C01_REL_IDROG_IDRAUL
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1 Progettisti: Resp. del progetto - Prog. arch. e coordinam. Von Gerkan, Marg und Partner - gmp GmbH Arch. Volkwin Marg Progettazione strutture Werner Sobek Stuttgart GmbH e Co. Ing. Michael Duder Progettazione impianti Studio TI Soc. Cooperativa Ing. Ennio Menotti Progettazione del verde LAND Milano srl Arch. Andreas Kipar Geologo Dott. Aldo Antoniazzi Coordinam. operativo Arch. Clemens Kusch PROGETTO DEFINITIVO - 1 LOTTO RELAZIONE IDROGEOLOGICA E IDRAULICA C01_REL_IDROG_IDRAUL C.01
2 INDICE 1. PREMESSA Opere in progetto Definizione del modello idrogeologico INQUADRAMENTO DEL SITO Ubicazione Lineamenti morfologici SITUAZIONE GEOLOGICA Stratigrafia Lineamenti tettonici MODELLO LITOSTRATIGRAFICO E GEOTECNICO Modello litostratigrafico Modello geotecnico LINEAMENTI IDROGEOLOGICI L acquifero della pianura emiliano-romagnola L acquifero della pianura bolognese Acque sotterranee locali Falde interessate dall attuazione del progetto Falda freatica Falde semiconfinate o confinate REGIME DELLE PRECIPITAZIONI Stazione meteorologica di riferimento Precipitazioni medie SINTESI CONCLUSIVA Pagina 1 di 20
3 1. PREMESSA 1.1. Opere in progetto La presente relazione concerne il progetto del Lotto 1 del TECNOPOLO di Bologna: insediamento per la ricerca, l'innovazione e lo sviluppo tecnologico nel sedime dell'ex Manifattura Tabacchi di via Stalingrado Definizione del modello idrogeologico Nella determinazione del modello idrogeologico locale (zona interessata dal TECNOPOLO di Bologna, con particolare riferimento all'area interessata dal progetto del Lotto 1) è stato fatto riferimento: all insieme degli elementi cartografici, stratigrafici e normativi acquisiti in merito al suolo e sottosuolo considerato; al complesso delle prove in sito eseguite nella zona (sondaggi a carotaggio continuo, prove penetrometriche statiche meccaniche (CPT), prove penetrometriche statiche con punta elettrica (CPTU); alle prove in laboratorio, effettuate su campioni indisturbati prelevati durante l'esecuzione dei sondaggi; ai risultati delle indagini geofisiche realizzate; ai dati acquisiti misurando il livello dell'acqua sotterranea nei piezometri tipo Norton, appositamente installati nella zona. L'ubicazione delle prove e il quadro dei risultati ottenuti sono evidenti nella documentazione allegata alla Relazione Geologica. Pagina 2 di 20
4 2. INQUADRAMENTO DEL SITO 2.1. Ubicazione L area ove è prevista la realizzazione del Lotto 1 del TECNOPOLO di Bologna, è situata nella parte settentrionale della città ed, in particolare, nella zona interposta tra la ferrovia e l autostrada, delimitata a nord da via della Manifattura, ad est da vai Stalingrado, a sud dalla strada ferrata e ad ovest da via Ferrarese, L inquadramento topografico del sito è evidente nell estratto riportato nella figura 2.1. Figura Inquadramento topografico del TECNOPOLO di Bologna. La figura 2.2 fornisce una visione aerea dell'area interessata dal TECNOPOLO di Bologna. Pagina 3 di 20
