MOGC 231 PARTE GENERALE

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "MOGC 231 PARTE GENERALE"

Transcript

1 e risposte Contenuti Organizzazione Lucart S.p.a. VIA CIARPI, 77, PORCARI DI LUCCA, 016 (LU) TEL FAX MOGC 231 PARTE GENERALE ai sensi del D.Lgs. n. 231 del 8 Giugno 2001 e s.m.i. Stato delle revisioni Versione Data Descrizione 00 18/11/2017 Prima emissione 01 0/12/2017 Bozza condivisa 02

2 e risposte Contenuti Indice generale della sezione Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte generale 1.0 Introduzione 2.0 Premessa 2.1 Il contenuto del D.Lgs. 231/ La condizione esimente della responsabilità amministrativa dell Ente 2.3 Linee guida 3.0 Adozione del modello di organizzazione, gestione e controllo 3.1 Obiettivi e finalità perseguiti con l adozione del Modello 3.2 Elementi fondamentali del Modello 3.3 Modello, codice etico e sistema disciplinare 3.4 Approvazione e recepimento dei principi di riferimento del Modello e del Codice Etico 4.0 Potenziali aree a rischio e processi strumentali.0 Principi di controllo nelle potenziali aree di attività a rischio 6.0 Destinatari del Modello 7.0 Organismo di Vigilanza 7.1 I requisiti 7.2 Individuazione 7.3 Nomina 7.4 Funzioni e poteri 7. Flussi informativi dell Organismo di Vigilanza nei confronti del vertice societario 8.0 Informazione, formazione ed aggiornamento 9.0 Il sistema sanzionatorio disciplinare e civilistico 9.1 Violazione del Modello 9.2 Misure nei confronti dell organo amministrativo 9.3 Misure e sanzioni nei confronti dei dipendenti 9.4 Misure e sanzioni nei confronti dei soggetti aventi rapporti contrattuali/commerciali con l azienda 10 Modifica, implementazione e verifica del funzionamento del Modello 10.1 Modifiche ed integrazioni dei principi di riferimento del Modello 10.2 Implementazione del Modello ed attuazione dei controlli sulle aree di attività a rischio Premessa

3 e risposte Contenuti La storia La storia di Lucart Group inizia negli anni trenta, quo la famiglia Pasquini decide di impiantare a Villa Basilica (Lucca), un'azienda di produzione della carta. All'inizio la produzione era rivolta principalmente al mercato delle carte monolucide per imballaggi flessibili, per tovaglie e per sottopiatti, ma alla fine degli anni Ottanta il Gruppo ha diversificato la propria attività comincio a produrre anche carte tissue ad uso igienico sanitario (asciugatutto, strofinacci, carta igienica, tovaglioli, ecc.). I principali eventi che hanno segnato lo sviluppo del Gruppo sono: 193 Viene fondata la Cartiera Lucchese dei F.lli Pasquini snc Avviamento di PM1 nel nuovo stabilimento di Porcari, dove ancora oggi ha sede legale la Cartiera Lucchese spa Avviamento di PM2 nello stabilimento di Porcari Avviamento di PM3 nello stabilimento di Porcari Avviamento di PM4 nello stabilimento di Porcari, prima macchina per la produzione di carte tissue Acquisizione dello stabilimento di Diecimo Avviamento di PM nello stabilimento di Diecimo Avviamento di PM6 nello stabilimento di Diecimo Viene costituita Cartiera Lucchese France, società commerciale per la gestione dei clienti francesi Avviamento di PM7 e dell'impianto di disinchiostrazione dei maceri nello stabilimento di Diecimo Nasce EcoLucart la prima linea al mondo di prodotti in carta tissue ad utilizzare un involucro in MaterBi (materiale biodegradabile) Viene costituita Lucart Iberica sl, società commerciale per la gestione dei clienti iberici. Viene costituita Lucart France sas, do così avvio alla creazione

4 e risposte Contenuti dello stabilimento di Troyes. Cartiera Lucchese è la prima società italiana ad ottenere l'eco-label, il marchio di qualità ecologica dei prodotti dell'unione Europea Avviamento di PM8 nello stabilimento di Troyes. Avviamento nello stabilimento di Troyes del primo gruppo al mondo per la goffratura della carta igienica con finitura "goffra-incolla" Lo stabilimento di Diecimo ottiene la certificazione ambientale EMAS. Viene lanciato Hygenius Toilet il primo dispenser di carta igienica a taglio automatico Viene costituita Fato Professional srl, società che ha rilevato la gestione di Fato Italia srl, azienda leader nella produzione di tovaglie e tovaglioli colorati e decorati. Lancio della prima confezione di carta igienica da 2 super-maxi rotoli sovrapposti (2 super-maxi rotoli = 8 rotoli tradizionali) Viene costituita Novatissue sas, società che ha rilevato il ramo tissue di Novacare sa, azienda francese con una capacità produttiva di t/anno di carta tissue Viene adottato il nome Lucart Group (al posto di Cartiera Lucchese Group), per identificare il Gruppo di aziende facenti capo a Cartiera Lucchese spa A Diecimo viene realizzato un nuovo impianto (unico in Italia) che permette di produrre carta 100% ecologica recupero le fibre di cellulosa presenti nei contenitori Tetra Pak Cartiera Lucchese S.p.A. ottiene la certificazione BS OHSAS 18001:2007 (British Stard Occupational Health Safety Assessment Series). A Laval sur Vologne (Novatissue) viene realizzato un secondo impianto per il riciclo dei contenitori Tetra Pak, analogo a quello realizzato a Diecimo. Vengono lanciati i br Eco Natural Lucart (Mercato Professional) e Grazie Natural Lucart (Mercato Consumer) Viene acquisita Georgia-Pacific Italia srl: con l accordo Cartiera Lucchese spa diventa proprietaria degli stabilimenti italiani di Castelnuovo Garfagnana (LU) e Avigliano (PZ), della sede amministrativa di Genova e acquisisce i marchi Tenderly e Tutto in Italia ed in tutti i Paesi del mondo. Contestualmente, Georgia-Pacific Italia srl, cambia la propria ragione sociale in Airtissue srl.

5 e risposte Contenuti 2013 Tutte le società italiane del Gruppo si sono fuse in un'unica società denominata Lucart spa. Rilancio dei br Tenderly e Tutto Pannocarta Lucart Group acquisisce Bokk Paper KFT.,do vita a Lucart KFT Lucart sostituisce PM2 stabilimento di Porcari con nuova macchina PM12 L Assetto Organizzativo Lucart S.p.a. ha un assetto organizzativo di natura verticistica composto da un Consiglio di Amministrazione, un collegio sindacale ed una società di revisione. La Società ha adottato un Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo in data 26/06/2012 nomino un Organismo di vigilanza composto da due membri esterni (tra cui il presidente dell ODV) ed un membro interno. La Società nel corso del 201 e del 2016 ha ottenuto i seguenti risultati:

6 e risposte Contenuti La Lucart s.p.a. in virtù di quanto illustrato in premessa ad oggi detiene le seguenti partecipazioni: Pasfin S.p.A. Lucart S.p.A. 100% 100% 100% 100% 100% Lucart Ibérica S.L.U. Lucart S.a.s. Lucart Deutschl GmbH Lucart Kft. 100% Lucart Tissue & Soap S.L.U. Lucart spa opera con stabilimenti produttivi, di cui 3 in provincia di Lucca, uno in provincia di Venezia e uno in provincia di Potenza. Il totale delle persone impiegate in tutte le società del Gruppo al 31/12/2016 era pari a unità. L attuale capacità produttiva complessiva è superiore a t/anno, ripartita su 10 macchine continue e 8 linee di converting. La Società nel corso degli anni ha ottenuto e proseguito nelle attività di mantenimento delle seguenti certificazioni a livello di Gruppo: - Sistema di Gestione Qualità UNI EN ISO Sistema di Gestione Ambientale UNI EN ISO Registrazione EMAS - Ecolabel - Catena di Custodia PEFC e FSC - Certificazione BS OHSAS 18001: Certificazione Der Blaue Engel - Origine France Garantie Il contenuto del D.Lgs. 231/01 In attuazione della delega di cui all art. 11 della Legge 29 settembre 2000 n. 300, in data 8 Giugno 2001 è stato emanato il Decreto legislativo n. 231 (di seguito denominato il Decreto ), entrato in vigore il 4 luglio 2001, con il quale il Legislatore ha adeguato la normativa interna alle convenzioni internazionali in materia di responsabilità delle persone giuridiche. In particolare, si tratta della Convenzione di Bruxelles del 26 luglio 199 sulla tutela degli interessi finanziari delle Comunità Europee, della Convenzione firmata a

7 e risposte Contenuti Bruxelles il 26 maggio 1997 sulla lotta alla corruzione nella quale siano coinvolti funzionari della Comunità Europea o degli Stati membri, e della Convenzione OCSE del 17 dicembre 1997 sulla lotta alla corruzione di pubblici ufficiali stranieri nelle operazioni economiche ed internazionali. Il Decreto, recante Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, ha introdotto nell ordinamento giuridico italiano un regime di responsabilità amministrativa (assimilabile sostanzialmente alla responsabilità penale) a carico degli enti (da intendersi come società, associazioni, consorzi, etc., di seguito denominati Enti ) per reati tassativamente elencati e commessi nel loro interesse o vantaggio: da persone fisiche che rivestano funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione degli Enti stessi o di una loro unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale, nonché da persone fisiche che esercitino, anche di fatto, la gestione e il controllo degli Enti medesimi, ovvero da persone fisiche sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti sopra indicati. La responsabilità dell ente si aggiunge a quella della persona fisica, che ha commesso materialmente il reato. La previsione della responsabilità amministrativa di cui al Decreto coinvolge, nella repressione degli illeciti penali ivi espressamente previsti, gli Enti che abbiano tratto interesse e/o vantaggio dalla commissione del reato In base al disposto del D.Lgs. 231/01 e successive integrazioni - la responsabilità amministrativa dell'ente si configura con riferimento alle seguenti fattispecie di reato: Reati commessi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione Art. 24 D.Lgs. 231/01 Delitti informatici e trattamento illecito dei dati Art. 24-bis D.Lgs. 231/01 Delitti di criminalità organizzata Art. 24-ter D.Lgs. 231/01 Reati commessi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione Concussione e corruzione Art. 2 D.Lgs. 231/01 Falsità in monete, spendita ed introduzione nello stato, previo concerto di monete false Art. 2-bis D.Lgs. 231/01 Delitti contro l industria ed il commercio Art. 2-bis.1 D.Lgs. 231/01 Reati societari Art. 2-ter D.Lgs. 231/01 Delitti con finalità di terrorismo o di eversione dell ordine democratico Art. 2-quater D.Lgs. 231/01 Reati di mutilazione degli organi genitali femminili Art. 2-quater.1 D.Lgs. 231/01 Delitti contro la personalità individuale Art. 2-quinquies D.Lgs. 231/01 Abusi di mercato Art. 2-sexies D.Lgs. 231/01 Omicidio colposo o lesioni commesse con violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro Art. 2-septies D.Lgs. 231/01 Ricettazione, riciclaggio ed impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, Autoriciclaggio Art. 2-octies D.Lgs. 231/01 Delitti in materia di violazione del diritto d autore Art. 2-novies D.Lgs. 231/01 Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all autorità giudiziaria Art. 2-decies D.Lgs. 231/01 Reati ambientali Art. 2-undecies D.Lgs. 231/01 Impiego di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare Art. 2-duodecies D.Lgs. 231/01 Delitti tentati Art. 26 D.Lgs. 231/01 Responsabilità amministrativa degli enti che operano nella filiera degli oli vergini di oliva Reati transnazionali Art.12 L.9/2013 L.146/ La condizione esimente della responsabilità amministrativa dell Ente Istituita la responsabilità amministrativa degli Enti, l art. 6 del Decreto stabilisce che l ente non ne risponde nel caso in cui dimostri di aver adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione del fatto, modelli di organizzazione di gestione e controllo idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi

