Distretto del Fiume Serchio REGISTRO DELLE AREE PROTETTE

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1 Distretto del Fiume Serchio REGISTRO DELLE AREE PROTETTE Febbraio 2010

2 Riferimenti normativi: Legge 27 febbraio 2009 n. 13 (articolo 1, comma 3-bis) Direttiva 2000/60/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2000 Comitato Tecnico: Seduta del 26 giugno 2009 Seduta del 11 settembre 2009 Collaboratori: La Segreteria Tecnico Operativa Gruppo di lavoro tecnico: B. Lenci, G. Pergola, M. Colman, N. Coscini, A. Di Grazia, F. Falaschi, I. Gabbrielli, F. Quilici Consulente per l analisi economica: Prof. D. Viaggi Dipartimento di Economia e Ingegneria Agrarie, Università degli studi di Bologna Consulente per il Rapporto Ambientale: Dott. Biologo A. Grazzini Comitato Istituzionale allargato (L.13/2009): seduta del 24 febbraio 2010 Segretario Generale Prof. Raffaello Nardi

3 Indice del documento PREMESSA... 5 AREE DESIGNATE PER L'ESTRAZIONE DI ACQUE DESTINATE AL CONSUMO UMANO A NORMA DELL'ARTICOLO 7 DELLA DIRETTIVA 2000/60/CE... 6 AREE DESIGNATE PER LA PROTEZIONE DI SPECIE ACQUATICHE SIGNIFICATIVE DAL PUNTO DI VISTA ECONOMICO... 8 CORPI IDRICI INTESI A SCOPO RICREATIVO, COMPRESE LE AREE DESIGNATE COME ACQUE DI BALNEAZIONE A NORMA DELLA DIRETTIVA 76/160/CEE...10 AREE SENSIBILI RISPETTO AI NUTRIENTI, COMPRESE QUELLE DESIGNATE COME ZONE VULNERABILI A NORMA DELLA DIRETTIVA 91/676/CEE E LE ZONE DESIGNATE COME AREE SENSIBILI A NORMA DELLA DIRETTIVA 91/271/CEE...11 AREE DESIGNATE PER LA PROTEZIONE DEGLI HABITAT E DELLE SPECIE, NELLE QUALI MANTENERE O MIGLIORARE LO STATO DELLE ACQUE È IMPORTANTE PER LA LORO PROTEZIONE, COMPRESI I SITI PERTINENTI DELLA RETE NATURA 2000 ISTITUITI A NORMA DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE E DELLA DIRETTIVA 79/409/CEE...12 RIFERIMENTI NORMATIVI E RICOGNIZIONE DELLE AREE PRESENTI NEL DISTRETTO Aree naturali protette del distretto Rete Natura 2000 del distretto RICOGNIZIONE HABITAT E SPECIE IGROFILE Indice delle figure Figura 1 - Acque destinate alla vita dei salmonidi (in giallo)... 8 Figura 2 - Acque destinate alla vita dei ciprinidi (in rosso)... 8 Figura 3 - Acque destinate alla vita dei molluschi (in arancio)... 9 Figura 4 - Aree destinate alla balneazione Figura 5 - Aree sensibili (in giallo) e zone vulnerabili da nitrati di origine agricola (in rosa) Indice delle tabelle Tabella 1- Parchi Nazionali Tabella 2 - Riserve Naturali Statali Tabella 3 - Parchi naturali regionali Tabella 4 - Altre Aree Naturali Protette Regionali Tabella 5 - Leggi istitutive aree naturali protette Tabella 6 - Elenco SIR Tabella 7 - Elenco habitat e specie igrofile Tabella 8 - Zone umide minori non comprese nella Rete Ecologica Cartografie Tav. 5.1 Aree protette Aree designate per l'estrazione di acque destinate al consumo umano a norma dell'articolo 7 della direttiva 2000/60/CE Tav. 5.2 Aree protette Aree designate per la protezione di specie acquatiche significative dal punto di vista economico Tav. 5.3 Aree protette Corpi idrici intesi a scopo ricreativo, comprese le aree designate come acque di balneazione a norma della direttiva 76/160/CEE Tav. 5.4 Aree protette Aree sensibili rispetto ai nutrienti, comprese quelle designate come zone vulnerabili a norma della direttiva 91/676/CEE e le zone designate come aree sensibili a norma della direttiva 91/271/CEE Tav. 5.5 Aree protette Aree designate per la protezione degli habitat e delle specie, nelle quali mantenere o migliorare lo stato delle acque è importante per la loro protezione, compresi i siti pertinenti della rete Natura 2000 istituiti a norma della direttiva 92/43/CEE e della direttiva 79/409/CEE Rete ecologica Natura

4 Tav. 5.6 Aree protette Aree designate per la protezione degli habitat e delle specie, nelle quali mantenere o migliorare lo stato delle acque è importante per la loro protezione, compresi i siti pertinenti della rete Natura 2000 istituiti a norma della direttiva 92/43/CEE e della direttiva 79/409/CEE Aree naturali protette Tav. 5.7 Aree protette Aree designate per la protezione degli habitat e delle specie, nelle quali mantenere o migliorare lo stato delle acque è importante per la loro protezione, compresi i siti pertinenti della rete Natura 2000 istituiti a norma della direttiva 92/43/CEE e della direttiva 79/409/CEE Proposta di area Ramsar Link utili Piano di Tutela delle Acque del bacino del fiume Serchio Regione Toscana RT/Contenuti/sezioni/ambiente_territorio/acqua/rubriche/piani_progetti/visualizza_asset.html_ html Direttiva 76/160/CEE Qualità delle acque di balneazione Direttiva 91/676/CEE Protezione delle acque dall inquinamento provocato da nitrati provenienti da fonti agricole Direttiva 91/271/CEE Trattamento acque reflue urbane Direttiva 92/43/CEE Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche (Direttiva "Habitat") Direttiva 79/409/CEE Conservazione degli uccelli selvatici Individuazione delle aree sensibili ai nitrati di origine agricola nel bacino del fiume Serchio Regione Toscana &MItypeObj=application/pdf Legge 6 dicembre 1991 n.394 Legge quadro sulle aree protette L.R. n.56 del 6 aprile 2000 Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche modifiche alla legge regionale 23 gennaio 1998, n.7 modifiche alla legge regionale 11 aprile 1995, n.49 integr _.pdf 2

