GLI ATTACCHI DI ISRAELE. La speranza non abita più a Gaza Strage infinita: 650 vittime C È UN GIUDICE

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1 Fuorionda del Segretario di Stato John Kerry sui raid israeliani: Altro che operazione di precisione!. Certe verità, però, sarebbe meglio dirle pubblicamente y(7hc0d7*kstkkq( +&!z!/!?!$ Martedì 22 luglio 2014 Anno 6 n 200 e1,30 Arretrati: e2,00 Redazione: via Valadier n Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) tel fax Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 SENATO NON ELETTIVO GLI ITALIANI VOGLIONO SCEGLIERE LA BOSCHI INSULTA: BUGIARDI I sondaggi concordano: il 70% dei cittadini vogliono eleggere i senatori, anziché farli nominare dalle Regioni come impone la controriforma Renzusconi. In aula la ministra attacca chi chiama con il suo nome la svolta autoritaria: Bugie e allucinazioni. Ma l inizio del voto slitta a oggi Calapà, d Esposito e Marra» pag. 2-3 CONTRO L AU TO R I TA R I S M O 140 MILA Firme e appelli per salvare la Costituzione»pag. 4 Udi Paolo Flores d A rc a i s IN QUELLE RIFORME C È TANTA ARIA DI B. GRANDI MANOVRE Palazzo Madama, scoperto il pizzino di Casini: Maria Elena, fai un patto QUASI UN LEADER Matteo Salvini, l ex comunista che fa assumere le sue donne di Davide Vecchi»pag. 2»COSE NOSTRE» Il colosso energetico commissariato Italgas: uno sporco affare con gli amici del boss Provenzano Udi Roberto Scarpinato VIA D A M E L I O, I N F I LT R AT I DELLO STATO trascorso quasi un quarto Èdi secolo dalla strage di via D Amelio e dalla morte di Paolo Borsellino.»pag. 10 CRISI UCRAINA»pag. 4 Obama sfida Putin: Verità sul Boeing Il Tribunale di Palermo ha sottratto ai suoi amministratori una società completamente pubblica (controllata da Eni e Cassa Depositi e Prestiti) che gestisce 53 mila chilometri di rete. E dove erano entrati gli interessi occulti degli imprenditori legati ai clan er 6 mesi l Italgas sarà sotto amministrazione Pgiudiziaria. Uffici, bilanci, relazioni sugli appalti e concessioni saranno passati al setaccio dalla Procura di Palermo. Fierro» pag. 9 Zunini» pag. 12 on solo la sua compagna, Nma anche la sua prima moglie. Il leader leghista Matteo Salvini sembra essere afflitto da una certa abitudine: far assumere dagli enti pubblici le sue donne.»pag. 6 GLI ATTACCHI DI ISRAELE La speranza non abita più a Gaza Strage infinita: 650 vittime C È UN GIUDICE La morte di Uva: sei poliziotti e un carabiniere rinviati a giudizio D Onghia» pag. 11 Uccisi anche 7 militari di Gerusalemme. La Striscia è allo stremo: elettricità razionata, ospedali nel caos. Obama e l Onu chiedono un cessate-il-fuoco immediato Caridi e Gramaglia»pag »LUIGI DI MAIO La resistibile ascesa di quel grillino sempre in grisaglia Roselli» pag. 5 LA CATTIVERIA Lauda: La Ferrari ha fatto una macchina di merda. Progressi nel settore della ricerca dei materiali» I Severinos di Marco Travaglio iccome la mamma dei cretini è sempre gra- è bastato che il Fatto e il sottoscritto evo- Svida, cassero la possibilità che B. sia stato assolto per le telefonate in Questura grazie alla legge Severino, perché si scatenasse un orgia di aruspici, oracoli, indovini, pizie e fattucchiere d ogni colore per smentire il Fatto e Travaglio. La sola ipotesi che il Caimano e chi votò quella legge oscena (tutti i partiti in Parlamento nel 2012, tranne l Idv) per salvare lui e Penati non siano dei bocciuoli di rosa ha innescato una gara a prevedere con assoluta certezza ciò che i giudici della II Corte d appello di Milano scriveranno nelle motivazioni. Noi, al contrario di ciò che si legge in giro, non abbiamo mai affermato con certezza che l assoluzione derivi dalla legge Severino: leggendo le dichiarazioni a botta calda dell avvocato Coppi sulla impossibilità per la Corte di derubricare il reato di concussione in quello minore creato dalla Severino di induzione indebita, abbiamo spiegato che questa è una delle possibili ragioni dell assoluzione sul Capo A (telefonate in Questura). L avevamo già scritto alla vigilia della sentenza, guadagnandoci le lodi pelose dei berluscones. Ancora domenica ha spiegato a Lib e ro che non sarà facile per il Pg appellare la sentenza in Cassazione, visto che questa ha già stabilito a sezioni unite che l induzione scatta solo se l indotto ricava un indebito vantaggio : e il capo-gabinetto della Questura, Pietro Ostuni, non ha avuto vantaggi indebiti affidando Ruby al duo Minetti-Conceicao anziché a una comunità per minori, come disposto dal pm Fiorillo. Non si scappa: o l appello sposava il Tribunale (concussione per costrizione) e ricondannava, o aderiva alla tesi dei pm (induzione) e allora doveva assolvere in base all interpretazione dettata dalla Cassazione sulla Severino. Chi sostiene il contrario usa due argomenti. 1) La Severino che spacchetta concussione e induzione è del e la condanna di primo grado è del : dunque la legge non ha influito sul processo avviato il È la tesi dell ex ministra. Ma non sta in piedi: per ignorare la legge il Tribunale ha dovuto aggravare il reato contestato dai pm da induzione a costrizione; sennò la Severino l avrebbe applicata eccome. Cosa che può benissimo aver fatto la Corte d appello (lo scopriremo dalle motivazioni). 2) L assoluzione sul Capo A è perché il fatto non sussiste : se fosse avvenuta per la Severino, i giudici avrebbero scritto il fatto non è (più) previsto dalla legge come reato, formula tipica dei reati depenalizzati. È la tesi di Carlo Federico Grosso. Ma la Severino la concussione per induzione non l ha depenalizzata: l ha riscritta con nome, articolo, confini e pene diversi, poi le Sezioni Unite l hanno interpretata in senso vieppiù restrittivo. Se la Corte d appello avesse ritenuto che le telefonate notturne del premier da Parigi indussero Ostuni a fare ciò che non avrebbe mai fatto senza, non avrebbe avuto l obbligo di scrivere il fatto non è più reato : perché è ancora reato, ma l orientamento della Cassazione esponeva i giudici al rischio di vedersi annullare un eventuale condanna. C è anche un altra possibilità: siccome (art. 2 Codice penale) nessuno può essere punito per un fatto che quando fu commesso non era reato, i giudici potrebbero aver assolto B. perché l induzione indebita nel 2010 non esisteva e non c è continuità normativa fra vecchia concussione e legge Severino. Poi, certo, è anche possibile che abbia ragione Grosso: e cioè che la Corte abbia considerato acqua fresca le telefonate del premier alla Questura, convinta che Ostuni avrebbe fatto affidare Ruby a Minetti&Conceicao contro il volere del pm anche se B. non l avesse buttato giù dal letto. Una barzelletta ancor più esilarante di Ruby nipote di Mubarak. Se così fosse, B. avrebbe sprecato tempo e denaro inutili telefonando per tutta una notte. La Severino si sarebbe giocata la faccia con una legge inutile. E il processo in Cassazione si rivelerebbe più inutile di una bella perizia psichiatrica ai giudici d appello.

2 2 MARTEDÌ 22 LUGLIO 2014 DE M O C R A Z I A il Fatto Quotidiano Che cosa prevede il nuovo assetto i st i t u z i o n a l e ORMAI I GIOCHI sono quasi fatti e la fisionomia del nuovo Senato, come dovrebbe uscire dalla prima lettura di Palazzo Madama, è chiara. Con ogni probabilità cambierà la platea per l elezione del presidente della Repubblica (a deputati e senatori si aggiungeranno gli europarlamentari, mentre non ci sono più i delegati regionali). Pare esclusa la rinuncia dell immunità per i neo-senatori. CO M P O S I Z I O N E A Palazzo Madama siederanno in 100 invece dei 315 di oggi: 74 consiglieri regionali, 21 sindaci, 5 personalità illustri nominate dal capo dello Stato; la durata del mandato dei 5 sarà di sette anni e non sarà ripetibile. BOSCHI I BUGIARDI E I PIZZINI LA MADRE COSTITUENTE CONTESTATA IN AULA MENTRE NEGA LA SVOLTA AUTORITARIA: È UN A L LU C I N A Z I O N E. IL GOVERNO VUOLE CORRERE MA L APPROVAZIONE SLITTA ANCORA A MARIA ELENA DA PIERFERDI IL NUOVO PATTO SOGNATO DA CASINI Io se fossi in te farei un colpo di scena, un patto costituzionale! Rivaluta positivamente gli emendamenti (da 5000 a 900 per intenderci) e io apro su alcuni punti. P. F. L. Mistrulli / Ansa fatto a mano di Wanda Marra La Boschi è serena... pardon, volevo dire tranquilla. Ore 16, Palazzo Madama. Sereno nell era Renzi, da quel famoso # E n r i co s ta i s e re n o, vuol dire esattamente il contrario del significato semantico della parola. E il lapsus di un senatore dem descrive bene il clima che si respira: per l ennesima volta, il voto annunciato sulle riforme costituzionali neanche inizia. Per l ennesima volta, regna l in - certezza sui tempi e sui modi: 7800 emendamenti, molti dei quali ammissibili, sono troppi per pensare di chiudere rapidamente. E allora? Allora, o si trova una mediazione politica, che per ora non s intravede, oppure il governo potrebbe scegliere il contingentamento dei tempi, con tanto di accuse di anti-democraticità garantita. Tocca a Maria Elena Boschi, nelle vesti di Madre costituente, dare la linea, replicando a nome del governo. Ta i l l e u r i n o pantalone grigio-sobrio, top nero, capello biondo lunghissimo e un certo pallore, il ministro delle Riforme tira fuori toni insolitamente duri per lei. Niente sorriso angelico, ma un discorso che ha il sapore dell ultimatum. Tanto deciso che sa di rabbia repressa, mentre rivendica il lavoro fatto per arrivare alla riforma che ove mai venisse approvata porterebbe il suo nome. Fanfani, Pier Ferdinando e la contestazione grillina Maria Elena ricorre pure alle citazioni. La più importante è dedicata ad Amintore Fanfani: è l ex segretario della Dc, l ex presidente del Consiglio, il grande padre chiamato in causa. Un riformatore che perse la battaglia contro il divorzio: il referendum scelse un altra direzione. Ho sentito parlare di svolta autoritaria: è una allucinazione che non può esser smentita con la forza della ragione perchè resta una allucinazione, dice la Boschi in Aula. Dai banchi dei Cinque Stelle si levano urla e fischi. Lei continua: Un grande statista che è stato anche presidente di questa assemblea, Amintore Fanfani, ha detto una grande verità: le bugie in politica non servono. Si può essere d accordo o meno, votare o meno, ma parlare di svolta illiberale è una bugia; e le bugie in politica non servono. La contestazione continua, ma lei riceve pizzini con proposte di patti da Casini e va avanti per la sua strada. La linea l ha data il premier, che ha parlato di sassi sulla strada delle riforme. E le critiche diventano bugie. Chi sperava in una vera trattativa sentendo la Boschi si è dovuto ricredere. Sono 30 anni che prendiamo a calci la possibilità di cambiare noi per cambiare le cose, dice. Poi, un altra citazione. Stavolta da Fabrizio De Andrè, Se ti tagliassero a pezzetti: Sono 30 anni che aspettiamo domani per avere nostalgia. Oggi è il tempo delle scelte, il tempo di decidere. Sel ha presentato da sola seimila emendamenti. Loredana De Petris ha annunciato: Non li ritiriamo. Se va avanti così, la riforma la approviamo per Ferragosto 2015, commentano i senatori. Anna Finocchiaro ha chiarito che ci sono una serie di punti su cui si può trattare: I referendum e le leggi di iniziativa popolare. Ma anche la partecipazione del Senato alle decisioni europee e all approvazione del bilancio. E poi il capitolo delle nomine delle istituzioni di garanzia, a iniziare da quella del presidente della Repubblica. Nessuno tocchi l immunità parlamentare Il cuore della riforma, dalla non elettività in giù non si tocca. E anche la modifica dell immunità è uscita dall agenda delle trattative. Basterà la (poca) disponibilità del governo a far ammorbidire l opposizione? Ci potrà essere un ostruzionismo che ci può portare a lavorare una settimana di più e sacrificare un po di ferie ma manterremo la promessa di L URLO E GLI AMICI Maria Elena Boschi durante l intervento in aula, col leghista Roberto Calderoli e con la forzista Mariarosaria Rossi Ansa cambiare", chiarisce la Boschi. Il punto, ancora una volta, sono i tempi. Ad ora imprevedibili. Tanto che al Ministro arrivano consigli in forma di pizzini, come quelli di Casini. Lei chiarisce: Le riforme sono l ultima chance di credibilità per la politica tutta. In nome di questo assioma, se le resistenze non rientrano, Palazzo Chigi valuterà il contingentamento dei tempi. Che potrebbe non bastare per approvarle prima di settembre. D altra parte, esiste sempre il piano B. Dice la Boschi: Il governo ha legato in modo indissolubile il proprio cammino al percorso delle riforme. Insomma, restano le elezioni anticipate. DISCIPLINE POCO OLIMPICHE Nuovo sport: lancio dell emendamento di Fabrizio d E s p o s i to l primo tomo, di colore Ibianco, è di 842 pagine. Il secondo un po di più, 868. Totale, almeno tre chili di carta sul banco di ogni senatore. Al punto che il bersaniano Federico Fornaro si avvicina a Franco Carraro di Forza Italia e, memore dei trascorsi sportivi dell azzurro, propone: Bisognerebbe istituire una nuova disciplina olimpica: il lancio dell emendamento. Gli emendamenti alla riforma Boschi-Verdini sono davvero tanti, migliaia e migliaia, e riescono a rallentare la marcia dei tacchini-senatori che devono votare a tappe forzate la loro abolizione. In realtà, dalle parti dei frondisti del Pd, raccontano con sarcasmo che Grasso sta gestendo malissimo l aula e di questo passo non si finirà mai. In questo senso: Fa parlare tutti, anche quando non dovrebbero. Rispetto a una settimana fa, Palazzo Madama è sempre triste. La possente vetustà del Senato è un sonnifero per tutti. Certo, S e n at o re C o r ra d i n o Mineo (Pd) Ansa DISSIDENTI Mineo: Siamo almeno una ventina. E Minzolini propone di cambiare nome alla Camera: Ecclesia degli eletti, Congregazione e Duma c è una battaglia in corso. Ma alla moviola. Il Transatlantico, quando i lavori riprendono alle 16, continua a essere deserto. Corradino Mineo, simbolo dei ribelli anti-renziani del Pd tiene banco con i cronisti: Tra di noi ho contato tredici interventi molto critici durante la discussione generale. Altri non hanno parlato. Siamo almeno una ventina. Arriva Fe - lice Casson, giudice gentiluomo, altro frondista di rango: Quando toccherà agli emendamenti sui diritti delle persone scatterà il voto segreto e tutto è possibile. Mineo rilancia: Io invece voglio vedere i colleghi bersaniani votare pubblicamente per la non elettività del Senato. Con quel voto avranno chiuso, sarà la loro tomba. Ancora Casson: Stiamo girando per le feste dell Unità in tutta Italia e la maggioranza dei nostri vuole il Senato elettivo. L attesa per l Incidente, con la maiuscola, in grado di far saltare in aria i piani del premier frettoloso, è come quella per Godot o i Tartari e in ogni caso, specificano i frondisti democratici, è una battaglia sui contenuti, non come per i berlusconiani, alcuni di loro, dopo la sentenza su Ruby, sono già rientrati all ovile. Anche Renzi ci ha provato in tutti i modi con i suoi ribelli. Promettendo un posto nella futura Camera dei deputati. Ed è per questo che il numero degli onorevoli, nella riforma, è rimasto a 630. Lo rivela Mineo: In un assemblea si è rivolto a me e a Tocci così: Corradino, Walter che vi frega del Senato? La Camera diventerà l unico ramo politico del Parlamento e c è posto per tutti. A quel punto Tocci ha fatto il classico gesto di chi dice che andrà via, che non si ricandiderà (Mineo lo mima, ndr) e Renzi, più serio, l ha chiusa così: Vorrà dire che convinceremo il senatore Tocci. Il capannello dei frondisti diventa trasversale. Passa il forzista M i n zo l i n i, che comunque resta un dissidente, e poi il grillino B u cc a re l l a che prende Casson per un braccio e si apparta con lui. L obiettivo resta sempre quello di non far raggiungere a Renzi i due terzi dei voti necessari costituzionalmente. Poi c è da capire quando capiterà l Incidente, sempre con la maiuscola, che ammazza tutto. Si punta sull elezione diretta del capo dello Stato, proposta da Casini e che servirebbe a bilanciare, come in un Consolato, lo strapotere del premier. Oppure la riduzione dei deputati a 500. Il Senato è convocato mattina, pomeriggio e sera, da qui a giovedì. Orari: e Il ritmo da moviola di Palazzo Madama ha un sussulto. Passa la Boschi, scortata dal fedelissimo S c a l fa ro t to, che non la lascia mai. Altro dialogo, stavolta anonimo, dalla fronda del Pd: Ma tu l hai sentita in aula?. Risposta: Imbarazzante. Lei, il ministro delle Riforme, sorride sempre. Pure quando va alla buvette e poi torna indietro, verso l aula. La giostra degli emendamenti è cominciata con quelli ai primi due articoli del testo di riforma (gli articoli in tutto sono 40) e i senatori si allenano con i due tomi bianchi dal peso, complessivo, di tre chili. Migliaia di queste modifiche sono meri