5 Figura Inquadramento dell area del TECNOPOLO (Google Earth) Lineamenti morfologici La zona in esame è situata a circa 40 metri sul livello marino e ricade nella pianura alluvionale interposta tra il fiume Reno e il torrente Idice e, più in particolare, tra il Canale Navile e lo Scolo Savena. Come si può osservare nell estratto (figura 2.3) della Carta geomorfologica in scala 1: del territorio di pianura del Comune di Bologna 1, l area del TECNOPOLO in oggetto ricade in parte, nel suo margine verso est, su un dosso fluviale poco elevato, posto sulla sinistra idrografica dello Scolo Savena. 1 ANDREA BERGONZONI & CARLO ELMI (2003): Il territorio di pianura del Comune di Bologna. Note illustrative, S.E.L.C.A., Firenze. Con una carta geomorfologica e una carta della litologia superficiale in scala 1: Pagina 4 di 20
6 Figura Inquadramento geomorfologico dell area interessata dall intervento in progetto nel TECNOPOLO di Bologna. Pagina 5 di 20
7 3. SITUAZIONE GEOLOGICA 3.1. Stratigrafia L area interessata dal TECNOPOLO di Bologna, ed in particolare dal suo Lotto 1 in oggetto, appartiene ad una zona caratterizzata da un omogeneo affioramento delle alluvioni della pianura del Quaternario, che, verso sud, si esauriscono al piede di un rilievo collinare, contraddistinto, nella sua parte più settentrionale, da una sequenza di depositi pliocenici e quaternari. Le ricerche per gli idrocarburi 2 (figura 3.1), hanno posto in evidenza che nella pianura, in cui ricade l area in esame, i sedimenti quaternari, in affioramento nel settore pedecollinare, aumentano progressivamente di spessore nel sottosuolo, fino a superare i metri, procedendo verso nord est 3. Questo deposito quaternario è costituito nella parte più superficiale da sedimenti alluvionali e in quella più profonda e di maggior spessore da sedimenti marini. Nella pianura, ove ricade l'area in oggetto, la potenza delle alluvioni si accresce rapidamente, fino a raggiungere la profondità di metri in corrispondenza del margine settentrionale del Comune di Bologna. Figura Carta della base del Quaternario. L insieme dei depositi continentali quaternari, affioranti nel margine appenninico-padano oppure ad essi correlati nel sottosuolo della pianura, appartengono al Supersintema Emiliano-Romagnolo del 2 Accademia Nazionale dei Líncei, I giacimenti gassiferi dell Europa Occidentale, Atti del Convegno di Milano 30 settembre - 5 ottobre 1957, Roma, 1959; L. Lucchetti, Tettonica padana, in Atti del Convegno di Milano 30 settembre - 5 ottobre 1957, Accademia Nazionale dei Lincei, Roma, Lucchetti L., Tettonica padana, in «I giacimenti gassiferi dell'europa Occidentale», II, Acc. Naz. Lincei, Roma, 1959, p. 19. Pagina 6 di 20
8 Pleistocene medio-olocene, che poggia, in discordanza angolare, sui depositi litoranei delle Sabbie di Imola o su sedimenti marini più antichi. Il suo limite superiore coincide con la superficie topografica. All interno del Supersintema Emiliano-Romagnolo sono state distinte unità stratigrafiche a limiti inconformi (Sintemi, Subsintemi, Unità), comprese tra superfici di discontinuità, spesso riconducibili ad erosioni oppure a lacune stratigrafiche. Ciascuna di queste unità può comprendere, al suo interno, anche sedimenti di differenti ambienti deposizionali e di varia litologia. Una discontinuità angolare separa inoltre i depositi prevalentemente limosi e sabbiosi di piana alluvionale (Sintema Emiliano-Romagnolo Inferiore, AEI) dai sovrastanti sedimenti, costituiti essenzialmente da ghiaie di conoide o da terrazzamenti alluvionali, del Sintema Emiliano-Romagnolo superiore (AES). I sedimenti affioranti nell'area di pertinenza del TECNOPOLO di Bologna appartengono al Subsintema di Ravenna (AES 8 ) del Pleistocene superiore - Olocene e, in particolare, all Unità di Modena (AES 8a ) olocenica, che, ove presente, ne costituisce il tetto (figura 3.2). Figura Estratto ingrandito dalla Carta geologica regionale in scala 1: Come si può osservare nell estratto (figura 3.3) della Carta della litologia superficiale in scala 1: del territorio di pianura del Comune di Bologna 4, l area del TECNOPOLO in oggetto è 4 A cura di ANDREA BERGONZONI & CARLO ELMI (2000), S.E.L.C.A., Firenze. Pagina 7 di 20
