COMUNE DI PISA PROVINCIA DI PISA
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1 !" #$%&" '( )*+, )-$$).+/+ $)$ -! 0' COMUNE DI PISA PROVINCIA DI PISA PIANO ATTUATIVO DI INIZIATIVA PRIVATA, IN VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO PER LA REALIZZAZIONE DI EDIFICI CON DESTINAZIONE D USO RESIDENZIALE E COMMERCIALE E RELATIVE OPERE DI URBANIZZAZIONE PRIMARIA E SECONDARIA, IN VIA VENEZIA GIULIA RELAZIONE IDROGEOLOGICO-IDRAULICA Ottobre 2014 Dott. Geol. Lorenzo Mannella
2 )1! 1. PREMESSA Il presente documento è di supporto al Piano Attuativo di Iniziativa Privata, in Variante al R.U. per la realizzazione di edifici con destinazione d uso residenziale-commerciale e relative opere di urbanizzazione primaria e secondaria, previsto in Via Venezia Giulia, nel Comune di Pisa (fig. 1). In questa sede si è proceduto all analisi degli aspetti idrogeologico-idraulici dell area in esame. Limitatamente all area in studio, si è proceduto alla stesura del presente elaborato, facendo riferimento, a livello di quadro conoscitivo, agli studi geologici e idraulici di supporto allo strumento urbanistico comunale vigente e agli studi realizzati a supporto del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Pisa e del Piano di Bacino del Fiume Arno. L area interessata dal progetto, ubicata nella cintura periferica orientale di Pisa, dista circa 500 metri dal Fiume Arno. Ai sensi della D.C.R. 72/2007 (P.I.T.), allegato 5, il corso d acqua summenzionato viene identificato con il codice PI 707 e risulta contraddistinto dagli ambiti AB. Sempre ai sensi di tale deliberazione e dall osservazione della carta della pericolosità, si può notare come la zona d intervento sia esterna all ambito B del Fiume Arno, pertanto non soggetta alle norme di salvaguardia previste. La carta delle aree allagabili redatta nell'ambito del P. S. del Comune di Pisa, pone la zona d intervento al di fuori delle aree interessate da fenomeni di esondazione, tracimazione dei canali di bonifica, ristagno e difficoltoso drenaggio in caso di eventi piovosi intensi. La carta dei sistemi idraulici, di cui uno stralcio è riportato, mostra come la zona in esame rientra nel bacino di bonifica del Fiume Morto, sottobacino di bonifica a scolo naturale zona Cisanello-Pisanova. Le linee idrauliche principali sono rappresentate dal Fosso dei Sei Comuni e dal Fosso S. Giusto in Cisanello. Il Fosso dei Sei Comuni, nasce immediatamente a Nord dell Ospedale di Cisanello, e raccoglie le acque meteoriche e i reflui non trattati, provenienti anche dall Ospedale, facendoli convogliare nel Fosso Marmigliaio. Il Fosso S. Giusto in Cisanello unitamente al Fosso San Cataldo e al Fosso San Jacopo scolano la periferia Sud-orientale di Pisa, e confluiscono nel Fosso dei Sei Comuni. Nell area interessata dallo strumento urbanistico in esame, il sistema di deflusso delle acque superficiali, pur essendo condizionato dal livello idrico dei canali circostanti, non evidenzia carenze di drenaggio tali da provocare allagamenti o ristagni prolungati. Sussistono delle problematiche a carattere generale legate alla scarsa pendenza della rete ed alla tipologia di smaltimento del sistema (a scolo naturale), che può risentire negativamente delle variazioni di livello del recapito finale (Fiume Morto) a sua volta legate al livello del mare. Morfologicamente la zona d intervento conserva l originaria pendenza, da Sud a Nord e da Est a Ovest, conseguenza della modalità di deposizione dei sedimenti alluvionali dell Arno. Si colloca a Nord-Ovest del meandro di Cisanello, nella parte di pianura alluvionale comunale che sta a Nord dell Arno, in adiacenza ad una area classificata come agricola periurbana. Confrontando le quote altimetriche dell'area in oggetto con quelle delle zone circostanti si osserva come la fascia di territorio adiacente al Canale Rivestito, su cui è collocato il comparto in esame, sia più elevata rispetto alle superfici poste a Nord, a Ovest e a Sud. Il Piano Stralcio Assetto Idrogeologico dell Arno, che fa parte del Piano di Bacino del Fiume Arno approvato definitivamente con il D.P.C.M , inserisce la zona d intervento nella Perimetrazione delle aree con pericolosità idraulica, derivata dai risultati di specifici studi in funzione del tempo di ritorno e del potenziale battente livello di dettaglio, nello stralcio n In detta cartografia la pericolosità viene suddivisa in: P.I.4: aree a pericolosità molto elevata; P.I.3: aree a pericolosità elevata; P.I.2: aree a pericolosità media; P.I.1: aree a pericolosità moderata. La zona in oggetto ricade all interno della classe P.I.1 comprendente aree inondabili da eventi con tempo di ritorno 200 <TR 500 anni.
