1 ISTITUTO COMPRENSIVO PIRANDELLO

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1 Progetto UNICEF: 1 ISTITUTO COMPRENSIVO PIRANDELLO Scuola dell Infanzia Primaria Secondaria di 1 grado CARLENTINI (SR) Via Pietro Nenni, 3 - Telefax C.F e.mail:sric823006@istruzione.it PEC:sric823006@pec.istruzione.it LA COSTITUZIONE E LA CONVENZIONE: DUE ARGOMENTI A CONFRONTO Dal 1946 l Italia è una repubblica parlamentare, basata sulle decisioni del parlamento, eletta direttamente dal popolo a suffragio universale. La legge fondamentale della Repubblica è la Costituzione, entrata in vigore il 1 gennaio 1948, costituita da 139 articoli e 18 disposizioni transitorie e finali importanti per regolare il passaggio dalla fase storica e dagli ordinamenti della monarchia e del regime fascista alla fase della repubblica. Essa contiene alcuni principi essenziali: la libertà, la pace, la democrazia, l uguaglianza, la giustizia e stabilisce le regole che lo Stato si dà. In sintesi, la Costituzione stabilisce le regole del gioco democratico, all'interno del quale i cittadini esercitano la loro libertà. Nonostante sia stata promulgata più di sessant'anni fa, sono pochi i cittadini che conoscono, anche solo per sommi capi, il testo costituzionale. Soprattutto le giovani generazioni, quelle che dovrebbero raccogliere il testimone e garantire la compiuta realizzazione della Repubblica, la piena modernizzazione dell'italia e il suo maturo allineamento alle democrazie più evolute del pianeta, sembrano disinteressarsene. Eppure interessarsi di politica significa occuparsi della polis, ossia dei problemi della città e della comunità, significa curare al meglio i propri affari, contribuendo a migliorare la qualità della vita quotidiana, anche della propria. Soltanto conciliando le proprie personali esigenze con l'interesse generale è possibile il raggiungimento da parte di tutti di quella sicurezza e di quel benessere materiale e spirituale che soltanto le comunità ordinate e solidali possono garantire. Oggi la Costituzione è fatta oggetto di attacco da parte di forze che la vogliono piegare agli interessi delle aziende e del mercato. In nome della globalizzazione e della competizione economica si vogliono rinnegare i diritti dei lavoratori. Il profilarsi di pericoli pur minacciosi, come il terrorismo internazionale, induce molti a chiedere, in nome della sicurezza, il restringimento delle libertà individuali; la guerra, ripudiata dalla nostra Costituzione, viene ancora usata con troppa leggerezza come strumento di soluzione dei conflitti internazionali. Sono tutte questioni che richiedono la vigilanza

2 dei cittadini e il confronto serio e attento col dettato costituzionale. La Costituzione suggerisce un concetto di politica, ispirato ai valori dell'onestà e della competenza, che sia servizio verso il cittadino e non esercizio oppressivo del potere. Ideali più che mai attuali. I giovani rappresentano la più grande speranza per la realizzazione di tali ideali. I princìpi fondamentali e la prima parte della Costituzione contengono, innanzitutto, un ampio riconoscimento dei diritti civili e politici essenziali, che vengono garantiti nella loro immodificabilità: l'uguaglianza davanti alla legge e l'inviolabilità dei diritti dell'uomo. Espressamente tutelate sono le minoranze linguistiche. La nostra Costituzione nell articolo 1 afferma che la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. La democrazia può essere esercitata in modo diretto o indiretto. Nella democrazia diretta i cittadini partecipano personalmente al governo del Paese, cioè decidono direttamente sulle questioni di interesse collettivo. Però, nell epoca moderna, la democrazia viene esercitata maggiormente in modo indiretto attraverso i propri rappresentanti perché non è più possibile come avveniva in passato consultare tutti i cittadini sulle questioni che riguardano l amministrazione dello Stato. Nella democrazia indiretta o rappresentativa i cittadini eleggono i loro rappresentanti che sono incaricati di prendere le decisioni di interesse collettivo. Sono poi riconosciuti esplicitamente i diritti della famiglia, dei minori, il diritto alla salute, la libertà delle arti e delle scienze, il diritto all'istruzione. La Costituzione stabilisce dei diritti sociali che hanno valore di programma politico-sociale per guidare la società italiana verso obiettivi d'uguaglianza sostanziale. Questo aspetto, che contraddistingue la Costituzione italiana, trova espressione diretta nell'articolo 3, comma secondo: "È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli d'ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del paese". In questo senso vanno interpretati il riconoscimento del diritto al lavoro e la subordinazione della proprietà e dell'iniziativa privata agli interessi collettivi. La seconda parte della Costituzione definisce la struttura dell'ordinamento della Repubblica e i suoi organi. Gli Organi Costituzionali sono: Il Parlamento; Il Presidente della Repubblica; Il Governo;

