Giuseppe Ungaretti. Barbic Kristina 5 B Grafici
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- Enrichetta Gigli
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1 Barbic Kristina 5 B Grafici Giuseppe Ungaretti Vita e opere Giuseppe Ungaretti nacque nel 1888 ad Alessandria d'egitto da genitori toscani: il padre lavorò come operaio nel canale di Suez e morì quando il poeta aveva appena due anni. Nel 1912 Ungaretti si trasferisce a Parigi, dove studia alla Sorbona. Allo scoppio della guerra il poeta torna in Italia; qui va combattere sul Carso e nel 1921 si impiega al Ministero degli Esteri e aderisce al fascismo. Nel 1936 si trasferisce a San Paolo del Brasile, dove insegna letteratura italiana all'università; durante il soggiorno brasiliano muore però il figlio Antonio di nove anni. Nel '42 rientra in Italia, dove gli viene conferito un insegnamento universitario a Roma, e la sua fama di poeta, consolidata già a partire dagli anni Venti, cresce col passare del tempo. Il poeta muore a Milano nel 1970, un anno dopo l uscita della raccolta completa della sue poesie con il titolo "Vita di un uomo". Per illustrare brevemente la poetica di Ungaretti possiamo partire proprio da quest'ultimo titolo: "Vita di un uomo". Poesia e biografia sono infatti per Ungaretti strettamente legate, tanto che sono proprio le esperienze di vita a determinare alcune precise scelte di stile e contenuto. La prima di queste esperienze di fondamentale importanza, è quella di soldato: il giovane poeta scopre una nuova dimensione della vita e della sofferenza che gli sembra imporre, per poter essere descritta, la ricerca di nuovi mezzi espressivi. Ungaretti punta a ridare alla parola il suo valore originario ed isola perciò la parola singola al centro del verso, conferendo valore anche agli spazi bianchi e ai silenzi; la punteggiatura viene abolita ed il testo poetico si regge così su componenti brevissime. Le poesie di questa raccolta, e comunque le poesie di guerra, si legano sempre a precise circostanze di tempo e luogo, essendo infatti corredate da data e luogo di composizione, come in un diario. Nel pieno della guerra nasce Il Porto Sepolto, il cui titolo si riferisce a un porto reale nei pressi di Alessandria d Egitto, ma ha un
2 significato soprattutto simbolico: il porto sepolto è il mistero, l assoluto, alla cui ricerca il poeta si pone con la speranza di approdarvi come in un porto di pace. Il Porto Sepolto fa parte del primo nucleo della futura raccolta Allegria di naufragi che assume poi il titolo definitivo di L Allegria. Anche questo è un titolo allusivo: la guerra è come un naufragio della vita e i superstiti superano il dolore con la fede e la speranza di un domani migliore. La successiva raccolta "Sentimento del tempo", del 1933, presenta un'evoluzione nella poetica di Ungaretti. Gli spunti autobiografici, così numerosi in L Allegria, diminuiscono lasciando posto a una riflessione più esistenziale; inizia qui il recupero della fede, la quale può forse rappresentare per l'uomo smarrito un'àncora di certezze. Il cammino tuttavia, non è lineare e non mancano situazioni di conflitto tra il sentimento religioso e le esperienze dolorose nella storia. Parallelamente a questi cambiamenti tematici ne avvengono altri a livello stilistico: in particolare il recupero di una metrica più tradizionale, rinnovata però dal precedente lavoro di scoperta della parola. Il titolo Sentimento del tempo è fortemente allusivo: sentimento del tempo significa sentimento del veloce scorrere del tempo, che produce la nostalgia del passato e un più tenace attaccamento alla vita. Ne Il dolore, raccolta del 1947, la biografia irrompe nuovamente nella poesia in seguito alla tragica morte del figlio Antonio, cui sono dedicate le liriche della prima parte; nella seconda parte invece, Ungaretti si sofferma sulle vicende drammatiche della guerra. C'è dunque un rapporto tra le due sezioni: il dolore individuale e quello collettivo danno la misura di un cammino umano segnato dalla sofferenza. Alla raccolta seguono La Terra Promessa (1950), poema non condotto a termine, di cui il tema era la storia del viaggio di Enea; Un Grido e Paesaggi (1952) e Il Taccuino del Vecchio (1960). Giuseppe Ungaretti è considerato il fondatore dell'ermetismo: corrente letteraria che si diffonde in Italia a partire dagli anni Venti; gli ermetici cercano di restituire al linguaggio della poesia una sua dimensione essenziale, talvolta oscura (di qui il termine). Strumento tecnico fondamentale per gli ermetici è l'analogia, che diventa più sintetica e oscura, ma per questo più efficace. L'essenzialità della poesia ermetica è da mettere in diretta relazione con il contenuto: le scelte di stile infatti, non sono mai dettate dal caso. I poeti ermetici sono accumunati da un male di vivere che, pur essendo diverso nella concreta esperienza di ciascuno, li accumuna tutti nel pessimismo sulle possibilità dell'uomo e persino della stessa poesia.