5 DPR 8 settembre 1997, n. 357 Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche Decreto Ministeriale 5 luglio 2007 Elenco dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica mediterranea in Italia, ai sensi della direttiva 92/43/CEE Decreto Ministeriale 5 luglio 2007 Elenco delle zone di protezione speciale (ZPS) classificate ai sensi della direttiva 79/409/CEE Decreto Ministeriale 30 marzo 2009 Secondo elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per le regioni biogeografiche mediterranea, alpina e continentale in Italia ai sensi della direttiva 92/43/CEE Schede di conservazione dei SIR Schede Natura

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7 Premessa La Direttiva 2000/60/CE richiede che gli Stati Membri provvedano all istituzione di uno o più registri di tutte le aree di ciascun distretto idrografico alle quali è stata attribuita una protezione speciale in base alla specifica normativa comunitaria al fine di proteggere le acque superficiali e sotterranee ivi contenute o di conservarne gli habitat e le specie presenti che dipendono direttamente dall'ambiente acquatico (articolo 6, paragrafo 1, della direttiva). Il registro o i registri contengono tutti i corpi idrici individuati a norma dell'articolo 7, paragrafo 1 [acque destinate all estrazione di acque potabili], e tutte le aree protette di cui all'allegato IV, che elenca le i) aree designate per l'estrazione di acque destinate al consumo umano a norma dell'articolo 7; ii) aree designate per la protezione di specie acquatiche significative dal punto di vista economico; iii) corpi idrici intesi a scopo ricreativo, comprese le aree designate come acque di balneazione a norma della direttiva 76/160/CEE; iv) aree sensibili rispetto ai nutrienti, comprese quelle designate come zone vulnerabili a norma della direttiva 91/676/CEE e le zone designate come aree sensibili a norma della direttiva 91/271/CEE; v) aree designate per la protezione degli habitat e delle specie, nelle quali mantenere o migliorare lo stato delle acque è importante per la loro protezione, compresi i siti pertinenti della rete Natura 2000 istituiti a norma della direttiva 92/43/CEE e della direttiva 79/409/CEE. La sintesi del registro da inserire nel piano di gestione del bacino idrografico deve contenere mappe che indicano l'ubicazione di ciascuna area protetta, oltre che la descrizione della normativa comunitaria, nazionale o locale che le ha istituite. Il D. Lgs. 152/2006 ha attribuito il compito della istituzione del registro delle aree protette alle Autorità di bacino (art. 117, comma 3). Il registro delle aree protette del presente Piano di Gestione è rappresentato nelle seguenti cartografie Tavola n. 5.1 Aree protette aree designate per l'estrazione di acque destinate al consumo umano a norma dell'articolo 7 della direttiva 2000/60/CE Tavola n. 5.2 Aree protette aree designate per la protezione di specie acquatiche significative dal punto di vista economico Tavola n. 5.3 Aree protette corpi idrici intesi a scopo ricreativo, comprese le aree designate come acque di balneazione a norma della direttiva 76/160/CEE Tavola n. 5.4 Aree protette aree sensibili rispetto ai nutrienti, comprese quelle designate come zone vulnerabili a norma della direttiva 91/676/CEE e le zone designate come aree sensibili a norma della direttiva 91/271/CEE Tavola n. 5.5 Aree protette aree designate per la protezione degli habitat e delle specie, nelle quali mantenere o migliorare lo stato delle acque è importante per la loro protezione, compresi i siti pertinenti della rete Natura 2000 istituiti a norma della direttiva 92/43/CEE e della direttiva 79/409/CEE Rete ecologica Natura 2000 Tavola n. 5.6 Aree protette aree designate per la protezione degli habitat e delle specie, nelle quali mantenere o migliorare lo stato delle acque è importante per la loro protezione, compresi i siti pertinenti della rete Natura 2000 istituiti a norma della direttiva 92/43/CEE e della direttiva 79/409/CEE Aree naturali protette Tavola n. 5.7 Aree protette aree designate per la protezione degli habitat e delle specie, nelle quali mantenere o migliorare lo stato delle acque è importante per la loro protezione, compresi i siti pertinenti della rete Natura 2000 istituiti a norma della direttiva 92/43/CEE e della direttiva 79/409/CEE Proposta di area Ramsar 5

