CLASSIFICAZIONE DI CENTRALE TERMICA CON RIFERIMENTO AI PERICOLI D'ESPLOSIONE PER LA PRESENZA DI GAS COMBUSTIBILI

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2 CLASSIFICAZIONE DI CENTRALE TERMICA CON RIFERIMENTO AI PERICOLI D'ESPLOSIONE PER LA PRESENZA DI GAS COMBUSTIBILI info@studiopesciullesi.it P:\2006\05806-REVISIONE SCUOLA DI MONTALE\03-Esecutivo\01-Bozza_00\058-06Rel-tec_31-35.doc 1

3 1. OGGETTO PREMESSA DATI DEL COMMITTENTE DISPOSIZIONI DI LEGE E NORME TECNICHE VERIFICA DELLA ADEGUATEZZA DELLA AREAZIONE DEL LOCALE CENTRALE TERMICA Descrizione della Centrale Termica Sostanza Infiammabile Caratteristica del locale ed ambientali Caratteristiche delle Sorgenti di Emissione Risultati del calcolo secondo CEI 31-35A - GF CONCLUSIONI ALLEGATI Calcolo TUTTO NORME SPIN info@studiopesciullesi.it P:\2006\05806-REVISIONE SCUOLA DI MONTALE\03-Esecutivo\01-Bozza_00\058-06Rel-tec_31-35.doc 2

4 1. OGGETTO La presente relazione ha lo scopo di valutare il rischio di esplosione presente nella Centrale Termica in oggetto in relazione alla normativa di Legge (D.M. Direttive ecc..) e Tecnica (Norme CEI ecc..) come di seguito meglio definite. 2. PREMESSA Gli apparecchi a gas presenti nella Centrale sono tutti marcati CE secondo il DPR 661/96, ma non tutti sono attrezzati con dispositivi specifici atti ad evitare l'accumulo di gas non bruciato come richiesto nell'allegato I del succitato D.P.R 661/96, all'art Nello stesso articolo, in mancanza del suddetto dispositivo, si richiede una areazione del locale sufficiente ad evitare accumulo di gas non bruciato, come. stabilito dalle Norme UNI-CIG e Disposizioni applicative disposte dal Ministero dell'interno. Dato che queste indicazioni non sono state emanate da nessuno dei due organismi su menzionati, come da prassi già diffusa, per definire se l'areazione del locale è sufficiente ad evitare l'accumulo di gas non bruciato si è fatto riferimento alla Guida CEI 31-35/A esempio GF-3 (relativa a centrali con apparecchi a gas senza marcatura CE). 3. DATI DEL COMMITTENTE --COMUNE DI MONTALE --Centrale Termica di Scuola di Via Rodari - MONTALE (PT) info@studiopesciullesi.it P:\2006\05806-REVISIONE SCUOLA DI MONTALE\03-Esecutivo\01-Bozza_00\058-06Rel-tec_31-35.doc 3

5 4. DISPOSIZIONI DI LEGGE E NORME TECNICHE Le disposizioni di Legge e Normative Tecniche a cui abbiamo fatto riferimento per la definizione della Centrale Termica in relazione al rischio di esplosione sono le seguenti: -D.lgs. n.233 del 12/06/03 -D.P.R n /11/96 -Attuazione della Direttiva 1999/92/CE relativa alle prescrizioni. salute lavoratori esposti al rischio di atmosfere esplosive. -Regolamento per l'attuazione della Direttiva 99/396/CEE concernente gli apparecchi a gas. -D.M. 12 Aprile Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione la costruzione e l'esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili gassosi. -Norme EN (CEI 31-30) -Costruzioni elettriche per atmosfere pericolose per la presenza di gas. Classificazione dei luoghi pericolosi -Guida CEI Guida all'applicazione delle Norme EN (CEI 31-30). Classificazione dei luoghi pericolosi -Guida CEI 31-35/A -Guida all'applicazione delle Norme EN (CEI 31-30). Classificazione dei luoghi pericolosi. Esempi: GF info@studiopesciullesi.it P:\2006\05806-REVISIONE SCUOLA DI MONTALE\03-Esecutivo\01-Bozza_00\058-06Rel-tec_31-35.doc 4

6 5. VERIFICA DELLA ADEGUATEZZA DELLA AREAZIONE DEL LOCALE CENTRALE TERMICA Come già accennato nella Premessa al fine di determinare la sufficiente areazione del locale Centrale Termica, come richiesto all'art dell'allegato I del DPR661796, abbiamo utilizzato l'esempio GF-3 della Guida CEI 31-35/A per valutare la presenza o meno, dell'atmosfera pericolosa. Qui di seguito si riportano i dati relativi ai calcoli previsti dalla succitata Guida ed i risultati del calcolo. Di quest'ultimo non riportiamo il dettaglio ma si riporta in allegato la stampa del programma TUTTO NORMEL - SPIN utilizzato per la sua esecuzione. 5.1 Descrizione della Centrale Termica Trattasi di Centrale Termica alimentata con gas naturale (metano) pressione 0,02 bar, di potenza termica complessiva pari a 400 kw, installata in locale chiuso, fuori terra, posto in località Montale (PT). L'apertura presa in considerazione nel calcolo è quella corrispondente alla porta ed al sopraporta, entrambi completamente grigliati, avente una superficie aperta pari a A=2,4 m 2 ed un'altezza massima dell'apertura di 2,9 m. 5.2 Sostanza Infiammabile -Nome o denominazione Gas naturale -N identificatico Gas Temperatura d infiammabilità < 0 C -Densità relativa all aria 0,564 -Rapporto tra colori specifici 1,31 -Massa molare 17,77 kg/mol -Limite inferiore di esplosione LEL% 4,43% (vol.) -0,0327 kg/m 3 -Temperatura di accensione 482 C -Gruppo della costruzione -Classe di temperatura IIA T1 info@studiopesciullesi.it P:\2006\05806-REVISIONE SCUOLA DI MONTALE\03-Esecutivo\01-Bozza_00\058-06Rel-tec_31-35.doc 5

7 5.3 Caratteristica del locale ed ambientali Locale Centrale Termica Tipo chiuso, fuori terra Volume libero Va = 58 m 3 Ventilazione = naturale Apertura di areazione -A1 (alta) = 2,40 m 2 -L (dist. apert.) = 2,90 m Temperatura media dell'aria = 32,4 C Pressione atmosferica Pa = Pa Temperatura media delle massime del mese più caldo = 31,4 C Velocità minima dell'aria all'esterno Wae= 0,4 m/s Fattore di efficacia f= 2 Disponibilità dell'aria = buona 5.4 Caratteristiche delle Sorgenti di Emissione Nel locale Centrale Termica sono presenti sorgenti di emissione di vario genere, valvole flange, connessioni ecc, queste possono essere considerate: SE di grado continuo: costituita dalle emissioni strutturali, che per la loro entità vengono considerate trascurabili SE di grado secondo: emissione per guasti di valvole ecc info@studiopesciullesi.it P:\2006\05806-REVISIONE SCUOLA DI MONTALE\03-Esecutivo\01-Bozza_00\058-06Rel-tec_31-35.doc 6

