IL SISTEMA DELLE RELAZIONI INDUSTRIALI IN ITALIA
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- Nicola Romeo
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1 SISTEMA VIGENTE DAL 1993 AL 2008 PROTOLLO LUGLIO 1993 L accordo sulla Politica dei redditi e dell occupazione, sugli assetti contrattuali, sulle politiche del lavoro e sul sostegno al sistema produttivo sottoscritto tra Governo ed Organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro il 23 luglio 1993, ha rappresentato un passo fondamentale nell evoluzione delle relazioni industriali con il quale è stato definito il sistema di vincoli e procedure e comportamenti che hanno permesso all Italia di: - Contenere le dinamiche dell inflazione salvaguardando i redditi - Risanare la finanza pubblica rispettando gli obiettivi per partecipare all Unione Europea - Creare le premesse per rilanciare la competitività delle imprese - Instaurare un clima di bassa conflittualità sociale -Porre le basi per un metodo partecipativo e concertativo nelle relazioni industriali del paese Dal 1998 il sistema è stato oggetto di verifiche, valutazioni ed iniziative finalizzate ad un suo ammodernamento (Commissione Giugni)
2 Accordo Quadro del 22 gennaio 2009 Accordo interconfederale del 15 aprile 2009 L APPRODO DI UN ARTICOLATO DIBATTITO L Accordo sottoscritto sintetizza alcuni significativi aspetti emersi dal dibattito che ormai da anni ha coinvolto le Parti Sociali sulla tematica della riforma degli assetti contrattuali. IL PERCHE DELLA RIFORMA La necessità di procedere ad una riforma complessiva degli assetti contrattuali scaturisce dalla profonda esigenza di rinnovare l impianto di regole definito con il Protocollo del 1993 che, da qualche tempo, ormai, non garantiva risposte adeguate alle esigenze complessive del sistema sia in termini economici (dinamica salariale) che produttivi (competitività delle imprese) che in termini di regolamentazione del Sistema di Relazioni Industriali (livelli di contrattazione, regole sulla rappresentanza, ecc.).
3 Definizione delle condizioni per favorire la crescita economica, incrementi di produttività e della tutela del potere di acquisto delle retribuzioni; Semplificazione e riduzione del numero dei CCNL nei diversi comparti. Impegno ad incrementare e rendere strutturali gli incentivi fiscali/contributivi che possono incentivare la diffusione della contrattazione decentrata PRINCIPALI NOVITA DELL ACCORDO DURATA e AMBITI Quattro anni con carattere di sperimentalità, Settore Pubblico e Privato (modello comune) DURATA CCNL LIVELLI Triennale (parte normativa ed economica) con la funzione di garantire trattamenti economici e normativi comuni a tutti i lavoratori del comparto a livello nazionale Conferma dei Due Livelli di contrattazione (CCNL di Categoria e Contrattazione aziendale/territoriale)
4 LE PRINCIPALI NOVITA DELL ACCORDO DINAMICA EFFETTI ECONOMICI Indice IPCA (prezzi al consumo armonizzati in ambito europeo per l Italia, depurati dalla dinamica dei prezzi energetici importati). Tale indice sostituisce il tasso di inflazione programmata; Il recupero degli eventuali scostamenti tra l inflazione prevista e quella reale sarà effettuato entro la vigenza di ciascun CCNL TEMPI di RINNOVO CRISI del NEGOZIATO Demandati alle specifiche intese (finalità: evitare l eccessivo prolungamento delle trattative) che dovranno anche garantire l effettività del periodo di tregua sindacale In tal caso le intese possono prevedere l interessamento del livello interconfederale (clausola di rinvio)
5 LE PRINCIPALI NOVITA DELL ACCORDO II LIVELLO Ha validità triennale e sarà articolato secondo quanto verrà previsto dalle specifiche intese che interverranno sul tema. Materie: saranno individuate dai CCNL e dalla Legge che delegheranno, in tutto o in parte, la competenza regolatoria sulle stesse alla contrattazione di II livello. Non deve trattarsi di materie già negoziate ad altri livelli di contrattazione; Obiettivi: a) incentivare la correlazione delle retribuzioni al raggiungimento di obiettivi di incremento di produttività, redditività, qualità, efficienza ed efficacia ed all andamento economico delle imprese, nonché la crescita delle stesse rispetto ai minimi definiti a livello nazionale; b) prevedere misure tali da consentire la riduzione della imposizione fiscale e contributiva. Per rendere effettiva la diffusione del secondo livello si potranno individuare in specifici accordi le soluzioni più idonee, anche adottando elementi economici di garanzia nei contratti nazionali
6 LE PRINCIPALI NOVITA DELL ACCORDO DEROGHE OPTING OUT A livello territoriale potranno essere previste procedure, modalità e condizioni finalizzate a gestire - territorialmente o in azienda - situazioni di crisi, ovvero per favorire lo sviluppo economico ed occupazionale. Tali intese potranno modificare, in tutto o in parte, anche in via sperimentale, singoli istituti economici o normativi dei CCNL
7 Informazione e Consultazione La direttiva 2002/14/CE completa e rafforza i dispositivi previsti dall ordinamento comunitario in materia di diritti di informazione e consultazione dei lavoratori. Viene istituito un quadro generale relativo all'informazione e alla consultazione dei lavoratori nell intento di armonizzare le normative nazionali in materia, favorendo un approccio comune alle decisioni d impresa attraverso l adozione in via generale dello schema di procedimentalizzazione dei poteri del datore di lavoro. La direttiva inoltre delinea un sistema di regole a tutela della riservatezza delle informazioni aziendali Il Dlgs 25/2007 recepisce ed attua la direttiva europea rinviando alla contrattazione collettiva: l individuazione delle modalita' di informazione e consultazione in modo tale da garantire comunque l'efficacia dell'iniziativa, attraverso il contemperamento degli interessi dell'impresa con quelli dei lavoratori e la collaborazione tra datore di lavoro e rappresentanti dei lavoratori, nel rispetto dei reciproci diritti ed obblighi; l istituzione di una commissione di conciliazione con il compito di dirimere le controversie sul carattere di riservatezza/segretezza delle informazioni e la definizione delle modalità di funzionamento della stessa
8 Informazione e Consultazione L esperienza di Poste Italiane Il CCNL di Poste Italiane del luglio 2007 ha raccolto il rinvio del Dlgs 25/2007 definendo un impianto di informazione e consultazione coerente con le previsioni in esso contenute. In particolare, in applicazione del Decreto, l informazione a livello nazionale, regionale e di unità produttiva, riguarda: a) l'andamento recente e quello prevedibile dell'attività' dell'impresa, nonchè la sua situazione economica; b) la situazione, la struttura e l'andamento prevedibile dell'occupazione nella impresa, nonchè, in caso di rischio per i livelli occupazionali, le relative misure di contrasto; c) le decisioni dell'impresa che siano suscettibili di comportare rilevanti cambiamenti dell'organizzazione del lavoro Il CCNL inoltre stabilisce tempi e modalità per rendere effettivo l esercizio della consultazione. Viene introdotto nell impianto contrattuale un articolo dedicato alle Informazioni Riservate, con l impegno delle parti ad istituire la Commissione di conciliazione di cui al Dlgs 25/07
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