8 Aree designate per l'estrazione di acque destinate al consumo umano a norma dell'articolo 7 della direttiva 2000/60/CE A norma dell articolo 7 della Direttiva 2000/60/CE gli Stati Membri individuano tutti i corpi idrici utilizzati per l'estrazione di acque destinate al consumo umano che forniscono in media oltre 10 m 3 al giorno o servono più di 50 persone ed i corpi idrici destinati a tale uso futuro. Per il Piano di Gestione del distretto del Serchio si è ritenuto di dover confermare le acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile dal Piano di Tutela della Regione Toscana: - Rio Buio - Rio Porzile - Torrente Sestaione. In merito alle acque sotterranee, si evidenzia che le fonti di approvvigionamento idropotabile ricadano nei seguenti corpi idrici sotterranei: - Gruppo di corpi idrici arenacei - Corpo idrico delle arenarie di avanfossa della Toscana nord-orientale - Zona monti d'oltreserchio; - Gruppo di corpi idrici arenacei - Corpo idrico delle arenarie di avanfossa della Toscana nord-orientale - Zona dorsale appenninica; - Corpo idrico della pianura di Lucca zona freatica e del Serchio; - Gruppo di corpi idrici apuani - Corpo idrico carbonatico non metamorfico delle Alpi Apuane. Ai fini dell individuazione delle Aree designate per l'estrazione di acque destinate al consumo umano a norma dell'articolo 7 della direttiva 2000/60/CE occorre innanzi tutto ricordare quanto disciplinato dall art. 94 del D.Lgs 152/06, che afferma quanto segue: su proposta delle Autorità d'ambito, le regioni, per mantenere e migliorare le caratteristiche qualitative delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano, erogate a terzi mediante impianto di acquedotto che riveste carattere di pubblico interesse, nonché per la tutela dello stato delle risorse, individuano le aree di salvaguardia distinte in zone di tutela assoluta e zone di rispetto, nonché, all'interno dei bacini imbriferi e delle aree di ricarica della falda, le zone di protezione. In particolare il comma 6 afferma che in assenza dell'individuazione da parte delle regioni o delle province autonome della zona di rispetto ai sensi del comma 1, la medesima ha un'estensione di 200 metri di raggio rispetto al punto di captazione o di derivazione. Si ritiene che le finalità di tutela delle risorse idriche perseguite dalla Direttiva Quadro sulle acque attraverso la definizione delle aree protette siano più ampie di quelle sottese dalla disciplina delle aree di salvaguardia delle acque destinate al consumo umano di cui al suddetto art. 94 del D.Lgs. 152/06. Ciò appare evidente con riferimento ai corpi idrici sotterranei caratterizzati da elevata circolazione idrica, nei cui confronti i criteri di individuazione delle zone di tutela assoluta, di rispetto e di protezione devono essere ben circostanziati, in quanto una applicazione meramente geometrica delle stesse zone potrebbe non esplicare la dovuta protezione delle acque. Alla luce di quanto esposto, si ritiene corretto far coincidere l area protetta, a norma dell art. 7 della Direttiva, con la zona di rispetto disciplinata dall art. 94, commi 4 e 6, per i seguenti corpi idrici: - Gruppo di corpi idrici arenacei - Corpo idrico delle arenarie di avanfossa della Toscana nordorientale - Zona monti d'oltreserchio; - Gruppo di corpi idrici arenacei - Corpo idrico delle arenarie di avanfossa della Toscana nordorientale - Zona dorsale appenninica; - Corpo idrico della pianura di Lucca zona freatica e del Serchio. Per il campo pozzi di S. Alessio, ricadente nel corpo idrico della pianura di Lucca zona freatica e del Serchio, si assume quale perimetrazione dell area di rispetto quella individuata con D.G.R. n 419 del 12/6/2006 D. Lgs 152/2006 Individuazione dell area di salvaguardia del campo pozzi di S. Alessio nel Comune di Lucca. 6

9 In considerazione invece della estesa circolazione idrica che caratterizza il corpo idrico Gruppo di corpi idrici apuani - Corpo idrico carbonatico non metamorfico delle Alpi Apuane, si ritiene che l area protetta da definire ai sensi dell art. 7 della Direttiva debba coincidere con l intera estensione del corpo idrico, al cui interno sarà compito regionale calibrare le zone di rispetto (commi 4 e 6 dell art. 94) dei punti di captazione. Per le aree di tale corpo idrico che risulteranno esterne alle zone di rispetto la Regione potrà valutare l applicazione della disciplina relativa alle zone di protezione definite dall art. 94, comma 7 del D. Lgs 152/2006, sulla base delle risultanze dello studio Cartografia idrogeologica del versante in sinistra idrografica del fiume Serchio a integrazione del CISS delle Alpi Apuane e finalizzata alla redazione del bilancio idrico e idrologico del fiume Serchio redatto dall Università di Siena - CGT Centro di GeoTecnologie per la Regione Toscana e per l Autorità di bacino del fiume Serchio. 7

10 Aree designate per la protezione di specie acquatiche significative dal punto di vista economico Nell ambito del Piano di Gestione delle acque del Bacino Pilota del fiume Serchio vengono individuate come aree protette designate alla protezione di specie acquatiche significative dal punto di vista economico le acque destinate alla vita dei pesci e le acque destinate alla vita dei molluschi dal Piano di Tutela delle Acque della Regione Toscana. Figura 1 - Acque destinate alla vita dei salmonidi (in giallo) Figura 2 - Acque destinate alla vita dei ciprinidi (in rosso) 8

11 Figura 3 - Acque destinate alla vita dei molluschi (in arancio) 9

12 Corpi idrici intesi a scopo ricreativo, comprese le aree designate come acque di balneazione a norma della direttiva 76/160/CEE Nell ambito del Piano di Gestione delle acque del Bacino Pilota del fiume Serchio vengono individuate come Corpi idrici intesi a scopo ricreativo le acque destinate alla balneazione dal Piano di Tutela delle Acque della Regione Toscana. Figura 4 - Aree destinate alla balneazione 10

13 Aree sensibili rispetto ai nutrienti, comprese quelle designate come zone vulnerabili a norma della direttiva 91/676/CEE e le zone designate come aree sensibili a norma della direttiva 91/271/CEE In ottemperanza alle direttive 91/271/CEE e 91/676/CEE, recepite prima del D. Lgs. 152/99 e attualmente del D.Lgs. 152/06, la Regione Toscana ha identificato le aree sensibili e le zone vulnerabili. All interno del territorio di competenza dell Autorità di Bacino del fiume Serchio sono state individuate, a partire dalla Delibera Regionale 172 del 8 ottobre 2003, come area sensibile quella del lago di Massaciuccoli ed il relativo bacino drenante e come Zona vulnerabile da nitrati di origine agricola l area circostante il lago di Massaciuccoli. Nell ambito del Piano di Gestione delle acque del Bacino Pilota del fiume Serchio vengono individuate come aree sensibili rispetto ai nutrienti le zone vulnerabili da nitrati di origine agricola e le aree sensibili suddette individuate dalla Regione Toscana. Figura 5 - Aree sensibili (in giallo) e zone vulnerabili da nitrati di origine agricola (in rosa) 11

