L. Lupária (a cura di), Lo statuto europeo delle vittime di reato. Modelli di tutela tra diritto dell Unione e buone pratiche nazionali.



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L. Lupária (a cura di), Lo statuto europeo delle vittime di reato. Modelli di tutela tra diritto dell Unione e buone pratiche nazionali.

GIUSTIZIA PENALE EUROPEA Diretta da S. Allegrezza, M. Gialuz, K. Ligeti, L. Lupária, G. Ormazabal, R. Parizot 2

LO STATUTO EUROPEO DELLE VITTIME DI REATO Modelli di tutela tra diritto dell Unione e buone pratiche nazionali a cura di Luca Lupária 2015

Progetto di ricerca Good practices for protecting victims inside and outside the criminal process, finanziato dalla Commissione europea nel quadro del programma Criminal Justice (JUST/2011/JPEN/AG/2901) - www.protectingvictims.eu. PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA Copyright 2015 Wolters Kluwer Italia Srl ISBN 978-88-13-34078-0 PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, Copyright con qualsiasi 2015 Wolters mezzo (compresi Kluwer Italia i microfilm Srl e le copie fotostatiche), sono riservati per tutti i Paesi. Le fotocopie per uso personale ISBN del lettore 978-88-13-34078-0 possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso I diritti previsto di traduzione, dall art. 68, di commi memorizzazione 4 e 5 della legge elettronica, 22 aprile di1941, riproduzione n. 633. e di adattamento riproduzioni totale o parziale, diverse da conquelle qualsiasi sopra mezzo indicate (compresi (per usoi non microfilm personale e copie cioè, foto- a ti- Le tolo statiche), esemplificativo, sono riservati commerciale, per tutti i Paesi. economico o professionale e/o oltre il limite del Le fotocopie 15%) potranno per usoavvenire personale solo delalettore seguito possono di specifica essereautorizzazione effettuate nei limiti rilasciata del 15% da EDISER di ciascunsrl, volume/fascicolo società di servizi didell Associazione periodico dietro pagamento Italiana Editori, alla SIAE attraverso del compenso previsto CLEARedi dall art. Centro 68, commi Licenze4 ee Autorizzazioni 5 della legge 22Riproduzioni aprile 1941, Editoriali. n. 633. Informa- il marchizioni: www.clearedi.org. Le riproduzioni diverse da quelle sopra indicate (per uso non personale cioè, a titolo esemplificativo, dei testi, commerciale, anche se curata economico scrupolosa o professionale attenzione, e/o nonoltre può compor- il limite L elaborazione tare del 15%) specifiche potranno responsabilità avvenireper soloeventuali a seguitoinvolontari di specifica errori autorizzazione o inesattezze. rilasciata da EDISER Srl, società di servizi dell Associazione Italiana Editori, attraverso il marchio CLEARedi Centro Licenze e Autorizzazioni Riproduzioni Editoriali. Informazioni: www.clearedi.org. L elaborazione dei testi, anche se curata con scrupolosa attenzione, non può comportare specifiche responsabilità per eventuali involontari errori o inesattezze. Stampato in Italia - Printed in Italy Stampato da GECA s.r.l. - Via Monferrato, 54-20098 San Giuliano Milanese (MI) Stampato in Italia - Printed in Italy Stampato da GECA s.r.l. - Via Monferrato, 54-20098 San Giuliano Milanese (MI)

INDICE DELL OPERA INTRODUZIONE di Luca Lupária... pag. XVII PARTE PRIMA VITTIME DI REATO E GIUSTIZIA PENALE: INDICAZIONI SOVRANAZIONALI E PROBLEMI DI FONDO CAPITOLO I IL RUOLO DELLA VITTIMA NELLA DIRETTIVA 2012/29/UE di Silvia Allegrezza 1. Evoluzioni e involuzioni della tutela della vittima: cenni al contesto normativo europeo... pag. 3 2. Principi generali, definizioni e obiettivi...» 5 3. Diritto all informazione e assistenza...» 8 4. Diritto di accesso ai servizi di assistenza alle vittime...» 12 5. Diritto alla partecipazione al procedimento penale...» 13 6. Diritto alla protezione...» 16 7. Tutela individualizzata e protezione dalla vittimizzazione secondaria...» 17 CAPITOLO II LA PROTEZIONE DELLA VITTIMA TRA CORTE EDU E CORTE DI GIUSTIZIA di Mitja Gialuz 1. Premessa... pag. 19 2. La giurisprudenza della Corte di giustizia: i confini della nozione di vittima...» 20 3. (segue): la posizione della vittima nel processo e i suoi diritti...» 22 4. La Corte di Strasburgo: alla ricerca di un equilibrio tra protezione della vittima vulnerabile e fair trial...» 24

