2. Il contratto collettivo nazionale di lavoro

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1 PROTOCOLLO D INTESA PER LA RIFORMA DELLA CONTRATTAZIONE PUBBLICA NEI COMPARTI CONTRATTUALI DELLE REGIONI, DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE E DELLE AUTONOMIE LOCALI E DEGLI EFFETTI APPLICATIVI DEL D.LGS. 150/2009 La presente intesa riguarda, nell ambito dell evoluzione normativa di settore, riforma del sistema delle relazioni sindacali per i comparti del lavoro pubblico riguardanti le regioni, il Servizio sanitario nazionale e le autonomie locali al fine di rafforzare l efficienza delle pubbliche amministrazioni interessate, la qualità dei servizi erogati e lo sviluppo del sistema produttivo e favorire lo sviluppo dell occupazione ed il miglioramento delle retribuzioni reali di tutti i lavoratori. 1. Premessa La mancata partecipazione delle rappresentanze delle regioni e delle autonomie locali alla fase di confronto connessa al protocollo sulla riforma degli assetti contrattuali e alla conseguente Intesa sul Lavoro Pubblico, ha determinato la inapplicabilità di quanto in quella sede concordato nei comparti di riferimento. L intervento di tali soggetti istituzionali, oltre che necessario in quanto rappresentativo di parti datoriali di una larghissima parte del pubblico impiego contrattualizzato, risulta essenziale per il pieno rispetto delle prerogative costituzionali delle regioni e degli enti locali ed in ossequio al principio di leale collaborazione nel sistema di relazioni istituzionali tra Governo ed Autonomie. Ferma restando tale premessa, le rappresentanze delle regioni e degli enti locali ritengono comunque di dover attivamente prendere parte al processo di ridefinizione dell assetto della contrattazione nei settori pubblici e di dover essere protagonisti nei settori di riferimento dell attuazione della riforma del Lavoro pubblico di cui alla Legge 15 del 5 marzo 2009 e al Decreto Legislativo 27 ottobre 2009, n. 150 (di seguito Decreto), pur confermando le osservazioni critiche espresse in sede di acquisizione del parere sullo schema di Decreto nell ambito della Conferenza Unificata, previsto dalla Legge 15/2009. L entrata in vigore del Decreto opera una revisione complessiva della disciplina del pubblico impiego ridisegnando fra l altro le regole che governano la contrattazione la 1

2 collettiva. Le parti, ritengono che, in sede di confronto e nei successivi eventuali provvedimenti correttivi del Decreto stesso, vadano adeguatamente riconsiderati il ruolo di Regioni ed Autonomie locali nell ambito del processo di contrattazione collettiva quale parte integrante dell autonomia che la Carta Costituzionale ad esse riconosce. A tal fine si conviene sulla necessità di integrare, già da ora mediante il presente accordo, alcuni aspetti in cui il processo contrattuale è articolato per adattarlo alle specificità delle amministrazioni appartenenti ai comparti contrattuali delle Regioni, degli enti del SSN, e degli Enti locali, come saranno definiti ai sensi dell art. 40, comma 2, del D.lgs. 165/2001 come modificato dall art. 54 del Decreto, in ragione dell autonomia normativa, regolamentare ed organizzativa costituzionalmente riconosciuta alle autonomie regionali e locali, da un lato, e della titolarità della contrattazione nazionale e di secondo livello, dall altro. Ai fini del presente protocollo, si precisa che i riferimenti alle Regioni devono intendersi comunque estesi anche agli enti del SSN. Le rappresentanze dei Comitati di settore delle Regioni e delle Autonomie locali partecipano al Comitato paritetico chiamato a monitorare ed analizzare gli effetti del nuovo sistema contrattuale. 2. Il contratto collettivo nazionale di lavoro 2.1 Il contratto collettivo nazionale di lavoro, per il quale sperimentalmente è prevista la triennalità e la coincidenza tra rinnovo normativo ed economico, deve garantire la certezza dei trattamenti economici e normativi, con modalità da definire e tenendo presente tale obiettivo nell intero triennio. Il blocco della contrattazione collettiva per il triennio , ad opera del Decreto legge n. 78/2010, richiede l impegno delle parti ad individuare le opportunità di orientamento delle risorse al fine di sostenere i processi di miglioramento delle pubbliche amministrazioni in termini di qualità ed efficienza, e favorire la gestione di idonee politiche retributive. Tale orientamento dovrà caratterizzare anche le successive stagioni contrattuali. La concertazione dei rifermenti retributivi (definizione massa salariale da considerare ai fini degli incrementi) ed economici (indici di riferimento per gli 2