14 Aree designate per la protezione degli habitat e delle specie, nelle quali mantenere o migliorare lo stato delle acque è importante per la loro protezione, compresi i siti pertinenti della rete Natura 2000 istituiti a norma della direttiva 92/43/CEE e della direttiva 79/409/CEE Nell ambito del Piano di Gestione delle acque del Bacino Pilota del fiume Serchio vengono individuate come aree designate per la protezione degli habitat e delle specie le aree protette nazionali, le aree protette Regionali, i Siti natura 2000, i Siti di importanza regionale e le Zone umide ai sensi della convenzione di Ramsar o proposte come tali. Riferimenti normativi e ricognizione delle aree presenti nel distretto La legge 6 dicembre 1991 n.394, Legge quadro sulle aree protette, in attuazione degli articoli 9 e 32 della Costituzione e nel rispetto degli accordi internazionali, detta principi fondamentali per l'istituzione e la gestione delle aree naturali protette al fine di garantire e di promuovere, in forma coordinata, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale del paese. Essa definisce la classificazione delle aree naturali protette e ne istituisce l'elenco ufficiale. In quest ultimo vengono iscritte tutte le aree che rispondono ai criteri stabiliti a suo tempo dal Comitato nazionale per le aree protette. Ad oggi il sistema di suddette aree è classificato come di seguito indicato: Parchi Nazionali: sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono uno o più ecosistemi intatti o anche parzialmente alterati da interventi antropici, una o più formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche, biologiche, di rilievo internazionale o nazionale per valori naturalistici, scientifici, estetici, culturali, educativi e ricreativi tali da richiedere l'intervento dello Stato ai fini della loro conservazione per le generazioni presenti e future (art.2 comma 1). Parchi naturali regionali e interregionali: sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali ed eventualmente da tratti di mare prospicienti la costa, di valore naturalistico e ambientale, che costituiscono, nell'ambito di una o più regioni limitrofe, un sistema omogeneo individuato dagli assetti naturali dei luoghi, dai valori paesaggistici ed artistici e dalle tradizioni culturali delle popolazioni locali (art. 2 comma 2). Riserve naturali: sono costituite da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono una o più specie naturalisticamente rilevanti della flora e della fauna, ovvero presentino uno o più ecosistemi importanti per le diversità biologiche o per la conservazione delle risorse genetiche. Le riserve naturali possono essere statali o regionali in base alla rilevanza degli interessi in esse rappresentati (art.2 comma 3). Zone umide di interesse internazionale: sono costituite da aree acquitrinose, paludi, torbiere oppure zone naturali o artificali d'acqua, permanenti o transitorie comprese zone di acqua marina la cui profondità, quando c'è bassa marea, non superi i sei metri che, per le loro caratteristiche, possono essere considerate di importanza internazionale ai sensi della convenzione di Ramsar. La Convenzione di Ramsar del 2 febbraio 1971 è stata ratificata e resa esecutiva dall'italia con il DPR 13 marzo 1976, n. 448, e con il successivo DPR 11 febbraio 1987, n Gli strumenti attuativi prevedono, in aggiunta alla partecipazione alle attività internazionali comuni previste dalla Convenzione, una serie di impegni nazionali, quali: 1. attività di monitoraggio e sperimentazione nelle "zone umide" designate ai sensi del DPR 13 marzo 1976, n.448; 2. attivazione di modelli per la gestione di "Zone Umide"; 3. attuazione del "Piano strategico " sulla base del documento "Linee guida per un Piano Nazionale per le Zone Umide"; 4. designazione di nuove zone umide, ai sensi del DPR , n. 448; 5. preparazione del "Rapporto Nazionale" per ogni Conferenza delle Parti. 12

15 Per quello che concerne il territorio di competenza dell Autorità di Bacino del fiume Serchio, con D.G.R. n. 231 del , è stato richiesto l inserimento dell area del bacino del lago di Massaciuccoli nelle aree umide di cui alla Convenzione di Ramsar. Altre aree naturali protette: sono aree (oasi delle associazioni ambientaliste, parchi suburbani, ecc.) che non rientrano nelle precedenti classi. Si dividono in aree di gestione pubblica, istituite cioè con leggi regionali o provvedimenti equivalenti, e aree a gestione privata, istituite con provvedimenti formali pubblici o con atti contrattuali quali concessioni o forme equivalenti. Aree di reperimento terrestri e marine: costituiscono aree la cui conservazione attraverso l'istituzione di aree protette è considerata prioritaria, a norma delle leggi 394/91 e 979/82. Aree naturali protette del distretto Si riportano qui di seguito i Parchi Nazionali, le Riserve Naturali Statali, i Parchi naturali regionali e le Aree Naturali Protette Regionali che ricadono nel territorio di competenza dell Autorità di Bacino del fiume Serchio. Tabella 1- Parchi Nazionali Codice naz Cod reg Denominazione EUAP1158 PN03 Parco nazionale dell'appennino Tosco- Emiliano Estensione (ha) (7189 Toscana Emilia R.) Comuni/Province LU: Giuncugnano, S. Romano in Garf, Villa Collemandina MS: Comano, Filattiera, Fivizzano, Licciana Nardi PR: Corniglio RE: Busana, Castelnuovo ne Monti, Collagna, Ligonchio, Raniseto, Villa Minozzo Gestione Ente Parco Tabella 2 - Riserve Naturali Statali EUAP Riserva naturale statale biogenetica dell Abetone EUAP Riserva naturale statale di Popolamento Animale dell Orecchiella EUAP Riserva naturale statale biogenetica dell Orrido di Botri EUAP0135 RNLU01 Riserva naturale statale di Luoghi naturali e Biogenetica della Pania di Corfino EUAP Riserva naturale statale orientata e biogenetica Pian degli Ontani EUAP Riserva naturale statale di Luoghi Naturali e Biogenetica di Lamarossa EUAP Riserva naturale statale orientata e biogenetica di Campolino EUAP0137 Riserva naturale statale 584 PT: Abetone Ex ASFD Pistoia 217,58 LU: S. Romano in Garf., Ex ASFD Villa Collemandina Lucca 192 LU: Bagni di Lucca Ex ASFD Lucca 135 LU: Villa Collemandina Ex ASFD Lucca 590 PT: Cutigliano Ex ASFD Pistoia 167 LU: S. Romano in Garfagnana Ex ASFD Lucca 98 PT: Abetone Ex ASFD Pistoia 13

