Giornalino scolastico dell I.C. Grazia Deledda di Catania Anno Scolastico 2011-2012

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Giornalino scolastico dell I.C. Grazia Deledda di Catania Anno Scolastico 2011-2012

Sommario del Deledda News Nenie di Natale, Tempo di Natale, Natale in Corsia, Natale nella Scuola dell Infanzia, Feste e tradizioni in Sicilia, La Magia della cartapesta, Il nostro augurio di Buon Natale Bacheca, I migliori scatti LA REDAZIONE Direttore responsabile: Ins. Santa D Amico Dirigente Scolastico: Dott.ssa Maria Cettina Maccarone Hanno collaborato docenti ed alunni di tutte le classe di scuola primaria, dell infanzia e di scuola secondaria di primo grado e gli alunni ed i docenti del plesso Ospedaliero Vittorio Emanuele di Catania. Pubblicazione su www.scuoladeledda.it : Prof. Renato Bellino Redatto e stampato nel laboratorio di Giornalismo dell Istituto Comprensivo Grazia Deledda - Catania

NASCIU LU BAMMINEDDU Nta na notti, scura scura, nta na fridda manciatura, mmenzu l oi e lu scicareddu, annasciu lu Bammineddu. Na stidduzza trepidanti supra a rutta si pusau e lu munnu alluminau. L Angileddu, diligenti arrusbighiau tutti i genti. Pi a strata sdirrupata, caminaru li pasturi e si misuru a circari pi truvari lu Sarvaturi ciuri, aranci e puddastreddi furunu lu prisenti di li picciriddi. Testo collettivo IV B A NUVENA DI NATALI Era na notti fridda e i pasturi erunu nde campagni ppi fari a vaddia e so manniri. Maria parturiu mmpicciriddu ca chiamau Gesù, comu c ava dittu l Angilu Gabrieli. Ncelu ci fu na gran festa d Angili ca glorificavunu Diu e nvitavunu tutti i pasturi a ghiri a vidiri so Figghiu Iddu, u patroni di tuttu l universu, ava nasciutu nda na povira stadda nudu senza nenti sulu nvoi e sciccareddu c erunu pi quariallu. Fora c era na festa tutti l Angili cantavunu : Gloria a Diu na l altu de celi e paci nterra a l omini ca Iddu ama. Dopo 2000 anni di storia da stidda continua ancora a chiamari tutta l umanità. Diu continua a nasciri, no ogni annu, ma ogni ionnu ndo cori di tutti l omini Ogni ionnu è Natali. Lavoro di gruppo IV C

SUNATI Strumenti sunati, la Nuvena felici faciti e aspittamu cu sentimentu la notti di l Avventu. Testo collettivo II A LA TUVAGGHIA DI NATALI L attruvai vurricata ntra robbi vecchi, dintra ncantaranu la tuvagghia di linu a ciuri russi ca me matri stinneva supra ntavulu nicu e scunsintutu sulamenti la notti di Natali. Alliffiava tanticchia pacinziusa e si c era n piliddu ci sciusciava di supra. Vniti tutti a tavola, diceva, vi voli tutti insemula u Bamminu. e taliava cuntenta la famigghia lesti lesti currevunu tutti li puvireddi di lu munnu s assittavunu a tavola e supra la tuvagghia s addumava lu sbrinnuri di tanti stiddi russi omu braci di focu. G. Sciarrone (Poeta) Testo collettivo V B SONNU CA VA E CA VENI Sonnu ca va e sonnu ca veni lu Bammineddu nu sognu veni di stu picciriddu la manuzza teni addummiscemuni sireni. Lavoro di gruppo II C

TANTI NOMI Una mano alla mamma una mano al papà una mano all amico che più solo non sarà. Una mano all anziano che cammina piano piano una mano a tutti i bimbi che vivono lontano. Una mano a tutto il mondo ad ogni paese e città una mano a chi più la pace non ha. Una mano a te una mano a tutti noi, insieme ci sentiremo degli invincibili eroi. Ma fra tutte queste mani una cosa ci sta: un cuore grande grande quanto l immensità. Testo collettivo II B NATALE E Dare una mano a chi un tetto e un pasto caldo non ha; Ascoltare a chi non viene mai sentito; Guardare a chi non viene mai visto amare a chi ti fa del male; Far volare un aquilone a chi non sa come farlo volare; Indicare la bellezza del cielo stellato a chi conosce solo fango avvelenato. Costruire con tutte le tue forze la Pace a chi con le sue debolezze vive la guerra. Ecco adesso che sai quanta ricchezza porta a te il Natale vivilo nel tuo cuore non solo un giorno, ma sempre! Lavoro di gruppo IV A

