di una politica ambientale e di specifiche procedure che consentono di ottenere ogni anno la certificazione ISO 14001 di tutti i suoi impianti. Oltre a porre in giusta evidenza l attenzione ambientale, EAUX DE LA VALLÉE rispetta anche la regola fondamentale di un sistema basato sulla qualità totale, ossia quella della ricerca continua di un ampliamento e di un miglioramento dei servizi offerti ai propri clienti. Con una semplice procedura di autorizzazione, il marchio può essere ceduto, in licenza d uso, alle aziende rifornite da IDROENERGIA ed IDROELETTRICA che ne facciano richiesta, per essere utilizzato sul packaging dei loro prodotti, sui materiali promozionali o informativi, così come presso i punti vendita, nelle filiali e negli uffici di rappresentanza, per evidenziare l utilizzo di energia da fonte pulita e testimoniare, in questo modo, una scelta di valore e di concreto impegno ambientale. 48 49

cva. centrali, dighe, bacini 50 51

presenza diffusa SVIZZERA FRANCIA DIGA DEL GOILLET DIGA DI GABIET PERRÈRES diga di PLACE MOULIN DIGA DI CIGNANA senz altro inconsueto, ma che presenta aspetti di indubbio interesse e che, per certi versi, potrà sorprendere. Oggi le centrali e tutti gli altri luoghi della produzione idroelettrica sono infatti carichi di nuovi significati e possono acquistare una valenza anche paesaggistica e culturale. L impianto non si limita più solo al suo originario ruolo produttivo, ma si trasforma in bene prezioso, patrimonio di tutti: diventa meta di piacevoli escursioni e persino strumento di apprendimento sul campo, in occasione di visite guidate aperte al grande pubblico. Compagnia Valdostana delle Acque è proprietaria sul territorio valdostano di 30 centrali idroelettriche, che hanno una potenza nominale complessiva pari a 908 MW: sedici impianti di tipo fluente, nove impianti a bacino e cinque impianti a serbatoio compongono nello specifico questa realtà che produce ogni anno circa 2.700 GWh di energia pulita. Le centrali idroelettriche di CVA con le loro dighe, i loro bacini artificiali e i loro canali adduttori sono distribuite capillarmente in tutte le vallate della regione. Tutte queste installazioni sono percepite dalla popolazione locale come parte integrante del paesaggio naturale della loro terra e più in generale della cultura della montagna. È questo un vero e proprio patrimonio all aria aperta, che rappresenta una testimonianza d eccezione di un attività umana intensa nel quadro delle vicende economiche del XX secolo della Valle d Aosta. Gli impianti di tipo fluente sono quelli di Aymavilles, Bard, Champdepraz, Hône 1 e 2, Montjovet, Quincinetto, Verrès, Issime nei Comuni omonimi e di Quart nel Comune di Nus; e ancora quelli di Chavonne a Villeneuve, Grand Eyvia a Aymavilles, Lillaz a Cogne, Saint-Clair a Châtillon, Sendren a Gressoney-Saint-Jean e Signayes ad Aosta. Sono invece impianti a bacino quelli di Champagne 1 e 2 a Villeneuve, Châtillon, Pont-Saint-Martin, Covalou ad Antey-Saint-André, Nus, Isollaz a Challand-Saint-Victor, Maën Marmore a Valtournenche e Zuino a Gaby. Concludono la lista gli impianti a serbatoio dei Comuni di Valtournenche (Maën Cignana e Perrères), di Avise, di Valpelline e di Gressoney-La-Trinité. Nelle pagine seguenti si propone un ideale percorso di visita ad alcuni impianti di CVA, tra i più rappresentativi per tipologia e localizzazione, che è sempre strategica rispetto alle esigenze del territorio circostante. Si tratta di un itinerario GRESSONEY MAËN (Cignana, Marmore) valpelline SENDREN COVALOU SIGNAYES CHÂTILLON QUART GRAND EYVIA AVISE NUS AYMAVILLES SAINT-CLAIR MONTJOVET CHAVONNE CHAMPAGNE 1 ISSIME VERRÈS CHAMPDEPRAZ CHAMPAGNE 2 HONE 1 HONE 2 Diga di Beauregard ZUINO ISOLLAZ LILLAZ Bard PONT-SAINT-MARTIN QUINCINETTO 2 IMPIANTI A SERBATOIO IMPIANTI A BACINO IMPIANTI A FLUENTE DIGHE VA L L E D A O S TA centrale può allora rivelarsi un occasione sorprendente, persino sotto il profilo storico, architettonico ed artistico. Le centrali possono quindi costituire una valida risorsa capace di incrementare, in maniera autonoma ed originale, l offerta di una regione ad alta vocazione turistica. Le dighe e le centrali possono essere valorizzate e messe, per quanto è possibile, a disposizione di tutti tramite l organizzazione di visite per gruppi, eventi promozionali di varia natura, punti espositivi e allestimenti di mostre temporanee, che utilizzano i vasti spazi e le sale degli impianti più interessanti dal punto di vista costruttivo e storico; la visita ad una 52 53