8 e risposte Contenuti La medesima norma prevede, inoltre, l istituzione di un organo di controllo interno all ente con il compito di vigilare sul funzionamento, l efficacia e l osservanza dei predetti modelli, nonché di curarne l'aggiornamento Detti modelli di organizzazione, gestione e controllo (di seguito denominati i Modelli ), ex art. 6, commi 2 e 3, del D.Lgs. 231/01, devono rispondere alle seguenti esigenze: Individuare le attività nel cui ambito possano essere commessi i reati previsti dal Decreto Prevedere specifici protocolli diretti a programmare la formazione e l attuazione delle decisioni dell ente in relazione ai reati da prevenire Individuare modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad impedire la commissione di tali reati Prevedere obblighi di informazione nei confronti dell organismo deputato a vigilare sul funzionamento e l osservanza dei modelli Introdurre un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel Modello Ove il reato venga commesso da soggetti che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione dell ente o di una sua unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale, nonché da soggetti che esercitano, anche di fatto, la gestione e il controllo dello stesso, l ente non risponde se prova che: L organo dirigente ha adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione del fatto, un Modello idoneo a prevenire reati della specie di quello verificatosi Il compito di vigilare sul funzionamento e l osservanza del Modello e di curare il suo aggiornamento è stato affidato a un organismo dell ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo I soggetti hanno commesso il reato eludendo fraudolentemente il Modello Non vi è stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell organismo di controllo in ordine al Modello Nel caso in cui, invece, il reato venga commesso da soggetti sottoposti alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti sopra indicati, l ente è responsabile se la commissione del reato è stata resa possibile dall inosservanza degli obblighi di direzione e vigilanza. Detta inosservanza è, in ogni caso, esclusa qualora l ente, prima della commissione del reato, abbia adottato ed efficacemente attuato un Modello idoneo a prevenire reati della specie di quello verificatosi L art.6 del Decreto dispone, infine, che i modelli di organizzazione e di gestione possano essere adottati sulla base di codici di comportamento redatti da associazioni rappresentative di categoria, comunicati al Ministero della Giustizia, il quale, di concerto con i Ministeri competenti, potrà formulare, entro 30 giorni, osservazioni sull idoneità dei modelli a prevenire i reati Linee guida Per espressa previsione legislativa (art. 6, comma 3, D.Lgs. 231/2001), i Modelli di organizzazione e di gestione possono essere adottati sulla base di codici di comportamento redatti dalle associazioni rappresentative degli enti, comunicati al Ministero della Giustizia L azienda aderisce alle linee guida di Confindustria la quale, in data 31 Marzo 2008, ha emanato una versione, ad oggi aggiornata, delle proprie Linee Guida per la costruzione dei Modelli di Organizzazione, Gestione e Controllo ex D.Lgs. 231/01 Il Ministero di Grazia e Giustizia in data 9 Aprile2008 ha approvato dette Linee Guida, ritenendo che l aggiornamento effettuato sia da considerarsi complessivamente adeguato ed idoneo al raggiungimento dello scopo fissato dall art. 6 del Decreto

9 e risposte Contenuti Le Linee guida di Confindustria indicano un percorso che può essere in sintesi così riepilogato: Individuazione delle aree di rischio, al fine di evidenziare le funzioni aziendali nell ambito delle quali sia possibile la realizzazione degli eventi pregiudizievoli previsti dal Decreto Predisposizione di un sistema di controllo in grado di prevenire i rischi attraverso l adozione di appositi protocolli Le componenti più rilevanti del sistema di controllo ideato da Confindustria sono: Codice Etico Sistema organizzativo manuali ed informatiche Poteri autorizzativi e di firma Sistemi di controllo e gestione Comunicazione al personale e sua formazione Le componenti del sistema di controllo devono essere ispirate ai seguenti principi: Verificabilità, documentabilità, coerenza e congruenza di ogni operazione Applicazione del principio di segregazione dei compiti Documentazione dei controlli Previsione di un adeguato sistema sanzionatorio per la violazione delle norme del Codice Etico e delle procedure Individuazione dei requisiti dell Organismo di Vigilanza, riassumibili in: Autonomia e indipendenza Professionalità Continuità di azione Previsione di modalità di gestione delle risorse finanziarie Obblighi di informazione dell organismo di controllo Il mancato rispetto di punti specifici delle predette Linee Guida non inficia la validità del Modello. Infatti, il Modello adottato dall Ente deve essere necessariamente redatto con specifico riferimento alla realtà concreta della società, e pertanto lo stesso può anche discostarsi dalle Linee Guida di Confindustria, le quali, per loro natura, hanno carattere generale Tali linee guida in quanto naturale punto di riferimento per i modelli delle singole imprese vengono comunque allegate a formare parte integrante del presente modello nella versione più aggiornata disponibile. 3 - Adozione del Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Obiettivi e finalità perseguiti con l adozione del Modello La società è sensibile all esigenza di assicurare condizioni di correttezza e trasparenza nella conduzione degli affari e delle attività aziendali. A tal fine, sebbene l adozione del Modello sia prevista dalla legge come facoltativa e non obbligatoria, l azienda ha avviato un Progetto di analisi dei propri strumenti organizzativi, di gestione e di controllo, volto a verificare la rispondenza dei principi comportamentali e delle procedure già adottate alle finalità previste dal Decreto Tale iniziativa è stata assunta nella convinzione che l adozione del Modello possa costituire un valido strumento di sensibilizzazione di

10 e risposte Contenuti tutti coloro che operano in nome e per conto della società, affinché tengano comportamenti corretti e lineari nell espletamento delle proprie attività, tali da prevenire il rischio di commissione dei reati previsti dal Decreto stesso In particolare, attraverso l adozione del Modello, l azienda si propone di perseguire le seguenti principali finalità: Determinare, in tutti coloro che operano in nome e per conto dell azienda nelle aree di attività a rischio, la consapevolezza di poter incorrere, in caso di violazione delle disposizioni ivi riportate, nella commissione di illeciti passibili di sanzioni penali comminabili nei loro stessi confronti e di sanzioni amministrative irrogabili all azienda Ribadire che tali forme di comportamento illecito sono fortemente condannate dall azienda, in quanto le stesse (anche nel caso in cui la società fosse apparentemente in condizione di trarne vantaggio) sono comunque contrarie, oltre che alle disposizioni di legge, anche al Codice Etico al quale l azienda intende attenersi nell esercizio della attività aziendale Consentire alla società, grazie ad un azione di monitoraggio sulle aree di Attività a rischio, di intervenire tempestivamente per prevenire o contrastare la commissione dei reati stessi Nell ottica della realizzazione di un programma d interventi sistematici e razionali per l adeguamento dei propri modelli organizzativi e di controllo, la società ha predisposto una mappa delle attività aziendali e ha individuato nell ambito delle stesse le cosiddette attività a rischio ovvero quelle che, per loro natura, rientrano tra le attività da sottoporre ad analisi e monitoraggio alla luce delle prescrizioni del Decreto A seguito dell individuazione delle attività a rischio, l azienda ha ritenuto opportuno definire i principi di riferimento del Modello Organizzativo che intende attuare, tenendo presenti, oltre alle prescrizioni del Decreto, le linee guida elaborate in materia dalle associazioni di categoria La Società si impegna a svolgere un continuo monitoraggio della propria attività sia in relazione ai suddetti reati, sia in relazione all espansione normativa cui potrà essere soggetto il Decreto 231. Qualora dovesse emergere la rilevanza di uno o più dei reati sopra menzionati, o di eventuali nuovi reati che il Legislatore riterrà di inserire nell ambito del Decreto 231, la Società valuterà l opportunità di integrare il presente Modello con nuove misure di controllo e/o nuove Parti Speciali Elementi fondamentali del Modello Con riferimento alle esigenze individuate dal legislatore nel Decreto, i punti fondamentali individuati dalla società nella definizione del Modello possono essere così brevemente riassunti: Mappa delle attività aziendali sensibili ovvero di quelle nel cui ambito, per loro natura, possono essere commessi i reati di cui al Decreto e pertanto da sottoporre ad analisi e monitoraggio Analisi dei protocolli in essere e definizione delle eventuali implementazioni finalizzate, con riferimento alle attività aziendali sensibili, a garantire i principi di controllo (vedi punto 4) Modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad impedire la commissione dei reati Identificazione dell Organismo di Vigilanza (di seguito anche Organismo o OdV ), ruolo attribuito in azienda a professionisti esterni coadiuvati da un componente interno, e l attribuzione di specifici compiti di vigilanza sull efficace e corretto funzionamento del Modello Definizione dei flussi informativi nei confronti dell Organismo Attività di informazione, sensibilizzazione e diffusione a tutti i livelli aziendali delle regole comportamentali e delle procedure istituite Definizione delle responsabilità nell approvazione, nel recepimento, nell integrazione e nell implementazione del Modello,

11 e risposte Contenuti oltre che nella verifica del funzionamento dei medesimi e dei comportamenti aziendali con relativo aggiornamento periodico (controllo ex post) Modello, Codice Etico e Sistema disciplinare L azienda ha ritenuto opportuno formalizzare i principi etici a cui la Società quotidianamente si ispira nella gestione delle attività aziendali all interno di un Codice Etico, in considerazione anche dei comportamenti che possono determinare la commissione dei reati previsti dal Decreto Gli obiettivi che l azienda ha inteso perseguire mediante la definizione del Codice Etico possono essere così riepilogati: Improntare su principi di correttezza e trasparenza i rapporti con le terze parti ed in particolar modo con la Pubblica Amministrazione Richiamare l attenzione del personale dipendente, dei collaboratori, dei fornitori, e, in via generale, di tutti gli operatori, sul puntuale rispetto delle leggi vigenti, delle norme previste dal, nonché delle procedure a presidio dei processi aziendali Definire un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel Modello I principi di riferimento del Modello si integrano con quelli del Codice Etico adottato dalla società, per quanto il Modello, per le finalità che lo stesso intende perseguire in specifica attuazione delle disposizioni del Decreto, abbia una diversa portata rispetto al Codice Etico Sotto tale profilo, infatti, è opportuno precisare che: Il Codice Etico riveste una portata generale in quanto contiene una serie di principi di deontologia aziendale che l azienda riconosce come propri e sui quali intende richiamare l osservanza di tutti i suoi dipendenti e di tutti coloro che cooperano al perseguimento dei fini aziendali Il Codice Etico rima al sistema disciplinare aziendale atto a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel Modello, previsto all art. 6, comma 2 lett. e) del Decreto Il Modello risponde, invece, a specifiche prescrizioni contenute nel Decreto, finalizzate a prevenire la commissione di particolari tipologie di reati (per fatti che, commessi nell interesse o a vantaggio dell azienda, possono comportare una responsabilità amministrativa in base alle disposizioni del Decreto medesimo Approvazione e recepimento dei principi di riferimento del Modello e del Codice Etico Essendo il Modello un atto di emanazione dell organo dirigente (in conformità alle prescrizioni dell art. 6, comma 1, lett. a) del Decreto), è rimessa al Consiglio di Amministrazione la responsabilità di approvarlo e recepirlo, mediante apposita delibera Parimenti, anche il Codice Etico è stato approvato con delibera del Consiglio di Amministrazione in quanto parte integrante del Modello Organizzativo a cui è allegato Potenziali aree a rischio e processi strumentali