3 AU TOR I TA R I A il Fatto Quotidiano MARTEDÌ 22 LUGLIO NIENTE FIDUCIA Il nuovo Senato non voterà la fiducia, ma manterrà piena competenza legislativa su riforme e leggi costituzionali. Potrà fare richieste (che eventualmente la Camera dovrà bocciare) sul rapporto Stato-Regioni e leggi di bilancio. NON ELETTIVO Non saranno i cittadini a eleggere i nuovi senatori, ma i consiglieri regionali, con criterio proporzionale, che tenga conto sia dei membri di ciascun Consiglio sia dei voti ottenuti da ogni formazione. Si aspetta una legge ordinaria in materia. REFERENDUM Aumentano le firme necessarie per indirlo: prima ne servivano 500 mila, ora saranno 800 mila. Cambia il quorum per la validità: la quota di votanti necessaria è pari alla metà più uno dei votanti alle precedenti ultime elezioni politiche. SENATORI MORITURI Per me è l ultimo giro Per molti di noi Miss Italia finisce qui MA GLI ITALIANI BOCCIANO LA RIFORMA RENZUSCONI I PRINCIPALI SONDAGGISTI UNANIMI: I CITTADINI VOGLIONO L ELEZIONE DIRETTA di Giampiero Calapà La luna di miele del governo Renzi con gli italiani potrebbe schiantarsi sullo scoglio del Patto del Nazareno. Almeno secondo i principali sondaggisti. Boschi e novelli padri costituenti vari, da Mister Porcellum Calderoli in giù, non paiono interessati ad ascoltare nessuno e tirano dritto per la pretesti per fare ostruzionismo. Tipo decine di emendamenti che propongono: Il Senato è composto da 320 persone, Il Senato è composto da 319 persone, Il Senato è composto da 318 persone, e così via. La palma della genialità va a otto del centrodestra: D Anna, Minzolini, Compagnone, Longo, Bruni, Bonfrisco, Milo e Tarquinio. Anche per loro decine di emendamenti che chiedono di cambiare nome alla Camera dei deputati nei seguenti modi: Curia degli eletti, Corte Nazionale, Corte dei rappresentanti, Coorte degli eletti, Bulè nazionale, Congregazione nazionale, Congregazione degli eletti, Corporazione degli eletti, Gilda, Adunanza, Assise, Duma. Finanche una sublime Ecclesia degli eletti. Il renzismo che diventa teocrazia e divinizza la supercazzola. Anzi, Matteocrazia, per la precisione. loro strada. Eppure i numeri pubblicati sono allarmanti per il consenso mancante attorno alla Grande Riforma. Lo conferma in pieno Antonio Noto, direttore di Ipr marketing: Bisogna fare una premessa, la maggioranza degli italiani, il 53 per cento, vorrebbe l abolizione di una delle due Camere. Ma non vogliono il Senato di consiglieri regionali e sindaci proposto dal governo Il premier Matteo Renzi La Pre ss e Renzi: il 55 per cento del nostro campione ha riposto che se Palazzo Madama deve rimanere tanto vale votarlo direttamente. Un surrogato di Senato non sarebbe accettato, insomma. E, badate bene continua Noto che questo parere è trasversale, non c è differenza tra elettori di centrosinistra e centrodestra. CONCETTO ribadito anche dalla Ipsos di Nando Pagnoncelli domenica scorsa sul Corriere della Sera. Per Ipsos addirittura il 73 per cento degli italiani vorrebbe il mantenimento del Senato eletto direttamente dai cittadini. Tra gli elettori del Partito democratico è di questo stesso parere il 60 per cento, tra quelli di Forza Italia l 80 per cento e l 83 tra chi alle ultime politiche ha votato il Movimento cinque stelle. Ieri mattina la trasmissione di Rai3 Agorà Estate ha pubblicato una sentiment analysis : non si tratta di un sondaggio tradizionale, ma dell elabora - zione di dati aggregati intercettando l opinione espressa in rete su un determinato argomento. Per il governo della generazione 2.0 tutta web e distintivo di Matteo Renzi, quindi, un dato da tenere in grande considerazione: l 85,87 per cento se - condo questo rilevamento è contrario al Senato voluto dal Patto del Nazareno. Una lancia per Renzi la spezza, però, Roberto Weber di Ixè: Credo che l 85 per cento a favore del Senato elettivo sia un numero corrispondente al vero, ma credo anche che importi poco di questa riforma e che la stragrande maggioranza degli italiani darebbe in questo momento carta bianca a Renzi su qualsiasi cosa. Il premier può consentirsi tutto, bisogna solo capire quanto durerà. Palazzo Madama è ini- la seconda setti- Aziata mana sulla riforma del Senato della Repubblica. Dica quello che deve dire e non sbatta più il regolamento sul b a n co. (Pietro Grasso a Vincenzo Santangelo, M5S) Signor presidente, lo sbatto tutte le volte che mi sembra oppor tuno. (Risposta di Santangelo) Stavolta però il potere nasconde la sua faccia feroce, non si presenta con il viso di Pavolini o di Farinacci, ma con le icone, buone per un presepe televisivo, rassicuranti, che mai qualcuno penserebbe essere inviate per sottrarre ai cittadini la sovranità e la democrazia in questo Paes e. (Mario Giarrusso, M5S) Rischiamo di imboccare la strada che ci porta a Weimar. (Giarrusso, M5S) Le parole re g i m e, deriva auto r i ta r i a, attacco alla democrazia, massacro della Costituzion e, se pronunciate in quest aula, sono macigni. (Anna Finocchiaro, Pd) Io non vorrei dover tornare qui e dire: Morituri te salutant, perché qui non si tratta dei senatori, ma del Senato e mi auguro che sia il vero Senato delle autonom i e. (Roberto Calderoli, Lega ) Siamo chiamati a rendere le istituzioni vive, attuali, in sintonia con il Paese, se non vogliamo che diventino un simbolo del passato, anziché indicatori luminosi del futuro. Questa è la sfida alla quale siamo chiamati. (Maria Elena Boschi, Pd) Continueremo a mettere sui binari, in questi e nei prossimi passaggi in Parlamento, un sasso, due sassi, tre sassi, s a ss i.... (Vito Petrocelli, M5S) Signor presidente, ho grande stima di lei. So che lei esercita il suo ruolo in modo meraviglios o. (Domenico Scilipoti, Fi) Non esageriamo. (Risposta di Grasso) Sono stato attento al suo intervento, ministro Boschi, contrariamente al suo presidente del Consiglio che invece, quando parlano gli altri, va a vedere la partita (e glielo ricorderò in etern o). (Gian M. Centinaio, Lega ) Quindi, che il governo ci dia la patente di folli - che, per la verità, personalmente me la sono beccata anche in altre sedi - viva Dio, perché, signora ministro, per dirla con Eduardo, in una famosa poesia dialettale che si conclude in questo modo: e pure s incontr a morte a guarde n faccia e nun tengo paura o stesso, pecché a mmè me fa paura sul o fesso! Vale a dire - traduco - che dovete avere paura degli stolti, dei conformisti, di coloro che non hanno il coraggio e la libertà di manifestare le proprie opinioni. Quindi che lei, con un volto angelico ed un fare elegante e suadente, ci dia dei folli solo perché non intendiamo votare questa ipotesi di riforma mi sembra effettivamente un poco e s a g e ra to. (Vincenzo D Anna, Gal) Ma la difesa della dignità del Senato passa anche attraverso il coraggio della sua abolizione, piuttosto che attraverso la sua mistificazione, o il camuffamento, tramite il suo nome, di una cosa che è completamente diversa. Diamo a ciascuno il suo. (Antonio D Alì, Ncd) Per me questo è il primo ed ultimo giro: non sono sicuramente attaccata alla poltrona. Per molti senatori Miss Italia finisce qui : hanno fatto anche loro il Ansa VINCENZO D A N NA Lei, con un volto angelico e un fare elegante e suadente, ci dia dei folli solo perché non intendiamo votare questa ipotesi di riforma mi sembra un poco esagerato primo giro visto che in quest aula ci sono molti nuovi senatori, al loro primo mandato anche se sperano comunque in un secondo giro, anziché come senatori, come deputati. Questo è il motivo per il quale oggi in qualche modo si piegano. (Alessandra Bencini, Misto) Per farmi meglio comprendere utilizzerò un immagine figurata, quella degli inglesi che prima di bere il tè dicono che deve essere passato da una tazza all altra fino a quando la temperatura non sia giunta ad uno stato ottimal e. (Stefano Candiani, Lega) Il senatore Calderoli è un appassionato di confiture: ne prende ogni tanto per aiutarsi a sopportare la fatica dell aula. Ricorderà quella chicca di Tom Hanks che diceva: la vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita. Quindi, non potendo perfettamente prevedere se questa riforma della Costituzione andrà in porto oppure no, voi avete fatto un lavoro di grande serietà. (Mario Ferrara, Gal)

4 4 MARTEDÌ 22 LUGLIO 2014 L APPELLO il Fatto Quotidiano Ecco la riforma: la svolta autoritaria in dieci punti LA LISTA. 1) Camera: l Italicum conferma le liste bloccate del Porcellum, solo un po più corte 2) Se - nato: sarà formato da 100 senatori non eletti. Sindaci e consiglieri scadranno con le rispettive giunte: Palazzo Madama ridotto ad albergo a ore 3) Op - posizione: i dissensi interni potranno essere spenti con il metodo Mineo: chi non garantisce il Sì in commissione potrà essere espulso e sostituito. L oppo - sizione sarà decimata dalle soglie dell Italicum. La ghigliottina è istituzionalizzata 4) Capo dello Stato: potrà sceglierselo il premier (anche se ha preso soltanto il 20% dei voti) dopo il terzo scrutinio, quando la maggioranza scende al 51%. 5) Corte Costituzionale: chi va al governo (anche col 20%) controlla 10 giudici costituzionali su 15. 6) Csm: la pensione dei magistrati dagli attuali 75 anni a 70 decapita gli uffici giudiziari 7) Pm: per normalizzare le procure basta la lettera di Napolitano 8) Immunità: l art. 68 sempre più strumento del governo per mettere i propri uomini al riparo dalla giustizia 9) In - formazione: la Rai rimane dei partiti. Nessun intervento sul conflitto d interessi 10) Cittadini: le firme per referendum e leggi d iniziativa popolare passano da 500 a 800 mila e da 50 a 250 mila firme Sveglia italiani, vittime dei nani al potere Le riforme costituzionali proposte dal governo sono una cosa scellerata, inquietante, spaventosa. Gli italiani devono svegliarsi da questa nebbia torbida e dall imbambolamento cui sono sottoposti dai nani al potere. Dovremo ricostruire molto di più dopo Renzi che dopo Berlusconi. Non sono di sinistra, non sono di destra, non sono un 5 stelle, non sono mai stato berlusconiano. Sono un liberale senza casa. Difendiamoci da questo scempio. Alessandro Scarpari Non lasciamo soffocare la nostra Storia Tra le molte ragioni che consigliano di aderire alla iniziativa del Fatto, c è anche l esigenza di non rassegnarsi alla prospettiva che i prossimi 50 anni della nostra storia possano essere soffocati da una riforma intessuta di superficialità, che neppure gli infiniti sorrisi profusi in favore di telecamera riescono a nascondere. Gian Carlo Caselli, ex procuratore capo di Torino e Palermo Il commento Giancarlo Caselli Dlm LA PETIZIONE SUL FATTOQUOTIDIANO.IT 140 mila No a chi vuole stracciare la Costituzione CONTINUANO AD ARRIVARE VALANGHE DI FIRME E ADESIONI PER L A P P E L LO DEL FATTO CONTRO IL PATTO RENZUSCONI E LO SCEMPIO DELLA CARTA Sono in gioco le fondamenta democratiche del Paese L EX GIUDICE CA S E L L I Non rassegnamoci alla prospettiva che i prossimi 50 anni della nostra storia possano essere soffocati da una riforma intessuta di superficialità Non si ferma la campagna del Fatto Quotidiano per opporsi alla svolta autoritaria che Renzi, Napolitano e Berlusconi stanno imprimendo all Italia con la riforma costituzionale. Ecco l appello lanciato nei giorni scorsi: Le controriforme dell Italicum e del Senato, concordate dal governo con il pregiudicato Berlusconi e il plurimputato Verdini, consentono a un pugno di capi-partito di continuare a nominarsi i deputati, aboliscono l'elezione dei senatori ed espropriano i cittadini della democrazia diretta: i referendum (non più 500mila, ma 800mila firme) e le leggi di iniziativa popolare (non più 50mila, ma 250mila firme). Chiediamo ai presidenti Napolitano, Grasso, Boldrini e Renzi di sostenere solo riforme che rispettino lo spirito dei Costituenti, per una vera democrazia partecipata. Antonio Padellaro, Marco Travaglio, Peter Gomez, la redazione del Fatto Quotidiano, Sandra Bonsanti, Lorenza Carlassare, Gian Carlo Caselli, Roberta De Monticelli, Gianni Ferrara, Gian Andrea Piccioli, Stefano Rodotà, Salvatore Settis, Barbara Spinelli, Maurizio Viroli e Marco Vitale Sottoscrivo la campagna del Fatto Quotidiano contro la svolta autoritaria e contro il patto Renzusconi. Sono convinto che le voci delle personalità e dei cittadini che si levano contro l obiettivo del presidente del Consiglio e dei suoi complici per abbattere principi fondamentali della Carta Costituzionale vadano rispettate. Non è in gioco una semplice riforma, qui