commessa: 5184 Piano degli interventi Valutazione di compatibilità idraulica pag. 1/42

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3 Valutazione di compatibilità idraulica pag. 1/42 INDICE 1 GENERALITÀ premesse normativa di riferimento IL TERRITORIO E LE PROBLEMATICHE IDRAULICHE la rete idrografica nel territorio comunale la rete irrigua la rete naturale le problematiche idrauliche GEOLOGIA, IDROGEOLOGIA E IDROLOGIA analisi geologica e litologica analisi idrogeologica idrologia LA MITIGAZIONE IDRAULICA metodo di lavoro calcolo della massima portata attuale e futura calcolo della capacità di dispersione di un tubo forato calcolo del volume da invasare QUALITÀ DELLE ACQUE dilavamento di aree residenziali e di coperture dilavamento di strade e piazzali PRESCRIZIONI TECNICHE tipologia di smaltimento o invaso delle portate in eccesso prescrizioni progettuali particolari costruttivi TABELLE RIASSUNTIVE allegato 1: tabelle riassuntive allegato 2: schemi esemplificativi

4 Valutazione di compatibilità idraulica pag. 2/42 COMUNE DI CARBONERA PIANO DEGLI INTERVENTI VALUTAZIONE DI COMPATIBILITÀ IDRAULICA 1 GENERALITÀ 1.1 PREMESSE Il Comune di Carbonera è dotato del Piano di Assetto Territoriale dal L Amministrazione Comunale ha in corso di preparazione il primo Piano degli Interventi. Le aree di trasformazione oggetto di questo piano sono sedici, sparse in tutto il territorio comunale ma, in ogni caso, collocate a completamento dei centri urbani. La caratteristica di molte di queste aree di intervento è la dimensione notevole ma con bassi indici di edificabilità. In alcune di queste aree inoltre viene attuato il sistema di credito edilizio al fine di ricollocare in siti adeguati edifici di degrado o sotto utilizzati, preservando il territorio a valenza agricola. Dal punto di vista idraulico solo una di queste aree è parzialmente all interno di una zona definita a rischio idraulico moderato. Al fine di consentire una più efficace prevenzione dei dissesti idrogeologici, la Regione Veneto con la deliberazione n del , derivata dalla n. 3637/2002, ha previsto che per ogni nuovo strumento urbanistico deve essere redatta una valutazione di compatibilità idraulica che studia le interferenze che le nuove previsioni urbanistiche hanno con i dissesti idraulici presenti e le possibili alterazioni del regime idraulico che possono causare. Da tale specifica valutazione di compatibilità idraulica si deve desumere, in relazione alle nuove previsioni urbanistiche, che non venga aggravato l'esistente livello di rischio idraulico, né venga pregiudicata la possibilità di riduzione, anche futura, di tale livello. La normativa urbanistica deve prevedere specifiche norme, volte espressamente a garantire un'adeguata sicurezza degli insediamenti previsti, regolamentando le attività consentite, gli eventuali limiti e divieti, fornendo indicazioni sulle eventuali opere di mitigazione da porre in essere e sulle modalità costruttive degli interventi. Nella stessa delibera regionale si precisa che il grado di approfondimento e dettaglio dello studio deve essere rapportato agli effetti, in termini idraulici, delle nuove previsioni urbanistiche. Gli interventi oggetto del presente studio hanno, dal punto di vista idraulico, sicuramente un impatto di tipo locale rispetto al bacino del fiume Sile di cui il territorio comunale fa parte. Si è ritenuto quindi opportuno che lo studio affrontasse la problematica dal punto di vista del singolo intervento, rinviando lo studio globale del territorio e l'inserimento dello strumento urbanistico nella programmazione generale idraulica ad un intervento di programmazione urbana di maggiore consistenza ed estensione territoriale. Oltre che a quantificare la mitigazione idraulica ed ad indicare lo scarico finale, in questo

5 Valutazione di compatibilità idraulica pag. 3/42 studio si è voluto anche dare alcune soluzioni tecniche possibili e segnalare come applicarle per risolvere efficacemente il problema idraulico. Le modalità di mitigazione della risposta idraulica sono lo smaltimento della portata in eccesso nel suolo, in questo caso possibili solo in alcune delle aree di intervento e per parte della superficie impermeabilizzata, oppure lo stoccaggio, con depressioni nel terreno (vasche di laminazione) o con invasi diffusi (sovradimensionamento della rete fognaria), dimensionati per immagazzinare la portata in eccesso fino alla fine dell'evento meteorico. Va da sé che questa proposta, come le prescrizioni presenti in questa valutazione di compatibilità idraulica, sono dei modelli per la mitigazione della portata di piena, da adattare poi nel contesto esecutivo. Le proposte e le tipologie qui viste non sono quindi da interpretare come particolari costruttivi esecutivi, ma come delle possibili scelte progettuali. E importante ribadire invece che le prescrizioni allegate, nel loro carattere generale, sono invece dei punti fermi per ottenere un corretto funzionamento della rete di smaltimento. Lo studio si conclude con le tabelle riassuntive delle aree oggetto del piano degli interventi, nella quale sono descritte le modalità possibili di intervento e le prescrizioni generali per la costruzione della rete fognaria bianca. 1.2 NORMATIVA DI RIFERIMENTO Si elencano qui di seguito le leggi fondamentali cui si è fatto riferimento nella redazione della presente relazione di compatibilità idraulica: - Legge n. 183 "Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo"; - Legge n. 59 "Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa"; - Legge n. 267 "Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania"; - Legge n. 365 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge n. 279, recante interventi urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico molto elevato ed in materia di protezione civile, nonché a favore delle zone della regione Calabria danneggiate dalle calamità idrogeologiche di settembre ed ottobre 2000"; - Legge Regionale n. 11: "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi alle autonomie locali in attuazione del decreto legislativo del 31 marzo 1998 n. 112"; - D.G.R. n del "Istituzione delle cinque Unità di progetto per i distretti idrografici regionali e conferimento dei relativi incarichi di dirigente regionale"; - D.G.R. n del "Individuazione della rete idrografica principale di pianura ed avvio delle procedure per l'individuazione delle rete idrografica minore ai fini dell'affidamento delle relative funzioni amministrative e di gestione ai Consorzi di Bonifica"; - D.G.R. n del "Individuazione e perimetrazione delle aree a rischio idraulico e idrogeologico. Nuove indicazioni per la formazione degli strumenti urbanistici". - D.G.R. n del " Nuove indicazioni per la formazione degli strumenti