NINNA NANNA DI LA NOTTI DI NATALI Maria Vergini annacannu a Gesù ca è figghiu so ci dicia accusì cantannu fai la ninna, fai la vo, bedda rosa biancu gigghiu fai la vo, Gesuzzu figghiu. Chi su beddi sti masciddi, ch è amurusa sta vuccuzza, chi su duci sti capiddi, quantu è duci sta vuccuzza. Lu me cori pì tia spinna, fai la vo, fai la ninna ora fatti un sunnuceddu fai la vo, Gesuzzu beddu. Lavoro di gruppo IV D NATALE E Natale è Il sorriso di chi ti sta vicino; un bambino che divide il suo panino; lo sguardo tenero di un cucciolo accudito; la bianca neve che fa sembrare tutto pulito; il fuoco acceso del camino; una mamma che abbraccia il suo bambino. La seconda D unita tutti i dì! Lavoro di gruppo II D

A NUVENA DI NATALI Per celebrare la Novena di Natale, nelle case Siciliane, si prepara a Cona, un icona raffigurante la Sacra Famiglia. A Cona si cunzava che rami, fogghi, frutti d aranciu, mandarini, e i lumii ccù sparaciu niuru. Al calar della sera, duranti a sunata da ciaramedda, a Cona era illuminata con nove lumini uno per ciascun giorno della novena. La presenza dù ciarammiddaru rendeva l atmosfera festosa e tutti i presenti si raccoglievano in preghiera e si raccomandavano à Madunnuzza. Tutto era pronto per celebrare la festa cchiù granni U SANTU NATALI. Lavoro di gruppo III D LO ZAMPOGNARO Lo zampognaro è il suonatore di zampogna detto u ciarammiddaru, pecoraio per mestiere che si presentava con i suoi poveri abiti, scarpe di pelle di capra o di pecora legati con lacci berretto di lana e un tipico, aspro lezzo di formaggio caprino. La zampogna è uno strumento musicale a fiato tradizionale caratterizzato dalla presenza di più canne sonore. Il suono della ciaramedda echeggia nel periodo di Natale, per i vicoli e per le strade, invade le case con la sua melodia dolce e malinconica. Gli antichi suonatori annunciavano la novena dell Immacolata invitando all attesa del Santo Natale. Testo collettivo V D

