PIANO DI MANUTENZIONE (art. 38 D.P.R. 207/2010)
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1 BAIRO arch. Patrizia Località Frera n CORIO (TO) Tel patrizia.bairo@tiscali.it PIANO DI MANUTENZIONE (art. 38 D.P.R. 207/2010) OGGETTO: RIQUALIFICAZIONE PIAZZETTA DEL MONUMENTO COMMITTENTE: Amministrazione Comunale di Cantoira IL TECNICO
2 RELAZIONE INTRODUTTIVA Pag. 1 Premessa. Il presente Piano di Manutenzione, a corredo del progetto esecutivo, è redatto in conformità all'art. 38 del D.P.R. 207/2010. Occorre tener presente che, per una corretta manutenzione di un'opera, è necessario partire da una pianificazione esaustiva e completa, che contempli sia l'opera nel suo insieme, sia tutti i componenti e gli elementi tecnici manutenibili; ed ecco pertanto la necessità di redigere, già in fase progettuale, un Piano di Manutenzione che possiamo definire dinamico in quanto deve seguire il manufatto in tutto il suo ciclo di vita. Il ciclo di vita di un'opera, e dei suoi elementi tecnici manutenibili, viene definito dalla norma UNI come il "periodo di tempo, noto o ipotizzato, in cui il prodotto, qualora venga sottoposto ad una adeguata manutenzione, si presenta in grado di corrispondere alle funzioni per le quali è stato ideato, progettato e realizzato, permanendo all'aspetto in buone condizioni". Il ciclo di vita degli elementi può essere rappresentato dalla curva del tasso di guasto, che come ormai noto a tutti i tecnici addetti alla manutenzione, è composta da tre tratti, a diverso andamento, tali da generare la classica forma detta "a vasca da bagno". Nel diagramma rappresentativo in ordinata abbiamo il tasso di guasto, mentre in ascissa il tempo di vita utile: - tratto iniziale : l'andamento della curva del tasso di guasto è discendente nel verso delle ascisse ad indicare una diminuzione del numero dei guasti, dovuti a errori di montaggio o di produzione, rispetto alla fase iniziale del funzionamento e/o impiego dell'elemento. - tratto intermedio : l'andamento della curva del tasso di guasto è costante con il procedere delle ascisse ad indicare una funzionalità a regime ove il numero dei guasti subiti dall'elemento rientrano nella normalità in quanto determinati dall'utilizzo dell'elemento stesso. - tratto terminale : l'andamento della curva del tasso di guasto è ascendente nel verso delle ascisse ad indicare un incremento del numero dei guasti, dovuti all'usura e al degrado subiti dall'elemento nel corso della sua vita utile. La lettura della curva sopra descritta, applicata a ciascun elemento tecnico manutenibile, evidenzia che l'attenzione manutentiva deve essere rivolta sia verso il primo periodo di vita di ciascun elemento, in modo da individuare preventivamente eventuali degradi/guasti che possano comprometterne il corretto funzionamento a regime, sia verso la fase terminale della sua vita utile ove si ha il citato incremento dei degradi/guasti dovuti in particolar modo all'usura. Durante la fase di vita ordinaria dell'elemento una corretta attività manutentiva consente di utilizzare l'elemento stesso con rendimenti ottimali. Si ritiene cosa utile allegare, di seguito, il testo dell'art. 38 del citato D.P.R. 207/2010. Art. 38. Piano di manutenzione dell'opera e delle sue parti 1. Il piano di manutenzione è il documento complementare al progetto esecutivo che prevede, pianifica e programma, tenendo conto degli elaborati progettuali esecutivi effettivamente realizzati, l'attività di manutenzione dell'intervento al fine di mantenerne nel tempo la funzionalità, le caratteristiche di qualità, l'efficienza ed il valore economico. 2. Il piano di manutenzione assume contenuto differenziato in relazione all'importanza e alla specificità dell'intervento, ed è costituito dai seguenti documenti operativi, salvo diversa motivata indicazione del responsabile del procedimento: a) il manuale d'uso; b) il manuale di manutenzione; c) il programma di manutenzione. 3. Il manuale d'uso si riferisce all'uso delle parti significative del bene, ed in particolare degli impianti tecnologici. Il manuale contiene l'insieme delle informazioni atte a permettere all'utente di conoscere le modalità per la migliore utilizzazione del bene, nonché tutti gli elementi necessari per limitare quanto più possibile i danni derivanti da un'utilizzazione impropria, per consentire di eseguire tutte le operazioni atte alla sua conservazione che non richiedono conoscenze specialistiche e per riconoscere tempestivamente fenomeni di deterioramento anomalo al
3 RELAZIONE INTRODUTTIVA (segue) Pag. 2 fine di sollecitare interventi specialistici. 4. Il manuale d'uso contiene le seguenti informazioni: a) la collocazione nell'intervento delle parti menzionate; b) la rappresentazione grafica; c) la descrizione; d) le modalità di uso corretto. 5. Il manuale di manutenzione si riferisce alla manutenzione delle parti significative del bene ed in particolare degli impianti tecnologici. Esso fornisce, in relazione alle diverse unità tecnologiche, alle caratteristiche dei materiali o dei componenti interessati, le indicazioni necessarie per la corretta manutenzione nonché per il ricorso ai centri di assistenza o di servizio. 6. Il manuale di manutenzione contiene le seguenti informazioni: a) la collocazione nell'intervento delle parti menzionate; b) la rappresentazione grafica; c) la descrizione delle risorse necessarie per l'intervento manutentivo; d) il livello minimo delle prestazioni; e) le anomalie riscontrabili; f) le manutenzioni eseguibili direttamente dall'utente; g) le manutenzioni da eseguire a cura di personale specializzato. 7. Il programma di manutenzione si realizza, a cadenze prefissate temporalmente o altrimenti prefissate, al fine di una corretta gestione del bene e delle sue parti nel corso degli anni. Esso si articola in tre sottoprogrammi: a) il sottoprogramma delle prestazioni, che prende in considerazione, per classe di requisito, le prestazioni fornite dal bene e dalle sue parti nel corso del suo ciclo di vita; b) il sottoprogramma dei controlli, che definisce il programma delle verifiche comprendenti, ove necessario, anche quelle geodetiche, topografiche e fotogrammetriche, al fine di rilevare il livello prestazionale (qualitativo e quantitativo) nei successivi momenti della vita del bene, individuando la dinamica della caduta delle prestazioni aventi come estremi il valore di collaudo e quello minimo di norma; c) il sottoprogramma degli interventi di manutenzione, che riporta in ordine temporale i differenti interventi di manutenzione, al fine di fornire le informazioni per una corretta conservazione del bene. 8. In conformità di quanto disposto all'articolo 15, comma 4, il programma di manutenzione, il manuale d'uso ed il manuale di manutenzione redatti in fase di progettazione, in considerazione delle scelte effettuate dall'esecutore in sede di realizzazione dei lavori e delle eventuali varianti approvate dal direttore dei lavori, che ne ha verificato validità e rispondenza alle prescrizioni contrattuali, sono sottoposte a cura del direttore dei lavori medesimo al necessario aggiornamento, al fine di rendere disponibili, all'atto della consegna delle opere ultimate, tutte le informazioni necessarie sulle modalità per la relativa manutenzione e gestione di tutte le sue parti, delle attrezzature e degli impianti. 9. Il piano di manutenzione è redatto a corredo di tutti i progetti fatto salvo il potere di deroga del responsabile del procedimento, ai sensi dell'articolo 93, comma 2, del codice.