3 La Corte Costituzionale; Il Consiglio Superiore della Magistratura. Il Consiglio Superiore della Magistratura si divide in: Consiglio di Stato: organo costituzionale di ordine amministrativo; Corte dei Conti: organo costituzionale di ordine contabile; Corte di cassazione: organo costituzionale di giustizia penale e civile IL PARLAMENTO. Il Parlamento è un organo costituzionale composto dalla Camera dei deputati e del Senato della Repubblica (cosiddetto bicameralismo). Il Parlamento è un organo rappresentativo nella misura in cui viene eletto dal corpo elettorale. Entrambe le Camere hanno un mandato quinquennale. LA CAMERA DEI DEPUTATI E IL SENATO La Camera dei deputati è formata attualmente da 630 membri, il Senato della Repubblica da 315 più i senatori di diritto e a vita. la Camera è interamente elettiva, mentre del Senato fanno parte anche i senatori di diritto e a vita (il presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la patria per altissimi meriti nel campo sociale, artistico e letterario). Sono inoltre designati senatori a vita dalla stessa Costituzione gli ex presidenti della Repubblica. L organizzazione interna e l esercizio delle funzioni sono contenuti nei regolamenti adottati da ciascuna Camera. LA FUNZIONE LEGISLATIVA. Il Parlamento svolge principalmente la funzione legislativa che consiste nell espletamento di tutte le attività destinate a dare vita alle leggi. In entrambe le Camere operano commissioni permanenti che esaminano i progetti di legge presentati. LA FUNZIONE POLITICA. Per quanto concerne la funzione politica, particolare rilevanza assumono gli atti che tendono a condizionare l attività del governo, denominati di indirizzo politico. Questi atti consistono: negli atti di direttiva in senso stretto (ordini del giorno, mozioni, risoluzioni) con i quali le Camere invitano o sollecitano il Governo ad assumere un determinato atteggiamento politico; nelle mozioni di fiducia e di sfiducia, con le quali si verifica la tenuta e la solidità del rapporto fra Parlamento e Governo. Tali azioni sono finalizzate a determinare l obbligo di dimissioni del Governo (nel caso una mozione di sfiducia ottenga la

4 maggioranza dei voti del Parlamento) oppure l approvazione dell indirizzo politico del Governo in carica o appena costituito (mozione di fiducia. IL GOVERNO È l organo costituzionale che esprime il vertice del potere esecutivo. Secondo la Costituzione «il Governo della Repubblica è composto dal Presidente del Consiglio e dai Ministri che costituiscono insieme il Consiglio dei Ministri». Il governo è pertanto un organo complesso, costituito al suo interno: da diversi organi individuali; da un organo collegiale. Accanto a tali organi (che costituiscono il Governo in senso stretto), vanno menzionati i cosiddetti organi non necessari (che definiscono il Governo in senso più esteso). Essi sono: il Vicepresidente del Consiglio; i Ministri senza portafoglio; i Sottosegretari di Stato; il Consiglio di gabinetto; i Comitati interministeriali; i Commissari straordinari del governo. Per quanto attiene alla formazione del Governo, la Costituzione dispone che «il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri». Le attribuzioni del governo prevedono: l esercizio della funzione amministrativa; l esercizio di quella politica; l esercizio della funzione legislativa. IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA È il capo dello Stato e il rappresentante dell unità nazionale, eletto dal Parlamento in seduta comune. Per essere eletto presidente della Repubblica è necessario: essere cittadino italiano; avere compiuto cinquanta anni di età; godere dei diritti civili e politici. Il presidente della Repubblica dura in carica sette anni ed è rieleggibile. La convocazione del Parlamento in seduta comune e dei delegati regionali per l elezione è fatta dal presidente della Camera dei deputati trenta giorni prima che scada il termine di sette anni. Nel caso in cui il presidente della Repubblica sia impossibilitato a svolgere le