12 e risposte Contenuti Le attività considerate rilevanti ai fini della predisposizione del Modello sono quelle che, a seguito di specifica analisi dei rischi, hanno manifestato fattori di rischio relativi alla commissione di violazioni delle norme penali indicate dal D.Lgs. 231/01 o, in generale, dal Codice Etico della Società stessa L analisi dei rischi è stata strutturata in modo da valutare per ciascuna fase dei processi, quali possono essere quelli potenzialmente a rischio relativamente ai singoli articoli del D.Lgs. 231/01 In tal senso è stata creata la seguente tabella per poter valutare questi aspetti e definirne delle priorità di intervento Probabilità P Danno D Valore Inevitabile 30% Altissimo Alta % P < 30% Alto 4 Moderata 1% P < % Moderato 3 Bassa 0,01% P < 1% Basso 2 Remota < 0,01% Irrilevante 1 P x D Se P x D 0 Nessuna azione Se P x D 6 10 Azione necessaria entro 1 anno Se P x D Azione necessaria entro 1 mese Se P x D 17-2 Azione necessaria entro 2 giorni Le principali aree di attività potenzialmente a rischio sono elencate nelle parti speciali del presente modello Si precisa che i reati di cui all art. 2-septies del Decreto (omicidio colposo e lesioni personali colpose gravi o gravissime commessi con violazione delle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro) per loro natura possono essere riferibili a tutte le aree aziendali; l azienda si è dotata di una politica aziendale in materia di sicurezza ed igiene del lavoro e delle strutture di prevenzione e protezione previste dalla normativa di riferimento ottenendo la certificazione OHSAS Principi di controllo nelle potenziali aree di attività a rischio

13 e risposte Contenuti Nell ambito dello sviluppo delle attività di definizione dei protocolli necessari a prevenire le fattispecie di rischio-reato, sono stati individuati, sulla base della conoscenza della struttura interna e della documentazione aziendale, i principali processi, sotto processi o attività nell ambito dei quali, in linea di principio, potrebbero realizzarsi i reati o potrebbero configurarsi le occasioni o i mezzi per la realizzazione degli stessi Con riferimento a tali processi, sotto processi o attività è stato rilevato il sistema di gestione e di controllo in essere focalizzo l analisi sulla presenza/assenza all interno dello stesso dei seguenti elementi di controllo: Regole comportamentali: esistenza di regole comportamentali idonee a garantire l esercizio delle attività aziendali nel rispetto delle leggi, dei regolamenti e dell integrità del patrimonio aziendale : esistenza di procedure interne a presidio dei processi nel cui ambito potrebbero realizzarsi le fattispecie di reati previste dal D.Lgs. 231/01 o nel cui ambito potrebbero configurarsi le condizioni, le occasioni o i mezzi di commissione degli stessi reati. Le caratteristiche minime che sono state esaminate sono: o Definizione e regolamentazione delle modalità e tempistiche di svolgimento delle attività o Tracciabilità degli atti, delle operazioni e delle transazioni attraverso adeguati supporti documentali che attestino le caratteristiche e le motivazioni dell operazione ed individuino i soggetti a vario titolo coinvolti nell operazione (autorizzazione, effettuazione, registrazione, verifica dell operazione) o Chiara definizione della responsabilità delle attività o Esistenza di criteri oggettivi per l effettuazione delle scelte aziendali o Adeguata formalizzazione e diffusione delle procedure aziendali in esame Segregazione dei compiti: una corretta distribuzione delle responsabilità e la previsione di adeguati livelli autorizzativi, allo scopo di evitare sovrapposizioni funzionali o allocazioni operative che concentrino le attività critiche su un unico soggetto Livelli autorizzativi: chiara e formalizzata assegnazione di poteri e responsabilità, con espressa indicazione dei limiti di esercizio in coerenza con le mansioni attribuite e con le posizioni ricoperte nell ambito della struttura organizzativa Attività di controllo: esistenza e documentazione di attività di controllo e supervisione, compiute sulle transazioni aziendali Attività di monitoraggio: esistenza di meccanismi di sicurezza che garantiscano un adeguata protezione/accesso ai dati e ai beni aziendali Nello specifico, i sistemi di controllo in essere per ciascuna area aziendale/processo evidenziato, sono riepilogati nelle parti speciali del presente Modello Destinatari del Modello Sono destinatari del Modello (di seguito i "Destinatari") tutti coloro che operano per il conseguimento dello scopo e degli obiettivi aziendali Fra i destinatari del Modello sono annoverati i componenti degli organi sociali aziendali, i soggetti coinvolti nelle funzioni dell'organismo di Vigilanza, i dipendenti aziendali, i soci, i consulenti esterni e i partner commerciali e/o finanziari ISTITUZIONI

14 e risposte Contenuti STAKEHOLDER AZIENDA (Organi interni) CLIENTI ORGANISMO DI VIGILANZA Organismo di Vigilanza I requisiti L art. 6, comma 1, lett. b), del D.Lgs. n. 231/01, individua l istituzione di un Organismo di Vigilanza, come requisito affinché l ente possa essere esonerato dalla responsabilità amministrativa dipendente dalla commissione dei reati specificati nel D.Lgs. stesso. I requisiti che l organo di controllo deve soddisfare per un efficace svolgimento delle predette funzioni sono: Autonomia ed indipendenza: l Organismo di Vigilanza deve essere sprovvisto di compiti operativi e deve avere solo rapporti di staff - come meglio si dirà in seguito - con il vertice operativo aziendale e con il Consiglio di Amministrazione Professionalità nell espletamento dei suoi compiti istituzionali; a tal fine i componenti del suddetto organo devono avere conoscenze specifiche in relazione a qualsiasi tecnica utile per prevenire la commissione di reati, per scoprire quelli già commessi e individuarne le cause, nonché per verificare il rispetto dei modelli da parte degli appartenenti all organizzazione aziendale Continuità di azione, al fine di garantire la costante attività di monitoraggio e di aggiornamento del Modello e la sua variazione al mutare delle condizioni aziendali di riferimento Individuazione In considerazione delle caratteristiche sopra evidenziate, della specificità dei compiti assegnati all Organismo di Vigilanza, nonché

15 e risposte Contenuti dell attuale struttura organizzativa adottata dall azienda, si ritiene opportuno identificare e regolamentare tale organismo come segue: L Organismo di Vigilanza ha una struttura collegiale Il Consiglio di Amministrazione, al fine di garantire la presenza dei requisiti sopra menzionati, valuta periodicamente l adeguatezza dell Organismo di Vigilanza in termini di struttura organizzativa e di poteri conferiti, apporto le modifiche e/o le integrazioni ritenute necessarie L Organismo di Vigilanza è configurato come unità di staff in posizione verticistica, riporto direttamente al Consiglio di Amministrazione Il funzionamento dell Organismo di Vigilanza è disciplinato da un apposito Regolamento, predisposto dall Organismo medesimo. Tale regolamento prevede, tra l altro, le funzioni, i poteri e i doveri dell Organismo, nonché i flussi informativi verso il Consiglio di Amministrazione. Sotto questo profilo è opportuno prevedere che ogni attività dell Organismo di Vigilanza sia documentata per iscritto ed ogni riunione o ispezione cui esso partecipi sia opportunamente verbalizzata Nomina Il Consiglio di Amministrazione dell azienda provvede alla nomina dei componenti dell Organismo di Vigilanza La durata in carica dei componenti dell Organismo di Vigilanza è stabilita dal Consiglio di Amministrazione della Società in tre anni, rinnovabili. L'Organismo di Vigilanza definisce e svolge le attività di competenza ed è dotato ai sensi dell' art. 6, comma 1, lett.b), del D.Lgs. 231/01 di "autonomi poteri di iniziativa e controllo e di un budget di spesa a disposizione Funzioni e poteri dell Organismo di Vigilanza In base a quanto emerge dal testo del D.Lgs. riepilogate: 231/01, le funzioni svolte dall Organismo di Vigilanza possono essere così Vigilanza sull effettività del Modello, che consiste nel verificare la coerenza tra comportamenti concreti e Modello istituito Valutazione dell adeguatezza del Modello, ossia della idoneità dello stesso, in relazione alla tipologia di attività e alle caratteristiche dell impresa, a ridurre ad un livello accettabile i rischi di realizzazione di reati. Ciò impone un attività di aggiornamento dei modelli sia alle mutate realtà organizzative aziendali, sia ad eventuali mutamenti della legge in esame. L aggiornamento può essere proposto dall Organismo di Vigilanza, ma deve essere adottato - come già ricordato - dall organo amministrativo In particolare, i compiti dell'organismo di Vigilanza sono così definiti: Vigilare sull effettività del Modello attuo le procedure di controllo previste Verificare l'efficacia nel prevenire i comportamenti illeciti Verificare il mantenimento, nel tempo, dei requisiti richiesti promuovendo, qualora necessario, il necessario aggiornamento Promuovere e contribuire, in collegamento con le altre unità interessate, all aggiornamento e adeguamento continuo del Modello e del sistema di vigilanza sull attuazione dello stesso Assicurarsi i flussi informativi di competenza Assicurare l attuazione degli interventi di controllo programmati e non programmati