VI INDICE DELL OPERA 5. (segue): gli obblighi di criminalizzazione e di indagine a tutela della vittima... pag. 27 CAPITOLO III LE CONVENZIONI DI LANZAROTE E ISTANBUL: UN QUADRO D INSIEME di Stefania Martelli 1. La Convenzione di Lanzarote... pag. 31 2. La Convenzione di Istanbul...» 38 CAPITOLO IV VITTIME E GIUSTIZIA PENALE INTERNAZIONALE di Chantal Meloni 1. Lo statuto delle vittime davanti ai tribunali penali internazionali del passato: cenni... pag. 45 2. Ruolo e partecipazione delle vittime davanti alla Corte Penale Internazionale...» 50 2.1. La nozione di vittima ai sensi dello Statuto di Roma...» 51 2.2. Breve inquadramento del sistema di partecipazione e protezione...» 56 3. Ratio della partecipazione e ruolo delle vittime alla luce delle peculiari caratteristiche dei tribunali internazionali...» 59 CAPITOLO V LA VITTIMA COME TESTIMONE di Giulio Illuminati 1. La vittima in veste di soggetto del processo...» 63 2. La testimonianza della vittima come facoltà e come dovere...» 65 3. Diritto della vittima di essere ascoltata e testimonianza» 66 4. Vittima vulnerabile e misure di protezione...» 68 5. Testimonianza e vittimizzazione secondaria...» 71 6. Il contraddittorio attenuato...» 74 7. Valutazione della testimonianza...» 76

INDICE DELL OPERA VII PARTE SECONDA LA POSIZIONE DELLA VITTIMA NEI SISTEMI PROCESSUALI EUROPEI CAPITOLO VI LA PARTECIPAZIONE DELLE VITTIME NEL PROCESSO PENALE FRANCESE: STATO DEI LUOGHI E NUOVI SCENARI di Mathieu Jacquelin 1. Introduzione... pag. 81 2. Le prerogative procedurali...» 84 2.1. Il diritto di essere sentiti e di poter fornire elementi di prova...» 84 2.2. Il diritto di chiedere il riesame in caso di non esercizio dell azione penale...» 89 3. Le prospettive patrimoniali della vittima...» 92 3.1. Il diritto alla restituzione dei beni sequestrati...» 92 3.2. Il diritto di ottenere una decisione in merito al risarcimento da parte dell autore del reato...» 95 CAPITOLO VII IL SISTEMA ITALIANO DI TUTELA DELLA VITTIMA DEL REATO: ANALISI E PROSPETTIVE di Guido Todaro 1. Premessa... pag. 99 2. Gli obblighi informativi...» 100 3. La partecipazione della vittima al procedimento...» 103 4. Il diritto di essere sentiti: il paradosso dell incidente probatorio...» 109 CAPITOLO VIII LA PERSONA OFFESA IN SPAGNA ALLA LUCE DEL PROGETTO DI LEGGE SULLO STATUTO PROCESSUALE DELLA VITTIMA DI REATO di Juan Burgos Ladrόn de Guevara 1. Introduzione... pag. 115 2. Diritti comuni della vittima...» 117 3. La protezione e il riconoscimento della vittima...» 120

VIII INDICE DELL OPERA 4. Conclusioni... pag. 125 CAPITOLO IX DIRITTO DELLA VITTIMA DI PARTECIPARE AL PROCESSO E ACUSACIÓN PARTICULAR NELLA PROCEDURA PENALE SPAGNOLA di Ángel Tinoco Pastrana 1. Premesse... pag. 127 2. L'accusa privata...» 128 2.1. Introduzione...» 128 2.2. Legittimazione...» 131 2.3. Requisiti di attività...» 132 2.4. Spese del procedimento...» 134 3. Il diritto di informazione e partecipazione della vittima che non è acusador particular...» 134 PARTE TERZA LE NORME MINIME CONTENUTE NELLA DIRETTIVA 29/2012 E LE RISPOSTE NAZIONALI: UN ANALISI COMPARATIVA SEZIONE PRIMA LA GIUSTIZIA RIPARATIVA CAPITOLO X LA GIUSTIZIA RIPARATIVA IN FRANCIA QUADRO ATTUALE E IPOTESI DI SVILUPPO di Marc Toullier 1. Un approccio diverso alla giustizia... pag. 140 2. Altri mezzi per garantire la giustizia...» 141 3. L assenza di un riconoscimento ufficiale della giustizia riparativa nel diritto francese...» 141 4. Le aspettative legate allo sviluppo della giustizia riparativa nel diritto internazionale ed europeo...» 142 5. La disciplina della giustizia riparativa nella direttiva...» 143 6. Approccio del problema...» 143 7. Il recepimento della giustizia riparativa nel diritto francese...» 144 7.1. Un apertura reale. La consacrazione della mediazione penale...» 144