5 sue funzioni, tale esercizio viene esercitato dal presidente del Senato (cosiddetta supplenza ) che acquista la carica automaticamente. Egli svolge pertanto tutti gli atti propri del presidente della Repubblica sino alla fine degli impedimenti. Il Capo dello Stato non è responsabile degli atti compiuti nell esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione. LA MAGISTRATURA È l insieme di organi finalizzati a svolgere la funzione giurisdizionale ordinaria. Si tratta di organi autonomi e indipendenti dagli altri poteri statali (legislativo ed esecutivo). Per garantire il rispetto di questa essenziale norma costituzionale, gli incarichi, i trasferimenti, le promozioni e i provvedimenti disciplinari riguardanti i magistrati spettano esclusivamente al Consiglio Superiore della Magistratura (cosiddetto organo di autogoverno della Magistratura stessa). IL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA (CSM) È l organo al quale, in base alla Costituzione, spetta in via esclusiva di deliberare su tutti i provvedimenti relativi allo stato giuridico e alla carriera dei magistrati. È composto da trentatre membri, dei quali: tre di diritto (il Capo dello Stato, che presiede il CSM, il primo presidente e il procuratore generale della Corte di cassazione); venti eletti dai magistrati ordinari; dieci dal Parlamento in seduta comune (questi ultimi scelti fra professori universitari di materie giuridiche o avvocati con quindici anni di esercizio professionale). I membri elettivi del CSM durano in carica quattro anni e non sono immediatamente rieleggibili. LA CORTE DI CASSAZIONE Organo competente nei giudizi di terzo grado è la Corte di cassazione, giudice sia per i processi di giurisdizione ordinaria sia per quelli di giurisdizione speciale. La Corte di Cassazione ha sede a Roma e i magistrati che la compongono sono tra quelli di grado più elevato nella carriera di giudice. Il giudizio della cassazione è un giudizio di legittimità: non tiene conto di come si sono svolti i fatti (o il reato) che hanno generato il processo: si limita a controllare che, nelle procedure che hanno condotto al giudizio, siano stati rispettati i dettami di legge. La Corte esprime dunque solo giudizi sulla forma del processo. (Spetta solo alla Corte di cassazione questo tipo di giudizio. I giudizi di primo e di secondo grado appartengono quindi ai giudizi di merito).

6 LA CORTE COSTITUZIONALE È un organo costituzionale con il compito di giudicare: sulle controversie relative alla legittimità costituzionale delle leggi e degli atti aventi forza di legge, dello Stato e delle Regioni; sui conflitti di attribuzione tra i poteri dello Stato e su quelli tra lo Stato e le Regioni, e tra le Regioni; su eventuali accuse lanciate contro il Presidente della Repubblica. LA CORTE DEI CONTI È l organo che «ha la giurisdizione nelle materie di contabilità pubblica e nelle altre specificate dalla legge». La Corte dei conti ha sia funzioni di controllo, sia funzioni giurisdizionali, sia consultive. IL CONSIGLIO DI STATO. È organo di consulenza giuridica e amministrativa a cui competono anche funzioni giurisdizionali amministrative di secondo grado e, in determinate discipline, esclusive. È composto: dal Presidente; da quindici presidenti di sezione e settantadue consiglieri; Si divide in sei sezioni, di cui tre con funzioni consultive e tre con funzioni giurisdizionali. I componenti sono nominati dal presidente della Repubblica su deliberazione del Consiglio dei ministri. IL DECENTRAMENTO L articolo 5 della Costituzione recita: La Repubblica una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali, attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento." Alcune regioni godono di un autonomia maggiore rispetto a quelle ordinarie e sono: Sicilia, Sardegna, Trentino Alto Adige, Valle d Aosta, Friuli Venezia Giulia, denominate Regioni a Statuto Speciale, hanno maggiori poteri e il loro Statuto viene approvato dal Parlamento con legge costituzionale, come disciplinato dall articolo 116

7 della Costituzione. Fino alla riforma costituzionale del 2001, le regioni a statuto speciale potevano legiferare su determinate materie riconosciute nello Statuto invece le regioni a statuto ordinario avevano principalmente competenze amministrative e legislative compresse dal potere statale, che manteneva sia la funzione legislativa sia la funzione di indirizzo e di coordinamento delle regioni stesse. Nel 2001 con la legge costituzionale n. 3/01 viene rivisto per intero il titolo 5^ della Costituzione, alcuni articoli sono stati abrogati, e viene disciplinata l elencazione degli enti territoriali. Infatti, l articolo 114 della Costituzione divide l Italia in Regioni, Province, Città metropolitane (non ancora attuate) e Comuni. In Italia, attualmente, le regioni sono 20, le province 110, le Città Metropolitane 15, i Comuni circa In virtù di questa riorganizzazione abbiamo maggiori poteri per le regioni a statuto ordinario, mentre quelle a statuto speciale conservano gli stessi poteri. Tutte le regioni sono rette da uno statuto da loro stesse approvato che contiene le regole fondamentali dell'organizzazione. Questa capacità di emanare lo statuto si definisce autonomia statutaria. Il procedimento di emanazione degli statuti cambia a seconda del tipo di regione, a quelle a statuto speciale lo statuto è emanato dal Parlamento con legge costituzionale. A seguito della riforma costituzionale il potere legislativo della regione è stato notevolmente potenziato riconoscendo alle regioni una competenza legislativa generale. La regione non può istituire dazi di importazione o esportazione o transito tra le regioni, adottare provvedimenti che ostacolino la libera circolazioni delle persone e delle merci, limitare l'esercizio del diritto di lavoro. Nel caso di mancato rispetto delle norme il Governo può sostituirsi a organi delle Regioni. LA PODESTA' PARLAMENTARE Allo Stato è consentito si spogliarsi della propria podestà regolarmente delegandola alle regioni. Le Regioni sono a loro volta distinte in provincie e queste comprendono più Comuni. Ogni Comune è poi al suo interno suddiviso in quartieri, detti circoscrizioni. IL COMUNE E LA PROVINCIA Il Comune e la Provincia sono enti locali autonomi che rappresentano la propria comunità, curandone gli interessi e promovendone e coordinandone lo sviluppo. Assume un ruolo centrale lo statuto che sono chiamati ad emanare. Comuni e province

