Sentenza n. 50/2018 pubbl. il 20/09/2018 RG n. 97/2018

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1 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO TRIBUNALE DI ROVERETO Il Giudice del lavoro del Tribunale di Rovereto dott. Michele Cuccaro ha pronunciato la seguente sentenza nella causa promossa con ricorso depositato il sub nr. 97/2018 R.G. da: Graziola Enrico nato a Rovereto Tn l C.F. GRZNRC53R11H612B, rappresentato e difeso dall Avv. Giovanni Guarini del foro di Rovereto giusta delega a margine del ricorso RICORRENTE contro I.N.P.S. rappresentato e difeso dagli avv.ti Costantino de Pompeis e Marta Odorizzi come da procura generale alle liti 80974/2015 rep. notaio Paolo Castellini di Roma CONVENUTO In punto: riconoscimento diritto alla pensione ex art cod. civ. CONCLUSIONI Ricorrente: In via principale: - accert are e dichiarare il diritto della ricorrente a fruire del diritto a pensione sin dal , stante il principio di automaticità delle prestazioni; - condannare l ISTITUTO NAZIONALE PREVIDENZA SOCIALE in 1

2 persona del legale rappresentante pro tempore al pagamento dei ratei pensionistici sin dal nella somma che il Giudice riterrà equa; In via di subordine: sollevare questione di legittimità costituzionale dell art cc. per violazione dell art. 3 Cost. nella parte in cui non prevedendo l applicabilità ai lavoratori a progetto il cui regime della previdenza sociale previsto per la Gestione separata Inps per i collaboratori, con riferimento al sistema di pagamento dei contributi, è simile al modello predisposto per i lavoratori subordinati poiché il committente è il soggetto su cui grava l'obbligo contributivo, determina una irragionevole disparità di trattamento, rispetto a situazioni oggettivamente simili che non possono essere trattate in modo irragionevolmente diverso. In ogni caso: - Condannare l I.N.P.S. alla rifusione delle spese del presente giudizio ed oneri di legge che andranno pagate a favore dello Stato in quanto il ricorrente è ammesso a patrocinio a spese dello Stato. - si chiede sin d ora la liquidazione delle spese legali di patrocinio a spese dello Stato pari ad 3100 oltre 15%, 4% CNAP e 22% I.V.A.. Convenuto: si conclude Affinché l On.le Tribunale adito, rigetti l avverso ricorso e per l effetto dichiarando la piena legittimità dell operato amministrativo dell INPS e quindi confermando la carenza attuale dei requisiti necessari per l accesso al trattamento pensionistico richiesto. 2

3 Spese e competenze processuali come per legge. FATTO E DIRITTO Con ricorso depositato il Graziola Enrico premesso di avere presentato domanda di pensione di anzianità/anticipata nella gestione totalizzazione ex D.L.vo 42/2006 e nel fondo I.N.P.S. con decorrenza e di essersela vita respingere per carenza contributiva conveniva in giudizio innanzi a questo Tribunale l'i.n.p.s. per sentire accertare il suo diritto alla pensione in forza del principio di automaticità delle prestazioni. A sostegno della sua pretesa rilevava come il mancato raggiungimento della soglia contributiva era dipesa dal mancato versamento dei contributi da parte della ditta Alto sas di cui era stato collaboratore a progetto dal 9/12 al 2016 e come tale omissione non potesse determinargli effetti negativi, dal momento che ben poteva ritenersi applicabile anche a tale tipologia di lavoro il principio dell automaticità delle prestazioni previsto dall art cod. civ. in favore dei lavoratori subordinati. Nel costituirsi in giudizio chiedendo il rigetto del ricorso l I.N.P.S. evidenziava come il principio di cui all art cod. civ. fosse di stretta interpretazione e, come tale, non potesse trovare applicazione in relazione a lavoratori diversi da quelli subordinati. All udienza odierna, precisate dalle parti le conclusioni in epigrafe trascritte, la causa veniva decisa come da dispositivo letto pubblicamente e veniva contestualmente depositata la sentenza. *** 3

4 In punto di fatto è pacifico che il mancato raggiungimento da parte del ricorrente della soglia contributiva minima di 2080 contributi settimanali è dipeso dall omesso versamento dei contributi nel periodo 9/ da parte della ditta Alto sas presso la quale il Graziola lavorava in forza di una collaborazione a progetto. Si tratta, quindi, di stabilire se il principio della cd. automaticità delle prestazioni di cui all art cod. civ. trovi applicazione anche con riferimento ai lavoratori a progetto. Parte ricorrente sostiene di sì e cita a conforto alcune pronunce di merito secondo cui l'art c.c. esprime un principio di ordine generale nell'ambito del sistema della previdenza sociale di talché è ipotizzabile una sua deroga solo in presenza di una esplicita disposizione legale in tal senso. Inoltre il regime della previdenza sociale previsto per la Gestione separata Inps per i collaboratori, con riferimento al sistema di pagamento dei contributi, è simile al modello predisposto per i lavoratori subordinati poiché il committente è il soggetto su cui grava l'obbligo contributivo. Di conseguenza, trattandosi di situazioni oggettivamente simili che non possono essere trattate in modo irragionevolmente diverso, è possibile interpretare estensivamente l'art c.c. ed applicarlo, quindi, anche al rapporto di collaborazione a progetto (Tribunale Bergamo, ). Parte convenuta sostiene, invece, che la disciplina dettata per i lavoratori subordinati dal citato art c.c. non sia suscettibile né di estensione in via interpretativa, né di applicazione analogica ai rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, nonostante talune caratteristiche 4

