Varroasi e Protocollo Trattamenti Varroa AAAL Associazione Apicoltori dell Alto Lazio
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- Daniela Guerra
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1 Varroasi e Protocollo Trattamenti Varroa AAAL 2019
2 Varroasi - Questo termine indica la malattia delle api causata dall acaro parassita Varroa Destructor. - Fino all anno 2000 questo parassita veniva indicato con il binomio Varroa Jacobsoni. Successivamente è stata riconosciuta come una nuova specie grazie agli studi di Anderson e Trueman (il genere varroa è rappresentato attualmente da quattro specie). - La specie Varroa destructor comprende alcuni aplotipi tra cui: Quello giapponese (diffuso in Giappone e America Latina). Quello coreano (diffuso in gran parte del mondo occidentale) più virulento.
3 L alimentazione della varroa - La varroa si nutre dell emolinfa dell ape che risulta essere ricca di composti azotati-zuccheri-lipidi (alcune proteine presenti nell emolinfa dell ape si ritrovano inalterate nella varroa a dimostrazione di come il processo digestivo dell acaro sia estremamente semplificato). - L entomologo Samuel Ramsey, dell università del Maryland (USA), ha dimostrato con la sua tesi che la varroa si alimenta del corpo grasso dell ape.
4 Ciclo biologico - Il ciclo biologico della varroa prevede due fasi: Foretica (trascorsa sulle api adulte). Riproduttiva (all interno delle cellette di covata). - L acaro, dopo 2-8 giorni (cifra ottenuta a seguito di un esperimento in Olanda) passati in fase foretica, entra nella celletta contenente una larva di ape: ore prima dell opercolatura nel caso di covata femminile ore prima dell opercolatura nel caso di covata maschile.
5 Riproduzione - Una volta all interno della celletta la varroa, liberatasi dal cibo larvale, si alimenta dell emolinfa della pupa. - Il primo uovo (di norma maschile) viene deposto dopo circa 60 ore dall opercolatura della celletta. Le altre uova (femminili), per un totale massimo di 6 o poco più, vengono deposte ogni 30 ore. - I tempi di sviluppo sono di circa 6 giorni (divergenze tra autori), anche se il maschio potrebbe avere uno sviluppo più rapido.
6 Infestazione delle cellette - La preferenza della varroa nei confronti della covata maschile potrebbe dipendere da alcuni fattori: Fase più lunga di sviluppo dei fuchi. Quantità maggiore di attrattivo sulle larve maschili (la varroa è in grado di captare vari segnali chimici provenienti sia dall ospite che dai suoi simili). Sono più assiduamente visitate dalle nutrici. - Non sempre la varroa, una volta entrata in una celletta, ovidepone. Questo dipende dalla specie e dal sesso dell ospite. - In Apis cerana la varroa non ovidepone quasi mai all interno delle celle femminili, mentre è quasi sempre feconda su quelle maschili. In Apis mellifera si registrano l 80-95% di varroe fertili in covata femminile (la percentuale scende al 50% nel caso dell ape africanizzata).
7 Fenomeno dell aggregazione - È frequente trovare larve infestate da 2-3 o più varroe, accanto a molte altre non infestate. - L aggregazione potrebbe essere dovuta: Ad alcune larve maggiormente attrattive rispetto ad altre Ferormoni di aggregazione emessi dalla varroa. Altro. - Il fenomeno dell aggregazione, osservata in laboratorio, potrebbe favorire l esogamia (incrocio fra individui non consanguinei).
8 Danni causati da Varroa Destructor - Danni diretti: Riduzione del 10% del peso di un ape parassitizzata da un solo acaro. L emolinfa risulta impoverita di proteine e zuccheri. Perturbazione del comportamento in volo. Disturbi dell apprendimento associativo. - Danni indiretti: Negli alveari fortemente infestati la parassitizzazione innesca un elevata infezione virale, causando un elevata mortalità nel periodo autunnale ed invernale. - In assenza di adeguati interventi da parte dell apicoltore, l alveare, nella maggior parte dei casi, è destinato a soccombere nel giro di uno-due anni.
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10 Lotta contro la varroa - Gli strumenti per limitare i danni causati dalla varroa sono: Interventi biomeccanici. Trattamenti acaricidi (quelli di sintesi chimica causano fenomeni di farmacoresistenza). - I risultati migliori sono ottenuti combinando entrambi questi strumenti.
11 Farmacoresistenza - A seguito di meccanismi di tipo biochimico alcuni ceppi di varroa possono sopravvivere ai trattamenti acaricidi. Es: Un acaricida, prima di poter nuocere, può essere degradato da un enzima prodotto dalla varroa. Una mutazione può rendere la varroa insensibile all acaricida. - Questi fenomeni di farmacoresistenza sono, sfortunatamente, ereditabili ma allo stesso tempo rari. È importante alternare i vari prodotti acaricidi (alcuni ceppi di varroa sono più resistenti ad un prodotto ma meno ad un altro). - In questo modo vengono selezionati ceppi di acari farmacoresistenti. Fortunatamente questa resistenza agli acaricidi comporta effetti indesiderati nella varroa (sono meno competitive rispetto a quelle suscettibili agli acaricidi). Alla lunga, in assenza di questo tipo di trattamenti, le varroe meno resistenti agli acaricidi riprendono il sopravvento (fenomeno della reversione).