8 possono adottare regolamenti di loro competenza, dettano norme in materia di organizzazione e funzionamento delle istituzioni, degli organismi di partecipazione, degli organi e degli uffici. I regolamenti non devono essere in contrasto con i principi fissati dalla legge e dallo statuto. I Comuni e le Province sono titolari di funzioni proprie secondo il principio di sussidiarietà. Ai comuni spetta l'amministrazione di tutte le materie con le eccezioni delle funzioni affidate a province e regioni. Ai comuni spettano tutte le funzioni che riguardano la popolazione e il territorio comunale. Il comune svolge anche compiti tipicamente statali. È possibile anche gestire servizi pubblici locali. GLI ORGANI DEL COMUNE Nel comune ci sono 2 tipi di organi: - Organi politici: Consiglio comunale, Giunta comunale e Sindaco; - Ortaggi burocratici: segretario comunale, dirigenti, uffici, personale. Il Consiglio comunale è un organo collegiale eletto dai cittadini del comune ogni 5 anni cui competono funzioni di indirizzo e di controllo politico e amministrativo. Tra le competenze ci sono emanare statuti, regolamenti, bilanci, piani e programmi. La Giunta comunale è composta dal sindaco e assessori che danno esecuzione alle decisioni programmatiche fissate dal consiglio. Il sinodo è un organo individuale eletto dai cittadini del Comune nelle elezioni amministrative. Dura 5 anni. È il capo ed il responsabile dell amministrazione comunale. L organizzazione del personale e degli uffici è determinata in modo autonomo da ciascun comune con propri regolamenti e norme statutarie. Il segretario comunale è un pubblico funzionario con la funzione di consulenza giuridico amministrativa dell ente locale. I dirigenti sono organi burocratici che si occupano della gestione amministrativa, finanziaria e tecnica. Hanno autonomia gestionale e anche poteri di spesa per raggiungere gli scopi. LE FUNZIONI E GLI ORGANI DELLA PROVINCIA Alla provincia spettano funzioni amministrative e i suoi organi sono identici per composizione e funzioni a quelli comunali. Attualmente le province italiane sono 110, includendo nel computo anche le province regionali della Sicilia (che hanno natura consortile), le province autonome di Trento e di Bolzano (che svolgono funzioni

9 regionali e sono in grado di legiferare) e la Regione Valle d'aosta, che svolge anche funzioni che nelle regioni a statuto ordinario sono svolte dalle province. Il numero delle province italiane è costantemente aumentato nel secondo dopoguerra. Nella creazione di nuove province, non si è registrato alcun caso di accorpamento o soppressione di enti precedenti. Si parla di soppressione delle province sin dall'assemblea costituente, e il dibattito tornò in auge con l'istituzione delle regioni a statuto ordinario, avvenuta solo nel 1970 ancorché prevista dalla Costituzione. Con la modifica del Titolo V della Costituzione del 2001 le province sono state individuate come elementi costitutivi della Repubblica, al pari dei comuni. Questo ha portato la Corte costituzionale ad annullare i decreti del Governo Monti che svuotavano le province delle loro funzioni come anticamera della loro abolizione. Il 3 aprile 2014 è stata approvata definitivamente dal parlamento una riforma delle province, a seguito della quale esse sono diventate enti di area vasta di secondo livello, cioè eletti a suffragio ristretto dai sindaci e dai consiglieri comunali dei comuni presenti sul loro territorio. È previsto che alcune funzioni proprie delle province passino ai comuni e alle regioni. Fanno eccezione le province autonome di Trento e Bolzano. La riforma è entrata in vigore il 1º gennaio Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione." ( Piero Calamandrei, Discorso ai giovani, tenuto alla Società Umanitaria, Milano, 26 gennaio 1955) In tutte le culture moderne, i bambini sono considerati importanti, perché da loro dipende il futuro delle nazioni. Tuttavia, molte volte, i loro diritti non sono rispettati, poiché non riescono a difendersi e far valere le loro ragioni. Ecco perché il 20 novembre 1989, l Assemblea Generale delle Nazioni Unite, organizzazione nata nel 1945, ha approvato la Convenzione sui Diritti dell Infanzia. La Convenzione ONU sui diritti dell infanzia (CRC) è un documento molto importante perché riconosce, per la prima volta espressamente, che anche i bambini, le bambine e gli adolescenti sono titolari di diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici, che devono essere promossi e tutelati da parte di tutti; il mondo si è mosso con lentezza nel riconoscere i diritti umani dell'infanzia.