4 SOGGETTI Pag. 3 COMMITTENTE Amministrazione Comunale di Cantoira PROGETTISTA ARCHITETTONICO Arch. Patrizia Bairo Località Frera n CORIO (TO) Tel patrizia.bairo@tiscali.it
5 NUMERI TELEFONICI UTILI Pag. 4 AMMINISTRAZIONE VIGILI DEL FUOCO 115 PRONTO SOCCORSO 118 AMBULANZE 118 POLIZIA 113
6 RELAZIONE DESCRITTIVA DELL'OPERA Pag. 5 Il progetto complessivo già intrapreso dall'amministrazione comunale prevede più lotti funzionali per i centri storici e nel quale si inserisce anche quello del monumento ai caduti. Recentemente si è già concluso un lotto funzionale con risorse proprie dell'ente pubblico pertanto si intende proseguire tale iniziativa con un ulteriore lotto che contempli: PIAZZETTA DEL MONUMENTO AI CADUTI in modo da migliorare le attuali condizioni della piazzetta. La particolarità della cornice ambientale e naturalistica suggerisce il mantenimento dell'habitat con un lieve intervento migliorativo peraltro non impattante. La necessità dunque di rivitalizzare il luogo durante tutto l'arco dell'anno presagisce la possibilità di incrementare le opere di riqualificazione degli immobili anche da parte dei privati. La maggior fruibilità dello spazio della piazzetta con ampliamento desidera coinvolgere tutti i soggetti privati proprietari degli immobili prospicienti, anche mediante forme di pubblicità e incentivazione per la riqualificazione che si intende impostare. Il lotto funzionale di che trattasi così ipotizzato è composto da: "Rimozione con scarifica della pavimentazione bituminosa; " Scavo a sezione obbligata per l'interramento delle tubazioni in pvc per rete illuminazione pubblica/elettrica e pead per rete idrica; "Realizzazione di tubazioni per urbanizzazioni; "Realizzazione di illuminazione pubblica con palo e lanterna a led; "Realizzazione di pavimentazione in cubetti di pietra e relativi cordoli sempre di pietra; " Realizzazione fascia delimitante complanare con cubetti di marmo per posteggi auto (n.2 con disco orario) e zona rispetto piazza con inibizione alle auto "Realizzazione di una fontana raso con illuminazione a led "Realizzazione di ringhiera di protezione di tipo "parlante" "Posizionamento di panchine e fioriera a forma di zoccolo "Posizionamento dissuasori Riqualificazione Piazzetta Monumento La riqualificazione della piazzetta del monumento ai caduti pone l'attenzione sulla sicurezza dei pedoni pertanto è indispensabile procedere con la rimozione dell'attuale pavimentazione bituminosa e una nuova sovrastruttura in cubetti di pietra delimitata con cordoli di pietra, oltre che contenere il posteggio delle auto. Il progetto intende riservare una zona di rispetto del monumento e consentire anche la socializzazione in uno spazio protetto e vivibile. La sezione della piazzetta viene mantenuta tale, senza alcuna alterazione in altimetria ma con l'ampliamento complanare verso l'abitato. La delimitazione del tratto in cubetti di pietra avverrà con cordoli in pietra raso (verso provinciale) posizionati in raccordo alle quote plano altimetriche esistenti e agli accessi alle abitazioni.
7 MANUALE D'USO PIANO DI MANUTENZIONE (art. 38 D.P.R. 207/2010) OGGETTO: RIQUALIFICAZIONE PIAZZETTA DEL MONUMENTO COMMITTENTE: Amministrazione Comunale di Cantoira IL TECNICO
8 AREE ESTERNE Manuale d'uso Pag. 1 DESCRIZIONE DELLA CLASSE DI UNITA' TECNOLOGICA Le aree esterne pertinenziali ad un'opera sono state suddivise in "sistemazioni esterne" intendendo l'organizzazione planimetrica delle aree stesse ed in "allestimenti" che raggruppano gli elementi verticali disposti. Entrambe le categorie costituiscono l'insieme degli elementi tecnici aventi la funzione di dividere e conformare gli spazi esterni connessi al sistema edilizio. Unità tecnologiche di classe AREE ESTERNE - SISTEMAZIONI ESTERNE - ALLESTIMENTI SISTEMAZIONI ESTERNE Le sistemazioni esterne costituiscono l'insieme degli elementi tecnici (disposti sul piano orizzontale) aventi la funzione di dividere e conformare gli spazi esterni connessi al sistema edilizio (aree a verde, percorsi, ecc.). MODALITA' D'USO Le sistemazioni esterne quali modalità d'uso corretta richiedono una periodica e costante manutenzione, al fine di garantire, sempre ed ovunque, buone condizioni di fruibilità veicolare/pedonale. E' pertanto necessario provvedere ad una costante manutenzione con taglio dell'erba o potatura delle piante e siepi, con la riparazione di eventuali danni che potrebbero crearsi nel tempo quali sconnessioni, rotture, buche, ecc. e tutte le altre operazioni utili al mantenimento dell'area stessa. ALLESTIMENTI Gli allestimenti esterni costituiscono l'insieme degli elementi utili per dare forma ad uno spazio esterno pubblico e delimitarlo nei confronti di animali e persone non desiderate: strutture, complementi (panchine, le fioriere, le tettoie, i cestini, i giochi, le fontane, le sculture, i cartelloni, ecc), accessori, recinzioni, cancelli e tutto quanto necessario per rendere vivibile un'area. MODALITA' D'USO Gli elementi di allestimento esterno, quale modalità d'uso corretta, richiedono una periodica e costante manutenzione e pulizia, al fine di garantire, sempre ed ovunque, buone condizioni di utilizzo.
