Comunicazioni dal Ministero della Sanità
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- Antonio Carlo Poli
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1 Comunicazioni dal Ministero della Sanità I telefoni cellulari e in generale tutta la tecnologia mobile fanno ormai parte della nostra vita. L'Organizzazione mondiale della sanità stimava alla fine del 2011 essere attivi 6 miliardi di abbonamenti e mercato in crescita. Negli ultimi vent'anni sono stati realizzati molti studi finalizzati a valutare se i telefoni mobili comportino potenziali rischi per la salute. Ad oggi, secondo l'oms, non è stato tuttavia accertato alcun effetto sanitario avverso causato dall'uso dei telefoni cellulari. Nel 2011 i campi elettromagnetici in radiofrequenza (come quelli prodotti dai telefoni mobili) sono stati classificati dall'agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell'oms come "possibilmente cancerogeni per l'uomo", il gradino più basso della scala di valutazione dell'agenzia sui fattori di rischio dei tumori, adottata nel caso di evidenze scientifiche limitate e in cui il livello di correlazione non è "certo" e nemmeno "probabile". La classificazione utilizzata per le radiofrequenze riflette la condizione in cui, pur in quadro di evidenze complessivamente sfavorevole ad ipotesi di effetti a lungo termine, non è ancora del tutto possibile escludere l'occorrenza di effetti negativi, in particolare per un uso molto intenso del telefono cellulare. Studi finalizzati sono in corso per valutare nel modo più completo possibile eventuali effetti a lungo termine dell'uso dei telefoni cellulari e più in generale delle radiofrequenze. Il Consiglio superiore di sanità, in un parere del 2011, riconoscendo che il quadro delle conoscenze merita di essere approfondito ma non giustifica allo stesso tempo particolare preoccupazione, ha espresso una serie di raccomandazioni, e suggerito semplici comportamenti volti alla riduzione dell'esposizione ai campi elettromagnetici prodotti dal telefono. Come affermato dal Consiglio, l'adozione di questi comportamenti riveste carattere del tutto prudenziale: educare i bambini a un uso non indiscriminato, limitato alle situazioni di necessità
2 utilizzare sistemi a "mani libere" (auricolari e sistemi viva-voce) che consentono di allontanare il telefono dalla testa e dal corpo limitare le telefonate non necessarie, ridurre numero e durata utilizzare messaggi di testo In accordo con l'oms, evitare l'uso del telefono cellulare durante la guida di veicoli ha invece un sicuro significato preventivo in termini di benefici per la salute pubblica, poiché la diminuita capacità di attenzione causata dall'utilizzo del telefono è in grado di aumentare sensibilmente il rischio di incidenti automobilistici, anche quando si utilizzino dispositivi a "mani libere". Per approfondire consulta: il sito tematico del Progetto CCM "Salute e campi elettromagnetici" sviluppato dall'istituto Superiore di Sanità il sito del Progetto internazionale "Campi elettromagnetici" dell'organizzazione Mondiale della Sanità (contiene molti documenti anche in lingua italiana). Tecnologia usata La tecnologia della telefonia cellulare si basa sullo scambio di segnali elettromagnetici tra i terminali (i telefoni) e gli impianti fissi (le stazioni radio base) che coprono il territorio secondo una configurazione a celle, in modo che ogni cella sia servita da un impianto fisso. Al fine di evitare che i segnali si sovrappongano e creino interferenze nelle comunicazioni, le celle tra loro confinanti devono utilizzare frequenze differenti, ma le medesime frequenze sono riutilizzate all interno di celle più lontane. Per ridurre al minimo i fenomeni di interferenza la potenza elettromagnetica emessa dai telefoni e dalle stazioni è intrinsecamente limitata a quella utile per coprire la distanza tra terminale e stazione e
3 viceversa, ed è automaticamente ottimizzata istante per istante in funzione della distanza tra di essi. Telefoni Mobili I telefoni mobili sono ricetrasmittenti a bassa potenza (i picchi di energia emessa non superano i 2 watt), che per comunicare utilizzano segnali a radiofrequenza nelle bande di frequenza tra 450 e 2700 MHz. I telefoni emettono energia a radiofrequenza durante la ricerca stazione (potenza massima) e nel corso della conversazione, limitatamente alla fase in cui è l utente del telefono a parlare (non vi è potenza emessa durante la fase di ascolto dell interlocutore all altro capo). Le condizioni di traffico nella rete possono portare il telefono a cercare la connessione su stazioni diverse rispetto a quella più vicina. Ciò è possibile in quanto ogni porzione di territorio è in genere coperta da più di una cella, al fine di ottimizzare e garantire il servizio in caso di guasti. Cambiamenti di stazione (hand-over in linguaggio tecnico) possono intervenire più