PIANO TRIENNALE ANTICORRUZIONE

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "PIANO TRIENNALE ANTICORRUZIONE 2014-2016"

Transcript

1 Pagina 1/17 PIANO TRIENNALE

2 Pagina 2/17 Sommario 1. LA SOCIETÀ E LA SUA ORGANIZZAZIONE LA LEGGE 190/ AMBITO DI APPLICAZIONE DEL PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE FINALITÀ DEL PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE RUOLI DEL SISTEMA DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE...5 a. Responsabile della prevenzione della corruzione...5 b. Destinatari ARTICOLAZIONE DEL PIANO AREE MAGGIORMENTE A RISCHIO CORRUZIONE...7 a. Rischi per reati di natura corruttiva a beneficio o vantaggio dell ente ( rischi 231 )...7 b. Altri rischi per reati di natura corruttiva CONTROLLO E PREVENZIONE DEL RISCHIO STRUMENTI DI CONTROLLO E PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE...12 a. Conflitto di interessi...12 b. Inconferibilità e incompatibilità degli incarichi di cui al D.Lgs. 39/ c. Formazione di commissioni, assegnazione agli uffici e conferimento di incarichi...13 d. Obblighi di informazione SEGNALAZIONI ROTAZIONE DEGLI INCARICHI FORMAZIONE DEI PRESTATORI DI LAVORO SISTEMA DISCIPLINARE ADOZIONE, COMUNICAZIONE E AGGIORNAMENTO DEL PIANO RELAZIONE DELL ATTIVITÀ SVOLTA PROGRAMMAZIONE TRIENNALE...16

3 Pagina 3/17 1. LA SOCIETÀ E LA SUA ORGANIZZAZIONE La Società Trasporti Pubblici Monzesi, TPM Trasporti Pubblici Monzesi S.p.A. (di seguito anche TPM o la Società), nasce nel 1997 raccogliendo l'eredità di A.M.S.A., Azienda Municipale Servizio Autolinee, il primo servizio di trasporto pubblico inaugurato nel 1968 per iniziativa del Comune di Monza. Successivamente, la Società ha ricevuto l'incarico dal Comune di Monza di predisporre diversi progetti, diventando un operatore di mobilità globale. Il 1 Novembre 2007 è partito il Servizio di Trasporto Pubblico di Brianza Trasporti, la Società consortile costituita da TPM, Autoguidovie e Compagnia Trasporti Nord Milano (CTNM), che attualmente gestisce il servizio di Trasporto Pubblico Locale nell area di Monza e della Brianza, affidato dalla Provincia di Milano a seguito di gara, nominato Lotto 2 Sottorete Nord. Dal 6 luglio 2009, TPM ha conferito a NET S.r.l. il ramo d azienda avente ad oggetto la gestione del Trasporto Pubblico Locale all interno del Lotto 2 Sottorete Nord. Si è da poco conclusa la gara per la cessione delle quote di partecipazione di TPM nella società NET (6,5%): in questo modo TPM è uscita definitivamente dal Trasporto Pubblico Locale. TPM gestisce attualmente l attività della sosta nelle aree del Comune di Monza, per effetto della concessione in essere tra TPM ed il Comune stesso, nonché l attività di progetti di mobilità in nome e per conto sempre del Comune di Monza. Per lo svolgimento della propria attività, la Società è dotata di un organizzazione snella, che prevede un Direttore Generale a cui riportano i Dipendenti ed i Funzionari di TPM Il sistema dei poteri della Società è formalizzato dallo Statuto della stessa e da delibere consiliari, ed è descritto all interno del Modello di Organizzazione Gestione e Controllo ai sensi del D.Lgs. n. 231/2001 (di seguito anche Modello 231 ) adottato dalla Società, cui si rinvia. 2. LA LEGGE 190/2012 La Legge del 6 novembre 2012, n. 190, recante Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione pubblicata in G.U. n. 265 del 13/11/2012, ed entrata in vigore il 28/11/2012, è finalizzata a reprimere i fenomeni corruttivi e l illegalità nella pubblica amministrazione. L intervento legislativo si muove nella direzione di rafforzare l efficacia e l effettività delle misure di contrasto al fenomeno corruttivo. La Legge 190/2012 prevede l adozione del Piano di prevenzione triennale, formulato dal Responsabile della prevenzione della corruzione, nominato ai sensi dell art. 1, comma 7, della stessa Legge ed approvato dal Consiglio di Amministrazione della Società.

4 Pagina 4/17 3. AMBITO DI APPLICAZIONE DEL PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE I destinatari del Piano sono: - i componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale; - i prestatori di lavoro (dipendenti e collaboratori) della Società; - i consulenti ed i fornitori che svolgono attività in maniera rilevante o continuativa per conto o nell interesse della Società. Tali destinatari sono tenuti ad adeguare i propri comportamenti alle disposizioni ed ai principi del Piano anticorruzione e a non assumere per conto o nell interesse della Società iniziative in contrasto con il medesimo. 4. FINALITÀ DEL PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE Il presente Piano di prevenzione della corruzione viene adottato tenuto conto delle indicazioni disponibili alla data di approvazione, in particolare della Legge 190/2012. Con il presente documento si è inteso predisporre un piano programmatico che contempli l introduzione di strategie e strumenti volti a prevenire e contrastare il fenomeno della corruzione, nella consapevolezza che la repressione della corruzione parte da una politica di prevenzione della stessa, basata anche sul Codice di comportamento e sul Modello 231, e disciplinando le varie incompatibilità, intervenendo sulla formazione, garantendo la trasparenza dell azione amministrativa e l efficacia dei controlli interni. Le situazioni rilevanti ai fini del presente Piano non si esauriscono peraltro nella violazione degli artt. 317, 318, 319, 319-bis, 319-ter, 319-quater, 320, 321, 322, 322-bis, del Codice Penale e vanno oltre la gamma dei delitti contro la pubblica amministrazione disciplinati nel Titolo II, Capo I del Codice Penale stesso: esse ricomprendono tutte le situazioni in cui, a prescindere dalla rilevanza penale, si riscontri un evidente malfunzionamento della Società a causa dell'uso a fini privati delle funzioni attribuite. Conseguentemente, ed in osservanza a quanto stabilito dalla Legge 190/2012, il presente Piano comprende anzitutto una mappatura delle attività della Società maggiormente esposte al rischio di corruzione e la definizione delle azioni che l ente intende adottare per la mitigazione di tale rischio. Il presente Piano verrà trasmesso agli enti interessati e sarà inoltre pubblicato sul sito istituzionale di TPM nella sezione Amministrazione trasparente. Per i dipendenti ed i collaboratori è resa disponibile una copia presso la sede della Società, affinché prendano atto delle disposizioni. Per i dipendenti che non dovessero avere accesso alla sede aziendale, tale documentazione dovrà loro essere messa a disposizione con mezzi alternativi. Il presente Piano verrà altresì consegnato ai nuovi assunti ai fini della presa d atto e dell accettazione del relativo contenuto.

5 Pagina 5/17 5. RUOLI DEL SISTEMA DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE a. Responsabile della prevenzione della corruzione Le funzioni di controllo e di prevenzione della corruzione all interno di TPM sono attribuite al Responsabile della prevenzione della corruzione, che è nominato con delibera del Consiglio di Amministrazione della Società. Successivamente vengono stabilite le risorse a disposizione del Responsabile. Il nominativo del Responsabile è pubblicato, con adeguata evidenza, sul sito istituzionale della Società nella sezione Amministrazione trasparente. Ai sensi della Legge 190/2012, inoltre, il Responsabile: - predispone e propone, entro il 31 gennaio di ogni anno, il Piano triennale di prevenzione della corruzione ed i relativi aggiornamenti; - dispone, dopo l approvazione del Piano, la sua trasmissione al Socio Unico; - verifica l efficace attuazione del Piano e la sua idoneità, proponendo eventuali sanzioni in caso di violazioni; - ha facoltà di richiedere in ogni momento chiarimenti, per iscritto o verbalmente, a tutti i destinatari relativamente a comportamenti che possono integrare, anche solo potenzialmente, fattispecie corruttive o comunque non conformi a canoni di correttezza ai sensi della normativa vigente in materia; - individua le azioni correttive per l'eliminazione delle criticità riscontrate durante l attività di monitoraggio; - propone modifiche del Piano anche in corso di vigenza dello stesso qualora siano accertate significative violazioni delle prescrizioni ovvero quando intervengano mutamenti nell organizzazione o nell attività della Società; - definisce i piani di formazione per i destinatari operanti in settori particolarmente esposti alla corruzione; - cura che siano rispettate le disposizioni in materia di rotazione degli incarichi, nonché di inconferibilità e incompatibilità degli incarichi, negli uffici preposti allo svolgimento delle attività nel cui ambito è più elevato il rischio che siano commessi reati di corruzione; - redige, entro il 31 dicembre di ogni anno, una relazione recante i risultati dell attività svolta in materia di prevenzione della corruzione, unitamente alla proposta di aggiornamento del piano triennale della prevenzione, e li trasmette al Socio Unico, al Consiglio di Amministrazione, al Collegio Sindacale, pubblicandoli inoltre sul sito istituzionale della Società, nella sezione Amministrazione trasparente. b. Destinatari Tutti i destinatari partecipano al processo di gestione del rischio, osservano le misure contenute nel Piano segnalando le eventuali fattispecie di illecito e le personali situazioni di conflitto di interesse.