INDICE DELL OPERA IX 7.2. Lo scarso ricorso alla mediazione penale... pag. 145 7.3. Le manifestazioni indirette di apertura alla giustizia riparativa...» 145 8. Un apertura insufficiente. Le mancanze intrinseche del diritto francese...» 146 8.1. Necessità di ridimensionare tali mancanze alla luce del contenuto della direttiva...» 147 8.2. Uno stato dei luoghi insoddisfacente...» 148 9. Il rinnovamento della giustizia riparativa nel diritto francese...» 148 10. Una questione di fini. La ricerca di un equilibrio tra le finalità della giustizia riparativa...» 148 10.1. Allontanamento dall ossessione di una giustizia diretta al solo autore del reato...» 149 10.2. Nuovi percorsi...» 149 10.3. Evitare la compassione eccessiva per le vittime di reati...» 150 11. Una questione di mezzi. La creazione di misure di giustizia riparativa...» 151 11.1. Riformare le sanzioni penali e l esecuzione delle pene alla luce della filosofia della giustizia riparativa...» 151 11.2. Sviluppare la formazione professionale...» 152 12. Prospettive incoraggianti...» 152 CAPITOLO XI ESPERIMENTI DI GIUSTIZIA RIPARATIVA NELL ORDINAMENTO ITALIANO di Martina Cagossi 1. Brevi premesse in tema di restorative justice... pag. 153 2. Il difficile inserimento di pratiche mediative all interno del procedimento penale italiano...» 155 2.1. Dubbi di legittimità costituzionale...» 157 3. Le prime ipotesi di giustizia riparativa nell ordinamento italiano...» 158 3.1. La mediazione nell ambito della giustizia penale minorile...» 159 3.2. Tentativi di conciliazione innanzi al giudice di pace...» 160 4. Il nuovo istituto della messa alla prova per adulti e l ingresso del termine mediazione nel Codice di procedura penale italiano...» 162

X INDICE DELL OPERA CAPITOLO XII LA GIUSTIZIA RIPARATIVA NEL SISTEMA SPAGNOLO di Mar Jimeno Bulnes 1. Introduzione... pag. 165 2. Normativa attuale...» 168 3. Proposte di legge...» 177 4. Conclusioni...» 179 CAPITOLO XIII NOTAZIONI COMPARATE di Michele Caianiello 1. Punti in comune e differenze... pag. 183 2. Alle radici del problema?...» 185 SEZIONE SECONDA LA VIOLENZA DI GENERE CAPITOLO XIV LE MISURE DI PROTEZIONE DELLE VITTIME DI VIOLENZE CONIUGALI IN FRANCIA di Julie Alix 1. Premessa... pag. 191 2. Il fondamento del sistema di protezione...» 192 2.1. Il contesto sociologico...» 192 2.2. Il contesto giuridico...» 194 3. Il contenuto delle disposizioni di protezione nel diritto francese...» 198 3.1. La protezione mediante allontanamento...» 199 3.2. La protezione mediante privazione della libertà..» 203 CAPITOLO XV VITTIME DI VIOLENZA DOMESTICA E SISTEMA PENALE ITALIANO di Silvia Allegrezza e Stefania Martelli 1. Refusi culturali e disagi contemporanei: verso una politica penale vittimocentrica?... pag. 207

INDICE DELL OPERA XI 2. La protezione penale della vittima: analisi delle modifiche apportate al diritto penale sostanziale... pag. 210 3. Il quadro delle modifiche al diritto processuale penale.» 213 CAPITOLO XVI VIOLENZA DI GENERE E GIUSTIZIA PENALE IN SPAGNA di Carmen Requejo Conde 1. Introduzione... pag. 221 2. Il trattamento della vittima di violenza di genere nel Codice penale spagnolo...» 221 3. La vittima di violenza domestica nel Progetto di Legge organica del Codice penale spagnolo...» 229 4. La protezione delle vittime di violenza di genere nella direttiva del 2012 e nel progetto spagnolo per uno statuto della vittima di reato...» 232 CAPITOLO XVII NOTAZIONI COMPARATE di Luca Luparia 1. La violenza di genere: un laboratorio per la tutela della vittima o un fattore di disequilibrio per il sistema penale?... pag. 237 2. Punti d incontro e distanze incolmabili tra modelli europei alla luce dell analisi comparativa...» 239 3. Riflessioni conclusive...» 242 SEZIONE TERZA LE VITTIME VULNERABILI CAPITOLO XVIII IL TRATTAMENTO DELLE VITTIME CON ESIGENZE SPECIFICHE (IN PARTICOLARE I MINORI) NEL SISTEMA FRANCESE di Sabrina Delattre 1. Introduzione... pag. 245 2. Punti in cui la Francia consegue una buona pagella...» 248 2.1. Disposizioni francesi conformi alla direttiva...» 248