6 Valutazione di compatibilità idraulica pag. 4/42 urbanistici. Modifica delle delibere n. 1322/2006 e n. 1841/2007 in attuazione della sentenza del Consiglio di Stato n. 304 del 3 aprile 2009". Per quanto riguarda invece la qualità delle acque e le possibilità di smaltimento a seconda delle superfici di dilavamento si fa riferimento a queste due leggi fondamentali: - Decreto Legislativo n. 52 del "Norme in materia ambientale"; - D.C.R. n. 107 del "Piano di Tutela delle Acque (D. Lgs. 152/2006). Misure per il raggiungimento degli obbiettivi di qualità dei corpi idrici significativi"; 2 IL TERRITORIO E LE PROBLEMATICHE IDRAULICHE 2.1 LA RETE IDROGRAFICA NEL TERRITORIO COMUNALE LA RETE IRRIGUA La rete irrigua è diffusa soprattutto nella parte nord del territorio comunale, caratterizzata da un terreno di matrice ghiaioso-sabbiosa e priva di rete idrografica naturale. Il canale principale è il secondario n. 2 di Carbonera, che deriva la portata dal canale primario Della Vittoria. La rete irrigua è gestita dal Consorzio Piave a cui è convogliato il Consorzio Destra Piave. Le aree di trasformazione del Piano degli Interventi non interferiscono con la rete irrigua LA RETE NATURALE La rete idrografica naturale inizia a svilupparsi a sud dell abitato di Vascon, nella fascia delle risorgive, dove il materasso ghiaioso lascia il posto al terreno di tipo limoso e argilloso. I corsi d acqua sono di origine risorgiva e confluiscono nel fiume Sile. Questi corsi d acqua erano caratterizzati da portate costanti con limitate punte di portata a seguito di eventi meteorici. L aumento dell impermeabilizzazione dei bacini imbriferi e l abbassamento della falda freatica, hanno portato questi corsi d acqua ad avere una sempre correlazione tra le portate registrate e gli eventi meteorici. I tre principali corsi d acqua che attraversano il territorio comunale sono: il fiume Melma: a cui confluiscono il rio Rul ed il Piovesan; il fiume Mignagola: a cui confluisce il rio Bagnon; il fiume Nerbon: a cui confluisce il canale Polise. Nella parte est del territorio comunale scorre inoltre il fiume Musestre. Diverse aree di trasformazione del Piano degli Interventi sono lambite od attraversate da alcuni corsi d acqua, nella realizzazione di queste trasformazioni urbanistiche dovranno essere valorizzati.

7 Valutazione di compatibilità idraulica pag. 5/ LE PROBLEMATICHE IDRAULICHE Il territorio comunale è all interno del bacino del fiume Sile. La modellazione idrologica del Piano di Assetto Idrogeologico del Bacino del Sile della pianura tra Piave e Livenza ha evidenziato per il Comune di Carbonera la presenza di un area a rischio idraulico nella frazione di Pezzan nei pressi del fiume Melma. Sono aree limitate in cui si registra la riduzione del franco a circa 30 cm per tempi di ritorno di 50 anni e l annullamento con tempi di ritorno di 100 anni. A queste zone sono stati assegnati indici di pericolosità idraulica dal moderato all elevato. Più legate al territorio e alla registrazione di esondazioni e difficoltà di deflusso sono i dati del Consorzio Piave. Nel Piano Generale di Bonifica viene registrata un area a rischio esondazione con tempi di ritorno interiore a 2 anni al confine est del territorio, in una fascia compresa tra il secondario di Carbonera e il rio Bagnon. Altre aree caratterizzate da difficoltà di deflusso vengono registrate nei pressi del campo sportivo di Carbonera e nella zona della confluenza tra il Melma ed il Piovesan. Alcune delle aree di trasformazione sono nei pressi o all interno di aree definite a rischio idraulico, nelle apposite schede se ne terrà conto innalzando il piano d imposta dei fabbricati e imponendo la creazione di difese contro eventuali innalzamenti. 3 GEOLOGIA, IDROGEOLOGIA E IDROLOGIA 3.1 ANALISI GEOLOGICA E LITOLOGICA Il sottosuolo nel Comune di Carbonera è caratterizzato a nord da un notevole materasso ghiaioso di varie decine di metri, variazioni litologiche si hanno avvicinandosi agli strati superficiali. Verso la parte meridionale del territorio compaiono in profondità i materiali fini. Va ricordato che i limiti di demarcazione dei vari tipi litoidi sono da considerarsi convenzionali in quanto non sempre si ha un passaggio netto e certo tra i tipi ma piuttosto una graduale variazione. La parte nord del territorio è caratterizzata da terreni ghioso-sabbiosi, formati da un notevole spessore di ghiaie e ciottoli (diametro massimo 20 cm) debolmente sabbiosi, ricoperto da un limitato spessore superficiale di terreno vegetale, la componente sabbiosa va aumentando verso sud, la permeabilità è generalmente abbastanza elevata. A partire dall abitato di Vascon e andando verso sud il terreno viene caratterizzato da di materiali a granulometria fine presenti per uno strato di circa 5 6 m posato su ghiaia argillosa, sono materiali a ridotte caratteristiche meccaniche e con bassa permeabilità. Per gli interventi all interno della fascia drenante, è prevista la dispersione nel suolo del 50% della superficie coperta. Ai fini di non interferire con la falda, per la dispersione viene utilizzata una trincea drenante. 3.2 ANALISI IDROGEOLOGICA Da un punto di vista idrogeologico il territorio Comunale è in gran parte compreso nella fascia delle risorgive. La fascia è caratterizzata dal passaggio, da nord a sud, dall acquifero