6 Pagina 6/17 La violazione delle misure di prevenzione previste dal Piano costituisce oltre che l eventuale commissione di un reato: - illecito disciplinare quando commessa da dipendenti della Società; - grave inadempimento contrattuale, quando commessa da collaboratori, da consulenti e fornitori che svolgono attività in maniera rilevante o continuativa per conto o nell interesse della Società. In forza di tale inadempimento, la Società sarà legittimata a risolvere il contratto con gli stessi con effetto immediato, ai sensi e per gli effetti dell art del Codice Civile, salve le eventuali azioni per ulteriore danno. - fonte di responsabilità ex articolo 2392 del Codice Civile per i componenti del CDA - fonte di responsabilità ex articolo 2407 del Codice Civile per i componenti del Collegio Sindacale Tutti i dipendenti mantengono comunque il personale livello di responsabilità per il verificarsi di fenomeni corruttivi in relazione ai compiti effettivamente svolti. Inoltre, la mancata collaborazione con il Responsabile della prevenzione della corruzione da parte dei destinatari ai sensi del presente Piano è suscettibile di essere sanzionata sul piano disciplinare.

7 Pagina 7/17 6. ARTICOLAZIONE DEL PIANO Il presente Piano per la prevenzione della corruzione si completa con i seguenti ulteriori documenti e comportamenti: PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE Componenti del Piano Codice di comportamento Approvato dalla Società in data , seduta del CdA n. 4/2009 Modello di organizzazione gestione e controllo ai sensi Approvato dalla Società in data , del D.Lgs. n. 231/2001, comprensivo del Sistema seduta del CdA n. 11/2011 Sanzionatorio Attività volte a garantire la trasparenza dell'attività -> Amministrazione trasparente 7. AREE MAGGIORMENTE A RISCHIO CORRUZIONE L individuazione delle aree maggiormente a rischio corruzione è stata effettuata, da un lato, sulla base dell Analisi dei rischi di cui al Modello 231 adottato dalla Società e, dall altro, sulla base del rischio di reati di natura corruttiva che non vadano a beneficio o vantaggio della Società e quindi esclusi dal perimetro del citato Modello 231. a. Rischi per reati di natura corruttiva a beneficio o vantaggio dell ente ( rischi 231 ) Allo stato, i rischi connessi a reati di natura corruttiva individuati dal Modello 231 sono riepilogati di seguito. il valore IRR, Indice di Rischio Residuo, di cui all ultima colonna a destra, rappresenta anche graficamente il livello del rischio individuato. Le aree a rischio alto sono infatti evidenziate in colore rosso, mentre quelle a rischio medio sono evidenziate in colore giallo.

8 Pagina 8/17

9 Pagina 9/17

10 Pagina 10/17

11 Pagina 11/17 b. Altri rischi per reati di natura corruttiva Gli ulteriori rischi di reati di natura corruttiva che possono non andare a beneficio o vantaggio della Società, e che in tal senso sono quindi esclusi dal perimetro del Modello 231, riguardano le seguenti attività: - selezione ed assunzione del personale; - conferimento di incarichi a soggetti esterni; - affidamento di lavori, servizi e forniture; - locazioni passive; - scelta del R.P. (laddove incarico esterno) e della Direzione Lavori; - sanzioni per mancato pagamento della sosta. La relativa analisi del rischio deve essere effettuata annualmente dal Responsabile della prevenzione della corruzione, e fa pertanto parte della programmazione triennale.

12 Pagina 12/17 8. CONTROLLO E PREVENZIONE DEL RISCHIO Ai fini del controllo e prevenzione del rischio, il Responsabile della prevenzione della corruzione coinvolgerà i destinatari addetti a svolgere le attività a più elevato rischio nelle azioni di analisi, valutazione, proposta e definizione delle misure preventive da adottare. Per l adempimento dei compiti previsti dalla Legge 190/2012, il Responsabile può in ogni momento: - verificare e chiedere delucidazioni per iscritto e verbalmente a tutti i destinatari su comportamenti che possono integrare anche solo potenzialmente corruzione e illegalità; - richiedere ai destinatari che hanno istruito un procedimento di fornire motivazioni per iscritto circa le circostanze di fatto e di diritto che sottendono all adozione del provvedimento finale; - effettuare, tramite l ausilio di soggetti (interni o esterni) competenti per settore, ispezioni e verifiche al fine di procedere al controllo del rispetto delle condizioni di correttezza e legittimità dei procedimenti in corso o già conclusi. Il Responsabile può inoltre tenere conto di segnalazioni (preferibilmente non anonime), sufficientemente circostanziate, che evidenzino situazioni di anomalia e configurino la possibilità di un rischio probabile di corruzione. 9. STRUMENTI DI CONTROLLO E PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE a. Conflitto di interessi Conformemente a quanto richiesto dalla Legge 190/2012, la Società adotta misure finalizzate alla prevenzione della corruzione con riferimento sia alla fase di formazione che di attuazione delle decisioni relative alle attività maggiormente esposte a rischio. Le singole situazioni a rischio di corruzione sono dettagliatamente elencate al precedente punto 7. È richiesto a ciascun destinatario di segnalare le eventuali situazioni di conflitto di interesse esistenti con riferimento alle attività dallo stesso svolte: la dichiarazione deve essere redatta per iscritto e inviata al Responsabile della prevenzione della corruzione. b. Inconferibilità e incompatibilità degli incarichi di cui al D.Lgs. 39/2013 Il Responsabile della prevenzione della corruzione verifica l insussistenza di ipotesi di inconferibilità ed incompatibilità degli incarichi dei collaboratori della Società ai sensi del D.Lgs. 39/2013.

13 Pagina 13/17 L accertamento avviene al momento del conferimento dell incarico mediante dichiarazione sostitutiva di certificazione resa dall interessato allegata all atto di conferimento pubblicato sul sito istituzionale della Società. Il Responsabile della prevenzione della corruzione verifica periodicamente la sussistenza di situazioni di incompatibilità, contesta all interessato l incompatibilità eventualmente emersa nel corso del rapporto e vigila affinché siano adottate le misure conseguenti. c. Formazione di commissioni, assegnazione agli uffici e conferimento di incarichi Il Responsabile della prevenzione della corruzione verifica la sussistenza di eventuali precedenti penali in capo a dipendenti della Società o a soggetti anche esterni a cui l ente intende conferire l incarico di membro di commissioni di affidamento o di commesse, di incarichi dirigenziali o di altri incarichi di cui all art. 3 del D.Lgs. 39/2013. L accertamento avviene mediante dichiarazione di autocertificazione resa dall interessato conformemente a quanto previsto dall art. 20 del D.Lgs. 39/2013. d. Obblighi di informazione I destinatari informano tempestivamente il Responsabile della prevenzione della corruzione di qualsiasi anomalia accertata che comporti la mancata attuazione del Piano. Coloro che svolgono attività potenzialmente a rischio di corruzione segnalano al Responsabile qualsiasi anomalia accertata indicando, se a loro conoscenza, le motivazioni della stessa. Il Responsabile della prevenzione della corruzione può tenere conto di segnalazioni provenienti da eventuali portatori di interessi esterni alla Società, preferibilmente non anonime e sufficientemente circostanziate, che evidenzino situazioni di anomalia e configurino il rischio del verificarsi di fenomeni corruttivi. 10. SEGNALAZIONI È attivato un account di posta elettronica (anticorruzione@tpmonzesi.com), presso il quale i componenti dell organizzazione potranno segnalare fatti rilevanti sotto il profilo disciplinare o penale. L identità del segnalante non può essere rivelata (ai sensi dell art.1, comma 51, Legge 190/2012). Le segnalazioni che dovessero risultare assolutamente infondate daranno luogo, ove applicabili, a procedimenti sanzionatori previsti dalla legge.