16 e risposte Contenuti Segnalare alle funzioni competenti la notizia di violazione del Modello e monitorare l'applicazione delle sanzioni disciplinari Nell espletamento delle sue funzioni, l Organismo di Vigilanza ha la facoltà di: Emanare disposizioni ed ordini di servizio intesi a regolare l attività dell Organismo di Vigilanza Accedere a qualsiasi documento aziendale rilevante per lo svolgimento delle funzioni attribuite all Organismo di Vigilanza ai sensi del D.Lgs. n. 231/01 Ricorrere a consulenti esterni di comprovata professionalità nei casi in cui ciò si renda necessario per l espletamento delle attività di verifica e controllo ovvero di aggiornamento del Modello Disporre che i Responsabili delle funzioni aziendali forniscano tempestivamente le informazioni, i dati e/o le notizie loro richieste per individuare aspetti connessi alle varie attività aziendali rilevanti ai sensi del Modello L Organismo di Vigilanza potrà essere convocato in qualsiasi momento dal Consiglio di Amministrazione e potrà, a sua volta, chiedere di essere ascoltato in qualsiasi momento, al fine di riferire sul funzionamento del Modello o su situazioni specifiche 7. - Flussi informativi dell OdV nei confronti del vertice societario Sistema delle deleghe All OdV devono essere trasmessi e tenuti costantemente aggiornati i documenti afferenti il sistema di procure e deleghe in vigore presso la Società Segnalazioni di esponenti aziendali o di terzi Allo stesso tempo, dovrà essere portata a conoscenza dell OdV qualunque informazione, di qualsiasi tipo, che sia giudicata attinente all attuazione del Modello nelle aree di attività a rischio così come individuate nel Modello L obbligo riguarda principalmente le risultanze delle attività poste in essere dalla Società, nonché le atipicità e le anomalie riscontrate A tale riguardo valgono le seguenti prescrizioni: Devono essere raccolte le segnalazioni relative a possibili ipotesi di commissione di reati previsti dal Decreto o, comunque, di condotte non in linea con le regole di condotta adottate dalla società L OdV valuterà le segnalazioni ricevute e adotterà i provvedimenti conseguenti, dopo aver ascoltato, se ritenuto opportuno, l autore della segnalazione ed il responsabile della presunta violazione Le segnalazioni potranno essere effettuate in forma scritta ed avere ad oggetto ogni violazione o sospetto di violazione del Modello e delle procedure aziendali adottate. L OdV agirà in modo da garantire i soggetti segnalanti da qualsiasi forma di ritorsione, discriminazione o penalizzazione, assicuro, altresì, l assoluta riservatezza dell identità del segnalante Oltre a ciò, devono essere necessariamente trasmesse all OdV tutte le informazioni che presentino elementi rilevanti in relazione all attività di vigilanza, come ad esempio: I provvedimenti o le notizie provenienti da organi di polizia o da qualsiasi altra autorità dai quali si evinca lo svolgimento di indagini per i reati di cui al Decreto le richieste di assistenza legale in materie rilevanti ai fini del presente Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo, effettuate dalla Società L eventuale richiesta per la concessione di fondi pubblici in gestione o per l ottenimento di forme di finanziamento dei fondi già in gestione Le notizie relative all attuazione, (a titolo esemplificativo eventuali considerazioni in merito a criticità rilevate nell applicazione

17 e risposte Contenuti delle procedure 231, a suggerimenti, piuttosto che a flussi informativi definiti nelle singole procedure) a tutti i livelli aziendali, del Modello organizzativo con evidenza dei procedimenti disciplinari intrapresi e delle eventuali sanzioni irrogate, ovvero dei provvedimenti di archiviazione di tali procedimenti Relativamente agli obblighi di informativa valgono al riguardo le seguenti prescrizioni: Devono essere raccolte tutte le segnalazioni relative alla commissione di reati previsti dal Decreto ed a comportamenti non in linea con le regole di condotta adottate L afflusso di segnalazioni deve essere canalizzato verso l OdV dell azienda L OdV, valutate le segnalazioni ricevute, sentite le parti coinvolte (autore della segnalazione e presunto responsabile della violazione), determinerà i provvedimenti del caso Le segnalazioni dovranno essere formalizzate per iscritto Le stesse dovranno riguardare ogni violazione o sospetto di violazione del Modello Spetta all OdV il compito di garantire i segnalanti contro qualsiasi forma di ritorsione, discriminazione o penalizzazione, assicuro altresì la riservatezza dell identità del segnalante e la tutela dei diritti dell azienda o delle persone accusate erroneamente e/o in mala fede Informazione, formazione ed aggiornamento Al fine di promuovere una cultura di impresa ispirata al rispetto della legalità e della trasparenza, l azienda assicura l ampia divulgazione del Modello e l effettiva conoscenza dello stesso da parte di chi è tenuto a rispettarlo Una copia del Modello - nonché una copia di ogni intervenuta modifica e aggiornamento - è consegnata, oltre che al Consiglio di Amministrazione e a ciascun componente dell Organismo di Vigilanza, a ciascun dipendente ed a ciascun soggetto tenuto a rispettare le prescrizioni del Modello Una copia del Modello, in formato elettronico, è altresì inserita nella intranet aziendale, al fine di consentire ai dipendenti una consultazione giornaliera, e pubblicata (nella sola Parte Generale e Codice Etico) sul sito della Società al fine di renderlo disponibile a tutte le parti interessate Prima dell entrata in servizio i dipendenti neo-assunti riceveranno una copia del Modello L adozione del Modello e le sue successive modifiche ed integrazioni, sono portate a conoscenza di tutti i soggetti con i quali l azienda intrattiene rapporti d affari rilevanti La società predispone, periodicamente, un piano di interventi formativi per i propri dipendenti e per le figure apicali al fine della completa acquisizione dei contenuti del modello di gestione Sistema sanzionatorio, disciplinare e civilistico L art. 6, comma 2, lett. e) e l art. 7, comma 4, lett. b) del D. Lgs. 231/01 stabiliscono, con riferimento sia ai soggetti in posizione apicale che ai soggetti sottoposti ad altrui direzione, la necessaria predisposizione di un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel Modello

18 e risposte Contenuti L efficace attuazione del Modello e del Codice di Comportamento non può prescindere dalla predisposizione di un adeguato apparato sanzionatorio, che svolge una funzione essenziale nel sistema del D. Lgs. 231/01, costituendo il presidio di tutela per le procedure interne In altri termini, la previsione di un adeguato sistema che risulti idoneo a sanzionare le violazioni delle disposizioni e delle procedure organizzative richiamate dal Modello rappresenta un elemento qualificante dello stesso ed una condizione imprescindibile per la sua concreta operatività, applicazione e rispetto da parte di tutti i Destinatari Al riguardo, è opportuno puntualizzare che l applicazione delle sanzioni prescinde dalla concreta commissione di un reato e dall eventuale instaurazione di un procedimento penale: la finalità delle sanzioni qui previste è infatti quella di reprimere qualsiasi violazione di disposizioni del Modello dettate ai fini della prevenzione di illeciti penali, promuovendo nel personale aziendale e in tutti coloro che collaborano a qualsiasi titolo con la Società, la consapevolezza della ferma volontà di quest ultima di perseguire qualsiasi violazione delle regole poste a presidio del corretto svolgimento delle mansioni e/o degli incarichi assegnati Quindi il sistema disciplinare applicabile in caso di violazione di quanto previsto dal Modello è volto a rendere effettiva ed efficace l adozione dello stesso e l azione dell OdV, ciò in virtù anche di quanto previsto dall art. 6 del Decreto Requisito fondamentale delle sanzioni è la loro proporzionalità rispetto alla violazione rilevata, proporzionalità che dovrà essere valutata in ossequio a tre criteri: Gravità della violazione Tipologia di rapporto di lavoro instaurato con il prestatore (subordinato, parasubordinato, dirigenziale etc.,), tenuto conto della specifica disciplina sussistente sul piano normativo e contrattuale Eventuale recidiva Violazione del Modello Ai fini dell ottemperanza al D.Lgs 231/2001, a titolo esemplificativo, costituiscono violazione del Modello: La messa in atto di azioni o comportamenti non conformi alle prescrizioni del Modello, ovvero l omissione di azioni o comportamenti prescritti dal Modello, nell espletamento di attività nel cui ambito ricorre il rischio di commissione dei reati (ossia nei c.d. processi sensibili) o di attività a questi connesse La messa in atto di azioni o comportamenti non conformi ai principi contenuti nel Codice Etico, ovvero l omissione di azioni o comportamenti prescritti dal Codice Etico, nell espletamento dei processi sensibili o di attività a questi connesse Di seguito sono riportate le sanzioni previste per le diverse tipologie di Destinatari Misure nei confronti dell Organo Amministrativo La Società valuta con rigore le infrazioni al presente Modello poste in essere da coloro che rappresentano il vertice della Società e ne manifestano l immagine verso i dipendenti, i soci, i creditori e il pubblico. La formazione e il consolidamento di un etica aziendale sensibile ai valori della correttezza e della trasparenza presuppone, anzitutto, che tali valori siano acquisiti e rispettati da coloro che guidano le scelte aziendali, in modo da costituire esempio e stimolo per tutti coloro che, a qualsiasi livello, operano per la Società In caso di violazione del Modello da parte del Consiglio di Amministrazione, l OdV prenderà gli opportuni provvedimenti tra cui, ad

19 e risposte Contenuti esempio, la convocazione dell assemblea dei soci al fine di adottare le misure più idonee previste dalla legge e/o la revoca di deleghe eventualmente conferite all amministratore In ogni caso, è fatta salva la facoltà delle società di proporre azioni di responsabilità e risarcitorie Misure e sanzioni nei confronti dei dipendenti L inosservanza delle procedure descritte nel Modello adottato dalla Società ai sensi del D. Lgs. n. 231/2001 implica l applicazione di sanzioni disciplinari individuate a carico dei Destinatari che verranno applicate nel rispetto delle procedure previste dall art. 7 della Legge 300/1970 Qualora venga accertata una o più delle violazioni indicate al paragrafo precedente, in ragione della sua gravità ed eventuale reiterazione, sono comminati, sulla base degli specifici CCNL di categoria applicati, i seguenti provvedimenti disciplinari: Richiamo verbale Ammonizione scritta Multa non superiore all importo di tre ore di retribuzione Sospensione dal lavoro e dalla retribuzione fino ad un massimo di 3 giorni Licenziamento senza preavviso La irrogazione delle sanzioni disciplinari avverrà nel rispetto delle norme procedurali di cui all art. 7 Legge 300/1970 e di cui al vigente CCNL, secondo un principio di proporzionalità (in base alla gravità della violazione e tenuto conto della recidiva) In particolare, il tipo e l entità di ciascuna delle sanzioni sopra richiamate, saranno applicate, in relazione: All intenzionalità del comportamento o grado di negligenza, imprudenza o imperizia con riguardo anche alla prevedibilità dell evento Al comportamento complessivo del lavoratore con particolare riguardo alla sussistenza o meno di precedenti disciplinari del medesimo, nei limiti consentiti dalla legge Alle mansioni del lavoratore Alla posizione funzionale delle persone coinvolte nei fatti costituenti la mancanza Alla violazione di norme, leggi e regolamenti interni della Società Alle altre particolari circostanze che accompagnano la violazione disciplinare In ogni caso, delle sanzioni irrogate e/o delle violazioni accertate, verrà sempre informato l OdV Le misure e le sanzioni nei confronti dei soggetti aventi rapporti contrattuali con la società L inosservanza delle norme indicate nel Modello adottato dalla Società ai sensi del D. Lgs. 231/2001 da parte di fornitori, collaboratori, consulenti esterni, partner aventi rapporti contrattuali/commerciali con l azienda, può determinare, in conformità a quanto disciplinato nello specifico rapporto contrattuale, la risoluzione del relativo contratto, fermo resto la facoltà di richiedere il risarcimento dei danni verificatisi in conseguenza di detti comportamenti, ivi inclusi i danni causati dall applicazione da parte del