9 contraddistinta da una litologia argillosa e limosa nei primi cinque metri sotto il piano di campagna. Figura Litologia superficiale dell area interessata dall intervento in progetto nel TECNOPOLO di Bologna, Il colore azzurro indica la presenza di argilla e limo, quello giallo di sabbia. Per approfondire la conoscenza del sottosuolo in esame sono state eseguite apposite indagini in sito e in laboratorio, realizzate rispettivamente nel 2010 e nel 2014, Per i particolari si rimanda alla documentazione allegata alla Relazione Geologica Lineamenti tettonici Il territorio bolognese fa parte strutturalmente dell'appennino Settentrionale 5. Com è evidente nello schema tettonico dell Emilia- Romagna 6 (figura 3.4) la zona di pertinenza dell area in esame ricade, in particolare, tra due fronti di accavallamento, presenti nel sottosuolo della pianura. 5 L Appennino settentrionale è una catena a falde derivata dal corrugamento e dalla sovrapposizione di prismi sedimentari, depositatisi nel paleo oceano ligure-piemontese e sul margine continentale della microplacca dell Adria, durante la collisione tra la placca africana e quella europea. L orogenesi, iniziata nell Eocene medio e sviluppatasi soprattutto a partire dall Oligocene, ha dato luogo a pieghe e a sovrascorrimenti lungo faglie inverse con spostamento generale verso nord-est. 6 Redatto dal Servizio Geologico Sismico e dei Suoli dell Emilia-Romagna. Pagina 8 di 20
10 Figura Schema tettonico dell Emilia-Romagna. Pagina 9 di 20
11 4. MODELLO LITOSTRATIGRAFICO E GEOTECNICO 4.1. Modello litostratigrafico Il sottosuolo dell'area interessata dal TECNOPOLO di Bologna e, in particolare, quello del suo Lotto 1 in oggetto, è contraddistinto, nei primi metri sotto la superficie, dalla presenza di un complesso deposito alluvionale lentiforme, in senso tanto orizzontale, quanto verticale, costituito essenzialmente da una successione prevalentemente argilloso limosa o limoso sabbiosa, in cui figura anche qualche intercalazione lentiforme da sabbiosa a ghiaioso sabbiosa. Nella tabella 4.1 è riportato il modello litostratigrafico tipo del sottosuolo in esame, realizzato in base all insieme delle prove in sito e in laboratorio disponibili, che evidenzia in modo schematico ed orientativo la situazione locale. TABELLA MODELLO LITOSTRATIGRAFICO DEL SOTTOSUOLO IN ESAME PROFONDITÀ UNITÀ LITOSTRATIGRAFICA (m dal p, c,) 0,0-0,5/3,9 A Terreno di riporto eterogeneo con presenza di laterizi e calcetruzzo (presente fino a 6 metri di profondità nella CPTU3 new 2014) 0,5/3,9-2,5/6,7 B Argilla limosa e/o limo argilloso con sottili e sporadiche intercalazioni di limo sabbioso e sabbia limosa (in S presenza di una lente sabbiosa da 1,3 a 2,9 metri di profondità) 2,5/6,7-12,7/25,0 C Alternanza di limo o limo sabbioso con subordinati livelli sabbioso limosi (La componente granulare, quando significativa, è stata identificata con C') 14,0/21,6 17,0/26,6 D Argilla limosa con intercalazioni lentiformi di limo da argilloso a sabbioso 12,7/26,6 18,5/28,0 E Ghiaia eterometrica subarrotondata, poligenica, sabbiosa passante