14 Pagina 14/ ROTAZIONE DEGLI INCARICHI La Legge 190/2012 al comma 5, lett. b), nonché al comma 10, lett. b), prevede, quale ulteriore misura preventiva del rischio corruzione, la rotazione degli incarichi negli uffici preposti allo svolgimento delle attività nel cui ambito è più elevato il rischio che siano commessi reati di corruzione. Si ritiene, in considerazione sia delle dimensioni della Società, sia dei livelli di delega allo stato formalizzati, che non vi sia una effettiva possibilità di rotazione degli incarichi: qualora il Socio Unico o gli Amministratori riterranno di poter attuare tale rotazione, il Responsabile della prevenzione della corruzione attuerà le indicazioni provenienti dagli stessi. I sistemi di rotazione del personale addetto alle aree a rischio dovranno comunque garantire continuità e coerenza agli indirizzi già intrapresi ed il mantenimento delle necessarie competenze delle strutture. 12. FORMAZIONE DEI PRESTATORI DI LAVORO La Legge 190/2012 prescrive che il Responsabile della prevenzione della corruzione individui le unità di personale (dipendenti e collaboratori) chiamate ad operare nei settori particolarmente esposti al rischio che siano commessi reati di corruzione allo scopo di inserirli in appositi e idonei percorsi formativi. A tal fine, la normativa in questione prevede che il Responsabile della prevenzione della corruzione provveda a definire, entro i termini previsti per l adozione del Piano triennale di prevenzione della corruzione, le procedure appropriate per selezionare e formare i prestatori di lavoro sopra citati. La Società intende, pertanto, mediante la formazione: - determinare, in tutti coloro che operano in suo nome e per suo conto nelle aree sensibili, la consapevolezza di poter incorrere, in caso di violazione delle disposizioni ivi riportate, in un illecito passibile di sanzioni; - informare tutti coloro che operano a qualsiasi titolo in suo nome, per suo conto o comunque nel suo interesse, che la violazione delle prescrizioni contenute nel Piano comporterà l applicazione di apposite sanzioni ovvero la risoluzione del rapporto contrattuale; - ribadire che la Società non tollera comportamenti illeciti, di qualsiasi tipo ed indipendentemente da qualsiasi finalità, in quanto tali comportamenti (anche nel caso in cui la Società fosse apparentemente in condizione di trarne vantaggio) sono comunque contrari ai principi etici cui essa intende attenersi. L attività di formazione è improntata a principi di completezza, chiarezza, accessibilità e continuità al fine di consentire ai destinatari la piena consapevolezza di quelle disposizioni societarie che essi sono tenuti a rispettare e delle norme etiche che devono ispirare i loro comportamenti. I destinatari sono tenuti a rispettare puntualmente tutte le disposizioni del Piano, anche in adempimento dei doveri di lealtà, correttezza e diligenza che scaturiscono dai rapporti giuridici instaurati dalla Società.

15 Pagina 15/17 L attività di formazione, in materia di corruzione, sarà supervisionata dal Responsabile della prevenzione della corruzione. 13. SISTEMA DISCIPLINARE La Società impiega, in caso di violazione del presente Piano, il sistema disciplinare già adottato, all interno del Modello 231, in ossequio al D.Lgs. 231/2001, al fine di assicurare la rispondenza ai contenuti minimi dettati dalla Normativa Anticorruzione. Conseguentemente, si rinvia a tale Sistema. Il Responsabile della prevenzione della corruzione provvederà alla segnalazione, per gli opportuni provvedimenti, delle violazioni accertate in materia di corruzione. 14. ADOZIONE, COMUNICAZIONE E AGGIORNAMENTO DEL PIANO Il Consiglio di Amministrazione della Società adotta il presente Piano ed ogni successivo aggiornamento, ed informa di tale adozione mediante affissione di specifica comunicazione nella bacheca aziendale. Sarà cura di TPM informare i terzi che interagiscono con la Società dell avvenuta adozione del Piano e in sintesi delle parti per essi rilevanti. Il presente Piano potrà subire modifiche ed integrazioni per esigenze di adeguamento alle eventuali future indicazioni provenienti da fonti nazionali o regionali competenti in materia. In ogni caso il Piano è da aggiornare con cadenza annuale ed ogni qual volta emergano rilevanti mutamenti dell organizzazione o dell attività della Società. Gli aggiornamenti annuali e le eventuali modifiche in corso di vigenza sono proposte dal Responsabile della prevenzione della corruzione ed approvate dal Consiglio di Amministrazione. Degli aggiornamenti e delle eventuali modifiche in corso di vigenza sarà data adeguata evidenza mediante pubblicazione della versione modificata del documento sul sito istituzionale di TPM S.p.A. nella sezione Amministrazione trasparente. Una copia del Piano aggiornato sarà inoltre messa a disposizione dei dipendenti e dei collaboratori presso la sede della Società. Per tutto quanto non espressamente disciplinato nel presente Piano si applicano le disposizioni vigenti in materia ed in particolare la Legge 190/2012, il D.Lgs. 33/2013 e il D.Lgs. 39/2013, oltre alle disposizioni del D.Lgs. 231/2001 attinenti alla materia qui richiamata. 15. RELAZIONE DELL ATTIVITÀ SVOLTA Il Responsabile della prevenzione della corruzione sottopone al Consiglio di Amministrazione, entro il 31 dicembre di ogni anno, una relazione recante i risultati dell attività svolta e la pubblica nel sito internet nella sezione Amministrazione Trasparente (art. 1, comma 14, L. 190/2012).

16 Pagina 16/ PROGRAMMAZIONE TRIENNALE La Programmazione triennale prevede le seguenti attività: Anno Approvazione ed adozione del Piano triennale da parte del CDA; 2. Nomina del Responsabile della prevenzione della corruzione; 3. Diffusione del Piano; 4. Identificazione completa e approfondita delle attività a rischio corruzione; 5. Monitoraggio degli eventi corruttivi e dei tentati eventi rilevati nell anno, per area, tipologia, descrizione sintetica, provvedimenti assunti dal responsabile diretto, azioni organizzative o gestionali attuate; 6. Definizione delle procedure di affinamento e miglioramento del progetto; 7. Attuazione dell obbligo di rendere accessibili in ogni momento agli interessati le informazioni relative ai provvedimenti e ai procedimenti amministrativi adottati dalla Società; 8. Formazione dei prestatori di lavoro. Anno Approvazione ed adozione del Piano triennale da parte del CDA; 2. Esame e verifica, da parte del Responsabile della prevenzione della corruzione dell efficacia delle azioni messe in atto nell anno precedente (comma 10, lettera a, Legge 190/2012); 3. Analisi degli esiti dell applicazione delle procedure attivate nel 2014; 4. Definizione delle procedure di monitoraggio specifiche per le criticità riscontrate; 5. Effettuazione di una eventuale revisione delle procedure poste in essere nel 2014; 6. Monitoraggio degli eventi corruttivi e dei tentati eventi rilevati nell anno, per area, tipologia, descrizione sintetica, provvedimenti assunti dal responsabile diretto, azioni organizzative o gestionali attuate; 7. Verifica della possibile rotazione degli incarichi negli uffici preposti allo svolgimento delle attività a rischio di corruzione. Anno Approvazione ed adozione del Piano triennale da parte del CDA;

17 Pagina 17/17 2. Esame e verifica, da parte del Responsabile della prevenzione della corruzione dell efficacia delle azioni messe in atto nell anno precedente (comma 10, lettera a, Legge 190/2012); 3. Analisi degli esiti dell applicazione delle procedure attivate nel 2015; 4. Definizione delle procedure di monitoraggio specifiche per le criticità riscontrate; 5. Effettuazione di una eventuale revisione delle procedure poste in essere nel 2015; 6. Monitoraggio degli eventi corruttivi e dei tentati eventi rilevati nell anno, per area, tipologia, descrizione sintetica, provvedimenti assunti dal responsabile diretto, azioni organizzative o gestionali attuate; 7. Verifica della possibile rotazione degli incarichi negli uffici preposti allo svolgimento delle attività a rischio di corruzione.

CODICE DI COMPORTAMENTO DEI DIPENDENTI DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI MANTOVA RELAZIONE ILLUSTRATIVA

CODICE DI COMPORTAMENTO DEI DIPENDENTI DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI MANTOVA RELAZIONE ILLUSTRATIVA Allegato B) D.G. n. 45 del 17/04/2014 CODICE DI COMPORTAMENTO DEI DIPENDENTI DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI MANTOVA RELAZIONE ILLUSTRATIVA (Delibera A.N.A.C. n. 75/2013) QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO Il

Dettagli

PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE DELL IPAB ISTITUTI DI SANTA MARIA IN AQUIRO (LEGGE N. 190 DEL 6 NOVEMBRE 2012).

PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE DELL IPAB ISTITUTI DI SANTA MARIA IN AQUIRO (LEGGE N. 190 DEL 6 NOVEMBRE 2012). PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE DELL IPAB ISTITUTI DI SANTA MARIA IN AQUIRO (LEGGE N. 190 DEL 6 NOVEMBRE 2012). ART. 1 OGGETTO E FINALITA' Ai sensi della Legge 190/2012 "Disposizioni per

Dettagli

INFORMATIVA FORNITORI

INFORMATIVA FORNITORI PAG. 1 INFORMATIVA FORNITORI MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO Edizione n 0 1 rev. 1 approvata con delibera CdA del 31/05/2011 Copia controllata n 0 1 Questo manuale è di proprietà della

Dettagli

Piano. Anticorruzione. Pianoro Centro SpA

Piano. Anticorruzione. Pianoro Centro SpA Piano Anticorruzione Pianoro Centro SpA 2015-2017 Indice Premessa..... 2 Attività ed Organizzazione Aziendale 4 Referenti.. 5 Compiti operativi del Responsabile 5 Aree di rischio. 5 I Controlli 6 La Trasparenza...

Dettagli

Modelli ex d.lgs. 231/01 e Modelli di prevenzione della corruzione ex L. 190/2012. Massimo Malena & Associati 20 maggio 2015

Modelli ex d.lgs. 231/01 e Modelli di prevenzione della corruzione ex L. 190/2012. Massimo Malena & Associati 20 maggio 2015 Modelli ex d.lgs. 21/01 e Modelli di prevenzione della corruzione ex L. 190/2012 Massimo Malena & Associati 20 maggio 2015 L impatto immediato e diretto della L. 190/2012 sul d.lgs. 21/01 La Legge 190

Dettagli

COMUNE di VERZUOLO Provincia di CUNEO

COMUNE di VERZUOLO Provincia di CUNEO SCHEDA N 1 Art. 53 comma 16 ter D.Lgs. 165/2001 Nei mesi di marzo, giugno, ottobre i responsabili di posizione organizzativa inviano al Responsabile Anticorruzione apposita comunicazione con la quale danno

Dettagli

PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE

PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE Fondazione Provinciale Bresciana per L Assistenza Minorile onlus PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE Triennio 2014 2016 Indice Articolo 1. Articolo 2. Articolo 3. Articolo 4. Articolo 5. Articolo

Dettagli

Il Modello è costituito da: Parte Generale; Parte Speciale; Codice Etico; Procedure sanzionatorie; Il Modello si propone come finalità quelle di:

Il Modello è costituito da: Parte Generale; Parte Speciale; Codice Etico; Procedure sanzionatorie; Il Modello si propone come finalità quelle di: 1 Il Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231, recante Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, della società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica,

Dettagli

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA L INTEGRITA 2014-2016

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA L INTEGRITA 2014-2016 AZIENDA SPECIALE SERVIZI PUBBLICI LOCALI VIA SOLFERINO, 13 56022 CASTELFRANCO DI SOTTO (PI) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA 2014-2016 Con la redazione del programma triennale per la

Dettagli

ORDINE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI DI BASSANO DEL GRAPPA

ORDINE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI DI BASSANO DEL GRAPPA ORDINE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI DI BASSANO DEL GRAPPA Allegato C) alla delibera dell 1/02/2016 PIANO TRIENNALE DI FORMAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE IN MATERIA DI ANTICORRUZIONE

Dettagli

PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE

PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE (P.T.P.C.) 2015 2017 TITOLO I DISPOSIZIONI PRELIMINARI Paragrafo 1 (Premessa) 1. La legge 6 novembre 2012, n. 190 Disposizioni per la prevenzione e la repressione

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA VERIFICA DELLE CONDIZIONI DI ACCESSO AGLI INCARICHI EX D.LGS. N. 39/2013

REGOLAMENTO PER LA VERIFICA DELLE CONDIZIONI DI ACCESSO AGLI INCARICHI EX D.LGS. N. 39/2013 REGOLAMENTO PER LA VERIFICA DELLE CONDIZIONI DI ACCESSO AGLI INCARICHI EX D.LGS. N. 39/2013 ARTICOLO 1 - DEFINIZIONI 1.1. - Ai fini del presente Regolamento valgono le seguenti definizioni: PTTI: Piano

Dettagli

AZIENDA SPECIALE CONSORTILE PER I SERVIZI ALLA PERSONA PROGRAMMA PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA

AZIENDA SPECIALE CONSORTILE PER I SERVIZI ALLA PERSONA PROGRAMMA PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA AZIENDA SPECIALE CONSORTILE PER I SERVIZI ALLA PERSONA PROGRAMMA PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA Approvato con delibera del Consiglio di Amministrazione n.41/2014 INDICE PREMESSA... 3 1. LE PRINCIPALI

Dettagli

30.03.2016. REV. 2016/00 Pag. 1 di 5

30.03.2016. REV. 2016/00 Pag. 1 di 5 REV. 2016/00 Pag. 1 di 5 PROCEDURA 10 GESTIONE DEI RAPPORTI CONSULENZIALI INDICE: 1. OBIETTIVI 2. DESTINATARI 3. PROCESSI AZIENDALI COINVOLTI 4. PROTOCOLLI DI PREVENZIONE 4.1. DOCUMENTAZIONE INTEGRATIVA

Dettagli

SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N

SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N.262 DEL 28 DICEMBRE 2005 CONCERNENTE I PROCEDIMENTI PER L ADOZIONE DI ATTI DI REGOLAZIONE Il presente documento, recante lo schema di

Dettagli

REGOLAMENTO ai sensi del PTTI Cap. V.2. ARTICOLO 1 - Definizioni 1.1. - Ai fini del presente Regolamento valgono le seguenti definizioni:

REGOLAMENTO ai sensi del PTTI Cap. V.2. ARTICOLO 1 - Definizioni 1.1. - Ai fini del presente Regolamento valgono le seguenti definizioni: REGOLAMENTO ai sensi del PTTI Cap. V.2. ARTICOLO 1 - Definizioni 1.1. - Ai fini del presente Regolamento valgono le seguenti definizioni: PTTI: Piano Triennale per la Trasparenza e l Integrità della Società,

Dettagli

Sistema Disciplinare e Sanzionatorio

Sistema Disciplinare e Sanzionatorio Sistema Disciplinare e Sanzionatorio Contenuti 1. Introduzione... 3 1.1 Lavoratori dipendenti non Dirigenti... 3 1.2 Lavoratori dipendenti Dirigenti... 4 1.3 Misure nei confronti degli Amministratori e

Dettagli

COMUNE DI CASTENEDOLO Provincia di Brescia REGOLAMENTO COMUNALE PER LA DISCIPLINA DEL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI

COMUNE DI CASTENEDOLO Provincia di Brescia REGOLAMENTO COMUNALE PER LA DISCIPLINA DEL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI COMUNE DI CASTENEDOLO Provincia di Brescia REGOLAMENTO COMUNALE PER LA DISCIPLINA DEL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI Approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 2 del 06.02.2013 1 Articolo 1 OGGETTO

Dettagli

Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ex D. Lgs. 231/2001. Parte 01 PRESENTAZIONE DEL MODELLO

Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ex D. Lgs. 231/2001. Parte 01 PRESENTAZIONE DEL MODELLO Parte 01 PRESENTAZIONE DEL MODELLO 1 01.00 PREMESSA Recordati è un gruppo farmaceutico europeo fondato nel 1926, quotato alla Borsa Italiana, che si dedica alla ricerca, allo sviluppo, alla produzione

Dettagli

PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL ILLEGALITA

PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL ILLEGALITA PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL ILLEGALITA Approvato dal Consiglio di Amministrazione in data 22 dicembre 2014 INDICE PREMESSA Oggetto del piano Il Responsabile della prevenzione

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA TUTELA DELLA RISERVATEZZA RISPETTO AL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

REGOLAMENTO PER LA TUTELA DELLA RISERVATEZZA RISPETTO AL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI COMUNE DI BRESCIA REGOLAMENTO PER LA TUTELA DELLA RISERVATEZZA RISPETTO AL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI Adottato dalla Giunta Comunale nella seduta del 26.3.2003 con provvedimento n. 330/11512 P.G. Modificato

Dettagli

Associazione Comunità IL GABBIANO ONLUS

Associazione Comunità IL GABBIANO ONLUS Associazione Comunità IL GABBIANO ONLUS Sede Legale: Loc.Cascina Castagna, 4-26854 Pieve Fissiraga (LO) Cod.Fisc. 07124640157 Uff. Amministrativi: Via Bonfadini, 11-23100 Sondrio - 0342-200844 Fax 0342-216702

Dettagli

SOCIETA PARMAZEROSEI S.P.A. PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE ANNO 2014-2016