8 Valutazione di compatibilità idraulica pag. 6/42 freatico indifferenziato dell alta pianura al sistema idrogeologico multifalda in pressione della media e bassa pianura. Il graduale aumento da nord verso sud degli orizzonti limosi ed argillosi entro il materasso ghiaioso-sabbioso, porta ad una suddivisione della falda freatica posta a monte, generando un sistema di falde sovrapposte, da confinate a semiconfinate, mentre a livello più superficiale persiste una limitata falda freatica, che in parte viene a giorno. 3.3 IDROLOGIA Per quanto riguarda l'analisi delle precipitazioni ci si è riferiti all equazione di possibilità pluviometrica utilizzata nella valutazione di compatibilità idraulica allegata al PAT. L equazione è stata ricavata utilizzando il Dimensionamento delle opere idrauliche, pubblicato dall Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave e Brenta Bacchiglione nel settembre 1996, nel quadro degli studi finalizzati alla redazione dei piani di bacino (legge 183 del art. 23). In questa pubblicazione è stata eseguita un analisi statistica per creare uno strumento omogeneo per il calcolo delle curve di possibilità pluviometrica a livello del triveneto. Il risultato finale di tale studio è l equazione di possibilità pluviometrica: h = H ( x) * + n( x) [ * Y ( T r )]* t dove: 1 Y ( T = r ) ln ln 1 T r con i parametri H(x) e n(x) ricavabili da tavole allegate allo studio sopra citato e con T r che rappresenta il tempo di ritorno scelto. Il tempo di ritorno cui si è fatto riferimento è quello richiesto dall allegato A alla D.G.R. 1322/2006, pari a 50 anni. Anche la vigente 2948/2009 mantiene lo stesso tempo di ritorno. I parametri relativi alla zona di Carbonera sono: H(x) = 24 n(x) = 0.29 L'equazione di possibilità pluviometrica così ricavata risulta: 0.29 h = 56.8* t (Tr = 50 anni) in linea con quelle già utilizzate nella zona. 4 LA MITIGAZIONE IDRAULICA 4.1 METODO DI LAVORO Lo studio parte dal calcolo della risposta agli eventi meteorici delle varie aree analizzate, considerando il suolo utilizzato come agricolo, la portata che se ne ricava è quella per cui storicamente sono stati sezionati i canali di bonifica o gli scarichi irrigui. Con i cambi di destinazione d'uso operati dal Piano degli Interventi., la superficie

9 Valutazione di compatibilità idraulica pag. 7/42 impermeabilizzata risulta aumentata, con la conseguente diminuzione dell'invaso specifico dell'area e il tempo di risposta del bacino, quindi, senza nessun intervento compensativo, la portata massima che può defluire da queste aree risulta senz'altro aumentata. In questa sezione viene quindi valutato il volume compensativo da reperire all'interno delle aree e la portata che può essere smaltita nel suolo, in modo che, anche dopo il cambio di destinazione d'uso, il contributo di quelle aree nel bacino scolante risultino invariate, quindi le portate massime defluenti siano le stesse calcolate prima dell'intervento di programma. 4.2 CALCOLO DELLA MASSIMA PORTATA ATTUALE E FUTURA La valutazione del coefficiente udometrico di un'area, e quindi della massima portata defluente, viene eseguita applicando il modello cinematico, la cui equazione è: Q max = ϕ * S * h τ dove: ϕ = coefficiente di deflusso S = superficie del bacino h = altezza della precipitazione nel tempo τ τ = tempo di corrivazione del bacino I valori utilizzati per i coefficienti di deflusso sono ricavati sempre dall allegato A alla D.G.R. 2948/2009: tipo di superficie tetti e coperture pavimentazioni stradali aree semipermeabili verde e giardini aree agricole ϕ Il coefficiente di deflusso applicato nel calcolo è ricavato dalla media pesata tra le varie porzioni di area divise a seconda del tipo di utilizzo. A questo scopo sono state ipotizzate le percentuali di area che possono essere coperte, pavimentate o mantenute a verde, i valori sono stati ricavati calcolando le aree di destinazione d uso e applicando le prescrizioni del repertorio normativo allegato al Piano degli Interventi. Per tener conto della dispersione nel suolo dell acqua raccolta dai tetti, nelle varianti in cui questo è possibile, il coefficiente di deflusso delle coperture è stato dimezzato. Per i vari interventi si è ricavato il seguente coefficiente di deflusso medio: intervento ATU/1 Vascon area coperture 1897m 2 area pavimentata 1423 m 2 area a verde 1422 m 2 area agricola 0 m 2 coeff. di deflusso 0.53 ATR/1 Vascon 780 m m m m ARV/1 Vascon 700 m m m m

10 Valutazione di compatibilità idraulica pag. 8/42 ATP/1 Vascon 5496 m m m 2 0 m ATU/2 Pezzan 6600 m m m m ARV/2 Pezzan 400 m m m m ATR/2 Pezzan 1400 m m m m ATU/3 Carbonera 4500 m m m m ATR/3 Carbonera 2300 m m m m ATR/4 Carbonera 1200 m m m m ATU/4 Mignagola 4344 m m m m ARV/3 Mignagola 2640 m m m m ATR/5 Mignagola 960 m m m 2 0 m ATU/5 Mignagola 720 m m m 2 0 m TR2/15 Carbonera 420 m m m m TR2/14 Carbonera 210 m m m m Per il calcolo sia dell'attuale che del futuro tempo di corrivazione è stata utilizzata l'equazione del Giandotti, che tiene conto di diversi parametri del bacino: τ = 4* S + 1.5* L 0.8* H con: S = superficie del bacino (km 2 ) L = lunghezza asta principale (km) H = dislivello medio nel bacino rispetto alla sezione di chiusura (m) Inserendo le grandezze con queste unità di misura il tempo di corrivazione è espresso in ore. Per il calcolo della portata attuale, l'asta principale dovrebbe rappresentare il corso d'acqua più rilevante all'interno del bacino di studio; in questo caso, la misura non rappresenta una grandezza reale, ma un'ipotesi di lavoro sulla possibile risposta del bacino; infatti tra le molteplici possibilità di inserire un collettore principale per il bacino, quello utilizzato massimizza il tempo di corrivazione e quindi minimizza la portata finale. Ricavato quindi il tempo di corrivazione, e l'altezza di afflusso meteorico relativa, si può applicare l'equazione per il calcolo della massima portata che l'area urbanizzata può sversare a valle della sezione di chiusura ed il relativo coefficiente udometrico, sempre per terreno a coltivo. I risultati del calcolo sono: intervento superficie coeff. udometrico ATU/1 Vascon 4742m 2 14 l/s*ha ATR/1 Vascon ARV/1 Vascon ATP/1 Vascon m m m 2 10 l/s*ha 12 l/s*ha 12 l/s*ha portata massima 7 l/s 24 l/s 15 l/s 13 l/s