8 Il calcolo di verifica è stato effettuato considerando come SE rappresentativa il guasto della tenuta di una valvola manuale, diametro del tubo <150m, avente le seguenti caratteristiche: -SE di grado secondo -Pressione del Gas -Pressione assoluta 0,03 bar Pa -Aria foro di emissione A = 0,25 mm 2 -Temperatura del Gas all'interno del sistema = 35,4 C -Coefficiente di emissione = 0,8 5.5 Risultati del calcolo secondo CEI 31-35A - GF3 Il calcolo eseguito con programma TUTTONORMEL SPIN ha dato i seguenti risultati: --Portata di emissione Qg = 1,3x10-5 Kg/s --Volume ipotetico di atmosfera esplosiva Vz = 7,1dm 3 --Volume miscela effettivamente presente Vex = 3,6 dm 3 --Distanza pericolosa dz = 0,121 m --Estensione a = 0,121 m 6. CONCLUSIONI Alla luce dei risultati di cui sopra, circa l'adeguatezza dell'areazione presente nel locale Centrale Termica, considerato che sono rispettate le Condizioni di Applicabilità di cui alle CEI 31-35/A art. GF - 3.3, per cui abbiamo: a. Gas combustibile.. Gas naturale con caratteristiche significative conformi alla Tab.GA-2 n.202 della Guida. b. L'alimentazione del gas deve avere pressione. La pressione nominale di esercizio del Gas è di 0,03 bar quindi inferiore alla massima di 0,04 bar. c. Foro di emissione dovuto a guasti.. Per il tipo di costruzione dell'alimentazione e rampe del Gas, consentono di considerare un foro di emissione della SE rappresentativa considerata (valvola manuale.) pari a 0,25 mm 2. info@studiopesciullesi.it P:\2006\05806-REVISIONE SCUOLA DI MONTALE\03-Esecutivo\01-Bozza_00\058-06Rel-tec_31-35.doc 7

9 d. Rapporto tra volume libero interno (Va) e volume miscela effettivamente pericoloso (Vex). Essendo risultato il volume della miscela effettivamente pericolosa Vex= 3.6 dm 3 ed essendo il volume libero della Centrale Va=58 m 3 risulta rispettato Vex<1/ Va - 3.6<5,8. e. Trascurabilità del volume pericoloso. La Guida CEI all'art considera il volume effettivamente pericoloso Vex trascurabile quando inferiore a 10 dm 3 per SE di grado secondo. Anche questa condizione risulta quindi rispettata in quanto 3.6 m 3 < 10 dm 3. f. Impianto termico realizzato a regola d'arte.. L'impianto installato risulta costruito a regola d'arte. g. Impianto termico esercito e mantenuto in modo da mantenere L'impianto è esercito e mantenuto con modalità tali da assicurare nel tempo il mantenimento dei requisiti di sicurezza. h. Quota d'installazione non maggiore a 1.500M La quota d'installazione della Centrale Termica è inferiore a 1500 m, sul livello del mare. Possiamo quindi considerare il locale Centrale Termica in oggetto, luogo con ZONE CON PERICOLO DI ESPLOSIONE TRASCURABILI e quindi LUOGO ORDINARIO 7. ALLEGATI 7.1-Calcolo TUTTO NORME SPIN Calcolo effettuato con il programma TUTTO NORME-SPIN in base alla Guida CEI 31-35/A Esempio GF info@studiopesciullesi.it P:\2006\05806-REVISIONE SCUOLA DI MONTALE\03-Esecutivo\01-Bozza_00\058-06Rel-tec_31-35.doc 8

10 CLASSIFICAZIONE CUCINA CON RIFERIMENTO AI PERICOLI D'ESPLOSIONE PER LA PRESENZA DI GAS COMBUSTIBILI info@studiopesciullesi.it P:\2006\05806-REVISIONE SCUOLA DI MONTALE\03-Esecutivo\01-Bozza_00\058-06Rel-tec_Cucina_R1.doc 1

11 1. OGGETTO PREMESSA DATI DEL COMMITTENTE DISPOSIZIONI DI LEGGE E NORME TECNICHE VERIFICA DELLA ADEGUATEZZA DELLA AREAZIONE DEL LOCALE CUCINA Descrizione della Cucina Sostanza Infiammabile Caratteristica del locale ed ambientali Caratteristiche delle Sorgenti di Emissione Calcolo secondo CEI 31-35A - GF CONCLUSIONI info@studiopesciullesi.it P:\2006\05806-REVISIONE SCUOLA DI MONTALE\03-Esecutivo\01-Bozza_00\058-06Rel-tec_Cucina_R1.doc 2

12 1. OGGETTO La presente relazione ha lo scopo di valutare il rischio di esplosione presente nel Locale CUCINA A GAS in oggetto in relazione alla normativa di Legge (D.M. Direttive ecc..) e Tecnica (Norme CEI ecc..) come di seguito meglio definite. 2. PREMESSA Gli apparecchi a gas presenti nella Cucina sono tutti marcati CE secondo il DPR 661/96, ma non tutti sono attrezzati con dispositivi specifici atti ad evitare l'accumulo di gas non bruciato come richiesto nell'allegato I del succitato D.P.R 661/96, all'art Nello stesso articolo, in mancanza del suddetto dispositivo, si richiede una areazione del locale sufficiente ad evitare accumulo di gas non bruciato, come. stabilito dalle Norme UNI-CIG e Disposizioni applicative disposte dal Ministero dell'interno. Dato che queste indicazioni non sono state ancora emanate da nessuno dei due organismi su menzionati, come da prassi già diffusa, per definire se l'areazione del locale è sufficiente ad evitare l'accumulo di gas non bruciato si è fatto riferimento alla Guida CEI 31-35/A esempio GF-3 (relativa ad impianti Termici con apparecchi a gas senza marcatura CE), che ha per oggetto una Centrale Termica, ma che per analogia abbiamo utilizzato per la Cucina in oggetto. Dimensionare l'aspirazione artificiali in base alle CEI 31-35/A consente inoltre di rispettare ad abbondanza quanto richiesto dal D.M. 12 Aprile 1996 all'art paragrafo d) cioè 1 m 3 /h per ogni kw di potenza assorbita degli apparecchi asserviti. 3. DATI DEL COMMITTENTE --COMUNE DI MONTALE --Cucina - Mensa di Scuola di Via Rodari - Montale (PT) info@studiopesciullesi.it P:\2006\05806-REVISIONE SCUOLA DI MONTALE\03-Esecutivo\01-Bozza_00\058-06Rel-tec_Cucina_R1.doc 3

13 4. DISPOSIZIONI DI LEGGE E NORME TECNICHE Le disposizioni di Legge e Normative Tecniche a cui abbiamo fatto riferimento per la definizione della Cucina della Scuola di Montale (PT), in relazione al rischio di esplosione sono le seguenti: -D.lgs. n.233 del 12/06/03 -D.P.R n /11/96 -Attuazione della Direttiva 1999/92/CE relativa alle prescrizioni. salute lavoratori esposti al rischio di atmosfere esplosive. -Regolamento per l'attuazione della Direttiva 99/396/CEE concernente gli apparecchi a gas. -D.M. 12 Aprile Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione la costruzione e l'esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili gassosi. -Norme EN (CEI 31-30) -Costruzioni elettriche per atmosfere pericolose per la presenza di gas. Classificazione dei luoghi pericolosi -Guida CEI Guida all'applicazione delle Norme EN (CEI 31-30). Classificazione dei luoghi pericolosi -Guida CEI 31-35/A -Guida all'applicazione delle Norme EN (CEI 31-30). Classificazione dei luoghi pericolosi. Esempi: GF info@studiopesciullesi.it P:\2006\05806-REVISIONE SCUOLA DI MONTALE\03-Esecutivo\01-Bozza_00\058-06Rel-tec_Cucina_R1.doc 4

