RELAZIONE TECNICA SPECIALISTICA IMPIANTI MECCANICI

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2 RELAZIONE TECNICA SPECIALISTICA IMPIANTI MECCANICI (articolo 35 - DPR 207/2010 e s.m.i.) 1. PREMESSA 2 2. NORMATIVA DI RIFERIMENTO 2 3. IMPIANTO DI RISCALDAMENTO Premessa Impianto di produzione dell energia termica Predisposizione per Pompa di calore aria-acqua Reti di distribuzione Sistema di termoregolazione Terminali in ambiente 8 4. IMPIANTO IDRICO SANITARIO Premessa Calcolo del fabbisogno di acqua potabile Rete di distribuzione: dimensionamento e caratteristiche tecniche SISTEMA DI SCARICO DELLE ACQUE USATE Premessa Criteri di dimensionamento adottati (secondo UNI EN 12056) Rete di scarico: dimensionamento e caratteristiche Rete di ventilazione: dimensionamento e caratteristiche Rete di estrazione aria WC RETI DI ALIMENTAZIONE GAS METANO 12 Pagina 1 di 13

3 1. PREMESSA La presente relazione tecnica specialistica, redatta ai sensi dell art.35 del DPR 207/2010 e s.m.i., descrive le differenti tipologie di impianti meccanici presenti nell edificio integrato alla Casa Albergo Don Crescenzo Selvaggio, nel comune di Montorio nei Frentani (CB), motivandone le soluzioni adottate. Inoltre sarà descritto il funzionamento complessivo degli impianti meccanici e gli aspetti di interrelazione con le opere edili. In particolare, gli impianti meccanici oggetto della presente trattazione possono essere così raggruppati: impianto di riscaldamento; impianto idrico sanitario; impianto di scarico servizi igienici; impianto adduzione gas metano; Nell elaborazione delle soluzioni impiantistiche si è fatto riferimento: alla normativa tecnica vigente, alle peculiarità dell edificio, in termini di esigenze e di caratteristiche specifiche dell utenza. 2. NORMATIVA DI RIFERIMENTO Si riporta di seguito un elenco delle principali Leggi e Norme tecniche applicabili agli impianti meccanici oggetto della presente relazione. Contenimento dei consumi energetici Legge n 10 del 9/1/1991 per quanto ancora applicabile. D.P.R. n. 412 del 26/8/1993: Regolamento recante norme per la progettazione, l installazione, l'esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell'art. 4, comma 4, della legge 9/1/1991 n 10, per quanto ancora applicabile. D.Lgs n. 192 del 19/08/2005: Attuazione della Direttiva 2002/91/CE in merito al rendimento energetico nell edilizia. D.Lgs n. 311 del 29/12/2006: Disposizioni correttive ed integrative al D.Lgs n. 192 del 19/8/2005. DPR 2 aprile 2009, n. 59: Regolamento di attuazione dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, concernente attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia, per quanto ancora applicabile. D.Lgs 3 marzo 2011, n. 28: Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE. Pagina 2 di 13

4 D.P.R. 16 aprile 2013, n. 74: Regolamento recante definizione dei criteri generali in materia di esercizio, conduzione, controllo, manutenzione e ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici e per la preparazione dell'acqua calda per usi igienici sanitari, a norma dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e c), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n.192. Sicurezza D.M. n. 37 del 22/01/2008: Regolamento concernente l'attuazione dell'art. 11-quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge 2 dicembre 2005, n. 248, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all'interno degli edifici. D. Lgs. N. 81 del 9/04/2008: Attuazione dell'art. 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. D.M. 1/12/1975: Norme di sicurezza per apparecchi contenenti liquidi caldi sotto pressione. D.M. 12/04/1996: Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili gassosi. DPR 151 del 1 agosto 2011: Regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi, a norma dell'articolo 49, comma 4-quater, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n Norme Tecniche, Leggi e Regolamenti relativi agli Impianti UNI 5364:1976: Impianto di riscaldamento ad acqua calda. Regole per la presentazione dell'offerta e per il collaudo. UNI 10351:1994: Materiali da costruzione. Conduttività termica e permeabilità al vapore. UNI EN ISO 13790:2008: Prestazione energetica degli edifici - Calcolo del fabbisogno di energia per il riscaldamento e il raffrescamento. UNI/TS :2008: Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 1: Determinazione del fabbisogno di energia termica dell'edificio per la climatizzazione estiva ed invernale. UNI/TS :2008: Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 2: Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria. UNI/TS :2010: Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 3: Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione estiva. UNI EN :2008: Impianti di riscaldamento degli edifici - Metodo per il calcolo dei requisiti energetici e dei rendimenti dell'impianto - Parte 1: Generalità UNI EN :2008: Impianti di riscaldamento degli edifici - Metodo per il calcolo dei requisiti energetici e dei rendimenti dell'impianto - Parte 2-1: Sistemi di emissione del calore negli ambienti Pagina 3 di 13