si minano le fondamenta della vita democratica in Italia e noi come cittadini abbiamo il dovere di dare una risposta forte alla prepotenza di chi vuole togliere il diritto a contestare e giudicare. Auspico una forte mobilitazione di popolo prima che sia troppo tardi. Lino Andreozzi Ho 17 anni, amo il mio Paese e sogno ancora la rivoluzione Sono un ostaggio della democrazia e, a legger tutte le splendide lettere pubblicate dal Fatto, mi rendo conto che non sono l unico. Non dobbiamo sperare nella carità di alcuni sequestratori dissidenti che, a parer mio, fanno opposizione solo nelle interviste per poi tornare a scodinzolare proni attorno al principe, ahinoi, del 40,8 per cento. Purtroppo non dobbiamo sperare nemmeno in una delle più belle opposizioni della storia della nostra Repubblica: poiché, come tale è minoranza. Quindi? Quindi sta a noi, una coscienza alla volta. Sempre meno calzante la definizione di democrazia riportata da Carmelo Bene nello studio di Costanzo nel 95: La democrazia è quella situazione politica in cui il popolo viene preso a calci dal popolo su mandato del popolo. Il popolo? Dov è il popolo? Il popolo muore dietro le milioni di televisioni sempre accese, muore inseguendo le migliaia di tweet del buffone di turno, muore ogni inverno quando vuole cambiare il mondo, scende in piazza, recita la sua parte e torna a casa, dove pubblicherà foto di piazze strapiene di sassi. E gli occhi non brillano più a nessuno. Scusatemi, ma ho 17 anni e ancora sogno la rivoluzione. Un minorenne che vuole restare Paolo Flores d A rc a i s Salviamo i valori dell Italia nata dalla Resistenza di Paolo Flores d A rc a i s o aderito subito con entusiasmo Halle 10 proposte aperte lanciate dal Fatto Quotidiano. Con entusiasmo, perché l iniziativa voluta da Antonio Padellaro, Marco Travaglio e Peter Gomez riprende la più nobile tradizione del grande giornalismo americano dall epoca di Thomas Jefferson: l im - pegno politico diretto delle testate democratiche. Allora, perché ancora inesistenti i grandi partiti politici rappresentativi, oggi in Italia perché ormai autoreferenziali, rappresentativi so - lo del kombinat affaristico-politico-corruttivo che caratterizza innanzitutto e per lo più l establishment del nostro paese. Esiste certamente un op - posizione parlamentare, che si esprime in sostanza esclusivamente nel Movimento 5 Stelle, il cui carattere ondivago e la cui struttura organizzativa e comunicativa proprietaria si sono però dimostrati deleteri di fronte alla potenza della tenaglia messa in atto dal patto Renzi-Berlusconi propiziato dal lord protettore del nuovo regime: Giorgio Napolitano. In questa situazione, del resto, che nel servo encomio dei media verso il governo vede ormai la normalità, il giornalismo-giornalismo, proprio per essere tale, imparziale (che è cosa diversissima da equidistante) e soggetto solo alle modeste verità di fatto (senza il rispetto delle quali, ammoniva Hannah Arendt, ci si è già incamminati sulla via del totalitarismo) deve farsi anche, e sempre più spesso, direttamente agire politico. nominali col doppio turno (i due più votati vanno al ballottaggio se nessuno ha superato nel primo il 50 per cento: doppio turno all italiana, come per i sindaci, visto che in Francia al secondo turno può accedere chiunque superi il 12,5 per cento). Un terzo, invece, con proporzionale in un solo collegio nazionale e con una sola preferenza. In tal modo i deputati conterebbero davvero (non vi sarebbero più peones ) e i loro elettori potrebbero controllarli assai di più. E si metterebbe con le spalle al muro pro prio il finto riformismo di Renzi, contrapponendo al suo accordo con Berlu sconi la radicalità di una riforma che abbatte i costi, restituisce autonomia e dignità all eletto, consente di ave- Pa o l o F l o re s d A rc a i s La Pre ss e Il ventennio L O T TA QUANTO AL MERITO dei dieci punti, presentati come aperti, sottoscrivo sine glossa il 3 (opposizione), il 4 (immunità parlamentare), il 5 (Capo dello Stato), il 7 (magistratura e politica), l 8 (procuratori e pm), il 9 (informazione) e il 10 (cittadini attivi). Sul 6 (Csm) credo che i membri togati andrebbero semplicemente estratte a sorte (anziché votati su una provvista di estratti a sorte) poiché altrimenti il monopolio delle correnti (e cordate) sarebbe bensì indebolito ma non certo dissolto. I punti 1 e 2 mi sembrano invece i più deboli: penso che il senato andrebbe in effetti abrogato, oppure sostituito con un as - semblea non-legislativa, di difensori civici, composta dai sindaci (o loro delegati) delle 50 città più popolose e da 50 estratti a sorte, con rotazione annuale, tra quelli delle al tre città con più di 15 mila abitanti. Ma soprattutto di soli 100 membri dovrebbe essere composta la Camera dei deputati (legislativa) eletta per i due terzi in collegi unire un vincitore la sera stessa del voto, ma non rende il governo padrone incontrastato della vita pubblica. Sono proposte non nuove (lungamente argomentate su M i c ro M e g a fin dal giugno 1986). Che si oppongono con logica di riformismo autentico alla legge elettorale di Renzi/Berlusconi italicum, la peggiore in assoluto, la vera tabe autoritaria del pacchetto di riforme ren - ziane, una legge mega-truffa che oltretutto consentirebbe a infinite liste For - za Dudù (non è uno scherzo, Berlusconi le ha fatte sottoporre a test dalla sua sondaggista di fiducia) di fare massa per un anticostituzionale mega-premio di coalizione. C RU C I A L E del Cavaliere è infinito: si presenta con nuove maschere per distruggere giustizia, libertà, legalità e decenza RESTANO PERÒ essen - ziali due altri punti: un finanziamento della politica esclusivamente pubblico (tranne i piccoli oboli delle sottoscrizioni tradizionali dei militanti), che consista in risorse comunicative eguali per tutti (spazi radiotelevisivi, piazza a teatri attrezzati, ecc.) e un sistema di incompatibilità che vada assai oltre una legislazione sul conflitto d interessi e impedisca le indecenze di ex statisti che diventano consulenti di multinazionali (Blair, Schroeder, ecc.). Si tratta, insomma, di rendere impossibile, a monte e a valle, ogni commistione di ruoli tra vita pubblica e incarichi privati, oltre che ogni passaggio, in entrambe le direzioni, tra incarichi di nomina politica e vita politica stessa. E resta infine il capitolo su cui andrà ingaggiata la lotta cruciale, quello della giustizia, su cui l asse Renzi-Berlusconi giocherà il vero jolly piduista. Lo sta già giocando, in realtà. Come dimostra l agghiacciante sentenza, per la gioia dei Ferrara e Santanchè, che ha rottamato la legge eguale per tutti e codificato che chi ha potere non compie alcun reato se interviene presso un funzionario di polizia (o altro servitore dello Stato, cioè della legge eguale per tutti ) perché non segua il dettato delle norme ma affidi la vicenda di sua competenza alle cure di una qualche signorina delegata dallo stesso potente di turno. Sulla questione giustizia alla ripresa autunnale bisognerà dunque impegnarsi davvero nell azione politica di massa, con un progetto giustizialista organico, manicheo, la legalità eguale o la legalità secondo potere e prepotenza, altrimenti il ventennio che continua a non finire, a perpetuarsi con nuove e più accattivanti maschere, distruggerà quello che resta di giustizia e libertà, di Costituzione e decenza, insomma dell Italia repubblicana nata dalla Resistenza.

5 A L L U NAG G I il Fatto Quotidiano MARTEDÌ 22 LUGLIO Livorno, Nogarin e la maledizione degli assessori ANCORA BUFERA sul neosindaco di Livorno M5S, Filippo Nogarin. Dal meet up del Comune toscano arriva un altra lettera di protesta sugli assessori nominati: Alessandro Aurigi, Serafino Fasulo e Giovanni Gordiani. I primi due sarebbero troppo critici verso il Movimento, il terzo alle elezioni era in lista col Pd. Il primo assessore nominato, Simona Corradini, era rimasto al suo posto per appena 24 ore. RICHIESTA D ARRESTO, OGGI IL VOTO MOSE, GALAN CHIEDE RINVIO: NEGATO Giancarlo Galan ha giocato ieri l ultima carta: un certificato medico che fissa in 40 giorni la prognosi in Ospedale, ma ha perso. Nessun ulteriore rinvio. Oggi la Camera voterà, salvo imprevisti, la richiesta di arresto per l ex Governatore del Veneto chiesta dai pm che indagano sul Mose. Di Maio, il pupillo di Grillo e Casaleggio ora pensa in grande Luigi Di Maio La Pre ss e GLI ALTRI ORTODOSSI Uno vale uno. Luigi vale di più? È IL PIÙ BRILLANTE DEI SUOI COLLEGHI E SI MUOVE DA LEADER IN PECTORE. MA CRESCONO LE GELOSIE PER LA SUA AMBIZIONE di Gianluca Roselli Icommessi di Montecitorio all inizio sbagliavano sempre. Perché Luigi Di Maio anche nel look è la negazione del prototipo del grillismo. Tanto i suoi compagni di partito pardon, Movimento si presentano alla Camera con look improbabili, tra il gruppettaro caciarone e il t re n d y paesano, tanto lui è sempre inappuntabile in completi grigio antracite, camicia bianca e cravatta d ordinanza. Grisaglie un po tristi, per la verità, che rimandano più al burocrate di provincia che all avvocato Agnelli. Ma tant è. La zazzera tagliata di fresco, poi, completa l affresco da primo della classe, di quelli che di solito piacciono alle mamme (e meno alle figlie). Nessuno può azzardarsi a sostenere che è anche per una questione di look che Di Maio sia diventato vice presidente della Camera. Ma l abito, se non fa il monaco, a volte conta parecchio. LU I, da par suo, ha iniziato in sordina ed è venuto fuori alla grande alla distanza. Il proscenio grillino, nei primi mesi di legislatura, era infatti monopolizzato da altri: Vito Crimi e le sue g a f fe, Roberta Lombardi e i suoi psicodrammi, ma soprattutto Alessandro Di Battista, il Brad Pitt del grillismo da Transatlantico. Belloccio e sbruffone, ha tenuto botta per settimane. Di Maio, nel frattempo, lavorava nell ombra, imparando a danzare tra codici e regolamenti, facendosi molto apprezzare, riunione dopo riunione, dai suoi colleghi della presidenza. Con Roberto Giachetti (Pd), il sovrano incontrastato e stazzonato dei regolamenti d aula, il legame è solidissimo. È molto preparato, un po saccente, ma ad avercene alla Camera di gente come lui, sussurrava un pezzo grosso di Forza Italia dopo PIAZZE & PALAZZI Carlo Sibilia, giovane deputato 5Stelle, c è cascato un altra volta. Dopo una bizzarra proposta per i matrimoni tra specie diverse (purché consenzienti) e le battaglie un po ossessive sul club Bilderberg, stavolta ha twittato troppo in alto. Sulla Luna, e sullo sbarco di Neil Armstrong e compagni: una farsa storica evidente. A chi lo prende per i fondelli, sui social network e fuori, risponde che si tratta dell ennesi- ma speculazione mediatica per attaccare il Movimento 5 Stelle. In verità la maggior parte degli sberleffi sono di gente comune... È triste lo stato dell informazione in questo Paese. Non capisco perché non si possano contestare le false LA POLEMICA Beppe e Gianroberto avranno sempre meno spazio. Replica Currò: L hanno lanciato a capo del Movimento senza alcuna legittimazione qualche mese di legislatura. Tanto che, poco alla volta, i deputati grillini hanno preso lui come punto di riferimento. Cosa bisogna votare su quell emendamento?. Chie - dete a Di Maio. Che si fa sul quell ordine del giorno?. Sa tutto di Maio. Una sorta di capogruppo in pectore: mentre gli altri passavano, lui restava. Così è Di Maio il primo che Grillo e Casaleggio vogliono incontrare durante le loro incursioni romane. E visto che i due non sono stupidi, quando si è deciso di rompere l embargo verso i talk show, hanno puntato su di lui come volto da spedire in tv. Anche perché, se il suo eloquio è felpato e il guardaroba rassicurante, questo 28enne di Pomigliano d Ar - co, il paesone napoletano da sempre in mano alla sinistra, è durissimo nei contenuti. Acuto, brillante, sa dove vuole andare a parare e ci arriva senza troppe perifrasi. Insomma, mediaticamente funziona. Molto di più di Di Battista, che sembra sempre reduce da un happy hour. Così arriva l investitura ufficiale: Grillo sceglie Di Maio per trattare con Matteo Renzi sulle riforme: sono già due gli streaming in cui l ex rottamatore e l enfant prodige dei pentastellati hanno incrociato le lame. Scamiciato e ingrassato, Renzi. Inamidato e puntuto, Di Maio. Insomma, il vicepresidente della Camera sembra incarnare l evoluzione della specie del grillismo: se prima il movimento era tutto blog, piazze e vaffa day, con Di Maio i cinque stelle si sono dati un volto presentabile, pulito, quasi istituzionale. Tanto che qualcuno l ha soprannominato l Alfano di Grillo. Un Alfano, però, con molto quid. Più democristiano di Angelino, dicono, in quanto a capacità di lavoro e furbizia. E QUI INIZIANO i problemi. Perché il ragazzo, forse, si è un po montato la testa. Grillo e Casaleggio avranno sempre meno spazio, conteranno di meno, si è lasciato sfuggire l altro giorno. E subito qualcuno ha trovato la conferma ai suoi sospetti: eccolo lì, Di Maio si candida a leader del movimento. Di più: punta a fare il candidato premier dei Cinque Stelle alle prossime elezioni. Il problema, però, come si direbbe, è anche politico. Perché, a parte il suo piccolo cerchio magico, il gruppo alla Camera è in subbuglio e lui è finito sul banco degli imputati. Non solo per le sue ambizioni di leadership, ma per il fatto di incarnare l ala trattativista con il Pd, mentre i duri e puri con Renzi non vogliono prendere nemmeno un caffè. E così, dagli a Di Maio. È un leader senza merito. Hanno deciso di lanciarlo a capo del movimento senza alcuna legittimazione. Se bisogna decidere un segretario, allora ci vuole un congresso, attacca Tommaso Currò. La risposta di Di Maio arriva telegrafica, via Twitter. Non sono il capo del M5S. Finita la legge elettorale scriverò una lettera agli attivisti che spiega tutto. Ma contro di lui piovono veleni. Come quello secondo cui sarebbe già con un piede dentro il partito di Renzi. Fesserie, dicono dal suo entourage. Anche perché Di Maio è corteggiato pure da Nuovo centrodestra e Forza Italia. Lo stesso Berlusconi, raccontano, pare abbia un debole per lui. Con grande scuorno della classe dirigenti azzurra, che si sente sempre rimbrottare: Perché non ho una Boschi? Perché tra di voi non c è un Di Maio?. Il deputato grillino, intanto, va dritto per la sua strada, incarnando l ala partitica del Movimento cinque stelle, ovvero quella che vorrebbe abbandonare la fase movimentista per farsi partito vero, con struttura e organizzazione. Idea che ha fatto registrare una sollevazione in rete. Se diventiamo un partito come gli altri, sarà la nostra fine, è il tono