STORIE DI NATALE La storia del primo Albero di Natale in Italia! Fu la Regina Margherita moglie di Umberto di Savoia, a realizzare il primo Albero di Natale in una sala del Quirinale nel 1800. Da allora tutti gli italiani, a Natale vollero imitare la regina e si addobbarono abeti per abbellire piazze, negozi, uffici, scuole e case. La tradizione continua ancora fino ai nostri giorni. La storia di Babbo Natale! Si dice che Babbo Natale sia San Nicolò: un vecchietto buono con la barba lunga. Era conosciuto solo in Turchia, dove era nato. Il mondo intero lo conobbe nel 1960, quando la Coca Cola prese la sua immagine per pubblicizzare la famosa bevanda. La favola di Babbo Natale racconta che la notte del 24 dicembre porta sotto l Albero di Natale i regali ai bambini e a tutti quanti! Lavoro di gruppo III A NATALE Per tradizione, un tempo si preparava il presepe il giorno dell Immacolata e nel periodo della novena, si invitavano i sunaturi che eseguivano novena e nenie accompagnati da vari strumenti musicali e zampogne. Il Presepe di solito si cunzava con carta tinciuta per allestire le montagne, u sugharu, sparaogna e per completare la scena si aggiungeva un foglio di cartoncino blu, puntiniatu che stidduzzi, u ciumi di pannedda, u lippu e u cuttuni sciusu per fare i fiocchi di neve. Facevano parte di tutta la scena tanti personaggi legati alla cultura popolare e contadina siciliana: l acqualoru cco bummulu, u furnaru, u ricuttaru, u vruccularu, u capraru ccu li pecuri, u piscatori, a lavannara, u vuttaru, u cacciatori cca scupetta, u ciarammiddaru, u scapparu. Completavano la scena la Madonna, San Giuseppe, u voi e l asineddu, l Angileddi e na mangiatura cco Bammineddu, tutti dentro a rutta. Inoltre si cunzava anche a cona composta da una effige della Sacra Famiglia oppure di San Giuseppe che venivano poste all interno delle edicole votive nelle facciate delle abitazioni terrane. La cona si addobbava con rami di carrubo, foglie e frutti di arance, mandarini e limoni, rami di asparagi pungenti, biancospino, e fiocchi di cotone per simulare la neve. In segno di offerta sotto le cone, soprattutto quelle preparate all interno delle abitazioni, si riponevano cufina piene di arance, mandarini, mele cotogne, fichi secchi, meddi (nespole d inverno) dolci preparati in casa ed altro. I ragazzini non resistendo alle tentazioni di tante ghiottonerie piluccavunu n sichitanza cosicché restavano solo gli ornamenti di piante e cesti vuoti: da qui nacque il detto manciarisi na cona cioè mangiare a crepapelle. La serata della novena, dopo la recita del Santo Rosario, suoni, canti e nenie, si concludeva con u ballettu do Bammineddu, cioè una sonata, cantata e ballata dai ragazzini. Testo collettivo VA

LA CUCINA SICILIANA NATALIZIA La cucina siciliana è come la sua terra, vive di sole, di mare, di amore. E di colore accesi, di odori intensi, di contrasti stridenti. Tradizioni gastronomiche antiche e nuove, si fondono insieme per rendere questo periodo dell anno unico. Le tavole vengono imbandite con piatti unici, tali per la grande varietà di ingredienti contenuti in essi per dare vita alle pietanze conosciute anche oltre i confini dell isola. Sono molte le ricette delle pietanze proposte per la notte di Natale, tradizionale è la scacciata, fatta con verdure, tuma, olive nere, cipolla; il pasticcio o il timballo di riso, le anguille arrostite o in umido, le salsiccie. Il dolce è la cassata siciliana, il buccellato e i mustazzoli. Un tempo i buccellati si preparavano a casa delle nonne ed era una vera festa alla quale partecipavano attivamente tutta la famiglia. Si preparava l impasto di fichi secchi, mandorle tostate, zucchero, miele, cannella e vino cotto che serviva da riempimento per il buccellato, che era composto di pasta dolce lievitata a forma di cerchio, di cuore o di pesce. Non mancano, per completare la tavola, cannoli di ricotta, dolci di mandorla, buon vino e frutta secca e il tradizionale panettone. Lavoro di gruppo V C LA SOLIDARIETA E Solidarietà è dare affetto, amore, gentilezza e aiutare chi ha bisogno. Aiutare il prossimo, chi soffre, pensare ai malati, ai sofferenti, è un dovere e bisogna essere uniti. Il Natale è rispetto degli umili, festa di amore e di bontà quindi impariamo a saper donare, perdonare e darsi la mano perché nel mondo ci sia pace, amore, fratellanza e armonia fra tutte le persone. Solidarietà non solo a Natale ma tutti i giorni della nostra vita! Lavoro di gruppo III B NATALE PER SE E PER GLI ALTRI Il dono a cui tutti aspiriamo è la pace e l armonia. Buon Natale a TUTTI! Lavoro di gruppo III C

IL PANETTONE Un Panettone speciale Pace, Amore, Bontà, Carità, Felicità, Generosità Lavoro di gruppo I A LA LUCE DELLA SOLIDARIETA E Natale ogni volta che sorridi ad un fratello e gli tendi la mano! Lavoro di gruppo I B e I C Progetto continuità: Scuola dell Infanzia sez. A/B/C e Scuola Primaria I A Lavoro di gruppo Scuola dell Infanzia sez. A

BAMMINEDDU DUCI DUCI Bammineddu duci duci ti li scacciu e ti li mangi accussì zittu e non chianci. Bammineddu duci e amatu iù ti portu u cucciddatu ti lu mangi in cumpagnia di Giuseppe e di Maria. Lavoro di gruppo degli alunni dell O.V.E.