14 5. VERIFICA DELLA ADEGUATEZZA DELLA AREAZIONE DEL LOCALE CUCINA Come già accennato nella Premessa al fine di determinare la sufficiente areazione del locale CUCINA, come richiesto all'art dell'allegato I del DPR661796, abbiamo utilizzato l'esempio GF-3 della Guida CEI 31-35/A per valutare la presenza o meno, dell'atmosfera pericolosa. La Cucina della Scuola di Montale è composta da tre zone di cottura: --Cucina principale --Forni --Diete speciali Ogni zona di cottura ha una cappa di aspirazione che fa capo ad un unico aspiratore con portata complessiva di circa m 3 /h. Le portate in corrispondenza di ciascuna cappa sono proporzionali alle dimensioni della relativa cappa. La verifica qui di seguito illustrata fa riferimento alla zona di cottura della Cucina principale. Qui di seguito si riportano i dati relativi ai calcoli previsti dalla succitata Guida ed i risultati del calcolo. 5.1 Descrizione della Cucina Trattasi di una Cucina Industriale alimentata con gas naturale (metano) pressione 0,025 bar, installata in locale chiuso, posto al piano terra, posto in Montale (PT). 5.2 Sostanza Infiammabile -Nome o denominazione Gas naturale -N identificatico Gas Temperatura d infiammabilità < 0 C -Densità relativa all aria 0,564 -Rapporto tra colori specifici 1,31 -Massa molare 17,77 kg/mol -Limite inferiore di esplosione LEL% 4,43% (vol.) -0,0327 kg/m 3 -Temperatura di accensione 482 C -Gruppo della costruzione -Classe di temperatura IIA T1 info@studiopesciullesi.it P:\2006\05806-REVISIONE SCUOLA DI MONTALE\03-Esecutivo\01-Bozza_00\058-06Rel-tec_Cucina_R1.doc 5

15 5.3 Caratteristica del locale ed ambientali Locale Centrale Termica Tipo chiuso, fuori terra (piano terreno) Volume libero Va = 150 m 3 Ventilazione = artificiale Temperatura media dell'aria = 25 C Pressione atmosferica Pa = Pa Temperatura media delle massime del mese più caldo = 31,4 C Velocità minima dell'aria all'esterno Wae= 0,4 m/s 5.4 Caratteristiche delle Sorgenti di Emissione Nel locale Cucina Scuola sono presenti sorgenti di emissione costituite dai rubinetti gas e dalle giunzioni, ecc queste possono essere considerate: SE di grado continuo: costituita dalle emissioni strutturali, che per la loro entità vengono considerate trascurabili SE di grado secondo: emissione per guasti sui rubinetti e giunzioni. Il calcolo di verifica è stato effettuato considerando come SE rappresentativa il guasto della tenuta di un rubinetto del gas della Cucina principale, avente le seguenti caratteristiche: -SE di grado secondo -Pressione del Gas -Pressione assoluta 0,025 bar Pa -Aria foro di emissione A = 0,25 mm 2 -Temperatura del Gas all'interno del sistema = K -Coefficiente di emissione = 0,8 info@studiopesciullesi.it P:\2006\05806-REVISIONE SCUOLA DI MONTALE\03-Esecutivo\01-Bozza_00\058-06Rel-tec_Cucina_R1.doc 6

16 5.5 Calcolo secondo CEI 31-35A - GF Ventilazione Ventilazione artificiale costituita dalla cappa aspirante posta sopra alla Cucina Principale, con caratteristiche: --Dimensioni - 3,50mx2,60 m S=9,1m 2 --Portata Qa m 3 /h - 2,73 m 3 /s --Velocità del vento sul bordo cappa - 0,3 m/s --Velocità del vento del vento presso sorgente emissione (rubinetto di adduzione gas) Wa - 0,209 m/s (valutate in base alla superficie dello spazio tra la cappa e la SE, e la portata della ventilazione) La ventilazione è da considerare con "Disponibilità Buona", in quanto è presente un sistema di controllo del suo funzionamento, con pressostati differenziali, ed il suo arresto determina la disalimentazione di gas alla Cucina. Avendo le caratteristiche di una ventilazione VAL il fattore di efficacia è da considerare pari a fa=2. Non abbiamo valutato la ventilazione naturale, anche se presente, a vantaggio della sicurezza. I ricambi d'aria nel locale Cucina, considerando tutto il locale e le tre cappe (principale, forni e diete) in funzione, risultano Qa Ca = = = 1113,33ricambi / ora Va Sorgenti di Emissione La sorgente di emissione SE presa in considerazione, come sopradetto, nel locale Cucina è rappresentata dal rubinetto gas sul tubo di adduzione della Cucina. La tubazione di alimentazione tra l'elettrovalvola esterna e la Cucina non ha punti di discontinuità (valvole, giunzioni non certificate ecc..). Valutate trascurabili l'emissioni strutturali, la sorgente di emissione presente costituita dal guasto del rubinetto del gas sul tubo di adduzione della Cucina, ha le seguenti caratteristiche: SE -guasto rubinetto gas Grado di emissione - secondo Pressione assoluta -P= Pa Coefficiente di sicurezza -K=0,6 Coefficiente di sicurezza -Kdz=0,6 info@studiopesciullesi.it P:\2006\05806-REVISIONE SCUOLA DI MONTALE\03-Esecutivo\01-Bozza_00\058-06Rel-tec_Cucina_R1.doc 7

17 5.5.3-Portata di Emissione gas (Qg) La verifica del regime di flusso con la formula (f.gb.4.1.1) Pa P γ 1,31 2 γ 1 1,31 1 γ = , = 0,975 0,544 Indica un regime subsonico Pertanto, applicando la formula (f.gb ) seguente è stato definito il valore del rapporto critico del flusso ϕ ϕ = Pa P 1 γ Pa 1 P γ 1 γ 0,5 β 2 γ + 1 x γ 1 2 0, ϕ = dove: 1 1, ,31 1 1,31 0,5 2 1, x 1, ,45 0,5 = 0,324 γ + 1 1, β = = = 7,45 γ 1 1,31 1 con la Formula (f.gb.4.1-2) è stata calcolata la portata di emissione Qg 2 Qg = ϕ c A y γ + 1 β 0,5 R P T M 0,5 con c = 0,8 pertanto: Qg = 0,324 0,8 0, ,45 0,5 6 5 = 1, ,5 2 1,31 1, ,77 kg / s info@studiopesciullesi.it P:\2006\05806-REVISIONE SCUOLA DI MONTALE\03-Esecutivo\01-Bozza_00\058-06Rel-tec_Cucina_R1.doc 8