diga di beauregard valgrisenche La Valgrisenche, il territorio meno antropizzato e più nevoso dell intera Valle d Aosta, riserva autentiche sorprese al turista occasionale e all escursionista esperto, per la ricchezza e la varietà dei suoi itinerari, ancora poco conosciuti, che toccano rifugi e bivacchi montani, laghi di alta quota, fortificazioni della seconda guerra mondiale, cime poco note. A tutto questo si aggiunge l imponente, spettacolare diga di Beauregard, la seconda per dimensioni della Valle d Aosta, che sbarra il corso della Dora di Valgrisenche a 1.695 m slm, poco a monte del capoluogo. Per la sua costruzione, in vista della realizzazione del serbatoio stagionale della centrale di Avise, furono evacuate in via definitiva le due frazioni di Beauregard e Fornet, le cui case vennero poi sommerse dalle acque del lago. Ultimata a metà degli anni Cinquanta, la diga fu superata in dimensioni, qualche anno dopo, solo dalla diga di Place Moulin nella Valpelline. Dal punto più basso delle fondazioni l opera muraria si eleva per un altezza totale di 132 metri. Realizzata con una struttura ad arco gravità, simmetrica, a doppia curvatura, la diga si appoggia sui due versanti della vallata, unendoli con una strada di raccordo percorribile in tutta la sua lunghezza, che consente magnifiche e inconsuete vedute della struttura del paramento di monte e delle grandi opere di scarico, che nelle altre dighe sono normalmente sommerse dalle acque. Per la realizzazione della diga sono stati impiegati 430.000 m 3 di calcestruzzo. Essa è collegata alla centrale con un canale derivatore in galleria in pressione, della lunghezza di 11.340 metri, e da una condotta forzata di 1.580 metri. La diga venne progettata inizialmente per una capacità utile di 70.000.000 m 3 per l apporto del suo bacino imbrifero di 94 km 2. Per aumentare la produzione annua di energia, nel 1985 si conclusero i lavori di captazione di tre rii affluenti di destra della Dora di Valgrisenche, con immissione diretta delle loro acque, attraverso pozzi profondi fino a 100 metri, nel canale derivatore in pressione e un aumento delle dimensioni del bacino imbrifero sino a 110 km 2. Purtroppo la diga ha conosciuto, fin dalle prove di collaudo della fine degli anni Cinquanta, delle limitazioni di invaso sempre più restrittive a causa dell insorgere di un evidente instabilità della sponda orografica sinistra, tuttora in corso. L opera muraria che sbarra la vallata, oggetto di monitoraggio costante sul suo comportamento statico, è stata presto posta in sicurezza con una riduzione al minimo dell invaso. Oggi il serbatoio è esercito in modo praticamente fluente con una capacità di poco più di 2.000.000 m 3 di acqua. Il progetto di recupero dell opera di sbarramento, che ne ridurrà le dimensioni, prevede il taglio della diga per un altezza di cinquanta metri con finalità di salvaguardia dell integrità dell ambiente e degli insediamenti montani, in particolare mantenendo la funzione di laminazione delle piene. Nel frattempo, la struttura si è proposta in questi anni come una apprezzata palestra di arrampicata artificiale a livello internazionale, recuperando, al di là della sua finalità statica, una funzione sportiva e ludica di primo piano. 54 55