3 incrementi) deve coinvolgere governo, sistema delle regioni e delle autonomie locali e organizzazioni sindacali. Tali scelte debbono essere comuni a tutti i lavoratori dei comparti, e relative aree dirigenziali, rispettivamente anche di Regioni e Autonomie locali, tenuto conto delle caratteristiche peculiari delle amministrazioni interessate, anche in conseguenza di quanto affermato dalla legge 42/2009 in tema di autonomia e responsabilità di entrata e di spesa del sistema regionale e locale. Le parti, proprio a questo scopo, ritengono fondamentale la funzione unitaria del contratto collettivo nazionale, nel quale deve trovare la giusta collocazione lo sviluppo della contrattazione di secondo livello. 2.2 Detta concertazione svolta a livello nazionale è finalizzata alla definizione delle risorse da destinare agli incrementi retributivi. In ragione della piena rappresentanza e del necessario coordinamento di tutto il settore del pubblico impiego, si sottolinea quindi che ogni momento di concertazione tra Governo e Confederazioni rappresentative in cui saranno trattate questioni o assunti impegni inerenti gli incrementi contrattuali da cui possano derivare impatti sul sistema regionale e degli enti locali dovrà vedere la partecipazione di Regioni ed Enti locali. 2.3 La fase nazionale può essere seguita da procedure concertative a livello delle singole regioni ed enti locali, per la verifica delle eventuali ulteriori risorse aggiuntive da destinare alla contrattazione integrativa, sempre in presenza del rispetto di determinati requisiti da parte degli Enti, nei limiti di quanto previsto dalle leggi e secondo le indicazioni dei contratti nazionali. In tali casi la Conferenza delle regioni, ANCI e UPI possono svolgere interventi a fini informativi o di coordinamento fra le regioni stesse e gli Enti interessati. 2.4 Nel quadro complessivo del più diretto coinvolgimento dei Comitati di settore, al fine di favorire la tempestività dei rinnovi contrattuali nonché l efficienza e l efficacia della contrattazione, considerate le innovazioni introdotte nel ruolo e 3

4 nell organizzazione dell ARAN, come delineato agli artt. 56 e 58 del Decreto, di modifica, rispettivamente, dell art. 41 e dell art. 46 del D.lgs. 165/2001, si prevede che: rappresentanti delle Regioni e delle Autonomie locali partecipino attivamente alla conduzione del negoziato quali componenti della delegazione trattante di parte datoriale ; la procedura di sottoscrizione dei contratti collettivi deve essere coerente con l autonomia organizzativa dei soggetti datoriali interessati prevista dal Titolo V Cost.; la definizione dei nuovi comparti di contrattazione dovrà essere coerente con l assetto definito dal Decreto e garantire comunque un idonea struttura delle rappresentatività dei soggetti sindacali; l incarico di direzione della specifica struttura interna all ARAN di raccordo con i Comitati di Settore delle Regioni e degli Enti locali deve essere conferito ad un funzionario designato dai rispettivi Comitati di settore o, in alternativa, la nomina avvenga d intesa con i Comitati stessi; vengono definite nell ambito dei regolamenti di organizzazione interna dell ARAN, adottati d intesa con la Conferenza Unificata, le modalità di formulazione dei pareri da parte della medesima agenzia, nonché le modalità di informativa e raccordo con i Comitati di settore. 3. Procedure contrattuali Elementi del nuovo sistema contrattuale implementabili in termini sperimentali, oltre quanto sopradetto, sono quelli relativi: - ai tempi di presentazione delle piattaforme sindacali in occasione dei rinnovi contrattuali; - alla possibilità di riconoscere una copertura economica ai lavoratori interessati dal rinnovo contrattuale, nella misura e con le modalità stabilite dal CCNL, - alla tregua bilaterale in fase di contrattazione, nell ambito del procedimento di contrattazione collettiva come ridisegnato dall art. 59 del Decreto (modificativo dell art. 47 del D.lgs. 165/2001) una volta concluse le trattative con la sigla 4