18 5.5.4-Concentrazione media di sostanza infiammabile Xm% Come già precedentemente detto abbiamo preso in considerazione una sola SE di secondo grado rappresentativa ed utilizzando la formula (f ) abbiamo calcolato la concentrazione media nell'ambiente della sostanza infiammabile Xm%, considerando Xr%=Xm% in quanto le emissioni strutturali sono state valutate ininfluenti. X m Qg % 100 = Qa Pgas 1, ,75 0, = 0,0006% E' stato verificato poi se la concentrazione media di sostanza infiammabile Xm% nell'atmosfera del volume totale dell'ambiente Va rispetta la condizione (f )(ex2.2.n): X k LEL vmix m % da cui f a 0,6 4,43 0,00092 cioè 0,00092% 1,329% 2 La condizione (f ) è rispettata, per cui è stato possibile non estendere la zona a tutto l'ambiente ma solo nell'intorno della SE, calcolando la distanza dz e definendo la quota "a" Calcolo della distanza "dz" e quota "a" Per il calcolo della distanza pericolosa dz relativamente alla SE di secondo grado più rappresentativa è stata utilizzata la formula (f.gb.5.1-5a) in quanto, il flusso risulta subsonico ma ad alta velocità dato che Uo del gas è >10 m/s (circa 80 m/s) 25 0,65 0,5 β M Qg 2 d k 50 z = z γ T K dz LEL c 1 V ϕ γ ,65 5 0,5 7,45 17,77 1, d z 1 50 = 1, = 0, 1001m 0,6 4,43 0,324 0,8 1, Sulla base di dz è stata assunta la quota "a" (estensione della zona pericolosa nella direzione di emissione) = 0,12 m info@studiopesciullesi.it P:\2006\05806-REVISIONE SCUOLA DI MONTALE\03-Esecutivo\01-Bozza_00\058-06Rel-tec_Cucina_R1.doc 9

19 5.5.6-Definizione del tipo di zona pericolosa Come sopra accennato si è considerata una sola SE di secondo grado in quanto non prevedibile la contemporaneità di due guasti. E' stata invece valutata l'influenza della ventilazione sul tipo zona pericolosa per mezzo dei due parametri che ne caratterizzano l'efficacia: grado di ventilazione e disponibilità del grado di ventilazione assunto. Per definire il grado della ventilazione, è stata ricavata innanzi tutto, con la Formula (f ) la portata minima teorica volumetrica di aria di ventilazione Qamin necessaria a diluire l'emissione Qg di sostanza infiammabile: Q Qg a min = k LELm Ta , Q a min = = 0,00062m / s 0,6 0, Siccome Xm% rispetta la condizione (f ), per definire il grado della ventilazione è stato possibile considerare Vo< Va e Co > Ca: pertanto Co è stato calcolato con lo stesso criterio utilizzato per gli ambienti aperti. Per determinare il numero di ricambi di aria Co nel volume totale da ventilare Vo è stato ipotizzato un volume interessato dalla zona pericolosa rappresentato da un cubo avente il lato calcolato con la formula (f ), in cui ko è stato assunto pari a 2 e, essendo la SE puntiforme, la dimensione D SE è stata trascurata: L = ( k a) + D da cui: L = 2 0,12 = 0, 24 m o o SE o info@studiopesciullesi.it P:\2006\05806-REVISIONE SCUOLA DI MONTALE\03-Esecutivo\01-Bozza_00\058-06Rel-tec_Cucina_R1.doc 10

20 Conosciuta la lunghezza Lo, per definire il numero di ricambi Co è stata utilizzata la formula (f ) C o Wa = = = 0,87s L 0,24 o 0,209 1 E' stato poi calcolato il volume ipotetico di atmosfera potenzialmente esplosiva intorno alla SE Vz con la formula (f ) considerando il fattore di efficacia della ventilazione f SE=2 Vz = f SE Q C o a min = 2 0, ,87 = 0,0014m 3 Quindi è stato calcolato il tempo t con la formula (f ). Il fattore di efficacia della ventilazione è stato assunto ancora fse=2. Il valore di Xo che rappresenta la concentrazione iniziale media di sostanza infiammabile all'interno del volume pericoloso V Z, è stato assunto pari al 50%: t = f C SE O k LEL In X O v 2 0,6 4,43 = In = 6,74s 0,87 50 Al fine della valutazione della trascurabilità del volume V Z, in mancanza di elementi validi il volume Vex della miscela esplosiva effettivamente presente è stato calcolato con la Formula (f ): Vex = Vz k = 0,0014 0,6 = 0,00084m 3 info@studiopesciullesi.it P:\2006\05806-REVISIONE SCUOLA DI MONTALE\03-Esecutivo\01-Bozza_00\058-06Rel-tec_Cucina_R1.doc 11

21 6. CONCLUSIONI Alla luce dei risultati di cui sopra, riferiti alla Cucina Principale (ma che possono essere estesi anche alle zone Forni e Diete), circa l'adeguatezza dell'areazione presente nel locale Cucina, considerato che sono rispettate le Condizioni di Applicabilità di cui alle CEI 31-35/A art. GF - 3.3, per cui abbiamo: a. Gas combustibile.. Gas naturale con caratteristiche significative conformi alla Tab.GA-2 n.202 della Guida. b. L'alimentazione del gas deve avere pressione. La pressione nominale di esercizio del Gas è di 25 mbar quindi inferiore alla massima di 0,5 bar. c. Foro di emissione dovuto a guasti.. Per il tipo di costruzione dell'alimentazione e rampe del Gas, consentono di considerare un foro di emissione della SE rappresentativa considerata (rubinetto manuale.) pari a 0,25 mm 2. d. Volume miscela effettiva,ente pericoloso Vex < 10 dm 3 Essendo il volume di miscela effettivamente pericoloso Vex=0,84 dm 3 inferiore a 10 dm 3 risulta rispettato quanto richiesto dalla condizione GE Quindi anche secondo la Guida CEI art il volume Vex è da considerare trascurabile. e. Rapporto tra volume libero interno (Va) e volume miscela effettivamente pericoloso (Vex). Essendo risultato il volume della miscela effettivamente pericolosa Vex=0,84 dm 3 ed essendo il volume libero della Cucina Va=150 m 3 risulta rispettato Vex<1/ Va <15. f. Impianto termico realizzato a regola d'arte.. L'impianto installato risulta costruito a regola d'arte. g. Impianto termico esercito e mantenuto in modo da mantenere L'impianto è esercito e mantenuto con modalità tali da assicurare nel tempo il mantenimento dei requisiti di sicurezza. h. Quota d'installazione non maggiore a 1.500M La quota d'installazione della Cucina è inferiore a 1500 m, sul livello del mare. info@studiopesciullesi.it P:\2006\05806-REVISIONE SCUOLA DI MONTALE\03-Esecutivo\01-Bozza_00\058-06Rel-tec_Cucina_R1.doc 12

22 Possiamo quindi considerare il locale Cucina Scuola di Montale in oggetto, luogo con ZONE CON PERICOLO DI ESPLOSIONE TRASCURABILI e quindi luogo ordinario. riguardo i pericoli di esplosione (CEI 31-30/CEI 31-35A). info@studiopesciullesi.it P:\2006\05806-REVISIONE SCUOLA DI MONTALE\03-Esecutivo\01-Bozza_00\058-06Rel-tec_Cucina_R1.doc 13