5 UNI : Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Dati climatici UNI 8065:1989: Trattamento dell'acqua negli impianti termici ad uso civile UNI :2008: Impianti a gas per uso domestico e similari alimentati da rete di distribuzione - Progettazione e installazione - Parte 1: Impianto interno UNI :2008: Impianti a gas per uso domestico e similari alimentati da rete di distribuzione - Progettazione e installazione - Parte 2: Installazione degli apparecchi di utilizzazione, ventilazione e aerazione dei locali di installazione UNI :2008: Impianti a gas per uso domestico e similari alimentati da rete di distribuzione - Progettazione e installazione - Parte 3: Sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione UNI :2008: Impianti a gas per uso domestico e similari alimentati da rete di distribuzione - Progettazione e installazione - Parte 4: Messa in servizio degli impianti/apparecchi UNI 9182:2010: Impianti di alimentazione e distribuzione d'acqua fredda e calda - Criteri di progettazione, collaudo e gestione UNI EN :2001: Sistemi di scarico funzionanti a gravità all'interno degli edifici - Requisiti generali e prestazioni. UNI EN :2001: Sistemi di scarico funzionanti a gravità all'interno degli edifici - Installazione e prove, istruzioni per l'esercizio, la manutenzione e l'uso. UNI EN :2001: Sistemi di scarico funzionanti a gravità all'interno degli edifici - Sistemi per l'evacuazione delle acque meteoriche, progettazione e calcolo. Raccolta R edizione IMPIANTO DI RISCALDAMENTO 3.1. Premessa L impianto di riscaldamento è stato progettato nel rispetto della normativa tecnica vigente, secondo quanto da questa previsto per il particolare intervento; in particolare si sono seguite le prescrizioni contenute nel Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 192 "Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell'edilizia" così come modificato dal Decreto Legislativo 29 dicembre 2006, n. 311 Disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, recante attuazione della direttiva 2002/91/CE, relativa al rendimento energetico nell'edilizia e nel Decreto Del Presidente Della Repubblica 2 aprile 2009, n. 59 Regolamento di attuazione dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, concernente attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia. Si è fatto inoltre riferimento, per quanto ancora applicabile, alle disposizione contenute nella Legge 10/91 - Norme per l'attuazione del Piano Energetico Nazionale in materia di uso razionale dell'energia, risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia, nel relativo Pagina 4 di 13

6 regolamento di attuazione D.P.R. n. 412 del Regolamento recante norme per la progettazione, l'installazione, l'esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento del consumo di energia, e nel D.P.R. 551/99 - Regolamento recante modifiche al Decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n.412, in materia di progettazione, installazione, esercizio e manutenzione degli impianti termici degli edifici, al fine del contenimento dei consumi di energia. Inoltre per i valori di temperatura da mantenere nei diversi ambienti si è fatto riferimento al D.P.R. 16 aprile 2013, n Regolamento recante definizione dei criteri generali in materia di esercizio, conduzione, controllo, manutenzione e ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici e per la preparazione dell'acqua calda per usi igienici sanitari, a norma dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e c), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n.192. L edificio in esame è essenzialmente classificabile come E.3 Edifici adibiti a ospedali, cliniche o case di cura e assimilabili, secondo l art.3 del DPR 412; pertanto l impianto di riscaldamento dovrà garantire i seguenti valori di temperatura ambiente, secondo quanto disposto dall art.3 del DPR 74/2013: durante il funzionamento dell'impianto di climatizzazione invernale, la media ponderata delle temperature dell'aria, misurata nei singoli ambienti riscaldati di ciascuna unità immobiliare, non deve superare i 20 C + 2 C di tolleranza; Al fine di verificare i fabbisogni termici dell intero edificio è stato eseguito in calcolo termico, in funzione dei seguenti parametri: valore massimo della temperatura interna prevista durante il periodo invernale, caratteristiche climatiche della zona, caratteristiche termofisiche dell involucro edilizio, regime di conduzione. I risultati dei calcoli sono riportati nella relazione di calcolo impianti meccanici. I calcoli sono stati eseguiti a partire dai dati caratteristici della località, come riportati nella relazione Elab.RCL Impianto di produzione dell energia termica I calcoli termici hanno permesso di determinare il fabbisogno energetico dell edificio durante la stagione di riscaldamento; il dettaglio dei calcoli è riportato nell elaborato RCL. La potenza massima richiesta è pari a circa 25 kw. Pertanto è stato progettato un sistema di produzione dell energia termica con caldaia a condensazione da circa 33 kw da installare in apposito locale interno, dotato di adeguate aperture di ventilazione secondo quanto previsto dalla norma UNI 7129/2008, con accesso tramite porta REI60. Il sistema è dotato di predisposizioni per il possibile futuro funzionamento in Pagina 5 di 13