Lavoro di gruppo Scuola dell Infanzia sez. E Lavoro di gruppo Scuola dell Infanzia sez. B La ricorrenza del Natale offre lo spunto per creare occasioni di collaborazione e di arricchimento culturale creativo e relazionale. Tra i progetti del POF della scuola quelli Per sé e per gli altri e Cultura e tradizioni Siciliane sono stati sviluppati trasversalmente dai tre ordini di grado di scuola del nostro Istituto Comprensivo. I bambini di cinque anni di tutte le sezioni di scuola dell infanzia hanno danzato una canzone popolare siciliana interpretata dai Lautari. I piccoli hanno vissuto un momento di crescita individuale intenso, hanno regalato ai loro genitori e docenti un significativo messaggio di auguri di Natale. Incuriositi e divertiti dal suono del nostro dialetto, con impegno e un po di fatica, i bambini sono riusciti a interpretare una poesia in lingua siciliana, ricordando in modo gioioso che l adesione ai valori della solidarietà e della pace permette di vivere con più gioia le feste natalizie. Il canto per i genitori dal titolo L AUGURI DI NATALI Quannu arriva di Natali la festa, tuttu u munnu perdi la testa. Nun si penza autru ca a cucinari, cattari riali e negozi furriari. Nta stu clima di abbunnanza a cu soffri picca si penza. Così ca vannun nalcuni cassetti o ca finisciunu nne cassonetti. N accugemu ca ntra la grotta ci sta na creatura cc un messaggiu impurtanti. Ca u nostru amuri si po dari a tanti Accussì facemu lu munnu cchiù beddu Ca lu veru Natali è rialari amuri a cu campa ammenzu lu duluri. Accussi nno cori ti sboccia na rosa e sai c a fattu? Na bona cosa

C ERA UNA VOLTA IL NATALE Una volta il Natale era la festa religiosa per eccellenza e non c era l ansia odierna di comprare regali e solo regali, anche inutili, dimenticando spesso i veri valori della vita. In passato il Natale era una delle ricorrenze più importanti dell anno che veniva celebrato sia in famiglia che in pubblico. La più sentita tradizione Natalizia era l allestimento del presepe che veniva preparato da giorno 13 Dicembre in poi. In ogni casa veniva sistemata una grotta con la spina pulici (asparago selvatico che si lavorava piegandolo ad arco ed intrecciandolo), dentro questa grotta su un prato di fresco muschio verde, veniva posta la capanna con la Madonna, San Giuseppe e il Bambinello scaldato dal bue e dall asino; attorno alla capanna venivano disposti i pastori che rappresentavano i mestieri più diffusi in Sicilia. Tra le figure non poteva mancare u spaventatu (l uomo meravigliato per la nascita di Gesù). Il presepe veniva addobbato con frutti di stagione e soprattutto arance e mandarini. La sera accanto al presepe si recitava il Rosario e si cantavano i canti natalizi. La novena si recitava in chiesa. La notte di Natale, come per riscaldare Gesù Bambino infreddolito, si appiccava il fuoco ad un ceppo, u zuccu, che rimaneva acceso per tutta la notte. Lavoro di gruppo 2^ A 2^ B SCUOLA SECONDARIA di I GRADO