12 Resistenza alla varroa - L Apis cerana vive in uno stato di equilibrio con la varroa grazie a: Un accentuato comportamento di pulizia. Minore durata del periodo di opercolatura della covata. Alta vocazione alla sciamatura. In Apis cerana la varroa non ovidepone quasi mai all interno delle celle femminili - L Apis mellifera, salvo rari casi di alveari naturali, non è riuscita a sviluppare una completa resistenza nei confronti della Varroa destructor. Questo avviene per diversi motivi: La varroa ha infestato l Apis mellifera da pochi anni. I continui trattamenti che gli apicoltori effettuano sulle famiglie di api. Se da un lato si è obbligati a farli per non avere eccessive perdite, dall altro causa l impossibilità di sviluppare fenomeni di resistenza all acaro.
13 Interventi biomeccanici - Tra i principali interventi biomeccanici meritano di essere citati: L utilizzo del telaino indicatore trappola con conseguente asportazione della covata maschile opercolata. Blocco della covata mediante ingabbiamento della regina. Asportazione della covata. - Altri tipi di interventi a basso impatto ambientale (poco efficaci o poco indagati): Sostanze fitoterapiche (es. Aloe vera). Zucchero a velo. Funghi entomopatogeni. Spazio Mussi. Termoterapia.
14 Acaricidi di sintesi - Acaricidi in commercio: Apivar (principio attivo Amitraz). Apitraz (principio attivo Amitraz). Apistan (principio attivo Fluvalinate). Polyvar (principio attivo Flumetrina). - Considerazioni: Sviluppano nella varroa fenomeni di farmacoresistenza. Si tratta di acaricidi a forte impatto ambientale (non ammessi in apicoltura biologica). Azione a lento rilascio e diffusione per contatto. Sono facilmente utilizzabili. Costo non trascurabile.
15 Classi di tossicità dei pesticidi -In tossicologia il termine DL 50 sta per "Dose Letale 50" e si riferisce alla dose di una sostanza, somministrata in una volta sola, in grado di uccidere il 50% (cioè la metà) di una popolazione in 24/48h.
16 Acaricidi a base di timolo - Acaricidi in commercio: Apiguard Api Life Var Thymovar - Considerazioni: Il forte odore può dar fastidio alle api e rimane a lungo all interno dell alveare (in casi estremi la famiglia può abbandonare l arnia). Il principio attivo stordisce la varroa, per questo i vassoi devono essere oliati. Inefficace con basse temperature. Sono efficaci anche contro Acarapis Woodi. Costo non trascurabile. - Prodotti ammessi in apicoltura biologica.
17 Acaricidi a base di acido formico - Acaricidi in commercio: MAQS (10-29,5C ). Varterminator (15-35C ). Apifor60 (10-30C ). Deve essere somministrato mediante l utilizzo di evaporatori. Varromed (a base di acido ossalico diidrato ed acido formico). - Considerazioni: Complessità e rischi per l operatore durante la somministrazione dei prodotti. Nelle località più calde sono stati riscontrati casi di orfanità nelle famiglie trattate con il MAQS. L acido formico, al momento di massima evaporazione, causa la morte di uova e larve. Costo elevato. - Prodotti ammessi in apicoltura biologica.
18 Acaricidi a base di acido ossalico - Acaricidi in commercio: Api-Bioxal Varromed (a base di acido ossalico diidrato ed acido formico). Oxuvar - Considerazioni: Questi trattamenti per essere efficaci devono essere somministrati in assenza di covata. Varromed può essere dato anche in presenza di covata, ma le somministrazioni devono essere ripetute più volte (in base alla popolosità della famiglia) ad intervalli di 6 giorni. Oxuvar può essere somministrato per spruzzamento o gocciolamento. Api-Bioxal può essere somministrato per spruzzamento, gocciolamento o sublimazione (adottando delle precauzioni). Ha un costo contenuto e di recente sono stati messi in commercio flaconi già pronti di Api-Bioxal contenenti glicerolo (migliora le performance dell acido ossalico prolungando la presenza della sua soluzione acquosa all interno dell alveare aumentando così il tempo di contatto con le api).
19 Protocollo antivarroa AAAL 1. Asportazione della covata maschile in primavera. 2. Monitoraggio del livello di infestazione della varroa con il metodo dello zucchero a velo entro la prima settimana di luglio. 3. Trattamento tampone entro la metà di agosto con Apibioxal in assenza di covata indotta. 4. Trattamento radicale in autunno tra novembre e la prima metà di dicembre in assenza naturale di covata.