7 modalità ibrida, vale a dire con possibilità di l inserire una con pompa di calore esterna, da circa 16 kw nominali, da utilizzare in abbinamento alla caldaia. Le due unità potranno essere quindi direttamente accoppiate; la caldaia sarà utilizzata per integrare la pompa di calore durante i periodi di temperature esterne particolarmente basse e quindi tutte le volte che il fabbisogno dell edificio supererà i 16 kw termici messi a disposizione dalla pompa. Quando la temperatura esterna sarà inferiore a specifici valori (i cui set point potranno essere modificati) la pompa di calore potrà anche essere disattivata e la caldaia diventerà l unica sorgente di calore. La caldaia, del tipo a condensazione, ha una potenza di 33 kw (acqua in riscaldamento a 50 C); la potenza minima è di 7 kw. I rendimenti sono superiori al 97% con temperature fino a 80 C e superiori al 107% con temperature fino a 50 C e con funzionamento in regolazione. La caldaia è installata in un apposito vano tecnico. Tale ambiente è dotato di aperture di aerazione secondo quanto previsto dalla norma UNI 7129/2008; si ricorda che la portata termica del generatore è infatti inferiore a 35 kw quindi non si applicano le prescrizioni del Decreto 12 aprile All interno del locale tecnico sarà installato anche il bollitore solare in pompa di calore, il circolatore con la valvola miscelatrice per l alimentazione dell impianto radiante, il separatore idraulico/puffer, il gruppo di riempimento, i sistemi di espansione, il circolatore di ricircolo, ecc. I fumi di combustione del generatore di calore sono evacuati all'esterno, da apposita canna fumaria ad elementi componibili, portati fino alla copertura dell edificio. La caldaia è utilizzata anche per eventualmente correggere la temperatura dell acqua calda sanitaria prodotta dalla pompa di calore interna dotata di bollitore di accumulo Predisposizione per Pompa di calore aria-acqua Come detto, allo stato attuale è prevista la sola predisposizione per la futura installazione di una pompa di calore esterna da almeno 16 kw nominali. Tale unità potrà convenientemente essere alimentata anche da energia elettrica autoprodotta da un impianto fotovoltaico installabile sulla copertura dell edificio; tale futura possibilità tecnica è stata considerata anche nella progettazione dell impianto elettrico. L integrazione tra l attuale caldaia e la futura pompa di calore avverrà nel puffer da 100 litri installato nel locale tecnico che fungerà sia da accumulo per la pompa di calore che da separatore idraulico per l impianto. Tali predisposizioni sono già oggetto del presente progetto. La pompa di calore, al fine di garantirne l inserimento nell impiantistica già predisposta, dovrà essere dotata di gruppo di circolazione con vaso di espansione e di centralina di regolazione in modo da garantire la possibilità di attivare (in base alla temperatura esterna) un generatore ausiliario (in particolare la caldaia prevista nell attuale appalto), con lo scopo di integrare, o sostituire, il funzionamento della pompa di calore, nei periodi in cui la temperatura esterna è molto bassa. Pagina 6 di 13