volte durante una stessa chiamata e ciò comporta una maggiore emissione di potenza da parte del telefono. Anche il movimento dell utente (ad esempio per l uso in automobile) induce il telefono a ricercare frequentemente nuove connessioni con la migliore stazione disponibile. Ci sono rischi per la salute? La tecnologia della telefonia cellulare si è sviluppata in un contesto di evidenze scientifiche che, nel complesso, portavano a ritenere che i bassi livelli di esposizione ai campi elettromagnetici a radiofrequenza implicati nell'uso dei telefoni mobili non comportassero effetti negativi sulla salute. Infatti, gli unici effetti sanitari avversi delle onde a radiofrequenza a tutt'oggi accertati sono quelli di natura termica, associati a livelli di esposizione molto elevati, superiori di alcuni ordini di grandezza rispetto a quelli prodotti dai telefoni e dalle stazioni radio-base. Questi effetti termici delle radiofrequenze, peraltro, sono comunemente sfruttati nei forni a microonde di uso domestico e industriale. Nel caso dei telefoni cellulari, gli studi scientifici hanno dimostrato che, anche nei tessuti ed organi esterni più esposti (come la pelle a diretto contatto con il telefono e l'orecchio, l'aumento di temperatura non supera 1 o 2 decimi di grado centigrado neppure nelle condizioni di massima potenza di emissione e le variazioni di temperatura all'interno del cervello sono tanto piccole da risultare praticamente non rilevabili. Variazioni di
4 temperatura di questo livello sono inferiori a quelle che si verificano per motivi fisiologici e sono dunque prive di rilevanza sanitaria. Ad ogni modo, in considerazione della massiccia penetrazione della telefonia mobile a livello mondiale (6 miliardi di contratti alla fine del 2011, tre quarti dei quali provengono da paesi in via di sviluppo), numerose autorità sanitarie nazionali e internazionali hanno promosso programmi di ricerca sugli eventuali effetti negativi sulla salute da uso dei telefoni cellulari, nel quadro più generale della ricerca sui rischi dell'esposizione a livelli di campi elettromagnetici inferiori agli standard internazionali in vigore, basati sulla prevenzione dagli effetti noti, di tipo acuto e a soglia, di questi agenti. L'insieme di questi studi, che conta diverse migliaia di pubblicazioni scientifiche, non fornisce un'evidenza coerente di effetti nocivi per la salute. Per quanto riguarda eventuali incrementi del rischio di tumori,sono molto informativi i risultati del progetto Interphone, il più vasto studio epidemiologico finora realizzato sull'occorrenza di tumori intracranici in relazione all'uso di telefoni mobili. Interphone è stato coordinato dall'agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) di Lione (afferente all'organizzazione Mondiale della Sanità), e realizzato contemporaneamente in 13 paesi del mondo, inclusa l'italia. Questo studio non ha evidenziato alcun aumento del rischio di glioma, meningioma o neurinoma del nervo acustico (diversi tipi di tumori intracranici) negli utilizzatori di telefoni cellulari rispetto ai non utilizzatori, né incrementi del rischio all'aumentare degli anni trascorsi dall'inizio dell'uso (fino a anni), del numero totale di chiamate effettuate, o delle ore totali d'uso. Solo nei soggetti nella categoria più elevata di tempo totale d'uso (che includeva meno del 10% del totale degli utilizzatori), è stato osservato un incremento del rischio di glioma, in particolare tra gli utilizzatori recenti (coloro che avevano iniziato ad utilizzare il cellulare da 1-4 anni), piuttosto che tra utenti di medio e lungo periodo (4-9 anni e 10 anni o più, rispettivamente). Questi risultati, nel loro insieme, non sono coerenti con le relazioni doserisposta che caratterizzano i cancerogeni noti (come le radiazioni ionizzanti o il fumo di tabacco), e devono essere interpretati con prudenza. Gli autori ritengono che essi potrebbero anche essere dovuti a distorsioni e limiti metodologici nel disegno di studio (aspetti che in Interphone sono stati approfonditi in numerosi studi collaterali finalizzati a valutare la presenza e l'impatto sui risultati di sorgenti di errore molto comuni negli studi epidemiologici), per cui non è possibile trarne un'interpretazione in termini di rapporto di causalità. D'altra parte, queste osservazioni meritano ulteriori approfondimenti, già in corso a