localmente a sabbia limosa 19,4/25,0-24,0/29,0 F Limo argilloso e/o argilla limosa con sottili intercalazioni lentiformi di limo sabbioso o sabbia limosa 22,5/29,0 27,0/34,7 G Sabbie e sabbie limose con sottili e lentiformi intercalazioni di limo sabbioso e/o limo argilloso (in CPT9/2010 da 25,0 a 30,0 metri di profondità prevale la componente coesiva = G') 27,7/34,7 30,0/38,4 H Limo argilloso, argilla limosa, limo sabbioso con livelli di sabbia medio fine limosa (in S6 una lenticciola torbosa tra 35,5 e 36,0 metri di profondità) 37,8/38,4 40,5/43,5 I Ghiaia eterometrica subarrotondata, poligenica, sabbiosa passante a sabbia limosa 40,5/43,5 50,0 L Argille limoso sabbiose e sabbie limose in successione 4.2. Modello geotecnico La variabilità orizzontale e verticale degli orizzonti coesivi e granulari presenti nel sottosuolo in esame, è naturalmente rispecchiata anche dai parametri geotecnici, Nella tabella 4.2 sono riportati, in corrispondenza di ciascuna unità stratigrafica, i rispettivi parametri geotecnici medi del terreno, forniti dall insieme dell indagine effettuata [prove in sito (SPT, P.P, Vane Test, dati penetrometrici ecc,) e in laboratorio (umidità naturale, limiti di Atterberg, taglio diretto, consolidazione edometrica)]. Pagina 10 di 20
12 TABELLA QUADRO RIASSUNTIVO DEI PARAMETRI GEOTECNICI MEDI UNITÀ STRATIGRAFICA PROFONDITÀ (m) γ (Mg/m 3 ) c u (kg/cm 2 ) c' (kpa) φ' ( ) m v (cm 2 /dan) c v (cm 2 /s) A Eterogenea 0,0-0,5/3, B Coesiva 0,5/3,9-2,5/6,7 1,88 0,6 22, ,0325 7,04E-04 C Coesiva 2,5/6,7-12,7/25,0 1,89 0,7 18, ,0238 1,57E-03 C' Granulare 14,0/21,6-17,0/26,6 1, , D Coesiva 12,7/26,6-18,5/28,0 1,92 0,65 14, ,0165 3,53E-03 E Granulare 19,4/25,0-24,0/29,0 1, , F Coesiva 22,5/29,0-27,0/34,7 1,92 0,85 19, ,0187 1,32E-03 G Granulare 27,7/34,7-30,0/38,4 1, , G' Coesiva 37,8/38,4-40,5/43,5 1,90 1, , H Coesiva 27,7/34,7-30,0/38,4 1,90 0, I Granulare 37,8/38,4-40,5/43,5 1, L Coesiva 40,5/43,5-50,0 1,90 0, L insieme dei parametri geotecnici e stratigrafici acquisiti, documenta la diffusa presenza nel sottosuolo in esame di terreni coesivi poco resistenti non solo in prossimità della superficie, ma anche nell intero spessore presente sopra il primo livello ghiaioso. L irregolare distribuzione e giustapposizione verticale e orizzontale delle lenti a differente granulometria nella successione stratigrafica impone, in sede di progettazione, una particolare attenzione alle peculiarità litologiche e geotecniche di ciascun terreno di fondazione evidenti nelle specifiche prove in sito ed in laboratorio. Pagina 11 di 20
13 5. LINEAMENTI IDROGEOLOGICI 5.1. L acquifero della pianura emiliano-romagnola Gli studi geologici ed idrogeologici 7, portati avanti dal Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione Emilia-Romagna, hanno inquadrato la situazione dell acquifero della pianura regionale come schematizzato nella figura 5.1. FIGURA 5.1 Dal punto di vista idrogeologico, nei depositi della pianura regionale, sono state pertanto distinte tre Unità Idrostratigrafiche fondamentali (Gruppi Acquiferi A, B e C), di cui le prime due riferite al Supersintema Emiliano-Romagnolo, costituito fondamentalmente da depositi alluvionali e in minima parte da sedimenti marini marginali. In particolare il Gruppo Acquifero A concerne il Sintema Emiliano- Romagnolo Superiore (AES), mentre quello B riguarda invece il 7 Si veda, in proposito, il volume Riserve Idriche Sotterranee della Regione Emilia-Romagna, pubblicato in collaborazione ad ENI-AGIP nel Pagina 12 di 20
