Loro indirizzi . p.c. ANMVI. SIVeLP. Loro indirizzi . Parere relativo alla pratica della mascalcia - Riscontro

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1 Prot. n. 2424/2009/F/ Roma, 7 settembre 2009 Gent.mi Dr. Stefano Tarantino Dr. Riccardo Vitali Loro indirizzi p.c. Ordini Provinciali dei Medici Veterinari ANMVI SIVeLP Loro indirizzi Oggetto: Parere relativo alla pratica della mascalcia - Riscontro Gentili Colleghi, ho letto con interesse la Vostra nota trasmessa alla FNOVI, ed estesa per conoscenza agli Ordini Provinciali, all ANMVI ed al SIVeLP. In ordine alla lunga serie di perplessità da Voi espresse mi corre fornire per quanto possibile alcune precisazioni anche se non sarà possibile, per brevità seguire l ordine della Vostra lettera. Normativa di Riferimento (R.D. 25 novembre 1937 n. 2653). Il R.D , n prevede l'ottenimento di una licenza rilasciata dall Autorità Prefettizia. Il rilascio di detta licenza è subordinato al superamento di una prova d esame da sostenersi avanti una Commissione appositamente nominata secondo un regolamento che non è stato mai approvato. La concessione della licenza è subordinata al pagamento di una tassa. L'esercizio dell arte è sottoposto al controllo del Veterinario Comunale, di quello Provinciale e di quelli Consorziali. L esercizio dell Arte della Mascalcia senza la prescritta licenza espone il contravventore ad una sanzione pecuniaria, alla chiusura dell esercizio e al sequestro

2 dell'attrezzatura. I provvedimenti sono emanati dal Prefetto e sono definitivi. Lo stesso accade se l esercente viene condannato per esercizio abusivo della professione medico veterinaria. Il quadro normativo, che doveva essere completato dall emanazione di apposito regolamento non è mai stato definito, ma la figura del maniscalco e quella del castrino sono previste dalla nostra legislazione. La eventuale costituzione di un albo dei maniscalchi dipende dall'autorità Legislativa. La FNOVI non può essere favorevole alla istituzione di eventuale riserve di attività a favore di maniscalchi. Separazione della mascalcia equina da quella bovina. L evoluzione della genetica pone sfide nuove e sempre più difficili, ma le differenze anatomiche e fisiologiche fra bovini ed equini erano evidenti anche negli anni 20 del secolo scorso. Per questo motivo gli Autori nel tempo hanno sempre tenuto giustamente separate la trattazione della podologia bovina da quella del cavallo. Dobbiamo aggiungere che, a quanto si può dedurre dall esame delle loro pubblicazioni, nelle quali la documentazione iconografica è ridotta e di difficile interpretazione, l opera del podologo bovino era per lo più indirizzata alla cura dell ulcera soleare (c.d. ulcera di Rusterholz) e delle complicazioni della necrobacillosi interdigitale (c.d. podoparenchidermite necrosante). I medici veterinari si occupavano principalmente dei casi gravi mentre la cura routinaria era solitamente effettuata dal personale di stalla. L avvento dei sulfamidici prima e degli antibiotici poi ridusse in modo sostanziale la necessità di ricorrere a operazioni di chirurgia demolitiva del dito a seguito della sepsi dei tessuti profondi. Oggi la separazione fra le due specializzazioni è automatica e non richiede di essere certificata. Nel caso che il legislatore decidesse di completare la regolamentazione dovrebbe probabilmente procedere ad una distinzione fra le due specialità in ordine alla prova d esame e alle relative licenze. Assenza di attestati di abilitazione Mentre nei Paesi Bassi il diploma di Maniscalco Bovino Professionale non è un requisito indispensabile per l esercizio della mascalcia bovina, ma rappresenta soltanto un attestato di preparazione professionale, in Italia la licenza di cui alla normativa vigente sarebbe un requisito indispensabile per l esercizio dell arte della mascalcia. Il fatto che le Autorità competenti non abbiano provveduto a completare l'impianto normativo e non esercitino i controlli e la vigilanza previsti dalla legge non dipende dalla FNOVI. Per quanto riguarda la differenza fra laicità di mascalcia e quella di fecondazione non vi è nulla da eccepire, tenendo anche conto del fatto che lo stesso Regio Decreto regolamenta oltre alla professione del maniscalco, anche quella del castrino. Difficoltà operative di campo e laminite La patogenesi della pododermatite asettica diffusa nel bovino nelle sue varie forme non è ancora stata chiarita nei dettagli. Per questo motivo non è ancora stata individuata una terapia farmacologica e il controllo della patologia si basa sulla riduzione dei fattori di rischio (nutrizionali, meccanici, ambientali e legati ad altre patologie concorrenti). Il pareggio degli unghioni costituisce uno strumento irrinunciabile nella correzione dei difetti cornei causati