11 Valutazione di compatibilità idraulica pag. 9/42 ATU/2 Pezzan m 2 8 l/s*ha 57 l/s ARV/2 Pezzan m 2 11 l/s*ha 15 l/s ATR/2 Pezzan m 2 11 l/s*ha 18 l/s ATU/3 Carbonera m 2 9 l/s*ha 51 l/s ATR/3 Carbonera m 2 11 l/s*ha 26 l/s ATR/4 Carbonera m 2 11 l/s*ha 17 l/s ATU/4 Mignagola m 2 11 l/s*ha 24 l/s ARV/3 Mignagola m 2 9 l/s*ha 63 l/s ATR/5 Mignagola m 2 13 l/s*ha 13 l/s ATU/5 Mignagola 8969 m 2 13 l/s*ha 11 l/s TR2/15 Carbonera 9964 m 2 12 l/s*ha 12 l/s TR2/14 Carbonera 8034 m 2 13 l/s*ha 10 l/s Analogo procedimento si è seguito per il calcolo della massima portata dopo il cambio di destinazione d'uso, per tener conto della diminuzione del tempo di risposta all'evento meteorico dopo l'intervento di urbanizzazione, è stata scelta l'asta principale del bacino che minimizza il tempo di corrivazione e quindi porta alla massima portata riscontrabile. In questo secondo caso i risultati sono: intervento superficie coeff. udometrico ATU/1 Vascon 4742m 2 80 l/s*ha ATR/1 Vascon ARV/1 Vascon ATP/1 Vascon ATU/2 Pezzan ARV/2 Pezzan ATR/2 Pezzan ATU/3 Carbonera ATR/3 Carbonera ATR/4 Carbonera ATU/4 Mignagola ARV/3 Mignagola ATR/5 Mignagola ATU/5 Mignagola TR2/15 Carbonera TR2/14 Carbonera m m m m m m m m m m m m m m m 2 28 l/s*ha 50 l/s*ha 65 l/s*ha 36 l/s*ha 41 l/s*ha 52 l/s*ha 42 l/s*ha 55 l/s*ha 39 l/s*ha 60 l/s*ha 31 l/s*ha 57 l/s*ha 57 l/s*ha 47 l/s*ha 27 l/s*ha portata massima 38 l/s 65 l/s 62 l/s 71 l/s 256 l/s 55 l/s 86 l/s 244 l/s 133 l/s 57 l/s 136 l/s 219 l/s 58 l/s 51 l/s 47 l/s 22 l/s

12 Valutazione di compatibilità idraulica pag. 10/42 I coefficienti udometrici risultano bassi in quanto l indice di edificabilità e di impermeabilizzazione di questi interventi è molto basso. 4.3 CALCOLO DELLA CAPACITÀ DI DISPERSIONE DI UN TUBO FORATO Per quanto riguarda la portata dispersa da una condotta filtrante del diametro di 20 cm, il calcolo può essere ricondotto a quello di una trincea, quella cioè che ospita, posta in un letto permeabile, la condotta stessa. La trincea di scavo deve essere riempita con ghiaietto lavato o pietrischetto tutto intorno alla tubazione drenante, questo riempimento deve essere poi confinato con del geotessuto. Per un metro di fossato a sezione trapezia la portata infiltrata a regime, con terreno sottostante il canale completamente saturo, è data dalla relazione: b Q = K * h + + C h dove: Q = portata di infiltrazione misurata in m 3 /s per metro di canale K = coefficiente di permeabilità (2*10-4 m/s) b = larghezza del fondo del canale (m) h = altezza del pelo libero dell acqua nel canale (m) C = coefficiente di ragguaglio del contributo delle sponde Il coefficiente di ragguaglio si assume pari a 2, da cui si ottiene la relazione: Q = K * ( b + 2 * h) Considerando una trincea larga 60 cm (20 cm per parte rispetto al tubo) e un altezza drenante di 30 cm (20 cm sotto il tubo e 10 cm del tubo stesso) si ottiene una capacità drenante della tubazione pari a 0.24 l/s per metro. Nel calcolo dell altezza drenante non sono stati considerati gli ultimi 10 cm. I 40 m di tubazione drenante per ogni 100 m 2 o frazione di superficie coperta, permettono una dispersione di circa 10 l/s ogni 100 m 2 di area coperta. 4.4 CALCOLO DEL VOLUME DA INVASARE Calcolata la massima portata che può passare nella sezione di chiusura dell'area di studio nel caso di superficie a destinazione a verde, si deve valutare il volume massimo da trattenere e la portata da smaltire con infiltrazione nel suolo, affinché la portata uscente dal bacino sia pari a quella calcolata con terreno non impermeabilizzato ed il volume raccolto defluisca con tempi più lunghi. Per calcolare il massimo volume di compenso, si utilizza l equazione lineare dei serbatoi considerando una portata uscente costante ed una entrante dipendente dalla durata dell evento. In questo caso l'equazione applicata per una determinata durata dell'evento non tiene conto del transitorio, vista la limitata estensione del bacino, considerando che sia l'afflusso che il deflusso siano pari a quelli calcolati per la durata considerata: n Vinv = a * t * Stot * ϕ tot Qmax * t con le grandezze già viste nei paragrafi precedenti e la durata dell'evento dato dalla

13 Valutazione di compatibilità idraulica pag. 11/42 variabile "t". L'elaborazione avrà lo scopo di individuare la durata della precipitazione che massimizza il volume di invaso. Il calcolo viene svolto per l intera area di variante, il volume da invasare relativo alle aree deve venire poi suddiviso tra le varie aree omogenee in base alla superficie fondiaria. intervento ATU/1 Vascon ATR/1 Vascon ARV/1 Vascon ATP/1 Vascon ATU/2 Pezzan ARV/2 Pezzan ATR/2 Pezzan ATU/3 Carbonera ATR/3 Carbonera ATR/4 Carbonera ATU/4 Mignagola ARV/3 Mignagola ATR/5 Mignagola ATU/5 Mignagola TR2/15 Carbonera TR2/14 Carbonera portata durata evento meteorico uscente 1.0 h 1.5 h 2.0 h 3.0 h 4.0 h 5.0 h 7 l/s 90 m 3 98 m 3 93 m 3 80 m 3 66 m 3 53 m 3 24 l/s 15 l/s 13 l/s 57 l/s 15 l/s 18 l/s 51 l/s 26 l/s 17 l/s 24 l/s 63 l/s 13 l/s 11 l/s 12 l/s 10 l/s 66 m m m m 3 87 m m m m 3 85 m m m m m 3 84 m 3 20 m m m m m m m m m m m m m m m 3 18 m m m m m m m m m m m m m m 3 93 m 3 10 m 3 91 m m m m 3 95 m m m m 3 85 m m m m 3 95 m 3 67 m 3 1 m 3 51 m 3 95 m m m 3 65 m m m m 3 54 m m m 3 77 m 3 71 m 3 43 m 3 0 m 3 22 m 3 68 m m m 3 40 m m m m 3 29 m m m 3 53 m 3 50 m 3 24 m 3 0 m 3 In grassetto è evidenziato il volume che deve essere recuperato all interno dell area oggetto di variante, le modalità sono illustrate nei paragrafi successivi. Il volume specifico di compenso risulta basso (in media intorno ai 150 l/s*ha). Questo valore è dovuto al basso indice di impermeabilizzazione che caratterizza queste varianti. 5 QUALITÀ DELLE ACQUE Se lo studio della compatibilità idraulica vede come problema principale quello inerente la quantità dell'acqua da smaltire, ed i relativi manufatti di regolazione e dispersione, sembra oltremodo importante sottolineare anche il problema derivante dalla qualità dell'acqua immessa nell'ambiente e sui modi di smaltirla in dipendenza del tasso di inquinamento. Per le tipologie di trattamento e smaltimento delle acque meteoriche, ci si è rifatti alle prescrizioni adottate dal Genio Civile di Treviso, dall'assessorato alle Politiche Ambientali della Provincia di Treviso e alle Norme Tecniche di Attuazione del Piano di Tutela delle Acque del 2009.