3 )1 Di seguito si riporta l'art. 8 delle Norme di attuazione del P.A.I. Aree a pericolosità idraulica media e moderata (P.I.2 e P.I.1) e aree di ristagno: nelle aree P.I.2 e P.I.1 e nelle aree di ristagno sono consentiti gli interventi previsti dagli strumenti di governo del territorio; nelle aree P.I.2 e P.I.1 e nelle aree di ristagno il PAI, nel rispetto delle condizioni fissate dagli strumenti di governo del territorio, persegue l obiettivo di integrare il livello di sicurezza alle popolazioni mediante la predisposizione prioritaria da parte degli enti competenti ai sensi della legge 24 febbraio 1992, n. 225 di programmi di previsione e prevenzione. In riferimento alla riduzione dell impermeabilizzazione superficiale, si riporta, di seguito quanto enunciato nell art. 78 del PIT (DCR 72/2007): 1. Per l intero territorio regionale i progetti relativi alla realizzazione delle sistemazioni esterne, dei parcheggi, della viabilità, dei rilevati dovranno essere tesi ad evitare l ulteriore impermeabilizzazione superficiale rispettando le seguenti prescrizioni: a.) la realizzazione di nuovi edifici deve garantire il mantenimento di una superficie permeabile pari ad almeno il 25% della superficie fondiaria di pertinenza del nuovo edificio in base agli indici di superficie coperta di zona. Per superficie permeabile di pertinenza di un edificio si intende la superficie non impegnata da costruzioni che comunque consenta l assorbimento anche parziale delle acque meteoriche; b) i nuovi spazi pubblici e privati destinati a piazzali, parcheggi e viabilità pedonale o meccanizzata, devono essere realizzati con modalità costruttive che consentano l infiltrazione o la ritenzione anche temporanea delle acque. Sono possibili eccezioni a tale disposizione esclusivamente per dimostrati motivi di sicurezza o di tutela storico - ambientale; c) il convogliamento delle acque piovane in fognatura o in corsi d acqua deve essere evitato quando è possibile dirigere le acque in aree adiacenti con superficie permeabile senza che si determinino danni dovuti a ristagno. Dal punto di vista idrogeologico le differenze litologiche e tessiturali dei litotipi rilevati nell area d intervento, determinano sostanziali differenze nel comportamento idrogeologico, influenzandone in particolare la permeabilità. La carta idrogeologica di supporto al P.S. del Comune di Pisa mostra per la zona in oggetto la presenza di depositi alluvionali caratterizzati da permeabilità primaria medio bassa, sono presenti livelli più o meno continui a permeabilità leggermente maggiore in corrispondenza delle intercalazioni sabbiose. Alla luce di dati analizzati validi per la zona in oggetto si hanno depositi alluvionali caratterizzati da una permeabilità primaria generalmente molto bassa contenenti orizzonti praticamente impermeabili in corrispondenza delle intercalazioni torbose. La pianura pisana è sede di una circolazione idrica superficiale dovuta all infiltrazione diretta di acque meteoriche ed alla ricarica di sub-alveo effettuata da fossi e canali. La permeabilità dell acquifero in oggetto è estremamente variabile per le caratteristiche granulometriche dei vari intervalli che compongono l orizzonte dei limi superficiali. Dal punto di vista idrogeologico, nell area in esame, si ha una circolazione idrica superficiale ascrivibile alla presenza di una falda freatica - semifreatica, sottoposta ad oscillazioni stagionali, collegate all andamento del regime pluviometrico, ed in rapporto diretto con i corsi d acqua della zona. Al fine di ottenere informazioni riguardanti la presenza d acqua nel sottosuolo, sono state eseguite misure del tetto della falda acquifera all interno dei fori realizzati dalle prove penetrometriche realizzate nelle adiacenze dell area. Tale livello è stato individuato alla profondità di circa 3.50 metri dal p.c. sebbene tale valore sia variabile anche in modo sensibile in funzione del regime pluviometrico.
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