20 e risposte Contenuti Giudice delle misure previste dal D. Lgs. 231/ Modifica, implementazione e verifica del funzionamento del Modello Modifiche ed integrazioni dei principi di riferimento del Modello Il Consiglio di Amministrazione aziendale provvede ad effettuare le successive ed eventuali modifiche e integrazioni dei principi di riferimento del Modello, allo scopo di consentire la continua rispondenza del Modello medesimo alle prescrizioni del Decreto ed alle eventuali mutate condizioni della struttura dell Ente Implementazione del Modello ed attuazione dei controlli sulle aree di attività a rischio Il Consiglio di Amministrazione provvede all attuazione del Modello, mediante valutazione ed approvazione delle azioni necessarie per l implementazione degli elementi fondamentali dello stesso; per l individuazione di tali azioni, il Consiglio di Amministrazione si avvale del supporto dell Organismo di Vigilanza Il Consiglio di Amministrazione della società deve altresì garantire, anche attraverso l intervento dell Organismo di Vigilanza, l aggiornamento del Modello, in relazione alle esigenze che si rendessero necessarie nel futuro L efficace e concreta attuazione del Modello deliberato dal Consiglio di Amministrazione è verificata dall Organismo di Vigilanza, nell esercizio dei poteri di controllo allo stesso conferiti sulle attività svolte dalle singole funzioni aziendali nelle aree a rischio

Sistema di gestione Modello di organizzazione Codice etico Analisi dei rischi Procedure Modulistica

Sistema di gestione Modello di organizzazione Codice etico Analisi dei rischi Procedure Modulistica Organizzazione AZIENDA s.p.a. C.so Garibaldi, n. 56-00195 Roma (RM) Tel. 0612345678 - Fax. 0612345678 Web : www.nomeazienda.it E-Mail : info@nomeazienda.it MOGC 231 ai sensi del D.Lgs. n. 231 del 8 Giugno

Dettagli

PARTE GENERALE Il MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO, 8 GIUGNO 2001, N. 231

PARTE GENERALE Il MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO, 8 GIUGNO 2001, N. 231 PARTE GENERALE Il MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO, 8 GIUGNO 2001, N. 231 Approvato dal Consiglio di Amministrazione in data 28/02/2018 Revisione Redatto

Dettagli

MOGC (Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo) ai sensi del D.Lgs.231/2001 e s.m.i.

MOGC (Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo) ai sensi del D.Lgs.231/2001 e s.m.i. MOGC (Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo) ai sensi del D.Lgs.231/2001 e s.m.i. 1/6 1. INTRODUZIONE AL MODELLO ORGANIZZATIVO SECONDO LA 231 Il Decreto Legislativo n. 231 dell 8 giugno 2001,

Dettagli

Allegato 3 Il Sistema disciplinare di Telelombardia Srl

Allegato 3 Il Sistema disciplinare di Telelombardia Srl Allegato 3 Il Sistema disciplinare di Telelombardia Srl 1. Principi generali La definizione di un adeguato sistema disciplinare, idoneo a sanzionare la violazione del Modello (ivi incluse le violazione

Dettagli

D.Lgs. 231/2001. Corso di formazione 2014

D.Lgs. 231/2001. Corso di formazione 2014 Corso di formazione Corso di formazione La Responsabilità amministrativa degli enti ex D.Lgs. 231/01 Disposizioni per la prevenzione della corruzione e dell illegalità nella P.A. L. 190/2012 Disposizioni

Dettagli

LABORATORIO ANALISI CLINICHE GIGLIOLI S.r.l.

LABORATORIO ANALISI CLINICHE GIGLIOLI S.r.l. Sistema di gestione Modello di organizzazione Codice etico Analisi dei rischi Procedure Modulistica D.LGS. 231/2001 Organizzazione LABORATORIO ANALISI CLINICHE GIGLIOLI S.r.l. Via Domenico De Dominicis,

Dettagli

MOGC 231 PARTE GENERALE

MOGC 231 PARTE GENERALE Sede Legale - Via Verizzo, 1030 31053 Pieve di Soligo (TV) Sede operativa -Via Friuli, 11 31020 - San Vendemiano (TV) Tel. 0438.402661 Fax 0438.403124 P.Iva e C.F. 03553690268 Web : www.ascotlc.it E-Mail

Dettagli

Modello di Organizzazione Gestione e Controllo ai sensi del d.lgs. 231/01 PARTE GENERALE

Modello di Organizzazione Gestione e Controllo ai sensi del d.lgs. 231/01 PARTE GENERALE Modello di Organizzazione Gestione e Controllo ai sensi del d.lgs. PARTE GENERALE UNINDUSTRIA PERFORM S.r.l. Via del Plebiscito n.15 03100 Frosinone Telefono 06.84499386 0775.859511 Fax 0775.251068 Web

Dettagli

Responsabilità amministrativa dell Ente Decreto Legislativo 231/2001

Responsabilità amministrativa dell Ente Decreto Legislativo 231/2001 Responsabilità amministrativa dell Ente Decreto Legislativo 231/2001 Contenuti legislativi Modello di organizzazione, gestione e controllo Organismo di Vigilanza Connessioni con il Testo Unico Sicurezza

Dettagli

DOCUMENTO DI SINTESI MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO. Parte Generale

DOCUMENTO DI SINTESI MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO. Parte Generale DOCUMENTO DI SINTESI MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO Parte Generale Organismo di Vigilanza Luglio 2014 SOMMARIO 1. SCOPO DELLA PUBBLICAZIONE... 3 2. PREMESSA SULLA RESPONSABILITÀ DA REATO

Dettagli

Responsabilità amministrativa dell Ente Decreto Legislativo 231/2001

Responsabilità amministrativa dell Ente Decreto Legislativo 231/2001 Responsabilità amministrativa dell Ente Decreto Legislativo 231/2001 Contenuti legislativi Modello di organizzazione, gestione e controllo Organismo di Vigilanza Connessioni con il Testo Unico Sicurezza

Dettagli

Modello di organizzazione, gestione e controllo Parte speciale

Modello di organizzazione, gestione e controllo Parte speciale Modello di organizzazione, gestione e controllo Parte speciale Delineazione delle attività preventive con riferimento ai reati - presupposto previsti applicabili dalla parte generale del Modello Approvazione

Dettagli

MOGC 231 PARTE GENERALE ai sensi del D.Lgs. n. 231 del 8 Giugno 2001 e s.m.i.

MOGC 231 PARTE GENERALE ai sensi del D.Lgs. n. 231 del 8 Giugno 2001 e s.m.i. Organizzazione Motor Power Company s.r.l. Via Leonardo da Vinci, 4 42024, Castelnovo di sotto (RE) MOGC 231 PARTE GENERALE ai sensi del D.Lgs. n. 231 del 8 Giugno 2001 e s.m.i. Emissione DG Data 06/09/2018

Dettagli

MOGC 231 PARTE GENERALE

MOGC 231 PARTE GENERALE Organizzazione Eureka!Servizi Srl Via G.B. Pergolesi, n. 18-20124 Milano (MI) Tel. 0236596545 - Fax. 0236596544 Web : www.eurekaservizi.it E-Mail: info@eurekaservizi.it Pec: eurecaservizi@arubapec.it MOGC

Dettagli

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE GESTIONE E CONTROLLO AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO 8 GIUGNO 2001 N. 231 di NAMIRA SGR. p.a.

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE GESTIONE E CONTROLLO AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO 8 GIUGNO 2001 N. 231 di NAMIRA SGR. p.a. MODELLO DI ORGANIZZAZIONE GESTIONE E CONTROLLO AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO 8 GIUGNO 2001 N. 231 di NAMIRA SGR. p.a. 1. IL DECRETO LEGISLATIVO 231/2001 E LA NORMATIVA RILEVANTE Quadro normativo Il

Dettagli

MOGC Parte Generale ai sensi del D.Lgs. n. 231 del 8 Giugno 2001

MOGC Parte Generale ai sensi del D.Lgs. n. 231 del 8 Giugno 2001 Sicilia Emergenza-Urgenza Sanitaria S.C.p.A. MOGC Parte Generale ai sensi del D.Lgs. n. 231 del 8 Giugno 2001 INDICE Indice generale della sezione Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte

Dettagli

ARCESE TRASPORTI S.P.A. Modello di organizzazione gestione e controllo ai sensi del D.Lgs 231/2001 CODICE DISCIPLINARE

ARCESE TRASPORTI S.P.A. Modello di organizzazione gestione e controllo ai sensi del D.Lgs 231/2001 CODICE DISCIPLINARE ARCESE TRASPORTI S.P.A. Modello di organizzazione gestione e controllo ai sensi del D.Lgs 231/2001 CODICE DISCIPLINARE ELENCO DELLE REVISIONI REV. DATA DESCRIZIONE APPROVAZIONE 00 28/07/15 Codice Disciplinare

Dettagli

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE GESTIONE E CONTROLLO

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE GESTIONE E CONTROLLO ELENCO DELLE REVISIONI REV. DATA NATURA DELLE MODIFICHE APPROVAZIONE 01 28/01/2016 Adozione Consiglio di Amministrazione 2 Sommario 1. PREMESSA... 4 2. LAVORATORI DIPENDENTI (QUADRI, IMPIEGATI E OPERAI)...

Dettagli

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO AI SENSI DEL D.LGS 231/2001 SISTEMA DISCIPLINARE

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO AI SENSI DEL D.LGS 231/2001 SISTEMA DISCIPLINARE MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO AI SENSI DEL D.LGS 231/2001 SISTEMA DISCIPLINARE ELENCO DELLE REVISIONI REV. DATA NATURA DELLE MODIFICHE APPROVAZIONE 01 06/02/2017 Adozione Amministratore

Dettagli

MODELLO GESTIONALE EX ART. 6 D.LGS. 231/01 PARTE GENERALE

MODELLO GESTIONALE EX ART. 6 D.LGS. 231/01 PARTE GENERALE MODELLO GESTIONALE EX ART. 6 D.LGS. 231/01 PARTE GENERALE 1 INDICE Capitolo 1 - PREMESSE p.3 Paragrafo 1.1 Descrizione di UNI.C.A.P.I. soc. coop. p.3 Paragrafo 1.2 Il contenuto del D.Lgs. 231/2001. p.4

Dettagli

ESTRATTO DEL SISTEMA DISCIPLINARE DI CUI AL D.LGS. 231/01. DECAL Depositi Costieri Calliope S.p.a.

