RESPONSABILITA E COORDINAMENTO

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3 RESPONSABILITA E COORDINAMENTO Gabriele Bollini Dirigente Servizio Tutela Ambientale Provincia di Bologna. Rapporto a cura di Mauro Mariotti Direttore U.O. Rischio Ambientale, Paolo Pandolfi e Corrado Scarnato Osservatorio Epidemiologico del Dipartimento di Sanità Pubblica dell Azienda USL di Bologna (Direttore Dr. Fausto Francia) Hanno collaborato Daniele Agostini, Serena Lanzarini, Andrea Pizzoli, Claudio Po, Roberta Santini, Fulvio Romagnoli, Maurizia Zanini dei Dipartimenti di Sanità Pubblica delle Aziende USL di Bologna ed Imola e l Assessorato alla Sanità della Regione Emilia Romagna Servizio Flussi informativi, Emanuela Pipitone del Settore Salute e Sanità del Comune di Bologna. DIREZIONE E REDAZIONE Ufficio ARIA Settore Ambiente della Provincia di Bologna Via Zamboni 8 Bologna.

4 1. VALUTAZIONE SANITARIA DELLA QUALITA DELL ARIA 1.1 Premessa STIMA DELL ESPOSIZIONE DELLA POPOLAZIONE ALL INQUINAMENTO ATMOSFERICO 2.1 Indicatori dell inquinamento atmosferico utilizzati Stima dell esposizione Esposizione alle polveri PM Esposizione all ozono Soglie di non effetto Soglie considerate per stimare l impatto del PM Soglie considerate per stimare l impatto dell Ozono 8 3. STIMA DELL IMPATTO SANITARIO DELL INQUINAMENTO ATMOSFERICO 3.1 Popolazione, mortalità e ricoveri Residenti Mortalità e ricoveri Stima dell impatto sanitario del PM Impatto sulla mortalità Impatto sui ricoveri Stima dell impatto sanitario dell Ozono Impatto sulla mortalità Impatto sui ricoveri Confronto tra dati nel periodo Gli anni di vita persi Sintesi dei risultati Il rischio benzene Il rischio benzo(a)pirene Aggiornamento della bibliografia scientifica relativa alla VIS IL software AIRQ Riferimenti bibliografici del paragrafo 31 Allegato I.32 Allegato II 35 Appendice Valutazione dell impatto sanitario nella città di Bologna anno 2004

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6 1. VALUTAZIONE SANITARIA DELLA QUALITA DELL ARIA 1.1 Premessa L OMS ha evidenziato la stretta relazione esistente tra i livelli di concentrazione in aria di determinati inquinanti atmosferici e gli effetti sanitari sulle popolazioni esposte, soprattutto in termini di mortalità e di ricoveri ospedalieri, e ha suggerito di monitorare con continuità (in modo idoneo) la qualità dell aria fornendo valutazioni del suo impatto sulla salute. Occorre peraltro considerare che le funzioni di rischio esposizione-risposta, derivate da vari studi a livello europeo, consentono di effettuare stime di impatto sanitario dell inquinamento atmosferico con margini d errore sempre minori. Gli studi non permettono ovviamente di individuare le persone decedute o ricoverate a causa dell inquinamento atmosferico, ma servono a quantificare, con determinati margini d errore, l impatto dell inquinamento atmosferico su una data comunità. Questo studio di valutazione d impatto sanitario (VIS), è stato condotto secondo i metodi forniti dall OMS. Per fare ciò in modo veloce ed accurato, l Osservatorio Epidemiologico Metropolitano dei Dipartimenti di Sanità Pubblica delle Aziende USL di Bologna ed Imola, in questi anni, ha organizzato e implementato diverse banche-dati provinciali (relative ad inquinanti, popolazione, mortalità, ricoveri). Questo lavoro d implementazione dei dati (normalmente disponibili a partire dalla seconda metà dell anno) e di controllo della loro qualità, com è facile comprendere, ha richiesto molto tempo ritardando la pubblicazione di questo studio rispetto al periodo di riferimento (anno 2004). Occorre sottolineare che gli studi d impatto implicano non solo conoscenze teoriche consolidate, ma anche un intenso lavoro d equipe tra diverse professionalità, poiché ogni risultato, ottenuto con l ausilio dei software disponibili, deve essere interpretato. Ciò implica la costante consultazione di quanto viene prodotto sul piano scientifico a livello internazionale, ed europeo in particolare. Nella realizzazione di questo studio si è cercato di tenere conto del target, individuato principalmente nei decisori e nei cittadini più attenti al problema anche nelle loro espressioni organizzate. Pertanto si è cercato di utilizzare un linguaggio semplice, per quanto possibile in uno studio scientifico, e di facilitarne la lettura con tabelle e grafici. Riteniamo che la capacità di comunicazione sia importante quanto quella di sapere condurre lo studio, al fine di evitare sia sottovalutazioni sia sopravalutazioni dei fenomeni studiati. Quest aspetto è particolarmente importante nel caso dell inquinamento atmosferico, per la sua genesi complessa e soprattutto per le difficoltà che comporta la gestione della qualità dell aria (e le sue ricadute sulla salute pubblica) che presuppone un grande sforzo collettivo da parte di diversi attori. 3