14 Sintema Emiliano-Romagnolo Inferiore (AEI). Il più antico Gruppo Acquifero C, interessa invece depositi costieri e marini marginali caratterizzati da sabbie alternate a sedimenti più fini. In prossimità dei principali sbocchi vallivi ricadono in quest ultimo Gruppo anche le ghiaie intercalate alle sabbie dei delta conoidi dei fiumi appenninici risalenti al Pleistocene inferiore e medio. Ciascuna di queste tre Unità Idrostratigrafiche fondamentali è costituita da più sequenze deposizionali coeve, le cui litologie corrispondono anche a sistemi e ambienti di sedimentazione diversi. Esse sono separate l un l altra da superfici di discontinuità, contraddistinte dalla presenza di un livello scarsamente permeabile continuo, che funge da acquicludo. Ciascuno di questi Complessi Acquiferi viene indicato con la lettera maiuscola del relativo Gruppo Acquifero seguito da un numero progressivo L acquifero della pianura bolognese Nel sottosuolo della pianura bolognese sono presenti falde acquifere superficiali e profonde, la cui situazione idrogeologica è precisata nell'inquadramento predisposto dal Piano Strategico Strutturale Comunale di Bologna (figura 5.2). FIGURA 5.2 Pagina 13 di 20
15 Nella figura 5.3, per un ulteriore chiarimento della situazione del sottosuolo in esame, è riportata la sezione geologica 16, tratta dallo studio regionale precedentemente citato, il cui andamento NNE-SSO attraversa anche la zona in esame. FIGURA 5.3 Pagina 14 di 20
16 5.3. Acque sotterranee locali Falde interessate dall attuazione del progetto Del complesso sistema multifalda, presente nel sottosuolo della pianura bolognese, la cui potenza si accresce procedendo dalla zona pedecollinare verso nord, sono di particolare interesse, per quanto concerne la progettazione del Tecnopolo di Bologna e pertanto anche del suo Lotto 1 in oggetto, le falde acquifere prossime alla superficie (falda freatica e falde semiconfinate o confinate fino a 50 metri sotto il piano di campagna), appartenenti essenzialmente al gruppo acquifero A Falda freatica La falda più superficiale (unità idrogeologica Sup4 della Carta piezometrica del Piano Strutturale Comunale di Bologna) è contenuta nei sedimenti sabbiosi fini e/o limoso argillosi del primo sottosuolo. Figura Estratto della Carta piezometrica riferita alla falda Sup4. Questa falda libera, com è evidente nello stralcio della Carta piezometrica del Piano Strutturale Comunale di Bologna (figura 5.4), è presente anche nella zona in esame ove il suo livello a cielo libero risulta a circa 34 metri sul livello marino (circa 6 metri sotto il piano di campagna). Pagina 15 di 20
17 In base alle misure effettate alla fine di ognuno dei sedici sondaggi, eseguiti nel gennaio 2010 nell area del Tecnopolo di Bologna, il livello della falda freatica si è invece rivelato variabile, a seconda delle posizioni, tra 1,9 e 20,3 metri sotto il piano di campagna (tabella 5.1). L'andamento piuttosto anomalo del livello idrico, riscontrato nel gennaio 2010, è verosimilmente dovuto al fatto che le misure sono state effettuate quando nei sondaggi lo specchio della falda non era ancora stabilizzato. Va tuttavia fatto rilevare che nella zona in esame l'acqua sotterranea si è approssimata alla superficie fino a circa 2 metri sotto il piano di campagna. TABELLA LIVELLO DELLA FALDA NEL GENNAIO 2010 PROVA LIVELLO IDRICO (m rispetto al