SOCIETA PARMAZEROSEI S.P.A. PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE ANNO 2014-2016 SOCIETA PARMAZEROSEI S.P.A. PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE ANNO 2014-2016 PREMESSA A seguito dell entrata in vigore della Legge Anticorruzione n. 190/2012 recante Disposizioni per la prevenzione

Dettagli

ALLEGATO D. Roma lì, / / Equitalia S.p.A. il Titolare

ALLEGATO D. Roma lì, / / Equitalia S.p.A. il Titolare 1 Premessa e quadro normativo Il Contratto sottoscritto da Equitalia S.p.A. e ha ad oggetto l affidamento dei servizi di implementazione e manutenzione del nuovo Sistema Informativo Corporate - Sistema

Dettagli

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA IL GAS E IL SISTEMA IDRICO

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA IL GAS E IL SISTEMA IDRICO DELIBERAZIONE 14 MAGGIO 2015 213/2015/A MODIFICHE E INTEGRAZIONI AL REGOLAMENTO SUGLI OBBLIGHI DI PUBBLICITÀ, TRASPARENZA E DIFFUSIONE DI INFORMAZIONI DELL AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA IL GAS E IL

Dettagli

SETA SPA PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITÀ 2015-2017. Approvato dal Consiglio di Amministrazione del 16.02.2015

SETA SPA PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITÀ 2015-2017. Approvato dal Consiglio di Amministrazione del 16.02.2015 SETA SPA PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITÀ 2015-2017 Approvato dal Consiglio di Amministrazione del 16.02.2015 1 Sommario Fonti di riferimento pag. 3 I contenuti del Programma pag. 3

Dettagli

TPER SPA PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITÀ 2014-2016

TPER SPA PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITÀ 2014-2016 TPER SPA PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITÀ 2014-2016 Direzione Generale Approvato dal Consiglio di Amministrazione del 12.12.2014 1 Sommario Fonti di riferimento pag. 3 I contenuti del

Dettagli

ORDINE INTERPROVINCIALE DEI CHIMICI DELLA LOMBARDIA

ORDINE INTERPROVINCIALE DEI CHIMICI DELLA LOMBARDIA ORDINE INTERPROVINCIALE DEI CHIMICI DELLA LOMBARDIA Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione 2015 2017 Il Piano Triennale di prevenzione della corruzione è il documento previsto dall'art. 1 della

Dettagli

RELAZIONE ILLUSTRATIVA RELATIVA ALL ADOZIONE DEL CODICE DI COMPORTAMENTO DEI DIPENDENTI DELL AZIENDA SANITARIA. ULSS n. 3 DI BASSANO DEL GRAPPA

RELAZIONE ILLUSTRATIVA RELATIVA ALL ADOZIONE DEL CODICE DI COMPORTAMENTO DEI DIPENDENTI DELL AZIENDA SANITARIA. ULSS n. 3 DI BASSANO DEL GRAPPA RELAZIONE ILLUSTRATIVA RELATIVA ALL ADOZIONE DEL CODICE DI COMPORTAMENTO DEI DIPENDENTI DELL AZIENDA SANITARIA ULSS n. 3 DI BASSANO DEL GRAPPA APPROVATO CON DELIBERAZIONE DEL DIRETTORE GENERALE n. 55 DEL

Dettagli

Protocollo D.Lgs. 231/2001 n. 11. Gestione ed elaborazione della contabilità e del bilancio di esercizio

Protocollo D.Lgs. 231/2001 n. 11. Gestione ed elaborazione della contabilità e del bilancio di esercizio Pag. 1 di 5 Sommario 2 Scopo e applicabilità... 1 3 Riferimenti... 1 4 Aree interessate... 2 5 Reati potenziali e rischi da presidiare... 2 6 Modalità operative... 2 6.1 Principi di prevenzione... 2 6.2

Dettagli

DAMA DEMOLIZIONI E SMONTAGGI S.R.L.

DAMA DEMOLIZIONI E SMONTAGGI S.R.L. DAMA DEMOLIZIONI E SMONTAGGI S.R.L. D.Lgs 231/2001 Codice Etico 1 INDICE 1. Introduzione Pag. 3 2. Politiche di condotta negli affari Pag. 3 2.1 Dipendenti, collaboratori e consulenti Pag. 5 3. Salute,

Dettagli

MODALITÀ ORGANIZZATIVE E PIANIFICAZIONE DELLE VERIFICHE SUGLI IMPIANTI

MODALITÀ ORGANIZZATIVE E PIANIFICAZIONE DELLE VERIFICHE SUGLI IMPIANTI Pagina:1 di 6 MODALITÀ ORGANIZZATIVE E PIANIFICAZIONE DELLE VERIFICHE SUGLI IMPIANTI INDICE 1. INTRODUZIONE...1 2. ATTIVITÀ PRELIMINARI ALL INIZIO DELLE VERIFICHE...2 3. PIANO OPERATIVO DELLE ATTIVITÀ...2

Dettagli

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA (P.T.T.I.) 2015 2017 1. Introduzione: organizzazione e funzioni dell amministrazione. La trasparenza costituisce strumento di prevenzione e contrasto

Dettagli

UNIONE BASSA REGGIANA. Programma triennale per la trasparenza e l integrità 2014 2016

UNIONE BASSA REGGIANA. Programma triennale per la trasparenza e l integrità 2014 2016 Allegato 2 DGU 5/2014 UNIONE BASSA REGGIANA (PROVINCIA DI REGGIO EMILIA) Programma triennale per la trasparenza e l integrità 2014 2016 1. PREMESSA In data 20.4.2013, è entrato in vigore il D.lgs. 14.3.2013

Dettagli

Azienda Ulss 12 Veneziana RELAZIONE ILLUSTRATIVA RELATIVA ALL ADOZIONE DEL CODICE DI COMPORTAMENTO DEI DIPENDENTI DELL AZIENDA SANITARIA

Azienda Ulss 12 Veneziana RELAZIONE ILLUSTRATIVA RELATIVA ALL ADOZIONE DEL CODICE DI COMPORTAMENTO DEI DIPENDENTI DELL AZIENDA SANITARIA Azienda Ulss 12 Veneziana RELAZIONE ILLUSTRATIVA RELATIVA ALL ADOZIONE DEL CODICE DI COMPORTAMENTO DEI DIPENDENTI DELL AZIENDA SANITARIA ULSS 12 VENEZIANA APPROVATO CON DELIBERAZIONE DEL DIRETTORE GENERALE

Dettagli

Piano triennale di avvio per la prevenzione della corruzione

Piano triennale di avvio per la prevenzione della corruzione AGENZIA TERRITORIALE DELL EMILIA-ROMAGNA PER I SERVIZI IDRICI E RIFIUTI Piano triennale di avvio per la prevenzione della corruzione Anni 2014-2016 INDICE TITOLO I - DISPOSIZIONI PRELIMINARI Paragrafo

Dettagli

FORMAZIONE E DIFFUSIONE. Codice Documento: MOG 231 PFD

FORMAZIONE E DIFFUSIONE. Codice Documento: MOG 231 PFD FORMAZIONE E DIFFUSIONE Codice Documento: MOG 231 PFD 1 COPIA CONTROLLATA N 1 REV. BREVE DESCRIZIONE E COMMENTO DATA 0 EMISSIONE 22/02/2012 1 REVISIONE 03/12/2013 2 3 4 5 Tutti i cambiamenti sono sottoposti

Dettagli

Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione Afol Est Milano

Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione Afol Est Milano Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione Afol Est Milano PIANO DELLE AZIONI 2015 Gennaio 2015 Il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione 2014-2016 ( di seguito anche PTPC o Piano) dell'agenzia

Dettagli

PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE PRIME MISURE

PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE PRIME MISURE C I TT A D i G E R A C E 1. Oggetto del Piano PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE PRIME MISURE 1. Il piano di prevenzione della corruzione: a) fornisce il diverso livello di esposizione degli

Dettagli

PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITÀ. Anni 2014-2016

PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITÀ. Anni 2014-2016 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITÀ Anni 2014-2016 1 TITOLO I DISPOSIZIONI PRELIMINARI Paragrafo 1 (Premessa) 1. La legge 6 novembre

Dettagli

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA. Appendice al Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ai sensi del D. Lgs. n.

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA. Appendice al Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ai sensi del D. Lgs. n. PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA Appendice al Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ai sensi del D. Lgs. n. 231/2001 1. PREMESSA In attuazione della Legge n. 190/2012 Disposizioni

Dettagli

PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE 2015-2017 DELLA FONDAZIONE MUSEO DELLA SHOAH ONLUS

PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE 2015-2017 DELLA FONDAZIONE MUSEO DELLA SHOAH ONLUS 1 PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE 2015-2017 DELLA FONDAZIONE MUSEO DELLA SHOAH ONLUS (ai sensi dell art. 1, comma 5, lett. a) Legge 6 novembre 2012, n. 190) Approvato dal Consiglio di Amministrazione

Dettagli

GESTIONE DELLE SEGNALAZIONI RICEVUTE DALL ORGANISMO DI VIGILANZA E DAI SOGGETTI PREPOSTI DI HS PENTA S.P.A.