dei commenti sui blog. Lui, per ora, fa spallucce. E si gode i complimenti di Grillo e Casaleggio, da cui, dicono, si mantiene equidistante. Io imparo sempre da Di Maio, anche quando sta zitto, gli ha scritto Beppe via sms. Beppe, sei uscito pazzo o sei invecchiato!, la risposta. Ma veramente io dicevo sul serio.... Sibilia non vuole mica la Luna verità m a i n s t re a m. L uomo, dunque, non ha mai posato piede sulla luna? È la mia opinione: nulla si può dare per scontato. La stessa Nasa ha dichiarato di aver smarrito i nastri originali. Ma come, un evento così epocale... Perché questa omertà? Non siamo pronti per la ve r i t à? Il fatto è che c è un muro di gomma: non si può mettere in discussione nulla. All inizio, quando parlai del Bilderberg, fui preso per pazzo. Non mi dica. Dicevano: sono solo vecchietti che giocano a carte. Invece abbiamo mostrato che c è ben altro. Co s a? Questo vorremmo saperlo anche noi. Ci deve essere trasparenza, un rendiconto pubblico delle riunioni: non è possibile che ci siano rappresentanti del popolo e giornalisti che parlano con presidenti di aziende petrolifere, o altro. Lei fu protagonista anche di una proposta controversa sui matri- moni di gruppo e tra specie diverse. Carlo Sibilia Ansa Questa è un altra bufala clamorosa, la sfido a trovare qualche traccia di questa iniziativa in Parlamento. La pubblicò prima di diventare parl a m e n t a re. Ma era una provocazione: sui temi dei diritti civili c è tanta ipocrisia. Si vada a vedere cosa ha scritto sulla mia proposta Mario Adinolfi, che di certo non è grillino. (Ecco le righe di Adinolfi su Sibilia, che si sospetta non ne abbia colto l i ro n i a : Che avete contro l amore per il cane? Ha ragione Carlo Sibilia. Se il matrimonio non è più l unione di un uomo e di una donna, allora beccatevi le conseguenze. Tutte le conseguenze, ndr) To. Ro. di Tommaso Rodano ora in poi Grillo e Casaleggio avranno D meno spazio e sono contenti di questo. Parole di Luigi Di Maio, riprese ieri mattina dal blogger a 5 Stelle Daniele Martinelli (licenziato l anno scorso dallo staff della comunicazione di Montecitorio). Se Tommaso Currò, deputato sempre infedele alla linea, non perde l occasione per la polemica ( È una leadership di fatto, mediatica e non legittimata da nessuno ), tra gli ortodossi invece c è qualche imbarazzo, poca voglia di commentare, risposte sibilline e molti rifiuti convinti sul presunto protagonismo di Di Maio. Paola Taverna non vede nessun caso : Pe p - pe e Luigi su due linee divergenti? Ma quando mai? Se Di Maio ha detto che Grillo e Casaleggio avranno meno spazio (e io non l ho sentito), intendeva ribadire un concetto che è noto da tempo: che i parlamentari del Movimento devono essere in grado di camminare sulle loro gambe. Ma non c è nessun conflitto, figuriamoci. Eppure Di Maio durante il famoso streaming con Matteo Renzi, per la prima volta ha definito M5s un partito. Un lapsus? Ma no. Luigi risponde ancora Taverna è il vicepresidente della Camera. È portato a ragionare nei termini dei suoi in- Paola Taverna Dlm terlocutori. Evitiamo le polemiche, pensiamo a lavorare. Vito Crimi sa cosa significhi stare sotto i riflettori. E non ne vuole parlare: L argomento Di Maio non mi appassiona. Siamo in Senato a lottare contro questa riforma. Grillo e Casaleggio Laura Castelli Ansa avranno meno spazio? Me lo sta dicendo lei. La deputata talebana Lau - ra Castelli non dice nulla (ma pare mordersi la lingua). Non sembra di buon umore: Perché chiede a me di commentare quello che dice Di Maio? Vuole delle spiegazioni? Le chieda direttamente a lui. Io lo farò G. Castaldi La Pre ss e senz altro. Gianluca Castaldi è un po più ciarliero. Casca male, io per Luigi ho una predilezione. Beppe avrà meno spazio? Mmm. Boh. Sarebbe una grossa perdita, è lui che ci porta la spinta popolare. Riconoscerà, senatore, che Grillo rispetto a Di Maio era molto meno convinto dell opportunità di sedersi al tavolo di Renzi. È vero che nel nostro gruppo ci sono idee diverse, spiega Castaldi io per esempio con quelli lì non scambierei proprio nulla: mettersi a trattare con quei furbi è difficile. Di Maio ha la sua personalità, l ha voluto fare. È logico che qualcuno si possa porre qualche domanda. Lui poi è particolarmente esposto perché, da vicepresidente della Camera, è l unico che ha un ruolo fisso, che non ruota. Qualche gelosia c è, insomma... Mettiamola così: quando si è accomodato a quel tavolo, Luigi ha dovuto assumersi delle responsabilità politiche personali. Non è che poteva chiedere la ratifica in rete per tutto quello che diceva. Qualche dichiarazione magari non è stata condivisa. Uno vale ancora uno, nel Movimento? Sempre. Però questi palazzi ti cambiano. Ma a Luigi non succederà. Credo.

6 6 MARTEDÌ 22 LUGLIO 2014 NON PROTAGONISTI il Fatto Quotidiano Puglia, Vendola non si ricandida e lancia Stefàno NICHI VENDOLA ha annunciato che non si ricandiderà alle primarie del centrosinistra per la carica di governatore della Puglia. Ma, a margine dell assemblea regionale di Sel, si è lasciato andare in un endorsement per uno dei candidati. Tra i dirigenti più di prestigio e tra i parlamentari più bravi che si sono candidati finora, insieme a Michele Emiliano, c è Dario Stefano, che per noi è un valore importante per come ha saputo essere l assessore di punta dell agricoltura e per come si è fatto conoscere in Europa, ha affermato il governatore in carica. Stefano attualmente è senatore di Sel e presidente della Giunta per le elezioni e le immunità di palazzo Madama, ma ha un passato in Confindustria e persino nell Udc (prima della folgorazione vendoliana). Co m b a t - teremo questa battaglia, sempre per il bene del centrosinistra - ha proseguito il leader di Sel - in modo che sia una gara bella". Vendola ha lodato il candidato soprattutto per le capacità espresse in Giunta occupandosi di quella che chiunque avrebbe considerato una grave incombenza, troppo complessa, una patata bollente, cioè la vicenda Berlusconi. VITA DI MATTEO SALVINI COMUNISMO, GIRAVOLTE E ASSUNZIONI PADANE LA COMPAGNA PRESA IN REGIONE CON MARONI, L EX MOGLIE AL COMUNE PER 10 ANNI, IL CAPO DEI COMPAGNI LUMBARD A STRASBURGO DIEDE LAVORO A FRANCO E RICCARDO BOSSI Matteo Salvini, domenica, è stato riconfermato segretario della Lega Nord Ansa di Davide Vecchi Milano Non solo la compagna, anche la prima moglie. Matteo Salvini sembra essere afflitto da una particolare abitudine: far assumere dagli enti pubblici le donne che lo accompagnano. Se Giulia Martinelli, madre della seconda figlia del segretario del Carroccio (con cui si è presentato domenica al congresso della Lega a Padova), è stata assunta a chiamata nella Regione Lombardia del leghista Roberto Maroni, la ex moglie Fabrizia Ieluzzi è stata per quasi dieci anni al Comune di Milano, anche lei assunta a chiamata dal 2003 e poi confermata più volte prima da Gabriele Albertini e poi dalla giunta di Letizia Moratti. Cambiavano sindaci, direttori generali, assessori ma lei rimaneva lì: 18 ore settimanali, tre al giorno, con compensi tra i 20 e i 36 mila euro annui. Per carità, Salvini di parentopoli proprio non vuol sentir parlare. Anzi, ne è uno dei più strenui oppositori. Quando dall inchiesta sull ex tesoriere della Lega, Francesco Bels i to, spuntò la cartelletta the family con le spese e le paghette da migliaia di euro ai figli dell allora Capo, Umberto Bossi, Salvini schiumava rabbia su Facebook: La mia paghetta era 500 lire. Pochi mesi prima i due erano in vacanza insieme, immortalati sul quad del Trota. ERA UN A LT R A vita. Superata come si passa una porta girevole. E Salvini ne ha attraversate di porte. Oggi si mostra come un giovane della politica. In realtà, dei suoi 41 anni anagrafici, più della metà li ha trascorsi su qualche scranno: 21, per l esattez - za. Entra in consiglio comunale a Milano nel 1993 insieme all allora sindaco leghista Mario Formentini che conquistò Palazzo Marino scansando le macerie di Mani Pulite. Nel 2004 grazie alla rinuncia di Umberto Bossi da poco colpito da malore Salvini diventa eurodeputato a Bruxelles e vola in Europa coi suoi assistenti: Franco ericcardo Bossi, fratello e primogenito del Senatùr. Negli anni del celodurismo, dell in - dipendenza sbandierata a suon di pernacchie e fucili in piazza, Salvini è direttore di Radio Padania. Affianca Mario Borghezio in numerose e fantasiose battaglie, in particolare contro i terroni ed è stato ripreso appena due anni fa a cantare Napoli merda, Napoli colera. Anche questa è ormai un altra vita, perché ora nel capoluogo campano Salvini va a cercar voti. Ma lui è stato anche fer - vente comunista. Alle prime elezioni del fantomatico Parlamento padano nel 1997 Salvini è capolista della corrente Comunisti Padani: su duecento seggi ne prende appena TUTTI A MILAZZO Ora vuole conquistare il Sud, ma fu protagonista, assieme a Borghezio, di diverse azioni anti-terroni. Un anno fa cantava Napoli colera ripreso da una telecamera P O RT FO L I O cinque. Più o meno lo stesso risultato ottenuto alle ultime Europee dopo aver stretto una profonda alleanza con l ultradestra di Marine Le Pen. Con l altro Matteo (Renzi), oltre alla coerenza tra affermazioni e azioni, condivide l esperienza televisiva: a 12 anni Salvini partecipa da concorrente alla trasmissione Doppio Slalom, condotto da Corrado Tedeschi su Canale 5. Non bastava girare la ruota, era un quiz di cultura generale. E il Matteo del nord risponde perfettamente a tutte le domande. Prometteva bene anche negli studi: nel 1992 si diploma al liceo classico Manzoni, da cui erano usciti tra gli altri Giorgio Ambrosoli, Tito Boeri ed Edmondo Bruti Liberati. MA PER SALVINI i titoli di studio si fermano lì. Tenta l università. Corso di Storia alla Statale. Lascia dopo 16 anni, a cinque esami dalla laurea. Nel 2008 scherzando disse che sarebbe arrivata prima la Padania libera della mia laurea. Va detto che a differenza di molti altri politici di professione, Salvini nella sua vita ha conosciuto il lavoro. Parole tipo turni, ferie e busta paga per lui hanno un senso. Nel primo anno di università, nel 1992, per pochi mesi Salvini lavora alla catena di fast food Burghy, poi però è costretto ad andare in Comune. E così gli studi vengono abbandonati. E anche il lavoro. Ma la passione per gli hamburgher è rimasta. Si incontra con facilità in uno dei tre pub Brando di cui socio è la compagna Giulia Martinelli, insieme ad alcuni leghisti: Eugenio Zoffili (altro beneficiario di un contratto a chiamata in regione) e Fabrizio Cecchetti, vicepresidente del consiglio regionale. Quest ultimo era finito nell in - chiesta rimborsopoli lombarda ai tempi della giunta di Roberto Formigoni. La Corte dei conti gli contestò 49 mila euro di spese. Nonostante sia indagato con gli altri, Cecchetti è l unico a cui la Lega ha permesso di tornare in Regione. Lui ha restituito i 49 mila euro, motivano le alte sfere. Nei fatti Cecchetti si è dimostrato totalmente in linea con la Lega salviniana: mentre il leader si scaglia contro i gay ( non mi alleo con chi si iscrive all Arcigay, ha tuonato al congresso) lui firma il patrocinio della Regione guidata da Maroni al Gay Pride di Milano. Perché la coerenza in via Bellerio è un principio indiscutibile come i confini della Padania. Passati dal Po ai piedi dell Etna. d.vecchi@ilfattoquotidiano.it La cena degli Tsiprioti S TA R Da vera star r ivo lu z i o n a r i a, il magico Tsipras firma autografi da murales di carta. Urge perizia c a l l i g ra f i c a per decifrare il futuro della sin i s t ra INCREDULI Fratoianni, insieme con Cento (a sinistra) si chiede: Ma cosa c ha questo Tsipras più di me?.e medita di cambiare nome: Nicolas Fratoiannis. A destra, Vendola si consola con il vino MAI PIÙ Alla festa di Sel, a Roma, arriva Tsipras (che è un leader greco, non solo il nome di una lista) ma c è anche Mai Alkaila, ambasciatrice palestinese in Italia di Umberto Pizzi PRIMO PIANO Questo primo piano di Tsipras dovrebbe indurre a una riflessione di tipo calcistico: in politica, come nel calcio italiano post-brasile, bisognerebbe limitare l importazione degli stranieri TAGLIA E CUCI Il Tg3 rischia la fusione con RaiNews IL PIANO DEL DG GUBITOSI POTREBBE ESSERE VOTATO IN POCHI GIORNI di Thomas Mackinson Milano a nuova Rai ai tempi di Renzi rischia di Lfare un informazione vecchia di vent an - ni. E a farne le spese, alla fine, potrebbe essere il Tg3, agnello sacrificale del piano d accorpa - menti tra testate che - per ragioni essenzialmente politiche - ancora non ha trovato la quadra per portare al governo i 150 milioni di risparmi che pretende. Le ultime indiscrezioni da Saxa Rubra indicano come probabile un accorpamento della testata diretta da Bianca Berlinguer con RaiNews24. Una famiglia allargata pronta a fondersi anche con il Tgr, salvo le edizioni locali delle 12 e delle 19. L ipotesi prende piede a due giorni dalla presentazione informale ai consiglieri del piano che il dg Luigi Gubitosi ha affidato a Nino Rizzo Nervo del Centro studi di giornalismo televisivo di Perugia, Valerio Fiorespino delle Risorse Umane e Carlo Nardello, direttore dello Sviluppo strategico. L in - domani il Cda potrebbe anche votarlo, dando disco verde a un operazio - ne che andrebbe comunque a regime in 2-3 anni, ma iniziando a prendere corpo entro la fine del 2014 e l inizio del Nulla più, per ora, trapela. Tacciono Usigrai e azienda, silenti i Cdr. Nessuna indicazione all esterno, tantomeno alle redazioni interessate che stanno sulla corda da mesi, tra ipotesi di tagli e fusioni. La missione editoriale? Non pervenuta. I margini di manovra si erano però ridotti, con le prime ipotesi saltate per aria. Rai Uno, manco a parlarne. Pure la fusione Tg2-RaiNews è stata rispedita al mittente dal Cda, sensibile alle coperture a destra. Da ra- zionalizzare non restava che l ex Telekabul, che non gode di particolari simpatie dalle parti di Palazzo Chigi. Per il premier è semmai la dimostrazione plastica che con lui la politica resterà fuori dalla Rai. Ma poi chi lo fa il Tg? RaiNews24 che fa lo 0,50 di ascolto medio o il Tg3 che si difende con cifre a due numeri? Un precedente non promette nulla di buono. Nei primi anni 90 si sperimentò qualcosa di simile all amalgama che si profila oggi, con risultati disastrosi. Si chiamava T3, ed era il liofilazzato di Tg3 e Tgr. La testata nazionale perse la sua identità editoriale, gli ascolti precipitarono. Dopo un anno fu accantonato di corsa. Succedeva con la direzione Chiodi. A smantellare tutto - ironia della sorte - fu Nino Rizzo Nervo, lo stesso che oggi si ritrova per le mani il futuro dell infor - mazione Rai.