10 Fu nel 1924 che la Società delle Nazioni approvò la prima Dichiarazione dei Diritti del fanciullo, su iniziativa dell'organizzazione internazionale "Save the Children"; lo Statuto dell'onu parla di promuovere ed incoraggiare il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali "per tutti", e la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, adottata nel 1948 dall`assemblea Generale delle neocostituite Nazioni Unite, sottolinea che "tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti..." Oltre a sostenere i diritti "di ciascuno"; la Dichiarazione Universale conferma anche che "la maternità e l'infanzia hanno diritto a cura e protezione speciali", e promuove la famiglia come "nucleo naturale e fondamentale della società". I diritti dell'infanzia e tutto ciò che i popoli del mondo vogliono per i propri bambini sono articolati con grande chiarezza nella Convenzione sui diritti dell'infanzia. Questa Convenzione, ha, per la prima volta, consentito di mettere a fuoco con chiarezza il tema dei diritti umani dei bambini e delle bambine. Negli ultimi anni di questo millennio, tutti gli stati aderenti hanno mostrato un impegno globale nei confronti del riconoscimento dei "diritti uguali e inalienabili di tutti i componenti della famiglia umana" come "fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo". I bambini commuovono la coscienza del pianeta come null'altro al mondo può farlo e la Convenzione ha dato loro un ruolo centrale. Sono quattro i principi fondamentali della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza: a) Non discriminazione (art. 2): i diritti sanciti dalla Convenzione devono essere garantiti a tutti i minori, senza distinzione di razza, sesso, lingua, religione, opinione del bambino/adolescente o dei genitori. b) Superiore interesse (art. 3): in ogni legge, provvedimento, iniziativa pubblica o privata e in ogni situazione problematica, l'interesse del bambino/adolescente deve avere la priorità. c) Diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo del bambino (art. 6): gli Stati decono impegnare il massimo delle risorse disponibili per tutelare la vita e il sano sviluppo dei bambini, anche tramite la cooperazione tra Stati. d) Ascolto delle opinioni del minore (art. 12): prevede il diritto dei bambini a essere ascoltati in tutti i processi decisionali che li riguardano, e il corrispondente dovere, per gli adulti, di tenerne in adeguata considerazione le opinioni. Il diritto di espressione è sinonimo di libertà. I bambini imparano a parlare in modo graduale, ma consapevole. Hanno il diritto di essere ascoltati in particolare quando vengono espresse scelte e

11 sentimenti che si allontanino da quella degli adulti. La Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia presta attenzione alla partecipazione del bambino e della possibilità di prendere parte a questioni che lo riguardano. L'art. 12 ha avuto merito nel successo della Convenzione ONU dei Diritti del Bambino, è chiaro e dettagliato e potrebbe essere messo in atto immediatamente. Considera il bambino come soggetto attivo, capace di espressione e di pensieri validi. Il bambino deve poter esprimersi riguardo a tutte le questioni che lo interessano, come il matrimonio e i cambiamenti dell'ambiente che lo circondano. L'art. 12 stabilisce un legame tra il bambino e la sua vita quotidiana. Si focalizza sulle circostanze più vicine al soggetto: legami familiari, educazione, scuola, tempo libero, salute. È collegato allo sviluppo della persona del bambino. L'art. 12 permette anche al bambino di avere un ruolo attivo, deve essere capace di esprimere la propria opinione senza pressione o influenza esterna, in tal caso non viene presa legalmente in considerazione. I genitori hanno l'obbligo di porre attenzione anche a modo di porre le domande perché potrebbe intimidire il bambino e influenzarlo nelle risposte. Inoltre l'importanza data all'opinione del bambino è direttamente proporzionale alla scelta da prendere La Convenzione è composta di 54 articoli ed è suddivisa in tre parti: la prima parte (articoli 1-41) contiene, appunto, l enunciazione dei diritti, la seconda (art ) individua organismi preposti e modalità per l'esecuzione e il monitoraggio della Convenzione stessa e la terza (art ) descrive la procedura di ratifica. Le procedure contenute nella seconda parte della Convenzione, oltre a garantire il rispetto e l adempimento degli obblighi convenzionali, prevedono un sistema di monitoraggio basato sulla redazione di rapporti periodici da parte degli Stati contraenti e sotto il controllo del Comitato ONU sui Diritti dell Infanzia e dell Adolescenza. Il Comitato ONU analizza l attuazione della CRC nei Paesi che l hanno ratificata, organizza delle giornate dedicate a temi specifici e redige i Commenti Generali, utili ad interpretare correttamente la convenzione. La normativa della Convenzione Internazionale sui Diritti dell'infanzia dichiara: uno Stato che ha aderito alla sua ratifica non deve adottare nessuna altra legislazione o apportare modifiche alle norme nazionali che risultino in conflitto con quelle espresse nella Convenzione. La Convenzione è dotata di natura auto - esecutiva (self-executive force) che permette ai singoli cittadini di far valere in un tribunale nazionale i diritti da