3 Veglia Cima Quattro il 23 dicembre 1915 Un'intera nottata buttato vicino a un compagno massacrato con la sua bocca digrignata volta al plenilunio con la congestione delle sue mani penetrata nel mio silenzio ho scritto lettere piene d'amore Non sono mai stato tanto attaccato alla vita E una delle prime poesia scritte da Ungaretti al fronte sul Carso; il Natale è ormai vicino ed egli trascorre la notte coricato nel fango della trincea. Accanto a lui c è il corpo di un compagno morto: la sua reazione di fronte a quella tragica realtà è un istintivo senso di attaccamento alla vita, quasi una ribellione alla crudeltà del destino. La breve lirica è un espressione di una serie di stati d animo: il senso della solitudine, l angoscia e il bisogno d amore.
4 Note sul testo Un compagno: l aggettivo intera sottolinea l orrore di quella lunga vicinanza forzata; buttato invece indica il poeta costretto a rimanere immobile a lungo in quella posizione. massacrato: la parola compone il verso e rivela l atrocità della morte. con la plenilunio: i denti sono stretti per la violenza della morte e sono rivolti alla luna piena. con silenzio: al poeta sembra che le mani del compagno morto siano penetrate nella sua anima ma in realtà è penetrato l orrore alla vista di quelle mani. ho scritto vita: l effetto della violenza e della morte è quello di spingere il poeta verso l amore e la vita. Fratelli Mariano il 15 luglio 1916 Di che reggimento siete fratelli? Parola tremante nella notte Foglia appena nata Nell'aria spasimante involontaria rivolta dell'uomo presente alla sua fragilità Fratelli
5 Nella notte due gruppi di soldati si incontrano per strada: poche parole tremanti nel buio bastano a creare un senso di solidarietà. La ripetizione della parola fratelli è l analogia tra la parola e una tenera foglia appena nata, che richiama la precarietà della vita umana. Note sul testo fratelli: la parola-chiave della lirica è isolata nel verso, suona come una constatazione dell uguaglianza di tutti gli uomini di fronte al pericolo. Parola notte: la parola fratelli vibra nell aria e in quel tremore c e la paura di un destino incerto, una paura accresciuta dal buio. Nell aria spasimante: l aria vibra per i colpi d artiglieria, ma a questo si aggiungono il tremore e l ansia degli uomini che quasi si possono avvertire. involontaria fragilità: la solidarietà per gli altri è il modo istintivo di reagire alla nostra precarietà. Fratelli: il suono della parola, questa volta ancora più isolata dalla spaziatura, resta nell aria. San Martino del Carso Valloncello dell'albero Isolato il 27 agosto 1916 Di queste case non è rimasto che qualche brandello di muro Di tanti che mi corrispondevano non è rimasto neppure tanto Ma nel cuore nessuna croce manca E' il mio cuore il paese più straziato
6 La guerra ha distrutto il paese di San Martino, del quale non restano che pezzi di muri diroccati; di tante persone che erano state care al poeta non rimane più traccia. Nel suo cuore però, ancora più martoriato del paese bombardato, c è un ricordo straziante per ognuno di essi. Le macerie del paesino carsico diventano nella lirica il simbolo dell orrore della guerra, che devasta non solo case ma anche gli uomini. Note sul testo qualche muro: qualche frammento di muro. L uso del termine suggerisce l idea dell opera di distruzione della guerra che riduce le case in pezzi. Di tanti tanto: di tante persone che avevano un rapporto di affetto con il poeta è rimasto ancora meno di quanto i bombardamenti abbiano lasciato degli edifici. Ma manca: nel cuore c è il ricordo di ognuno di questi compagni e il dolore per la loro perdita, come in un cimitero in cui ogni defunto ha la propria croce. E straziato: le tracce che la guerra ha lasciato nel cuore del poeta sono più terribili di quelle che le bombe hanno lasciato sulle case. Soldati Bosco di Courton luglio 1918 Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie.