7 2. STIMA DELL ESPOSIZIONE DELLA POPOLAZIONE ALL INQUINAMENTO ATMOSFERICO 2.1 Indicatori dell inquinamento atmosferico utilizzati Tra le centinaia di sostanze che costituiscono il cosiddetto inquinamento atmosferico, ve ne sono molte potenzialmente nocive per l uomo e per l ambiente. Applicando tecniche statistiche molto potenti sono state trovate correlazioni significative tra la concentrazione giornaliera di alcuni inquinanti e i loro effetti sulla salute ma non sono state ancora individuate in modo sicuro le sostanze inquinanti dell aria responsabili ultime degli effetti sulla salute. E possibile che gli effetti sanitari dell inquinamento atmosferico dipendano dalla somma degli effetti di ciascun inquinante ma non si può escludere a priori che essi siano dovuti solo ad alcuni inquinanti specifici. Al limite, gli esiti sanitari potrebbero essere dovuti ad interazioni non note tra i vari inquinanti o ad un inquinante che non viene misurato. Le reti di monitoraggio, infatti, si limitano a misurare le concentrazioni in aria degli inquinanti indicati dalle norme (che possono essere sostanze vere e proprie come l ossido di carbonio, l anidride solforosa, il biossido d azoto e l ozono, ovvero delle miscele di sostanze, più o meno complesse, come sono le polveri PTS, le PM10 e le PM2,5 gli ossidi d azoto e gli idrocarburi non metanici). Altre sostanze, potenzialmente nocive per l uomo e per l ambiente, non vengono di norma monitorate. L andamento temporale delle concentrazioni in aria degli inquinanti atmosferici, se si esclude l ozono, che ha caratteristiche nettamente distinte da quelle degli altri, è sostanzialmente parallelo. In altre parole vi è una certa corrispondenza tra i massimi ed i minimi delle concentrazioni in aria che complica l attribuzione a singoli inquinanti degli effetti sanitari osservati nella popolazione. Le stime che includono più inquinanti, non essendo ancora sufficientemente noti i responsabili ultimi degli effetti sanitari dell inquinamento atmosferico sulla salute della popolazione, possono quindi portare a sovrastimarne l effettivo impatto. 1 Di norma, negli studi d impatto, si utilizza una sola sostanza come indicatore del più complessivo inquinamento atmosferico, di cui sia nota, con ragionevole accuratezza, l esposizione della popolazione. 1 Quando l esposizione è dovuta ad una miscela di sostanze (ad es. inquinanti generati dal traffico veicolare) si individua un indicatore ragionevole della miscela, in quanto ogni inquinante che lo compone può avere lo stesso esito sulla salute negli stessi segmenti di popolazione (ad es. incrementare l incidenza delle affezioni respiratorie negli scolari). Utilizzare più indicatori della stessa sorgente o di sorgenti espositive fortemente correlate e combinarne gli impatti stimati comporta rischi di sovrastima. 4

8 Il Piano Sanitario Nazionale suggerisce di utilizzare il particolato atmosferico PM10 in virtù della relazione empirica esistente tra le sue concentrazioni e gli eventi sanitari registrati nella popolazione. Gli studi epidemiologici hanno infatti dimostrato che elevate concentrazioni di PM10 non solo determinano anticipi sulla mortalità (ovvero decessi in soggetti compromessi che sarebbero comunque avvenuti a breve termine) ma possono causare patologie polmonari in soggetti sani che, nel tempo, possono cronicizzare e anticiparne la morte. Perdurando le incertezze sulle sostanze (o le miscele di sostanze) responsabili degli effetti sulla popolazione dell inquinamento atmosferico, in molti studi è fornita anche la stima degli esiti sanitari attribuibili al biossido d azoto. 2 In questo studio, per stimare gli effetti acuti dell inquinamento atmosferico sull intera popolazione provinciale, si è deciso di utilizzare le esposizioni al PM10 e all ozono mentre per stimare gli effetti a lungo termine, in termini di anni di speranza di vita perduti, si sono utilizzati i dati del PM2,5 derivati da quelli (misurati) del PM10 applicando il fattore di conversione 0,7 suggerito dall OMS. 2.2 Stima dell esposizione L accuratezza dello studio d impatto è direttamente proporzionale a quella con cui si stima l esposizione della popolazione agli inquinanti considerati come indicatori dell inquinamento atmosferico complessivo (in questo studio PM10 e ozono). La stima dell esposizione a tali inquinanti non è semplice per vari motivi, a partire dal fatto che la popolazione è intrinsecamente mobile, e la concentrazione delle polveri PM10, soprattutto quella dell ozono, può variare da un luogo ad un altro in maniera considerevole. Riflettere questa complessità è molto difficile ma l OMS ritiene che i dati di concentrazione forniti da reti di monitoraggio progettate in modo idoneo, possano fornire una fotografia realistica dei livelli di esposizione medi. Le centraline utilizzabili negli studi d impatto sanitario devono rispettare un determinato standard di funzionamento, previsto dal modello utilizzato, riguardo al numero di giorni di funzionamento ed alla loro distribuzione tra periodo invernale ed estivo. L utilizzo dei dati di tutte le centraline della rete di monitoraggio è il sistema più utilizzato per controllare l errore di misura, giacché ogni singola stazione, in misura più o meno rilevante, può risentire di condizioni locali non facilmente identificabili e quantificabili. La stima ottenuta, utilizzando la media dei valori disponibili, è anch essa affetta da errore (esistendo all interno della provincia gradienti di concentrazione), ma la media rimane in ogni caso la migliore stima dell esposizione che si è in grado di produrre. 2 Vedi ad esempio lo Studio Misa 2. 5

9 La semplificazione che inevitabilmente s introduce nella stima dell esposizione utilizzando la media dei valori forniti dalle centraline della rete di monitoraggio (tanto più marcata quanto minore è il numero delle centraline di misura) trova la sua ragion d essere anche nella difficoltà di conteggiare gli esiti sanitari (mortalità, morbilità) in ambiti territoriali diversi da quelli dei confini amministrativi. Non deve quindi sorprendere l utilizzo di un dato d esposizione (a PM10 e ozono) uniforme a livello di tutta la provincia a fronte di un territorio sicuramente non uniforme in termini di urbanizzazione, di densità della popolazione e di numerosità e potenza delle sorgenti emissive. Questi elementi sono stati invece considerati nella zonizzazione del territorio provinciale effettuata in funzione della qualità dell aria. 3 La zonizzazione, com è noto, consiste nel catalogare ogni porzione territoriale allo scopo di stabilire le azioni da sviluppare in funzione del livello di qualità dell aria (laddove si supera il valore limite previsto dal DM 60/02, devono essere adottati piani di risanamento; dove esiste un rischio di superamento del valore limite si devono adottare piani d azione; infine, dove non esiste il rischio di superamento del valore limite, ci si può limitare ad adottare piani di mantenimento). 4 E bene sottolineare che il livello della qualità dell aria considerato nella zonizzazione, è un valore stimato in base a vari elementi (a partire dal livello di urbanizzazione e dalla densità di popolazione), mentre quello utilizzato per la definizione dell esposizione, si fonda su misure di concentrazione effettuate con continuità nel corso di un anno solare in punti scelti con criteri di rappresentatività Esposizione alle polveri PM10 Nel 2004 lo standard di qualità fissato dal software AirQ (proposto dall OMS come strumento per la realizzazione di Valutazioni di Impatto sulla Salute ed utilizzato in questo rapporto) è stato raggiunto da tutte e 4 le centraline della rete provinciale delle polveri PM10 (tabella n. 1). 3 Piano di Gestione per il risanamento, l azione e il mantenimento della qualità dell aria. Quadro conoscitivo. Provincia di Bologna, Assessorato all Ambiente, Nella nostra Provincia sono risultati critici tre inquinanti (le polveri PM10, l NO2 e il benzene) mentre nessuna criticità si è evidenziata per altri tre (CO, Pb, SO2). Infine, per quanto riguarda l ozono, non si è proceduto alla classificazione mancando il presupposto normativo (la direttiva ozono non è stata ancora recepita). Il problema ozono è tuttora critico, rispetto ai valori di tutela indicati dalla normativa attuale, sull intero territorio provinciale. 6