9 MARCIAPIEDI Manuale d'uso Pag. 2 Classe di unità tecnologica: AREE ESTERNE Unità tecnologica: SISTEMAZIONI ESTERNE 1. DESCRIZIONE DELL'ELEMENTO TECNICO MANUTENIBILE Per il transito pedonale all'interno delle aree di pertinenza del manufatto esaminato o in aderenza ai percorsi veicolari di accesso vengono realizzati i marciapiedi. Come caratteristiche fondamentali, tali elementi devono essere dotati di facile riconoscibilità al fine di garantire un percorso sicuro ed evitare ristagni di acqua, è per tali motivi che comunemente sono rialzati rispetto alle aree circostanti. Comunemente i marciapiedi sono confinati con cordonati laterali che costituiscono il limite degli stessi. I materiali utilizzati per i marciapiedi possono essere molteplici : cotto, klinker, ceramica, asfalto, masselli autobloccanti, cemento, ecc. 2. COLLOCAZIONE DELL'ELEMENTO NELL'INTERVENTO 3. RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DELL'ELEMENTO 4. MODALITA' D'USO CORRETTA I marciapiedi, quali modalità d'uso corretta, richiedono una periodica e costante manutenzione, al fine di garantire, sempre ed ovunque, buone condizioni di fruibilità. E' pertanto necessario provvedere ad una costante pulizia da foglie, ramaglie ed altri oggetti che vi si potrebbero depositare, riparare eventuali danni che potrebbero crearsi nel tempo quali sconnessioni, rotture, buche, ecc., provvedere a rinnovare l'eventuale segnaletica orizzontale e verticale (cartelli, strisce pedonali,ecc.) e tutte le altre operazioni utili al mantenimento degli stessi.
10 RECINZIONI IN FERRO-LEGNO E/O CON RETE Manuale d'uso Pag. 3 Classe di unità tecnologica: AREE ESTERNE Unità tecnologica: SISTEMAZIONI ESTERNE 1. DESCRIZIONE DELL'ELEMENTO TECNICO MANUTENIBILE Le recinzioni vengono utilizzate per delimitare aree alle quali si vuole attribuire un limite ben definito, per proteggerle da intrusioni non desiderate e comunque per indicare ove finisce una proprietà, o una destinazione, ed inizia un'altra entità. Le tipologie sono innumerevoli : acciaio zincato, ferro battuto, acciaio rivestito con pvc, legno, ecc. 2. COLLOCAZIONE DELL'ELEMENTO NELL'INTERVENTO 3. RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DELL'ELEMENTO 4. MODALITA' D'USO CORRETTA Per le recinzioni, quale modalità d'uso corretta, si ha la necessità di una costante e periodica manutenzione al fine di riprendere eventuali deformazioni e/o rotture dovute ad eventuali urti e di verniciare e proteggere le superfici dalle aggressioni di agenti aggressivi.
11 ARREDO URBANO Manuale d'uso Pag. 4 Classe di unità tecnologica: AREE ESTERNE Unità tecnologica: ALLESTIMENTI 1. DESCRIZIONE DELL'ELEMENTO TECNICO MANUTENIBILE L'arredo urbano è l'insieme degli elementi utili per dare forma ad uno spazio esterno pubblico : strutture, complementi, accessori e tutto quanto necessario per rendere vivibile un'area. Tra questi ultimi ricomprendiamo le panchine, le fioriere, le tettoie, i cestini, i giochi, le fontane, le sculture, i cartelloni, ecc. 2. COLLOCAZIONE DELL'ELEMENTO NELL'INTERVENTO 3. RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DELL'ELEMENTO 4. MODALITA' D'USO CORRETTA Gli elementi di arredo urbano, quale modalità d'uso corretta, richiedono una periodica e costante manutenzione e pulizia, al fine di garantire, sempre ed ovunque, buone condizioni di utilizzo. E' pertanto necessario provvedere ad una costante pulizia da foglie, ramaglie ed altri depositi, riparare eventuali danni che potrebbero crearsi nel tempo quali sconnessioni, rotture elementi, distacco ancoraggi, ecc.
12 RECINZIONI E PARAPETTI Manuale d'uso Pag. 5 Classe di unità tecnologica: AREE ESTERNE Unità tecnologica: ALLESTIMENTI 1. DESCRIZIONE DELL'ELEMENTO TECNICO MANUTENIBILE Le recinzioni sono utilizzate per delimitare aree alle quali si vuole attribuire un limite ben definito, o per proteggerle da intrusioni non desiderate e comunque per indicare ove finisce una proprietà o una destinazione e inizia un'altra entità. Le tipologie sono innumerevoli così come molti sono i materiali impiegati per la loro realizzazione : muratura, acciaio zincato, ferro battuto, acciaio rivestito con pvc, legno, ecc., oppure miste tra due o più tipi citati. I parapetti sono utilizzati per proteggere particolari tratti dell'area esterna dal rischio di caduta dall'alto, hanno altezza minima di 1,00 metro e possono essere realizzati con forme diverse e con l'utilizzo di diversi materiali : muratura, acciaio zincato, ferro battuto, acciaio rivestito con pvc, legno, ecc. 2. COLLOCAZIONE DELL'ELEMENTO NELL'INTERVENTO 3. RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DELL'ELEMENTO 4. MODALITA' D'USO CORRETTA Sia le recinzioni che i parapetti, quale modalità d'uso corretta, necessitano di una costante e periodica manutenzione al fine di riprendere eventuali deformazioni e/o rotture dovute ad urti e di verniciare e proteggere le superfici dalle aggressioni di agenti aggressivi.
13 RECINZIONI IN FERRO-LEGNO E/O CON RETE Manuale d'uso Pag. 6 Classe di unità tecnologica: AREE ESTERNE Unità tecnologica: ALLESTIMENTI 1. DESCRIZIONE DELL'ELEMENTO TECNICO MANUTENIBILE Le recinzioni vengono utilizzate per delimitare aree alle quali si vuole attribuire un limite ben definito, per proteggerle da intrusioni non desiderate e comunque per indicare ove finisce una proprietà, o una destinazione, ed inizia un'altra entità. Le tipologie sono innumerevoli : acciaio zincato, ferro battuto, acciaio rivestito con pvc, legno, ecc. 2. COLLOCAZIONE DELL'ELEMENTO NELL'INTERVENTO 3. RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DELL'ELEMENTO 4. MODALITA' D'USO CORRETTA Per le recinzioni, quale modalità d'uso corretta, si ha la necessità di una costante e periodica manutenzione al fine di riprendere eventuali deformazioni e/o rotture dovute ad eventuali urti e di verniciare e proteggere le superfici dalle aggressioni di agenti aggressivi.
14 STRUTTURA PORTANTE Manuale d'uso Pag. 7 DESCRIZIONE DELLA CLASSE DI UNITA' TECNOLOGICA La struttura portante comprende tutte le unità tecnologiche e gli elementi tecnici che hanno funzione di sostenere i carichi (peso proprio della struttura e carichi applicati) e di collegare staticamente le parti del sistema di illuminazione pubblica. Unità tecnologiche di classe STRUTTURA PORTANTE - FONDAZIONI IN C.A. FONDAZIONI IN C.A. Le strutture di fondazione sono l'insieme degli elementi tecnici orizzontali che hanno la funzione di sostenere il peso della sovrastante struttura e di distribuirlo sul terreno senza che si verifichino dissesti sia nel suolo che nella costruzione. MODALITA' D'USO Quale modalità d'uso corretta occorre che venga periodicamente verificato lo stato di conservazione del manufatto (palo, ecc.), verificando se sono presenti o meno lesioni sulle strutture in elevazione, riconducibili a fenomeni interessanti le fondazioni (rotazioni, cedimenti, ecc.), o altro indicatore dello stato di conservazione delle condizioni originarie dell'opera.