16 di popolamento animale Poggio Adorno Tabella 3 - Parchi naturali regionali Codice naz Cod reg Denominazione Estensione (ha) Comuni/Province EUAP0231 PR02 Parco regionale LU: Massarosa, Viareggio Migliarino - S. Rossore - PI: S. Giuliano Terme, Massaciuccoli Pisa, Vecchiano EUAP0229 PR03 Parco regionale Apuane MS: Carrara, Casola in Lunigiana, Fivizzano, Massa, Montignoso LU: Camaiore, Careggine, Fabbriche di Vallico, Gallicano, Minucciano, Molazzana, Pescaglia, Seravezza, Stazzema, Vagli Sotto, Vergemoli Gestione Ente Parco Ente Parco Tabella 4 - Altre Aree Naturali Protette Regionali APPI03 Area naturale protetta di interesse locale (ANPIL) Monte Castellare APPI04 Area naturale protetta di interesse locale (ANPIL) Valle delle Fonti 237 PI: S. Giuliano Terme Comune 193 PI: S. Giuliano Terme Comune Si forniscono di seguito gli estremi degli atti di pianificazione e gestione inerenti le aree sopraelencate: Tabella 5 - Leggi istitutive aree naturali protette Denominazione Parco Nazionale dell Appennino Tosco- Emiliano Riserva Naturale Statale di Luoghi naturali e Biogenetica di Lamarossa Riserva Naturale Statale di Popolamento Animale dell Orecchiella Riserva Naturale Statale di Luoghi naturali e Biogenetica della Pania di Corfino Riserva Naturale Statale Biogenetica Legge istitutiva DPR DM e DM DM 28/04/1980 DM e DM DM 26/07/1971 e Piano del Parco/Piani di Gestione/Piani di Settore In fase di elaborazione Regolamento In fase di elaborazione 14

17 dell Orrido di Botri DM 02/03/1977 Riserva Naturale Statale Biogenetica D.M. 13/07/1977 dell Abetone Riserva Naturale Statale Orientata e Biogenetica Pian degli D.M. 13/07/1977 Ontani D.M. 26/07/1971 Riserva Naturale e Statale Orientata e DM 29/03/1972 biogenetica di e Campolino DM 02/03/1977 Parco Regionale Migliarino- S. Rossore- Massaciuccoli L.R. 61 del 13/12/1979 L.R. 24 del 11/08/1997 Approvato con Del. CR n 515 del e modificato con Del C.R. n 223 del Piano di Gestione Padule Settentrionale e Lago di Massaciuccoli Approvato con Del C.D. Ente Parco n 227/20 del 25/10/1999 Variante al Piano di Gestione Padule Settentrionale e Lago di Massaciuccoli, limitatamente alle aree classificate Ambito unitario di intervento n 9 (Loc. Torre del Lago Puccini) Approvato con Del C.D. Ente Parco n 15 del Secondo Piano di gestione d-ella Tenuta Borbone e Macchia Lucchese- Adottato con Del C.D. Ente Parco n 132 del 12/11/2007 Piano di Gestione Tenuta di Migliarino e Fattoria di Vecchiano - Approvato con Del C.D. Ente Parco n 360 del 24/12/1997 Modificato con Del C.D. Ente Parco n 215/8 del 15

18 13/09/1999 Parco Regionale Apuane Monte Castellare Valle delle Fonti LR n 5 del L.R n 65 del Del C.C. n 131 del 23/12/1997 Del C.C. n 43 del 30/07/2006 Del C.C. n 131 del 23/12/1997 Del C.C. n 43 del 30/07/2006 La proposta di Piano del Parco adottata con Del. C.D. N 46 del 29/11/ Piano di Gestione Tenuta di S. Rossore- Approvato con Del C.D. Ente Parco n 214 del 13/09/1999 Relazione generale Norme tecniche di attuazione Direttive per le aree contigue Allegato Attività estrattive - Stralcio aree contigue di cava delle Alpi Apuane del Piano Regionale integrativo per i materiali ornamentali- Relazione illustrativa e Norme Tecniche di Attuazione La proposta di Regolamento del Parco è stata approvata con Del. C.D. Ente Parco n. 37 del 26/08/2003. Ha poi ottenuto il prescritto pareri obbligatorio favorevole del Comitato scientifico. La Comunità del Parco non si è ancora espressa in merito. Rete Natura 2000 del distretto Nel 1992 con la Direttiva 92/43/CEE1, definita Direttiva Habitat, l Unione Europea ha ribadito l importanza del mantenimento della biodiversità nel territorio comunitario in quanto...nel territorio europeo degli Stati membri gli habitat naturali non cessano di degradarsi e un numero crescente di specie selvatiche è gravemente minacciato... ; per tale motivo è necessario adottare misure a livello comunitario per la loro conservazione (CEE, 1992). Per il raggiungimento di tale obiettivo l Unione Europea, mediante la Direttiva Habitat, ha previsto la costituzione di una Rete Ecologica Europea di siti denominata Rete Natura 2000, che pertanto risulta essere il principale strumento politico dell'unione in materia di conservazione della biodiversità. 1 Direttiva 92/43/CEE del 21 maggio 1992 concernente la conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche. 16