7 NUOVO CHE AVANZA il Fatto Quotidiano MARTEDÌ 22 LUGLIO Renzi: Zingaretti non va, Chiamparino guiderà le Regioni GUAI AI VINTI. Matteo Renzi ha probabilmente mutuato da Brenno la sua filosofia di base. Secondo quanto riporta Da g o s p i a e risulta anche al Fatto Quotidiano, infatti, il premier ha stoppato la candidatura di Nicola Zingaretti alla presidenza della Conferenza Stato-Regioni: il governatore del Lazio era il nome più accreditato per succedere a Vasco Errani, che si è dimesso da presidente dell Emilia Romagna dopo una condanna in appello per falso ideologico (avrebbe favorito suo fratello), ma Renzi ha bloccato tutto. Zingaretti, infatti, ha la colpa di non essere un renziano: ha sostenuto Bersani nelle primarie 2012 e Cuperlo in quelle per la segreteria del Pd del Spero che il Pd non diventi una caserma fa trapelare lui, evidentemente deluso. Al suo posto a Palazzo Chigi hanno scelto Sergio Chiamparino, in carica da soli due mesi, ma caro al presidente del Consiglio. In questo modo a guidare le Regioni nel confronto col governo sarebbe il presidente del Piemonte, stesso ruolo che per i Comuni è toccato a Piero Fassino, sindaco di Torino e presidente dell Anci, ex comunista passato in zona Renzi assai per tempo. Il re di Montecitorio ora è anti-casta e punta al Colle IL SEGRETARIO GENERALE UGO ZAMPETTI, GUIDA DI LAURA BOLDRINI, TAGLIERÀ GLI STIPENDI DEI DIPENDENTI: È IN ETÀ DA PENSIONE, MA AVRÀ UNA PROROGA SPENDING REVIEW Il bilancio 2014 della Camera: costa ancora un miliardo I DIPENDENTI PESANO PER 500 MILIONI TRA STIPENDI E PENSIONI, 900MILA EURO I VIAGGI DEI TROMBATI di Marco Palombi Ugo Zampetti. Chi era costui? Per il grande pubblico nessuno, per chiunque si occupi di Parlamento è il Re di Montecitorio, il segretario generale, l uomo che governa l immensa macchina della Camera dei deputati. Ci lavora dal 1976 e la guida dal 1999, quando Luciano Violante lo impose come successore di Mauro Zampini, con cui l ex magistrato torinese si prendeva poco. Da allora, Zampetti, ottimamente, è rimasto al suo posto: il suo stipendio, d altronde, attualmente si aggira sul mezzo milione di euro l anno (stima probabilmente per difetto), in tre lustri a spanne fanno sette milioni e mezzo. La cosa divertente è che sarà proprio lui ora a gestire la partita dei tagli alle retribuzioni dei dipendenti. Il re di Montecitorio si fa eroe anticasta. NON SI TRATTA solo di una notizia curiosa o, al limite, divertente. Dietro questa operazione si gioca, infatti, un pezzo degli assetti di potere nell alta buro - cratja italiana. Zampetti infatti - arrivata alla presidenza della Camera l inesperta Laura Boldrini - è divenuto il vero dominus di Montecitorio. È lui che guida con mano ferma l ex portavoce dell Unhcr nei marosi tanto amministrativi che legislativi: fu Zampetti, per dire, la mente della tagliola ai tempi sul decreto Bankitalia che fece infuriare i 5 Stelle. D altronde il capo della segreteria della presidente è il consigliere Fa b r i z i o ASCESE RESISTIBILI Ottenuta la riconferma, nonostante i 65 anni, il nostro mira al posto di Donato Marra, il suo omologo del Quirinale C a st a l d i, fedelissimo del segretario generale. Non solo. In questi mesi il nostro provvede anche a spostare le sue pedine nel risiko della Camera: la fondamentale direzione del personale è affidata all amico Aldo Stevanin, già nella segreteria di Violante; al Cerimoniale è andato Mario Di Napoli; ai Rapporti internazionali Giovanni Rizzoni; Lucia Pagano è data in arrivo alla fondamentale direzione delle Commissioni permanenti, posizione che per potere è paragonabile solo al Servizio Aula, attualmente guidato da G i a co m o L a s o re l l a, assai apprezzato da renziani e M5S: proprio Lasorella è uno dei candidati di maggior peso alla successione di Zampetti, ma ora dovrà vedersela pure con Pagano. Il segretario generale più longevo di sempre, infatti, è in scadenza: a dicembre, il 23, compirà 65 anni e secondo il decreto P.A. in via di conversione le posizioni dirigenziali nel settore pubblico vanno lasciate a quell età (la Camera ha una sua autonomia, ma l orientamento è di adottare le stesse regole degli Laura Boldrini e Ugo Zampetti nell aula di Montecitorio Ansa altri apparati dello Stato). Il problema è che Zampetti, dicono in Transatlantico, non è ancora pronto a lasciare e in sodalizio con Boldrini ha immaginato una via d uscita che dovrebbe garantirgli una proroga già prima delle ferie estive. FUNZIONEREBBE così. Nel prossimo Ufficio di presidenza, il re anti-casta porta un piano di tagli (a cominciare dal suo stipendio, parametrato al nuovo tetto da 240mila euro voluto da Renzi). Parte la discussione, i sindacati interni - che gli hanno sempre voluto bene - iniziano la sarabanda degli attacchi contro i risparmi, M5S e giornali li difendono. Nel successivo Ufficio di presidenza si approva il piano (tanto a cancellare i tagli di stipendio basterà un ricorso al giudice) e contestualmente la proroga, già pronta pare. D altron - de ormai sarebbe un eroe della spending review: Luigi Di Maio e Roberto Giachetti stavolta difficilmente potrebbero stopparlo come qualche tempo fa. La cosa curiosa è che i mesi che guadagnerà a Montecitorio dovrebbero servire a Zampetti per realizzare un sogno: occupare la poltrona di segretario generale del Quirinale, oggi appannaggio di Donato Marra, che si libererà nel dopo-napolitano. E qui si torna a Boldrini e al suo rapporto col nostro: la presidente della Camera è infatti convinta di avere delle chance di finire sul Colle in duplex col segretario generale. Ma questo non è certo l unico asset politico che il re di Montecitorio può giocarsi nella sua corsa: ottimi sono i suoi rapporti, tra gli altri, con Da r i o Fra n ce s c h i n i edario Castagnetti tra gli ex Dc, Walter Veltroni e Roberta Pinotti tra gli ex Pci. Tutti nomi potabili per il Quirinale in era Renzi. a Camera è all avanguardia in Italia e in Europa in tema di Lrazionalizzazione dei costi della politica. Il questore di Montecitorio, Stefano Dambruoso, ex magistrato eletto con Scelta Civica, presentando in aula il bilancio di previsione per il 2014 della Camera s è un po lasciato andare. In termini di cassa, ha spiegato poi, la spesa sostenuta dal bilancio dello Stato per il funzionamento della Camera nel 2014 sarà di 78,3 milioni di euro in meno rispetto al 2012 (50 milioni di minor dotazione e 28,3 milioni di restituzione). Tradotto: 50 milioni li ha tagliati alla fonte il governo Letta, altri 50 li ha chiesti quello Renzi agli organi costituzionali per pagare gli 80 euro (e Montecitorio ne paga 28,3). Ragguardevole. Ma quanto costa la Camera? All in - grosso come prima: oltre un miliardo di euro l anno. Se si scorrono i principali aggregati, peraltro, l entusiasmo per la spending review del questore Dambruoso è decisamente mal riposto: stipendi e pensioni del personale portano via quasi mezzo miliardo, deputati ed ex tra indennità, rimborsi e vitalizi altri 300 milioni abbondanti. Questi 800 milioni sono aggredibili con qualche speranza di successo solo dal lato dei deputati ancora in carica, per gli altri si tratterebbe di decisioni peggiorative di contratti in essere e dunque vietati dalla legge. Ecco alcuni dei principali capitoli di spesa previsti da Montecitorio per il Il personale in servizio: 258,3 milioni di euro (stipendi e oneri vari per circa persone) Le pensioni dei dipendenti: 243,5 milioni di euro Costo dei deputati: 146,89 milioni (oltre 81 dei quali per gli La Camera dei deputati La Pre ss e stipendi e altri 65,5 per i rimborsi) Vitalizi agli ex onorevoli: 156,2 milioni a cui vanno aggiunti 900mila euro di rimborsi per le spese di viaggio Spesa per il personale non dipendente :17,5 milioni Af fitti: 31 milioni, più 18 milioni di servizi accessori Manutenzione ordinaria: 16,9 milioni Pulizia e bollette: 7,8 milioni per tenere pulito e smaltire i rifiuti; 6,1 milioni di luce, gas e acqua Beni e servizi: questi acquisti valgono 45 milioni (ad esempio 1,7 milioni per traslochi e facchinaggio ; 1,3 milioni per il presidio sanitario; 4,3 milioni i noleggi ; 350mila euro di spese per concorsi ; 1,8 milioni per mobilità Spesucce: i beni di consumo valgono altri 5,3 milioni (1,5 dei quali di carta e cancelleria, 900mila di vestiario eccetera) m. pa. RESURREZIONI Vita felice e pacifica di Silvio il Nazareno di Gianluca Roselli accontano che la vignetta Rdi Giannelli sul Co r r i e re della Sera, con un Silvio risorto sotto la scritta il Nazareno, gli sia molto piaciuta. Così come ha gradito il modo in cui il Corsera è sembrato sollevato dalla sentenza, tanto da affidare l editoriale a Pigi Battista, uno dei giornalisti a lui meno ostili. Berlusconi si sente proprio così: resuscitato dalle sue ceneri, restituito a nuova vita, pervaso da linfa benefica. Forse tenterà, nelle prossime ore, anche di camminare sulle acque. Battute a parte, l ex premier è al settimo cielo. In questo momento si sente capace di tutto. Di riannodare i fili per mettere in piedi una federazione di centrodestra da Salvini ad Alfano. E di ammansire i ribelli azzurri in Senato, racconta un fonte vicina all ex premier. Da qui la lunga serie di telefonate fatte in queste ore. Con azioni parallele. Così, se lui si riserva il diritto di trattare con il leader del Ncd, che forse vedrà in settimana, ha dato mandato a Renato Brunetta di aprire il dialogo con Matteo Salvini. Il capogruppo ha presentato al Carroccio sei punti su cui discutere. E Salvini, appena confermato alla guida del movimento, lascia spiragli. OGGI, INTANTO, l ex Cavaliere rientra a Roma e vedrà Raffaele Fitto. Ma in agenda c è anche un incontro con Augusto Minzolini. Con cui sonderà il terreno per capire quanto spazio di manovra avrà con i frondisti. NCD SPACCATO Lupi e De Girolamo i pontieri con B. che vedrà Alfano Ma Cicchitto e Schifani chiudono. La fronda azzurra prova a resistere Ma se la sua posizione sarà o si fa come dico io o quella è la porta, allora la trattativa è chiusa in partenza, racconta uno dei senatori ribelli. La riforma deve andare avanti senza intoppi, il patto del Nazareno va rispettato, è il mantra che Silvio ripete in queste ore. Non disturbare il manovratore Renzi, dunque, almeno nel primo doppio passaggio parlamentare delle riforme. L apertura al Ncd, invece, ha spiazzato il partito di Alfano almeno quanto l assoluzione di venerdì. Per questo, mentre Lupi e De Girolamo fanno da pontieri, altri disseminano paletti. Berlusconi non pensi di essere ancora lui il leader della coalizione, afferma Fabrizio Cicchitto. Una sentenza non sposta indietro le lancette della storia, aggiunge Renato Schifani. Parole che assomigliano a quelle pronunciate, a sentenza ancora calda, da Gaetano Quagliariello: Berlusconi ha vinto, ora si faccia da parte. Ma torniamo all ex Cavaliere. Il quale ha due strade davanti a sè. Quella di porsi come grande pacificatore lasciandosi alle spalle la guerra dei vent anni. Oppure quella di continuare la sua battaglia. Silvio Berlusconi Ansa LA SCELTA, al momento, sembra propendere per la seconda ipotesi. Dopo l assoluzione dovremmo metterci tutto questo alle spalle, facendolo cadere nel dimenticatoio senza parlarne più? Non è possibile. È necessario invece analizzare bene l accaduto affinché non ricapiti, sottolinea Debora Bergamini, responsabile della comunicazione del partito, persona molto vicina all ex premier. Per questo motivo si può supporre che Berlusconi da una parte continuerà a battere sul ricorso alla Corte dei diritti umani a Strasburgo contro gli effetti della legge Severino che l hanno fatto decadere da senatore e interdetto dai pubblici uffici, magari per ricandidarsi. Mentre dall altra lavorerà per una riforma della giustizia di suo gradimento insieme a Renzi. Aspettando, ora con un po più di fiducia nella magistratura, le sentenze del processo di Napoli sulla compravendita dei parlamentari (sul quale viene rassicurato) e di Bari su Tarantini e le escort delle cene eleganti (su cui in Forza Italia sono un po meno tranquilli). Ma il clima con i giudici - sono sicuri ad Arcore - ormai è cambiato. E tutto verrà di conseguenza.