14 Valutazione di compatibilità idraulica pag. 12/42 In particolare si è voluto distinguere le possibilità di smaltimento delle acque meteoriche nei casi di dilavamento di: 1. aree destinate a lotti residenziali e coperture; 2. aree destinate a parcheggi e transito autoveicoli. Non sono state considerate aree per stoccaggio e lavorazione di materie prime o finite in quanto non sono previsti lotti a destinazione artigianale e produttivo. 5.1 DILAVAMENTO DI AREE RESIDENZIALI E DI COPERTURE Per dilavamento di lotti residenziali, s'intende la raccolta delle acque cadute all'interno di questi, quindi provenienti da tetti e superfici pavimentate interne, sono esclusi i parcheggi comuni delle lottizzazioni residenziali o miste. Per coperture si intende invece la raccolta delle acque meteoriche raccolte dalla copertura degli edifici adibiti anche a scopo commerciale. Il tasso d'inquinamento di queste acque è sicuramente molto basso, anche quelle di prima pioggia, quindi il loro smaltimento in collettori superficiali, nel primo sottosuolo non presenta particolari problemi di natura ambientale. E' sicuramente consigliabile preferire la dispersione in loco, ove possibile, con trincee drenanti opportunamente dimensionate, qualora il terreno presenti caratteristiche di buona permeabilità. Questo tipo di dispersione è possibile solo per la zona a nord di Vascon, per le altre aree di intervento la mitigazione possibile è tramite volume di invaso. 5.2 DILAVAMENTO DI STRADE E PIAZZALI Le acque derivanti dal dilavamento di piazzali adibiti ad esclusivo scopo di parcheggio di autoveicoli, soprattutto quelle di prima pioggia, presentano un tasso relativamente alto di inquinamento dovuto a oli, grassi e idrocarburi. Questo tasso d'inquinamento va diminuendo con il progredire dell'evento meteorico. Gli interventi previsti sono quelli ricavati dalle Norme Tecniche del Piano di Tutela delle Acque: SUPERFICIE A PARCHEGGIO SUPERIORE A 5000 MQ Per queste aree scoperte: a) strade, aree di manovra e piazzali, di estensione superiore o uguale a 2000 m 2, a servizio di autofficine, carrozzerie, autolavaggi e impianti di depurazione di acque reflue; b) superfici destinate esclusivamente ad accesso, manovra e parcheggio degli autoveicoli delle maestranze e dei clienti, delle tipologie di insediamenti per lavorazione e stoccaggio di sostanze pericolose come da tabelle 3/A e 5 dell'allegato 5 del D.Lgs. n. 152/2006 parte terza, aventi una superficie complessiva superiore o uguale a 5000 m 2 ; c) altre superfici scoperte scolanti, diverse da quelle indicate alla lettera b), delle tipologie di insediamenti sempre alla lettera b), in cui il dilavamento di sostanze pericolose può ritenersi esaurito con le acque di prima pioggia; d) parcheggi e piazzali di zone residenziali, commerciali o analoghe, depositi di mezzi di trasporto pubblico, aree intermodali, di estensione superiore o uguale a 5000 m 2, comprese le strade di accesso e aree di manovra; e) superfici di qualsiasi estensione destinate alla distribuzione dei carburanti nei punti vendita delle stazioni di servizio per autoveicoli; le acque di prima pioggia sono riconducibili alle acque reflue industriali, devono essere stoccate in un bacino a tenuta e, prima dello scarico, opportunamente trattate, almeno con