10 Tabella n.1 Standard di qualità AirQ e livelli di raggiungimento per ogni centralina utilizzata. Indicatore Standard Centraline AirQ San Felice Fiera Castenaso Imola Metodo gravimetrico a raggi β 5 a raggi β a raggi β % n di giorni giorni estivi / giorni invernali > 50 (366) 87,8 (318) 94,3 (345) 94,8 (347) a raggi β 94,5 (346) Tutte le centraline 99,7 (365) > 0,5 0,96 0,92 1,01 1,02 0,99 La media dei valori di concentrazione di PM10 forniti dalle centraline in funzione (Fiera, San Felice, Castenaso e Imola) è stata assunta come valore dell esposizione media della popolazione provinciale. I dati ambientali della stazione di Montecuccolino non sono stati considerati nella determinazione dell esposizione della popolazione a causa della particolare collocazione della stazione finalizzata alla rilevazione del fondo regionale Esposizione all ozono La stima dell esposizione all ozono è stata effettuata utilizzando i valori di concentrazione oraria delle tre centraline di Bologna (Montecuccolino, Giardini Margherita e Via Zanardi), di quelle di Castenaso e di Imola avendo tutte raggiunto lo standard di qualità previsto dal programma AirQ in termini di giorni di funzionamento (tabella n.1). 2.3 Soglie di non effetto Per le polveri PM10 e per l ozono, gli studi epidemiologici effettuati, non hanno permesso di individuare una soglia di non effetto. La mancanza di una soglia è attribuita, almeno in parte, all inevitabile ampia eterogeneicità delle suscettibilità individuali esistente tra la popolazione. Pertanto anche a valori inferiori a quelli fissati dalla normativa si registreranno effetti sulla salute e riduzione della speranza di vita. 5 A filtro singolo. 7

11 Ne consegue che, per stimare gli esiti sfavorevoli dell inquinamento atmosferico sulla salute della popolazione, le relazioni che intercorrono tra l esposizione (concentrazione in aria) e la risposta (esisti sanitari) sono più adeguate dei valori limite di legge Soglie considerate per stimare l impatto del PM10 Nel presente studio la stima dei morti e dei ricoveri in eccesso è stata effettuata considerando come soglie di non effetto, rispettivamente, i livelli di 10, 20, 40 e 60 µg/m 3. Quest ultimo è quello che si avvicina maggiormente al valore limite per la media giornaliera fissata al 1 gennaio 2004 (55 µg/m 3 ), da non superare più di 35 volte nel corso dell anno Soglie considerate per stimare l impatto dell Ozono La stima dei morti in eccesso è stata effettuata considerando come soglie di non effetto, rispettivamente, i 10, 60 e 110 µg/m 3 (media su 8 ore massima giornaliera nell arco di un anno civile). Il valore di concentrazione in aria di ozono di 120 µg/m 3 (media su 8 ore massima giornaliera nell arco di un anno civile) è l obiettivo a lungo termine per la protezione della salute. 6 6 Il valore di concentrazione di 120 µg/m 3 di biossido di azoto in aria è anche come valore bersaglio dal 2010 (che non dovrebbe essere superato per più di 25 giorni per anno civile come media su tre anni) [D.Lgs 183/2004]. 8

12 3. STIMA DELL IMPATTO SANITARIO DELL INQUINAMENTO ATMOSFERICO 3.1 Popolazione, mortalità e ricoveri Residenti Per effettuare i calcoli delle stime d impatto è necessario possedere i tassi grezzi degli effetti da misurare, utilizzando la popolazione residente [1] specifica per ogni esito. In questo caso, secondo convenzione scientifica, si è considerata come popolazione mediamente esposta alle concentrazioni di inquinante atmosferico quella media del periodo 1/01/2004 e 31/12/2004 (tabella n.2). Tabella n.2 Distribuzione per classi di età della popolazione residente in provincia di Bologna anno 2004 Provincia di Bologna Al 1/01/2004 Al 31/12/2004 media nel 2004 Tutte le età anni anni >64 anni Mortalità e ricoveri Nel 2004 i residenti morti in qualsiasi località [2], con i relativi tassi grezzi 7 di mortalità per , per le cause considerate, sono quelli riportati in tabella n.3. Tabella n. 3 Numero decessi e tassi grezzi per tutte le cause di morte e per patologie del sistema circolatorio ed apparato respiratorio - Provincia di Bologna anno Mortalità Anno 2004 Generale (ICD IX rev. < 800) Numero morti Tasso grezzo per patologie del sistema circolatorio (ICD IX ) Numero Tasso grezzo morti per patologie dell apparato respiratorio (ICD IX ) Numero Tasso grezzo morti Provincia , , ,8 I dati dei ricoveri ordinari [3], esclusi quelli in regime di Day Hospital, dei residenti in strutture del proprio territorio di riferimento 8, per determinati gruppi di cause e fasce di 9

13 età, e i tassi grezzi di ospedalizzazione per residenti 9 sono quelli riportati in tabella n.4. Tabella n. 4 numero di ricoveri e tasso grezzo di ospedalizzazione per sottogruppi di patologie Provincia di Bologna anno 2004 Ricoveri Provincia Numero Tasso ospedalizzazione (x ) Malattie del sistema circolatorio (ICD IX ) tutte le età ,9 Malattie dell apparato respiratorio (ICD IX ) tutte le età ,7 Malattie dell apparato respiratorio (ICD IX ) età anni ,7 Malattie dell apparato respiratorio(icd IX ) età >64 anni ,7 BPCO(ICD IX e ) tutte le età ,1 3.2 Stima dell impatto sanitario del PM10 Per i motivi illustrati al punto 1.2, in questo studio si sono utilizzati i dati di concentrazione media di PM10 forniti dalle centraline di Via San Felice, Fiera (zone ad elevata densità abitativa e con strade ad elevato traffico), Castenaso ed Imola assumendo che tutta la popolazione della Provincia di Bologna nel 2004 sia stata esposta a quelle concentrazioni. Raggruppando i 365 dati medi giornalieri di concentrazione del PM10 rilevati nel corso del 2004, in classi di 10 µg/m 3 si ottiene quanto riportato in tabella n.5. 7 Il tasso grezzo di mortalità è il rapporto tra il numero di morti e la popolazione media del periodo. 8 Per i residenti del comune di Bologna si sono considerati soltanto i ricoverati in strutture, pubbliche o accreditate, presenti sul territorio comunale, mentre per i residenti in provincia o nei restanti comuni si sono considerati i ricoveri in qualsiasi struttura, pubblica o accreditata, presente sul territorio della provincia di Bologna (nell archivio SDO ciò corrisponde al valore 001 per il campo Regime Ricovero e ai valori (tra "080105" e "080108") O "080908" O "080960" nel campo Codice Azienda). 9 Il tasso grezzo di ricovero è il rapporto tra il numero di ricoveri e la popolazione residente media del periodo. 10

