INTRODUZIONE DELL'AsSISTENTE RELIGIOSO

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Veronica Brunelli
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1 INTRODUZIONE DELL'AsSISTENTE RELIGIOSO All'inizio di un corso (di un cammino) è sempre bene avere davanti una cartina stradale, che ci faccia vedere da dove siamo arrivati al nostro punto di

All'inizio di questo corso per Mutanti, che seguirete come necessario alla formazione richiesta dal servizio che prestate, possiamo quindi cercare di vedere il senso, la direzione, di questo

1 1 INTRODUZIONE DELL'AsSISTENTE RELIGIOSO All'inizio di un corso (di un cammino) è sempre bene avere davanti una cartina stradale, che ci faccia vedere da dove siamo arrivati al nostro punto di partenza e - soprattutto - dove siamo diretti. All'inizio di questo corso per Mutanti, che seguirete come necessario alla formazione richiesta dal servizio che prestate, possiamo quindi cercare di vedere il senso, la direzione, di questo programma formativo. Affronterete infatti temi pratici, direttamente funzionali al servizio, ma è utile anche inquadrarli in un piano più ampio: lo sfondo storico, culturale e spirituale in cui troviamo il servizio di Misericordia che si vive nella nostra Arciconfraternita. L'attenzione alla salute e la cura delle malattie è fin dall'antichità una scienza in cui l'uomo si è cimentato per necessità. La prima testimonianza scritta risale addirittura al Secondo Millennio avanti Cristo: sono dei trattati medici della civiltà Babilonese. In tutta l'epoca antica la medicina era una scienza non ben definita, che si fondeva con la filosofia o la religione. Celebre fu il pensatore greco Ippocrate (460 a.c a.c.) che fondò una scuola medica la cui eredità è ancora oggi viva col testo del "giuramento d'ippocrate": un impegno etico che assume ogni medico all'inizio della sua carriera professionale. Anche nel caso di Ippocrate medicina e religione erano legate, tant'è che alcuni lo consideravano l'incarnazione del dio Asclepio (divinità greca della medicina). I Romani adottarono dai Greci questa divinità (con nome latinizzato di Esculapio) e importante era a Roma proprio il tempio di Esculapio, costruito sull'isola Tiberina, intorno al quale ruotavano i medici dell'epoca e i malati che a loro

2 ricorrevano. Ancora oggi sull'isola Tiberina c'è un ospedale (il Fatebenefratelli): un ospedale nato nel Cinquecento che si inserisce nella "tradizione sanitaria" di questa isola del Tevere.

Cambia lo "spirito" con cui ci si approccia ai malati, perché cambia la stessa visione dell'uomo: l'uomo è a immagine e somiglianza di Dio!

2 2 ricorrevano. Ancora oggi sull'isola Tiberina c'è un ospedale (il Fatebenefratelli): un ospedale nato nel Cinquecento che si inserisce nella "tradizione sanitaria" di questa isola del Tevere. Una novità radicale nell'assistenza sanitaria viene col diffondersi del cristianesimo in Occidente. Cambia lo "spirito" con cui ci si approccia ai malati, perché cambia la stessa visione dell'uomo: l'uomo è a immagine e somiglianza di Dio! La vicinanza con chi soffre fa parte della stessa natura del cristianesimo: non è solo una delle tante "buone azioni" possibili: essere cristiani è vivere la carità. Lo stesso Signore Gesù dice che «quello che è fatto ai fratelli più deboli, è fatto a lui» (Matteo 25,31-40). D'altra parte il Vangelo di Luca ci dice che Gesù «mandò gli apostoli ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi» (Luca 9,2). Siamo al cuore della fede cristiana, al cuore della missione che ogni cristiano riceve nel Battesimo. Ovviamente "guarire gli infermi" non è da intendere in senso letterale, in senso "pratico", significa prendersi cura di loro! Non si può essere cristiani e ignorare chi soffre, è una contraddizione. E questa è un'attenzione alla quale siamo chiamati in particolare noi della Misericordia, in quanto la nostra è una Associazione che fonda la sua identità sui principi cristiani e quindi sul Vangelo! Questa preoccupazione la troviamo già nella pruna comunità cristiana di cui ci parla il libro degli Atti degliapostoli e poi a seguire nei primi secoli della vita della Chiesa. Proprio il libro degli atti ci

3 dice che i primi cristiani «Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere» (Atti degli Apostoli 2,42): questa unione