GESTIONE DELLE SEGNALAZIONI RICEVUTE DALL ORGANISMO DI VIGILANZA E DAI SOGGETTI PREPOSTI DI HS PENTA S.P.A. Documento effettivo dal: 22 Luglio 2014 1 SCOPO Scopo della presente procedura ( Procedura Generale ) è descrivere le fasi in cui si articola il macroprocesso descritto nel successivo 2, al fine di prevedere:

Dettagli

REGOLAMENTO COMUNALE SUI CONTROLLI INTERNI

REGOLAMENTO COMUNALE SUI CONTROLLI INTERNI COMUNE DI VALLIO TERME - Provincia di Brescia - REGOLAMENTO COMUNALE SUI CONTROLLI INTERNI Approvato con Delibera di Consiglio Comunale n. 1 del 30.04.2013 Articolo 1 OGGETTO 1. Il presente regolamento

Dettagli

1. ORGANIZZAZIONE E FUNZIONI DELLA SOCIETÀ... 2. AMBITO NORMATIVO... IL PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E LA PUBBLICITA

1. ORGANIZZAZIONE E FUNZIONI DELLA SOCIETÀ... 2. AMBITO NORMATIVO... IL PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E LA PUBBLICITA INTRODUZIONE: 1. ORGANIZZAZIONE E FUNZIONI DELLA SOCIETÀ... 2. AMBITO NORMATIVO... IL PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E LA PUBBLICITA 1. IL PROCEDIMENTO DI ELABORAZIONE E ADOZIONE. 2. IL FLUSSO

Dettagli

LA REVISIONE LEGALE DEI CONTI

LA REVISIONE LEGALE DEI CONTI LA REVISIONE LEGALE DEI CONTI Comunicazione del revisore con i responsabili delle attività di governance e con il pubblico Dicembre 2013 Comunicazioni del revisore con i responsabili delle attività di

Dettagli

CAPITOLATO GENERALE adottato ai sensi dell art. 3 del Regolamento dei Contratti

CAPITOLATO GENERALE adottato ai sensi dell art. 3 del Regolamento dei Contratti CAPITOLATO GENERALE adottato ai sensi dell art. 3 del Regolamento dei Contratti 1/7 ART. 1 OBBLIGATORIETA (Articolo 2 e 3 del Regolamento dei Contratti) 1.1. In virtù della delega contenuta nell articolo

Dettagli

PARTE IV ATTIVITA DEI PROMOTORI FINANZIARI Art. 104 (Ambito di attività)

PARTE IV ATTIVITA DEI PROMOTORI FINANZIARI Art. 104 (Ambito di attività) Regolamento recante norme di attuazione del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58 in materia di intermediari (adottato con dalla Consob con delibera n. 16190 del 29 ottobre 2007) PARTE IV ATTIVITA

Dettagli

Codice Deontologico. Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori

Codice Deontologico. Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori Codice Deontologico Approvato dall Assemblea Ordinaria dei Consorziati con Delibera del 28/09/2011 INDICE 1. Premessa 2. Destinatari 3. Scopo 4. Principii, doveri, responsabilità e modelli di comportamento

Dettagli

Regolamento per la tutela della riservatezza dei dati personali

Regolamento per la tutela della riservatezza dei dati personali CITTA DI RONCADE Provincia di Treviso Via Roma, 53 31056 - RONCADE (TV) Tel.: 0422-8461 Fax: 0422-846223 Regolamento per la tutela della riservatezza dei dati personali Approvato con delibera di Consiglio

Dettagli

Marzo - Maggio 2014 ATTUAZIONE DELLA DELIBERA N. 77/2013 SUGLI OBBLIGHI DI TRASPARENZA. Comune di Milano

Marzo - Maggio 2014 ATTUAZIONE DELLA DELIBERA N. 77/2013 SUGLI OBBLIGHI DI TRASPARENZA. Comune di Milano Marzo - Maggio 2014 ATTUAZIONE DELLA DELIBERA N. 77/2013 SUGLI OBBLIGHI DI TRASPARENZA Comune di Milano 1 Introduzione Il presente documento contiene schede sintetiche relative agli esiti delle verifiche

Dettagli

CARTA DEI SERVIZI. Premessa:

CARTA DEI SERVIZI. Premessa: CARTA DEI SERVIZI Premessa: La Carta dei Servizi è uno strumento utile al cittadino per essere informato sulle caratteristiche del servizio offerto, sulla organizzazione degli uffici comunali, sugli standards

Dettagli

Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo delle isole di Ischia e Procida PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE (P.T.P.C.)

Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo delle isole di Ischia e Procida PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE (P.T.P.C.) Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo delle isole di Ischia e Procida PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE (P.T.P.C.) 2015 2017 Predisposto dal responsabile per la prevenzione della corruzione

Dettagli

Trasparenza ed Anticorruzione

Trasparenza ed Anticorruzione Trasparenza ed Anticorruzione Prof. Giuseppe D Onza Professore Associato Direttore Master Auditing e Controllo Interno Università di Pisa Esperto Autorità Nazionale Anticorruzione Lucca, 12/01/2014 gdonza@ec.unipi.it

Dettagli

Autorità Nazionale Anticorruzione Presidente

Autorità Nazionale Anticorruzione Presidente Autorità Nazionale Anticorruzione Presidente Regolamento in materia di esercizio del potere sanzionatorio dell Autorità Nazionale Anticorruzione per l omessa adozione dei Piani triennali di prevenzione

Dettagli

Data di nascita RPC. Maria Domenica Giaccari 10 agosto 1054 DG

Data di nascita RPC. Maria Domenica Giaccari 10 agosto 1054 DG C.F. Denominazione Amministrazione Nome RPC Cognome RPC Data di nascita RPC Qualifica RPC Data inizio incarico di RPC Il RPC svolge anche le funzioni di Responsabile della trasparenza: (Si/No) 80045210582

Dettagli

Azienda Pubblica di Servizi alla Persona Opere Sociali di N.S. di Misericordia Savona

Azienda Pubblica di Servizi alla Persona Opere Sociali di N.S. di Misericordia Savona PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA La trasparenza è uno strumento per il controllo diffuso da parte dei cittadini dell attività amministrativa e un elemento dell azione di prevenzione

Dettagli

Autorità Nazionale Anticorruzione

Autorità Nazionale Anticorruzione REGOLAMENTO IN MATERIA DI ESERCIZIO DEL POTERE SANZIONATORIO AI SENSI DELL ARTICOLO 47 DEL DECRETO LEGISLATIVO 14 MARZO 2013, N. 33 (data di pubblicazione nel sito internet dell Autorità: 23 luglio 2015)

Dettagli

ISTRUZIONI SULLA TRATTAZIONE DEI RECLAMI. Relazione

ISTRUZIONI SULLA TRATTAZIONE DEI RECLAMI. Relazione ISTRUZIONI SULLA TRATTAZIONE DEI RECLAMI Relazione Con le Istruzioni sulla trattazione dei reclami (di seguito, Istruzioni ) la COVIP intende procedere nella realizzazione di interventi volti ad accrescere

Dettagli

A.P.S.P. SAN GIOVANNI COMUNE DI MEZZOLOMBARDO Provincia di Trento

A.P.S.P. SAN GIOVANNI COMUNE DI MEZZOLOMBARDO Provincia di Trento A.P.S.P. SAN GIOVANNI COMUNE DI MEZZOLOMBARDO Provincia di Trento Piano triennale di prevenzione della corruzione 2015 2017 1 INFORMAZIONI GENERALI 1.1 - L attuazione della Legge 6 novembre 2012 n. 190,

Dettagli

REGOLAMENTO SUGLI OBBLIGHI DI PUBBLICITA E TRASPARENZA RELATIVI ALL ORGANIZZAZIONE DELLA GE.SE.CO. ARZACHENA SRL

REGOLAMENTO SUGLI OBBLIGHI DI PUBBLICITA E TRASPARENZA RELATIVI ALL ORGANIZZAZIONE DELLA GE.SE.CO. ARZACHENA SRL REGOLAMENTO SUGLI OBBLIGHI DI PUBBLICITA E TRASPARENZA RELATIVI ALL ORGANIZZAZIONE DELLA GE.SE.CO. ARZACHENA SRL Approvato dal Consiglio di Amministrazione con deliberazione n. 15 del 07.08.2014 INDICE