p,c,) PROVA LIVELLO IDRICO (m rispetto al p,c,) S1 n,r, S9-1,90 S2-13,35 S10-20,30 S3-2,00 S11 n,r, S4 n,r, S12-2,00 S5-13,40 S13-2,00 S6-17,30 S14 n,r, S7-12,30 S15-5,10 S8 n,r, S16 n,r, Durante i sopralluoghi, compiuti nel 2014 non è stata più riscontrata traccia dei piezometri tipo Norton installati nel 2010, ne sono stati pertanto posti in opera altri tre in corrispondenza dei nuovi sondaggi S2, S3 ed S5. Come si può osservare nella tabella 5.2, il 16 aprile 2014 il livello massimo della falda era a circa 2 metri sotto la superficie. TABELLA LIVELLO DELLA FALDA NELL'APRILE 2014 PIEZOMETRO PROFONDITÀ (m rispetto al p,c,) S2-2,85 S3-2,05 S5-2,30 In seguito a periodi d intense e prolungate precipitazioni, l acqua sotterranea locale può verosimilmente approssimarsi ulteriormente alla superficie. L acqua di questa falda è inquinata a causa del diretto collegamento con la superficie Falde semiconfinate o confinate Come hanno rivelato i sondaggi, a suo tempo eseguiti nell area in esame, nel sottosuolo considerato dalla presente indagine sono Pagina 16 di 20
18 presenti due livelli ghiaioso sabbiosi acquiferi, posti rispettivamente a 12,7/26,6-18,5/28,0 metri (unità litostratigrafica E) e a 37,8/38,4 40,5/43,5 metri (unità litostratigrafica I) sotto il piano di campagna. Si veda in proposito la tabella 4.1. Si tratta di due depositi fluviali ad andamento chiaramente lentiforme, di cui solo il più superficiale ha uno spessore significativo. Dato il modesto confinamento anche l acqua di questa falda, spesso raggiunta dai tradizionali pozzi agricoli ormai quasi sempre in abbandono, è esposta all inquinamento proveniente dalla superficie e non risulta aver alcuna utilizzazione idropotabile. Pagina 17 di 20
19 6. REGIME DELLE PRECIPITAZIONI 6.1. Stazione meteorologica di riferimento In merito alla situazione pluviometrica locale sono disponibili i dati, pubblicati da ARPA Emilia-Romagna Servizio Idro-Meteo-Clima, rilevati dalla stazione meteorologica BOLOGNA IDROGRAFICO [Comune di Bologna (BO) - latitudine: 44,49; longitudine 11,34; altezza: 51 - bacino: Reno - sottobacino: Navile], la cui ubicazione è evidente nella figura 6.1. Figura Inquadramento topografico delle stazioni meteorologiche bolognesi 6.2. Precipitazioni medie Le precipitazioni sono misurate in millimetri (pari a litri su metro quadrato). Una giornata è classificata come piovosa quando la pioggia cumulata è uguale o maggiore di 1 millimetro. Nel caso di nevicate la neve viene disciolta e viene fornito il valore della pioggia equivalente derivata dal suo scioglimento 8. Nelle tabelle 6.1 e 6.2 sono riportati i valori medi mensili e massimi delle precipitazioni, riscontrate nella stazione BOLOGNA IDROGRAFICO, riferiti rispettivamente al quindicennio e al trentennio In questo caso la misurazione può presentare errori dovuti all efficacia di intercettazione della neve da parte della bocca del pluviometro o pluviografo, che diminuisce al crescere della velocità del vento. Pagina 18 di 20
