IIS SEVERI-CORRENTI. Formazione sicurezza
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- Antonia Barbieri
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1 IIS SEVERI-CORRENTI Formazione sicurezza ALTERNANZA SCUOLA LAVORO Classi Terze a.s. 2015/2016
2 Potenziamento della cultura della prevenzione degli infortuni e della normativa vigente rispetto a stage, tirocini e alternanza nel mondo del lavoro. UdA 1 Approccio alla percezione del rischio La valutazione dei rischi La classificazione dei rischi Il rischio chimico-biologico
3 INFORTUNI E MALATTIE PROFESSIONALI: definizioni Infortunio: evento dannoso che si verifica in occasione di lavoro per una causa violenta e che pregiudicano, temporaneamente o permanentemente, la capacità lavorativa. Malattie professionali: alterazione dello stato di salute di un lavoratore originata da cause inerenti allo svolgimento della prestazione di lavoro. Rischi per la sicurezza: legati a danni acuti e fatti esterni che agiscono rapidamente sulla persona e costituiscono un nesso di causa/effetto con la lesione. Rischi per la salute: legati a danni progressivi e cronici provocati da fattori esterni che agiscono lentamente sulla persona addetta alle specifiche lavorazioni pericolose.
4 INFORTUNI E MALATTIE PROFESSIONALI Rischi per la sicurezza Strutture (scale, pareti, aperture ecc.) Macchine, apparecchiature, attrezzature Mezzi di trasporto Sostanze pericolose Impianti elettrici Incendi, esplosioni Rischi per la salute Rumore Vibrazioni Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti Condizioni climatiche Polveri e fibre Fumi, nebbie, gas, vapori Rischi trasversali: fattori di rischio legati all organizzazione del lavoro, a fattori psicologici e organizzativi.
5 INFORTUNI: nesso causale Infortunio Occasione di lavoro Riconoscimento nesso causale Valutazione del danno, sopralluoghi, valutazioni tecniche Ricostruzione della dinamica e delle cause di un infortunio
6 MALATTIE PROFESSIONALI: nesso causale? Malattia professionale Occasione di lavoro? Difficoltà diagnostich e Riconoscimento nesso causale Malattie multifattoriali - Tempi di latenza - Mancanza di riferimenti scientifici ecc. Ricostruzione della dinamica e delle cause di una malattia professionale
7 PERICOLO Dalle norme tecniche: fonte di potenziale danno ESPOSIZIONE AL PERICOLO situazione in cui il pericolo diventa concreto, cioè situazione in cui una persona è esposta al pericolo DANNO lesione fisica alla persona come conseguenza diretta o indiretta di esposizione al pericolo
8 Il Rischio RISCHIO (dimensione del) Combinazione della probabilità di un evento dannoso e della entità delle sue conseguenze (UNI 11230) Probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione (D. Lgs. 9 aprile 2008, n. 81) 8
9 Le condizioni di rischio Esposizione Fonte di pericolo Persona Incidente Danno Area del rischio
10 Classificazione dei rischi Dal punto di vista operativo e delle misure di prevenzione: RISCHI ELIMINABILI RISCHI RIDUCIBILI RISCHI RITENIBILI RISCHI TRASFERIBILI
11 Classificazione dei rischi Dal punto di vista della tipologia del pericolo: RISCHI CONVENZIONALI RISCHI SPECIFICI RISCHI DA CARENZA ORGANIZZATIVA
12 Classificazione dei rischi RISCHI CONVENZIONALI Legati alle strutture e agli impianti, sono generalmente più noti in quanto presenti nella totalità degli ambienti di lavoro. Esempi di rischi convenzionali sono quelli legati a: impianti elettrici, termici e tecnologici stato delle strutture barriere architettoniche
13 Classificazione dei rischi RISCHI SPECIFICI Legati alla presenza di specifici agenti fisici, chimici, biologici. Esempi di rischi specifici sono quelli legati a: agenti fisici: rumore, vibrazioni, radiazioni... agenti chimici: vapori, fumi, liquidi, gas
14 Classificazione dei rischi RISCHI DA CARENZA ORGANIZZATIVA Derivano da una inefficiente organizzazione del lavoro, sia in termini gestionali, sia in termini metodologici, sia in termini operativi. Esempi sono costituiti da: mancanza o inefficacia di procedure interne; scarso coinvolgimento dei dipendenti a tutti i livelli; carenza metodologica; non chiare attribuzioni di responsabilità insufficiente informazione e formazione
15 L analisi del rischio: la stima del rischio LA STIMA DEL RISCHIO La stima è finalizzata alla attribuzione dei valori alla dimensione del rischio La stima qualitativa dell entità del rischio è concettualmente basata: sulla valutazione di due elementi: - probabilità del verificarsi di un evento dannoso - magnitudo delle conseguenze (entità del danno) sul giudizio esperto legato a: - grado di conoscenza - qualità delle informazioni
16 LA STIMA DEL RISCHIO Esempio di definizione di scale di valutazione qualitative: PROBABILITÀ Bassissima Medio-bassa Medio- alta Elevata MAGNITUDO Trascurabile Modesta Notevole Ingente
17 PROBABILITÀ 1 Bassissima L evento dannoso è improbabile. La sua manifestazione è legata al contemporaneo verificarsi di più eventi indipendenti e poco probabili. L'evento non si è mai presentato durante l'attività produttiva. 2 Medio bassa L evento dannoso è poco probabile ma possibile. E legato al contemporaneo verificarsi di più eventi non necessariamente indipendenti e di probabilità non trascurabile. L'evento si è presentato raramente durante l'attività produttiva.