Dettagli

AVVISO PUBBLICO COINVOLGIMENTO DEGLI STAKEHOLDER DELL UNIVERSITA DEGLI STUDI DI MILANO-BICOCCA ALL ADOZIONE DEL CODICE DI COMPORTAMENTO DI ATENEO

AVVISO PUBBLICO COINVOLGIMENTO DEGLI STAKEHOLDER DELL UNIVERSITA DEGLI STUDI DI MILANO-BICOCCA ALL ADOZIONE DEL CODICE DI COMPORTAMENTO DI ATENEO AVVISO PUBBLICO COINVOLGIMENTO DEGLI STAKEHOLDER DELL UNIVERSITA DEGLI STUDI DI MILANO-BICOCCA ALL ADOZIONE DEL CODICE DI COMPORTAMENTO DI ATENEO La L. 190/12 recante Disposizioni per la prevenzione e

Dettagli

PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE

PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE 2016 2017 2018 EMISSIONE Dicembre 2015 DECORRENZA Gennaio 2016 Redazione a cura di: Responsabile Prevenzione della corruzione Approvato da: Consiglio di

Dettagli

COMUNE DI FOSSO PROVINCIA DI VENEZIA

COMUNE DI FOSSO PROVINCIA DI VENEZIA COMUNE DI FOSSO PROVINCIA DI VENEZIA DISPOSIZIONI ORGANIZZATIVE PER LA DISCIPLINA DELL ALBO PRETORIO INFORMATICO INDICE ART. 1 ART. 2 ART. 3 ART. 4 ART. 5 ART. 6 ART. 7 ART. 8 ART. 9 ART. 10 ART. 11 ART.

Dettagli

Sezione Reati ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita

Sezione Reati ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita Modello di organizzazione gestione e controllo ai sensi del D.Lgs 231/2001 Parte Speciale Sezione Reati ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita ELENCO DELLE

Dettagli

ISTITUTO D ISTRUZIONE SUPERIORE

ISTITUTO D ISTRUZIONE SUPERIORE ORGANISMO DI VIGILANZA PER L ATTUAZIONE DEL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO DE ISTITUTO D ISTRUZIONE SUPERIORE STATALE GALILEO GALILEI CREMA (CR) Nomina componenti OdV edizione dicembre

Dettagli

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE PER LA PREVENZIONE DEL RISCHIO CORRUZIONE

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE PER LA PREVENZIONE DEL RISCHIO CORRUZIONE MODELLO DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE PER LA PREVENZIONE DEL RISCHIO CORRUZIONE INDICE PARTE I Individuazione del rischio corruzione Art. 1 Oggetto e finalità Art. 2 Aree a maggior rischio di corruzione

Dettagli

PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE

PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE ai sensi della L. 190/2012 Allegato 2 Revisione del 20/10/2014 Pagina 1 di 6 ALLEGATO 2 - PIANO 2014 D IMPLEMENTAZIONE DELLE MISURE TRASVERSALI E SPECIFICHE 1 PIANO

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

APAM. esercizio spa CODICE ETICO E DI COMPORTAMENTO. APAM esercizio spa - Codice etico e di comportamento

APAM. esercizio spa CODICE ETICO E DI COMPORTAMENTO. APAM esercizio spa - Codice etico e di comportamento APAM esercizio spa 1 CODICE ETICO E DI COMPORTAMENTO Indice 1. PREMESSA BREVE PROFILO DELLA SOCIETÀ pag. 3 2. PRINCIPI GENERALI 2.1 Contenuto e finalità del codice etico pag. 4 2.2 Destinatari del codice

Dettagli

su proposta dell Assessore alla Sanità, Salute e Politiche sociali, Antonio Fosson;

su proposta dell Assessore alla Sanità, Salute e Politiche sociali, Antonio Fosson; LA GIUNTA REGIONALE Richiamato il decreto legislativo n. 541 del 30 dicembre 1992 recante Attuazione della direttiva 92/28/CEE concernente la pubblicità dei medicinali per uso umano ; richiamato il decreto

Dettagli

La figura del RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA (RLS) IN AZIENDA quali prospettive di collaborazione

La figura del RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA (RLS) IN AZIENDA quali prospettive di collaborazione La figura del RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA (RLS) IN AZIENDA quali prospettive di collaborazione Riferimenti normativi Decreto Legislativo 9 Aprile 2008 n. 81: cd TESTO UNICO SULLA SALUTE

Dettagli

PROTOCOLLO DI INTESA RELATIVO AI RAPPORTI DI COLLABORAZIONE TRA L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA E IL GAS E LA GUARDIA DI FINANZA

PROTOCOLLO DI INTESA RELATIVO AI RAPPORTI DI COLLABORAZIONE TRA L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA E IL GAS E LA GUARDIA DI FINANZA Allegato A Autorità per l energia elettrica e il gas Guardia di Finanza PROTOCOLLO DI INTESA RELATIVO AI RAPPORTI DI COLLABORAZIONE TRA L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA E IL GAS E LA GUARDIA DI FINANZA

Dettagli

Sistema di gestione della Responsabilità Sociale

Sistema di gestione della Responsabilità Sociale PGSA 05 Sistema di Gestione la Responsabilità PROCEDURA PGSA 05 Sistema di gestione la Responsabilità Rev. Data Oggetto Redatto da Approvato da 01 2 Prima emissione Resp. RSGSA Direzione 1 PGSA 05 Sistema

Dettagli

PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE (P.T.P.C.) PIANO TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E LʼINTEGRITAʼ (P.T.T.I.)

PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE (P.T.P.C.) PIANO TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E LʼINTEGRITAʼ (P.T.T.I.) PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE (P.T.P.C.) PIANO TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E LʼINTEGRITAʼ (P.T.T.I.) Triennio: 2015-2017 Responsabile: Dott. Pasquali Francesco Nomina del responsabile

Dettagli

ART. 1 (finalità ed ambito applicativo)

ART. 1 (finalità ed ambito applicativo) OGGETTO: Approvazione Regolamento recante disciplina per il conferimento di incarichi di collaborazione, di studio di ricerca, di consulenze, ovvero ogni altra tipologia di collaborazione autonoma, a soggetti

Dettagli

Studio legale Avv. Paolo Savoldi Bergamo, Via Verdi, 14. SEMINARIO C.S.E. s.r.l IL TRASFERIMENTO DEL RISCHIO

Studio legale Avv. Paolo Savoldi Bergamo, Via Verdi, 14. SEMINARIO C.S.E. s.r.l IL TRASFERIMENTO DEL RISCHIO SEMINARIO C.S.E. s.r.l IL TRASFERIMENTO DEL RISCHIO PERCHE NON SMETTERE DI FARE L IMPRENDITORE EDILE? Mozzo(BG) 27 Marzo 2009 Hotel Holiday Inn Express MANABILE PER LE IMPRESE EDILI SUGLI ADEMPIMENTI PREVISTI

Dettagli

Settembre 2014 ATTUAZIONE DELLA DELIBERA N. 77/2013 SUGLI OBBLIGHI DI TRASPARENZA. Giunta Provincia Autonoma di Trento

Settembre 2014 ATTUAZIONE DELLA DELIBERA N. 77/2013 SUGLI OBBLIGHI DI TRASPARENZA. Giunta Provincia Autonoma di Trento Settembre 2014 ATTUAZIONE DELLA DELIBERA N. 77/2013 SUGLI OBBLIGHI DI TRASPARENZA Giunta Provincia Autonoma di Trento 1 Introduzione Il presente documento contiene schede sintetiche relative agli esiti

Dettagli

AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI SIENA REGOLAMENTO RECANTE NORME SUGLI INCARICHI AI DIPENDENTI PROVINCIALI

AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI SIENA REGOLAMENTO RECANTE NORME SUGLI INCARICHI AI DIPENDENTI PROVINCIALI AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI SIENA REGOLAMENTO RECANTE NORME SUGLI INCARICHI AI DIPENDENTI PROVINCIALI approvato con deliberazione G.P. n. 188 del 25.7.2001 modificato con deliberazione G.P. n. 83 del

Dettagli

CODICE ETICO Approvato dai membri del CDA a ottobre 2011

CODICE ETICO Approvato dai membri del CDA a ottobre 2011 CODICE ETICO Approvato dai membri del CDA a ottobre 2011 2 Premessa Con il la Belli S.r.l. vuole creare una sorta di carta dei diritti e doveri morali che definiscono la responsabilità etico-sociale di

Dettagli

Società Gestione Farmacie s.r.l.