8 3.4. Reti di distribuzione Le reti di distribuzione avranno inizio nel locale tecnico ove è installata la caldaia, il gruppo di circolazione e la pompa di calore interna per la produzione dell acqua calda sanitaria. Da detto locale le tubazioni alimenteranno i collettori dell impianto radiante del piano terra e del primo piano. In particolare, le reti saranno installate nel controsoffitto del piano terra e alimenteranno i collettori dei due piani con stacchi verticali, verso il basso e verso l alto per il piano terra e primo, rispettivamente. Su ciascuna montante sono installati barilotti per lo sfogo automatico dell aria. Il dimensionamento della rete di distribuzione tiene conto della massima velocità ammessa nei tubi, in funzione del diametro degli stessi, secondo la tabella T1 di seguito riportata. Diametro Nominale Tubazione Tabella T1 Massima velocità (m/s) DN DN DN DN DN DN Al fine di garantirne la stabilità delle reti di distribuzione, queste saranno opportunamente staffate nei percorsi orizzontali e verticali. La tabella T2 riporta le distanze massime tra due successivi supporti, in funzione del diametro del tubo e del tipo di percorso. Diametro Nominale Tubazione Tabella T2 Distanza supporti Orizzontali (m) Distanza supporti Verticali (m) DN DN 20 DN DN 40 DN DN 80 DN DN Sistema di termoregolazione La regolazione della temperatura avviene, in primo luogo, nel locale tecnico dove, mediante l'impiego di un regolatore con incorporate le funzioni di gestione oraria del circolatori, è possibile Pagina 7 di 13

9 programmare il periodo di funzionamento dell impianto, le fasce orarie giornaliere e i giorni di attenuazione settimanali. Inoltre, sempre nel locale tecnico, grazie ad una apposita centralina climatica dotata di sonda esterna di temperatura è possibile correlare la temperatura dell acqua inviata ai terminali in funzione della temperatura esterna; in questo modo si evitano notevoli oscillazioni di temperatura nei singoli locali fornendo ad essi un apporto energetico proporzionale all energia dispersa dagli ambienti stessi (quest'ultima correlata proprio alla temperatura esterna). L impianto radiante è inoltre dotato di sonde di temperatura ambiente per il controllo della temperatura operante in ogni locale. Al raggiungimento dei valori impostati, il sistema di termoregolazione provvederà all intercettazione dei circuiti mediante azionamento delle testine alloggiate nei collettori. La presenza della sola sonda in ambiente evita atti di manomissione da personale non autorizzato; un impianto bus consentirà al solo personale autorizzato di modificare i valori di set-point Terminali in ambiente L impianto di riscaldamento è del tipo radiante a pavimento. E realizzato con tubazioni in materiale plastico alimentate con acqua a circa C. Le tubazioni sono annegate in un massetto di spessore variabile dai 45 ai 30 mm a seconda delle specifiche tecniche del massetto stesso. L isolamento termico al di sotto delle tubazioni varierà dai 90 mm al piano terra a 30 mm al piano primo. L impianto radiante sarà installato anche nei servizi igienici. 4. IMPIANTO IDRICO SANITARIO 4.1. Premessa L edificio è dotato di un impianto idrico con produzione centralizzata di acqua calda sanitaria, con possibile futura integrazione da impianto solare termico. La rete dell acqua calda sanitaria è dotata di rete di ricircolo. Le reti di distribuzione dell acqua calda, fredda e di ricircolo seguono la stessa logica distributiva delle reti di riscaldamento. La rete di ricircolo è gestita da un apposito circolatore. La preparazione dell acqua calda avviene nel locale tecnico, in un apposito bollitore da 250 litri. In particolare, l energia termica necessaria al riscaldamento dell acqua sanitaria è fornita da una pompa di calore aerotermica a pavimento, integrabile anche con sistema solare termico. Tale apparecchiatura consentirà di produrre acqua calda fino a 62 C, con valori di COP fino a 3,7. L energia termica sarà prelevata dall aria esterna addotta alla pompa di calore tramite tubazioni da 150/200 mm di diametro; successivamente l aria raffreddata sarà espulsa sempre all esterno mediante tubazioni di pari diametro. Pagina 8 di 13