18 3 Medio alta PROBABILITÀ L evento dannoso è probabile. Tipicamente legato a funzionamenti anomali delle macchine e degli impianti, non rispetto delle procedure di lavoro, non utilizzo dei mezzi di prevenzione e protezione. L'evento si è presentato con una certa frequenza durante l'attività produttiva. 4 Elevata LA STIMA DEL RISCHIO L evento dannoso è altamente probabile. Con le stesse caratteristiche precedenti, tende a verificarsi diverse volte. L'evento si presenta molto frequentemente nell'attività produttiva.
19 MAGNITUDO 1 Trascurabile Il danno è rapidamente reversibile e di scarsa entità. Non comporta l abbandono del posto di lavoro. 2 Modesta Il danno comporta una parziale limitazione funzionale reversibile in pochi giorni con completo ripristino della capacità lavorativa. 3 Notevole Il danno comporta una limitazione funzionale reversibile solo dopo un certo tempo con eventuale riduzione della capacità lavorativa. 4 Ingente Il danno è irreversibile e comporta una notevole e permanente riduzione della capacità lavorativa, o l inabilità, o la morte.
20 Concetto di rischio e valutazione Si definisce RISCHIO (R), la probabilità di accadimento di un dato evento in grado di provocare determinate conseguenze caratterizzate da uno specifico danno. R = f x m Es. Caduta dall alto, incendio, esplosione Nello specifico.. E un concetto probabilistico. Dipende da: Frequenza di Accadimento (f); Magnitudo (M).
21 Rischio chimico-biologico
22 AGENTI CHIMICI (D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81art.222): tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli sia nei loro miscugli, allo stato naturale o ottenuti, utilizzati o smaltiti, compreso lo smaltimento come rifiuti, mediante qualsiasi attività lavorativa, siano essi prodotti intenzionalmente o no e siano immessi o no sul mercato
23 AGENTI CHIMICI PERICOLOSI (D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81 art. 222) 1) agenti chimici classificati come sostanze pericolose ai sensi del Decreto Legislativo 3 febbraio 1997, n. 52, e successive modificazioni, nonché gli agenti che corrispondono ai criteri di classificazione come sostanze pericolose di cui al predetto Decreto (sono escluse le sostanze pericolose solo per l ambiente) 2) agenti chimici classificati come preparati pericolosi ai sensi del Decreto Legislativo14 marzo 2003, n. 65, e successive modificazioni, nonché gli agenti che rispondono ai criteri di classificazione come preparati pericolosi di cui al predetto Decreto (sono esclusi i preparati pericolosi solo per l ambiente) 3) agenti chimici che, pur non essendo classificabili come pericolosi, in base ai numeri 1) e 2), possono comportare un rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori a causa di loro proprietà chimico-fisiche, chimiche o tossicologiche e del modo in cui sono utilizzati o presenti sul luogo di lavoro, compresi gli agenti chimici cui è stato assegnato un valore limite di esposizione professionale.
24 VIE DI ESPOSIZIONE 1) INALAZIONE (naso, bocca, pori); 2) INGESTIONE (bocca); 3) CONTATTO CUTANEO (pelle, mucosa, ferite).