19 Tale rete, costituita da quelle aree ove sono localizzati habitat e specie rare (elencati negli allegati della Direttiva), dovrà garantire il mantenimento, ovvero all occorrenza il ripristino, in uno stato soddisfacente, dei tipi di habitat naturali e degli habitat delle specie interessati nelle loro aree di ripartizione naturale. Si tratta di zone speciali di conservazione (ZSC)2, designate dagli stati membri in conformità delle disposizioni della direttiva e di zone di protezione speciale (ZPS) istituite dalla direttiva 79/409/CEE concernente la conservazione degli uccelli selvatici3. I siti della rete Natura 2000 per la presenza di habitat e specie, di flora e di fauna, di interesse comunitario o prioritari, costituiscono un grande patrimonio ambientale la cui conservazione, da realizzarsi appunto attraverso l individuazione di aree speciali da tutelare, è ritenuta prioritaria dall Unione Europea. Le aree che compongono la rete Natura 2000 non sono però riserve rigidamente protette dove le attività umane sono escluse; la direttiva Habitat intende garantire la protezione della natura tenendo conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità regionali e locali. Inoltre nello stesso titolo della Direttiva viene specificato l obiettivo di conservare non solo gli habitat naturali ma anche quelli seminaturali (come le aree ad agricoltura tradizionale, i boschi utilizzati, i pascoli ecc ). A livello nazionale il regolamento di attuazione delle Direttiva 92/43/CEE è stato recepito con DPR 8 settembre 1997, n E con successivo Decreto Ministeriale 20 gennaio 1999 si è provveduto a recepire l adeguamento tecnico e scientifico di cui alla Direttiva 97/62/CEE. Il 12 marzo 2003 è stato approvato il DPR n.120 di modifica ed integrazione al DPR 357/97 e il D.M. 11 giugno 2007 recante Modificazioni agli allegati A, B, D ed E del Decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, e successive modificazioni, in attuazione della direttiva 2006/105/CE del Consiglio del 20 novembre 2006, che adegua le direttive 73/239/CEE, 74/557/CEE e 2002/83/CE in materia di ambiente a motivo dell'adesione della Bulgaria e della Romania. Le misure di conservazione relative a ZSC e a ZPS sono indicate nel Decreto 17 Ottobre 2007 Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone speciali di conservazione (ZSC) e a Zone di protezione speciale (ZPS) successivamente modificato con il Decreto 22 gennaio 2009 Modifica del decreto 17 ottobre 2007, concernente i criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS). Con L.R. n.56 del 6 aprile 2000 la Regione Toscana ha approvato una legge per la tutela della biodiversità riconoscendo il ruolo strategico dei siti di importanza comunitaria, nazionale e regionale. Nell ambito di tale legge sono state individuate nuove tipologie di habitat e nuove specie considerate di elevato interesse regionale, non ricomprese negli allegati delle direttive comunitarie. In tale contesto le diverse tipologie di siti (psic, ZPS, SIR, SIN) sono state complessivamente classificate quali Siti di Importanza Regionale (SIR). Con il termine Siti di Importanza Regionale si indicano pertanto i siti classificabili come di Importanza Comunitaria (psic), le Zone di Protezione Speciale (ZPS) ed il sistema di Siti di Interesse Regionale (SIR) e di Interesse Nazionale (SIN). 2 La designazione delle zone speciali di conservazione avviene in tre tappe. Secondo i criteri stabiliti dagli allegati, ciascun stato membro redige un elenco di siti che ospitano habitat naturali e specie animali e vegetali selvatiche. In base a tali elenchi e in accordo con gli stati membri, la Commissione adotta un elenco di siti d importanza comunitaria per ognuna delle regioni biogeografiche dell UE. Entro sei anni (termine massimo) a decorrere dalla selezione di un sito d importanza comunitaria, lo Stato membro interessato designa il sito in questione come zona speciale di conservazione.la direttiva prevede l avvio di una procedura di concertazione tra lo Stato membro interessato e la Commissione nel caso in cui la stessa Commissione ritenga che un sito che ospita un tipo di habitat naturale o una specie prioritaria non sia stato inserito in un elenco nazionale. La Commissione può proporre al Consiglio di selezionare il sito come sito di importanza comunitaria, qualora la concertazione non porti a un risultato soddisfacente. Per i siti individuati ai sensi della Direttiva Uccelli la procedura è più breve: essi vengono designati direttamente dagli Stati membri come Zone di Protezione Speciale (ZPS), entrano automaticamente a far parte della rete Natura Nel 1996 la Regione Toscana, utilizzando le competenze delle Università della Toscana (Progetto Bioitaly), ha individuato, cartografato e schedato i Siti di Importanza Comunitaria e le Zone di Protezione Speciale. Oltre a tali SIC e ZPS nell ambito dello stesso progetto sono stati individuati Siti di Interesse Regionale (SIR) e Siti di Interesse Nazionale (SIN). L individuazione di queste ulteriori aree (SIR e SIN) ha rappresentato un approfondimento regionale del quadro conoscitivo. 17