23 VALUTAZIONE DEL RISCHIO PER STRUTTURE SECONDO CEI EN (CEI ; V1) 1/1 P:\2006\05806-REVISIONE SCUOLA DI MONTALE\03-Esecutivo\01-Bozza_00\ PAG_81.doc

24 INDICE 1. INTRODUZIONE OGGETTO QUESTIONARIO PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO PER STRUTTURE SECONDO CEI EN (CEI ; V1) TIPO DI STRUTTURA: SERVIZI ENTRANTI: PROVVEDIMENTI PER RIDURRE IL RISCHIO DI DANNO TIPI DI RISCHI DA CONSIDERARE ZONE VALUTAZIONE ECONOMICA VALUTAZIONE DEL RISCHIO PER LA PROTEZIONE DA FULMINI ELABORATA SECONDO CEI EN (CEI ; V1) PREMESSA INFORMAZIONI LEGALI PRINCIPI NORMATIVI PER L ITALIA SCELTA DEI RISCHI DA CONSIDERARE DATI RELATIVI ALLA STRUTTURA CARATTERISTICHE DELLE LINEE VALUTAZIONE DEI RISCHI SELEZIONATI CONCLUSIONI P:\2006\05806-REVISIONE SCUOLA DI MONTALE\03-Esecutivo\01-Bozza_00\058-06_Verifica_81_R1.DOC 1/34

25 1. INTRODUZIONE L'obbligo della protezione contro le scariche atmosferiche deriva dall'art. 84 del D.Lgs 81 del 09/04/2008 (Testo unico sulla sicurezza sul lavoro) "Protezione dai fulmini" che recita: "Il datore di lavoro provvede affinchè gli edifici, gli impianti, le strutture, le attrezzature, siano protetti dagli effetti dei fulmini con sistemi di protezione realizzati secondo le norme di buona tecnica" All'interno poi del D.M. 37/08, al comma 2 lettera d dell'articolo 5, è fissato il limite del volume degli edifici (200 m 3 ) oltre al quale risulta necessaria la progettazione per gli impianti di protezione da scariche atmosferiche. Per poter determinare l'eventuale necessità di ricorrere alla realizzazione di sistema di protezione da scariche atmosferiche (LPS) e relativa progettazione e quindi necessario effettuare precedentemente una valutazione del rischio secondo CEI Leggi e Norme tecniche 1. D.Lgs 9 Aprile 2008, n.81 - "Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n.123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro" 2. Decreto - 22 Gennaio 2008, n.37 - "Regolamento concernente l'attuazione dell'articolo 11- quaterotecies, comma 13, lettera a) della legge n.248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all'interno di edifici" 3. Norma CEI - EN CEI 81-10/1 - "Protezione contro i fulmini - Parte 1: principi generali" 4. Norma CEI - EN CEI 81-10/2 - "Protezione contro i fulmini - Parte 2: valutazione del rischio" 5. Norma CEI - EN CEI 81-10/3 - "Protezione contro i fulmini - Parte 3: danno materiale alle strutture e pericolo per le persone" 6. Norma CEI - EN CEI 81-10/4 - "Protezione contro i fulmini - Parte 4: impianti elettrici ed elettronici nelle strutture" 7. Norma CEI 81-10; V1 - "Protezione contro i fulmini - Variante V1"" 2. OGGETTO Nel presente documento si effettua la Valutazione del Rischio dovuto al fulmine per il fabbricato SCUOLA DI MONTALE - Cucina e CT -Via G. Rodari MONTALE. Lo studio,basato sui criteri definiti dalla Norma CEI - EN CEI (sezioni 1,2,3,4) Prima Edizione e variante V1 CEI 81-10, V1 del Settembre 2008, ha lo scopo di stabilire la necessità o meno di proteggere le strutture e gli impianti in oggetto contro i fulmini mediante adeguati sistemi di protezione (LPS), al fine di ridurre entro i limiti dettati dalla Norma di riferimento il rischio di danno nei confronti di terzi causato dalla fulminazione diretta 2/34

26 3. QUESTIONARIO PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO PER STRUTTURE SECONDO CEI EN (CEI ; V1) 3/34

27 4. Tipo di struttura: CUCINA E CENTRALE TERMICA -Via G. Rodari 4.1. Struttura rettangolare: Lunghezza: L b 23 m Larghezza: W b 11 m Altezza: H b 10 m Punto max della struttura: H pb 10 m 4.2. Struttura rettangolare con protrusione: Lunghezza: L b m Altezza: H b m Larghezza: W b m Altezza massima della protrusione H pb m 4.3. Struttura complessa: Planimetria, con misure e indicazioni delle altezze, viene messa a disposizione Coefficiente di posizione della struttura Cdb (Tabella A.2): C db =0,25 C db =0,50 C db =1,00 C db =2,00 Oggetto circondato da alberi o da oggetti di altezza più elevata Oggetto circondato da alberi o da oggetti di altezza uguale o inferiore Oggetto isolato: nessun altro oggetto nelle vicinanze Oggetto isolato sulla cima di una collina o di una montagna 4/34

28 5. Servizi entranti: 5.1. Servizi 1: Nome del servizio LINEA 1 bt (da cabina MT/bt) Tipo di servizio e le sue caratteristiche Lunghezza della linea: L c = 50 m Linea aerea Altezza della linea Linea interrata Resistività del suolo: H c = m Rh c = 500 Ohm x m Coefficiente di posizione del servizio Cdb (Tabella A.2): C db =0,25 C db =0,50 C db =1,00 C db =2,00 Oggetto circondato da alberi o da oggetti di altezza più elevata Oggetto circondato da alberi o da oggetti di altezza uguale o inferiore Oggetto isolato: nessun altro oggetto nelle vicinanze Oggetto isolato sulla cima di una collina o di una montagna Coefficiente ambientale Ce (Tabella A.5): C e =1,00 Rurale C e =0,50 Suburbano (altezza degli edifici minore di 10 m) C e =0,10 Urbano (altezza degli edifici compresa tra 10 e 20 m) C e =0,00 Urbano con edifici elevati (altezza degli edifici maggiore di 20 m) Coefficiente per il trasformatore Ct (Tabella A.4): C t =1,00 C t =0,20 Soltanto il servizio linea senza trasformatore Servizio con trasformatore a due avvolgimenti 5/34

29 Area di raccolta Ad, Am, Ai e Al Coefficiente di posizione struttura connessa Cda (Tabella A.2): C da =0,25 C da =0,50 C da =1,00 C da =0,00 Oggetto circondato da alberi o da oggetti di altezza più elevata Oggetto circondato da alberi o da oggetti o di altezza uguale o inferiore Oggetto isolato: nessun altro oggetto nelle vicinanze Oggetto isolato sulla cima di una collina o di una montagna Dimensioni della struttura connessa: Larghezza della struttura connessa all estremità a della linea Lunghezza della struttura connessa all estremità a di un servizio Altezza della struttura connessa all estremità a della linea Wa 6 m La 10 m Ha 10 m Punto max della struttura connessa Hpa 10 m 6/34