25 POSSIBILI DANNI: corrosione; irritazione; reazioni allergiche; soffocamento, asfissia; avvelenamento/intossicazione; effetti negativi sul feto; disturbi dell apparato riproduttivo; cancro.
26 ETICHETTATURA DELLE SOSTANZE Le etichette chimiche sono un importante fonte di informazione sulla loro pericolosità. I prodotti chimici sono etichettati allo scopo di informarci sui rischi a cui siamo esposti e sui danni a cui possiamo andare incontro per la nostra salute, per l ambiente e per i nostri beni. Oltre che i pericoli, le etichette ci indicano anche le precauzioni da prendere per il loro utilizzo, conservazione e smaltimento e su cosa fare in caso di incidente o infortunio causati dal loro uso.
27 Precise norme emanate a livello europeo dal 1967, e in vigore in Italia dal 1974, stabiliscono quali informazioni vanno poste sull etichetta e quale formato questa deve avere. Queste regole si sono via via evolute ed adeguate nel tempo in base alle nuove conoscenze della scienza e della tecnica. La normativa che disciplina il contenuto delle etichette è cambiata. Già a partire dal dicembre 2010 le vecchie etichette hanno cominciato ad essere modificate
28 La Comunità Europea ha emanato il Regolamento (CE) N. 1272/2008 del 16 dicembre 2008 (relativo alla classificazione, all'etichettatura e all'imballaggio delle sostanze e delle miscele) chiamato CLP (ClassificationLabelling Packaging) in cui le informazioni che devono apparire sull etichetta vengono modificate per uniformarsi al sistema di comunicazione dei pericoli globali GHS (Global Harmonized System) valido in tutti i paesi del mondo
29 INFORMAZIONI RIPORTATE SULL ETICHETTA 1) Nome completo del prodotto in varie lingue; 2) Nominativo e recapito della ditta produttrice; 3) Formula molecolare, massa molecolare e densità; 4) Concentrazione delle impurezze presenti; 5) Pittogrammi per il riconoscimento immediato del rischio; 6) Frasi di rischio R e frasi di sicurezza S (sostituite da indicazioni di rischio H e consigli di prudenza P); 7) Indicazioni della concentrazione (se si tratta di una soluzione); 8) Quantitativo del contenuto
30 VECCHIA NORMATIVA: FRASI R FRASI DI RISCHIO FRASI S FRASI DI SICUREZZA NUOVA NORMATIVA: H (= hazard) INDICAZIONI DI PERICOLO P (= precautionary) CONSIGLI DI PRUDENZA EUH: ulteriori informazioni di pericolo.
31 VECCHIE ETICHETTE
32 NUOVE ETICHETTE
33 NUOVI PITTOGRAMMI
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37 MISCIBILITÁ DELLE SOSTANZE Prodotti chimici utilizzati nel quotidiano, in ambito domestico, come pure in cicli produttivi sotto forma di sostanze, preparati, derivati, rifiuti, possono contenere agenti chimici potenzialmente rischiosi per la salute e/o per la sicurezza degli utilizzatori
38 Ad esempio durante operazioni di pulizia si è assistito a fenomeni di intossicazione dovuti ad uso improprio di miscele di sostanze quali ad esempio candeggina (NaClO ipoclorito di sodio) ed acido muriatico (HCl acido cloridrico) la cui reazione produce cloro gassoso (Cl2) tossico per inalazione.
39 Altri possibili esempi in laboratorio: - solfuri + acidi acido solfidrico; - cianuri + acido acido cianidrico; - nitriti + acidi fumi nitrosi. É importante prestare la massima attenzione: a) nello stoccaggio degli elementi chimici; b) nello smaltimento dei rifiuti. DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI): attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciare la sicurezza o la salute durante il lavoro
40 SCHEDE DI SICUREZZA Ogni sostanza presente in laboratorio deve essere etichettata ed accompagnata dalla scheda di sicurezza (SDS). La scheda di sicurezza fornisce le indicazioni e le norme comportamentali da seguire quando si maneggia tale sostanza. Rispetto all etichetta, costituisce un sistema di informazione più completo e approfondito:
41 Contiene 16 voci distinte: SCHEDA DI SICUREZZA 1) Elementi identificativi della sostanza e della società produttrice. 2) Composizione della sostanza. 3) Identificazione dei pericoli. 4) Misure di pronto soccorso. 5) Misure antincendio. 6) Provvedimenti in caso di dispersione accidentale. 7) Manipolazione e immagazzinamento. 8) Controllo dell esposizione e protezione individuale. 9) Stabilità e reattività. 10) Proprietà fisiche e chimiche. 12) Informazioni ecologiche. 13) Smaltimento. 14) Informazioni sul trasporto. 15) Informazioni sulla normativa. 16) Altre informazioni.