15 FONDAZIONI SU PLINTI Manuale d'uso Pag. 8 Classe di unità tecnologica: STRUTTURA PORTANTE Unità tecnologica: FONDAZIONI IN C.A. 1. DESCRIZIONE DELL'ELEMENTO TECNICO MANUTENIBILE La fondazione su plinti viene utilizzata quando il terreno resistente è poco profondo e ha una resistenza tale da consentire la ripartizione del carico concentrato trasmesso dai pali su una ristretta superficie. I plinti hanno forma parallelepipeda o tronco-piramidale e possono essere armati oppure no (è comunque prevista un'armatura di ferri di piccolo diametro alla base del plinto inerte). Viene realizzato, sotto la fondazione, uno strato (solitamente di 10 cm) di magrone, realizzato con cls a basso dosaggio, per livellare il piano di appoggio e per evitare il contatto fra l'armatura e il suolo. 2. COLLOCAZIONE DELL'ELEMENTO NELL'INTERVENTO 3. RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DELL'ELEMENTO 4. MODALITA' D'USO CORRETTA Per i plinti, quale modalità d'uso corretta, occorre che venga periodicamente verificato lo stato di conservazione degli elementi sovrastanti, verificando se siano presenti o meno lesioni, riconducibili a fenomeni interessanti le fondazioni (rotazioni, cedimenti,ecc.), o altro indicatore dello stato di conservazione delle condizioni originarie dell'opera.
16 ILLUMINAZIONE PUBBLICA Manuale d'uso Pag. 9 DESCRIZIONE DELLA CLASSE DI UNITA' TECNOLOGICA Insieme di apparecchiature, congegni, strutture che permettono la produzione, il trasporto, la distribuzione e l'utilizzo dell'energia elettrica. Gli impianti elettrici devono essere conformi alla legge n.186 del 1 marzo 1968, alla legge 626 del 1996 e al D.L. 277 del Gli impianti elettrici eseguiti secondo le Norme CEI sono conformi alla legge 186. Gli impianti elettrici devono assicurare la sicurezza nelle abitazioni e nei luoghi di lavoro, contro possibili pericoli derivanti dall'errato utilizzo, mancata manutenzione ed errata esecuzione; tutti gli impianti elettrici devono rispettare le componenti tecnico-impiantistiche previste dalla Legge 46 del 1990 e successivo regolamento di attuazione. Unità tecnologiche di classe ILLUMINAZIONE PUBBLICA - IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE L'impianto di illuminazione per esterni permette di creare condizioni di visibilità negli ambienti circostanti, in mancanza d'illuminazione naturale. L'impianto di illuminazione deve consentire, nel rispetto del risparmio energetico, un buon livello ed uniformità di illuminamento, limitazione dell'abbagliamento, direzionalità della luce, colore e resa della luce. L'impianto di illuminazione è costituito da uno o più corpi illuminanti, nel cui interno è alloggiata la sorgente di luce (armatura); il tutto sorretto da una struttura metallica idonea. I tipi di lampade utilizzabili per gli impianti di illuminazione esterna sono: - lampade ad incandescenza ( adatte per l'illuminazione di vialetti residenziali e giardini); - lampade fluorescenti ( idonee anche per ambienti esterni, devono essere protette meccanicamente) - lampade compatte ( di dimensioni e consumo di energia ridotte, possiedono un ciclo di vita molto lungo ) ; - lampade ad alogeni ( idonee per grandi spazi come piazze e campi sportivi, monumenti); - lampade a ioduri metallici ( utilizzate in grandi aree, piazze, campi sportivi); - lampade a vapore di mercurio ( sono utilizzate per illuminazione residenziale, stradale e di parchi); - lampade a vapore di sodio bassa pressione (ottime per zone nebbiose, sono utilizzate nelle gallerie e svincoli stradali); - lampade a vapore di sodio alta pressione ( utilizzate per l'illuminazione stradale ed industriale) Per quanto concerne le strutture di sostegno dei corpi illuminanti, queste possono essere: - strutture a parete per corpi illuminanti ; - pali per il sostegno dei corpi illuminanti. MODALITA' D'USO Tutti i componenti elettrici di un impianto di illuminazione esterna, devono essere muniti di marcature CE, obbligatoria dal 1 gennaio 1997; nel caso di componenti che possono emettere disturbi, come le lampade a scarica, deve essere certificata la compatibilità elettromagnetica. Per la protezione dai contatti indiretti, per questi impianti possono essere utilizzati due tipi di apparecchi: -apparecchi in classe I, provvisti di isolamento funzionale in tutte le loro parti e muniti di morsetto di terra -apparecchi in classe II, dotati di isolamento speciale e senza morsetto di terra Tutti i corpi illuminanti devono avere, riportate nella marcatura, tutti i dati inerenti la tensione, la potenza, e la frequenza di esercizio. Per la protezione dai contatti diretti, deve essere ben specificato nelle caratteristiche dell'armatura il grado IP di protezione.
17 PALI PER L'ILLUMINAZIONE Manuale d'uso Pag. 10 Classe di unità tecnologica: ILLUMINAZIONE PUBBLICA Unità tecnologica: IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE 1. DESCRIZIONE DELL'ELEMENTO TECNICO MANUTENIBILE I pali disponibili in commercio sono in acciaio, vetroresina o in alluminio. I pali in acciaio, di varie forme e tipologie ( pali conici diritti laminati, pali diritti rastremati laminati, pali conici curvi laminati, pali conici diritti da lamiera, pali da lamiera, ottagonali, diritti ), devono avere dimensioni standardizzate, come previsto dalle Norme UNI-EN 40. Caratteristiche costruttive dei pali sono la presenza di una finestrella alla base del palo di dimensioni opportune da permettere la sede per la morsettiera per l'alimentazione dell'armatura. Ogni palo deve essere sorretto da una fondazione in calcestruzzo di dimensioni idonee a sostenere il suo peso compreso il corpo illuminante e, a seconda delle zone, a contrastare l'azione del vento. Tutti i pali in acciaio devono essere protetti contro la corrosione tramite zincatura a caldo come previsto dalla norma UNI-EN 40 e con riferimento alle norme ISO 1459 e I pali non zincati devono essere protetti con verniciatura antiruggine, bitumatura interna o bitumatura della parte interrata. Molto in uso sono i pali in resina poliestere, rinforzati con fibre di vetro, soprattutto per la loro leggerezza, minima manutenzione, non attaccabili dalla corrosione ed elevato isolamento elettrico ( non occorre la messa a terra del palo ); stesse caratteristiche hanno i pali in lega di alluminio, più robusti dei precedenti, ma sicuramente più costosi. Non sempre risulta necessaria la protezione contro i fulmini dei pali, in base alle Norma CEI 81-1 ed in base al DPR 547/55 art.39 i pali per l'illuminazione stradale non necessitano di alcuna messa a terra. 2. COLLOCAZIONE DELL'ELEMENTO NELL'INTERVENTO 3. RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DELL'ELEMENTO 4. MODALITA' D'USO CORRETTA I pali utilizzati per l'illuminazione stradale devono essere del tipo prescritto dalle normative vigenti e possedere caratteristiche fisiche e chimiche idonee all'ambiente d'installazione. La posa, in perfetta perpendicolarità con il terreno, deve essere eseguita fissando la base del palo con sabbia pressata e chiusura all'estremità con cemento, in modo da poter effettuare la sostituzione o la manutenzione in qualunque momento sia necessario.