30 Valori della probabilità che un fulmine su una struttura causi guasti sugli impianti interni (Pc=Pspd) (tabella B.3): P spd =1,00 P spd =0,03 P spd =0,02 P spd =0,01 Nessun SPD SPD installati in corrispondenza ad un LPL III o IV SPD installati in corrispondenza ad un LPL II SPD installati in corrispondenza ad un LPL I P spd =0,005 SPD installati in corrispondenza ad un LPL I (protezione migliore x 1,5) P spd =0,003 SPD installati in corrispondenza ad un LPL I (protezione migliore x 2,0) P spd =0,001 SPD installati in corrispondenza ad un LPL I (protezione migliore x 3,0) Tensione di tensione di tenuta ad impulso degli apparati (Uw): U w =1,5 U w =2,5 U w =4,0 U w =6,0 U w =1,5 Uw < 1,0 kv 1,0 kv < Uw <1,5 kv 1,5 kv < Uw <2,5 kv 2,5 kv < Uw <4,0 kv Uw >4,0 kv Coefficiente per il Tipo di cablaggio interno (Ks3) (Tabella B.5): K s3 =1,00 K s3 =0,20 K s3 =0,02 K s3 =0,001 K s3 =0,002 K s3 =0,00001 K s3 =K s3 X0,10 Cavi non schermati nessuna precauzione nella scelta del percorso Cavi non schermati precauzione nella scelta del percorso al fine di evitare spire (area spira < 10 mq) Cavi non schermati precauzione nella scelta del percorso al fine di evitare spire (area spira < 0,5 mq) Cavi schermati aventi resistenza dello schermo (R) > 5 e <= 20 Ohm/km Cavi schermati aventi resistenza dello schermo (R) > 1 e <= 5 Ohm/km Cavi schermati aventi resistenza dello schermo (R) <= 1 Ohm/km ed ulteriormente Conduttori in condotti metallici continui e connessi alla barra equipotenziali ad entrambe le estremità 7/34

31 Tipo di cablaggio esterno (p ld ) p ld =1,00 p ld =0,50 p ld =0,90 p ld =0,30 p ld =0,04 Cavo non schermato avente resistenza dello schermo R > 20 Ohm/km Cavi schermati (schermo e app. connessi a barre equipotenziali diverse) Cavi schermati aventi resistenza dello schermo 5 < R <= 20 Ohm/km Cavi schermati aventi resistenza dello schermo R > 1 e R<= 5 Ohm/km Cavi schermati aventi resistenza dello schermo R <=1 Ohm/km 8/34

32 5.2. Servizi 2: Nome del servizio LINEA 2 TP/TD Tipo di servizio e le sue caratteristiche Lunghezza della linea: L c = 50 m Linea aerea Altezza della linea Linea interrata Resistività del suolo: H c = m Rh c = 500 Ohm x m Coefficiente di posizione del servizio Cdb (Tabella A.2): C db =0,25 C db =0,50 C db =1,00 C db =2,00 Oggetto circondato da alberi o da oggetti di altezza più elevata Oggetto circondato da alberi o da oggetti di altezza uguale o inferiore Oggetto isolato: nessun altro oggetto nelle vicinanze Oggetto isolato sulla cima di una collina o di una montagna Coefficiente ambientale Ce (Tabella A.5): C e =1,00 Rurale C e =0,50 Suburbano (altezza degli edifici minore di 10 m) C e =0,10 Urbano (altezza degli edifici compresa tra 10 e 20 m) C e =0,00 Urbano con edifici elevati (altezza degli edifici maggiore di 20 m) Coefficiente per il trasformatore Ct (Tabella A.4): C t =1,00 C t =0,20 Soltanto il servizio linea senza trasformatore Servizio con trasformatore a due avvolgimenti 9/34

33 Area di raccolta Ad, Am, Ai e Al Coefficiente di posizione struttura connessa Cda (Tabella A.2): C da =0,25 C da =0,50 C da =1,00 C da =0,00 Oggetto circondato da alberi o da oggetti di altezza più elevata Oggetto circondato da alberi o da oggetti o di altezza uguale o inferiore Oggetto isolato: nessun altro oggetto nelle vicinanze Oggetto isolato sulla cima di una collina o di una montagna Dimensioni della struttura connessa: Larghezza della struttura connessa all estremità a della linea Lunghezza della struttura connessa all estremità a di un servizio Altezza della struttura connessa all estremità a della linea Wa 4 m La 3 m Ha 3 m Punto max della struttura connessa Hpa 3 m 10/34

34 Valori della probabilità che un fulmine su una struttura causi guasti sugli impianti interni (Pc=Pspd) (tabella B.3): P spd =1,00 P spd =0,03 P spd =0,02 P spd =0,01 Nessun SPD SPD installati in corrispondenza ad un LPL III o IV SPD installati in corrispondenza ad un LPL II SPD installati in corrispondenza ad un LPL I P spd =0,005 SPD installati in corrispondenza ad un LPL I (protezione migliore x 1,5) P spd =0,003 SPD installati in corrispondenza ad un LPL I (protezione migliore x 2,0) P spd =0,001 SPD installati in corrispondenza ad un LPL I (protezione migliore x 3,0) Tensione di tensione di tenuta ad impulso degli apparati (Uw): U w =1,5 U w =2,5 U w =4,0 U w =6,0 U w =1,5 Uw < 1,0 kv 1,0 kv < Uw <1,5 kv 1,5 kv < Uw <2,5 kv 2,5 kv < Uw <4,0 kv Uw >4,0 kv Coefficiente per il Tipo di cablaggio interno (Ks3) (Tabella B.5): K s3 =1,00 K s3 =0,20 K s3 =0,02 K s3 =0,001 K s3 =0,002 K s3 =0,00001 K s3 =K s3 X0,10 Cavi non schermati nessuna precauzione nella scelta del percorso Cavi non schermati precauzione nella scelta del percorso al fine di evitare spire (area spira < 10 mq) Cavi non schermati precauzione nella scelta del percorso al fine di evitare spire (area spira < 0,5 mq) Cavi schermati aventi resistenza dello schermo (R) > 5 e <= 20 Ohm/km Cavi schermati aventi resistenza dello schermo (R) > 1 e <= 5 Ohm/km Cavi schermati aventi resistenza dello schermo (R) <= 1 Ohm/km ed ulteriormente Conduttori in condotti metallici continui e connessi alla barra equipotenziali ad entrambe le estremità 11/34

35 Tipo di cablaggio esterno (p ld ) p ld =1,00 p ld =0,50 p ld =0,90 p ld =0,30 p ld =0,04 Cavo non schermato avente resistenza dello schermo R > 20 Ohm/km Cavi schermati (schermo e app. connessi a barre equipotenziali diverse) Cavi schermati aventi resistenza dello schermo 5 < R <= 20 Ohm/km Cavi schermati aventi resistenza dello schermo R > 1 e R<= 5 Ohm/km Cavi schermati aventi resistenza dello schermo R <=1 Ohm/km 12/34