14 Tabella n.5 Distribuzione concentrazioni di inquinamento da PM10 per giorni di frequenza Centraline Provincia di Bologna anno 2004 µg/m 3 giorni giorni cumulativi % % Cumulativa < ,3 0, ,2 11, ,2 42, ,1 66, ,8 75, ,7 86, ,2 91, ,5 94, ,5 96, ,6 98, ,8 98, ,8 99, ,0 99, ,0 99, ,3 100, Impatto sulla mortalità La stima d impatto è stata eseguita limitatamente agli effetti acuti sulla mortalità totale utilizzando il Rischio Relativo (RR) di letteratura implementato nel software AirQ che è uguale a 1,0074 (1,0062 1,0086) ovvero un rischio di incremento medio della mortalità negli esposti rispetto ai non esposti dello 0,74%. Il programma consente di stimare il numero dei decessi, nell anno considerato, attribuibili alle concentrazioni di PM10 cui è stata esposta la popolazione. I valori dei rischi relativi utilizzati sono quelli inerenti alla mortalità per cause naturali, per malattie del sistema circolatorio e per patologie respiratorie implementati nel suddetto software con i relativi limiti di confidenza al 95%. La stima del numero dei morti in eccesso da attribuire al PM10 è stata effettuata per intervalli di 10 µg/m 3, fino al valore di 60 µg/m 3, valore limite per la media giornaliera fissata al 1 gennaio 2003, da non superare più di 35 volte nel corso dell anno. La seguente tabella n. 6 riporta il numero dei decessi attribuibili al PM10 in funzione della soglia considerata di non impatto e i corrispondenti di Rischio Attribuibile (RA) espressi in percentuale e calcolati rispetto al totale della popolazione esposta a rischio nel periodo considerato, per la mortalità generale (ICD IX da 000 a 799), per cause cardiocircolatorie (ICD IX da 410 a 436) e per cause respiratorie (ICD IX da 460 a 519). 11

15 Tabella n. 6 Stima numero di decessi attribuibili al PM10 in funzione di differenti livelli di soglia per mortalità generale, cardiocircolatoria e respiratoria con indicazione del Rischio attribuibile (RA) Provincia di Bologna anno 2004 Provincia di Bologna Mortalità Generale Stima N morti (RA %) Tasso = 1072 IC al 95% N (RA %) Mortalità Cardiocircolatoria Stima N morti (RA %) Tasso = 332 IC al 95% N (RA %) Mortalità Respiratoria Stima N morti (RA %) Tasso = 86 IC al 95% N (RA %) Valore limite PM10 (µg/m 3 ) 10 (soglia sotto la quale si considera non si hanno effetti sulla salute) >60 >40 >20 >10 21 (0,87) 57 (0,98) 143 (1,42) 211 (2,09) (0,73-1,00) (0,82-1,14) (1,20-1,65) (1,76-2,42) 7 (0,94) 19 (1,06) 48 (1,54) 71 (2,26) (0,59-2,08) (0,66-2,35) (0,97-3,39) (1,42-4,94) 3 (1,40) 7 (1,58) 19 (2,29) 27 (3,35) (0,94-4,18) (1,06-4,71) (1,54-6,74) (2,25-9,65) Grafico n. 1 Stima eccesso percentuale di mortalità attribuibile a differente concentrazioni di PM10 Provincia di Bologna anno Tanto più alto è il valore limite tanto minore è il numero degli esiti attribuibile. Per comodità di lettura dei dati i calcoli sono stati eseguiti a diversi valori limite di media giornaliera: rispettivamente 10, 20, 40, e 60 µg/m 3 di PM10. 12

16 Come si può osservare dalla tabella n.6: il numero dei morti attribuibili diminuisce all aumentare del valore soglia che si prende in considerazione o, detto con altre parole, tanto più alta è la soglia considerata accettabile tanto minore risulta il numero dei morti attribuibili al suo superamento; il contributo percentuale sul totale dei morti tende ad aumentare per soglie particolarmente elevate, in quanto il rischio cumulato è molto più alto e riferito ad un numero di giorni basso. In altri termini la mortalità è particolarmente influenzata dai picchi di concentrazione raggiunti in quei giorni dall inquinante (grafico n.1) Impatto sui ricoveri I dati riguardanti la stima d impatto sui ricoveri vengono presentati nella tabella 3, utilizzando sempre, come soglie di non impatto i valori di 10, 20, 40 e 60 µg/m 3. I valori di RR utilizzati sono quelli forniti dalla letteratura internazionale e presenti nel software AIRQ. Per ogni patologia sono indicati la stima del numero dei ricoveri, il valore percentuale del Rischio Attribuibile (RA), i limiti di confidenza al 95 % del numero dei ricoveri e del RA per l intera provincia di Bologna (tabella n. 7). Tabella n. 7 Stima numero di ricoveri e RA% per gruppi di patologie attribuibili ad esposizione a differenti livelli di concentrazione di PM10 Provincia di Bologna anno 2004 Ricoveri Provincia di Bologna patologie respiratorie tasso=1097 patologie cardiovascolari tasso=2055 Stima N ricoveri (RA %) IC al 95% N (RA %) Stima N ricoveri (RA %) IC al 95% N (RA %) >60 >40 >20 >10 24 (0,94) 63 (1,06) 158 (1,54) 233 (2,26) (0,56-1,30) (0,64-1,48) (0,93-2,14) (1,37-3,13) 50 (1,05) 132 (1,19) 333 (1,73) 489 (2,53) (0,70-1,51) (0,80-1,71) (1,16-2,47) (1,70-3,62) 13

