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Raimonda Filippi
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3 In questo modulo la nostra a1enzione sarà indirizzata verso l'apparato sanzionatorio previsto dal decreto. Al termine dell unità dida<ca il discente conoscerà l'apparato sanzionatorio previsto dal decreto con par=colare riferimento alla procedura a1raverso la quale le sanzioni possono essere comminate, le diverse =pologie di sanzioni previste (sanzione pecuniaria, sanzione interdi<va, confisca e pubblicazione della sentenza) e le misure cautelari. 3

4 In linea generale, la competenza a giudicare l'eventuale responsabilità dell'impresa è a1ribuita al giudice penale. L'impresa viene so1oposta ad un vero e proprio processo penale, che accer= l'esistenza delle condizioni previste dal D. Lgs. 231/2001, ossia: che sia stato commesso uno dei rea= indica= nel D. Lgs 231/01; che il reato sia stato commesso da un sogge1o in posizione apicale o da sogge< so1opos= all'altrui vigilanza; che il reato sia stato commesso nell'interesse o avantaggio dell'impresa; che all'impresa possa essere rimproverata una colpa di organizzazione. 4

5 Nel processo penale a carico dell'impresa si applicano le regole previste per qualsiasi processo penale. In par=colare, l'impresa ha diri1o alle stesse garanzie previste per il singolo imputato, quali, ad esempio: a ricevere l avviso di garanzia; ad essere assis=ta da un difensore di fiducia in tu1e le fasi del processo; ad usufruire dei cd. procedimen= alterna=vi (giudizio abbreviato e pa1eggiamento); a proporre appello contro la eventuale sentenza di condanna. 5

6 Il decreto 231/2001 non modifica la disciplina che regola la responsabilità personale di chi ha commesso il reato. Colui che ha concre=zzato la condo1a criminosa sarà so1oposto, secondo le normali regole processuali, ad un processo penale che si potrà concludere con l'assoluzione o la condanna alla pena prevista. Il giudizio nei confron= della persona fisica e quello nei confron= dell'impresa restano, in linea di principio, autonomi e separa=. 6

7 Al termine del processo contro l'impresa il giudice penale, se accerta la responsabilità, comminerà la sanzione prevista dal D. Lgs. 231/2001. Il decreto prevede un sistema di sanzioni in qua1ro categorie: sanzioni pecuniarie; sanzioni interdi<ve; confisca pubblicazione della sentenza. La varietà delle sanzioni è dovuta alla volontà del legislatore di offrire un apparato puni=vo che sia concretamente incisivo e, nel contempo, susce<bile di ada1arsi alla diversa gravità degli illeci= ed alle molteplici realtà aziendali. 7

Il sistema sanzionatorio del D.Lgs. 231/2001, oltre ad avere una funzione propriamente puni=va, è rivolto ad incen=vare le aziende ad ado1are comportamen= e=camente corre< e socialmente virtuosi.

8 Il sistema sanzionatorio del D.Lgs. 231/2001, oltre ad avere una funzione propriamente puni=va, è rivolto ad incen=vare le aziende ad ado1are comportamen= e=camente corre< e socialmente virtuosi. L'applicazione delle sanzioni è infa< congegnata in modo da: incen=vare l'adozione di una stru1ura organizza=va e ges=onale idonea ad impedire la commissione di rea=; favorire il ravvedimento dell'impresa dopo la commissione del reato. 8

La sanzione pecuniaria consiste nell'obbligo di pagare una determinata somma di denaro: è la sanzione =pica a cui viene condannata l'azienda e si applica in tu< i casi in cui l'impresa è riconosciuta

9 La sanzione pecuniaria consiste nell'obbligo di pagare una determinata somma di denaro: è la sanzione =pica a cui viene condannata l'azienda e si applica in tu< i casi in cui l'impresa è riconosciuta responsabile. Tale sanzione non ha una funzione risarcitoria a favore del sogge1o danneggiato: il pagamento della sanzione va infa< a favore dello Stato e non dei sogge< eventualmente danneggia=. A differenza di altre sanzioni, la sanzione pecuniaria (cd. indefe<bile) viene sempre infli1a all'impresa riconosciuta responsabile del reato. 9

10 Per determinare l'ammontare della sanzione dovuta, viene introdo1o un innova=vo sistema di quan=ficazione per quote. Per calcolare la sanzione pecuniaria il giudice deve: determinare il numero delle quote in base all'indice di gravità del fa1o, al grado di responsabilità dell'impresa, all'a<vità svolta per eliminare o a1enuare le conseguenze del fa1o e per prevenire la commissione di ulteriori rea=. Il numero delle quote non può essere inferiore a 100 né superiore a 1.000; fissare il valore monetario della singola quota sulla base delle condizioni economiche e patrimoniali dell'impresa. L'importo di una singola quota va da un minimo di 258 euro ad un massimo di euro. Sulla base di ques= parametri la sanzione pecuniaria oscilla da un minimo di euro (pari a 100 quote del valore di 258 euro ciascuna) ad un massimo di euro (pari a quote del valore di euro ciascuna). 10