36 6. Provvedimenti per ridurre il rischio di danno 6.1. Fattore di riduzione associato al tipo di superficie del suolo ra=0,01 ra=0,001 ra=0,0001 ra=0,00001 Terreno agricolo, cemento; R < 1 kohm Marmo, ceramica; R = 1 fino 10 kohm Pietrisco, moquette, tappeto; R = 10 fino 100 kohm Asfalto, linoleum, legno; R >100 Ohm/km 6.2. Fattore di riduzione associato al tipo di pavimentazione ru=0,01 ru=0,001 ru=0,0001 ru=0,00001 Terreno agricolo, cemento; R < 1 kohm Marmo, ceramica; R = 1 fino 10 kohm Pietrisco, moquette, tappeto; R = 10 fino 100 kohm Asfalto, linoleum, legno; R >100 Ohm/km 6.3. Valori di probabilità che un fulmine causi danno ad esseri viventi per tensioni di passo e contatto esterne pericolose pa (Tabella B.1), possibile avere più protezioni pa=1,00 pa=0,01 pa=0,01 pa=0,10 pa=0 pa=0 pa=0 Nessuna protezione Isolamento elettrico delle calate in questione Regolazione del potenziale efficace nel terreno Cartelli ammonitori I ferri dell armatura vengono utilizzati come calate La probabilità che vi sia presenza di persone entro 3m dalla struttura è molto bassa La resistività superficiale del suolo entro 3 metri dalla struttura non è inferiore a 5 KOhm 13/34

37 6.4. Valori di probabilità che un fulmine causi danno ad esseri viventi per tensioni di passo e contatto interne pericolose pu (Tabella B.1), possibile avere più protezioni pu=1,00 pu=0,01 pu=0,01 pu=0,10 pu=0 pu=0 pu=0 Nessuna protezione Isolamento elettrico delle calate in questione Regolazione del potenziale efficace nel terreno Cartelli ammonitori I ferri dell armatura vengono utilizzati come calate La probabilità che vi sia presenza di persone entro 3m dalla struttura è molto bassa La resistività superficiale del suolo entro 3 metri dalla struttura non è inferiore a 5 KOhm 6.5. Coefficiente di riduzione in funzione di misure atte a ridurre le conseguenze dell incendio rp (Tabella C.3) rp=1,00 rp=0,50 rp=0,20 Nessuna misura adottata Estintori, e/o impianto fisso di estinzione operato manualmente, e/o impianto allarme manuale, idranti, compartimentazione antincendio, e/o vie di fuga protette Impianto fisso di estinzione operato automaticamente; e/o impianto di allarme automatico (se protetto contro le sovratensioni e per intervento squadra antincendio entro 10 minuti) Coefficiente di riduzione delle perdite correlate al rischio di incendio della struttura rf (Tabella C.4) rf=0,00 rf=0,001 rf=0,01 rf=0,10 rf=1,00 Nessuno Ridotto (carico specifico d incendio inferiore a 400 MJ/mq) Ordinario (carico specifico d incendio compreso tra 800 e 400 MJ/mq) Elevato (carico specifico d incendio superiore a 800 MJ/mq) Esplosione 14/34

38 6.7. Valore di riduzione del danno materiale in funzione alle misure di protezione adottate pb (Tabella B.2) pb=1,00 pb=0,20 pb=0,10 pb=0,05 pb=0,02 pb=0,01 pb=0,001 Struttura non protetta con LPS Struttura protetta con LPS IV Struttura protetta con LPS III Struttura protetta con LPS II Struttura protetta con LPS I Migliore di LPS I (con schermo metallico continuo) Migliore di LPS II (con copertura metallica o organi di captazione) 6.8. Equipotenzializzazione antifulmine peb peb=1,00 peb=0,03 peb=0,02 peb=0,01 peb=0,005 peb=0,002 peb=0,001 Nessuna Equipotenzializzazione per LPL III o IV Equipotenzializzazione per LPL II Equipotenzializzazione per LPL I Equipotenzializzazione migliore di LPL I (x1,5) Equipotenzializzazione migliore di LPL I (x2,0) Equipotenzializzazione migliore di LPL I (x3,0) 6.9. Schermatura offerta dalla struttura KS 1 KS 1 =1,00 KS 1 =0,00001 KS 1 =0,0001 KS 1 =1 Nessuna schermatura Schermi in guaina metallica continua con spessore 0,1 0,5 mm o maggiore Schermi in guaina metallica continua con spessore inferiore a 0,1mm Schermo magliato Lato di magliatura: m 15/34

39 6.10. Schermi interni alla struttura KS 2 KS 2 =1,00 KS 2 =0,00001 KS 2 =0,0001 KS 2 =1 Nessuna schermatura Schermi in guaina metallica continua con spessore 0,1 0,5 mm o maggiore Schermi in guaina metallica continua con spessore inferiore a 0,1mm Schermo magliato Lato di magliatura: m 16/34

40 7. Tipi di rischi da considerare L1 : Perdita di vite umane L2 : Perdita di servizi pubblici L3 : Perdita di patrimonio culturale insostituibile L4 : Perdite economiche 17/34

41 8. Zone 8.1. Perdita di vite umane L t =0 L t =0,01 L t = Valori medi tipici delle perdite dovute alla tensione di contatto e di passo esterne Lt=La (Tabella C.1) Nessuna perdita Valore medio tipico Calcolato come da posizione C.2 CEI EN con: np= nt= tp= L t =0 L t =0,01 L t = Valori medi tipici delle perdite dovute alla tensione di contatto e di passo interne Lt=Lu (Tabella C.1) Nessuna perdita Valore medio tipico Calcolato come da posizione C.2 CEI EN con: np= nt= tp= L f =0 L f =0,01 L f =0,005 L f =0,002 L f = Valori medi tipici delle perdite dovute al danno materiale, rischio d incendio Lf (Tabella C.1) Nessuna perdita Ospedali, alberghi, civile abitazione Industriale, commerciale, scuole Pubblico spettacolo, chiese, musei Calcolato come da posizione C.2 CEI EN con: np= nt= tp= 18/34

42 I tz =1,00 I tz =2,00 I tz =5,00 I tz =5,00 I tz =10,00 I tz =20,00 I tz =50,00 I tz = Coefficiente di incremento in presenza di pericoli particolari Itz (Tabella C.5): Nessuna pericolo particolare Livello ridotto di panico (p.e.: struttura limitata a due piani ed un numero di persone inferiore a 100) Livello medio di panico (p.e.: strutture destinate ad eventi culturali o sportivi con un numero di partecipanti compreso tra 100 e 1000 persone) Difficoltà di evacuazione (p.e.: strutture con presenza di persone impossibilitate a muoversi, ospedali) Livello elevato di panico (p.e.: strutture destinate ad eventi culturali o sportivi con un numero di partecipanti maggiore di 1000 persone) Pericolo per strutture circostanti o per l ambiente Contaminazione dell ambiente circostante Calcolato come da posizione C.2 CEI EN con: np= nt= tp= (valore assunto dal committente in considerazione della conoscenza da parte del personale, circa le condizioni di evacuazione degli ambienti in caso d incendio. Non è prevista la presenza di persone in numero elevato, che non siano edotte ed addestrate alla gestione del panico) L o =0 L o =0,01 L o =0,0001 L o = Valori medi tipici delle perdite dovute ai guasti degli impianti interni Lo (Tabella C.1) Nessuna perdita Rischio d esplosione Ospedali Calcolato come da posizione C.2 CEI EN con: np= nt= tp= 19/34