20 Il SIR, dunque, è definito come un area geograficamente definita, la cui superficie sia chiaramente delimitata, che contribuisce in modo significativo a mantenere o ripristinare un tipo di habitat naturale o di una specie di interesse regionale; per le specie che occupano ampi territori, i Siti di Importanza Regionale corrispondono ai luoghi (all interno della loro area di distribuzione naturale) che presentano gli elementi fisici e biologici essenziali alla loro vita e riproduzione. Ai fini della presente legge è considerato SIR anche un sito che nel corso dell attuazione della direttiva 92/43/CEE viene classificato come Sito di Importanza Comunitaria (SIC) o come Zona Speciale di Conservazione (ZSC). Di seguito i siti in oggetto saranno indicati come Siti di Importanza Regionale (SIR). La L.R. 56/2000 estende a tutti i Siti di Importanza Regionale le norme di cui al DPR 357/97 e successive modifiche. Tale legge si inserisce in un quadro di riferimenti normativi regionali assai ricco e distribuiti nel tempo: - Decisione G.R. n.16 del , riguardante determinazioni relative alle modalità e procedure di recepimento della Direttiva comunitaria Habitat in Toscana. - Del. C.R. 10 novembre 1998, n. 342 di approvazione dei siti individuati con il Progetto Bioitaly. - Del. G.R. 23 novembre 1998, n di designazione come ZPS di siti classificabili di importanza comunitaria compresi nelle aree protette. - Del. C.R. 10 aprile 2001, n. 98 di modifica della L.R. 56/ Del. C.R. 29 gennaio 2002, n. 18 di individuazione di nuovi siti di importanza regionale e modifica dell allegato D. - Del. G.R. 21 ottobre 2002, n relativa alle indicazioni tecniche per l individuazione e la pianificazione delle aree di collegamento ecologico. - Del. G.R. 2 dicembre 2002, n di individuazione come zona di protezione speciale (Dir. 79/409/CEE) del sito di importanza regionale SIR 118 Monte Labbro e Alta Valle dell Albegna. - Del. C.R. 21 gennaio 2004 n. 6, con la quale si approvano le modifiche dei perimetri dei SIR e si istituiscono 26 nuove ZPS. - Del. G.R. 5 luglio 2004, n. 644 approvazione norme tecniche relative alle forme e alle modalità di tutela e conservazione dei SIR. - Capo XIX della L.R. 3 gennaio 2005, n. 1 Norme per il governo del territorio di modifica degli articolo 1 e 15 della L.R. 56/ Del. C.R. 19 luglio 2005, n. 68 L.R. 56/ aggiornamento dell allegato A punto 1 Lista degli habitat naturali e seminaturali. - Del. C.R. 24 luglio 2007, n. 80 Legge regionale 6 aprile 2000, n. 56 (Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche). Designazione di nuovi siti di importanza comunitaria (SIC) ai sensi della direttiva 92/43/CEE e modifica dell allegato D (Siti di importanza regionale). - Piano di Indirizzo Territoriale approvato con Del.C.R. 24 luglio 2007, n Del. G.R. 16 giugno 2008,n. 454 D.M. 17/10/2007 del Ministero dell ambiente e tutela del Territorio e del Mare- criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone speciali di conservazione (ZSC) e a Zone di protezione speciale (ZPS). Il quadro complessivo dei SIC presenti nella regione biogeografia mediterranea è riassunto nel Decreto Ministeriale 5 luglio 2007 Elenco dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica mediterranea in Italia, ai sensi della direttiva 92/43/CEE successivamente abrogato dal Decreto Ministeriale 3 luglio 2008 Primo elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografia mediterranea in Italia, ai sensi della direttiva 92/43/CEE. Per quello che concerne i SIC presenti nella regione biogeografia continentale il loro elenco si ritrova nel Decreto Ministeriale 25 marzo 2005 Elenco dei Siti di importanza comunitaria (SIC) per la regione biogeografica continentale, ai sensi della direttiva 92/43/CEE successivamente abrogato dal Decreto Ministeriale 26 marzo 2008 Primo elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica continentale in Italia, ai sensi della direttiva 92/43/CEE. Il 12 dicembre 2008 è stato adottato dalla Commissione Europea l'ultimo aggiornamento delle liste dei SIC per sette regioni biogeografiche, fra cui le tre regioni che interessano l'italia. Gli aggiornamenti sono basati sulle banche dati inviate nel Il Ministero dell'ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare con 18

21 Decreto 30 marzo 2009 ha emanato il Secondo elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per le regioni biogeografiche mediterranea, alpina e continentale in Italia ai sensi della direttiva 92/43/CEE. Per quello che concerne le ZPS si ha invece il Decreto Ministeriale 5 luglio 2007 Elenco delle zone di protezione speciale (ZPS) classificate ai sensi della direttiva 79/409/CEE. La Rete regionale di siti Natura 2000, alla luce dell aggiornamento effettuato con Del. C.R. n.80 del 24/07/07 è costituita da 161 SIR di cui 143 inseriti nella rete Natura Di seguito sono riportati i siti di importanza regionale (SIR), aggiornati alla suddetta Deliberazione, che ricadono nel territorio di competenza dell Autorità di Bacino del fiume Serchio. (per le specifiche di conservazione dei siti si vedano le Schede di conservazione dei SIR e le Schede Natura 2000, segnalate nei Link utili) Tabella 6 - Elenco SIR Codice Denominazione Codice Natura Superficie Tipologia Prov SIR 2000 ha 5 Monte La Nuda - Monte Tondo IT ,72 SIR-SIC LU 9 Monte Sillano - Passo Romecchio IT ,3 SIR-SIC LU 10 Monte Castellino - Le Forbici IT ,06 SIR-SIC LU 11 Parco dell'orecchiella - Pania di Corfino IT ,28 SIR-SIC LU Lamarossa 12 Pania di Corfino IT ,09 SIR-ZPS LU 13 Monte Romecchio - Monte Rondinaio IT ,27 SIR-SIC LU Poggione 14 Monte Prato Fiorito - Monte Cornato - IT ,68 SIR-SIC LU Valle dello Scesta 15 Orrido di Botri IT ,91 SIR-SIC- LU ZPS 16 Valli glaciali di Orto di Donna e Solco IT ,62 SIR-SIC LU d'equi 17 Monte Sumbra IT ,57 SIR-SIC LU 18 Valle del Serra - Monte Altissimo IT ,08 SIR-SIC LU 20 Monte Croce - Monte Matanna IT ,48 SIR-SIC LU 21 Monte Tambura - Monte Sella IT ,88 SIR-SIC LU 22 Monte Corchia - le Panie IT ,87 SIR-SIC LU 23 Praterie primarie e secondarie delle IT ,84 SIR-ZPS LU Apuane 24 Macchia Lucchese IT ,27 SIR-SIC- LU ZPS 25 Lago e Padule di Massacciuccoli IT ,01 SIR-SIC- LU,PI ZPS 27 Monte Pisano IT ,86 SIR-SIC LU,PI 28 Alta Valle del Sestaione IT ,22 SIR-SIC PT 29 Campolino IT ,55 SIR-ZPS PT 30 Abetone IT ,13 SIR-ZPS PT 31 Pian degli Ontani IT ,76 SIR-ZPS PT 32 Libro Aperto Cima Tauffi IT ,75 SIR-SIC PT 33 Monte Spigolino Monte Gennaio IT ,71 SIR-SIC PT 61 Dune litoranee di Torre del Lago IT ,74 SIR-SIC- LU,PI ZPS 62 Selva Pisana IT ,34 SIR-SIC- PI 19