8 8 MARTEDÌ 22 LUGLIO 2014 DECLINO CONTINUO il Fatto Quotidiano Mercoledì l ultimo viaggio della Co n co rd i a RINVIATA ANCORA la partenza della Concordia alla volta di Genova. Lo scafo del relitto deve riemergere ancora di tre metri e c'è da fissare uno dei cassoni di poppa che consentono il rigalleggiamento prima che le operazioni di partenza prendano il via. Siamo certi di arrivare a Genova domenica - ha annunciato l'ad di Costa, Michael Thamm -. La fretta non ha senso, meglio non fare le cose frettolosamente e completare tutto entro mercoledì. Vorrei ricordare che questa operazione non ha precedenti, con la fretta si fanno gli errori, ciò che ha prevalso è l'obiettivo finale: arrivare a Genova nella massima sicurezza e senza errori. Un ritardo dunque che non ha niente a che fare con le previsioni di pioggia sopra l Isola del Giglio. A reagire male al rinvio è invece il sindaco Sergio Ortelli: La Concordia ci fa penare fino all'ultimo momento, non nascondo una certa irritazione per lo slittamento e il rinvio. Ma ne prendiamo atto e me ne faccio una rag i o n e.. Intanto il Giglio si prepara a dare l addio alla nave da crociera affondata il 13 gennaio Per l'addio suoneranno le sirene delle navi e le campane delle chiese dell'isola. L INDUSTRIA CHE NON C È PIÙ AFFONDA ANCORA LA CRESCITA NIENTE RIPRESA, GIÙ ANCHE GLI ORDINATIVI. NESSUNO SI SALVA: IL CASO ESAOTE CRISI CONTINUA La Giornata della collera degli imprenditori a Milano nel 2013 Ansa di Stefano Feltri Dimenticate i cassintegrati della Fiat, quelli dell Il - va, l Eni che chiude la raffinera di Gela, gli esuberi dell Alitalia in arrivo con la fusione araba, lasciate perdere per un attimo la disperazione degli artigiani veneti o i conti disastrati delle coop emiliane strozzate dai debiti e dal calo dei consumi. Se volete capire cosa c è dietro i numeri dell Istat sul fatturato dovete guardare un altra storia simbolo di questa coda di recessione poco temperata dall ottimismo renziano: la storia di Esaote. Genova, biomedicale, l azienda guidata per una vita da Fabrizio Landi, amico e consigliere di Matteo Renzi che il governo ha voluto cooptare nel consiglio di amministrazione di Finmeccanica. È la sintesi perfetta del momento dell Italia: un azien - da che è in crisi sopra (azionisti in fuga) e sotto (i taglia alla sanità del governo riducono i potenziali ricavi). I soci vogliono vendere, se ne va Carige, la banca saccheggiata dal suo ex presidente Giovanni Berneschi e compari, che aveva l 8 per cento, vendono i manager, Landi incluso. Compra solo Ares, un fondo di una famiglia italiana basato nel paradiso fiscale di Jersey. A Genova 76 esuberi e 120 dipendenti in cassa integrazione. Non si salva niente, neppure l azienda dell amico del premier, che ieri ha cercato di rassicurare dipendenti e città promettendo un investimento da 62 milioni di euro. I dati di ieri dell Istat non sono sorprendenti: il fatturato dell industria a maggio diminuisce dell 1 per cento rispetto ad aprile, magra consolazione che aumenti dello 0,1 anno su anno. Gli ordinativi (premessa L ORA DEI PESSIMISTI Oltre alle grandi imprese che arrancano e all edilizia disastrata, adesso soffrono anche settori dinamici come il biomedicale a Genova della produzione futura) calano del 2,1 per cento, il calo più grosso riguarda quelli per l estero, -4,5 per cento, contro il -0,2 interno. Niente di cui stupirsi, visto che la produzione industriale è inferiore del 25 per cento rispetto al 2008, che è quasi come dire che un quarto dell economia reale italiana è svanito. Ma ci sono segnali inquietanti. Qualche giorno fa l Istat ha comunicato che la produzione industriale sta andando malissimo, -1,2 per cento a maggio rispetto ad aprile, -1,8 sul maggio Qualcuno si è illuso che fosse soltanto un effetto passeggero: riduzione delle scorte, le imprese consumano i beni intermedi che hanno in magazzino invece che comprarne sul I NUMERI DEL DECLINO -1 % FAT T U RAT O IN CALO -24, 3% DA L 2008 R I M BA L Z O N E G AT I VO Il fatturato dell industria è calato a maggio rispetto ad aprile IMPRESE ADDIO La produzione industriale persa durante questi sei anni di crisi mercato. Ma i dati di ieri sugli ordinativi rivelano che invece c è proprio stata una battuta d arresto. Non è la fase più drammatica della crisi ma neppure un momento di svolta. Altro segnale di inquietudine: il calo del fatturato e quello degli ordinativi è più forte per le imprese che lavorano con l estero, quelle che esportano e che finora erano state il motore della mini-ripresa italiana. Ma se i conflitti in Israele e in Ucraina paralizzando partner commerciali importanti come la Russia, anche le dinamiche imprese esportatrici si fermano. Inutile fare affidamento sul mercato interno. È ferma l in - Corteo del 17 luglio a Genova Facebook Esaote SIAMO NOI Carbone, la centrale di Vado deve restare chiusa IL GIUDICE: NESSUN PROGETTO SERIO ANTI-INQUINAMENTO. RESPINTA LA RICHIESTA DELLA TIRRENO POWER, DIFESA DALLA SEVERINO dustria delle industrie (l auto - mobile, ormai in disarmo), e l altro settore che è tradizionale motore della crescita, l edilizia, è devastato. Fissando a 100 l in - dice della produzione nelle co- IL LUNGO TUNNEL La produzione industriale è ancora inferiore di quasi il 25 per cento rispetto al 2008, un quarto dell economia è svanito di Mario Molinari e Ferruccio Sansa Savona l progetto della società (Tirreno Power) non Ipuò ritenersi né serio, né concreto. Così il gip savonese Fiorenza Giorgi boccia la richiesta di togliere i sigilli alla centrale a carbone di Vado Ligure. Quelle ciminiere, cresciute in mezzo alle case, dove ogni giorno venivano bruciate cinquemila tonnellate di carbone. Un impianto intorno al quale da anni, troppi, si è scatenata la battaglia tra gli abitanti preoccupati per le proprie condizioni di salute e gli industriali, i sindacati, i partiti politici di sinistra e di destra (con l eccezione di M5S, Verdi e Sel) che si erano invece schierati dalla parte di Tirreno Power. O tacevano. Una vicenda che il Fatto Quotidiano segue da anni. MA LE NOVE PAGINE di motivazioni del gip contengono passaggi che meriterebbero di essere letti da tutti: Con questo progetto aggiunge Giorgi vengono indicati come realizzabili (di più, il gestore si impegna a porli in essere) interventi manutentivi ed organizzativi che per il passato lo stesso aveva definito impossibili. Ancora: È evidente che, pur tenendo conto del problema della tutela dei livelli occupazionali, questo giudice non può consentire la ripresa di un attività che per almeno due anni sarà svolta al di sopra delle performances ambientali richieste e per la quale, anche successivamente, non sussiste alcuna seria garanzia. Insomma, conclude il gip: se si autorizzasse la centrale a togliere i sigilli non si farebbe altro che autorizzare la ripresa di un attività criminosa. La centrale, quindi, non apre. Un sospiro di sollievo per gli abitanti, perché a Vado e Quiliano da giorni non si parlava d altro: Vieni a vedere le mie lenzuola stese. Guarda. Da quando la centrale è stata sequestrata non c è più quella polvere nera che da trent anni ci trovavo sopra ogni mattina. E se non c è qui, quella maledetta polvere, non è neanche nei miei polmoni, ti dicevano i membri dei comitati, i semplici PROMESSE NON MANTENUTE Patologie respiratorie e morti in aumento Il gip: togliendo i sigilli allo stabilimento si autorizza la ripresa di un attività criminosa La centrale di Vado Ligure Ansa cittadini invitandoti a entrare nelle loro case. A convincere il magistrato non sono state le lenzuola, ma le perizie dove si parla di patologie respiratorie di bambini causate dalla centrale che andrebbero da un minimo di 353 a un massimo 457. Per non dire dei 94 (o addirittura 129) ricoveri di bambini per asma. Dei ricoveri di adulti per malattie respiratorie e cardiache (da a 2.097). Delle morti per malattie cardiovascolari (da 251 a 335) o respiratorie (almeno 103). Di fronte a questi dati, le soluzioni proposte da Tirreno Power non sarebbero state né serie, né concrete. Così è stata respinta l istanza di dissequestro presentata da uno staff di legali coordinati dal ex ministro Paola Severino, specializzata nella difesa dei potenti. Certo, il procedimento penale andrà avanti. Così come le polemiche. L Unione Industriali sostiene a spada tratta le ragioni della centrale. Ieri il presidente Elio Guglielmelli ci è andato giù pesante: Ancora una volta spiace vedere che gli sforzi della Società, che negli ultimi mesi si è costantemente assunta impegni importanti per venire incontro alle richieste delle istituzioni, non siano stati tenuti nella giusta considerazione. È indubbio che le ricadute negative, sotto il profilo economico, occupazionale e produttivo, saranno pesantissime. INSOMMA, sempre al fianco della centrale a carbone. Anche se c è chi fa notare qualche conflitto di interessi. Tra i passati presidenti dell Unione industriali ci fu chi con le proprie società aveva lavorato per Tirreno Power. Mentre il numero due dell Unione era Giovanni Gosio, manager della centrale oggi indagato. Gli industriali si dicono preoccupati per l occu - pazione, ma un passaggio dell ordinanza del Gip solleva dubbi: Vale infine la pena di fare un ul - tima annotazione circa le reali intenzioni del gestore (Tirreno Power, ndr): dai piani approvati nei cda del sostiene il magistrato - emerge come il business plan esaminato e approvato non avesse considerato investimenti non solo per la costruzione del nuovo gruppo a carbone, ma neppure per l ambientalizzazione dell unità a vapore e come avesse previsto il licenziamento, fra il 2014 e il 2016, di 120 dipendenti, più altri 11 in seguito. Insomma, secondo le parole del gip, la società non sembrerebbe molto preoccupata di difendere l occupazione e nemmeno l ambiente. Ma la classe dirigente di Savona, industriali in testa, le stanno sempre al fianco.