STORIA DEL PRESEPE Il Presepe è nato nel 1223 grazie a San Francesco D Assisi, conosciuto per la sua dedizione ai più bisognosi. Poiché il paesino di Greccio gli ricordava tanto Betlemme, pensò di ricreare la notte della nascita di Gesù facendola interpretare dagli abitanti del piccolo centro. Durante gli anni si è poi sviluppata la tradizione di fare il presepe con le varie statuine. Ogni anno per Natale, fra le tante rappresentazioni della natività di Gesù, c è il presepe che rappresenta simbolicamente tanti aspetti. Attraverso la stalla si rappresenta la povertà e la miseria; Giuseppe simboleggia l intelletto, infatti anziché essere geloso e ripudiare Maria si inchina a Dio e ne accetta la volontà. Il significato della stalla, del bue e dell asinello è molto profondo, perché il fiato con il quale i due animali riscaldano il bambin Gesù rappresenta la vita; ciò infatti ci ricorda il soffio mediante il quale Dio ha dato l anima al primo uomo. San Bonifacio deciso a convertire il popolo Tedesco si reca presso una tribù. Trovandola in adorazione di una quercia fece abbattere l albero, convincendo il popolo pagano che non era sacro. La pianta cadendo distrusse tutta la vegetazione e si salvò soltanto un piccolo abete, il quale venne dedicato a Gesù Bambino da Bonifacio. Da questo momento iniziò la tradizione di addobbare l albero prima con le candeline e poi con sempre nuovi oggetti. L albero di Natale con il passar del tempo, si diffuse in tutto il mondo. Altra tradizione Natalizia è quella dello zampognaro che nasce tra i pastori, infatti le zampogne sono la struttura esterna delle pecore. La tradizione natalizia prevede che la famiglia si riunisca per stare insieme, preparare il cenone, e organizzare giochi da tavola. Un altra figura importante e presente in molte culture è Babbo Natale, un vecchio e buono signore che distribuisce i doni ai bambini, di solito la sera della vigilia. Lavoro di gruppo CLASSE I^ B SCUOLA SECONDARIA di I GRADO

IL PRESEPE SICILIANO Sutta a u peri di nucidda, cc è na naca picciridda cci annacaru lu bamminu, San Giuseppi e san Giachinu. Secondo un antico canto siciliano, Gesù Bambino sarebbe venuto al mondo dentro una piccola culla ai piedi di un nocciolo. In Sicilia, la consuetudine di preparare il Presepe era diffusa in ogni ceto sociale e così pure la tradizione di invitare i musicanti ciechi che eseguivano novene e ninnareddi, nei nove giorni antecedenti il Natale. Per celebrare la novena di Natale, nelle case siciliane si preparava a cona ovvero una nichia con una icona raffigurante la Sacra famiglia illuminata da lumini, uno per ogni giorno della novena. Per sottolineare la devozione, la tradizione popolare dedicava il narciso a San Giuseppe, i fiori di maggio alla Madonna, solo più tardi di dedicherà la stella di Natale. C era un presepe, piccolo o grande, in ogni casa ed aveva il compito importante di riunire la famiglia e diffondere l armonia. I presepi erano realizzati con materiali semplici e preferibilmente di terracotta o gesso. In Sicilia l'arte presepiale, pur risentendo degli influssi della scuola napoletana, si differenzia per l'incredibile varietà di stili e materiali impiegati. Nella mappa dei centri siciliani produttori di presepi Palermo, Messina, Trapani, Siracusa, Caltagirone, Acireale, Noto, Ragusa sono le città più note per i maestri che vi hanno operato. La diffusione del presepio in Sicilia si può datare a partire dal secolo XV, periodo in cui era costume rappresentare la nascita di Gesù con statuine tridimensionali mobili. Il Laurana e i Gagini, furono gli interpreti più importanti della scultura presepiale siciliana del periodo. Del 1494 è il gruppo marmoreo realizzato da Andrea Mancino, nella chiesa dell Annunziata a Termini Imerese, considerato la prima opera presepiale siciliana. Il passaggio dalla esecuzione delle figure in pietra a quelle in legno può essere storicamente considerato l'atto di nascita del presepe vero e proprio. Quando si cominciarono ad usare materiali preziosi come l oro, l argento, l avorio e il corallo, l evoluzione del presepe in soprammobile in stile raggiunse il suo culmine. Il più importante centro di produzione di questo tipo di Natività è la zona del trapanese.