20 Protocollo antivarroa AAAL Primavera - All inizio della primavera, con la comparsa delle prime celle a fuco, è possibile mettere in pratica la lotta biomeccanica legata all asportazione della covata maschile. - Introdurre il telaino indicatore trappola (TIT) all interno dell alveare, tra l ultimo favo di scorte ed il primo di covata. - Effettuare tre cicli di asportazione nelle famiglie maggiormente infestate dalla varroa ed un ciclo alle famiglie migliori. - Coloro che detengono regine ligustiche certificate, o le figlie di quest ultime, dovrebbero permettere la nascita di almeno un ciclo di covata maschile. Questo lavoro, se fatto in maniera organizzata e ripetuta, ha lo scopo di produrre un numero quanto più elevato di fuchi in vista dei voli di fecondazione delle future regine.
21 Tipologie differenti di telaini indicatori trappola
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24 Monitoraggio livello infestazione Monitorare il livello d infestazione dalla varroa attraverso il metodo dello zucchero a velo (i risultati possono essere alterati a seguito di molteplici fattori): 1. Prelevare con un contenitore graduato 100 ml di api (pari a circa 300 api) da più favi contenenti covata. 2. Inserire le api all interno di un vasetto da 1kg con il tappo a rete contenente due cucchiai di zucchero a velo. 3. Agitare il contenitore per circa un minuto e mezzo sopra una bacinella bianca contenente un po di acqua, in modo da farci cadere dentro le varroe. 4. Contare le varroe e dividere il numero totale per 3. Si otterrà il valore percentuale di infestazione. Il 5% è la soglia oltre la quale bisogna intervenire (negli USA usano come limite massimo il 2%). - In un apiario è bene campionare una famiglia ogni cinque.
25 Protocollo antivarroa AAAL Estate - Effettuare il trattamento tampone con Apibioxal gocciolato, in assenza di covata, entro la prima metà di agosto. Il trattamento deve essere effettuato con lo stesso medicinale e nello stesso periodo all interno di un determinato apiario. - Il blocco di covata può essere ottenuto mediante l ingabbio della regina nel mese di luglio. Una volta sfarfallata tutta la covata liberare la regina e trattare le famiglie (sarebbe meglio liberare la regina uno/due giorni in anticipo in modo che venga riaccettata più tranquillamente dalla famiglia prima del trattamento). - Le regine di scarsa qualità possono morire all interno delle gabbiette troppo piccole durante la segregazione o non riprendere affatto l ovideposizione una volta liberate.
26 Alcune tipologie di gabbie Gabbia Scalvini Gabbia Cassian Gabbia Mozzato Gabbia in bambù cinese Gabbia MeGa
27 Alternative all ingabbio In alternativa è possibile effettuare la tecnica dell asportazione della covata: 1. All interno di una famiglia asportare tutti i favi di covata opercolata con api giovani. 2. I favi di covata opercolata saranno messi all interno di un portasciami e spostati in un altro apiario. 3. All interno dell arnia originale dovranno rimanere i favi di scorte e di covata fresca assieme alla regina. Questa famiglia dovrà essere subito trattata con Apibioxal gocciolato. 4. Nel nucleo contenente covata opercolata bisognerà inserire una cella reale e infine essere trattato dopo che la covata sarà completamente sfarfallata. - In alcune aree poste a quote maggiori le api possono bottinare sui fiori della santoreggia nel mese di agosto. Gli apicoltori, al posto del blocco di covata e del gocciolato di Apibioxal, possono effettuare i trattamenti a fine fioritura con il Varterminator, prestando molta attenzione alle temperature.
28 Protocollo antivarroa AAAL Autunno - Effettuare il trattamento radicale con Apibioxal gocciolato in autunno, tra novembre e la prima metà di dicembre, sfruttando il blocco naturare della covata. - È essenziale arrivare a questo punto con famiglie forti e popolose. In caso di famiglie deboli (poche api o con un carico di varroa troppo elevato a causa del trattamento tampone non andato a buon fine) il trattamento con Apibioxal gocciolato può dare il «colpo di grazia» alla colonia.
29 Se la regina non smette di covare? La regina, in alcuni casi, può anche non andare in blocco di covata. Questo può dipendere da alcuni fattori: 1. La famiglia è debole e poco popolosa. In questo caso la regina continuerà a deporre le uova nel tentativo di riequilibrare la situazione (è importante riunire le famiglie troppo deboli a fine estate). 2. Nelle aree con inverni meno freddi le regine possono continuare a deporre o andare in blocco di covata per pochissimi giorni. - L apicoltore, se a novembre/dicembre le famiglie presentano ancora covata, può intervenire in diversi modi: 1. Se il numero di alveari è ridotto e la covata a loro interno è poca si può procedere allo «sforchettamento». 2. Trattare le famiglie con Varromed più volte a distanza di 6 giorni. 3. Trattare le famiglie con Apibioxal sublimato più volte a distanza di giorni. 4. Ingabbiare la regina e trattare con Apibioxal gocciolato dopo 21 giorni. Con alcune gabbie è possibile segregare la regina per periodi prolungati (inizi di novembre fino a metà o fine gennaio). Questo tipo di tecnica non è consigliata in aree di montagna.
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