XII INDICE DELL OPERA 2.2. Disposizioni francesi ancora più tutelanti delle norme minime della Direttiva... pag. 250 3. Punti in cui per l'attuazione della direttiva occorrono modifiche o miglioramenti...» 251 3.1. Il limitato campo di applicazione del quadro normativo francese...» 251 3.2. Verso un procedimento giudiziario a misura di minore?...» 252 4. Conclusione: le buone prassi...» 254 CAPITOLO XIX EPPUR SI MUOVE: LA TUTELA DELLE VITTIME PARTICOLARMENTE VULNERABILI NEL PROCESSO PENALE ITALIANO di Hervé Belluta 1. Fotogrammi di un sistema dinamico... pag. 257 2. La tutela della fonte vulnerabile durante le indagini preliminari...» 261 3. L incidente probatorio...» 263 4. Il dibattimento: tra letture e oralità...» 265 5. La protezione della vittima dall imputato...» 268 CAPITOLO XX IL MINORE VITTIMA DI AGGRESSIONE E ABUSO SESSUALE DOPO LA RIFORMA DEL CODICE PENALE SPAGNOLO di Antonia Monge Fernandez 1. Introduzione... pag. 271 2. Abuso e aggressione sessuale di minori di quindici anni...» 275 2.1. Aggressione sessuale...» 277 2.2. Abuso sessuale...» 277 2.2.1. La questione del contatto fisico...» 278 2.2.2. L assenza di violenza o intimidazione...» 280 2.2.3. Il consenso della vittima...» 280 3. La costrizione di un minore ad avere incontri sessuali..» 283 4. Child grooming...» 283

INDICE DELL OPERA XIII CAPITOLO XXI NOTAZIONI COMPARATE di Raphaële Parizot 1. Come intendere le vittime con specifiche esigenze di protezione?... pag. 287 2. Come prendere in considerazione le vittime con specifiche esigenze di protezione?...» 289 SEZIONE QUARTA RISARCIMENTO E INDENNIZZO DELLE VITTIME CAPITOLO XXII L INDENNIZZAZIONE DELLE VITTIME DI REATO IN FRANCIA di Isabelle Sadowski 1. Introduzione... pag. 293 2. Presentazione del sistema di indennizzo delle vittime in Francia...» 295 2.1. La pietra angolare per l indennizzo delle vittime di reato: il FGTI...» 296 2.2. Un sistema in linea con le aspettative delle vittime...» 298 3. Conformità alle esigenze europee? I primi testi europei sull indennizzo delle vittime...» 300 3.1. Le conquiste recenti e la direttiva del 25 ottobre 2012...» 300 4. Una sfida importante: l efficacia del diritto al risarcimento delle vittime...» 301 4.1. Il ruolo delle organizzazioni di aiuto alle vittime» 302 5. Per concludere...» 304 CAPITOLO XXIII IL RISARCIMENTO DEL DANNO DA REATO NEL SISTEMA PENALE ITALIANO A FRONTE DEI VINCOLI EUROPEI di Marco Scoletta 1. Gli obblighi risarcitori nelle fonti normative dell Unione Europea... pag. 307