ESTRATTO DEL SISTEMA DISCIPLINARE DI CUI AL D.LGS. 231/01. DECAL Depositi Costieri Calliope S.p.a. DECAL S.p.A. Modello organizzativo ex D. Lgs 231/01 ESTRATTO DEL SISTEMA DISCIPLINARE DI CUI AL D.LGS. 231/01 DECAL Depositi Costieri Calliope S.p.a. DECAL S.P.A. - 20/12/2018 1 DECAL S.p.A. Modello organizzativo

Dettagli

MODELLO ORGANIZZATIVO AZIENDALE AINE SERVIZI SRL. Ai sensi del D.Lgs. 231/2001

MODELLO ORGANIZZATIVO AZIENDALE AINE SERVIZI SRL. Ai sensi del D.Lgs. 231/2001 MODELLO ORGANIZZATIVO AZIENDALE AINE SERVIZI SRL Ai sensi del D.Lgs. 231/2001 INDICE 1 Introduzione pag. 3 2 I reati pag. 4 3. Il modello di organizzazione, gestione e controllo pag. 6 4. Politica aziendale

Dettagli

SISTEMA SANZIONATORIO CONSORZIO DEI COMUNI DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO SOCIETÀ COOPERATIVA FEBBRAIO 2016

SISTEMA SANZIONATORIO CONSORZIO DEI COMUNI DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO SOCIETÀ COOPERATIVA FEBBRAIO 2016 SISTEMA SANZIONATORIO DI CONSORZIO DEI COMUNI DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO SOCIETÀ COOPERATIVA FEBBRAIO 2016 1. SANZIONI E MISURE DISCIPLINARI L art.6.2 del Decreto annovera, tra gli elementi di

Dettagli

L applicazione del d.lgs. 231/2001 nel comparto agricolo

L applicazione del d.lgs. 231/2001 nel comparto agricolo L applicazione del d.lgs. 231/2001 nel comparto agricolo Breve riferimento 1 Il d.lgs. 231/2001 ha superato il principio societas delinquere non potest Cass. Sez. II, Sent. n. 3615 del 20.12.2005: è noto

Dettagli

INFORMAZIONI GENERALI SUL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO D.LGS. 231/2001

INFORMAZIONI GENERALI SUL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO D.LGS. 231/2001 INFORMAZIONI GENERALI SUL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO D.LGS. 231/2001 1 PREMESSA Con il D.lgs 231/2001 il legislatore ha introdotto nel nostro ordinamento la responsabilità amministrativa/penale

Dettagli

SISTEMA DISCIPLINARE

SISTEMA DISCIPLINARE Versione 1 Sommario 1. Introduzione.... 3 2. Violazioni commesse da personale dipendente e dirigente.... 3 3. Violazioni commesse dagli Amministratori.... 5 4. Violazioni commesse dai Sindaci.... 5 5.

Dettagli

ALLEGATO A - SISTEMA DISCIPLINARE

ALLEGATO A - SISTEMA DISCIPLINARE ALLEGATO A - SISTEMA DISCIPLINARE relativo alla violazione dei principi e delle misure indicate nel Modello di Organizzazione e gestione, ai sensi del D. Lgs. n.231/2001. SOMMARIO PREMESSA 3 1. DISPOSIZIONI

Dettagli

Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo

Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo (rif. Norm. D.Lgs. n.231/21) CODICE 1. PRINCIPI GENERALI Il presente sistema disciplinare è adottato ai sensi dell art. 6, comma secondo, lett. e) e dell

Dettagli

A.Se.R. SpA CODICE SANZIONATORIO

A.Se.R. SpA CODICE SANZIONATORIO A.Se.R. SpA CODICE SANZIONATORIO Ai sensi degli artt. 6 e 7 del D.Lgs. 231/2001 (Approvato con CdA del 01.12.2010) 1 INDICE PRINCIPI GENERALI... 3 SOGGETTI DESTINATARI... 3 CRITERI GENERALI DI IRROGAZIONE

Dettagli

MOGC 231 PARTE GENERALE

MOGC 231 PARTE GENERALE Organizzazione T&A TECNOLOGIA E AMBIENTE S.r.l. Sede Legale: S.P. 237 per Noci, 8 70017 Putignano (BA) Sede Operativa: Via Tanzi, n. 39/E - 70121 Bari (BA) Tel. 080.4055162 - Fax. 080.4055162 Web : www.tecnologiaeambientesrl.com

Dettagli

Fiorenzuola Patrimonio S.r.l.

Fiorenzuola Patrimonio S.r.l. Pag. 1/16 Fiorenzuola Patrimonio S.r.l. Largo Gabrielli, 2 29017 Fiorenzuola d Arda Telefono: 0523.1900030 fax: 0523.1900031 Email: amministrazione@fiorenzuolapatrimonio.it PEC: sergas@pec.fiorenzuolapatrimonio.it

Dettagli

Sistema Disciplinare

Sistema Disciplinare Sistema Disciplinare ai sensi del D.Lgs. 231/2001 art. 7 IV comma lett. b) Edizione Revisione Data Obiettivo della revisione 1 0 27/02/2012 Emissione Indice 1. Premessa... 3 2. Principi Generali... 4 3.

Dettagli

Allegato Sistema Disciplinare MODELLO DI ORGANIZZAZIONE E CONTROLLO AI SENSI DEL D.LGS.231/01

Allegato Sistema Disciplinare MODELLO DI ORGANIZZAZIONE E CONTROLLO AI SENSI DEL D.LGS.231/01 Allegato Sistema Disciplinare MODELLO DI ORGANIZZAZIONE E CONTROLLO AI SENSI DEL D.LGS.231/01 ELENCO DELLE REVISIONI REV. DATA REV. DESCRIZIONE DATA APPROVAZIONE 2 SOMMARIO 3 PREMESSA Il Sistema Disciplinare

Dettagli

1. INTRODUZIONE Definizioni Il regime di responsabilità amministrativa degli enti... 11

1. INTRODUZIONE Definizioni Il regime di responsabilità amministrativa degli enti... 11 PARTE GENERALE 1. INTRODUZIONE... 9 1.1. Definizioni... 9 1.2. Il regime di responsabilità amministrativa degli enti... 11 1.2.1. Caratteristiche e natura della responsabilità degli enti... 11 1.2.2. Fattispecie

Dettagli

REGOLAMENTO IN MATERIA DI SANZIONI DISCIPLINARI DERIVANTI DALLA VIOLAZIONE DEL MODELLO EX D.LGS N 231/01

REGOLAMENTO IN MATERIA DI SANZIONI DISCIPLINARI DERIVANTI DALLA VIOLAZIONE DEL MODELLO EX D.LGS N 231/01 REGOLAMENTO IN MATERIA DI SANZIONI DISCIPLINARI DERIVANTI DALLA VIOLAZIONE DEL MODELLO EX D.LGS N 231/01 -Aprile 2009- 1. Principi generali AMG ENERIA s.p.a. intende assicurare l efficace attuazione del

Dettagli

MOGC 231 PARTE SPECIALE ai sensi del D.Lgs. n. 231 del 8 Giugno 2001 e s.m.i.

MOGC 231 PARTE SPECIALE ai sensi del D.Lgs. n. 231 del 8 Giugno 2001 e s.m.i. Pag. 1 / 17 MOGC 231 PARTE SPECIALE ai sensi del D.Lgs. n. 231 del 8 Giugno 2001 e s.m.i. Emissione CdA Data Firma Approvazione CdA Data Firma Approvazione ODV Data Firma Stato delle revisioni Versione

Dettagli

STUDIO SOCIETARIO & TRIBUTARIO Massimo Esposito

STUDIO SOCIETARIO & TRIBUTARIO Massimo Esposito Circolare n. 1 del 07/02/2010 La Responsabilità amministrativa degli Enti: D.Lgs 231/2007 1 Premesse: evoluzione normativa e fattispecie di reati. 1. Premessa: evoluzione normativa. In data 8 giugno 2001

Dettagli

Sistema Disciplinare

Sistema Disciplinare 1 INDICE Premessa... 3 I principali riferimenti normativi nel Sistema Disciplinare... 3 Misure nei confronti dei lavoratori dipendenti... 4 Misure nei confronti dei dirigenti... 5 Misure nei confronti

Dettagli

MODULO 2 ex D.Lgs. n.231/2001 MODELLO ORGANIZZATIVO

MODULO 2 ex D.Lgs. n.231/2001 MODELLO ORGANIZZATIVO MODULO 2 ex D.Lgs. n.231/2001 MODELLO ORGANIZZATIVO 1 1 Il D. Lgs. 8 giugno 2001, n. 231 in materia di responsabilità delle imprese per reati commessi da dipendenti, amministratori o collaboratori 2 2

Dettagli

L organismo di vigilanza

L organismo di vigilanza La responsabilità derivante dal Dlgs. 231/2001 per le Società Partecipate L organismo di vigilanza Avv. Marco Giuri LE FONTI CHE REGOLANO UN ORGANISMO DI VIGILANZA? Normativa scarna e lacunosa Dlgs. 231/2001

Dettagli

Sistema Disciplinare LEGGE 190/2012 D.LGS 231/01

Sistema Disciplinare LEGGE 190/2012 D.LGS 231/01 LEGGE 190/2012 D.LGS 231/01 Approvato dal Consiglio di Amministrazione in data 28 giugno 2018 1 INDICE I principali riferimenti normativi nel... 3 Contenuto e destinatari del... 3 Misure nei confronti

Dettagli

MOGC 231 PARTE SPECIALE ai sensi del D.Lgs. n. 231 del 8 Giugno 2001 e s.m.i.

MOGC 231 PARTE SPECIALE ai sensi del D.Lgs. n. 231 del 8 Giugno 2001 e s.m.i. Pag. 1 / 13 MOGC 231 PARTE SPECIALE ai sensi del D.Lgs. n. 231 del 8 Giugno 2001 e s.m.i. Emissione CdA Data Firma Approvazione CdA Data Firma Approvazione ODV Data Firma Stato delle revisioni Versione

Dettagli

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE. Decreto Legislativo 8 giugno 2001 n 231. Sistema disciplinare e sanzionatorio (Allegato 2)

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE. Decreto Legislativo 8 giugno 2001 n 231. Sistema disciplinare e sanzionatorio (Allegato 2) MODELLO DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE Decreto Legislativo 8 giugno 2001 n 231 Sistema disciplinare e sanzionatorio (Allegato 2) Approvato dal Consiglio di Amministrazione con Delibera del 20 luglio 2017

Dettagli

ai sensi del D.Lgs. 231/2001

ai sensi del D.Lgs. 231/2001 Sistema Disciplinare e Sanzionatorio ai sensi del D.Lgs. 231/2001 Allegato 3 al Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Approvato dal Consiglio di amministrazione del 9 aprile 2015 Sistema Disciplinare

Dettagli

ai sensi del D.Lgs. n. 231 dell 8 giugno 2001

ai sensi del D.Lgs. n. 231 dell 8 giugno 2001 Organizzazione TECNOFER S.P.A. Via Cavour, 96-46100, Mantova Tel. +39 0376322229 - Fax. +39 0376221388 E-Mail PEC: info@pec.tecnoferspa.com Modello di organizzazione, gestione e controllo ai sensi del

Dettagli

D.Lgs. n. 231/2001 e sicurezza sul lavoro: fattispecie di reato, modelli di organizzazione e gestione, organismo di vigilanza

D.Lgs. n. 231/2001 e sicurezza sul lavoro: fattispecie di reato, modelli di organizzazione e gestione, organismo di vigilanza ISO 9001 : 2000 Certificato n. 97039 Area Ambiente e Sicurezza D.Lgs. n. 231/2001 e sicurezza sul lavoro: fattispecie di reato, modelli di organizzazione e gestione, organismo di vigilanza Presentazione:

Dettagli

Modello di organizzazione gestione e controllo ex D. Lgs. N. 231/2001: inquadramento generale

Modello di organizzazione gestione e controllo ex D. Lgs. N. 231/2001: inquadramento generale Modello di organizzazione gestione e controllo ex D. Lgs. N. 231/2001: inquadramento generale a cura del dott. Andrea Burlini Venezia, 17 novembre 2017 Principi generali: Decreto Legislativo 8 giugno 2001

Dettagli

Modello Organizzativo di Gestione e Controllo PARTE GENERALE. Rev. n 0 del / /

Modello Organizzativo di Gestione e Controllo PARTE GENERALE. Rev. n 0 del / / !!! Modello Organizzativo di Gestione e Controllo PARTE GENERALE MOGC_G Rev. n 0 del / / Pag.! 1 a 30!! Rev Data Paragrafo Descrizione Modifica Redazione Condivision e Approvazion e 0 Tutti Emissione 20/12/17

Dettagli

SISTEMA DISCIPLINARE

SISTEMA DISCIPLINARE B E N E F I S S.r.l. Sede legale: Via Gualco 14 - GENOVA C.F., P. IVA e N. Iscriz. Reg. Imprese di Genova 02790240101 SISTEMA DISCIPLINARE ai sensi dell art. 6 comma 2 lett. e) d.lgs. 8 giugno 2001, n.