17 3.3 Stima dell impatto sanitario dell Ozono Per definire il livello di esposizione medio della popolazione provinciale si sono utilizzati i dati di concentrazione forniti dalle 5 centraline della rete di monitoraggio provinciale. I dati orari di ogni centralina sono stati raggruppati e mediati. Successivamente sono state calcolate le medie mobili trascinate su 8 ore e per ogni giorno è stato selezionato il valore massimo. Tali dati di concentrazione ambientale sono stati assunti come rappresentativi dell esposizione media dell intera popolazione della Provincia di Bologna. L assunto supera il problema degli spostamenti della popolazione che avvengono nel corso dell anno all interno della provincia, per motivi di lavoro o per altri motivi. Raggruppando i 365 valori massimi delle medie trascinate di 8 ore rilevati nel corso del 2004, in fasce di 10 µg/m 3, fino alla concentrazione di 200 µg/m 3 si ottiene quanto riportato nella tabella n.8. Tabella n. 8 - Distribuzione concentrazioni di inquinamento da Ozono per giorni di frequenza Centraline Provincia di Bologna anno 2004 µg/m 3 giorni giorni cumulativi % % Cumulativa < ,1 4, ,4 14, ,7 25, ,7 32, ,9 37, ,7 42, ,0 48, ,5 54, ,0 63, ,2 76, ,2 84, ,0 90, ,5 92, ,5 95, ,0 98, ,3 98, ,5 99, ,5 99, ,3 100, ,0 100, ,0 100,0 14

18 Grafico n. 2 Distribuzione di frequenza delle concentrazioni d Ozono nella Provincia di Bologna durante l anno 2004 Il grafico ci mostra la distribuzione di frequenza delle concentrazioni d Ozono nel corso del Si noti la presenza di due picchi in corrispondenza di 30 e 100 µg/m 3 Anche in questo caso per gli esiti sanitari considerati nello studio di impatto si sono utilizzati i valori dei rischi relativi (RR) desunti dalla letteratura ed implementati nel software con i relativi limiti di confidenza al 95% Impatto sulla mortalità La stima dei morti in eccesso, nel territorio della provincia di Bologna, da attribuire all ozono (tabella n. 9) e dei ricoveri (tabella n. 10) è stata effettuata alle soglie di 10, 60 e 110 µg/m 3. 15

19 Tabella n. 9 - Stima numero di decessi attribuibili all Ozono in funzione di differenti livelli di soglia per mortalità generale, cardiovascolare e respiratoria con indicazione del Rischio attribuibile (RA) Provincia di Bologna anno 2004 Provincia di Bologna Soglia di Ozono (µg/m 3 ) 2004 sotto la quale non si considerano effetti sulla salute MORTALITA >110 >60 >10 N (IC 95%) RA % N (IC 95%) RA % N (IC 95%) RA % Generale Cardiovascolare Respiratoria 17 0, , ,94 (1-26) (0,03-1,08) (5-174) (0,07-2,78) (12-447) (0,12-4,43) 4 0, , ,32 (nd - 6) (nd - 0,83) (nd-42) (nd - 2,15) (nd-108) (nd-3,44) 3 1, , ,92 (1-5) (0,64-2,82) (8-36) (1,66-7,09) (22-89) (2,66-11,01) I tre grafici seguenti (grafici n. 3, 4 e 5) permettono di valutare i relativi impatti sulla mortalità per differenti soglie e concentrazioni di Ozono. Grafico n. 3 Distribuzione percentuale dei 297 (12-447) morti stimati in eccesso a differenti concentrazioni di Ozono a partire dalla soglia di 10 µg/m 3 Provincia di Bologna anno

20 Grafico n. 4 Distribuzione percentuale dei 115 (5-174) morti stimati in eccesso a differenti concentrazioni di Ozono a partire dalla soglia di 60 µg/m 3 Provincia di Bologna anno 2004 Grafico n. 5 Distribuzione percentuale dei 17 (1-26) morti stimati in eccesso a differenti concentrazioni di Ozono a partire dalla soglia di 110 µg/m 3 Provincia di Bologna anno

21 3.3.2 Impatto sui ricoveri La stima dei ricoveri in eccesso (tabella 6), nel territorio della Provincia di Bologna, da attribuire all ozono è stata effettuata alle soglie di 10, 60 e 110 µg/m 3. Tabella n Stima numero di ricoveri e RA% per differenti gruppi di patologie attribuibili ad esposizione a vari livelli di concentrazione di Ozono Provincia di Bologna anno 2004 Provincia di Bologna Soglia di Ozono (µg/m 3 ) per patologie sotto la quale non si considerano effetti sulla salute respiratorie >110 >60 >10 N (ic 95%) RA % N (ic 95%) RA % N (ic 95%) RA % BPCO 6 1, , ,86 (BroncoPneumopatia Cronico Ostruttiva) (3-9) (0,61-1,78) (21-59) (1,59 4,55) (53-149) (2,55 7,17) Tutte x età >64 anni Tutte x età= anni 62 1, , ,32 (30-94) (0,50 1,59) ( ) (1,30 4,08) ( ) (2,10-6,45) 8 0, , ,56 (4-13) (0,36 1,35) (24-87) (0,95 3,47) (61-222) (1,52 5,51) Grafico n. 6 - Numeri di casi in eccesso di BroncoPneumopatia Cronico Ostruttiva (BPCO) alla soglia di 10 µg/m3 di Ozono Provincia di Bologna anno

22 3.4 Confronto tra dati nel periodo Per quanto riguarda i livelli di concentrazione di PM10 in aria i confronti sono stati effettuati utilizzando soltanto i dati provenienti dalla centralina di S. Felice per la quale è presente una continuità di rilevazione dal 1999 al La serie storiche è descritta in tabella n.11. Tabella n.11 Serie storica dei livelli di concentrazione PM10 (n. osservazioni, media, Deviazione Standard DS, moda, distribuzione in percentile e mediana) Centralina San Felice anni Anno n. dati Media DS moda 25 perc. Mediana 75 perc ,6 32,1 56,0 46,0 62,9 79, ,8 36,9 50,0 38,5 53,0 75, ,7 28,6 41,0 31,0 49,0 70, ,7 32,2 22,0 23,0 36,0 55, ,8 23,7 27,0 25,5 38,0 55, ,3 20,9 26,0 21,3 33,0 51,0 Il grafico successivo ci mostra l andamento dei valori delle medie annuale di concentrazione di PM10 rilevati a Porta S.Felice. Grafico n. 7 Andamento nel tempo delle medie annuali di concentrazione PM10 Centralina San Felice (Bologna) anni Media annuale di PM10 a S.Felice mcg/m anni Nel periodo considerato gli indici di centralità (media, moda e mediana) tendono a diminuire fino al 2002, anno in cui si osserva una certa stabilizzazione mantenutasi fino al