XIV INDICE DELL OPERA 2. La previsione del risarcimento del danno da reato nell ordinamento penale italiano... pag. 308 3. L effettività della tutela risarcitoria e la politica dei fondi di solidarietà...» 310 4. L attuazione delle Direttiva 2004/80/CE e i dubbi di discriminazione al rovescio nella disciplina indennitaria...» 312 5. Gli istituti premiali di incoraggiamento del risarcimento del danno da reato...» 314 CAPITOLO XXIV IL RISARCIMENTO DELLA VITTIMA NEL PROCEDIMENTO PENALE SPAGNOLO di Ana Ochoa Casteleiro 1. Premessa... pag. 323 2. Diritto della vittima al risarcimento nel processo penale...» 324 3. La responsabilità civile derivante da reato nell ordinamento spagnolo...» 324 3.1. Aspetti processuali della responsabilità civile...» 325 3.2. Aspetti sostanziali. Contenuto della responsabilità civile...» 237 3.2.1. Quantificazione del danno...» 327 3.2.2. Persone civilmente responsabili nei confronti della vittima di reato...» 328 4. Modalità di adempimento...» 330 5. La protezione della vittima in ambito penitenziario in relazione alla responsabilità civile...» 331 6. Conclusioni...» 332 CAPITOLO XXV NOTAZIONI COMPARATE di Juan Burgos Ladrón de Guevara 1. Confronto tra gli ordinamenti oggetto di studio... pag. 333 2. Conclusioni...» 336

INDICE DELL OPERA XV CONCLUSIONI QUALI BUONE PRASSI IN MATERIA DI PROTEZIONE DELLE VITTIME? di Luca Lupária e Raphaële Parizot 1. Una premessa sul metodo... pag. 337 2. Alla ricerca di buone pratiche nel panorama comparativo...» 338 2.1. L informazione e il sostegno delle vittime...» 340 2.2. La partecipazione della vittima al procedimento penale...» 341 2.3. Opinione pubblica e vittima del reato...» 343 3. Conclusioni...» 345

INTRODUZIONE di Luca Lupária La presente Opera costituisce uno dei principali risultati scientifici del progetto Good practices for protecting victims inside and outside the criminal process, finanziato dalla Commissione europea nel quadro del programma Criminal Justice (Just/2011/JPEN/AG/2901). La ricerca è stata diretta dallo scrivente e condotta dall Università degli Studi di Milano in collaborazione con l Università di Bologna (prof.ssa Silvia Allegrezza), l Universidad de Sevilla (prof. Juan Burgos Ladrón de Guevara) e l Association de Recherches Pénales Européennes di Parigi (prof.ssa Raphaële Parizot). Le singole unità di investigazione, oltre che dai coordinatori, sono state composte da vari professori e cultori di discipline penalistiche: Novella Galantini, Marco Scoletta, Chantal Meloni, Martina Cagossi (Milano); Giulio Illuminati, Michele Caianiello, Guido Todaro, Stefania Martelli (Bologna); Antonia Monge Fernandez, Angel Tinoco Pastrana, Carmen Requejo Conde, Ana Ochoa Casteleiro (Siviglia); Julie Alix, Mathieu Jacquelin (ARPE, Parigi). Tra gli ulteriori esiti dell attività scientifica meritano qui un cenno i convegni organizzati a Bologna (L immane concretezza della vittima: buone pratiche e sviluppi normativi alla luce della Direttiva 2012/29/UE, Facoltà di Giurisprudenza, 12 aprile 2013), Siviglia (La protección de la Víctima en la nueva Directiva de la UE y su Estatuto Procesal, Paraninfo dell Università, 7 novembre 2013) e Parigi (La victime dans le procès pénal après la Directive 2012/29/EU. Comparaison des systèmes français, espagnol et italien, Anfiteatro Liard dell Università Sorbona, 27 marzo 2014), oltre alla conferenza internazionale di chiusura del progetto tenutasi a Milano (Vittime di reato e giustizia penale. Standard europei e buone pratiche nazionali, Sala Napoleonica dell Università, 9-10 ottobre 2014). A questi incontri di studio hanno preso parte docenti di