Argetieri e corallari diedero vita a un capitolo tutto nuovo e tutto siciliano della storia del presepe, attraverso la manifattura di piccoli gruppi scultorei raffiguranti la Natività inserita fra i ruderi di un edificio classico o nel folto di una rigogliosa vegetazione. La sapiente commistione cromatica dei diversi materiali preziosi: il bianco intenso dell avorio, il rame dorato, il rosso vivo del corallo, i contrastanti riflessi delle lamine d argento sbalzate e delle gemme e degli smalti applicati, ha contribuito a fare, di queste minute ed elaborate composizioni, singolari opere d arte la cui fama ha percorso tutta l Europa. Alle soglie dell Ottocento il presepe, definitivamente uscito dagli ambienti meramente ecclesiastici e aristocratici, comincia ad assumere connotati e caratteri popolari, diventa oggetto domestico rituale, entra anche nelle case delle famiglie meno abbienti, sia in città che nelle campagne. L utilizzo popolare del presepio si deve soprattutto all utilizzo della terracotta. La ceramica popolare ebbe infatti in quegli anni forte sviluppo e con essa l arte dei figurinai, ovvero degli artigiani che dall argilla modellata ricavavano le statuine da presepe. L introduzione degli stampi di gesso nel ciclo di lavorazione fu poi determinante per abbassare i costi e incrementare la produzione in serie delle figurine in terracotta. Da questo fatto tecnico da questo preciso momento può farsi cominciare la storia del presepe popolare con le sue alterne vicende che continuano fino ai nostri giorni. Caltagirone occupa nella storia del presepe popolare un posto di primissimo piano. Qui l arte della ceramica, che può vantare un antichissima tradizione, ha conosciuto uno straordinario sviluppo raggiungendo esiti di estrema raffinatezza. Qui operarono, tra la fine del 700 e la prima metà dell 800, Giacomo Bongiovanni e Giuseppe Vaccaro, rispettivamente zio e nipote, maestri entrambi nell uso dell argilla sovrapposta in forma di sottilissime strisce sul corpo già modellato delle statuine. Lavoro di gruppo CLASSI 2^ A 2^ B SCUOLA SECONDARIA di I GRADO

LE CANZONI ATTORNO AL PRESEPE I mottetti attorno al presepe erano pezzi di ammirevole bravura: Sta calannu la susanedda Sta scinnennu dii li muntagni Cu la cufinedda ntesta di nuciddi e di castagni La susanedda era la contadinella che scendeva dalle montagne col cesto sulla testa zeppo di nocciole e castagne. Il pecoraio portava al Bambino latte e formaggio: C era npoviru picuraru Nenti avia cchi ci purtaru Porta latti nta la cisca Cosicavaddu e tuma frisca. Un altro pecoraio portava al collo: un picureddu ppi ghiucari lu Bammineddu Zufolo e ciaramelle erano gli strumenti principali: lo zampognaro e il pecoraio davano alla liturgia il dono della povera musica natalizia. Lavoro di gruppo CLASSI 2^ A 2^ B SCUOLA SECONDARIA di I GRADO

NATALE NON SOLO SHOPPING! Anche al tempo di Gesù esistevano i regali come quelli portati dai Re Magi. Questa tradizione, nel corso degli anni, si è evoluta arrivando fino ai nostri giorni. Oggi il significato di regalare si è perso è diventata una sola occasione frenetica ed automatica di comprare regali per donarli ad amici e parenti, con la speranza di essere ricambiati con altri regali, che spesso sono superflui. I regali che doniamo e riceviamo vengono riposti sotto l albero pieno di luci e decorazioni, che viene allestito in ognuna delle nostre case, o sotto il presepe che viene preparato in ricordo della Santa Notte del Natale, come quello inscenato da San Francesco d Assisi. Si rendendo così grandi e bambini felici e contenti di ricevere dei regali. Ed allora il Natale dovrebbe essere un occasione per donare affetto, amore e solidarietà anche al prossimo, povero e bisognoso: l altro. Natale è ogni qual volta si dona con disinteresse, in silenzio e si riparte più felici perché hai fatto del bene. La notte di Natale, così come tutto il periodo di festa, rappresenta, quindi, un importante momento di raccoglimento e di preghiera e di gioia che ci accomuna e che ci riunisce tutti insieme per festeggiare la nascita di Gesù. Lavoro di gruppo CLASSE I^ A SCUOLA SECONDARIA di I GRADO