20 TABELLA PRECIPITAZIONI MEDIE MENSILI E MASSIME NEL QUINDICENNIO (BOLOGNA IDROGRAFICO) MESE N DATI GIORNI MEDIA (MM) PRECIPITAZIONE CUMULATA MEDIANA (MM) SQM (MM) MIN (MM) MAX (MM) MASSIMA ASSOLUTA MM GIORNO GENNAIO ,6 35,2 44,4 14,0 95,6 56,4 19/01/2004 FEBBRAIO ,8 27,2 46,5 5,4 178,4 58,4 29/02/2004 MARZO ,7 41,6 47,5 4,8 117,4 56,6 03/03/2003 APRILE ,3 74,4 85,8 29,0 148,0 57,0 04/04/2003 MAGGIO ,0 43,0 60,3 10,8 122,4 48,8 01/05/1992 GIUGNO ,2 44,8 68,5 19,6 214,6 74,2 24/06/1995 LUGLIO ,0 35,8 42,0 7,8 118,0 38,0 20/07/2001 AGOSTO ,1 31,2 45,9 9,4 103,6 42,6 09/08/1993 SETTEMBRE ,6 75,8 81,3 15,4 208,8 60,6 22/09/1994 OTTOBRE ,2 68,2 91,6 31,6 225,2 83,2 08/10/1996 NOVEMBRE ,7 67,8 88,1 15,2 220,4 60,2 25/11/1991 DICEMBRE ,5 65,6 79,3 9,4 152,6 74,6 10/12/1996 TABELLA PRECIPITAZIONI MEDIE MENSILI E MASSIME NEL TRENTENNIO (BOLOGNA IDROGRAFICO) MESE N DATI GIORNI MEDIA (MM) PRECIPITAZIONE CUMULATA MEDIANA (MM) SQM (MM) MIN (MM) MAX (MM) MASSIMA ASSOLUTA MM GIORNO GENNAIO ,5 48,2 54,0 1,0 179,8 52,0 02/01/1973 FEBBRAIO ,5 41,2 46,1 2,6 137,6 39,8 26/02/1972 MARZO ,7 73,6 67,7 1,8 175,8 77,8 08/03/1973 APRILE ,4 59,2 68,4 12,6 152,0 60,2 24/04/1961 MAGGIO ,7 57,8 65,8 20,8 145,2 46,2 16/05/1984 GIUGNO ,1 48,2 54,6 13,4 144,4 58,6 23/06/1981 LUGLIO ,8 41,0 47,6 2,8 173,2 62,4 14/07/1986 AGOSTO ,2 47,2 54,8 2,6 148,6 86,6 25/08/1983 SETTEMBRE ,2 45,8 65,5 3,0 254,8 80,8 26/09/1973 OTTOBRE ,4 54,6 76,4 3,8 291,2 115,0 05/10/1990 NOVEMBRE ,8 82,8 84,3 2,8 233,6 80,6 04/11/1966 DICEMBRE ,0 70,2 65,2 7,8 142,0 62,4 05/12/1966 Le precipitazioni medie annue nella zona in esame sono state di 802,7 millimetri nel quindicennio e di 771,3 millimetri nel periodo La precipitazione massima assoluta nei periodi considerati è stata di 115,0 millimetri e si è verificata il 5 ottobre Pagina 19 di 20
21 7. SINTESI CONCLUSIVA L area di pianura ove è prevista la realizzazione del Lotto 1 del TECNOPOLO di Bologna, è situata nella parte settentrionale della città a circa 40 metri sul livello marino. Nella zona affiorano sedimenti alluvionali di pertinenza del Subsintema di Ravenna (AES 8 ) ed, in particolare, dell Unità di Modena (AES 8a ) dell'olocene, che ne costituisce il tetto. Il sottosuolo dell'area considerata, come evidenziato dalle prove in sito, è contraddistinto, nei primi 50 metri sotto la superficie, dalla presenza di un complesso deposito alluvionale lentiforme, costituito essenzialmente da una successione prevalentemente argilloso limosa o limoso sabbiosa, in cui figura anche qualche intercalazione da sabbiosa a ghiaioso sabbiosa. Dai dati piezometrici disponibili risulta che nella zona in esame l'acqua sotterranea si è approssimata alla superficie fino a 2 metri sotto il piano di campagna, Non si può tuttavia escludere che, in seguito a periodi d'intense e prolungate precipitazioni, possa ulteriormente approssimarsi alla superficie. Questa situazione va tenuta ben presente nella progettazione delle fondazioni superficiali. Nel caso di fondazioni profonde i pali potranno attraversare, in aree ben definite e localizzate, anche i due livelli ghiaioso sabbiosi acquiferi, posti rispettivamente a 12,7/26,6-18,5/28,0 metri (unità litostratigrafica E) e a 37,8/38,4-40,5/43,5 metri (unità litostratigrafica I) sotto il piano di campagna. La modalità di realizzazione di questi pali è tale da non interrompere la poco importante e significativa circolazione idrica sotterranea locale. Dai dati meteorologici, pubblicati da ARPA Emilia-Romagna Servizio Idro-Meteo-Clima, risulta che le precipitazioni medie annue nella zona in esame sono state di 802,7 millimetri nel quindicennio e di 771,3 millimetri nel periodo La precipitazione massima assoluta nei periodi considerati è stata di 115,0 millimetri e si è verificata il 5 ottobre Forlì, 4 marzo 2015 Il Geologo Dott, Aldo Antoniazzi Pagina 20 di 20
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