XVIII INTRODUZIONE Università europee e americane, giudici di vari Stati dell Unione, psicologi, avvocati e altri professionisti specializzati nella protezione della persona offesa in ambito processuale ed extragiudiziale. Il volume, diffuso anche all estero nella versione in lingua inglese, si propone di offrire alla Commissione europea e alla comunità degli studiosi una serie di linee interpretative sulla figura della vittima a due anni dalla emanazione della Direttiva n. 29/2012. In un momento storico che vede i Paesi della UE ripensare nel complesso lo statuto della persona offesa nei propri sistemi penali, l esperienza dei tre Paesi oggetto di analisi (Francia, Italia e Spagna) può certamente fornire indicazioni utili anche agli altri membri del partenariato continentale. L intera impostazione del lavoro è stata infatti mirata al raggiungimento di approdi ermeneutici capaci di essere applicati a contesti similari, oltre che orientata verso riflessioni di ampio respiro sui diritti e sulle garanzie da accordare alla vittima, anche in rapporto alla figura dell imputato. Di certo, la Direttiva 2012/29/UE, con il suo pendant di provvedimenti satellite (le Direttive sulla tratta di esseri umani, sulla violenza sessuale, sull ordine di protezione penale, tra le altre) e di accordi internazionali da leggere in maniera congiunta (le Convenzioni di Lanzarote e Istanbul, in particolare) rappresenta per i prossimi anni un vero e proprio snodo per le politiche criminali, di matrice sostanziale e processuale, dei legislatori europei. Non tanto per le singole indicazioni da attuare a livello nazionale (diritti di informazione, assistenza linguistica, accesso alla giustizia, garanzie di protezione, e via discorrendo) quanto per la necessità, imposta dal testo europeo, di definire una chiara posizione sistemica all offeso. È questo forse il compito più difficile per ordinamenti spesso caratterizzati da un posizionamento organico della vittima contraddittorio o incoerente e da una incompiuta ricerca del giusto equilibrio con le fondamentali prerogative dell accusato. Gli scritti qui raccolti sono stati suddivisi in tre sezioni. Una prima è dedicata ai profili di ordine generale, tra i quali l esegesi del contenuto della Direttiva, l esame dei problemi di fondo correlati alla figura della vittima nel processo penale e lo studio delle esperienze maturate sul terreno della giustizia penale internazionale. Una seconda parte esplora lo spettro dei diritti e delle garanzie che i tre sistemi giudiziari presi a modello prevedono in favore delle vittime, con particolare riguardo alle re-

INTRODUZIONE XIX centi riforme approvate e a quelle attualmente in cantiere. La parte finale del volume mira invece a declinare sul piano delle esperienze nazionali quattro specifici aspetti della Direttiva (la giustizia riparativa; la tutela delle vittime della violenza di genere; il trattamento della condizione di vulnerabilità; il diritto al risarcimento del danno), tramite un approccio comparato volto ad individuare tratti comuni e possibilità di trapianti delle soluzioni che hanno dato buona prova nella dimensione operativa e che possono dunque assurgere al ruolo di buone pratiche su scala europea. Confidiamo che questo nostro documento di lavoro possa risultare di qualche utilità per l attuale dibattito circa le forme di recepimento degli standard europei in materia di tutela della vittima e, per altro verso, possa fornire spunti immediatamente fruibili da parte di avvocati, giudici e professionisti impegnati sul campo. L attenzione alle buone pratiche che ha informato tutto il percorso d indagine, infatti, discende proprio dalla consapevolezza che, molto spesso, al di là dei principi magniloquenti e dei congegni processuali ad alto contenuto tecnico, la protezione delle vittime passa attraverso pratiche quotidiane e corrette linee di comportamento da parte degli operatori. È anche su questo terreno che si può misurare la capacità della macchina giudiziale di farsi carico della fragilità psicologica della vittima e del suo bisogno di essere accompagnata, informata e protetta lungo il dipanarsi del processo. Novembre 2014 Prof. Luca Lupária Responsabile scientifico del progetto di ricerca

PARTE PRIMA VITTIME DI REATO E GIUSTIZIA PENALE: INDICAZIONI SOVRANAZIONALI E PROBLEMI DI FONDO

CAPITOLO I IL RUOLO DELLA VITTIMA NELLA DIRETTIVA 2012/29/UE di Silvia Allegrezza SOMMARIO: 1. Evoluzioni e involuzioni della tutela della vittima: cenni al contesto normativo europeo. 2. Principi generali, definizioni e obiettivi. 3. Diritto all informazione e assistenza. 4. Diritto di accesso ai servizi di assistenza alle vittime. 5. Diritto alla partecipazione al procedimento penale. 6. Diritto alla protezione. 7. Tutela individualizzata e protezione dalla vittimizzazione secondaria. 1. Evoluzioni e involuzioni della tutela della vittima: cenni al contesto normativo europeo La protezione penale della vittima resta una priorità dell Unione e la direttiva 2012/29/UE lo conferma. Primo soggetto processuale a ricevere tutela penale dal diritto comunitario, in forza della decisione quadro 2001/220/GAI 1, la persona offesa trova oggi ribaditi e rafforzati dalla suddetta direttiva i diritti e le garanzie già riconosciute alla stessa dalla previgente decisione quadro. Anzi, la direttiva in oggetto intensifica la spinta europea affinché la giustizia penale diventi sempre più un momento di inclusione, un forum per tutte le vittime 2. 1 Oltre che da altri testi normativi quali la direttiva 2004/80/CE del 29 aprile 2004 relativa all indennizzo delle vittime di reato nelle situazioni transfrontaliere, su cui si veda R. MASTROIANNI, Un inadempimento odioso: la direttiva sulla tutela delle vittime dei reati, in Quad. cost., 2008, p. 406. Per un analisi della decisione-quadro, v. S. ALLEGREZZA-H. BELLUTA, M. GIALUZ, L. LUPARIA, Lo scudo e la spada. Esigenze di protezione e poteri delle vittime nel processo penale tra Europa e Italia, Torino, 2012; D. SAVY, La vittima dei reati nell Unione europea. Le esigenze di tutela dei diritti fondamentali e la complementarietà della disciplina penale e civile, Milano, 2013, p. 37. 2 L. CORNACCHIA, Vittime e giustizia penale, in Riv. it. dir. proc. pen., 2013, p. 1760. Si noti la convergenza con quanto sostenuto da parte della dot-