10 L acqua stoccata nell accumulo da 250 litri, preriscaldata dalla pompa di calore e dall eventuale futuro impianto solare termico, sarà inviata in un apposito kit solare costituito da una valvola deviatrice ed una valvola miscelatrice. Tale kit garantirà che la temperatura dell acqua inviata alle utenze idriche abbia valori prossimi a C, costanti. In particolare, se l acqua nel bollitore è a temperatura maggiore di 42 C (acqua riscaldata dalla pompa di calore e/o dal futuro impianto solare termico) la valvola deviatrice eviterà il passaggio in caldaia e la miscelatrice provvederà ad integrare con acqua fredda per la regolazione della temperatura preimpostata. Se invece nel bollitore l acqua è prodotta a temperatura inferiore (stagione invernale) la deviatrice provvederà a deviare il flusso in caldaia per la necessaria integrazione Calcolo del fabbisogno di acqua potabile Il dimensionamento delle reti di distribuzione dell acqua potabile è stato eseguito con il calcolo della portata massima contemporanea richiesta dalle utenze. A tal fine è stato utilizzato il metodo proposto dalle norme UNI 9182 e DIN Di seguito si riportano i risultati dei calcoli, comunque allegati nella relazione di calcolo degli impianti meccanici (elaborato RCM). Calcolo portata massima contemporanea Portata totale fredda l/s calda l/s Portata costante fredda l/s Portate totali Portata totale complessiva Portata con contemporaneità calda l/s Con tale metodo sono state dimensionate non solo la rete di distribuzione dell acqua fredda potabile ma anche la rete di distribuzione dell acqua calda sanitaria Rete di distribuzione: dimensionamento e caratteristiche tecniche. La distribuzione dell'acqua potabile avviene sfruttando i medesimi percorsi degli impianti di riscaldamento. Le tubazioni utilizzate per il trasporto dell acqua potabile (reti principali) sono in acciaio zincato per tutti i tratti da staffare in controsoffitto e fino ai collettori di distribuzione; quelle utilizzate per gli allacci dei singoli sanitari sono in multistrato (Pex / All / Pex); l idoneità al trasporto dell acqua potabile dovrà essere certificata dal fornitore/produttore delle tubazioni stesse. Pagina 9 di 13

11 Il dimensionamento della rete si è ottenuto dalla correlazione tra le unità di carico dei vari tratti e la portata relativa. La scelta dei diametri dei vari tratti deriva, nota la portata, dal controllo della massima velocità ammessa nei circuiti aperti. Le tubazioni sospese saranno opportunamente staffate nei percorsi orizzontali e verticali al fine di garantirne la stabilità; per le distanze tra gli staffaggi vale quanto detto al paragrafo relativo all impianto di riscaldamento. Le reti di distribuzione dell acqua calda e del ricircolo saranno opportunamente isolate, secondo le prescrizioni riportate nell allegato B del DPR 412/ SISTEMA DI SCARICO DELLE ACQUE USATE 5.1. Premessa La rete di scarico è realizzata mediante collettori e montanti verticali alloggiate in appositi cavedi, ricavati nelle contropareti utilizzate per contenere le cassette di scarico; le tubazioni corrono quasi interamente nei servizi igienici al fine di evitarne quando più possibile la vista e la propagazione dei rumori. Le tubazioni avranno sviluppo verticale e sub orizzontale. Le colonne di scarico saranno, in ogni modo, collegate con tratti orizzontali più brevi possibili al pozzetto generale esistente, esterno all edificio. La rete di scarico è dotata di ventilazione primaria, e, dove necessario, anche di ventilazione secondaria Criteri di dimensionamento adottati (secondo UNI EN 12056) Il dimensionamento della rete di scarico è stato eseguito con il metodo delle Unità di Scarico (DU), come riportato nella norma EN Sistemi di scarico funzionanti a gravità all interno degli edifici - Requisiti generali e prestazioni, quindi in funzione della portata di scarico e della frequenza di utilizzo delle utenze. Il dimensionamento è stato eseguito con riferimento al Sistema I Sistema di scarico con colonna di scarico unica e diramazioni di scarico riempite parzialmente. Le diramazioni quindi sono dimensionate per garantire un riempimento pari al 50%. Il diametro nominale dei condotti di scarico non diminuisce nel senso del flusso. Di seguito si riporta la tabella con l indicazione delle unità di scarico di vari apparecchi sanitari, conformi a quanto riportato nel prospetto II paragrafo della Norma EN :2000. Apparecchio sanitario Sistema I Unità di Scarico (DU in l/s) Lavabo - bidet 0.5 Doccia con tappo 0.8 Vaso con cassetta 9.0 l 2.5 Pozzetto DN Pagina 10 di 13