Società Gestione Farmacie s.r.l. Società Gestione Farmacie s.r.l. Piano triennale per la prevenzione della corruzione 2015-2017 Sommario 1. Il concetto di corruzione e il Piano Triennale di prevenzione della corruzione... 3 2. Il Responsabile

Dettagli

GESTIONE DELLE NON CONFORMITÀ E RECLAMI

GESTIONE DELLE NON CONFORMITÀ E RECLAMI Pagina 1 di 6 Procedura Rev. Data Descrizione modifica Approvazione 3 27.04.2003 Revisione generale (unificate NC e Reclami) C.V. 4 03.09.2007 Specificazione NC a carattere ambientale C.V. 5 07.03.2008

Dettagli

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA ing. Davide Musiani Modena- Mercoledì 8 Ottobre 2008 L art. 30 del D.Lgs 81/08 suggerisce due modelli organizzativi e di controllo considerati idonei ad avere efficacia

Dettagli

Riferimenti normativi

Riferimenti normativi CRITERI E MODALITÀ PER IL RIMBORSO DELLE SPESE DIRETTAMENTE SOSTENUTE DALLE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO PER LA REALIZZAZIONE DI PROGETTI REGOLAMENTATI DA CONVENZIONE I Progetti possono essere integrativi

Dettagli

CODICE ETICO DELLA SOCIETA ISI ITALIA

CODICE ETICO DELLA SOCIETA ISI ITALIA CODICE ETICO DELLA SOCIETA ISI ITALIA 1. Premessa ISI Italia srl ( di seguito ISI e/o Società ) adotta il seguente Codice di comportamento al fine di promuovere l insieme dei principi etici a cui la società

Dettagli

REGOLAMENTO SULLA FACOLTÀ DI ACCESSO TELEMATICO E RIUTILIZZO DEI DATI

REGOLAMENTO SULLA FACOLTÀ DI ACCESSO TELEMATICO E RIUTILIZZO DEI DATI REGOLAMENTO SULLA FACOLTÀ DI ACCESSO TELEMATICO E RIUTILIZZO DEI DATI REGOLAMENTO SULLA FACOLTA DI ACCESSO TELEMATICO E RIUTILIZZO DEI DATI Sommario Art. 1 - Principi, finalità, e oggetto...3 Art. 2 -

Dettagli

Codice di Comportamento

Codice di Comportamento Approvato con deliberazione del Consiglio di Amministrazione n. 15 del 3 maggio 2005 e successivamente modificato con deliberazione n. 12 del 2 marzo 2009 Indice Premessa 1 Codice Etico 2 Regolamento gare

Dettagli

VISTO l articolo 38 della legge regionale 18/2005;

VISTO l articolo 38 della legge regionale 18/2005; Oggetto: LEGGE 12.03.1999 N. 68 - APPROVAZIONE CONVENZIONE PROGRAMMATICA PER L ASSUNZIONE DI 1 UNITÀ DI PERSONALE APPARTENENTE ALLE LISTE EX ART. 8 L. 68/1999. ASSICURAZIONI GENERALI SPA. VISTA la legge

Dettagli

Modificato con deliberazione C.C. n. 92 del 10.09.2015 I N D I C E

Modificato con deliberazione C.C. n. 92 del 10.09.2015 I N D I C E Regolamento per la pubblicità e la trasparenza dello stato patrimoniale dei titolari di incarichi politici e per la disciplina del procedimento sanzionatorio per la applicazione delle sanzioni specifiche

Dettagli

ARCESE TRASPORTI S.P.A. Modello di organizzazione gestione e controllo ai sensi del D.Lgs 231/2001 CODICE DISCIPLINARE

ARCESE TRASPORTI S.P.A. Modello di organizzazione gestione e controllo ai sensi del D.Lgs 231/2001 CODICE DISCIPLINARE ARCESE TRASPORTI S.P.A. Modello di organizzazione gestione e controllo ai sensi del D.Lgs 231/2001 CODICE DISCIPLINARE ELENCO DELLE REVISIONI REV. DATA DESCRIZIONE APPROVAZIONE 00 28/07/15 Codice _Disciplinare

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA PUBBLICAZIONE DI ATTI E PROVVEDIMENTI ALL ALBO CAMERALE. (Adottato con delibera della Giunta Camerale n.72, del 17 ottobre 2014)

REGOLAMENTO PER LA PUBBLICAZIONE DI ATTI E PROVVEDIMENTI ALL ALBO CAMERALE. (Adottato con delibera della Giunta Camerale n.72, del 17 ottobre 2014) REGOLAMENTO PER LA PUBBLICAZIONE DI ATTI E PROVVEDIMENTI ALL ALBO CAMERALE. (Adottato con delibera della Giunta Camerale n.72, del 17 ottobre 2014) Art.1 - Oggetto Il presente Regolamento disciplina, ai

Dettagli

4. Essere informati sui rischi e le misure necessarie per ridurli o eliminarli;

4. Essere informati sui rischi e le misure necessarie per ridurli o eliminarli; Lezione 3 Le attribuzioni del Rappresentante dei Lavoratori per la sicurezza Il diritto alla salute Abbiamo già sottolineato che il beneficiario ultimo del testo unico è la figura del lavoratore. La cui

Dettagli

"BOZZENTE S.R.L. Protocollo procedure di gara, rischi specifici e schemi di comportamento

BOZZENTE S.R.L. Protocollo procedure di gara, rischi specifici e schemi di comportamento "BOZZENTE S.R.L. Protocollo procedure di gara, rischi specifici e schemi di comportamento 1 PREMESSA Il presente Protocollo è adottato al fine di approfondire e trattare in maniera più puntuale i rischi

Dettagli

REGOLAMENTO DEL COMITATO CONTROLLO E RISCHI DI SNAM. Il presente Regolamento, approvato dal Consiglio di Amministrazione in data 12

REGOLAMENTO DEL COMITATO CONTROLLO E RISCHI DI SNAM. Il presente Regolamento, approvato dal Consiglio di Amministrazione in data 12 REGOLAMENTO DEL COMITATO CONTROLLO E RISCHI DI SNAM Il presente Regolamento, approvato dal Consiglio di Amministrazione in data 12 dicembre 2013, disciplina la composizione e la nomina, le modalità di

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DELL ALBO PRETORIO ON LINE

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DELL ALBO PRETORIO ON LINE REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DELL ALBO PRETORIO ON LINE Approvato con Deliberazione di Giunta Comunale n. 386 del 5 Ottobre 2012 INDICE 1. Oggetto 2. Caratteristiche e organizzazione delle pubblicazioni

Dettagli

Regolamento per la formazione professionale continua del Consiglio Nazionale

Regolamento per la formazione professionale continua del Consiglio Nazionale Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili FORMAZIONE PROFESSIONALE CONTINUA degli iscritti negli Albi tenuti dagli Ordini dei dottori commercialisti e degli esperti contabili

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITA Revisione: Sezione 4 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA

MANUALE DELLA QUALITA Revisione: Sezione 4 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA Pagina: 1 di 5 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA 4.0 SCOPO DELLA SEZIONE Illustrare la struttura del Sistema di Gestione Qualità SGQ dell Istituto. Per gli aspetti di dettaglio, la Procedura di riferimento

Dettagli

Programma triennale. per la trasparenza e l integrità (P.T.T.I.) di ACAM ACQUE S.p.A.

Programma triennale. per la trasparenza e l integrità (P.T.T.I.) di ACAM ACQUE S.p.A. Programma triennale per la trasparenza e l integrità (P.T.T.I.) di ACAM ACQUE S.p.A. 2015 2017 Predisposto dal responsabile per la trasparenza Adottato in data n. 28/09/2015 con determinazione dell Amministratore

Dettagli

1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE...2 2 RIFERIMENTI... 2 3 SIGLE E DEFINIZIONI... 2 4 RESPONSABILITA...3 5 PROCEDURA...3

1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE...2 2 RIFERIMENTI... 2 3 SIGLE E DEFINIZIONI... 2 4 RESPONSABILITA...3 5 PROCEDURA...3 del 13 11 2012 Pagina 1 di 6 INDICE 1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE...2 2 RIFERIMENTI... 2 3 SIGLE E DEFINIZIONI... 2 4 RESPONSABILITA...3 5 PROCEDURA...3 5.1 Programmazione delle attività...3 5.2 Documentazione...

Dettagli

Il responsabile della prevenzione della corruzione. Ai collaboratori del Consorzio Ai rappresentanti degli organi di indirizzo politico del Consorzio

Il responsabile della prevenzione della corruzione. Ai collaboratori del Consorzio Ai rappresentanti degli organi di indirizzo politico del Consorzio Ai collaboratori del Consorzio Ai rappresentanti degli organi di indirizzo politico del Consorzio Circolare n.1 DEFINIZIONE LINEE PROCEDURALI PER LA SEGNALAZIONE DI ILLECITI O IRREGOLARITÀ E DISCIPLINA

Dettagli