23 Poiché per il nostro studio è più importante la distribuzione di frequenza delle concentrazioni in termini di numerosità giornaliera, si ritiene utile mettere a confronto le distribuzioni percentuali dei dati giornalieri di concentrazione, suddivisi per classi di concentrazione (grafico n. 8). Grafico n. 8 Distribuzione concentrazioni di PM10 per percentuale di giorni di permanenza Centralina San Felice Bologna. Anni % gg < Distribuzione concentrazioni di PM10 dal '99 al '04 - Stazione S.Felice mcg/m In sostanza si rileva un progressivo spostamento dei massimi delle curve dalle serie di concentrazione più alte a quelle più basse. In tal modo le curve cambiano profilo, aumenta l asimmetria perché i valori massimi si concentrano nella coda sinistra della distribuzione, con una minore dispersione (confermato anche per il 2004) dei valori rispetto a quello medio. Non si rilevano, inoltre, negli ultimi anni, picchi nelle fasce più alte di concentrazione dell inquinante. In conclusione si assiste ad una lenta, ma costante riduzione dei livelli di concentrazione misurati dalla centralina di S. Felice sia in termini di media annuale che in termini di dispersione dei dati. Per quanto riguarda la mortalità generale in Provincia di Bologna, espressa in percentuale di RA, per le soglie di PM10 di 10, 40 e 60 µg/m 3, i valori che si ottengono, utilizzando solo i dati di concentrazione di PM10 della centralina di Porta S. Felice per il periodo , sono quelli riportati in tabella n

24 Tabella n. 12 RA percentuale per differenti soglie di concentrazione di PM10 nel periodo Centralina San Felice (Bologna) Anno <10 <40 < ,23 1,27 1, ,90 1,49 1, ,90 1,95 2, ,46 2,04 1, ,23 2,44 2, ,43 2,56 1,94 Grafico n. 9 Andamento RA% di mortalità generale nel periodo secondo le concentrazioni di PM10 riscontrate nella centralina di Porta San Felice (Bologna) Mortalità generale in eccesso stimata a varie soglie di PM10 RA % 5 4,5 4 3,5 3 2,5 2 1,5 1 0,5 0 <10 <40 < anni I valori di RA% rappresentano la percentuale di decessi attribuibili all esposizione a PM10, sul totale dei morti effettivi nell anno considerato (con gli opportuni aggiustamenti dovuti al numero di giorni dell anno effettivi in cui sono disponibili i dati dell inquinante, come ricordato in precedenza), nella Provincia di Bologna per le tre soglie (10, 40 e 60 µg/m 3 ) considerate di impatto nullo. 11 Il numero dei dati richiesto da AirQ per l attendibilità delle stime non è stato raggiunto. 21

25 Dal grafico n. 9 si evince un decremento costante della mortalità per tutte le cause nel corso degli ultimi anni con l eccezione del 2003 per la soglia di 10 µg/m 3. Invece per le altre due soglie (<40 e <60 µg/m 3 ) il decremento ha riguardato anche il 2003, poiché sono diminuiti i giorni con i valori del PM10 più elevati. 3.5 Gli anni di vita persi L indicatore ANNI di VITA PERSI (Years of Life Lost - YOLL) è un parametro che rende, forse, più concretamente visibile il danno prodotto dal persistere dell inquinamento atmosferico da PM10 rispetto al numero dei morti attribuibili calcolato in precedenza. Tenendo conto che muoiono persone d età diverse, il danno subito dall intera collettività con il venire a mancare di risorse umane preziose, è stimato in termini di anni di vita perduti attribuendo un maggior peso sociale alle morti cosiddette premature. Anche per questa stima si è utilizzato il software AirQ, versione Il programma prevede l inserimento, oltre che dei dati ambientali, anche della struttura per età della popolazione (in classi quinquennali d età) e del numero di morti totali, dei morti per malattie cardio-polmonari (C-P) e dei morti per tumori del polmone (T-P) (sempre in classi quinquennali d età). La simulazione si proietta in un intervallo di 10 anni a partire dal La tabella n. 13 riporta i relativi dati per la Provincia di Bologna nell anno 2004: Tabella n.13 Distribuzione della mortalità per patologie cardiopolmonari (C-P) e per tumore (T-P) in classi quinquennali di età nei residenti in Provincia di Bologna anno Da a Residenti (a metà anno) Morti (ICD<800) Morti C-P Morti T-P

26 I modelli implementati in AirQ 2.2.3, per questo tipo di calcoli, purtroppo si riferiscono solo al PM2,5. Si è allora utilizzato il fattore di conversione 0,7 (PM2,5 = PM10*0,7) [4]. Ciò significa che il valore di media annuale di PM2,5 utilizzato equivale a 27 µg/m 3, non diverso dal valore di 27 osservato nelle centraline dell ARPA per la seconda metà dell anno 2004 (periodo estivo e invernale) 12 Utilizzando la soglia di non effetto di 15 µg/m 3 (fissato per il confronto tra studi europei) si ottiene la speranza di vita espressa in anni per ogni età e gli anni di speranza vita persi a seguito dell esposizione ai livelli raggiunti dalle polveri PM2,5 nel Nella tabella n. 14 la colonna % impatto fornisce il valore di quanto gli anni persi incidono sul totale di anni di speranza di vita per ogni classe d età considerata. Tabella n. 14 Stima anni di vita persi e relativa percentuale di impatto in differenti classi di età per esposizione a PM2,5 nella popolazione residente in Provincia di Bologna. Età Speranza di vita (anni) Anni persi Limiti di Confidenza al 95 % % impatto 0 82,30 0,67 (0,18 1,17) 0,81 (0,22 1,42) 5 77,56 0,68 (0,18 1,18) 0,88 (0,23 1,52) 10 72,59 0,68 (0,18 1,18) 0,94 (0,25 1,63) 20 62,67 0,68 (0,18 1,18) 1,09 (0,29 1,88) 30 52,82 0,68 (0,18 1,18) 1,29 (0,34 2,23) 50 33,54 0,64 (0,17 1,12) 1,91 (0,51 3,34) 65 20,28 0,56 (0,15 0,97) 2,76 (0,74 4,78) 80 9,46 0,40 (0,10 0,70) 4,23 (1,06 7,40) 100 2,28 0,16 (0,04 0,29) 7,02 (1,75 12,72) 110 0,82 0,01 (0,00 0,02) 1,22 (0 1,64) La tabella n.14 va letta nel seguente modo: un bambino nato nel 2004 in Provincia di Bologna ha, in base alla struttura per età della popolazione e al tasso di mortalità generale osservato nel 2004, una speranza di vita di 82,3 anni. Di questi però 0,67 (con un intervallo di confidenza da 0,18 a 1,17) sono perduti a causa dell esposizione ai livelli d inquinamento ipotetici da PM2,5 del In altre parole lo 0,81 % della propria speranza di vita va perduta per l inquinamento da PM2,5 nel Dalla suddetta tabella si evince come siano le fasce di popolazione anziana a pagare il maggior tributo in termini di speranza di vita perduta. Infatti, a partire dai 65 anni, la percentuale di speranza di vita perduta si impenna fino a toccare oltre il 7 % nell età di 100 anni (con un intervallo di confidenza al 95 % di 1,75 e 12,72). Il software utilizzato fornisce anche ulteriori dati sinteticamente descritti nella seguente tabella n Lo stato di qualità dell aria nella provincia di Bologna anno ARPA Emilia Romagna, Sezione Provinciale di Bologna. In Piano di Gestione per il Risanamento, l Azione e il Mantenimento della qualità dell Aria Quadro Conoscitivo. Provincia di Bologna Anno