5 rendano apparentemente accomunabili le due fattispecie contrattuali e cita a conforto talune pronunce di merito. La tesi del ricorrente appare preferibile. Questo Giudice condivide, invero, quanto sostenuto dalla Corte d appello di Milano nella sentenza n. 653 secondo cui Il principio dell automatismo delle prestazioni ex art cc previsto per i lavoratori dipendenti, ed in base al quale le prestazioni previdenziali ed assistenziali spettano al lavoratore anche qualora i contributi, ancorché dovuti, non siano stati regolarmente versati dall'imprenditore, tende a tutelare il lavoratore subordinato che non ha alcuna autonomia né potere in materia di contribuzione, essendo l'imprenditore il solo responsabile del versamento del contributo, anche per la parte che è a carico del prestatore di lavoro. Orbene, la posizione del collaboratore per quanto riguarda il versamento dei contributi è identica a quella del lavoratore subordinato. Ed infatti, nei rapporti di co.co.co. i versamenti contributivi sono a carico del committente in misura pari a 2/3 ed a carico del lavoratore in misura pari ad 1/3. L'obbligo però all intero versamento, anche della parte a carico del lavoratore, grava solo sul committente, il quale effettua delle trattenute sullo stipendio del lavoratore e risponde penalmente per l omesso versamento. L'unico adempimento previdenziale a cui è tenuto il collaboratore consiste nella iscrizione alla gestione separata Inps ex art. 2, comma 27, L. 335/1995. Per il resto, al pari del lavoratore subordinato, non ha alcuna autonomia rispetto ai versamenti contributivi. 5

6 Diversamente, come ritenuto dalla giurisprudenza di legittimità, il principio dell automatismo delle prestazioni ex art cc è stato ritenuto inapplicabile ai rapporti di lavoro autonomo, atteso che in quest ambito il lavoratore assicurato è onerato dall obbligo di pagamento dei contributi e solo sullo stesso ricadono le conseguenze dell omesso versamento (cfr. Cass. n /2004). Ne consegue che, sotto il profilo contributivo, i rapporti di co.co.co. si differenziano dal regime riguardante i lavoratori autonomi tout court e si avvicinano, in maniera speculare, a quello previsto per i lavoratori subordinati: in entrambi i casi il collaboratore-dipendente non ha alcun mezzo per garantirsi il versamento dei contributi da parte del committente-datore di lavoro. A fronte della medesima ratio e di ragioni di eguaglianza sostanziale non può non estendersi il principio dell automatismo ex art cc anche ai lavoratori parasubordinati. Sia pure con riferimento al diverso istituto dell indennità di maternità, analogo principio emerge dalla sentenza 7120/2017 della S.C., la quale ha affermato che la soluzione favorevole al lavoratore appare la più coerente sul piano logico e di giustizia, ove si consideri che si discute di rapporti di lavoro contrassegnati da una condizione di sottoprotezione analoga a quella dei lavoratori subordinati (come emerge sotto vari profili regolati dall'ordinamento, a partire dall'art. 409 n. 3 c.p.c., a proposito dei quali si coniò la definizione di parasubordinazione ); e che, in particolare per l'aspetto che qui rileva, i collaboratori coordinati e continuativi sono lavoratori autonomi per i quali la contribuzione previdenziale viene versata dal committente (come avviene per il datore nel rapporto di lavoro dipendente) ; che pertanto il ritardo ed il mancato 6

7 versamento contributivo da parte del terzo rischierebbe di compromettere diritti coperti da sicuro fondamento costituzionale ai sensi degli artt. 3, 31, 37 Cost.. Deve, pertanto, affermarsi il diritto del Graziola a percepire il trattamento pensionistico sin dal in forza del principio di automaticità delle prestazioni, con condanna dell'i.n.p.s. al pagamento dei ratei pensionistici a decorrere dalla stessa data. Le spese, liquidate nella misura indicata in dispositivo, seguono la soccombenza ed andranno corrisposte in favore dello Stato, essendo il ricorrente stato ammesso al cd. gratuito patrocinio. P.Q.M. Il Giudice del lavoro del Tribunale di Rovereto, definitivamente pronunciando, uditi i procuratori delle parti, ogni contraria istanza ed eccezione respinta, così provvede: 1) accerta e dichiara il diritto di Enrico Graziola a percepire il trattamento pensionistico con decorrenza in forza del principio di automaticità delle prestazioni e, per l effetto, condanna l'i.n.p.s. al pagamento dei ratei pensionistici a decorrere dalla stessa data; 2) condanna il convenuto al pagamento in favore dello Stato delle spese del giudizio che liquida in 1.200, oltre I.V.A., C.N.P.A. e 15% Così deciso in Rovereto il 20 settembre 2018 Il Giudice - dott. Michele Cuccaro - 7