18 PALI PER L'ILLUMINAZIONE (segue) Manuale d'uso Pag. 11 La posa dei pali nei centri urbani ed in particolare nei marciapiedi, deve essere eseguita rispettando una distanza dal bordo strada, tale da permettere il passaggio di carrozzelle per i disabili. Il pozzetto d'ispezione, posto alla base del palo, potrà avere il coperchio di tipo carrabile o non, a seconda di dove è stato effettuato l'impianto di illuminazione ( per le strade transitate da autoveicolo è obbligatorio ).
19 APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE Manuale d'uso Pag. 12 Classe di unità tecnologica: ILLUMINAZIONE PUBBLICA Unità tecnologica: IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE 1. DESCRIZIONE DELL'ELEMENTO TECNICO MANUTENIBILE Gli apparecchi per l'illuminazione esterna sono essenzialmente composti da tre parti: la carenatura, il gruppo elettrico e il gruppo ottico. La funzione della carenatura, sia essa in metallo, in lega leggera pressofusa o in materiale plastico, è quella di proteggere i componenti interni dagli agenti atmosferici. Per armature poste ad altezza inferiore a 3 m dal suolo, al fine di evitare manomissioni, il vano lampada e accessori deve esse apribile solo con l'utilizzo di attrezzo idoneo. Nelle armature poste ad altezza superiore a 3 m, l'apertura della carena determina, tramite contatti a molla, il distacco immediato dell'energia, ciò per evitare incidenti agli operatori. La lampada, il reattore, l'accenditore, il condensatore di rifasamento e gli accessori di collegamento fanno parte del gruppo elettrico. Il gruppo ottico viene suddiviso in: riflettore, utilizzato per distribuire tramite superfici speculari la luce emessa dalla lampada( si definiscono cut-off, i riflettori che evitano l'abbagliamento), il rifrattore o diffusore, costituito da coppe, globi o gonnelle in vetro o in materiale plastico prismatizzato che dirigono i raggi della luce in direzioni prestabilite. Le caratteristiche elettriche degli apparecchi di illuminazione possono essere riferite: alla protezione contro i contatti diretti ed indiretti e cioè vengono definiti apparecchi di classe I ( provvisti di morsetto di terra ), di calasse II ( provvisti di isolamento speciale, non necessitano di collegamento a terra). La protezione contro i contatti diretti e contro la penetrazione dei liquidi e delle poveri è determinante dal grado di protezione IP ( IP 22- IP 65 ), la sua severità è evidenziata dalla numerazione più alta. 2. COLLOCAZIONE DELL'ELEMENTO NELL'INTERVENTO 3. RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DELL'ELEMENTO 4. MODALITA' D'USO CORRETTA L' impianto di illuminazione esterna deve garantire un'adeguata visibilità serale e notturna al traffico motorizzato e pedonale affinché si svolga con sicurezza, dando la possibilità, agli utenti, di percepire segnalazioni, situazioni pericolose e ostacoli. E' determinante quindi la scelta del tipo di corpo illuminante da utilizzare, in base all'altezza dei pali, al contesto urbano, ai risultati che si voglio ottenere. Le case costruttrici forniscono per ogni tipo di corpo illuminante, le specifiche di installazione e le varie caratteristiche illuminotecniche alle quali ci si deve attenere per ottenere i risultati previsti. In un impianto di illuminazione esterna deve essere evitato l'inquinamento luminoso e schermature prodotte da alberi o fabbricati; la prima considerazione dipende dal tipo di corpo illuminante, la seconda dalla scelta del centro luminoso.
20 LAMPADE A LUCE MISCELATA Manuale d'uso Pag. 13 Classe di unità tecnologica: ILLUMINAZIONE PUBBLICA Unità tecnologica: IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE 1. DESCRIZIONE DELL'ELEMENTO TECNICO MANUTENIBILE Le lampade a luce miscelata sono lampade a vapori di mercurio stabilizzate tramite un filamento ad incandescenza, non necessitano di apparecchiature esterne di stabilizzazione, sono impiegate nell'illuminazione residenziale, nei giardini. La corrente di assorbimento di tali lampade all'accensione è 1,6 volte la corrente nominale. Le loro forma più comuni è quella ellissoidale, il bulbo viene rivestito internamente con polveri fluorescenti. Pregi delle lampade a luce miscelata: - sono intercambiabili con le lampade ad incandescenza Difetti delle lampade a luce miscelata: - la durata della lampada e il suo flusso luminoso è dipendente dalla tensione di alimentazione - normalmente posizionate in verticale - bassa efficienza luminosa - ciclo di vita limitato 2. COLLOCAZIONE DELL'ELEMENTO NELL'INTERVENTO 3. RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DELL'ELEMENTO 4. MODALITA' D'USO CORRETTA Ogni intervento deve essere eseguito in perfetta sicurezza e con idonea attrezzatura, come previsto dalle Normative CEI e dal D.Lgs. 626/1994. Il buon funzionamento dell'impianto è condizionato da una manutenzione efficiente e programmata, la pulizia della lampada e della superficie riflettente dell'armatura, è garanzia di una buona resa luminosa del sistema. Il surriscaldamento anomalo degli accessori, quali l'alimentatore, il portalampada ecc. è sintomo di anomalie, conviene quindi prevenire il guasto con la sostituzione immediata dell'elemento deteriorato.