27 Tabella n. 15 Stima anni di vita persi dall anno di inizio della simulazione con software AirQ relativamente alle esposizioni di PM2,5 stimate per l anno 2004 Provincia di Bologna. Anni di vita persi dall anno di inizio della simulazione (IC al 95 %) Tasso x 100 mila residenti Tutte le età 338,40 (91,02 573,78) 35,82 (9,63 60,73) < 65 anni 38,29 (10,32 64,81) 5,32 (1,43 9,01) Vediamone il significato. Anni di vita perduti dall anno d inizio della simulazione 13 La popolazione provinciale ha perduto nel 2004 oltre 338 anni di vita (con un minimo da 91 ad un massimo di circa 580 anni). Questo valore può essere letto anche come 35,82 anni di vita perduti ogni 100 mila abitanti. Poiché per convenzione di calcolo, si considera che la morte avvenga sempre e comunque a metà dell anno, ossia si considerano 0,5 anni di vita persi, in termini di numero di morti, l esposizione protratta per lungo tempo alle polveri PM2.5 ai livelli del 2004 determinerebbe 677 (338,40 * 2) morti (assumendo 15 µg/m 3 come soglia di non effetto). La popolazione di età inferiore ai 65 anni (ma superiore a ) perde 38 anni di vita (5 anni ogni abitanti) a causa dell inquinamento da PM2,5. La seguente tabella n.16 rappresenta la somma degli anni di vita attesa persi dalla popolazione a causa dell esposizione a valori medi di PM2,5 superiori alla soglia di non impatto, solo nel 2004 (circa 8 mila anni di vita attesa con un minimo da 2088 ad un massimo di circa anni). Rapportando a abitanti il valore ottenuto è di 842 anni di vita persi. Tabella 16 Stima anni di vita persi dovuti ai morti nel primo anno di simulazione attribuibili all esposizione a PM2,5 stimata nel 2004 Provincia di Bologna. Anni di vita persi dovuti ai morti nel primo anno di Tasso x 100 mila residenti simulazione (IC al 95 %) Tutte le età 7957,51 (2088, ,20) 842,28 (221, ,14) 13 La simulazione è stata fatta utilizzando il programma AirQ considerando l esposizione dell anno 2004 per tutto il tempo di vita della popolazione della Provincia di Bologna.. Il programma consente anche la simulazione con scenari in cui l esposizione muta nel corso degli anni. Infine si possono associare pesi diversi alle varie età, per esempio si può considerare un peso superiore, in termini di rischio di esposizione, per i bambini, dal momento che per loro la vita attesa è maggiore. 14 Il modello utilizzato da AirQ considera solo la popolazione con più di 30 anni. Pertanto nel computo degli anni di vita persi attribuibili all esposizione al PM2.5, non entrano gli anni persi dai soggetti di età inferiore ai 30 anni. 24

28 La somma degli anni di vita attesa persi dalla popolazione, a causa dei valori medi di PM2,5 superiori alla soglia di non impatto (15 µg/m 3 ), nel periodo compreso tra il 2004 ed il 2013 è pari a anni (con un minimo da oltre ad un massimo di circa anni) ovvero di anni ogni abitanti (tabella n. 17). Tabella n Stima somma anni di vita persi nel periodo per esposizione a valori medi di PM2,5 superiori a 15 µg/m 3 (anni di vita perduti nei primi 10 anni per tutte le età). Anni di vita persi nei primi 10 anni (IC al 95 %) Tasso x 100 mila residenti Tutte le età ,60 (7833, ,00) 3110,28 (829, ,25) Errata Corrige relazione anno 2003 La tabella 14 di cui a pag. 56 della relazione Valutazione sanitaria della qualità dell aria Anno 2003 va cambiata con la seguente tabella: Tabella n. 14 (relazione anno 2003) Distribuzione della mortalità per patologie cardiopolmonari (C-P) e per tumore (T-P) in classi quinquennali di età nei residenti in Provincia di Bologna anno Da a Residenti (a metà anno) Morti (ICD<800) Morti C-P Morti T-P I calcoli per gli anni di speranza di vita persi vanno modificati di conseguenza. 25

29 3.6 Sintesi dei risultati Considerando la concentrazione di 10 µg/m 3 come soglia di non effetto, nel 2004 l'impatto dell inquinamento da polveri PM10 sulla mortalità totale è risultato del 2,09% su tutto il territorio provinciale. L impatto è stato maggiore sulla mortalità per patologie del sistema circolatorio (2,26%), ed ancora di più sulla mortalità per patologie dell apparato respiratorio (3,35%). Considerando sempre la concentrazione di 10 µg/m 3 come soglia di non effetto, l impatto del PM10 sui ricoveri per malattie dell apparato respiratorio è stato del 2,26% e del 2,53% sui ricoveri per le patologie cardiovascolari. Ovviamente se si considera come soglia di non effetto una concentrazione superiore (ad es. i 40 µg/m 3 - valore limite di Legge da raggiungere nel 2005), l impatto sulla mortalità totale e sui ricoveri si abbassa. I valori di impatto per l intera provincia, considerando come soglia di non effetto i 10 µg/m 3 di ozono, risultano del 2,94%per la mortalità generale, del 2,32% per patologie del sistema circolatorio e del 6,92% per le malattie dell'apparato respiratorio. Considerando invece i ricoveri per cause respiratorie attribuibili all ozono (con soglia di non effetto pari a 10 µg/m 3 ) in provincia il rischio è risultato maggiore per gli anziani (4,32%) che per gli adulti 15 (3,56%). Per i ricoveri per BPCO il rischio attribuibile sfiora il 5% in provincia. Confrontando i dati di mortalità generale nel periodo attribuibili all esposizione a PM10 ai livelli di concentrazione misurati dalla sola stazione di Via San Felice, si nota un andamento in calo, dovuto alla diminuzione dei livelli di concentrazione. Il rischio attribuibile è passato da valori superiori al 4% a valori leggermente superiori al 2%. Lo stallo presente nel 2002 sembra superato essendo ripresa la tendenza al calo degli effetti sanitari dell inquinamento atmosferico. L'analisi sugli anni di vita persi attribuibili all'inquinamento da PM2,5 (ottenuto come stima mediante fattore di conversione con i dati del PM10), considerando come soglia di non effetto i 15 µg/m 3, ci indica in circa 340 gli anni di vita persi, corrispondenti a oltre 650 morti per un'esposizione a lungo termine ai livelli di concentrazione registrati nel Limitando la stima agli anni di vita perduti nei prossimi 10 anni dalla popolazione (considerando inalterati i livelli di concentrazione del 2004) dobbiamo attenderci per ogni abitanti oltre anni di vita persi. Per meglio comprendere questi numeri è possibile un confronto con i dati del 2000 della città di Madrid, che ha adottato la stessa metodologia di analisi, dai quali risulta una concentrazione di PM2,5 di 18,4 µg/m 3. Il numero di Anni di vita perduti dall anno di inizio della simulazione per tutte le cause è di 8,5 ogni abitanti, in confronto al valore di 35,82 ogni per la 15 Persone tra 15 e 64 anni. 26