15 Valutazione di compatibilità idraulica pag. 13/42 sistemi di sedimentazione accelerata o altri sistemi equivalenti per efficacia; se del caso, deve essere previsto anche un trattamento di disoleatura; lo scarico è soggetto al rilascio dell'autorizzazione e al rispetto dei limiti di emissione nei corpi idrici superficiali o sul suolo o in fognatura, a seconda dei casi. Le stesse disposizioni si applicano alle acque di lavaggio. Le acque di seconda pioggia non necessitano di trattamento e non sono assoggettate ad autorizzazione allo scarico. Lo scarico di queste acque deve avvenire su corpo idrico ricettore o sul suolo. L'autorizzazione allo scarico delle acque di prima pioggia si intende tacitamente rinnovata se non intervengono variazioni significative della tipologia dei materiali depositati, delle lavorazioni o delle circostanze, che possono determinare variazioni significative nella quantità e qualità delle acque di prima pioggia. I volumi da destinare allo stoccaggio delle acque di prima pioggia e di lavaggio devono essere dimensionati in modo da trattenere almeno i primi 5 mm di pioggia distribuiti sul bacino elementare di riferimento. Il rilascio di detti volumi nei corpi recettori, di norma, deve essere attivato nell'ambito delle 48 ore successive all'ultimo evento piovoso. Si considerano eventi di pioggia separati quelli fra i quali intercorre un intervallo temporale di almeno 48 ore. Ai fini del calcolo delle portate e dei volumi di stoccaggio, si dovranno assumere quali coefficienti di afflusso convenzionali il valore 0.9 per le superfici impermeabili, il valore 0.6 per le superfici semipermeabili, il valore 0.2 per le superfici permeabili, escludendo dal computo le superfici coltivate. Qualora il bacino di riferimento per il calcolo, che deve coincidere con il bacino idrografico elementare (bacino scolante) effettivamente concorrente alla produzione della portata destinata allo stoccaggio, abbia un tempo di corrivazione superiore a 15 minuti primi, il tempo di riferimento deve essere pari a: 1. al tempo di corrivazione stesso, qualora la porzione di bacino il cui tempo di corrivazione è superiore a 15 minuti primi, sia superiore al 70% della superficie totale del bacino; 2. al 75% del tempo di corrivazione, e comunque al minimo 15 minuti primi, qualora la porzione di bacino il cui tempo di corrivazione è superiore a 15 minuti primi sia inferiore al 30% e superiore al 15% della superficie del bacino; 3. al 50% del tempo di corrivazione, e comunque al minimo 15 minuti primi, qualora la porzione di bacino il cui tempo di corrivazione è superiore a 15 minuti primi sia inferiore al 15% della superficie del bacino. Le superfici interessate da dilavamento si sostanze pericolose di cui al comma 1, per le quali le acque meteoriche di dilavamento sono riconducibili alle acque reflue industriali, devono essere opportunamente pavimentate al fine di impedire l'infiltrazione nel sottosuolo delle sostanze pericolose. SUPERFICIE A PARCHEGGIO INFERIORE A 5000 MQ Per queste aree scoperte: a) strade pubbliche e private escluse autostrade, superstrade e pertinenze di grandi infrastrutture di trasporto; b) piazzali, di estensione inferiore a 2000 m 2 comprese strade di accesso e aree di manovra, a servizio di autofficine, carrozzerie e autolavaggi e impianti di depurazione di acque reflue; c) superfici destinate esclusivamente ad accesso, manovra e parcheggio degli autoveicoli delle maestranze e dei clienti, delle tipologie di insediamenti per lavorazione e stoccaggio di sostanze pericolose come da tabelle 3/A e 5 dell'allegato 5 del D.Lgs. n. 152/2006 parte terza, aventi una superficie complessiva inferiore a 5000 m 2 ; d) parcheggi e piazzali di zone residenziali, commerciali o analoghe, depositi di mezzi di trasporto pubblico, aree intermodali, di estensione inferiore a 5000 m 2 comprese le strade

16 Valutazione di compatibilità idraulica pag. 14/42 di accesso e le aree di manovra; e) tutte le altre superfici non previste al precedente comma; le acque meteoriche di dilavamento e le acque di lavaggio, convogliate in condotte ad esse riservate, possono essere recapitate in corpo idrico superficiale o sul suolo, fatto salvo quanto previsto dalla normativa vigente in materia di nulla osta idraulico. Le acque raccolte su area di movimentazione e parcheggio veicoli, anche se coperte, non possono essere disperse nel sottosuolo. L'acqua raccolta deve essere consegnata alla rete di smaltimento previo passaggio per un pozzetto di calma che deve essere pulito periodicamente. Per pozzetto di calma si definisce un vano in cui la portata raccolta transiti a velocità ridotta tale da sedimentare il materiale grossolano raccolto. Il pozzetto di calma deve avere lo scorrimento posto ad una profondità maggiore di almeno 50 cm rispetto a quello della tubazione di monte per il deposito del materiale. Il materiale raccolto deve essere rimosso periodicamente. Nel caso di aree in cui ci sia un sottosuolo con una buona permeabilità, nelle zone di sosta degli autoveicoli, sia residenziali che commerciali, si consiglia la scelta di mantellate a griglia, di vario materiale e forma, dimensionate per sopportare i carichi previsti. Gli elementi vanno posati su un letto di materiali inerti permeabili di varia pezzatura, partendo da uno strato di sabbia e arrivando ad uno di ghiaia. Gli spazi forati vanno poi riempiti con terra vegetale per lo sviluppo di essenze erbacee. 6 PRESCRIZIONI TECNICHE In questo paragrafo, si vuole dare una panoramica dei possibili modi per lo smaltimento o per l'invaso della portata in eccesso e le relative prescrizioni progettuali minime. Si tratta di prescrizioni di carattere generale, che danno un buon margine di sicurezza per un corretto funzionamento della rete di raccolta delle acque meteoriche. E' da ricordare comunque che qualunque futura variazione dei parametri relativi alla permeabilità, ovvero delle diverse destinazioni d'uso, dell'area urbanizzata, deve trovare corrispondenza in un corrispettivo volume d'invaso o in un aumento della portata evacuata. Infine sono illustrati alcuni particolari costruttivi dei manufatti idraulici. Questi manufatti non devono essere considerati come scelta esclusiva, eventuali altre modalità possono essere utilizzate, purché non diminuiscano l'affidabilità e l'efficacia della rete fognaria. 6.1 TIPOLOGIA DI SMALTIMENTO O INVASO DELLE PORTATE IN ECCESSO La portata in eccesso, derivata dall'impermeabilizzazione dell'area, o la quota parte che non può essere recepita dal canale ricettore, deve essere trattenuta momentaneamente all'interno dell'area oppure va allontanata in altra maniera, tipo dispersione nel sottosuolo. Tra le soluzioni possibili, quelle ritenute più affidabili sono: 1. creazione di un invaso concentrato a cielo aperto o interrato 2. creazione di un invaso diffuso sotterraneo (sovradimensionamento rete fognaria); 3. dispersione nel suolo (trincee drenanti). Un invaso per la laminazione delle piene può essere ricavato all'interno della parte a verde di un intervento di urbanizzazione sia residenziale che produttiva. Si tratta di una depressione del terreno atta a ricevere il volume non smaltibile nell'immediato, fatto salvo poi immetterlo nella rete superficiale una volta che l'evento meteorico va diminuendo. Per il ricavo di questo volume vanno seguite alcune prescrizioni atte ad evitare problemi funzionali, quali il rigurgito della rete fognaria quando il volume di laminazione non è ancora completamente utilizzato, o di natura estetica, come l'accumulo di materiale grossolano sul