21 COMPLEMENTI Manuale d'uso Pag. 14 DESCRIZIONE DELLA CLASSE DI UNITA' TECNOLOGICA Quali elementi accessori ad un'opera stradale sono stati individuati una serie di elementi atti alla miglior comprensione ed utilizzo possibile dell'opera stessa. Ecco quindi che tali elementi sono raggruppa bili in "elementi di protezione" necessari per la delimitazione ed individuazione delle corsie di marcia, "parcheggi" come aree a margine delle strade per la sosta dei veicoli senza interferire con le prestazioni della strada stessa, "recinzioni" per la delimitazione delle sedi viarie a protezione da intrusioni indesiderate ed in "sistemazioni esterne" ove trovano spazio aree dedicate alla sosta e/o elementi atti ad un miglior inserimento ambientale dell'opera. Unità tecnologiche di classe COMPLEMENTI - PARCHEGGI PARCHEGGI I parcheggi sono elementi facenti parte del sistema circolazione, all'interno dei quali si può stazionare in maniera prolungata (sosta) o in maniera momentanea (fermata). Le dimensioni dei parcheggi sono legate al traffico veicolare presente nella zona e al contesto urbano in cui viene inserito (concentrazione di negozi, sevizi, ecc.), mentre la dimensione di ogni posto auto è codificato dalle norme vigenti. MODALITA' D'USO I parcheggi, quali modalità d'uso corretta, richiedono una periodica e costante manutenzione, al fine di garantire, sempre ed ovunque, buone condizioni di fruibilità veicolare e accesso pedonale. E' pertanto necessario provvedere ad una costante manutenzione delle superfici e degli ambiti circostanti con la riparazione di eventuali danni che potrebbero crearsi nel tempo quali sconnessioni, rotture, buche, ecc.
22 PAVIMENTAZIONE IN ELEMENTI Manuale d'uso Pag. 15 Classe di unità tecnologica: COMPLEMENTI Unità tecnologica: PARCHEGGI 1. DESCRIZIONE DELL'ELEMENTO TECNICO MANUTENIBILE Nella presente categoria di parcheggi pavimentati si ricomprendono tutte le pavimentazioni in elementi con dimensioni definiti : cotto, klinker, cemento, pietra, autobloccanti di cemento, ecc. 2. COLLOCAZIONE DELL'ELEMENTO NELL'INTERVENTO 3. RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DELL'ELEMENTO 4. MODALITA' D'USO CORRETTA I parcheggi pavimentati, quali modalità d'uso corretta, richiedono una periodica e costante manutenzione, al fine di garantire, sempre ed ovunque, buone condizioni di fruibilità pedonale/veicolare. E' pertanto necessario provvedere ad una costante manutenzione con pulizia, riparazione di eventuali danni che potrebbero crearsi nel tempo quali sconnessioni, rotture, buche, ecc., e tutte le altre operazioni utili al mantenimento del parcheggio stesso.
23 MANUALE D'USO - INDICE Manuale d'uso Pag. 16 CLASSI DI UNITA' TECNOLOGICHE AREE ESTERNE... Pag. 1 STRUTTURA PORTANTE... Pag. 7 ILLUMINAZIONE PUBBLICA... Pag. 9 COMPLEMENTI... Pag. 14 UNITA' TECNOLOGICHE SISTEMAZIONI ESTERNE... Pag. 1 ALLESTIMENTI... Pag. 1 FONDAZIONI IN C.A.... Pag. 7 IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE... Pag. 9 PARCHEGGI... Pag. 14 ELEMENTI TECNICI MANUTENIBILI Marciapiedi... Pag. 2 Recinzioni in ferro-legno e/o con rete... Pag. 3 Arredo urbano... Pag. 4 Recinzioni e parapetti... Pag. 5 Recinzioni in ferro-legno e/o con rete... Pag. 6 Fondazioni su plinti... Pag. 8 Pali per l'illuminazione... Pag. 10 Apparecchi di illuminazione... Pag. 12 Lampade a luce miscelata... Pag. 13 Pavimentazione in elementi... Pag. 15
24 MANUALE D'USO - INDICE DEGLI ELEMENTI Manuale d'uso Pag. 17 AREE ESTERNE SISTEMAZIONI ESTERNE Marciapiedi... Pag. 2 Recinzioni in ferro-legno e/o con rete... Pag. 3 ALLESTIMENTI Arredo urbano... Pag. 4 Recinzioni e parapetti... Pag. 5 Recinzioni in ferro-legno e/o con rete... Pag. 6 STRUTTURA PORTANTE FONDAZIONI IN C.A. Fondazioni su plinti... Pag. 8 ILLUMINAZIONE PUBBLICA IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE Pali per l'illuminazione... Pag. 10 Apparecchi di illuminazione... Pag. 12 Lampade a luce miscelata... Pag. 13 COMPLEMENTI PARCHEGGI Pavimentazione in elementi... Pag. 15
25 MANUALE DI MANUTENZIONE PIANO DI MANUTENZIONE (art. 38 D.P.R. 207/2010) OGGETTO: RIQUALIFICAZIONE PIAZZETTA DEL MONUMENTO COMMITTENTE: Amministrazione Comunale di Cantoira IL TECNICO
26 AREE ESTERNE Manuale di Manutenzione Pag. 1 DESCRIZIONE DELLA CLASSE DI UNITA' TECNOLOGICA Le aree esterne pertinenziali ad un'opera sono state suddivise in "sistemazioni esterne" intendendo l'organizzazione planimetrica delle aree stesse ed in "allestimenti" che raggruppano gli elementi verticali disposti. Entrambe le categorie costituiscono l'insieme degli elementi tecnici aventi la funzione di dividere e conformare gli spazi esterni connessi al sistema edilizio. Unità tecnologiche di classe AREE ESTERNE - SISTEMAZIONI ESTERNE - ALLESTIMENTI SISTEMAZIONI ESTERNE Le sistemazioni esterne costituiscono l'insieme degli elementi tecnici (disposti sul piano orizzontale) aventi la funzione di dividere e conformare gli spazi esterni connessi al sistema edilizio (aree a verde, percorsi, ecc.). MODALITA' D'USO Le sistemazioni esterne quali modalità d'uso corretta richiedono una periodica e costante manutenzione, al fine di garantire, sempre ed ovunque, buone condizioni di fruibilità veicolare/pedonale. E' pertanto necessario provvedere ad una costante manutenzione con taglio dell'erba o potatura delle piante e siepi, con la riparazione di eventuali danni che potrebbero crearsi nel tempo quali sconnessioni, rotture, buche, ecc. e tutte le altre operazioni utili al mantenimento dell'area stessa. ALLESTIMENTI Gli allestimenti esterni costituiscono l'insieme degli elementi utili per dare forma ad uno spazio esterno pubblico e delimitarlo nei confronti di animali e persone non desiderate: strutture, complementi (panchine, le fioriere, le tettoie, i cestini, i giochi, le fontane, le sculture, i cartelloni, ecc), accessori, recinzioni, cancelli e tutto quanto necessario per rendere vivibile un'area. MODALITA' D'USO Gli elementi di allestimento esterno, quale modalità d'uso corretta, richiedono una periodica e costante manutenzione e pulizia, al fine di garantire, sempre ed ovunque, buone condizioni di utilizzo.