7 La brevissima lirica si basa sulla similitudine tra la precarietà delle foglie, che in autunno rimangono sui rami quasi in attesa di cadere, e la precarietà della vita dei soldati al fronte, che da un momento all altro possono essere uccisi. Il titolo è parte integrante del testo ed è indispensabile per comprendere quali sono gli uomini che vengono paragonati alle foglie in autunno. La madre 1930 E il cuore quando d'un ultimo battito Avrà fatto cadere il muro d'ombra, Per condurmi, Madre, sino al Signore, Come una volta mi darai la mano. In ginocchio, decisa, Sarai una statua davanti all'eterno, Come già ti vedeva Quando eri ancora in vita. Alzerai tremante le vecchie braccia. Come quando spirasti Dicendo: Mio Dio, eccomi. E solo quando m'avrà perdonato, Ti verrà desiderio di guardarmi. Ricorderai d'avermi atteso tanto, E avrai negli occhi un rapido sospiro.
8 Il poeta pensa al momento della morte, che abbatterà finalmente la barriera che lo ha sempre separato da Dio. Egli sa che quel giorno incontrerà sua madre e che lei lo porterà, conducendolo per mano come faceva quando era bambino, alla presenza del Signore. La madre pregherà Dio, con la stessa fede e con gli stessi atteggiamenti che aveva in vita, di concerete la salvezza eterna al figlio. Solo quando il poeta avrà avuto il perdono divino, la madre si abbandonerà alla dolcezza di averlo ritrovato. La lirica è un omaggio alla madre morta. Note sul testo E il cuore d ombra: la barriera del mistero ( il muro d ombra ). Oltre ad essere la parte che divide la vita terrena a quella dell aldilà è anche la barriera che in vita lo ha sempre separato da Dio. Madre: la maiuscola esprime il rispetto del poeta verso la madre. Come una volta: come un tempo quando la madre era in vita e il poeta era bambino. In ginocchio vita: la madre sarà immobile come una statua, inginocchiato davanti a Dio ( all Eterno ), con un atteggiamento determinato come già Dio la vedeva quando era in vita. Alzati eccomi: la madre avrà lo stesso atteggiamento con cui il poeta la ricorda morente ( come quando spirasti ). Con questa immagine il poeta mette in evidenza la fede profonda e fiduciosa della madre che ha accettato la morte come un viaggio verso la vita eterna. E solo guardandomi: solo quando il poeta sarà stato perdonato da Dio, la madre avvertirà finalmente il desiderio di guardare il figlio. Ricorderai sospiro: la madre di fronte al figlio ritroverà la tenerezza materna e con uno sguardo ricorderà la sua lunga attesa.
9 I fiumi Cotici, il 16 agosto 1916 Mi tengo a quest'albero mutilato abbandonato in questa dolina che ha il languore di un circo prima o dopo lo spettacolo e guardo il passaggio quieto delle nuvole sulla luna Stamani mi sono disteso in un'urna d'acqua e come una reliquia ho riposato L'Isonzo scorrendo mi levigava come un suo sasso Ho tirato su le mie quattr'ossa e me ne sono andato come un acrobata sull'acqua Mi sono accoccolato vicino ai miei panni sudici di guerra e come un beduino mi sono chinato a ricevere il sole Questo è l'isonzo e qui meglio mi sono riconosciuto una docile fibra dell'universo Il mio supplizio è quando non mi credo in armonia
10 Ma quelle occulte mani che m'intridono mi regalano la rara felicità Ho ripassato le epoche della mia vita Questi sono i miei fiumi Questo è il Serchio al quale hanno attinto duemil'anni forse di gente mia campagnola e mio padre e mia madre Questo è il Nilo che mi ha visto nascere e crescere e ardere dell'inconsapevolezza nelle estese pianure Questa è la Senna e in quel torbido mi sono rimescolato e mi sono conosciuto Questi sono i miei fiumi contati nell'isonzo Questa è la mia nostalgia che in ognuno mi traspare ora ch'è notte che la mia vita mi pare una corolla di tenebre