9 DECLINO CONTINUO il Fatto Quotidiano MARTEDÌ 22 LUGLIO Taglio alle camere di commercio, il governo tratta PRIMI CAMBIAMENTI al decreto legge Pa, dalla razionalizzazione delle Authority alla rimodulazione del taglio dei diritti camerali. Quanto alle camere di commercio, il provvedimento nella stesura originale prevede il dimezzamento secco degli importi che le imprese ogni anno pagano al sistema. La proposta del sottosegretario allo Sviluppo, Simona Vicari, è di rendere più graduale la riduzione: 40% nel 2015 e 50% al Contestualmente viene stabilita - spiega Vicari - l introduzione di costi standard per alcune attività che le camere di commercio e s e rc i t a n o e il pensiero va soprattutto ai diritti di s e g re te r i a. Tra gli emendamenti del relatore, Emanuele Fiano, Pd, c'è la riformulazione della spending review per le Autorità indipendenti: la sede deve essere pubblica o ad uso gratuito, tutto deve essere concentrato nella sede principale, dove deve ritrovarsi l 80% del personale. In caso che entro un anno tali vincoli non siano stati rispettati allora potrà scattare l accoppiamento delle sedi tra le diverse Authority. Inoltre viene stabilito che la spesa complessiva per incarichi di consulenza o studio non superi del 2 per cento le uscite complessive dell au - torità stessa. di Enrico Fierro Per sei mesi l Italgas sarà sotto amministrazione giudiziaria. I suoi uffici, i bilanci, le relazioni sugli appalti e le concessioni saranno passati al setaccio dai pm della Procura di Palermo che vogliono capire fino a che punto imprenditori molto in odore di mafia hanno affondato i loro artigli nel colosso del gas. Un gigante dell e n e r- gia completamente in mano pubblica, il cui capitale è interamente controllato da Snam e quindi da Cassa depositi e prestiti e dall Eni concessioni, una rete distributiva di 53mila chilometri, 6 milioni di utenze cui vengono forniti 7,5 miliardi di metri cubi di gas, eppure all Italgas hanno trattato per anni con i fratelli Cavallotti. Siculi doc, originari di Belmonte Mezzagno. Vincenzo, Gaetano e Salvatore Vito, operano da anni proprio nel settore della costruzione di reti per la distribuzione del gas, grazie ai rapporti con i vertici di Italgas, hanno lavorato in Sicilia, ma anche in Liguria e Toscana. Gli amici dei mafiosi all assalto di Italgas IL GIGANTE DELL ENERGIA CONTROLLATO DAL MINISTERO DEL TESORO È STATO COMMISSARIATO PER GLI STRANI AFFARI CON I FRATELLI CAVALLOTTI, SECONDO PENTITI E PM VICINI A BERNARDO PROVENZANO Italgas ha 6 milioni di utenze, la società è controllata da Cassa depositi prestiti ed Eni Ansa struzioni, calcola l Istat, oggi non siamo neppure a 70 e continua a scendere, -1,1 anche a maggio su aprile. Le cose possono solo migliorare? No. L ul - timo dato Istat sugli indicatori dei permessi a costruire che danno la misura di quali sono le potenzialità del settore nei prossimi anni sono disastrosi: nella seconda metà del 2013 l edilizia residenziale era in calo di quasi un terzo rispetto allo stesso periodo del 2012 (-32,1 per cento). Negli ultimi tre mesi dello scorso anno il numero di abitazioni dei nuovi fabbricati residenziali era del 37,6 per cento inferiore al Numeri che possono piacere a chi teme l invasione del cemento, ma che (in assenza di interventi di riqualificazione e restauro dell esistente) assicurano una calma piatta del settore che è la premessa della crescita zero. Sono dati che non possono fare piacere e per questo occorrono nervi saldi e un po di pazienza ha commentato il ministro dello Sviluppo, Federica Guidi. Ancora un po di pazienza e la crisi dell industria diventerà di nuovo recessione dell economia nel suo complesso. Dall attuale +0,2 per cento del Pil stimato da Bankitalia per il 2014 alla crescita negativa la distanza è breve. R I VA Truffa allo Stato: 6 anni all erede Fabio el processo che apre la stagione giudiziaria mi- a carico della famiglia Riva, proprietaria Nlanese del gruppo siderurgico Ilva, è la procura a segnare il primo punto a favore. Il tribunale di Milano ha condannato Fabio Riva - figlio dell ex patron dell Ilva, Emilio morto qualche tempo fa - a sei anni e mezzo di carcere (con interdizione perpetua dai pubblici uffici) per una truffa allo Stato da circa cento milioni di euro. Oltre a Fabio Riva, che si trova ancora a Londra e sui cui pende un mandato di estradizione, la sentenza prevede anche cinque anni di reclusione per Alfredo Lo Monaco, cittadino italo-svizzero proprietario della finanziaria Eufin Trade e tre anni per Agostino Alberti, che al momento dei fatti contestati rivestiva il ruolo di direttore amministrativo della società Riva Fire, la holding del gruppo di proprietà della famiglia di industriali siderurgici condannata a pagare una sanzione di 1,5 milioni di euro. In sostanza, agli imputati è stata addebitata la creazione di un meccanismo grazie al quale riuscivano ad ottenere fondi statali (previsti dalla legge Ossola) destinati alle aziende che esportano, quando concedono importanti dilazioni di pagamento ai loro compratori, concretamente fino a cinque anni. I Riva, però, creavano fittiziamente queste dilazioni grazie alla svizzera Ilva Sa, che acquistava la merce dall Italia per poi rivenderla a clienti finali, i quali in realtà pagavano sempre in contanti. I CAVALLOTTI sono stati assolti dall accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, ma i magistrati palermitani li ritengono social - mente pericolosi. Ci sono A PALERMO La Procura scrive che gli imprenditori aiutati dai boss avevano rapporti consolidati con l azienda, anche se i loro guai giudiziari erano noti pentiti che parlano e descrivono il pluriennale rapporto che ha legato i fratelli Cavallotti a esponenti di rilievo di Cosa Nostra. Finanche Bernardo Provenzano scriveva pizzini ai suoi amici per sponsorizzarne le imprese. E lo fa in occasione dell appalto per i lavori di metanizzazione dei comuni di Agira e Centuripe, regolarmente vinti dai fratelli Cavallotti. Zio Binnu fa di più, e nella sua proverbiale magnanimità dà il via libera a Cavallotti Vincenzo per la gestione dei rapporti politici attraverso cui ottenere la realizzazione dei lavori per la metanizzazione del comune di Monreale, scrivono i pm palermitani. Anche Giovanni Brusca, detto scanna - cristiani, l uomo che azionò il telecomando a Capaci, interviene a favore dei Cavallotti. I fratelli terribili, vicini a esponenti mafiosi di primo piano, avrebbero goduto scrivono i giudici della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo di un consolidato rapporto di collaborazione commerciale e imprenditoriale con l'italgas TANTO BASTA ai magistrati per lanciare l allarme sulla capacità di condizionamento che degli imprenditori legati a Cosa Nostra sono in grado di esercitare sui processi decisionali di una importante società pubblica come Italgas. Queste condotte da parte del colosso energetico pubblico non appaiono frutto di scelte episodiche, isolate o casuali, ma risultano inserite in un quadro di decisioni commerspa. Che è continuato anche dopo che le loro imprese sono state sottoposte a misure di prevenzione. Rapporti imprenditoriali diretti e privilegiati, scrivono i magistrati, con le sigle societarie dell im - pero Cavallotti, fatto di una serie di società formalmente intestate a degli stretti congiunti. Sigle di comodo. Per i magistrati i Cavallotti hanno perseguito un disegno finalizzato a eludere le misure di prevenzione patrimoniale e a continuare a esercitare attività legate alla metanizzazione, avvalendosi del medesimo reticolo di conoscenze e appoggi di alto livello in un settore strategico come quello della distribuzione del gas. Erano di casa nei piani alti di Italgas i fratelli siculi, il loro rapporto con la società era consolida - to, la relazione con la struttura dirigenziale era privile - giata, si legge nelle carte della procura. Italgas sapeva tutto della situazione dei Cavallotti dei provvedimenti di sequestro delle loro aziende, ma non ha avuto alcuno scrupolo ad affidare la gestione delle reti appena acquisite dall'amministrazione giudiziaria ai medesimi soggetti che le avevano realizzate attraverso attività aziendali di origine illecita. C È UN EPISODIO indicativo del livello di condizionamento dei fratelli Cavallotti sull Italgas e riguarda le reti gas cedute dalla Tosa, un'impresa confiscata e passata nelle mani dello Stato, che deve risarcire Italgas per 240mila euro. Soldi che l amministra - tore giudiziario non ha, e allora propone una transazione ai vertici del colosso energetico: sia la stessa società a fare la manutenzione delle reti gas, con il ricavato sarebbero stati ripagati i danni. Feci presenti al dirigente dell'italgas fa mettere a verbale l'amministratore giudiziario dottor Miserendino che la società che rappresentavo si trovava ormai in stato di confisca definitiva e quindi apparteneva al patrimonio dello Stato, pensando che questo argomento potesse rafforzare l'interesse di un altra società dello Stato o partecipata come nel caso dell'italgas per un eventuale collaborazione... ma la risposta fu abbastanza ironica, suscitò un sorriso del dirigente che si dichiarò non interessato. Quei lavori, ovviamente, andarono ad una società dei fratelli Cavallotti. ciali e imprenditoriali che si sono reiterate e protratte nel tempo ed hanno dispiegato i propri effetti in diversi ambiti territoriali e operativi. L obiettivo dei magistrati ora SOTTO TUTELA Per sei mesi gli uomini del tribunale dovranno indagare per capire fino a che punto arrivava l i n f l u e n za di Cosa Nostra è quello di operare una attenta opera di analisi della struttura manageriale dei processi decisionali, al fine di accertare sino a che punto sia estesa l influenza illecita da parte dei fratelli Cavallotti su Italgas per gli opportuni interventi di bonifica a tutela della società pubblica. La vera vittima delle attività di condizionamento individuate e di possibili altre ancora da scoprire.

10 10 MARTEDÌ 22 LUGLIO 2014 STORIE D I TA L I A il Fatto Quotidiano L ANNIVERSARIO DI VIA D AMELIO di Roberto Scarpinato * Ètrascorso quasi un quarto di secolo dalla strage di via D Amelio e ogni anno, a causa dell inesorabile fluire del tempo, si assottiglia per ragioni anagrafiche e sopravvenuti pensionamenti, il numero di coloro che all interno del palazzo di giustizia di Palermo furono testimoni di quel tempo. Di coloro che ebbero modo di conoscere personalmente Paolo Borsellino, di condividere con lui i patemi dei suoi ultimi mesi di vita, di attraversare quella tragica stagione di sangue quando tutto sembrava perduto, come ebbe a dire Antonino Caponnetto in un momento di sconforto e di verità, e un intero popolo che si sentiva improvvisamente orfano, si riversava nelle piazze gridando il proprio sdegno nei confronti degli esponenti di una classe politica che appariva imbelle e di uno Stato che si era rivelato incapace di proteggere da una morte annunciata i suoi figli migliori. Ho ancora negli occhi l immagine di un presidente della Repubblica che, venuto a Palermo dopo la strage, rimase prigioniero nella morsa di una folla immane; una folla che travolse nel suo incontenibile impeto i cordoni di protezione della polizia e dalle cui file si alzava veemente il grido assassini all indirizzo dei massimi esponenti delle istituzioni. Una storia di menzogne vecchia quanto la Repubblica Ogni anno che trascorre mi chiedo quanto di questo vissuto sia rimasto e resterà nella memoria collettiva dei nuovi abitanti di questo palazzo, delle giovani generazioni di magistrati, di avvocati, di funzionari destinati a sostituirci. Mi chiedo quale verità storica, prima ancora che verità processuale, noi lasciamo loro in eredità; quali chiavi di lettura del passato consegniamo loro perché nella staffetta delle La morte di Paolo e i pezzi mancanti ventidue anni dopo IL PG DI PALERMO ROBERTO SCARPINATO, RIPERCORRE I MISTERI, I BUCHI NERI, LE BUGIE E I DEPISTAGGI SULLA STRAGE BORSELLINO generazioni essi sappiano leggere nel presente i segni del passato e le possibili premonizioni del futuro. Nel pormi questa domanda a proposito della strage di via D Amelio, a volte resto perplesso, perché tanti, troppi aspetti di quella strage restano, a tutt oggi, avvolti in un mistero impermeabile alle indagini; lo stesso mistero che avvolge, non a caso, quasi tutte le stragi che hanno insanguinato la storia del nostro Paese. Non vi è alcun Paese europeo la cui storia nazionale sia stata contrassegnata da una sequenza così lunga e quasi ininterrotta di stragi come quella che ha caratterizzato la storia italiana del secondo Dopoguerra. Non è dunque forse un caso che lo stragismo, così come aveva segnato l incipit della Prima Repubblica tentando di interferire (con la strage di Portella della Ginestra, ndr) sul processo politico poco prima delle elezioni politiche nazionali del 1948, il cui esito appariva imprevedibile dopo la lunga parentesi del ventennio fascista, ne contrassegni negli anni anche l agonia finale in una fase storica nella quale il disfacimento del vecchio quadro politico apriva una stagione di transizione verso nuovi equilibri di potere, il cui futuro assetto appariva allora di incerto esito e che, a seconda dei suoi sviluppi nell una o nell altra direzione, rischiava di pregiudicare, se non direzionato con atti di forza, rilevantissimi interessi e garanzie di impunità che si erano fondati sugli equilibri di potere della Prima Repubblica. La vera storia dello stragismo italiano è rimasta in larga misura nell ombra a causa dell impotenza della giurisdizione a fare luce sulle occulte causali politiche delle stragi, sui mandanti eccellenti e, talora, persino sugli esecutori materiali. Com è stato accertato in tanti dei processi concernenti le stragi, le indagini della magistratura sono state quasi sistematicamente depistate, così come era già accaduto per la strage di Portella della Ginestra, da esponenti di settori deviati delle istituzioni. Una realtà storica talmente evidente che in questi giorni la commissione Giustizia della Camera dei deputati sta esaminando una proposta di legge (proposta C. 559 Bolognesi) che prevede l introduzione nel nostro codice penale dell articolo 372 bis concernente il reato di depistaggio. Gli strani tempi dell omicidio Il giudice andava fermato subito Un accelerazione autolesionistica per gli interessi di Cosa Nostra, perché l esecuzione pochi giorni prima della scadenza del termine dell 8 agosto 1992 entro cui doveva essere convertito in legge il decreto legge Falcone (firmato dai ministri Scotti e Martelli, ndr) dell 8 giugno 1992 che aveva introdotto il regime detentivo speciale del 41-bis e altre incisive norme antimafia, determinò come era chiaramente prevedibile il subitaneo sblocco e il superamento di tutte le resistenze dell ampio e trasversale fronte parlamentare garantista sino ad allora contrario alla conversione in legge di norme ritenute lesive di diritti fondamentali. Quali interessi superiori rispetto a quelli di Cosa Nostra imposero l anticipazione autolesionistica della strage? Qual era l urgenza suprema non rinviabile per cui non si poteva attendere per l esecuzione della strage neppure il decorso di quei venti giorni che mancavano alla fatidica SENZA PA R O L E Non sappiamo ancora che storia raccontare a noi stessi e ai nostri figli Quasi un quarto di secolo dopo, siamo privi della verità data dell 8 agosto, giorno di scadenza della conversione del decreto legge? Cosa si temeva che Paolo potesse fare di tanto grave, di tanto irreparabile, in quei 20 giorni? Forse mettere finalmente a verbale dinanzi alla Procura di Caltanissetta, dove da mesi insisteva per essere sentito, o formalizzare in interrogatori della Procura di Palermo, quel che aveva appreso sul gioco grande sotteso alla strage di Capaci e a quelle in fieri, all interno di un complesso progetto politico stragista che così come era avvenuto in passato per altre stragi vedeva ancora una volta interagire la mafia con altre entità esterne? Brandelli di verità che aveva appreso in quegli ultimi mesi della sua vita, spesi nella frenetica ricerca di chiavi di lettura per comprendere quanto era accaduto e quanto