3 dalla malattia, ma non dimostra di possedere altro che una capacità marginale di controllarne l evoluzione ed incidere sulla progressione delle lesioni che essa provoca, specie a livello della parete e della linea bianca. In ordine alla necessità di separare gli animali affetti da zoppie diagnosticabili mediante segni clinici obiettivi, è evidente che per poter separare tali animali essi debbono essere innanzitutto individuati, un attività che è solitamente delegata al personale di stalla. Una volta individuati i soggetti da esaminare, la loro separazione dai rispettivi gruppi viene effettuata regolarmente in tutti gli allevamenti ed è oggi grandemente facilitata dall uso dei cancelli separatori all uscita della sala di mungitura. Il maniscalco verrebbe autorizzato ad intervenire su lesioni non meglio identificabili si tratta di un affermazione gratuita: la gravità delle lesioni podali è chiaramente deducibile dall entità della zoppia e in ogni allevamento di bovini è possibile distinguere fra bovine zoppe e bovine con le unghie lunghe. Infine per quanto riguarda il rapporto fra Abilitazione all esercizio della Professione di Medico Veterinario e la capacità effettiva di affrontare tutte le possibili complicazioni delle lesioni podali dobbiamo constatare che fra le due cose non esiste purtroppo un nesso diretto. Le competenze necessarie alla cura del piede bovino prevedono capacità pratiche e manualità che sono, per ora, fuori della portata dell Insegnamento Universitario nel nostro Paese. Per questo motivo, a voler essere rigorosi, le attività di podologia del bovino dovrebbero essere riservate per legge a chi è in possesso dei titoli necessari e responsabilmente ha completato un idoneo iter formativo. Rapporti fra podologi veterinari e maniscalchi I rapporti fra podologi veterinari e maniscalchi non sono stati a tutt oggi regolamentati. In un quadro che fosse chiaro e rispettoso delle rispettive competenze e responsabilità la divisione dei compiti sarebbe chiara: il veterinario cura le malattie, specie quelle di interesse chirurgico, il maniscalco corregge i difetti cornei. È questo oggi l orientamento prevalente in Europa dove, anche per l effettuazione di importanti studi epidemiologici internazionali, il rilievo delle lesioni cornee non complicate è effettuato, nel 90% dei casi, da maniscalchi, un rappresentante dei quali ha anche messo a punto il sistema computerizzato di rilevazione dei dati. Le malattie infettive La recente modifica della normativa in merito all obbligo di registrazione dei trattamenti con spray antibiotico a tempo di sospensione nullo per il latte e la carne, getta le basi per la difesa della specificità della professione medico veterinaria ma, al contempo, pone una grossa sfida al veterinario aziendale tenuto, d ora in poi, a registrare tutti i trattamenti topici effettuati con spray contenenti antibiotici. Per quanto riguarda i bagni medicati, l acquisto dei prodotti disinfettanti necessari all implementazione dei programmi di disinfezione dei piedi delle bovine non è soggetto ad alcun tipo di prescrizione e la loro scelta e gestione dipendono principalmente dal rapporto costo/beneficio. In un futuro prossimo, il recepimento della Direttiva Europea sui biocidi fisserà criteri sicuramente più stringenti per l uso dei prodotti disinfettanti.