43 8.2. Perdita di servizio pubblico L f =0 L f =0,1 L f =0,001 Valori medi tipici delle perdite dovute al danno materiale, rischio d incendio Lf (Tabella C.6) Nessuna Perdita Gas, acqua TV, TLC, energia elettrica L o =0 L o =0,1 L o =0,001 Valori medi tipici delle perdite dovute ai guasti degli impianti interni Lo (Tabella C.6) Nessuna Perdita Gas, acqua TV, TLC, energia elettrica 20/34

44 8.3. Perdita di patrimonio culturale insostituibile L f =0 L f =0,1 Valori medi tipici delle perdite dovute al danno materiale, rischio d incendio Lf (Paragrafo C.4)) Nessuna Perdita Valore tipico (museo, galleria ecc..) 21/34

45 8.4. Perdite economiche L t =0 L t =0,01 L t = Valori medi tipici delle perdite dovute alla tensione di contatto e di passo esterna Lt = La(Tabella C.7) Nessuna perdita Valore medio tipico Calcolato come da posizione C.2 CEI EN con: np= nt= tp= L t =0 L t =0,01 L t = Valori medi tipici delle perdite dovute alla tensione di contatto e di passo interne Lt=Lu (Tabella C.7) Nessuna perdita Valore medio tipico Calcolato come da posizione C.2 CEI EN con: np= nt= tp= L f =0 L f =0,50 L f =0,20 L f =0,10 Valori medi tipici delle perdite dovute al danno materiale, rischio d incendio Lf (Tabella C.7) Nessuna perdita Ospedali, industriale, museo, agricoltura Albergo, scuola, ufficio, chiesa, pubblico spettacolo, attività commerciale Altri L o =0 L o =0,10 L o =0,01 L o =0,001 L o =0,0001 Valori medi tipici delle perdite dovute ai guasti degli impianti interni Lo (Tabella C.7) Nessuna perdita Rischio di esplosione Ospedali, industriale, ufficio, albergo, attività commerciale Museo, agricolo, scuola, chiesa, pubblico spettacolo Altri 22/34

46 9. Valutazione economica 9.1. Valori della struttura per la valutazione economica Costo degli animali / Costo degli impianti interni / Costo della struttura / Costo del contenuto / Tasso di interesse / % Tasso di ammortamento / % Tasso dei costi di manutenzione / % Firma / data/ timbro 23/34

47 24/34

48 10. VALUTAZIONE DEL RISCHIO PER LA PROTEZIONE DA FULMINI ELABORATA SECONDO CEI EN (CEI ; V1) 25/34

49 Committente: SCUOLA MONTALE Progetto: CUCINA E CENTRALE TERMICA -Via G. Rodari 26/34

50 11. Premessa Per evitare danni a seguito di fulminazioni, sono da adottare mirate misure di protezione per le strutture. Grazie alle maggiori conoscenze scientifiche nelle ricerche sul fulmine, sono state adeguate allo stato attuale anche le norme per la protezione contro i fulmini. La valutazione del rischio descritta nella norma contiene un'analisi del rischio, tramite la quale si può stabilire la necessità di protezione da fulminazione di una struttura. La grandezza del rischio viene determinata dalla posizione geografica, le sorgenti di danno, le cause di danno nonché i tipi di danno. Le sorgenti di danno si riferiscono al punto d'impatto del fulmine. In seguito a fulminazioni possono essere provocati danni, la quale grandezza viene determinata dalle caratteristiche della struttura nonché di strutture connesse. Nella valutazione si deve anche considerare le linee entranti. Nella valutazione del rischio viene distinto tra i tre tipi principali di cause di danno. Esse si riferiscono al danno ad esseri viventi, danno materiale, nonché guasto di impianti elettrici ed elettronici. Dalle cause di danno risultano diversi tipi di danno, che possono manifestarsi all'interno come anche all'esterno della struttura da proteggere. Le conseguenti perdite dipendono dalle caratteristiche dell'oggetto stesso ed il suo contenuto. I tipi di danno si distinguono in: L1: Perdita di vite umane L2: Perdita di servizio pubblico L3: Perdita di patrimonio culturale insostituibile L4: Perdita economica Dalla grandezza delle perdite annue risulta il criterio per il rischio di danno R. I rischi si distinguono in: R1: Rischio di perdita di vite umane; R2: Rischio di perdita di servizio pubblico; R3: Rischio di perdita di patrimonio culturale insostituibile; R4: Rischio di perdita economica; Il fine della valutazione del rischio è di ridurre il rischio a un valore tollerabile, a seguito di fulminazione di una struttura, adottando determinate misure di protezione. Il calcolo viene condotto separatamente per gli impianti Stabilimento e UFFICI in quanto strutture indipendenti con i requisiti di cui a CEI art. A /34

51 12. Informazioni legali La valutazione del rischio allegata alla presente si basa su dati forniti dal gestore della struttura, proprietario oppure specialista, i quali sono stati presunti, valutati oppure definiti in loco. La procedura per il calcolo del rischio è dedotta dalla norma (CEI EN (CEI 81-10/1), CEI EN (CEI 81-10/2); V1, CEI EN (CEI 81-10/3), CEI EN (CEI 81-10/4)). Tutti i parametri corrispondono alle richieste normative. Si fa espressamente notare che nella seguente relazione, le abbreviazioni normative sono state modificate per dare maggior chiarezza di comprensione. 13. Principi normativi per l Italia La serie di norme CEI EN (CEI 81-10) è composta dalle seguenti parti: - CEI EN (CEI 81-10/1) Protezione contro i fulmini parte 1: Principi generali - CEI EN (CEI 81-10/2); V1 Protezione contro i fulmini parte 2: Valutazione del rischio - CEI EN (CEI 81-10/3) Protezione contro i fulmini parte 3: Danno materiale alle strutture e pericolo per le persone - CEI EN (CEI 81-10/4) Protezione contro i fulmini parte 4: Impianti elettrici ed elettronici nelle strutture - D.Lgs 9 Aprile 2008, n.81 - "Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n.123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro" - Decreto - 22 Gennaio 2008, n.37 - "Regolamento concernente l'attuazione dell'articolo 11- quaterotecies, comma 13, lettera a) della legge n.248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all'interno di edifici" 14. Scelta dei rischi da considerare Nella presente analisi del rischio sono stati considerati i seguenti rischi. R1: Rischio di perdita di vite umane; R2: Rischio di perdita di servizio pubblico; R3: Rischio di perdita di patrimonio culturale insostituibile; R4: Rischio di perdita economica; 28/34

52 15. Dati relativi alla struttura Struttura Base Td Ng Numero di giornate temporalesche per anno Densità di fulmini al suolo 25 giorni 2.5 per km²/anno Dimensioni della struttura Lb Wb Hb Hpb Lunghezza Larghezza Altezza Punto max della struttura 23 m 11 m 10 m 10 m Area di raccolta Ad Area di raccolta per fulminazione diretta Am Area di raccolta per fulminazione indiretta 5120 m² m² Cdb ND NM Coefficiente di posizione Oggetto isolato: nessun altro oggetto nelle vicinanze Numero di eventi pericolosi per fulminazione diretta sulla struttura Numero di eventi pericolosi per fulminazione indiretta sulla struttura 1 0,0128 1/anno 0, /anno 29/34

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