4 CAPITOLO I L adozione del Trattato di Lisbona offre una solida base legale per la revisione ed il rafforzamento di quel testo: l art. 82(2) TFUE prevede la possibilità di istituire norme minime per la tutela delle vittime del reato. La successiva road map del Consiglio, adottata a Budapest il 10 giugno 2011, sviluppa le indicazioni del trattato ed invita esplicitamente gli organi comunitari a muoversi in tale direzione. L obiettivo della nuova direttiva è quello di rivedere ed integrare i principi enunciati dalla decisione quadro 3. Emerge sin da subito la particolare attenzione alla violenza contro le donne e contro i bambini in quanto vittime vulnerabili. La nuova direttiva segue, infatti, l adozione di alcuni fondamentali testi in seno al Consiglio d Europa, in particolare la Convenzione di Istanbul e la Convenzione di Lanzarote 4. Anche restando in ambito comunitario in senso stretto, la direttiva non rappresenta l unico testo in favore della vittima. Due direttive del 2011 si occupano di particolari categorie di vittime, nello specifico della tratta di esseri umani, dello sfruttamento sessuale dei minori e della pornografia 5. Un ulteriore iniziativa legislativa si preoccupa di favorire il mutuo riconoscimento delle misure di protezione in materia penale istituendo l ordine europeo di protezione penale, utile strumento processuale al fine di garantire alla vittima la possibilità di essere protetta anche oltre i confini dello Stato di emissione dell ordine 6. trina nordamericana, che parla di victim participation model, cfr. D.E. BE- LOOF, The Third Model of Criminal Process, The Victim Participation Model, in Utah L. Rev., 1999, 2, p. 289 s. Parla esplicitamente di protagonismo, S. LORUSSO, Le conseguenze del reato. Verso un protagonismo della vittima nel processo penale?, in Dir. pen. proc., 2013, p. 881. 3 Considerando n. 4 del Preambolo. 4 Si veda il contributo di S. MARTELLI, Le Convenzioni di Lanzarote e di Istanbul: un quadro complessivo, in questo volume, Capitolo III. 5 Direttiva 2011/36/UE del 5 aprile 2011 concernente la prevenzione e la repressione della tratta di esseri umani e la protezione delle vittime (in tema si vedano T. OBOKATA, A Human Rights Framework to Address Trafficking of Human Beings, in Netherlands Quarterly of Human Rights, v. 24, 3, 2006, p. 379; F. SPIEZIA - M. SIMONATO, La prima direttiva UE di diritto penale sulla tratta di esseri umani, in Cass. pen., 2011, p. 3197 s.) e la direttiva 2011/92/UE del 13 dicembre 2011 relativa alla lotta contro l abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile. 6 Direttiva 2011/99/UE del 13 dicembre 2011 sull ordine di protezione europeo. Cfr. T. JIMÉNEZ BECERRIL - C. ROMERO LOPEZ, The European Protection Order, in Eucrim, 2011, 2, p. 76 s.