5 livello internazionale e sui quali è alta l'attenzione del Ministero della Salute. In studi specifici è stato altresì evidenziato che l'uso del telefono cellulare durante la guida, anche quando si utilizzino dispositivi "a mani libere", è associato ad un aumento di incidenti stradali. Classificazione delle radiofrequenze Nel mese di maggio del 2011, l'agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha allocato i campi elettromagnetici in radiofrequenza nella categoria 2B (agente possibilmente cancerogeno per l'uomo) del proprio schema di classificazione. La valutazione si basa sul complesso degli studi epidemiologici sull'uomo (di carattere occupazionale, ambientale, o personale come nel caso dei telefoni cellulari), degli studi sperimentali su animali o cellule in vitro, e degli studi sui meccanismi di interazione. L'allocazione nella categoria 2B è la più debole tra le tre con le quali l'agenzia di Lione definisce un agente come cancerogeno (le prime due sono: 1cancerogeno certo per l'uomo e 2A probabile cancerogeno per l'uomo), e corrisponde, secondo un rigido schema di valutazione, ad un giudizio di "evidenza limitata" di cancerogenicità nell'uomo, e di "evidenza meno che sufficiente" nell'animale da esperimento. Il giudizio di "evidenza limitata" viene dato in situazioni in cui sia stata osservata un'associazione positiva tra l'esposizione a un agente e lo sviluppo di tumori, ma non sia possibile allo stesso tempo escludere che detta associazione sia frutto del caso, di distorsioni metodologiche negli studi, o di fattori di confondimento. Nel caso particolare delle radiofrequenze, la valutazione della IARC è stata di "evidenza limitata" tra gli utilizzatori del telefono cellulare in relazione al glioma e al neurinoma del nervo acustico (un tumore benigno dell'orecchio), mentre l'evidenza è stata giudicata inadeguata per altri tipi di cancro o esposizione, in particolare quelle occupazionali e ambientali. Va notato che nel sistema di classificazione IARC non esiste la categoria "non cancerogeno"; ove le evidenze scientifiche depongano chiaramente verso l'assenza di cancerogenicità è invece assegnata la categoria probabilmente non cancerogeno, a sottolineare l'incertezza insita in qualsiasi processo di valutazione scientifica. Peraltro, su circa un migliaio di agenti sinora classificati dalla IARC, uno solo (il caprolattame) è stato allocato in detta categoria.
6 Il parere degli esperti Sul tema si è anche espresso il Consiglio Superiore di Sanità, organismo tecnico-scientifico del Ministro della Salute. Nel parere del 15 novembre 2011, il Consiglio ha rilevato che allo stato delle conoscenze scientifiche non è dimostrato alcun nesso di causalità tra esposizione a radiofrequenze e patologie tumorali, sottolineando tuttavia che l'ipotesi di un rapporto causale non può essere del tutto scartata in relazione ad un uso molto intenso del telefono cellulare. Il Consiglio ha raccomandato di mantenere vivo l'interesse della ricerca e della sorveglianza sull'argomento, in attesa che le nuove conoscenze risolvano le attuali aree di incertezza, e ha suggerito di avviare nel frattempo una campagna d'informazione al pubblico sui metodi efficaci per ridurre al minimo l'esposizione a radiofrequenze durante l'uso del cellulare. E necessario ridurre l esposizione? Come affermato dal Consiglio superiore di sanità, il quadro attuale delle conoscenze, pur deponendo nell'insieme verso un giudizio di assenza di rischi a lungo termine, non consente ancora di trarre conclusioni definitive; non appare tuttavia giustificata un'eccessiva preoccupazione in relazione ad eventuali problemi sulla salute. Secondo il Consiglio, semplici comportamenti individuali, quali l'utilizzo di sistemi a "mani libere" (auricolari e sistemi viva-voce), la limitazione delle telefonate non necessarie e l'utilizzo di messaggi di testo, contribuiscono a ridurre le esposizioni ai campi elettromagnetici emessi dai telefoni cellulari, ma l'adozione di tali misure ha un valore prudenziale, in quanto resta incerto se ad esse corrisponda effettivamente un beneficio sanitario e una riduzione di ipotetici (non dimostrati) rischi per la salute. Il Consiglio sottolinea anche l'opportunità che i bambini siano sensibilizzati a un utilizzo non indiscriminato del telefono cellulare, invitando i genitori a proporlo non come oggetto di uso comune, ma piuttosto come strumento limitato alle situazioni di necessità. L'interesse nei confronti dei bambini non deriva da particolari evidenze scientifiche che ne indichino una maggiore suscettibilità ad eventuali rischi, ma dalla
7 considerazione della più lunga potenziale esposizione lungo l'arco della vita, come anche affermato dall'organizzazione mondiale della sanità, e dall'opportunità di contenere sin dall'età infantile eventuali fenomeni di abuso e di dipendenza, in sé negativi. In accordo a quanto raccomandato dall'organizzazione mondiale della sanità, l'astensione dall'uso del telefono cellulare durante la guida di veicoli ha invece un sicuro significato preventivo in termini di benefici per la salute pubblica, poiché la diminuita capacità di attenzione causata dall'utilizzo del telefono è in grado di aumentare sensibilmente il rischio di incidenti automobilistici, anche ove si utilizzino dispositivi a "mani libere".
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