17 Valutazione di compatibilità idraulica pag. 15/42 fondo di tale vasca. Il fondo della vasca deve essere posto ad una quota superiore rispetto alla condotta emissaria, in modo che non ci siano ristagni d'acqua e che il volume utile sia completamente disponibile per l'evento successivo. Questo tipo di invaso risulta molto semplice e affidabile, richiedendo inoltre poca manutenzione. L'invaso interrato è costituito da una vasca con le stesse caratteristiche viste per quella a cielo aperto, deve essere comunque garantito lo svuotamento al termine dell'evento meteorico e l'ispezionabilità e la pulizia di questo vano. L'invaso diffuso sotterraneo è ricavato sovradimensionando la rete fognaria bianca. Questo è un sistema semplice da realizzare, permette inoltre il reperimento del volume in maniera indipendente dalla distribuzione delle aree della zona urbanizzata. D'altro canto, il completo reperimento del volume con questo sistema non è sempre possibile, a meno di passare a manufatti costosi o a tubazioni di diametro considerevole. Nel caso di linee fognarie lunghe e pendenti, per fare in modo che il volume di invaso risulti distribuito uniformemente lungo la rete, si devono inserire appositi pozzetti di sezionamento, vedi i particolari costruttivi. La dispersione nel suolo, nelle zone il cui sottosuolo è caratterizzato da uno strato di ghiaia e nel caso la falda freatica non interferisca con la capacità di assorbimento del suolo, è un sistema di scarico delle portate in eccesso molto efficace già utilizzato nella zona a nord di Treviso, che può contare in un notevole materasso alluvionale di materiale grossolano che permette dispersioni notevoli. Inoltre lo spazio richiesto per una trincea drenante non viene ad interferire con la sistemazione superficiale dell area, anche l'esecuzione risulta semplice rispetto ai due metodi visti in precedenza. Questo sistema richiede però un saltuario monitoraggio, per verificare che il deposito di materiale fine lungo le condotte non ne diminuisca la capacità drenante, per questo si deve inserire un pozzetto di calma a monte della trincea drenante. Inoltre questo metodo deve essere utilizzato quando si ha un buon margine di sicurezza sulla possibilità drenante del sottosuolo e sulla qualità delle acque. Nel caso di difficoltà di applicazione di un solo sistema, possono essere utilizzati anche più metodi in serie o in parallelo. 6.2 PRESCRIZIONI PROGETTUALI Si danno di seguito alcune prescrizioni di massima, che devono però trovare riscontro nel progetto esecutivo della rete fognaria meteorica. Per quanto riguarda gli invasi concentrati (casse d'espansione e volumi sotterranei): - devono avere un invaso pari a quello indicato nelle tabelle, calcolato a partire dalla quota del punto più depresso dell'area di intervento, con almeno 20 cm di franco di sicurezza; - il collegamento tra la rete fognaria e le casse d'espansione deve svolgere il compito di una ritenzione grossolana di corpi estranei, consentendo così una facile pulizia al fine di evitare la presenza di rifiuti nell'area di espansione; - l'invaso concentrato deve avere una pendenza minima dello 1 verso lo sbocco, al fine di garantire il completo svuotamento dell'invaso dopo l'evento meteorico, in modo che il volume sia disponibile per il successivo evento; Nel caso di sovradimensionamento della linea fognaria: - devono avere un invaso pari a quello indicato nelle tabelle, calcolato a partire dalla quota del punto più depresso dell'area di intervento, nel computo del volume, si deve introdurre solo l'invaso dato dal collettore principale, senza considerare per esempio i pozzetti o le condotte di collegamento delle caditoie; - l invaso totale deve essere calcolato a partire dalla quota del punto più depresso

18 Valutazione di compatibilità idraulica pag. 16/42 dell'area di intervento, con almeno 20 cm di franco di sicurezza; - per sezionare la rete nei casi di aree con forte pendenza, possono essere utilizzati i pozzetti di sezionamento. Nel caso si utilizzino trincee drenanti: - si deve verificare che nella zona sia possibile lo smaltimento della portata in eccesso tramite le trincee drenanti; - il rinterro della condotta deve essere effettuato con ghiaietto per uno spessore minimo di 20 cm tutto intorno al tubo, il ghiaietto va poi confinato all interno di un geotessuto; - prima della trincea drenante deve essere inserito un pozzetto dissabbiatore che deve essere periodicamente svuotato del materiale fine depositato; - deve essere previsto un troppo pieno sul volume di invaso; - la distanza minima tra due trincee drenanti, affinché non ci sia interferenza, deve essere di almeno un metro. In tutti e tre i casi, alla sezione di chiusura della linea fognaria va predisposto un manufatto regolatore costituito da una luce tarata che faccia defluire al massimo la portata prescritta, dovrà essere previsto inoltre uno scarico di troppo pieno di emergenza. La luce dell uscita deve essere regolabile e sarà tarata dall ente gestore del canale di recapito. Oltre alle prescrizioni progettuali qui elencate, nella disposizione dei nuovi manufatti devono inoltre essere rispettate le distanze minime dai corsi d acqua e dai siti demaniali. La distanza minima dai canali di bonifica va dai 4 ai 10 m a seconda dell importanza del canale, per i canali esclusivamente irrigui le distanze vanno da 1 a 5 m. La distanza è da misurare rispetto all unghia arginale o alla sommità della sponda e va concordata con il Consorzio Brentella di Montebelluna. Di massima sono da escludere nuovi tombinamenti o spostamenti di canali esistenti, a meno che questo non sia concesso direttamente dal Consorzio Piave. Sono invece auspicabili interventi di valorizzazione dei corsi d acqua esistenti con l ubicazione di spazi verdi nell intorno degli stessi e con un programma di manutenzione e pulizia. 6.3 PARTICOLARI COSTRUTTIVI Si vogliono dare di seguito alcuni schemi illustrativi dei particolari costruttivi delle varie opere d'arte elencate precedentemente. In allegato 2 sono riportati gli schemi di: - rete fognaria pluviale all'interno di un lotto residenziale con possibilità di dispersione sul suolo; - rete fognaria pluviale all interno di un lotto residenziale senza la possibilità di dispersione nel suolo; - schema per lo smaltimento delle acque per una superficie pavimentata superiore a 5000 m 2 ; - schema per lo smaltimento delle acque per una superficie pavimentata inferiore a 5000 m 2 ; - schema di funzionamento di una vasca di accumulo; - schema del profilo longitudinale di una rete fognaria con valutazione del volume utile; - pozzetto di consegna alla rete superficiale o di sezionamento; - schema di una condotta drenante.