30 Provincia di Bologna nel 2004; in pratica a Madrid gli anni di vita perduti attribuibili all esposizione di PM2,5 risultano circa 4 volte più bassi di quelli stimati per la nostra provincia Il rischio benzene Il benzene è un inquinante critico nei centri storici di Bologna e Imola a causa della densità degli edifici, della struttura delle strade e dei flussi di autoveicoli e ciclomotori/motocicli. 16 Nella rete provinciale di monitoraggio sono presenti tre stazioni ubicate a Bologna (Giardini Margherita, Via Zanardi, Porta San Felice) tutte e tre all esterno del Centro Storico. I valori della concentrazione media annuale del benzene, nel 2004, nelle tre stazioni, sono risultati, rispettivamente: 1, 2 e 4 µg/m Il danno associato all esposizione al benzene a quelle concentrazioni si può stimare in base al valore del rischio unitario proposto dall OMS ( x10-6 µg/m 3 ). 18 Assumendo che il valore di esposizione medio della popolazione della Provincia di Bologna residente fuori dai centri storici di Bologna e di Imola sia di 3 µg/m 3 si può stimare che il numero dei casi di leucemia attribuibili in 75 anni (valore della vita media di un uomo) siano compresi tra 5 e 8 per ogni 1 µg/m 3 di benzene Il rischio benzo(a)pirene Nel 2004 le concentrazioni medie annuali di benzo(a)pirene nelle tre stazioni di Bologna (Giardini Margherita, porta San Felice, Via Rizzoli) sono risultate rispettivamente 0.26, 0,61, 0,51 ng/m Il danno associato all esposizione al benzo(a)pirene a quelle concentrazioni si può stimare in base al valore del rischio unitario proposto dall OMS (8.7 x10-2 µg/m 3 ) Provincia di Bologna, Valutazione della Qualità dell aria, Anno Il valore limite fissato dalla normativa vigente per la protezione della salute umana, nel 2004, era di 5 µg/m 3 con margine di tolleranza di 5 µg/m 3. E previsto dalla normativa che tale margine di tolleranza sia ridotto il 1 gennaio 2006, e successivamente secondo una percentuale annua costante, per raggiungere lo 0% al 1 gennaio 2010 quando il valore limite sarà di 5 µg/m 3 senza margine di tolleranza. 18 Guidelines for Air pollutants with carcinogenetic health endopoints (Guidelines for Air Quality, Geneva, 1999). 19 Il valore obiettivo annuo fissato dal DM è di 1 ng/m Guidelines for Air pollutants with carcinogenetic health endopoints (Guidelines for Air Quality, Geneva, 1999). 27

31 Ciò significa che in una popolazione di un milione di abitanti, grossomodo quella della provincia di Bologna, esposta per tutta la vita a benzo(a)pirene, i casi di cancro polmonare attribuibili in 75 anni (valore della vita media di un uomo) sono 87 per ogni 1 ng/m 3 di benzo(a)pirene di esposizione. CONCLUSIONI Accuratezza della stima di esposizione alle polveri PM10 Da tempo, nell apposito Gruppo Tecnico, si sta discutendo di adeguare la rete di monitoraggio della qualità dell aria nella Provincia di Bologna. Tale adeguamento è necessario per rendere omogenei e confrontabili i dati della qualità dell aria rilevati a livello regionale, nazionale ed europeo. La rete di monitoraggio fornisce informazioni utili a vari scopi, compreso quello della stima dell esposizione della popolazione all inquinamento atmosferico necessaria per stimare l impatto sanitario dell inquinamento atmosferico in termini di mortalità e di morbilità. Per stimare quest ultimo si utilizzano, come si è detto, degli indicatori: le polveri PM10 (per gli effetti acuti), il PM 2,5 (per gli effetti a lungo termine), e l ozono (per gli effetti acuti sulla salute indipendenti da quelli causati dalle polveri sottili). In una logica conservativa, per evitare il rischio di sottostimare l impatto dell inquinamento atmosferico, si potrebbero utilizzare anche i dati del biossido di azoto e non è escluso che ciò possa avvenire a partire dal prossimo anno. Per tale eventualità, si sta predisponendo il database dei dati ambientali in modo da poter effettuare nei prossimi anni lo studio di impatto sanitario del biossido d azoto. Ciò d altronde viene scientificamente sottolineato anche da recenti risultati pubblicati dal gruppo nazionale MISA che enfatizza l importante ruolo ed impatto sanitario del biossido di azoto. Infine la rete consente di stimare l impatto sanitario del benzene e degli IPA in base ai valori di rischio unitario proposti dall OMS per questi due cancerogeni. Non vengono invece stimati gli impatti sulla salute di altri inquinanti come il CO, l SO2 e le polveri PTS che pure sono monitorati dalla rete di rilevamento per i motivi detti in premessa. Dato che, a fronte di un territorio non omogeneo in termini di urbanizzazione, di densità di popolazione e di condizioni meteoclimatiche l esposizione della popolazione a livello provinciale si considera omogenea, e viene stimata utilizzando i valori di concentrazione in aria forniti dalle varie stazioni della rete di monitoraggio, ne consegue che l accuratezza con cui si stima l esposizione della popolazione è fortemente influenzata dall ubicazione delle stazioni di monitoraggio degli inquinanti assunti come indicatori dell inquinamento atmosferico complessivo. 28

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