5 dell ipotesi di accordo e la sua trasmissione da parte dell ARAN al Comitato di Settore ed al Governo. Si chiarisce inoltre che: - la prevista possibilità per il Governo di esprimere osservazioni sul testo contrattuale entro i successivi 20 giorni e fino all emanazione dei decreti di attuazione della legge delega in materia di federalismo fiscale (L. 42/2009), è venuta meno con l entrata in vigore del primo decreto attuativo (Decreto Legislativo 20 maggio 2010, n. 85) della stessa Legge; - gli interventi del Governo centrale sugli Atti di indirizzo non devono produrre effetti modificativi sulle scelte del Comitato di settore, dovendo limitarsi strettamente allo svolgimento delle prerogative fissate dalla legge. Analogamente per quanto riguarda l iter relativo all intesa contrattuale raggiunta. 4. Contrattazione decentrata Il CCNL fissa gli istituti e le risorse per il finanziamento della contrattazione integrativa di II livello. Regioni ed Enti locali, ove le disponibilità di bilancio lo consentano e tramite le procedure concertative di cui al punto 2.3, possono destinare ulteriori risorse aggiuntive alla contrattazione integrativa degli Enti ed Aziende su cui esercitano la governance, nei limiti di quanto previsto dalle leggi e secondo le indicazioni dei contratti nazionali, in presenza dei requisiti di equilibrio economico-finanziario e dei parametri di virtuosità stabiliti nell ambito delle norme e degli strumenti pattizi previsti dalla legge e funzionali all incremento di produttività e di progetti di qualità dei servizi, prevedendo modalità di raccordo con le domande espresse dai cittadini fruitori dei servizi stessi. La riorganizzazione in senso premiale dei contratti decentrati, nel rispetto di quanto prevedono i CCNL e dell autonomia degli enti, comporterà l estensione anche ai comparti delle Regioni e degli Enti locali della eventuale normativa di defiscalizzazione e decontribuzione dei premi di risultato, previa concertazione con le rappresentanze istituzionali delle Regioni e delle Autonomie locali. 5

6 Resta fermo che in ordine alla misurazione e valutazione della performance, agli strumenti di valorizzazione del merito e ai metodi di incentivazione della produttività e della qualità della prestazione per le Regioni, ivi inclusi Enti ed Aziende del SSN, e gli Enti locali valgono i principi contenuti nei Titoli II e III del Decreto, che vanno attuati con i limiti e le modalità previste per gli adeguamenti dei rispettivi ordinamenti consentiti nei termini previsti dalla normativa medesima e ferme restando le prerogative degli organi deliberativi regionali e degli enti locali - nell ambito del Protocollo di cui all articolo 13, comma 2 del Decreto citato con la Commissione per la valutazione. Sulla definizione degli ordinamenti, le parti ritengono necessario sviluppare momenti di confronto anche a livello nazionale. Gli strumenti e le modalità di valutazione delle performances oggi in atto nel sistema delle regioni e delle autonomie locali che hanno evidenziato adeguatezza rispetto agli obiettivi di premialità e che sono, quindi, perfettamente coerenti con i principi recati dal Titolo II del D.lgs. n. 150/2009, e sui quali si sono sviluppate proficue relazioni sindacali, continuano ad avere validità. Le parti, ferme restando le rispettive prerogative di legge e di autonomia organizzativa e gli istituti contrattuali, si impegnano a favorire negli enti il confronto sindacale e ad attivare, nella predisposizione degli atti di organizzazione e gestione dei quali sono esclusivamente responsabili, meccanismi per la acquisizione di elementi di conoscenza in ordine alle posizioni proprie delle organizzazioni sindacali. Si conviene che i termini, così come determinati dal comma 4 dell art. 65 del D.lgs. n. 150/2009, si applicano ai comparti ricomprendenti le regioni, gli enti del SSN e gli enti locali. Le parti ritengono altresì necessario avviare un confronto per affrontare gli effetti della manovra economica di cui al D.L. n. 78/2010 sulle regioni e gli enti locali. Relativamente ai principali aspetti di interesse per la gestione del personale. Roma,.. 6

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