11 In una pausa delle azioni militari, il poeta, dopo un bagno nelle acque del fiume Isonzo, prova un senso di felicità. Si sente finalmente in armonia con la natura e con se stesso e, trascinato dai ricordi, si abbandona a rievocare, attraverso i fiumi che ha visto, i diversi anni della sua vita. Il volo della memoria gli offre un po di pace nella guerra. Le acque dell Isonzo e degli altri fiumi sono il simbolo dell inarrestabile fluire dell esistenza. Il poeta vi si immerge e vi si abbandona fino a sentirsi riconciliato con il mondo e con se stesso, sospeso dalla guerra che divampa tutto intorno. Note sul testo Mi tengo: il gesto del poeta di tenersi attaccato al tronco di un albero indica il suo sforzo di tenersi in equilibrio emotivamente, nella precaria situazione della guerra. mutilato: spezzato da una bomba. L uso della parola umanizza l albero, ponendo la sua sofferenza sullo stessi piano di quello di un uomo. doline: la cavità circolare del terreno del Carso dove il poeta ha trovato riparo per la notte. che ha spettacolo: la forma circolare suggerisce al poeta l immagine di un circo nei momenti in cui manca l animazione dello spettacolo, assume un aspetto triste e abbandonato. il languore: la tristezza, la malinconia. e guardo sulla luna: il passaggio dalla terra (l albero mutilato, la dolina) al cielo (le nuvole, la luna), a un piano più sereno, segna il passaggio del poeta a una disposizione d animo più disponibile alla riflessione. mi sono disteso ho riposato: il poeta si è immerso in una pozza d acqua dell Isonzo e si sente come una reliquia, cioè come un povero resto di quello che era un tempo. L Isonzo sasso: il paragone tra il corpo del poeta lambito dall acqua del fiume e i sassi levigati dalla corrente è la descrizione del processo che porta il poeta ad abbandonarsi alla vita della natura. come sull acqua: l immagine dell acrobata allude alla precarietà della vita di che è coinvolto nella guerra e, più in generale alle difficoltà che il poeta incontra. accoccolato: accovacciato. panni di guerra: la divisa di soldato. come un beduino il sole: sia il paragone con il beduino, il nomade del deserto, simbolo di un umanità semplice che vive a contatto con la natura, sia il gesto di sdraiarsi a ricevere il sole indicano la predisposizione del poeta a raggiungere un intimo rapporto con la natura.
12 Questo è il Serchio mia madre: fiume che scorre vicino a Lucca, la città di cui erano originari i genitori del poeta, è il fiume in cui affondano le sue lontane radici di uomo. hanno attinto:hanno attinto l acqua per irrigare i campi. Questo è il Nilo pianure: fiume che bagna Alessandria d Egitto dove il poeta è nato, è il fiume della sua infanzia. estese pianure: i vasti spazi dell Africa settentrionale. Questa è la Senna conosciuto: bagna Parigi, qui il poeta visse gran parte della giovinezza. E il fiume che fu testimone della sua formazione culturale e soprattutto della sua maturazione intellettuale e morale. Qui il poeta ha iniziato a conoscere se stesso. contati nell Isonzo:la guerra e l improvviso senso di felicità provata nel sentirsi finalmente in armonia con l universo. questa di tenebre: dopo il recupero memoriale delle diverse fasi della sua vita, il poeta chiude la sua meditazione con un immagine che ripropone il motivo della solitudine dell uomo, immerso nel mistero e nel dolore. Natale Non ho voglia di tuffarmi in un gomitolo di strade Ho tanta stanchezza sulle spalle Lasciatemi così come una cosa posata in un angolo e dimenticata Qui non si sente altro che il caldo buono
13 Sto con le quattro capriole di fumo del focolare Il poeta, dopo una breve licenza dal fronte, trascorre le feste natalizia a Napoli, ospite di amici. Non vuole immergersi nella vita cittadina ma solo riposarsi, abbandonarsi al calore del focolare. La lirica esprime il desiderio di quiete, di abbandono e di isolamento che il poeta prova dopo la tensione della guerra; vuole dimenticare l atrocità della vita di trincea raccogliendosi in un riposo anche interiore. Note sul testo Non ho strade: non ha voglia di immergersi ( tuffarmi ) in un intrico confuso ( gomitolo ) di strade. Il poeta allude all intreccio dei vicoli napoletani pieni di folla. Ho tanta spalle: la sofferenza e la fatica che la guerra ha accumulato sulle spalle dei soldati continua ad opprimere il poeta anche lontano dal fronte. Lasciatemi : il poeta chiede di essere lasciato solo, in un isolamento che gli consenta di recuperare le forze del corpo e la quiete dell anima. Qui: in casa accanto al fuoco. La posizione isolata del qui ne evidenzia il significato. il caldo buono: il calore confortante della tranquillità ritrovata. Sto: sottolinea lo stato d immobilità, quieta e solitaria del poeta. le quattro del focolare: i riccioli ( capriole ) formati dal fumo del caminetto sembrano essere animati.
Giuseppe Ungaretti. Studiò a Parigi alla Sorbonne e collaborò con gli intellettuali d avanguardia del
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