IL RUOLO DELLA VITTIMA NELLA DIRETTIVA 2012/29/UE 5 Il testo in esame completa ed arricchisce il quadro normativo europeo offrendo al giudice nazionale la forza intrinseca del nuovo strumento. Non più e non solo l interpretazione conforme al diritto europeo, come accadeva con la previgente decisione quadro dopo la decisione nel caso Pupino, ma anche la diretta applicabilità delle norme self executing della direttiva e nuove chances di ricorrere alla Corte di giustizia. Al passaggio dal modello decisione-quadro al modello direttiva segue infatti un incremento sostanziale della forza di penetrazione dell atto legislativo europeo nei sistemi nazionali. 2. Principi generali, definizioni e obiettivi Il testo in esame muove dalla precisazione del duplice obiettivo perseguito: da un lato, garantire alle vittime informazione, assistenza e protezione adeguate, anche a prescindere dall esistenza di un accertamento penale; dall altro, offrire loro la possibilità di partecipare al procedimento penale. Le due sfere di protezione sembrano però regolate in modo differente. L intensità della tutela offerta varia a seconda dell obiettivo perseguito. Il diritto all informazione e all assistenza riceve un pieno riconoscimento, tanto che la direttiva si esprime sempre all indicativo, quasi ad esprimere la volontà di obbligare gli Stati membri ad adottare alcune misure. Non è consentita, in questo settore, una discrezionalità locale legata alle peculiarità del sistema. Al contrario, si badi, la direttiva non giunge a riconoscere alla vittima un vero e proprio diritto al processo penale 7, né un diritto a partecipare al processo, qualora ve ne sia uno. La direttiva è costellata da clausole di salvaguardia di vario genere: se tale diritto esiste nell ordinamento nazionale, o a seconda del ruolo della vittima nel pertinente sistema giudiziario. Come interpretare tali clausole? Esse disegnano un sistema di tutela a geografia variabile, legata alle coordinate di base dell ordinamento di riferimento, su cui l Unione europea poggia 7 Per una panoramica sul diritto al processo per le vittime nella giurisprudenza della CEDU, v. M. CHIAVARIO, Il «diritto al processo» delle vittime dei reati e la Corte europea dei diritti dell uomo, in Riv. dir. proc., 2001, p. 938. Offre un affresco aggiornato, M. SIMONATO, Deposizione della vittima e giustizia penale, Padova, 2014, p. 53 s. Per un quadro sulle cd. Positive obligations stabilite dalla CEDU, si veda M. KLATT, Positive Obligations under the European Convention on Human Rights, in ZaöRV 71, 2011, p. 691 s.

6 CAPITOLO I la propria opera armonizzatrice senza poterne modificare l essenza. L iniezione di contenuti europei nei sistemi nazionali si deve arrestare di fronte alle scelte nazionali di limitare il ruolo della vittima nella dinamica processuale. Emerge quindi l assenza di una vera opera di armonizzazione sul ruolo della vittima nel rito penale. Sibillina, in proposito, la parte finale del considerando n. 20 in cui si prevede che gli Stati membri dovrebbero stabilire quale di questi criteri si applica per determinare la portata dei diritti previsti dalla presente direttiva, laddove vi sono riferimenti al ruolo della vittima nel pertinente sistema giudiziario penale. Cosa accade, allora, qualora l ordinamento interno non faccia riferimento alcuno alla vittima? Quanto all applicazione temporale dei diritti riconosciuti dalla direttiva, il considerando n. 22 stabilisce che essi decorrano dalla presentazione della denuncia o dall avvio d ufficio delle indagini. Un arco temporale molto ampio risulta affatto opportuno, poiché è noto che la fase di maggior delicatezza per la vittima è proprio quella delle prime indagini e le esigenze di protezione non si arrestano con l esecuzione della condanna definitiva. Sulla scia della precedente decisione quadro del 2001, anche la direttiva in esame offre alcune definizioni generali, fra cui quella di vittima del reato. Il concetto, di matrice criminologica 8, viene infatti diversamente declinato nei sistemi nazionali. È quindi fondamentale chiarire a quali soggetti sia diretta la tutela in chiave comunitaria. Ai sensi dell art. 2(1), sono da considerare vittima sia la «persona fisica che ha subito un danno, anche fisico, mentale o emotivo, o perdite economiche che sono stati causati direttamente da un reato», sia il «familiare di una persona la cui morte è stata causata direttamente da un reato e che ha subito un danno in conseguenza della morte di tale persona» 9. 8 Sul punto si veda T. PITCH, Qualche considerazione sulla nozione di vittima, in A. BOSI - S. MANGHI (a cura di), Lo sguardo della vittima. Nuove sfide alla civiltià delle relazioni. Scritti in onore di Carmine Ventimiglia, Milano, 2009, p. 48; M. SIMONATO, Deposizione della vittima e giustizia penale, cit., p. 13; T. RAFARACI, La tutela della vittima nel sistema penale delle garanzie, in Criminalia, 2010, p. 258, osserva che «[i]l termine, di marca criminologica e di derivazione internazionale, è usato in diversi contesti e non ha contorni di significato nettamente segnati». 9 Vd. art. 2 della direttiva 2012/29/UE (vd. infra, 2.7) la quale specifica che per familiare si deve intendere «il coniuge, la persona che convive