27 MARCIAPIEDI Manuale di Manutenzione Pag. 2 Classe di unità tecnologica: AREE ESTERNE Unità tecnologica: SISTEMAZIONI ESTERNE 1. DESCRIZIONE DELL'ELEMENTO TECNICO MANUTENIBILE Per il transito pedonale all'interno delle aree di pertinenza del manufatto esaminato o in aderenza ai percorsi veicolari di accesso vengono realizzati i marciapiedi. Come caratteristiche fondamentali, tali elementi devono essere dotati di facile riconoscibilità al fine di garantire un percorso sicuro ed evitare ristagni di acqua, è per tali motivi che comunemente sono rialzati rispetto alle aree circostanti. Comunemente i marciapiedi sono confinati con cordonati laterali che costituiscono il limite degli stessi. I materiali utilizzati per i marciapiedi possono essere molteplici : cotto, klinker, ceramica, asfalto, masselli autobloccanti, cemento, ecc. 2. COLLOCAZIONE DELL'ELEMENTO NELL'INTERVENTO 3. RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DELL'ELEMENTO 4. DESCRIZIONE DELLE RISORSE NECESSARIE PER CONTROLLI ED INTERVENTI [Controllo] Controllo delle superfici - Attrezzi manuali di uso comune [Controllo] Controllo delle pendenze - Attrezzi manuali di uso comune [Intervento] Pulizia marciapiedi - Attrezzi manuali di uso comune [Intervento] Rinnovo pavimentazione
28 MARCIAPIEDI (segue) Manuale di Manutenzione Pag. 3 [Intervento] Rinnovo pavimentazione (... segue) - Attrezzi manuali di uso comune - Tagliapiastrelle/Tagliamarmette - Levigatrice [Intervento] Riparazione strato di sostegno - Attrezzi manuali di uso comune - Compattatore/Costipatore - Betoniera 5. LIVELLO MINIMO DELLE PRESTAZIONI PER I REQUISITI Affidabilità Attitudine a garantire, in condizioni di normale utilizzo, livelli prestazionali costanti nel tempo. Ai marciapiedi, quale livello minimo prestazionale, per essere affidabili, si richiede loro di essere realizzati con pendenze tali da evitare il ristagno di acqua, di avere una pavimentazione consona all'utilizzo del percorso stesso onde evitare cadute a livello, e in caso di necessità di essere dotati di protezioni tali da garantire la protezione contro eventuali cadute nel vuoto. Attrezzabilità Capacità di un elemento a garantire la possibilità di montaggio e installazione di attrezzature. Ai marciapiedi quale livello minimo prestazionale, per essere attrezzabile, si richiede loro di essere realizzato in modo da consentire l'alloggiamento di tali elementi aggiuntivi senza che ciò provochi il restringimento del percorso stesso anche nel rispetto delle larghezze minime per l'abbattimento delle barriere architettoniche. Facilità di intervento Attitudine a garantire facili condizioni di intervento per ispezioni, manutenzioni e/o lavori. I livelli minimi prestazionali che devono essere garantiti dai marciapiedi, per rendere facile l'eventuale intervento, devono consistere nel garantire facilità di ispezione, manutenzione e eventuale ripristino, condizioni che già devono essere garantite con una corretta impostazione progettuale. Resistenza meccanica Capacità di resistere, nelle condizioni di esercizio, alle sollecitazioni agenti, evitando il prodursi di deformazioni, cedimenti e/o rotture. I marciapiedi devono assicurare una resistenza meccanica, nei confronti di carichi applicati, in modo da contrastare efficacemente il prodursi di rotture o deformazioni gravi, e garantire la fruibilità ai pedoni. I limiti prestazioni, intesi come carichi applicati o deformazioni ammissibili, sono ricavabili o dalle indicazioni di progetto o
29 MARCIAPIEDI (segue) Manuale di Manutenzione Pag. 4 Resistenza meccanica (... segue) dalle normative vigenti. Controllo della scabrosità Proprietà di avere le superfici degli elementi di rugosità ed irregolarità adeguate all'uso cui sono destinate. I livelli minimi prestazionali che i marciapiedi devono garantire, nel rispetto del progetto esecutivo e quindi delle norme vigenti, sono relativi ad avere la finitura superficiale priva di difetti geometrici (fessurazioni o rotture) e/o scabrosità tali da compromettere la funzionalità degli stessi e creare pericolo per i pedoni che vi transitano. Pulibilità Attitudine a garantire per un elemento la possibilità di rimuovere sporco e depositi. I marciapiedi devono garantire un livello di pulizia accettabile in funzione dell'uso e dell'importanza che rivestono. Riparabilità Capacità di un elemento di poter essere, in parte o totalmente, riparato, onde garantire le prestazioni originarie. Il livello minimo prestazionale che i marciapiedi devono garantire è funzione dell'importanza degli stessi, della loro composizione e della loro accessibilità nel caso di interventi di manutenzione. 6. ANOMALIE RISCONTRABILI Depositi Valutazione: anomalia lieve Depositi sulla superficie dell'elemento di pulviscolo atmosferico o altro materiale estraneo (foglie, ramaglie, detriti, ecc.). Modifiche della superficie Valutazione: anomalia lieve Modifiche della superficie dell'elemento (asfalto, cotto, klinker, masselli autobloccanti, ecc.) con l'instaurarsi di lesioni, fessure, rotture, sconnessioni, ecc., dovute ad invecchiamento, ad agenti atmosferici o a sollecitazioni esterne, con conseguenti ripercussioni sulle finiture e regolarità superficiali. Deformazioni Valutazione: anomalia grave Variazioni geometriche e/o morfologiche della superficie dell'elemento, dovute a sollecitazioni di varia natura (sovraccaricamento, sbalzi termici, ecc.).
