per l'annullamento, previa sospensione dell efficacia,

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1 N /2012 REG.PROV.COLL. N /2010 REG.RIC. R E P U B B L I C A I T A L I A N A IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Toscana (Sezione Seconda) ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 213 del 2010, integrato da motivi aggiunti, proposto da: Luigi Ferdinando Landini, Immobiliare Dionisio di Landini Luigi Ferdinando e C. S.n.c., rappresentati e difesi dall'avv. Franco Bruno Campagni, con domicilio eletto presso il suo studio in Firenze, via Lamarmora 29; contro Comune di Prato in persona del Sindaco pro-tempore, rappresentato e difeso dagli avv. Elena Bartalesi, Paola Tognini, Stefania Logli, con domicilio eletto presso l avv. Alessandro Cecchi in Firenze, via Masaccio 172; per l'annullamento, previa sospensione dell efficacia, a) ordinanza 29 ottobre 2009 (prot ) del Sindaco del Comune di Prato di inagibilità e di sgombero degli immobili in Prato, Via San Giusto n. 20/22/24, notificata il 13/19 novembre 2009;

2 b) atti presupposti, preliminari e/o conseguenti, ancorché incogniti, ed in particolare: parere del dirigente del Servizio Gestione Attività Edilizia del Comune di Prato del (p.g ), richiamato nell ordinanza sub 1). Visti il ricorso, i motivi aggiunti e i relativi allegati; Visto l'atto di costituzione in giudizio del Comune di Prato; Viste le memorie difensive; Visti tutti gli atti della causa; Relatore nell'udienza pubblica del giorno 20 marzo 2012 il dott. Ugo De Carlo e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale; Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue. FATTO I ricorrenti, in qualità di comproprietari di un complesso immobiliare consistente in un deposito ed in un fabbricato ad uso abitativo, impugnavano un ordinanza contingibile ed urgente emessa dal Sindaco di Prato per effettuare lo sgombero da persone e cose in virtù dell inagibilità del complesso sia per le sua condizioni igieniche sia per la fatiscenza strutturale di alcune sue parti. Il provvedimento aveva sostituito una precedente ordinanza emessa per le stesse ragioni dal dirigente comunale e che era stata oggetto di ricorso anche per incompetenza. Il provvedimento impugnato era stato emesso a seguito di un sopralluogo congiunto dei Vigili del Fuoco, della ASL, di tecnici comunali dal quale era risultato che le unità abitative erano state locate a extracomunitari di etnia cinese che avevano adibito gli immobili promiscuamente a laboratorio industriale e a dormitorio con assoluta promiscuità e mancanza di elementari forme di igiene oltre che con modificazione della destinazione d uso.

3 Nelle more tra il primo ed il secondo provvedimento i ricorrenti avevano provveduto ad effettuare dei lavori che avevano eliminato alcune deficienze di tipo strutturale segnalate in occasione del sopralluogo. L ordinanza sindacale veniva censurata sulla base di sei motivi di ricorso. Il primo lamenta la violazione dell art. 54 D.lgs. 267\00 poiché il Sindaco è titolare di un potere di emanazione di ordinanze contingibili e urgenti solo quando non dispone di altri strumenti più specifici per affrontare un problema urgente che ponga a rischio la sicurezza pubblica. Nel caso di specie il D.lgs. 267\00 all art. 50 e il R.D. 1265\34 all art. 222 offrivano detti strumenti più specifici. Il secondo motivo denuncia l incompetenza relativa poiché secondo la L.R. 1\2005 il potere di ordinare la cessazione dell utilizzazione abusiva di un immobile per modifica della destinazione d uso appartiene al funzionario comunale e non al Sindaco. Il terzo motivo eccepisce che l ordine di sgombero sia stato illegittimamente impartito ai proprietari nonostante la responsabilità delle irregolarità verificate nel corso del sopralluogo fosse attribuibile ai locatari nei confronti dei quali nessuna azione era possibile a partire dall immettersi nell immobile. Il quarto ed il quinto motivo censurano la carenza di istruttoria poiché l unico accertamento tecnico è stato effettuato in data senza la partecipazione di tecnici di fiducia dei proprietari e dalla motivazione non emerge alcuna urgenza relativa al grave pericolo per l incolumità pubblica; inoltre non si è tenuto conto dei lavori eseguiti dai tecnici incaricati dalla proprietà e neanche della circostanza che i problemi rilevati sembrano riguardare solo l immobile posto al civico 20 mentre il provvedimento riguarda anche gli altri immobili contigui appartenenti al complesso.