19 Valutazione di compatibilità idraulica pag. 17/42 7 TABELLE RIASSUNTIVE Sono state stilate di seguito le tabelle che caratterizzano l area di variante dal punto di vista idraulico e idrogeologico, oltre poi a elencare le grandezze di calcolo e i risultati ottenuti. In queste tabelle si riportano i volumi di compenso da realizzare, la portata massima da scaricare e il canale ricettore a cui convogliare le portate raccolte. Sono inoltre riportati alcuni accorgimenti tecnici da seguire nella progettazione delle aree e la documentazione da presentare in fase progettuale. Le schede vanno comunque integrate con le prescrizioni progettuali contenute nella presente relazione. Montebelluna, novembre 2010 IL TECNICO Cavallin ing. Eros

20 Valutazione di compatibilità idraulica pag. 18/42 variante: ATU/1 Vascon superficie: 4742 m 2 canale ricettore finale: scolina stradale in via Pino da Zara permeabilità del terreno: drenante rischio idraulico basso risposta terreno agricolo portata massima agricola: l/s * ha 7 l/s risposta terreno urbanizzato superficie coperta: superficie pavimentata: superficie a verde: superficie agricola: portata massima urbana: 1897 m m m 2 0 m /s * ha 38 l/s volume da invasare e disperdere e massima portata da scaricare: la massima portata scaricabile è pari a 7 l/s; per le coperture devono essere predisposti 40 m di tubazione forata DN 200 mm ogni 100 m 2 di superficie coperta, la linea drenante deve avere troppo pieno sul volume di compenso; deve essere realizzato un volume di compenso pari a 98 m 3 ; modalità evacuazione: prima della linea drenante per le coperture deve essere predisposto un pozzetto di calma; le acque raccolte sul volume di invaso vanno recapitate alla scolina stradale con luce tarata per la massima portata calcolata; documentazione da fornire: planimetria e profilo longitudinale delle opere di compensazione; dimostrazione grafica della soddisfazione delle prescrizioni idrauliche; specifiche tecniche varie: i pozzetti della linea fognaria per le coperture devono avere fondo drenante posto ad una profondità maggiore di 30 cm rispetto allo scorrimento della tubazione; il piano di imposta dei fabbricati, degli accessi e delle bocche di lupo va fissato ad almeno 30 cm al di sopra del piano viario di via Pino da Zara, eventuali piani interrati e bocche di lupo devono essere ben impermeabilizzate; se il volume di compenso ha il fondo drenante per disperdere quota parte dell'acqua accumulata, questa dispersione non entra nel computo del volume di compenso; nella costruzione di fabbricati e recinzioni, devono essere garantite con adeguati manufatti le vie di deflusso naturale delle acque; tutti i manufatti e le opere fognarie per l evacuazione della portata meteorica devono essere approvate dal Consorzio di Bonifica Piave.

21 Valutazione di compatibilità idraulica pag. 19/42 variante: ATR/1 Vascon superficie: m 2 canale ricettore finale: secondario di Carbonera e fossato di via Cardinal Callegari permeabilità del terreno: drenante con falda interferente rischio idraulico basso risposta terreno agricolo portata massima agricola: l/s * ha 24 l/s risposta terreno urbanizzato superficie coperta: superficie pavimentata: superficie a verde: superficie agricola: portata massima urbana: 780 m m m m /s * ha 65 l/s volume da invasare e disperdere e massima portata da scaricare: la massima portata scaricabile è pari a 24 l/s; deve essere realizzato un volume di compenso complessivo per i vari lotti pari a 140 m 3 ; modalità evacuazione: le acque raccolte sul volume di invaso vanno recapitate al fosso di via Cardinal Callegari e/o al secondario di Carbonera con luce tarata per la massima portata calcolata; documentazione da fornire: relazione idraulica con studio di dettaglio; planimetria e profilo longitudinale delle opere di compensazione; particolari costruttivi delle opere di compensazione; dimostrazione grafica della soddisfazione delle prescrizioni idrauliche; specifiche tecniche varie: i pozzetti della linea fognaria devono avere fondo drenante posto ad una profondità maggiore di 30 cm rispetto allo scorrimento della tubazione; il piano di imposta dei fabbricati, degli accessi e delle bocche di lupo va fissato ad almeno 30 cm al di sopra del piano viario di via Cardinal Callegari, eventuali piani interrati e bocche di lupo devono essere ben impermeabilizzate; si consiglia la realizzazione del volume di invaso con l abbassamento di parte della superficie a verde, in questo caso la dispersione non entra nel computo del volume di compenso; nella costruzione di fabbricati e recinzioni, devono essere garantite con adeguati manufatti le vie di deflusso naturale delle acque; tutti i manufatti e le opere fognarie per l evacuazione della portata meteorica devono essere approvate dal Consorzio di Bonifica Piave.

22 Valutazione di compatibilità idraulica pag. 20/42 variante: ARV/1 Vascon superficie: m 2 canale ricettore finale: fossato di via Cardinal Callegari permeabilità del terreno: impermeabile rischio idraulico basso risposta terreno agricolo portata massima agricola: l/s * ha 15 l/s risposta terreno urbanizzato superficie coperta: superficie pavimentata: superficie a verde: superficie agricola: portata massima urbana: 700 m m m m /s * ha 62 l/s volume da invasare e disperdere e massima portata da scaricare: la massima portata scaricabile è pari a 15 l/s; deve essere realizzato un volume di compenso complessivo per i vari lotti pari a 168 m 3 ; modalità evacuazione: le acque raccolte sul volume di invaso vanno recapitate al fosso di via Cardinal Callegari con luce tarata per la massima portata calcolata; documentazione da fornire: relazione idraulica con studio di dettaglio; planimetria e profilo longitudinale delle opere di compensazione; particolari costruttivi delle opere di compensazione; dimostrazione grafica della soddisfazione delle prescrizioni idrauliche; specifiche tecniche varie: i pozzetti della linea fognaria devono avere fondo non drenante posto ad una profondità maggiore di 30 cm rispetto allo scorrimento della tubazione; il piano di imposta dei fabbricati, degli accessi e delle bocche di lupo va fissato ad almeno 30 cm al di sopra del piano viario di via Cardinal Callegari, eventuali piani interrati e bocche di lupo devono essere ben impermeabilizzate; si consiglia la realizzazione del volume di invaso con l abbassamento di parte della superficie a verde, la dispersione non entra nel computo del volume di compenso; nella costruzione di fabbricati e recinzioni, devono essere garantite con adeguati manufatti le vie di deflusso naturale delle acque; il fossato presente al confine sud non deve essere tombinato; tutti i manufatti e le opere fognarie per l evacuazione della portata meteorica devono essere approvate dal Consorzio di Bonifica Piave.

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