Dettagli

Riepilogo Sintetico 0

Riepilogo Sintetico 0 Riepilogo Sintetico 0 Premessa Il presente documento ha lo scopo di fornire informazioni ai «business partners» della Società in merito ai principi generali del D.Lgs.231/01, al comportamento da adottarsi

Dettagli

Modello di Organizzazione e di Gestione ex decreto legislativo 8 giugno 2001 n. 231 PARTE GENERALE

Modello di Organizzazione e di Gestione ex decreto legislativo 8 giugno 2001 n. 231 PARTE GENERALE Modello di Organizzazione e di Gestione ex decreto legislativo 8 giugno 2001 n. 231 PARTE GENERALE CAVIRO S.C.A. Modello di Organizzazione e di Gestione ex decreto legislativo 8 giugno 2001 n.231 PARTE

Dettagli

Il Modello Organizzativo 231 Johnson&Johnson Medical Spa

Il Modello Organizzativo 231 Johnson&Johnson Medical Spa Il Modello Organizzativo 231 Johnson&Johnson Medical Spa Sintesi Oltre un secolo di innovazioni nel settore sanitario 1 Premessa Il presente documento ha lo scopo di fornire informazioni ai business partners,

Dettagli

IL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO E LA RESPONSABILITA DELLE SOCIETA AI SENSI DEL D.LGS. 231/2001

IL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO E LA RESPONSABILITA DELLE SOCIETA AI SENSI DEL D.LGS. 231/2001 IL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO E LA RESPONSABILITA DELLE SOCIETA AI SENSI DEL D.LGS. 231/2001 Page 1 Corso di formazione per i dipendenti di KOINE COOP. SOCIALE ONLUS Decreto Legislativo

Dettagli

SISTEMA SANZIONATORIO ALL. II MOG SISTEMA SANZIONATORIO MODELLO 231. CEFAL Emilia Romagna Società Cooperativa

SISTEMA SANZIONATORIO ALL. II MOG SISTEMA SANZIONATORIO MODELLO 231. CEFAL Emilia Romagna Società Cooperativa MODELLO 231 CEFAL Emilia Romagna Società Cooperativa Principi generali Aspetto essenziale per l effettività del Modello è la predisposizione di un adeguato sistema sanzionatorio per la violazione delle

Dettagli

SISTEMA DISCIPLINARE MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO EX D.LGS. 231/2001 PITAGORA S.P.A.

SISTEMA DISCIPLINARE MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO EX D.LGS. 231/2001 PITAGORA S.P.A. SISTEMA DISCIPLINARE relativo al MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO EX D.LGS. 231/2001 adottato da PITAGORA S.P.A. Allegato del Modello Organizzativo 231/2001 Aggiornamento approvato con Delibera

Dettagli

Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ex Decreto Legislativo N.231/2001 SISTEMA DISCIPLINARE

Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ex Decreto Legislativo N.231/2001 SISTEMA DISCIPLINARE Allegato B Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ex Decreto Legislativo N.231/2001 SISTEMA DISCIPLINARE Registro delle Versioni e delle Revisioni Versione Data Descrizione modifiche 1.1 09.01.2015

Dettagli

E X P O T R A I N I N G

E X P O T R A I N I N G Mappatura dei reati nella formazione finanziata E X P O T R A I N I N G 2 0 1 2 Fiera Milano, 26 Ottobre 2012 Sommario Quadro normativo di riferimento Reati previsti dal decreto Modelli organizzativi Il

Dettagli

LA RESPONSABILITA DELLE SOCIETA D. LGS. 231: COSTO OD OPPORTUNITA?

LA RESPONSABILITA DELLE SOCIETA D. LGS. 231: COSTO OD OPPORTUNITA? LA RESPONSABILITA DELLE SOCIETA D. LGS. 231: COSTO OD OPPORTUNITA? Cosa è la Responsabilità della persona giuridica? Innanzitutto si tratta di Responsabilità Penale: la Società può essere condannata in

Dettagli

Modello Organizzazione Gestione e Controllo. OMS S.r.l.

Modello Organizzazione Gestione e Controllo. OMS S.r.l. OMS S.r.l. Modello di organizzazione gestione e controllo ai sensi del Decreto Legislativo 8 giugno 2001 n. 231 e s.m.i. Allegato 3 Prima Emissione: Approvato dall Amministratore Unico OMS S.r.l. in data

Dettagli

LA RESPONSABILITÀ DELLA SOCIETÀ EX D. LGS. 231/01

LA RESPONSABILITÀ DELLA SOCIETÀ EX D. LGS. 231/01 LA RESPONSABILITÀ DELLA SOCIETÀ EX D. LGS. 231/01 Decreto Legislativo 8 giugno 2001 n. 231 aggiornato a maggio 2009 SOMMARIO PREMESSA 3 1 PRESUPPOSTI PER L ATTRIBUZIONE DELLA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA

Dettagli

SALERNO MOBILITA S.P.A. SISTEMA DISCIPLINARE ai sensi degli artt. 6 e 7 D. Lgs. 231/2001

SALERNO MOBILITA S.P.A. SISTEMA DISCIPLINARE ai sensi degli artt. 6 e 7 D. Lgs. 231/2001 SALERNO MOBILITA S.P.A. SISTEMA DISCIPLINARE ai sensi degli artt. 6 e 7 D. Lgs. 231/2001 Il Presente documento è stato approvato dall Amministratore unico di Salerno Mobilità S.p.A. in data 30.07.14 con

Dettagli

6. SISTEMA DISCIPLINARE E MISURE IN CASO DI MANCATA OSSERVANZA DELLE PRESCRIZIONI DEL MODELLO

6. SISTEMA DISCIPLINARE E MISURE IN CASO DI MANCATA OSSERVANZA DELLE PRESCRIZIONI DEL MODELLO 6. SISTEMA DISCIPLINARE E MISURE IN CASO DI MANCATA OSSERVANZA DELLE PRESCRIZIONI DEL MODELLO 6.1. PRINCIPI GENERALI Sigma S.p.a. (di seguito anche Sigma o la Società ), in conformità alle previsioni di

Dettagli

ALLEGATO 7 SISTEMA DISCIPLINARE

ALLEGATO 7 SISTEMA DISCIPLINARE ALLEGATO 7 SISTEMA DISCIPLINARE 1. SISTEMA DISCIPLINARE 1. Introduzione Uno degli elementi essenziali per la costruzione, attuazione e mantenimento di un efficace Modello di Organizzazione e Gestione e

Dettagli

IL SISTEMA DISCIPLINARE E I MECCANISMI SANZIONATORI. (ai sensi del D.Lgs. 231/2001 e ss.mm.ii.)

IL SISTEMA DISCIPLINARE E I MECCANISMI SANZIONATORI. (ai sensi del D.Lgs. 231/2001 e ss.mm.ii.) Sezione: Cooperative a Mutualità Prevalente di diritto Categoria: Cooperative di Produzione e Lavoro IL SISTEMA DISCIPLINARE E I MECCANISMI SANZIONATORI 1 ART. 1 PREMESSA 2 L elaborazione del Modello ex

Dettagli

Modello di Organizzazione, di Gestione e Controllo

Modello di Organizzazione, di Gestione e Controllo Azienda Territoriale per l Edilizia Residenziale Pubblica della Provincia di Roma Modello di Organizzazione, di Gestione e Controllo di cui al Decreto Legislativo n. 231 dell 8 giugno 2001 esteso nel proprio

Dettagli

Decreto Legislativo 231/01

Decreto Legislativo 231/01 Decreto Legislativo 231/01 Presentazione della normativa 231/01: modello di organizzazione, gestione e controllo delle attività per la prevenzione di comportamenti illeciti o contrari alle previsioni del

Dettagli

Le attività e i progetti

Le attività e i progetti Modello di prevenzione dai rischi di reato Le attività e i progetti ex D.Lgs Lgs.. 231/01 LE ATTIVITA E I PROGETTI Cenni sul D.Lgs Lgs.. 231/2001 L Oggetto Decreto Legislativo 231/2001 disciplina la responsabilità

Dettagli

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO E COMPLIANCE PROGRAM ANTI-CORRUZIONE DI ITALTEL

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO E COMPLIANCE PROGRAM ANTI-CORRUZIONE DI ITALTEL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO E COMPLIANCE PROGRAM ANTI-CORRUZIONE DI ITALTEL RIASSUNTO INDICE 1. LA RESPONSABILITA AMMINISTRATIVA DELLE SOCIETA IN ITALIA... 3 2. MODELLO 231 DI ITALTEL...

Dettagli

CORSO DI CORPORATE GOVERNANCE A.A

CORSO DI CORPORATE GOVERNANCE A.A CORSO DI CORPORATE GOVERNANCE A.A.2012-2013 D.Lgs. 231 / 2001 La responsabilità degli enti per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato Prof. Alberto Nobolo 1 FINALITA DEL D.LGS.231/2011 PREVENZIONE.