4 Il sesto motivo contesta la mancata comunicazione dell avvio del procedimento non essendovi particolari ragione di urgenza che consentissero di derogare all obbligo procedimentale. Si costituiva in giudizio il Comune di Prato che concludeva per il rigetto del ricorso. Alla camera di consiglio del veniva respinta l istanza di sospensione cautelare del provvedimento. Con motivo aggiunto depositato in data il provvedimento veniva censurato anche alla luce dell intervenuta sentenza della Corte Costituzionale nr. 115\2011, che aveva dichiarato la parziale incostituzionalità dell art. 54, comma 4, D.lgs. 267\00 nella parte in cui permetteva di prevenire ed eliminare i gravi pericoli per l incolumità pubblica e la sicurezza urbana anche con provvedimenti di natura non contingibile ed urgente. Dal momento che il provvedimento in esame non presentava le caratteristiche ritenute essenziali per poter ricorrere alla fattispecie regolata dall art. 54, comma 4, D.lgs. 267\00, l atto doveva ritenersi emanato in carenza assoluta di potere. In prossimità dell udienza di merito veniva depositata un istanza di mezzo istruttorio per richiedere una verificazione sullo stato di fatto dell immobile e sulle sue condizioni igienico-sanitarie. All udienza del il ricorso veniva trattenuto in decisione. DIRITTO Il ricorso non è fondato. Il provvedimento impugnato è stato assunto tenendo conto di numerose disposizioni di legge ciascuna delle quali era in grado di supportare autonomamente la legittimità dell atto poiché le norme violate nell utilizzazione degli immobili da sgomberare erano molteplici.

5 Quanto all inagibilità per motivi di salute l art. 222 T.U.L.S. che è considerato unanimemente fonte per il Sindaco del potere di emettere un ordinanza di tipo contingibile e urgente supera ogni censura relativamente alla possibile incompetenza del Sindaco come adombrato nel secondo motivo di ricorso che per tale motivo è infondato. La contestazione della modifica della contestazione d uso è stata inserita nel provvedimento per la contestualità dell accertamento, il funzionario sarebbe stato competente se, nel corso del sopralluogo, fosse stata riscontrata solo quel tipo di irregolarità. Parimenti da respingere è il primo motivo di ricorso in quanto il richiamo all art. 54 D.lgs. 267\00 in una situazione di fatto quale quella rappresentata all esito del sopralluogo costituisce un riferimento superfluo cosicché il primo motivo ed il motivo aggiunto sollevano problemi che non rilevano nel caso di specie. Il terzo motivo non tiene conto del fatto che l ordinanza contiene un comando che si rivolge innanzitutto ai locatari degli immobili da sgomberare e comunque, comportando l inagibilità dell immobile, non poteva non essere notificato anche ai proprietari, come giustamente osserva la difesa comunale. L inagibilità riscontrata comporta la nullità del contratto di locazione tanto che successivamente i ricorrenti hanno inviato una diffida ai conduttori intimandogli la restituzione dell immobile. Il quarto e quinto motivo vogliono attestare un insufficiente attività istruttoria che non è dato riscontrare nella vicenda in esame. Le violazioni emerse all esito del sopralluogo congiunto sono tali e tante oltre che gravi da non rendere necessario chissà quale mai approfondimento istruttorio e non è vero che le irregolarità riguardavano solamente l immobile sito al civico 20 come si ricava dalla lettura del verbale di sopralluogo.

6 Peraltro i lavori di consolidamento statico effettuati dalla proprietà prima dell emanazione dell ordinanza impugnata in questa sede avevano al limite risolto solo uno dei problemi dell immobile e quindi non avevano fatto venir meno le ragioni del provvedimento. L ultimo motivo lamenta la violazione dell art. 7 L. 241\90 poiché, a dire dei ricorrenti, l urgenza non era tale da giustificare l omissione della comunicazione di avvio del procedimento. Anche in questo caso la censura non tiene conto della realtà emersa all esito del sopralluogo: negli immobili in questione, secondo un usanza che è divenuta ormai circostanza di pubblico dominio, le ditte cinesi che ivi avevano sede, avevano creato una situazione di promiscuità tra ambienti di lavoro e luoghi destinati all abitazione da cui derivava una situazione igienica allarmante sul piano sanitario che non poteva essere ulteriormente tollerata. Peraltro l ordinanza è stata da tempo eseguita e questo renderebbe inutile procedere alla verificazione richiesta con l istanza istruttoria considerando oltretutto che negli immobili sono in corso dei lavori a seguito di D.I.A. presentata dopo lo sgombero dai proprietari. Tra l altro la circostanza che l ordinanza è stata già eseguita potrebbe essere valutata sul piano della permanenza dell interesse ad ottenere una pronuncia di merito. Ritiene comunque il Collegio che sia opportuno decidere nel merito poiché, in relazione alla eventuale illegittimità del provvedimento, potrebbero configurarsi ipotesi risarcitorie e ciò giustifica la persistenza dell interesse ai sensi dell art. 34, comma 3, c.p.a. In conclusione il ricorso deve essere rigettato poiché il provvedimento non presenta nessuno dei profili di illegittimità che sono stati contestati.

7 Le spese di giudizio seguono la soccombenza e vengono liquidate come in dispositivo P.Q.M. Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Toscana Sezione II, definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo rigetta. Condanna i ricorrenti alla rifusione delle spese del presente giudizio che liquida in oltre C.P.A. ed I.V.A. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa. Così deciso in Firenze nella camera di consiglio del giorno 20 marzo 2012 con l'intervento dei magistrati: Angela Radesi, Presidente Luigi Viola, Consigliere Ugo De Carlo, Primo Referendario, Estensore L'ESTENSORE IL PRESIDENTE DEPOSITATA IN SEGRETERIA Il 23/04/2012 IL SEGRETARIO (Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)