Credo che l esperienza con la cartapesta ci abbia arricchito molto, sia a livello tecnico che emozionale. Vedere qualcosa che, pennellata dopo pennellata, si realizza sotto le tue mani inesperte ma desiderose di creare qualcosa, diventa una emozione grandissima, difficile da descrivere, una cosa unica e indimenticabile, una magia. Quell ammasso privo di consistenza di giornali e cartoni iniziali, non esiste più, al suo posto, c è un presepe che trasmette sensazioni ed emozioni. Sinonimo di questa magia è la collaborazione oppure ancora il senso di squadra. Questa è la vera Magia, non serve altro. Sotto la guida di mani esperte, le nostre meno esperte hanno saputo creare il miracolo: il nostro presepe, la nostra Natività. Quel presepe è fatto di ghiaccio ma scalda e scalderà i cuori; non per niente il progetto si chiama Per sé e per gli altri, e quegli altri sono tutte le persone a cui noi teniamo veramente e tutti coloro che sapranno cogliere il messaggio che questo progetto intende lanciare. E allora, qual è il ruolo della Magia? E il ruolo determinante della collaborazione senza competizione, del senso di squadra che ha fatto da collante a tutto il lavoro. Questa Magia appartiene a noi uomini e basta rispolverarla ogni giorno e non seppellirla dentro di noi. G. Maugeri 2^ B SCUOLA SECONDARIA di I GRADO

Per riscoprire il segno del tempo della nostra sicilianità e far conoscere come si festeggiava il natale in Sicilia, il 7 dicembre, noi delle classi seconde della scuola media abbiamo voluto sorprendere gli invitati alla manifestazione con una originale performance riguardante il natale siciliano. Tutto è cominciato dall idea di produrre qualcosa di creativo, di diverso dal solito che ci permettesse di lavorare con altri alunni e di socializzare con loro questa esperienza. Da qui l occasione di fondere insieme percorsi attraverso materie diverse e da qui l aggancio col progetto Per sè e per gli altri del nostro Istituto, che ha come messaggio quello di condividere e donare. L inaugurazione del Presepe in carta pesta, che sembra di ghiaccio, ad altezza d uomo, ha creato un atmosfera quasi magica, perché il tutto è stato accompagnato dalla recitazione di una poesia sul natale in siciliano e da un breve brano musicale col flauto. Il nostro intento era quello di dare vita dentro la scuola allo stesso clima della famiglia. E, visto che siamo siciliani, la musica e le poesie scelte avrebbero fatto

rivivere le antiche tradizioni della nostra terra, quando si era soliti, nelle vie della città, recitare davanti alla cona le novene accompagnate dal suono delle zampogne e dei flauti. Alla performance è seguito il momento dell happening. Un istante frizzante, che legano tradizione e creazione, una maniera festosa per augurare ai presenti un Felice Natale dal profondo del cuore A. D Antoni, G. Lo Faro, B. Romano, F. Romeo, R. Parisi, F. Pistone, C. Poli 2^ B SCUOLA SECONDARIA di I GRADO

Anche quest anno il nostro Istituto ha mantenuto il suo percorso formativo con gli alunni, le famiglie ed il territorio attraverso il progetto Per sé e per gli altri, rivolto anche alla conoscenza del mondo del volontariato e della solidarietà umana e la donazione di beni alimentari a sostegno delle mense dei poveri. I viveri donati dagli alunni, dalle famiglie e dal personale scolastico sono stati donati all Istituto delle Suore Cappuccine del S. Cuore di Viale M. Rapisardi, dove su impulso di Suor Maria Cettina Compagnone, è stata istituita una mensa che regolarmente ospita un numero consistente di indigenti. LA REDAZIONE L Istituto ha aderito all iniziativa della Raccolta del Rigiocattolo, organizzata dal Paese dell Arcobaleno che raccoglie e vende i giocattoli nuovi ed usati; il ricavato della vendita andrà a sostenere il Progetto di cura dell AIDS avviato in Africa dalla Comunità di Sant Egidio.

Allestimento della mostra Per sé e per gli altri degli alunni di Scuola Primaria e della Scuola dell Infanzia Lavori in corso realizzazione della Natività in cartapesta dagli alunni della Scuola Secondaria di I grado Uno dei momenti della performance degli alunni della Scuola Secondaria di I grado di giorno 7 Dicembre 2011

Un tuffo nel passato del Natale di un tempo Quando sotto il presepe i bambini di una volta trovavano mandarini e frutta secca. Natale senza sfarzo Distante anni luce da quello di oggi: C era una volta il Natale. Auguri di un Sereno Natale al Dirigente Scolastico ed a tutti i componenti dell Istituto Comprensivo G. Deledda LA REDAZIONE