4 Podologia Bovina e definizione di atto medico veterinario La definizione di atto medico veterinario, cosi come è stata pubblicata su 30 giorni, è in parte spiegata in una lettera che la FNOVI ha inoltrato al Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali. In questa nota viene peraltro specificato che la puntuale indicazione delle competenze veterinarie che deriva dalla definizione di atto medico veterinario così elaborata, pur non avendo l'intento di definire aree di competenza esclusiva, si prefigge lo scopo di individuare la tipicità delle prestazioni professionali con conseguente divieto di svolgimento delle stesse da parte di altri soggetti, pena l'attribuzione del reato di cui all'art. 348 del Codice Penale. Nella stessa lettera si specifica anche che la definizione è stata elaborata per uniformare le previsioni europee con quelle nazionali. La definizione così come è stata elaborata è stata volutamente mantenuta ampia e piuttosto vaga. Questo è stato fatto per non pregiudicare eventuali sviluppi futuri della professione, ad esempio nei settori della certificazione di qualità, dell autocontrollo nell ambito del Pacchetto igiene, della riabilitazione e di altre attività non terapeutiche in senso classico. Proprio a causa della sua genericità, la definizione dovrà essere integrata da chiarimenti e specificazioni in merito alle singole attività svolte sugli animali e negli allevamenti. Non si può negare il valore preventivo al pareggio degli unghioni, ma molte altre sono le azioni che vengono attuate sugli animali a scopo preventivo: come la tosatura delle mammelle per il controllo dell'infezioni, la disinfezione dei capezzoli dopo la mungitura ecc., il fatto che un azione possieda un valore preventivo non basta a definirla come atto medico veterinario, inserirla fra quelle di esclusiva competenza medico veterinaria e come tali precluse ad altri soggetti. Conclusioni Le professioni sanitarie ausiliarie sono una realtà consolidata e prevista dalle normative vigenti, la mascalcia ne fa sicuramente parte, ed è pertanto irrealistico pensare di cancellarla sulla base della definizione di atto medico veterinario. Più realistico è pensare di finire quanto iniziato tanti anni or sono dal Legislatore, integrando e completando la definizione della figura professionale del maniscalco. Detto questo, e non solo nel campo della podologia bovina, i confini dell atto medico veterinario debbono essere oggettivi e facilmente individuabili pena una grande confusione, un aumento dell illegalità e lo sviluppo di un contenzioso infinito e pressoché inutile. Nel caso della podologia bovina il confine dell atto medico veterinario è di facile definizione, per dirla con Toussaint Raven: Il confine è il sangue, intendendo con ciò le azioni che causano emorragia e che dovrebbero essere riservate al medico veterinario. Il maniscalco agisce sul corno, il medico veterinario anche sui tessuti interni. L applicazione di una suola ortopedica è sostanzialmente analoga a quella di un ferro correttivo ed è usata anche come misura di correzione estrema in caso di grande asimmetria fra gli unghioni dello stesso piede, non comporta azioni cruente e pertanto non dovrebbe essere interdetta al laico.

5 Se si osservano i canoni del metodo olandese, il maniscalco non ha bisogno di applicare fasciature, non pulisce bene le lesioni con il bisturi e non utilizza e tanto meno raccomanda antibiotici. A tale riguardo la normativa sul farmaco veterinario, con i suoi continui aggiornamenti, dovrebbe proteggere i bovini, e la filiera degli alimenti che ne derivano, dagli abusi per mezzo di farmaci, specie se utilizzati in modo improprio. Gli episodi e le situazioni descritte nella lettera sono già veri e propri casi di esercizio abusivo della professione veterinaria (terapie cruente dai maniscalchi, bisturi usati per pulire bene la lesione, utilizzo di antibiotici per l esecuzione di bendaggi ecc.) e come tali potrebbero già oggi essere perseguiti, provando la colpevolezza dei sospetti. Un inasprimento delle regole non impedirebbe a chi già agisce nell illegalità di continuare a farlo mentre creerebbe gravi problemi a tutti i maniscalchi (o podologi laici) capaci, rispettosi degli animali e delle regole, che si vedrebbero privati del loro lavoro senza averne colpa. La presenza sul territorio italiano di un offerta di prestazioni podologiche ad altissima qualificazione è motivo di vanto per tutta la classe veterinaria, ma la stessa non giustifica la soppressione di un offerta meno qualificata alla quale si possa rivolgere chi non ha problemi gravi in mandria o abbia raggiunto un controllo soddisfacente dell'incidenza delle patologie podali. Per il futuro sarà importante provvedere all educazione degli allevatori affinché possano scegliere il tipo di assistenza podologica più adatto alle loro necessità e sappiano valutare le competenze di chi opera sui piedi dei loro animali, rifiutando le prestazioni abusive e/o non supportate da basi scientifiche. Infine, l offerta di collaborazione da Voi formulata sarà tenuta nel debito conto nel caso, in futuro, venga richiesto a FNOVI di collaborare alla definizione della regolamentazione riguardante la podologia bovina. Cordialmente Il Presidente (Dott. Gaetano Penocchio) G