22 ZPS Zone calcaree della Val di Lima e del Balzo IT ,5 SIR-pSIC LU,PT Nero Rupi basaltiche di Piazza al Serchio e IT ,78 SIR LU Poggio Monte Palodina IT ,38 SIR LU Alto corso del torrente Pescia di Pescia IT SIC - ZPS PT Con Del. C.P, - Lucca n 102 del 25/07/2008 è stata approvata la proposta di ampliamento del SIR-SIC Monte Pisano ; con Del C.P.- Lucca n 101 del 26/07/2008 è stata approvata la proposta di istituzione del SIR SIC denominato Padule di Verciano, Prati alle Fontane, Padule delle Monache. Ricognizione habitat e specie igrofile Il Piano di Gestione delle Acque del distretto idrografico pilota del Fiume Serchio conferma i siti Importanza Comunitaria (SIC e psic), le Zone di Protezione Speciale (ZPS), il sistema di Siti di Interesse Regionale (SIR), i Parchi Nazionali, le Riserve Naturali Statali, i Parchi naturali regionali e le Aree Naturali Protette Regionali 20

23 come aree protette in quanto comprendenti (o potenzialmente comprendenti) habitat e specie legati all ambiente acquatico. Di seguito sono riportati per i diversi SIR, ricompresi nei Parchi e nelle Riserve ricadenti del bacino idrografico del Serchio, gli habitat igrofili e le specie ricognite: Tabella 7 - Elenco habitat e specie igrofile SIR Habitat igrofilo e specie segnalati 11 Parco dell'orecchiella - Pania di Corfino - Torbiere basse di transizione e torbiere alte ed Lamarossa (IT ) instabili (Scheuchzeretalia palustris; Caricetalia fuscae) 15=15B Orrido di Botri (IT ) Boschi misti di latifoglie mesofile dei macereti e dei valloni su substrato calcareo (Tilio-Acerion) 23 Praterie primarie e secondarie delle Apuane (IT ) ) Torbiere basse di transizione e torbiere alte ed instabili 22 M. Corchia - Le Panie (IT ) Torbiere basse di transizione e torbiere alte ed instabili (Scheuchzeretalia palustris; Caricetalia fuscae). 24 = 24B Macchia lucchese (IT ) Stagni delle depressioni interdunali permanentemente allagate, preterie umide mediterranee di elofite dominate da alte erbe e giunchi, boschi palustri a ontano, boschi planiziari e\o ripariali afarnia,carpino, ontano e frassino meridionale 25 = 25B Lago e Padule di Massaciuccoli - (ex Lago di Massaciuccoli) (IT ) Praterie umide mediterranee di elofite dominate da alte erbe e giunchi, comunità di idrofite radicate e non del Nymphaeion albae, Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition, Laghi e stagni distrofici naturali, torbiere intermedie galleggianti su acque oligotrofiche in aree planiziali (Rhynchosporion), paludi torbose neutro-basofile con formazioni a dominanza di Cladium mariscus e/o Carex davalliana. 27 Monte Pisano (IT ) Torbiere intermedie galleggianti su acque oligotrofiche in aree planiziali (Rhynchosporion) 28 Alta Valle del Sestaione (IT ) Consorzi di alte erbe (megaforbie) di radure e bordi dei boschi da planiziali a subalpini, Torbiere basse di transizione e torbiere alte ed instabili. 29 Campolino (ex ZPS Campolino) (IT ) Torbiere basse di transizione e torbiere alte ed instabili 61 = 61B Dune litoranee di Torre del Lago Lagune, Prati salsi mediterranei saltuariamente (IT ) inondati, Stagni delle depressioni interdunali permanentemente allagate, Paludi torbose neutrobasofile con formazioni a dominanza di Cladium mariscus e/o Carex davalliana, Praterie umide mediterranee di elofite dominate da alte erbe e giunchi. 62 = 62B Selva Pisana (IT ) Lagune, Prati salsi mediterranei saltuariamente 21

24 inondati, formazioni di suffrutici succulenti alofili mediterranei, praterie umide mediterranee di elofite dominate da alte erbe e giunchi, paludi torbose neutro-basofile con formazioni a dominanza di Cladium mariscus e/o Carex davalliana, boschi palustri a ontano, boschi planiziari e/o ripariali a farnia, carpino, ontano e frassino meridionale, boschi ripari mediterranei a dominanza di Salix alba e/o Populus alba e/o Populus nigra, stagni delle depressioni interdunali permanentemente allagate. La suddetta ricognizione ha posto in evidenza la presenza, esterne alla Rete Ecologica, di zone umide minori nelle quali sono rintracciabili habitat e specie di interesse conservazionistico, che per il valore naturalistico meritano la stessa attenzione dei biotopi tutelati (Giovannini, 1993; Tomei et.al., 2001). Tabella 8 - Zone umide minori non comprese nella Rete Ecologica Zone umide minori di interesse escluse dalla Rete Ecologica, presenti nel Bacino del Serchio Fonte Bottacci di Massa Pisana (Piana di Lucca) AA.VV., 2009 Padule di Verciano e Sorbano (Piana di Lucca) AA.VV., 2009; Tomei et al., 2001 Lago di Casoli (Val di Lima) Giovannini, 1993 Lago del Bagno o di Pra di Lama (Pieve Fosciana - Garfagnana) Giovannini, 1993; AA.VV., 2009 Laghi di Cella (Garfagnana) Giovannini, 1993; AA.VV., 2009 Lame di Capraia (Sillico - Garfagnana) AA.VV., 2009 Lago della Bega (Pugliano - Garfagnana) Giovannini, 1993 Laghi di Sillano (Garfagnana) Giovannini,

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