30 MARCIAPIEDI (segue) Manuale di Manutenzione Pag. 5 Accumuli d'acqua Valutazione: anomalia lieve Formazione di accumuli d'acqua per cause connesse ad avvallamenti superficiali e/o ad un errore di formazione delle pendenze. Crescita di vegetazione Valutazione: anomalia lieve Crescita di vegetazione (erba, licheni, muschi, ecc.) sulla superficie dell'elemento o su parte di essa. 7. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DIRETTAMENTE DALL'UTENTE CONTROLLI - Controllo delle superfici - Controllo delle pendenze INTERVENTI - Pulizia marciapiedi 8. MANUTENZIONI ESEGUIBILI A CURA DI PERSONALE SPECIALIZZATO CONTROLLI Nessuno INTERVENTI - Rinnovo pavimentazione - Riparazione strato di sostegno
31 RECINZIONI IN FERRO-LEGNO E/O CON RETE Manuale di Manutenzione Pag. 6 Classe di unità tecnologica: AREE ESTERNE Unità tecnologica: SISTEMAZIONI ESTERNE 1. DESCRIZIONE DELL'ELEMENTO TECNICO MANUTENIBILE Le recinzioni vengono utilizzate per delimitare aree alle quali si vuole attribuire un limite ben definito, per proteggerle da intrusioni non desiderate e comunque per indicare ove finisce una proprietà, o una destinazione, ed inizia un'altra entità. Le tipologie sono innumerevoli : acciaio zincato, ferro battuto, acciaio rivestito con pvc, legno, ecc. 2. COLLOCAZIONE DELL'ELEMENTO NELL'INTERVENTO 3. RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DELL'ELEMENTO 4. DESCRIZIONE DELLE RISORSE NECESSARIE PER CONTROLLI ED INTERVENTI [Controllo] Controllo delle superfici - Attrezzi manuali di uso comune [Controllo] Controllo collegamenti - Attrezzi manuali di uso comune [Intervento] Pulizia dai depositi - Attrezzi manuali di uso comune [Intervento] Verniciatura e ripresa pellicole protettive
32 RECINZIONI IN FERRO-LEGNO E/O CON RETE (segue) Manuale di Manutenzione Pag. 7 [Intervento] Verniciatura e ripresa pellicole protettive (... segue) - Attrezzi manuali di uso comune [Intervento] Pulizia da imbrattamenti - Attrezzi manuali di uso comune - Solventi chimici [Intervento] Rinnovo elementi di fissaggio - Attrezzi manuali di uso comune - Troncatrice - Avvitatore [Intervento] Rinnovo elementi - Attrezzi manuali di uso comune - Troncatrice - Avvitatore 5. LIVELLO MINIMO DELLE PRESTAZIONI PER I REQUISITI Controllo della scabrosità Proprietà di avere le superfici degli elementi di rugosità ed irregolarità adeguate all'uso cui sono destinate. Per la scabrosità dei materiali e le tolleranze ammissibili per eventuali irregolarità si rimanda alla vigente normativa con particolare riferimento alle norme UNI. Resistenza meccanica Capacità di resistere, nelle condizioni di esercizio, alle sollecitazioni agenti, evitando il prodursi di deformazioni, cedimenti e/o rotture. Le recinzioni poichè devono essere idonee a contrastare efficacemente il prodursi di rotture o deformazioni gravi sotto l'azione di sollecitazioni meccaniche (urti, vento, neve, ecc) il loro limite prestazionale è dettato dalla loro capacità di resistere in considerazione, ovviamente, della funzione a cui devono assolvere. Sostituibilità Capacità di un elemento di garantire la possibilità di effettuare sostituzioni di parti e/o elementi, onde garantire le prestazioni originarie. Il livello minimo prestazionale richiesto agli elementi è legato alla possibilità di effettuare sostituzioni senza creare pregiudizio all'intero sistema, fatto questo che si ottiene ricorrendo a elementi di comune diffusione.
33 RECINZIONI IN FERRO-LEGNO E/O CON RETE (segue) Manuale di Manutenzione Pag. 8 Sostituibilità (... segue) Resistenza agli agenti aggressivi Capacità di non subire effetti degenerativi dovuti all'azione di agenti aggressivi chimici. I livelli minimi prestazionali sono connessi al mantenimento della funzionalità richiesta agli elementi delle recinzioni, pertanto la resistenza sotto l'azione di agenti aggressivi varierà, in termini di spessore e caratteristiche chimico-fisiche, dal singolo materiale utilizzato e dalla funzione dell'elemento. Resistenza agli attacchi biologici Capacità degli elementi di non subire, a seguito della crescita e presenza di agenti biologici (organismi viventi), modifiche prestazionali. Per la determinazione dei livelli minimi prestazionali si rimanda alle norme relative, dato che si hanno prestazioni differenti per ogni materiale impiegabile e per ogni elemento considerato. Resistenza al gelo Capacità di mantenere inalterate le proprie caratteristiche e non subire degradi o modifiche dimensionali-funzionali a seguito della formazione di ghiaccio così come anche durante la fase di disgelo. Per i livelli minimi prestazionali si rimanda alle norme vigenti. Resistenza all'irraggiamento Capacità degli elementi, a seguito di esposizione ad energia raggiante, a non subire modifiche strutturali o chimiche-fisiche. I livelli minimi prestazionali, relativamente alla possibilità o meno di subire mutamenti di aspetto (geometria, finiture, ecc.) e delle proprie caratteristiche chimico-fisiche a seguito dell'esposizione all'energia raggiante, sono funzione dell'ubicazione dell'elemento e delle caratteristiche funzionali richieste. Pulibilità Attitudine a garantire per un elemento la possibilità di rimuovere sporco e depositi. Le recinzioni devono garantire un livello di pulizia accettabile in funzione dell'uso degli stessi. Affidabilità Attitudine a garantire, in condizioni di normale utilizzo, livelli prestazionali costanti nel tempo. Le recinzioni devono essere progettate e realizzate con tecnologie e materiali atti a garantire nel tempo il requisito dell'affidabilità per il loro utilizzo. Pertanto per i livelli minimi di affidabilità si rimanda ai singoli requisiti che rendono
34 RECINZIONI IN FERRO-LEGNO E/O CON RETE (segue) Manuale di Manutenzione Pag. 9 Affidabilità (... segue) l'elemento affidabile: resistenza meccanica, al gelo, al'acqua, ecc. Resistenza alle intrusioni Attitudine ad impedire, con appositi accorgimenti, l'ingresso ad animali nocivi o persone indesiderate. I livelli minimi richiesti alle recinzioni affinché si comportino come barriere contro l'ingresso di animali o persone non desiderate, e quindi presentino un adeguato infittimento, dipende dal livello di limitazione all'intrusione che vogliamo ottenere. 6. ANOMALIE RISCONTRABILI Rigonfiamenti pellicola protettiva Valutazione: anomalia grave Formazione di bolle e/o scaglie con possibilità di distacco della pellicola dal supporto di base. Corrosioni Valutazione: anomalia grave Deterioramenti degli elementi metallici con formazione di ruggine e continua sfaldatura, con conseguente riduzione delle sezioni resistenti. Depositi Valutazione: anomalia lieve Depositi sulla superficie dell'elemento di pulviscolo atmosferico o altro materiale estraneo (foglie, ramaglie, detriti, ecc.). Modifiche cromatiche Valutazione: anomalia lieve Modificazione, su aree piccole o estese, della pigmentazione e del colore superficiale, con la comparsa di macchie e/o patine opacizzanti. Macchie e imbrattamenti Valutazione: anomalia grave Presenza sulla superficie di macchie di varia natura e/o imbrattamenti con prodotti macchianti (vernici, spray, ecc.). Deformazioni Valutazione: anomalia grave Variazioni geometriche e/o morfologiche della superficie dell'elemento, dovute a sollecitazioni di varia natura (sovraccaricamento, sbalzi termici, ecc.).
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