12 Definita la configurazione delle diverse reti di scarico e assegnando ad ogni sanitario la relativa unità di scarico, è stato possibile risalire, tratto per tratto, alla somma delle UD e successivamente alla portata massima contemporanea, applicando la formula: dove: Q WW Qww= portata acque reflue in l/s; K= coefficiente di frequenza; DU = somma delle unità di scarico. = K DU Per il coefficiente K viene assunto il valore 0.5, consigliato per apparecchi con uso intermittente, per esempio abitazioni, uffici, ecc Rete di scarico: dimensionamento e caratteristiche Il dimensionamento dei vari tratti della rete di scarico si esegue correlando i diametri alle portate effettive, precedentemente determinate. Tuttavia, al fine di evitare possibili intasamenti delle reti, si preferisce adottare i seguenti diametri minimi: Collegamento bidet-diramazione: DN 40 Collegamento lavabo-diramazione: DN 40 Collegamento doccia-diramazione: DN 40 Collegamento WC-diramazione: DN 110 Diametro minimo colonna di scarico: DN 110 Collegamento piletta a pavimento-diramazione: DN 40 Per il dimensionamento dei tratti sub orizzontali al piano terra si tiene conto, oltre che delle US ad essi affluenti, anche della velocità dell acqua. Al fine di evitare fenomeni di separazione delle sostanze solide trascinate si preferisce evitare velocità inferiori a 0.6 m/s. Realizzando pendenze minime non inferiori all'1%, nei collettori ipotizzati si realizzano i seguenti valori di velocità: Diametro del collettore (mm) Velocità per pendenza dell 1% (m/s) Massimo numero di US convogliabili Nei collegamenti tra le varie tubazioni si preferisce di evitare raccordi a 90 e, anche nei collegamenti tra colonne e collettori orizzontali, si utilizzano preferibilmente raccordi con angoli non superiori ai 67 al fine di contenere i rumori. Pagina 11 di 13

13 Le tubazioni saranno opportunamente staffate in modo da garantire un fissaggio sicuro e affidabile e, nel contempo, evitare di trasmettere alle strutture portanti rumori e/o vibrazioni. Di seguito si riportano le distanze massime tra due supporti consecutivi. Diametro tubazione (mm) Distanza tra i supporti per tubazioni orizzontali (m) Distanza tra i supporti per tubazioni verticali (m) sino a oltre I supporti saranno costruiti in acciaio zincato. Le tubazioni di scarico per le montanti e i collettori, nonché per le diramazioni interne ai servizi igienici e tutti i collegamenti degli apparecchi saranno in materiale plastico Rete di ventilazione: dimensionamento e caratteristiche Le colonne di scarico saranno proseguite fino a tetto al fine di favorire l introduzione di aria esterna durante le fasi di scarico e preservare così la funzionalità dei sifoni. Nel dimensionamento della rete di ventilazione primaria si utilizza l avvertenza di mantenere lo stesso diametro della colonna di scarico fino a raggiungere l esterno del fabbricato. Circa lo staffaggio vale quanto detto nel paragrafo precedente. Le tubazioni di ventilazione saranno realizzate nello stesso materiale delle tubazioni di scarico. I servizi igienici che presentano diramazioni di scarico particolarmente lunghe, superiori ai 4,5m, sono dotati anche di ventilazione secondaria Rete di estrazione aria WC I servizi igienici ciechi sono dotati di impianto di estrazione aria indipendente, con sbocco direttamente sulla copertura dell edificio. In particolare saranno installati quattro estrattori a servizio di altrettanti WC ciechi. 6. RETI DI ALIMENTAZIONE GAS METANO La centrale termica sarà alimentata a gas metano prelevato dalla rete comunale con una linea di distribuzione dedicata. Il contatore del gas è previsto in prossimità dell accesso all edificio. La rete sarà tutta a vista, posta in aderenza al fabbricato. Tutta la rete e la relativa modalità di posa sarà conforme a quanto richiesto dalla norma UNI 7129/2008, trattandosi di utenze con portata termica inferiore a 35kW. Dovranno essere evitati gli attraversamenti dei giunti tecnici degli edifici. Pagina 12 di 13

14 In particolare, all esterno del locale centrale termica sarà installata una valvola di intercettazione generale. Gli attraversamenti delle pareti esterne avverranno mediante intubamento in guaina metallica con estremità aperta verso l esterno. Il locale tecnico che ospita la caldaia sarà dotato di aperture di ventilazione secondo quanto previsto dalla citata norma. Pagina 13 di 13

1 Descrizione dell impianto di climatizzazione... 2. 2 Norme e Documenti di Riferimento... 4

1 Descrizione dell impianto di climatizzazione... 2. 2 Norme e Documenti di Riferimento... 4 SOMMARIO Sommario... 1 1 Descrizione dell impianto di climatizzazione... 1.1 Unità esterna... 1. MODULO IDRONICO... 3 1.3 Accumulatori ACS... 3 1. Unità terminali... 3 1.5 IMPIANTO ELETTRICO PER IL FUNZIONAMENTO

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