12 essa garantiti. Per essere applicata direttamente in una Corte Nazionale deve essere ratificata, avere un testo chiaro ed esauriente e senza bisogno di rielaborazioni. Inoltre lo Stato coinvolto deve aver riconosciuto nella propria legislazione nazionale il principio di diretta applicabilità delle Convenzioni Internazionali. Gli Stati che riconoscono tale principio possono esprimerlo con modalità diverse: in alcuni paesi, come i Paesi Bassi l'applicazione diretta delle Convenzioni Internazionali è stabilita nella Costituzione; in altri il principio è divenuto parte della giurisprudenza, come per esempio in Belgio. L'art. 44 prevede che ogni Stato sottoponga al Comitato sui diritti dell'infanzia un rapporto periodico sui provvedimenti adottati per applicare i principi sanciti dalla Convenzione. Il primo rapporto deve essere presentato entro due anni dall'entrata in vigore della Convenzione nello Stato; successivamente, ogni cinque anni. Ogni rapporto deve fornire dati riguardo alle misure adottate, che devono essere sufficienti al Comitato per confermare l'attuazione della Convenzione. Deve anche indicare i fattori e le difficoltà riscontrate dagli Stati parti e che impediscono di adempire agli obblighi previsti dal trattato. L'Italia ha attuato la Convenzione sui Diritti dell'infanzia con legge del 27 maggio 1991, n. 176, depositata presso le Nazioni Unite il 5 settembre L'Italia ha presentato il Secondo Rapporto periodico il 21 marzo L'esame del Rapporto italiano è avvenuto nel corso della XXXII Sessione del Comitato, il 31 gennaio GLI ARTICOLI 1. Il bambino (o bambina) è ogni essere umano fino a 18 anni. 2. Gli Stati devono rispettare, nel loro territorio, i diritti di tutti i bambini: handicappati, ricchi e poveri, maschi e femmine, di diverse razze, di religione diversa, ecc. 3. Tutti coloro che comandano devono proteggere il bambino a assicurargli la cure necessarie per il suo benessere. 4. Ogni stato deve attuare questa convenzione con il massimo impegno per mezzo di leggi, finanziamenti e altri interventi. In caso di necessità gli Stati più poveri dovranno essere aiutati da quelli più ricchi. 5. Gli Stati devono rispettare chi si occupa del bambino.

13 6. Il bambino ha diritto alla vita. Gli Stati devono aiutarlo a crescere. 7. Quando nasce un bambino ha diritto ad avere un nome, ed essere registrato ed avere l affetto dei genitori. 8. Il bambino ha diritto al proprio nome, alla propria nazionalità e a rimanere sempre in relazione con la sua famiglia. 9. Il bambino non può essere separato, contro la sua volontà, dai genitori. La legge può decidere diversamente quando il bambino viene maltrattato. Il bambino separato dai genitori deve mantenere i contatti con essi. Quando la separazione avviene per azione di uno Stato (carcerazione dei genitori, deportazione, ecc.) il bambino deve essere informato del luogo dove si trovano i suoi genitori. 10. Il bambino ha diritto ad andare in qualsiasi Stato per unirsi ai genitori. Se i genitori abitano in Stati diversi, il bambino ha diritto di mantenersi in contatto con loro. 11. Il bambino non può essere portato in un altro Stato illecitamente. Tutti gli Stati si devono mettere d accordo per garantire questo diritto. 12. Il bambino deve poter esprimere la propria opinione su tutte le cose che lo riguardano. Quando si prendono decisioni che lo interessano, prima deve essere ascoltato. 13. Il bambino ha diritto di esprimersi liberamente con la parola, lo scritto, il disegno, la stampa, ecc. 14. Gli Stati devono rispettare il diritto del bambino alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione. 15. Il bambino ha diritto alla libertà di associazione e di riunione pacifica. 16. Il Bambino deve essere rispettato nella sua vita privata. Nessuno può entrare a casa sua, leggere la sua corrispondenza o parlare male di lui. 17. Il bambino ha diritto a conoscere tutte le informazioni utili al suo benessere. Gli Stati devono:

14 far fare libri, film ed altro materiale utile per il bambino; scambiare con altri Stati tutti i materiali interessanti adatti per i bambini; proteggere i bambini dai libri o da altro materiale dannoso per loro. 18. I genitori (o i tutori legali) devono curare l educazione e lo sviluppo del bambino. Lo Stato li deve aiutare rendendo più facile il loro compito. 19. Gli Stati devono proteggere il bambino da ogni forma di violenza. 20. La Stato deve assistere il bambino che non può stare con la sua famiglia affidandolo a qualcuno. Chi si occupa del bambino deve rispettare la sue abitudini. 21. Gli Stati devono permettere l adozione nell interesse del bambino. L adozione deve essere autorizzata dalle autorità con il consenso dei parenti del bambino. Se l adozione non può avvenire nello Stato del bambino, si può fare in un altro Stato. L adozione non deve essere mai fatta per soldi. 22. Gli Stati devono cercare di unire alla sua famiglia il bambino separato e, se non ha famiglia, lo Stato lo deve proteggere come qualsiasi altro bambino. 23. Il bambino svantaggiato fisicamente e mentalmente deve vivere una vita completa e soddisfacente. Gli Stati devono scambiarsi tutte le informazioni utili per migliorare la vita dei bambini disabili e devono garantire l assistenza gratuita se i genitori o i tutori sono poveri. Inoltre bisogna fornire al bambino occasioni di divertimento. 24. Il bambino deve poter vivere in salute anche con l aiuto della medicina. Gli Stati devono garantire questo diritto con diverse iniziative: fare in modo che muoiano meno bambini nel primo anno di vita; garantire a tutti i bambini l assistenza medica; combattere le malattie e la malnutrizione fornendo cibi nutritivi ed acqua potabile; assistere le madri prima e dopo il parto; informare tutti i cittadini sull importanza dell allattamento al seno e sull igiene;

15 aiutare i genitori a prevenire le malattie e a limitare le nascite. 25. Il bambino che è stato curato deve essere controllato periodicamente. 26. Ogni bambino deve essere assistito in caso di necessità, di malattia o necessità economica, tenendo conto delle possibilità dei genitori o dei tutori. 27. Ogni bambino ha diritto a vivere bene. Gli Stati devono aiutare la famiglia a nutrirlo, a vestirlo, ad avere una casa, anche quando il padre si trova in un altro Stato. 28. Il bambino ha diritto all istruzione. Per garantire questo diritto gli Stati devono: fare le scuole elementari obbligatorie per tutti; fare in modo che tutti possano frequentare le scuole medie; aiutare chi ha la capacità a frequentare le scuole superiori; informare i bambini sulle varie scuole che esistono. Gli Stati devono controllare, anche, che nella scuola siano rispettati i diritti dei bambini. 29. L educazione del bambino deve: sviluppare tutte le sue capacità; rispettare i diritti umani e le libertà; rispettare i genitori, la lingua e la cultura del Paese in cui egli vive; preparare il bambino ad andare d accordo con tutti; rispettare l ambiante naturale. 30. Il bambino che ha una lingua o una religione diversa, ha il diritto di unirsi con altri del suo gruppo per partecipare ai riti e parlare la propria lingua. 31. Il bambino ha il diritto di giocare, di riposarsi e di svagarsi. Gli Stati devono garantire a tutti questo diritto. 32. Il bambino non deve essere costretto a fare dei lavori pesanti o rischiosi per la sua