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44 D.Lgs. 2 febbraio 2002, n. 25 : il datore di lavoro deve tenere in debito conto il rischio chimico nell effettuare la valutazione dei rischi La valutazione dei rischi dovrà: - riconoscere le varie sostanze chimiche presenti; - interpretare la scheda tecnica di sicurezza; - considerare le modalità atte a conservare, travasare, utilizzare, e smaltire in sicurezza quel particolare prodotto.
45 Qualora la scheda di sicurezza non fosse presente si dovrà avere cura di richiederla prontamente al fornitore. Se la scheda, pur presente, fosse scritta in una lingua diversa dall italiano si deve provvedere a tradurla (o a farla tradurre) in italiano in modo che tutti gli utilizzatori del prodotto possano documentarsi adeguatamente Particolare attenzione va posta alla necessità di disporre di adeguati D.P.I. (dispositivi di protezione individuali), se previsti, che devono essere indossati da chi utilizza la sostanza, ed eventualmente di altri dispositivi (docce, fontanelle lavaocchi ecc.) da utilizzare in caso di contaminazione.
46 IL RISCHIO CHIMICO NELLA SCUOLA A parte il laboratorio di chimica presente in molti istituti, sono molte le occasioni in cui sostanze chimiche sono presenti nell ambiente e possono costituire fattore di rischio: -presenza di medicinali nella cassetta di medicazione; -utilizzo del gesso (solfato di calcio diidrato) o di pennarelli speciali per lavagne a secco da parte dei docenti e degli alunni; -utilizzo di fotocopiatori e stampanti a toner secco o umido; -utilizzo di detergenti per la pulizia dei locali, degli arredi e dei servizi da parte del personale ausiliario; -utilizzo di sostanze per eliminare eventuali ostruzioni dalle tubazioni; -utilizzo di solventi, smalti e vernici; -utilizzo di lubrificanti e agenti sbloccanti. Nella scuola sono presenti quasi esclusivamente prodotti commerciali, che hanno l obbligo di etichettatura e che quindi, anche se potenzialmente pericolosi, sono comunque sempre riconoscibili.
47 I SIMBOLI T+ MOLTO TOSSICI o TOSSICI: le sostanze e i preparati che, per inalazione, ingestione o penetrazione cutanea possono comportare rischi estremamente gravi, acuti o cronici, e anche la morte. F FACILMENTE INFIAMMABILI: le sostanze e i preparati che a contatto con l aria, a temperatura normale e senza apporto di energia, possono riscaldarsi e infiammarsi E ESPLOSIVI: le sostanze e i preparati che possono esplodere per effetto della fiamma o che sono sensibili agli urti e agli attriti più del dinitrobenzene.
48 Xn NOCIVI:le sostanze e i preparati che, per inalazione, ingestione o penetrazione cutanea, possono comportare rischi di gravità limitata. Xi IRRITANTI: le sostanze e i preparati non corrosivi il cui contatto immediato, prolungato o ripetuto con la pelle o le mucose, può provocare una reazione infiammatoria. C CORROSIVI: le sostanze e i preparati che, a contatto con i tessuti vivi, possono esercitare su di essi un azione distruttiva.
49 RISCHIO biologico-infettivo Per il tipo di microrganismi presenti nelle comunità scolastiche, è l unico rischio da considerare in quanto il rischio di allergie e intossicazioni è sovrapponibile a quello della popolazione generale. Non è particolarmente significativo se non nel caso di presenza di soggetti immunodepressi o lavoratrici madri ed è fondamentalmente analogo a quello di tutte le attività svolte in ambienti promiscui e densamente occupati.
50 PREVENZIONE rischio biologico a scuola 1) Adeguata ventilazione; 2) Minimi ricambi di aria; 3) Igiene e pulizia degli ambienti di lavoro; 4) Manutenzione di giochi (ferro) e giardini (vetri..) vs tetano; 5) Attenzione durante eventuale assistenza igienica; 6) Pulizia dei servizi con disinfettanti opportuni.
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