3 3 dice che i primi cristiani «Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere» (Atti degli Apostoli 2,42): questa unione fraterna si manifestava nella condivisione dei beni e nella vicinanza ai malati, è ovvio, perché non c'è unione fraterna tra i cristiani solo su un piano spirituale, su un piano "astratto", se poi si ignora chi soffre! Tra i Padri della Chiesa - per citarne uno - possiamo guardare a San Basilio vescovo di Cesarea (nell'attuale Turchia) che già nel Quarto Secolo fondò una sorta di cittadella - chiamata in suo onore Basiliade - che era un vero e proprio ospedale con vari reparti, per non tenere tra loro malati colpiti da diverse malattie, così da evitare il contagio. N el Medioevo sono tante le Confraternite laicali che sorgono con lo scopo del Se!V1Z10 ai malati: esempio è la nostra stessa Arciconfra ternita. N ell'età moderna, a cavallo tra il Cinquecento e il Seicento San Camillo de Lellis - che inizia la sua opera a Roma - fonda un nuovo modo di assistere i malati, un'assistenza globale, spirituale e materiale al tempo stesso: corpo e anima del malato hanno bisogno di essere curati con la stessa dedizione. Non a caso si disse che San Camillo - nella storia della Chiesa e della sanità - fu fondatore di "una nuova scuola di carità".

4 4 N el Settecento e nell'ottocento nascono tanti istituti di religiosi e di suore con questo scopo, l'assistenza medica e infermieristica. Con la fine dell'ottocento e nel Novecento questa attenzione diventa pure missionaria, così che molti sacerdoti e laici europei si sposteranno nelle zone povere del mondo portando il Vangelo alle popolazioni di quelle regioni, ma dedicandosi anche alla cura dei malati: perché il Vangelo è credibile se accompagnato dalla Misericordia verso chi soffre! Anche la nostra Arciconfraternita ha delle realtà "figlie" in altre parti del mondo, anche la Misericordia ha accolto quindi questa vocazione missionaria della Chiesa. E si potrebbero portare ancora tanti altri esempi... Certamente non tutti possono essere impegnati "direttamente" in un servizio specifico a beneficio dei malati come avvenuto negli esempi storici citati, ma è importante lo spirito di fede che ognuno può avere nel cuore: nella vita di tutti i giorni ciascuno di noi incontra persone che soffrono, che hanno bisogno di noi. Ma si può anche essere chiamati a un servizio particolare, come al servizio nella Misericordia, al servizio delle mutature, servizio silenzioso e discreto, non visibile, ma prezioso. Un servizio che richiede certamente delle competenze pratiche, importanti e necessarie. Ma anche un servizio che ha senso - per noi della Misericordia - per lo spirito che si ha nel cuore... Uno è il requisito

negli occhi il malato, di farlo sentire a suo agio, di assisterlo senza attendere un "grazie".

5 5 fondamentale: l'amore. Amore che significa capacità di farsi vicino a chi soffre, capacità di ascoltare, di guardare negli occhi il malato, di farlo sentire a suo agio, di assisterlo senza attendere un "grazie". Questo è il Vangelo di Cristo, questa è la fede cristiana: la carità, la misericordia di Dio che noi per primi riceviamo e che - come cristiani - siamo chiamati a portare agli altri.

6 ALCUNI BRANI DELLA SACRA SCRITTURA SULLA CARITÀ 11giudizio universale (Vangelo secondo Matteo 25,31-40) 31Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul

6 6 ALCUNI BRANI DELLA SACRA SCRITTURA SULLA CARITÀ 11giudizio universale (Vangelo secondo Matteo 25,31-40) 31Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. 320avanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, 33eporrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. 34Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: «Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, 35perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, 36nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, in carcere e siete venuti a trovarmi». 37Allora i giusti gli risponderanno: «Signore, quando ti abbia ma visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? 38Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? 39Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?». 40E il re risponderà loro: «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me». ero 11"buon Samaritano" (Vangelo secondo Luca 10,25-37) 25 Un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?». 26 Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?». 27 Costui rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore,

30 Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto.

7 7 con tutta lo tua anima, con tutta lo tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso». 28 E Gesù: «Hai risposto bene; fa' questo e vivrai». 29 Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?». 30 Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31 Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. 32 Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. 33 Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. 34 Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. 35 Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. 36 Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». 37 Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' lo stesso».

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