Dettagli

SARDEGNA RESORTS SRL Il modello di organizzazione e gestione ai sensi del D. Lgs. 8 giugno 2001, N. 231

SARDEGNA RESORTS SRL Il modello di organizzazione e gestione ai sensi del D. Lgs. 8 giugno 2001, N. 231 SARDEGNA RESORTS SRL Il modello di organizzazione e gestione ai sensi del D. Lgs. 8 giugno 2001, N. 231 Porto Cervo, 22 febbraio 2012 Presentazione ai dipendenti Il decreto legislativo 231/2001: la responsabilità

Dettagli

La Sessola Service s.r.l. / 21 febbraio 2018 Venezia. Training D. Lgs 231/2001

La Sessola Service s.r.l. / 21 febbraio 2018 Venezia. Training D. Lgs 231/2001 La Sessola Service s.r.l. / 21 febbraio 2018 Venezia Training D. Lgs 231/2001 1 D. Lgs. 231/2001 Struttura della presentazione PRIMA PARTE Il Decreto Il decreto in sintesi Il «meccanismo di crescita» L

Dettagli

La legge : Dlgs 231/01. Ing P. Aterno

La legge : Dlgs 231/01. Ing P. Aterno La legge : Dlgs 231/01 Ing P. Aterno Dlgs 231/01 Le sanzioni previste dal Decreto a carico degli enti consistono in: - sanzioni interdittive (interdizione dall esercizio dell attività, sospensione o revoca

Dettagli

I L 3 231/ SEZIONE II L SEZIONE III 6 III.1

I L 3 231/ SEZIONE II L SEZIONE III 6 III.1 AS ROMA S.p.A. SISTEMA DISCIPLINARE relativo al Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ex D.Lgs. n. 231/2001 Aggiornato al 14.05.2015 INDICE INTRODUZIONE... 3 1. Il D.lgs. n. 231/2001 ed il Modello

Dettagli

La responsabilità penale/amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni

La responsabilità penale/amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni La responsabilità penale/amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni 20145 Milano Via Mascheroni, 31 00195 Roma Via Giuseppe Avezzana, 6 25121 Brescia Piazza Vittoria, 7

Dettagli

PERCORSO FORMATIVO. ETICAE Stewardship in Action, Soc. Coop. 1

PERCORSO FORMATIVO. ETICAE Stewardship in Action, Soc. Coop. 1 PERCORSO FORMATIVO 1 SOC. COOP. III Seminario «RESPONSABILITA AMMINISTRATIVA DI IMPRESA il D.Lgs 231/2001» 17 Marzo 2016 2 L incontro di oggi Chi siamo People Training & Consulting Viale Giuseppe Mazzini,

Dettagli

Dichiarazione 231 e prevenzione della corruzione

Dichiarazione 231 e prevenzione della corruzione Dichiarazione 231 e prevenzione della corruzione Rev. 01 Sistema QASA Pag.1 di 1 Mod.007-IO01- PG 07 16/01/2018 OGGETTO: Invio informativa Sistema di gestione per la prevenzione della corruzione e dichiarazione

Dettagli

BANCA POPOLARE VESUVIANA

BANCA POPOLARE VESUVIANA BANCA POPOLARE VESUVIANA Approvato dal Consiglio di Amministrazione con deliberazione n 26 del 20/12/2012 Il presente documento è reso disponibile a tutto il personale attraverso la comunicazione a mezzo

Dettagli

LA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DEGLI ENTI NO PROFIT. Compliance Consulting Management Consulting Technical Consulting Training Academy

LA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DEGLI ENTI NO PROFIT. Compliance Consulting Management Consulting Technical Consulting Training Academy LA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DEGLI ENTI NO PROFIT Compliance Consulting Management Consulting Technical Consulting Training Academy L obbligo per gli enti no profit L Autorità Nazionale Anticorruzione,

Dettagli

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE, CONTROLLO EX D. LGS. 231/01

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE, CONTROLLO EX D. LGS. 231/01 MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE, CONTROLLO EX D. LGS. 231/01 1 INDICE 1. IL CONTENTUTO DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 231/01... 3 2. I REATI PREVISTI... 3 3. LE SANZIONI APPLICABILI...4 4. LE FUNZIONI...6

Dettagli

APAM ESERCIZIO SPA REGOLAMENTO DELL ORGANISMO DI VIGILANZA D. LGS. 231/01

APAM ESERCIZIO SPA REGOLAMENTO DELL ORGANISMO DI VIGILANZA D. LGS. 231/01 APAM ESERCIZIO SPA REGOLAMENTO DELL ORGANISMO DI VIGILANZA D. LGS. 231/01 SOMMARIO Art. 1 Scopo e ambito di applicazione pag. 3 Art. 2 Convocazione, voto e delibere dell Organismo pag. 3 Art. 3 Nomina

Dettagli

Fiorenzuola Patrimonio S.r.l.

Fiorenzuola Patrimonio S.r.l. Pag. 1/14 Fiorenzuola Patrimonio S.r.l. Largo Gabrielli, 2 29017 Fiorenzuola d Arda Telefono: 0523.1900030 fax: 0523.1900031 Email: amministrazione@fiorenzuolapatrimonio.it PEC: sergas@pec.fiorenzuolapatrimonio.it

Dettagli

ALLEGATO 15 SISTEMA SANZIONATORIO

ALLEGATO 15 SISTEMA SANZIONATORIO ALLEGATO 15 SISTEMA SANZIONATORIO 1. Premessa I programmi o modelli di prevenzione, ex D.Lgs. 231/2001, richiedono, per essere efficaci, un adeguato sistema disciplinare, atto ad individuare e sanzionare,

Dettagli

Dichiarazioni 231. ASCIT Servizi Ambientali SpA Socio unico Società soggetta a direzione e controllo di Retiambiente spa

Dichiarazioni 231. ASCIT Servizi Ambientali SpA Socio unico Società soggetta a direzione e controllo di Retiambiente spa Mod.007-IO01- PG 07 Dichiarazioni 231 Rev. 00 29/12/2016 Sistema QAS Pag.1 di 1 LAMMARI, li 23/08/2016 OGGETTO: Invio informativa Modello di organizzazione, gestione e controllo (M.O.G.) ex d.lgs. 231/2001

Dettagli

Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo e Compliance Program Riassunto

Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo e Compliance Program Riassunto Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo e Compliance Program Riassunto Autore: Compliance Office Italtel S.p.A. Indice 1 La responsabilità amministrativa delle societa in italia... 3 2 Il modello

Dettagli

Modello Organizzativo

Modello Organizzativo Modello Organizzativo Organismo di Vigilanza Applicazione del D.Lgs. 231/01 Approvato dall assemblea dei soci di OMS Saleri S.p.A. il 5 Novembre 2015 O M S S a l e r i S. p. A. V i a A l d o M o r o, 1

Dettagli

SISTEMA DISCIPLINARE EX DECRETO LEGISLATIVO 8 GIUGNO 2001 N. 231 LUSAN S.R.L.

SISTEMA DISCIPLINARE EX DECRETO LEGISLATIVO 8 GIUGNO 2001 N. 231 LUSAN S.R.L. SISTEMA DISCIPLINARE EX DECRETO LEGISLATIVO 8 GIUGNO 2001 N. 231 LUSAN S.R.L. RESIDENZA PER ANZIANI Via del Poggio Laurentino, 2 00144 Roma Rev. 01 21/09/2018 INDICE 1. INTRODUZIONE... 3 1.1 Il Decreto

Dettagli

Il MODELLO DI ORGANIZZAZIONE GESTIONE E CONTROLLO (MOG)

Il MODELLO DI ORGANIZZAZIONE GESTIONE E CONTROLLO (MOG) Brochure informativa per i Soci e per i dipendenti di Duemilauno Agenzia Sociale Il MODELLO DI ORGANIZZAZIONE GESTIONE E CONTROLLO (MOG) Novembre 2018 2 DUEMILAUNO AGENZIA SOCIALE A COSA SERVE QUESTA BROCHURE

Dettagli

Codice sanzionatorio t 2 i s.c.a r.l.

Codice sanzionatorio t 2 i s.c.a r.l. Codice sanzionatorio t 2 i s.c.a r.l. Rev. 00 del 08/09/2016 Ufficializzato da CDA con delibera n 14 del 01/12/2016 Indice 1. Obiettivo e campo di applicazione... 3 2. Principi generali... 3 3. Sistema

Dettagli

VALMONTONE HOSPITAL SpA

VALMONTONE HOSPITAL SpA VALMONTONE HOSPITAL SpA ALLEGATO N. 2 MODELLO ORGANIZZATIVO PER LA PREVENZIONE DEI REATI EX D.LGS. 231/2001 REGOLAMENTO DISCIPLINARE 1. INTRODUZIONE l presente Sistema Disciplinare è stato elaborato in

Dettagli

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE E DI GESTIONE EX DECRETO LEGISLATIVO 8 GIUGNO 2001 N.231 SISTEMA SANZIONATORIO

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE E DI GESTIONE EX DECRETO LEGISLATIVO 8 GIUGNO 2001 N.231 SISTEMA SANZIONATORIO Società Cooperativa Sociale O.N.L.U.S. MODELLO DI ORGANIZZAZIONE E DI GESTIONE EX DECRETO LEGISLATIVO 8 GIUGNO 2001 N.231 SISTEMA SANZIONATORIO SINERGIE Società Cooperativa Sociale O.N.L.U.S. Albo Cooperative

Dettagli

MODELLO ORGANIZZATIVO E DI GESTIONE

MODELLO ORGANIZZATIVO E DI GESTIONE ISTITUTO DELLE SUORE DELL IMMACOLATA MODELLO ORGANIZZATIVO E DI GESTIONE Redatto secondo il D. Lgs. 8 giugno 2001, n. 231 CAPITOLO SECONDO ADOZIONE DEL MODELLO Ed.1 Rev.0 del 10 luglio 2011 11 2.1 FUNZIONE

Dettagli

Il decreto legislativo 231 del 2001

Il decreto legislativo 231 del 2001 Il decreto legislativo 231 del 2001 1 Indice Introduzione Profili giuridici Qualche accenno al metodo Conclusioni 3 Introduzione eventi modificativi Introduzione INTRODUZIONE 3 Introduzione 6 7 8 9 10

Dettagli

REGOLAMENTO DELL ORGANISMO DI VIGILANZA

REGOLAMENTO DELL ORGANISMO DI VIGILANZA REGOLAMENTO DELL ORGANISMO DI VIGILANZA 1) Costituzione, nomina e composizione dell Organismo di Vigilanza In conformità alle disposizioni contenute nell art. 6 del D.Lgs. 231/2001, l ATER ha costituito

Dettagli

CONSORZIO DI VALORIZZAZIONE CULTURALE LA VENARIA REALE. MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO ai sensi del d.lgs. 231/01 PARTE GENERALE

CONSORZIO DI VALORIZZAZIONE CULTURALE LA VENARIA REALE. MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO ai sensi del d.lgs. 231/01 PARTE GENERALE CONSORZIO DI VALORIZZAZIONE CULTURALE LA VENARIA REALE MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO ai sensi del d.lgs. 231/01 PARTE GENERALE ALLEGATO Mappa delle aree a rischio e delle attività sensibili

Dettagli

Comunicazione informativa sul Modello 231 e Codice Etico. MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO AI SENSI DEL D.Lgs. 8 GIUGNO 2001 N.

Comunicazione informativa sul Modello 231 e Codice Etico. MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO AI SENSI DEL D.Lgs. 8 GIUGNO 2001 N. Comunicazione informativa sul Modello 231 e Codice Etico MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO AI SENSI DEL D.Lgs. 8 GIUGNO 2001 N. 231 MODELLO DI ORGANIZZAZIONE Con la disciplina dettata dal

Dettagli

ALLEGATO. Sistema disciplinare HP ITALY SRL. Data di approvazione: 17 settembre

ALLEGATO. Sistema disciplinare HP ITALY SRL. Data di approvazione: 17 settembre ALLEGATO Sistema disciplinare HP ITALY SRL 1 SOMMARIO 1. Principi generali... 3 2. Sanzioni per i Lavoratori Dipendenti... 3 2.1 Personale dipendente in posizione non dirigenziale... 4 2.2 Dirigenti...

Dettagli

REGOLAMENTO DELL ORGANISMO DI VIGILANZA

REGOLAMENTO DELL ORGANISMO DI VIGILANZA DELL ORGANISMO DI VIGILANZA Secondo il D. Lgs. 231/2001 Approvato con Delibera n. 35 dal CdA di data 25 novembre 2015 SOMMARIO 1. SCOPO E AMBITO DI APPLICAZIONE...3 2. NOMINA E COMPOSIZIONE.....3 3. DURATA

Dettagli