Stefania Bona Accademia di Belle Arti di Venezia

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1 Stefania Bona Accademia di Belle Arti di Venezia Senza titolo (particolare) installazione (oggetti in rete metallica, scontrini fiscali e colla) misure variabili 97

2 Claudio Caldarola Accademia di Belle Arti di Macerata Cantico alla Luna composizione terracotta 98

3 Francesca Checchi Accademia di Belle Arti di Roma Open-Closed tecnica mista cm. 34 x 135 / 56 x

4 Vincenza Orabona Accademia di Belle Arti di Napoli Shoes tecnica mista cm. 75 x 35 x

5 Dan Istrate Accademia di Belle Arti di Carrara marmo bianco statuario di Carrara e neon 101

6 Simone Vagnetti Accademia di Belle Arti di Bologna Trittico olio su pannello pubblicitario d alluminio cm. 85,5 x 110 x 6,6 102

7 Angelo Calgani Accademia di Belle Arti di L Aquila I and my Friends tre confezioni da tre lattine ciascuna cm. 12 x 20 per confezione 103

8 Veronica Zappalà Accademia di Belle Arti di Catania Telaio per Penelope legno, corda, gesso, neon vwd, lana, specchio in plexiglass e materiali vari cm. 50 x 86 x

9 design

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11 DESIGN Per disegno industriale (o Design) in genere si intende l attività di progettazione di oggetti d uso destinati ad essere prodotti in serie con metodi industriali. In questo senso il disegno industriale muove i primi passi a partire dalla stessa Rivoluzione Industriale, cioè dalla seconda metà del XVIII secolo. Progettare per una produzione meccanica, che una volta avviata non ammette variazioni, significa accettare una forma di suddivisione del lavoro che l era artigianale non conosceva. Significa cioè progettare nel contempo il tipo di processo produttivo a cui ci si vuole affidare, le soluzioni funzionali che si vogliono adottare e l efficacia estetica che si vuole ottenere. Questo ha generato penose incertezze per tutto il XIX secolo in quanto da una parte gli imprenditori non ammettevano intrusioni nella pianificazione del lavoro, dall altra un po tutti consideravano la ricerca di soluzioni funzionali appannaggio ovvio della tecnologia ingegneristica e infine gli stessi designers tendevano ad in inseguire l efficacia estetica in un universo di valori preindustriale affidandosi ad un incongrua decorazione derivata da modelli del passato. La cultura del Design dopo un lungo percorso le cui tappe fondamentali sono state variamente individuate dagli storici del settore riuscì finalmente ad emanciparsi da questa situazione negli anni 20 e 30 del XX secolo con l affermarsi del cosiddetto Funzionalismo, non più una tendenza stilistica, ma un modo di pensare basato sul presupposto fondamentale che la forma debba seguire e comunicare la funzione, presupposto affiancato dal corollario, anch esso fondamentale, che l efficacia estetica non vada cercata al di fuori di tale rapporto, ma semmai nei margini di scelta che esso consente. L importanza di tale svolta ha fatto sì che nel 2 dopoguerra l uso del termine Design sia stato spesso riservato solo a quel tipo di progettazione che fondasse la propria autonomia disciplinare sulla condivisione di queste idee legate a filo doppio con l esperienza dell Avanguardia Storica in arte e del Movimento Moderno in architettura. Un uso che è valso sì a nobilitare il Disegno Industriale attribuendogli un aura di impegno sociale spesso vissuta intensamente dai suoi cultori, ma ha anche portato come rovescio della medaglia il diffondersi dell equivoco secondo cui solo una certa area più eletta della progettazione per l industria vada considerata Design. Con la crisi del Moderno, annunciata dagli anni 60, maturata nei 70 ed esplosa negli 80, il Design, pur perdendo le certezze di un tempo e la sua valenza salvifica, ha, per molti versi, riacquistato vigore non solo grazie alla propria duttilità rispetto alle nuove realtà mediali e alle nuove tecnologie di comunicazione di cui condivide alcuni aspetti sostanziali, ma anche grazie alla propria capacità di entrare in sintonia con potenzialità produttive un tempo impensabili. 107

12 Francesca Mambelli Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Faenza Wote - chaise longue ad acqua 108