16 salute. Gli Stati devono approvare delle leggi che stabiliscono a quale età si può lavorare, con quali orari ed in quali condizioni. Devono punire chi non le rispetta. 33. Gli Stati devono proteggere il bambino contro le droghe ed evitare che sia impiegato nel commercio della droga. 34. Gli Stati devono proteggere il bambino dallo sfruttamento sessuale. 35. Gli Stati devono mettersi d accordo per evitare il rapimento, la vendetta o il traffico di bambini. 36. Gli Stati devono proteggere il bambino da ogni forma di sfruttamento. 37. Nessun bambino deve essere sottoposto a tortura o punizioni crudeli. Se un bambino deve andare in prigione, deve essere per un motivo molto grave e per un breve periodo. In carcere deve essere rispettato, deve mantenere i contatti con la famiglia e deve essere tenuto separato da carcerati adulti. 38. In caso di guerra i bambini non devono essere chiamati a partecipare se non hanno almeno 15 anni. 39. Se il bambino è vittima della guerra, tortura o sfruttamento deve essere aiutato a recuperare la sua salute 40. Il bambino che non osserva la legge deve essere trattato in modo da rispettare la sua dignità. Gli Stati devono garantire: che nessun bambino sia punito per cose non punite dalla legge dello Stato; che il bambino accusato sia assistito da un avvocato e sia ritenuto innocente finché non è condannato; che la sua causa sia definita velocemente; che, se giudicato colpevole, abbia il diritto alla revisione della sentenza; che se parla un altra lingua abbia l assistenza di un interprete. 41. Gli articoli di questa Convenzione non devono essere sostituiti alla legge dello Stato se questa è più favorevole al bambino.

17 42. Gli stati devono far riconoscere i diritti dei bambini sia ai bambini stessi sia agli adulti. 43. Gli Stati devono scegliere dei rappresentanti che si riuniscano periodicamente e controllino se i diritti dei bambini vengono rispettati. 44. Entro due anni dalla approvazione di questa Convenzione, gli Stati devono informare il Segretario Generale dell ONU, comunicando come l hanno messa in pratica. 45. Le Nazioni Unite possono incaricare l UNICEF di controllare come i diritti dei bambini vengono rispettati in tutti gli Stati del mondo. 46. Questa Convenzione può essere firmata da tutti gli Stati del mondo. 47. La Convenzione deve essere approvata dall Assemblea Generale dell ONU. 48. La Convenzione può essere firmata, anche dopo l approvazione, da qualsiasi altro Stato. 49. La Convenzione entra in vigore dopo 30 giorni che è stata approvata dall ONU. 50. Ogni Stato può proporre cambiamenti al testo della Convenzione inviando le proposte di modifica al Segretario Generale dell ONU. 51. Il Segretario Generale farà conoscere a tutti gli Stati le osservazioni e le proposte di modifica fatte da ogni singolo Stato. 52. Uno Stato può ritirare l adesione alla Convenzione. 53. La Convenzione è depositata presso il Segretario Generale dell ONU. 54. La Convenzione depositata è scritta in arabo, cinese, inglese, francese, russo e spagnolo. La Convenzione sui diritti dell'infanzia rappresenta,quindi, lo strumento normativo internazionale più importante e completo in materia di promozione e tutela dei diritti dell'infanzia. La Convenzione, obbliga gli Stati che l'hanno ratificata a uniformare le norme di diritto interno a quelle della Convenzione e ad attuare tutti i provvedimenti necessari ad assistere i genitori e le

18 istituzioni nell'adempimento dei loro obblighi nei confronti dei minori. La Convenzione è innovativa perché chiarisce quali sono gli obblighi delle famiglie, delle società, degli Stati nei confronti dei bambini. E innovativa perché fa richiamo alla cooperazione internazionale come importante mezzo per il miglioramento delle condizioni di vita dei bambini di tutto il mondo. Ciò significa che le Nazioni più ricche devono garantire questi diritti dove mancano le risorse. Le Nazioni Unite hanno affidato all UNICEF il compito di favorire l applicazione della Convenzione in tutto il mondo. L UNICEF, da sempre, accanto ai diritti di base dei più giovani ( fame, sete, salute), si è impegnata a difendere i bambini e a lottare per il loro diritto di vivere. Si è impegnata ad aiutare le famiglie, le comunità locali, i governi, le vittime di guerra, lotta contro i pregiudizi e razzismi, impedisce lo sfruttamento minorile e sessuale e restituisce ai bambini la gioia di vivere e il diritto al gioco. In conclusione, posso dire che la Costituzione è un patto stretto tra lo Stato e i suoi cittadini per stabilire, in modo chiaro, quali siano i diritti e i doveri delle persone nei confronti dello Stato e quali i doveri e i diritti dello Stato verso i suoi cittadini. Possiamo utilizzare quel detto: patti chiari e amicizia lunga ovvero, se sono chiare le regole, non è difficile rispettarle e chi le infrange lo fa non per errore ma per colpevole trasgressione. La Convenzione sui diritti dell infanzia, invece, riconosce i fanciulli come individui, non sono possesso dei genitori, né prodotti dello Stato; gli Stati hanno la responsabilità morale di riconoscere i loro diritti in quanto cittadini distinti, ad ogni livello della società. IVAN RIZZO Classe III sez. B Scuola Secondaria di Primo Grado Docente Referente Prof.ssa Nastasi Lucia Stefania Grazia

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