La sanzione pecuniaria può essere rido1a se: l'autore del reato ha commesso il fa1o nel prevalente interesse proprio o di terzi e l'impresa ne ha ricavato un vantaggio minimo; il danno patrimoniale

11 La sanzione pecuniaria può essere rido1a se: l'autore del reato ha commesso il fa1o nel prevalente interesse proprio o di terzi e l'impresa ne ha ricavato un vantaggio minimo; il danno patrimoniale cagionato è di par=colare tenuità; l'impresa ha risarcito integralmente il danno e ha eliminato le conseguenze dannose o pericolose del reato ovvero si è comunque efficacemente adoperata in tal senso prima dell'inizio del processo; l'impresa ha ado1ato e reso opera=vo un modello organizza=vo idoneo a prevenire rea= della specie di quello verificato prima dell'inizio del processo. 11

12 Oltre alle sanzioni pecuniarie il D. Lgs. 231/2001 prevede una serie di sanzioni interdi<ve. Si tra1a di misure dire1e a proibire, vietare o interdire lo svolgimento di una determinata a<vità. Esse possono comportare pesan= limitazioni all'a<vità dell'impresa e, nei casi più gravi, determinarne la paralisi. La sanzione interdi<va si aggiunge a quella pecuniaria e non è a questa alterna=va. 12

Le sanzioni interdi<ve previste sono: l'interdizione dall'esercizio dell'a<vità; la sospensione o la revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione

13 Le sanzioni interdi<ve previste sono: l'interdizione dall'esercizio dell'a<vità; la sospensione o la revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione dell'illecito; il divieto di contra1are con la pubblica amministrazione; l'esclusione da agevolazioni, finanziamen=, contribu= o sussidi; il divieto di pubblicizzare beni o servizi. 13

La durata della sanzione interdi<va, in linea generale, non può essere inferiore a tre mesi e superiore a due anni. ln alcuni casi di par=colare gravità del reato, può essere defini=va. L'art.

14 La durata della sanzione interdi<va, in linea generale, non può essere inferiore a tre mesi e superiore a due anni. ln alcuni casi di par=colare gravità del reato, può essere defini=va. L'art. 266 del Codice delle assicurazioni prevede che l'autorità giudiziaria debba informare l Ivass nel caso infligga ad un impresa di assicurazione l'interdizione dall'esercizio dell'a<vità o la sospensione o revoca delle autorizzazioni. L Ivass può ado1are misure di tutela e di salvaguardia della stabilità degli assicura= e degli altri sogge< aven= diri1o a prestazione assicura=ve. 14

Le sanzioni interdi<ve non vengono applicate se, prima del processo, si verificano tu1e le seguen= condizioni: è stato risarcito integralmente il danno ovvero ci si è adopera= per eliminare le

15 Le sanzioni interdi<ve non vengono applicate se, prima del processo, si verificano tu1e le seguen= condizioni: è stato risarcito integralmente il danno ovvero ci si è adopera= per eliminare le conseguenze dannose del reato; l'impresa ha eliminato le carenze organizza=ve che hanno consen=to il reato mediante l'adozione e l a1uazione di modelli organizza=vi idonei a prevenire rea= della specie di quello verificatosi; l'impresa ha messo a disposizione il profi1o conseguito illecitamente. 15

Alle sanzioni pecuniarie ed interdi<ve, si possono aggiungere altri due =pi di sanzione: la pubblicazione della sentenza di condanna; la confisca.

16 Alle sanzioni pecuniarie ed interdi<ve, si possono aggiungere altri due =pi di sanzione: la pubblicazione della sentenza di condanna; la confisca. La pubblicazione della sentenza di condanna può essere disposta quando è stata applicata all'impresa una delle sanzioni interdi<ve e consiste nella pubblicazione, su uno o più quo=diani individua= dal giudice, della sentenza di condanna. La confisca consiste nel sequestro da parte dello Stato del prezzo o del profi1o o1enuto dall'impresa grazie al reato commesso. La confisca è obbligatoria, nel senso che il giudice deve sempre disporla ogni qual volta eme1e una sentenza di condanna a carico dell'impresa. Dunque, quando viene applica una sanzione pecuniaria viene sempre applicata anche la confisca. 16

17 l criteri di scelta sono simili a quelli u=lizza= per individuare le sanzioni interdi<ve. Nel disporre le misure cautelari, infa<, il giudice deve tener conto dell'idoneità di ciascuna in relazione alla specifica natura dell'illecito e all'esigenza cautelare da soddisfare nel caso concreto. Ogni misura deve essere proporzionata all'en=tà del fa1o e alla sanzione che si ri=ene possa essere successivamente applicata in sede di sentenza. 17

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