si preparava ad accadere, anche grazie alle rivelazioni di varie fonti tra le quali anche taluni collaboratori di giustizia. Fonti quali, ad esempio, il collaboratore di giustizia Leonardo Messina, il quale sentito nel processo per la strage di via D Amelio ha ammesso di avere anticipato a Paolo Borsellino ma solo riservatamente, per timore della propria vita quanto egli sapeva sul progetto macro politico stragista elaborato da intelligenze esterne e discusso dai massimi vertici regionali di Cosa Nostra riuniti in conclave segreto nella provincia di Enna, progetto rimasto poi celato alla manovalanza mafiosa e persino a molti vertici della Commissione provinciale di Palermo. Quali che fossero le notizie apprese, doveva comunque trattarsi di rivelazioni che lo avevano lasciato sgomento, quasi avesse assunto consapevolezza di doversi misurare con un potere così grande da travalicare quello mafioso e dinanzi al quale non aveva difese. Tanto sgomento da indurlo a confidare alla moglie che sarebbe stata la mafia a ucciderlo, ma solo quando altri lo avrebbero voluto. Chi erano questi altri? Forse le tracce per individuarli erano annotate in quella agenda rossa dalla quale Paolo mai si separava e che custodiva gelosamente. Ma questo è solo uno dei tanti tasselli mancanti del mosaico. Il consulente esterno e gli infiltrati della Polizia A tutt oggi non sappiamo chi fu l artificiere della strage, il soggetto cioè dotato delle sofisticate competenze tecniche necessarie per mettere a punto il congegno esplosivo e garantire la riuscita dell operazione. E ancora non sappiamo chi era il soggetto esterno a Cosa Nostra che, come ha dichiarato il collaboratore Gaspare Spatuzza, sovrintendeva alle operazioni di caricamento dell esplosivo nell autovettura poi collocata in via D Amelio. E ancora non sappiamo a chi si riferisse Francesca Castellese, moglie del collaboratore di giustizia Mario Santo Di Matteo, quando disperata per il rapimento del loro figlio Giuseppe avvenuto il 23 novembre 1993, scongiurò il marito di non parlare ai magistrati degli infiltrati della Polizia implicati nella strage di via D Amelio, come risulta da un intercettazione ambientale del colloquio tra i due coniugi del 14 dicembre 1993 agli atti del processo per la strage di via D Amelio. Potrei continuare con un lungo elenco di altre tessere ancora mancanti. Sono dunque tanti i fatti rilevanti che non conosciamo e che sembrano chiamare in causa livelli di coinvolgimento nella esecuzione della strage che travalicano quello mafioso. Livelli superiori che vengono evocati anche da altri fatti che invece conosciamo, pure ancora avvolti nell ombra, e che dimostrano come le indagini sulla strage abbiano subito gravi interferenze esterne volte a impedire il pieno accertamento della verità, replicando così quanto era già avvenuto in passato in quasi tutte le indagini relative alle stragi italiane. Mi riferisco alla sottrazione dell agenda rossa di Paolo e all introduzione nel processo per la strage di via D Amelio di falsi collaboratori di giustizia (Vincenzo Scarantino e altri), che tutto ignoravano della strage e furono indottrinati per dire il falso ingannando i magistrati. Finché non sapremo la verità la ferita rimarrà aperta Se le considerazioni sin qui svolte hanno almeno in parte un fondamento, possiamo dunque concludere che a distanza di 22 anni dalla strage di via D Amelio, non sappiamo ancora che storia raccontare a noi stessi e ai nostri figli. Siamo privi della verità o di parti essenziali di essa. La privazione della verità non è solo un vulnus alla giustizia, perché non consente di accertare le responsabilità penali e irrogare le giuste pene. Vi è un danno ancora più grande, se possibile. La privazione della verità non consente di elaborare il lutto per la perdita subita, non consente di acquietarsi consegnando questa e altre vicende a un passato tragico ma ormai concluso. Un passato che, quindi, sembra destinato a essere rimosso nell oblio, oppure a essere coperto sotto il sudario di una retorica commemorativa secondo cui gli unici responsabili del male di mafia sono sempre e solo stati i macellai di Cosa Nostra. A differenza di tante altre lapidi commemorative delle vittime delle mafia che recano frasi celebrative, la lapide posta in via D Amelio reca solo i nomi di battesimo di Paolo, Agostino, Claudio, Emanuela, Vincenzo, Walter. Null altro. Come se quella lapide ricordasse a tutti noi che ancora attendiamo di sapere quali siano le parole giuste da scrivere e quale fu la storia che quel terribile 19 luglio 1992 trascinò nel suo gorgo malefico le loro vite. *Procuratore Generale di Palermo, intervento alla commemorazione delle vittime della strage di via D Amelio IL PG di Palermo, Roberto Scarpinato, visto da Emanuele F u c e c ch i

11 UN GIORNO IN ITALIA il Fatto Quotidiano MARTEDÌ 22 LUGLIO Fe co n d a z i o n e, i Nas entrano nella clinica di Antinori I CARABINIERI dei Nas ieri sono entrati nella clinica Matris di Milano, presieduta dal ginecologo Severino Antinori, per un controllo. Un accertamento questo che ha come oggetto la sussistenza di tutte le autorizzazioni e i requisiti previsti dalla disciplina vigente, come ad esempio l esistenza dell autoriz - zazione regionale a svolgere l eterologa. A dare l ok per questa operazione sarebbe stata la Direzione generale della Prevenzione competente del Ministero della Salute, finito ieri al centro di molte critiche. Abbiamo annunciato - ha dichiarato il ginecologo Antinori - di aver ottenuto una gravidanza con la fecondazione eterologa, la prima in Italia dopo l abolizione del divieto previsto dalla legge 40. Una buona notizia. E immediatamente il ministro Lorenzin ha mandato i Nas, nonostante la sentenza della Corte costituzionale preveda ormai da mesi la possibilità di praticare la fecondazione eterologa nel nostro Paese". Perplessità per questa operazione è stata espressa anche da Donata Lenzi, capogruppo Pd della commissione Affari sociali della Camera che ha definito l intervento s p ro p o r z i o n a to. I Nas invieranno nei prossimi giorni un informativa al ministro Lorenzin che solo allora deciderà cosa fare. GIUSEPPE U VA, DOPO SEI ANNI VANNO A PROCESSO GLI AGENTI RINVIO A GIUDIZIO PER 6 POLIZIOTTI E UN CARABINIERE: OMICIDIO PRETERINTENZIONALE La sparatoria a Castel Volturno La Pre ss e di Silvia D Onghia Sarà che nelle ultime settimane Lucia Uva aveva perso ogni speranza; sarà che ci si stava abituando, in questo Paese, a vedere le forze dell ordine perennemente innocenti (ultima la sentenza Ferrulli a Milano); sarà che, in caso contrario, Giuseppe Uva sarebbe morto due volte, senza neanche aver avuto diritto a un processo; sarà che troppo spesso le difese accusano le parti civili di voler fare un processo mediatico, senza il quale lo dice la Corte di Strasburgo nel vero processo sarebbe ancora più difficile stabilire la verità. Sarà. Ma il rinvio a giudizio deciso ieri dal coraggioso Gup di Varese, Stefano Sala, ha il sapore di una buona notizia. E non per la famiglia Uva, né per Giuseppe che non c è più. È una buona notizia per la Giustizia italiana, perché se il carabiniere e i sei poliziotti imputati sono realmente innocenti, come hanno ripetuto ogni giorno da sei anni a questa parte, potranno uscire dal dibattimento a testa alta, senza più il sospetto che a salvarli siano state indagini fatte male. SEI ANNI. Tanti ce ne sono voluti per arrivare a questo punto, cioè soltanto all inizio di un dibattimento. Giuseppe Uva è morto a Varese il 14 giugno del 2008, dopo qualche ora trascorsa nel reparto psichiatrico dell ospedale cittadino in seguito a un Tso, ma soprattutto ha evidenziato il Gip dopo una notte passata in caserma. La sera prima lo avevano beccato, mezzo sbronzo, a spostare le transenne della Festa delle ciliegie insieme col suo amico Alberto Biggioggero. Lo avevano portato dentro e lì Biggio lo aveva sentito urlare, tanto da provare a chiamare un ambu - lanza: Stanno massacrando un ragazzo. Ma erano stati gli stessi carabinieri (due: uno di loro ha chiesto il giudizio immediato) e i sei poliziotti accorsi come se Uva fosse un pericoloso criminale, a impedire l arrivo del 118. Quando la sorella lo aveva ritrovato, sul tavolo dell obitorio, Giuseppe aveva il volto tumefatto, lividi ed escoriazioni su tutto il corpo e un pannolone, messo al posto di un paio di jeans macchiati di sangue. Si è autolesionato, LA SCELTA DEL GUP La sorella: D ov ra n n o spiegarmi cosa ci faceva mio fratello in quella caserma L allarme del legale: Rischio prescrizione hanno ripetuto come un mantra le difese degli imputati. Ma mio fratello non era mica un autolesionista ha commentato ieri questa donna, piccola ma combattiva. Ora mi dovranno finalmente spiegare cosa ci faceva in quella caserma. Sono stati sei anni duri per la famiglia Uva: Per sei volte, tra richieste di archiviazione e avocazione dell inchiesta, abbiamo temuto che la verità non sarebbe mai venuta fuori pro- segue Lucia. Hanno provato a mettere tutto a tacere. Ecco perchè dedico questo processo ad Abate. Agostino Abate è il Lucia Uva (a sinistra) insieme con Domenica Ferrulli e Ilaria Cucchi Ansa Giuseppe Uva Ansa pubblico ministero che ha seguito il caso Uva dall inizio fino a qualche mese fa, quando appunto il fascicolo gli è stato sottratto. Abate è sempre stato convinto che a uccidere Giuseppe fosse stata la somministrazione sbagliata di un farmaco, e non è bastata l assolu - zione di un medico a convincerlo del contrario. Solo dopo più di cinque anni Abate ha ascoltato il testimone oculare di quella notte, Biggioggero, usando nei suoi confronti du - rante l interrogatorio un atteggiamento che lo ha lasciato in uno stato di confusione e costipazione. Dopo Abate è arrivato Felice Isnardi che, contrariamente a quanto aveva lasciato intendere all inizio am - pliando addirittura il capo d imputazione, ha per due volte chiesto il proscioglimento. Quasi che a Varese la Procura avesse paura di chiedere il rinvio a giudizio di uomini in divisa. Una decisione che non ci aspettavamo, ha commentato ieri uno dei legali degli imputati, Luca Marsico LA DECISIONE è stata invece una prima, sudata vittoria dei legali di parte civile, Fabio Anselmo, Alessandra Pisa e Fabio Ambrosetti. Anche se proprio da Anselmo è arrivata una doccia gelata: Uno scandalo che si arrivi adesso a un rinvio a giudizio, perché si rischia la prescrizione per gran parte delle accuse contestate. Già, la prescrizione: un fantasma che, se la giustizia fosse stata rapida, ora non si aggirerebbe per i corridoi del Tribunale di Varese. E Giuseppe, chissà, avrebbe avuto giustizia. IN CAMPANIA Castel Volturno, parla il sindaco: La camorra garantiva gli equilibri L INCREDIBILE COMMENTO DEL PRIMO CITTADINO, DIMITRI RUSSO SUGLI SCONTRI TRA NERI E BIANCHI di Gisella Ruccia e Nello Trocchia uando c era la camorra questo non accadeva perché man- gli equilibri. È una frase choc quella pronunciata Qteneva dal sindaco di Castel Volturno. Dimitri Russo è da un mese primo cittadino del comune, in provincia di Caserta, dove da anni la convivenza tra migranti, molti irregolari, e residenti vive tra calma apparente ed escalation di tensione. E in quelle parole c è una spiegazione semplice. La camorra garantiva un equilibrio criminale, mantenendo il controllo del territorio lasciando agli stranieri, dediti agli illeciti, lo spaccio di stupefacenti. Gli italiani hanno costruito abusivamente interi quartieri, i neri lavoravano nelle campagne, ammassati nelle case costruite, e crescevano le due catene criminali, quella a guida camorra casalese e quella della mafia africana. La pace imposta, spezzata solo da episodi di cronaca che, per qualche giorno, spingevano questo tratto di litorale, oltre i confini della cronaca locale. I CITTADINI DI CASTEL VOLTURNO sono 20 mila, gli stranieri 15 mila, in buona parte irregolari. Ora questo equilibrio non c è più. La rabbia è esplosa la settimana scorsa a Pescopagano, una frazione del paesino. Dopo qualche schermaglia è divampata la violenza. Il ferimento di due migranti, la rabbia della comunità africana, la loro risposta con l incendio di auto e l assalto ad un abi - tazione. Bianchi contro neri in questo pezzo di Italia, da anni abbandonato. Io mi vergogno di rappresentarlo ha tuonato Russo ai microfoni di S ky. In alcune zone, nate abusive, mancano anche le fognature. Servono servizi, risposte complesse per valorizzare il lavoro faticoso delle associazioni che tessono reti di solidarietà e incontro. Il governo, intanto, ha deciso di inviare militari nella zona teatro delle violenze. Gli ultimi due primi cittadini di Castel Volturno sono finiti indagati per connivenze con i clan. Nel 2012 il comune è stato sciolto per condizionamento mafioso. Il rischio più grande è che sindaci, giovani e appena eletti, in una terra per anni governata dalla camorra, siano imbrigliati dall assenza di fondi e paghino il disastro di decenni di clientela, sprechi e corruttela. Per camorra e malapolitica sarebbe il miglior regalo per preparare il ritorno in sella.

12 12 MARTEDÌ 22 LUGLIO 2014 ALTRI MONDI il Fatto Quotidiano Pianeta terra USA/1 IL TEXAS CHIAMA MILLE SOLDATI ANTI-MIGRANTI Il governatore conservatore del Texas, Rick Perry, ha inviato mille truppe della Guardia Nazionale al confine con il Messico per l emer - genza immigrazione. Nel 2014 i bambini non accompagnati giunti al confine sono , il doppio rispetto all anno precedente. La Pre ss e CINA CARNE AVARIATA NEI FAST FOOD Le catene di fast food McDonald s e Kentucky fried chicken Kfc sono state coinvolte in uno scandalo alimentare in Cina: avrebbero ricevuto carne scaduta di manzo e di pollo da un fornitore, la Husi Food co. Le catene di fast food hanno interrotto i rapporti con l azienda in questione. La Pre ss e LA GUERRA È CHIRURGICA BOMBARDATI GLI OSPEDALI L ESCALATION MILITARE CONTINUA: L IDF PUNTA A SPEZZARE IN DUE LA STRISCIA ARRIVANDO AL MARE. I TANK A DUE CHILOMETRI DAL CENTRO DI GAZA CITY di Cosimo Caridi Striscia di Gaza Un colpo dietro l al - tro, senza sosta dalle cinque di lunedì mattina, i carri armati israeliani stanno martellando la Striscia. Dopo gli oltre 70 morti di domenica a Sheyiaja, quartiere est di Gaza, i cannoneggiamenti, nella giornata di ieri, si sono spostati verso l interno. Il bilancio dei morti palestinesi si aggrava di ora in ora: sono già oltre 650, oltre 3 mila i feriti. Il camice non è più bianco da ore. Non smette di dare raccomandazioni e indicazioni, nemmeno mentre guarda in controluce una lastra. Il dottore non ha tempo di spiegare cosa è successo, forse neanche le parole. C è una norma internazionale che vieta, anche in guerra, di attaccare gli ospedali. Tanto basta. LÌ ACCANTO, seduto su una sedia blu, Maher cerca di sistemare la benda che ha sul ginocchio. Hanno bombardato il terzo piano spiega con concitazione è il terzo ospedale che Israele bombarda in due settimane. Il pantalone gli è stato tagliato di netto, i medici hanno estratto un pezzo di ferro che gli si era conficcato nel polpaccio. Non so bene spiega Maher cosa fosse, forse, ma sono fortunato. Sono ancora vivo, almeno fino a Una bimba ferita portata all ospedale di Gaza City La Pre ss e quando Israele non deciderà di sganciare un altra bomba sulla mia testa. L ospedale di Al Aqsa, è stato colpito nel primo pomeriggio di lunedì. Almeno cinque morti e 60 feriti, tra cui diversi medici e infermieri. Sono andati distrutte l amministrazione, la terapia intensiva e la sala operatoria. La struttura sanitaria si trova a Deir al-balah, centro della Striscia. L esercito israeliano ha comunicato che obbiettivo dell attacco era un deposito di razzi che si trovava accanto all ospedale. Proprio sulla localizzazione di basi e siti di stoccaggio delle armi di Hamas si sta concentrando l operato dell Idf. Secondo l intelligence di Tel Aviv l arsenale di Hamas si è ridotto del 50 per cento dall inizio delle ostilità. Intanto prosegue implacabile l avanza - ta dei tank all interno della Striscia, arrivando a 2 chilometri dal centro di Gaza City: entro domani dovrebbero giungere al mare, tagliando in due l enclave palestinese. 650 VITTIME PA L E S T I N E S I 22 SOLDATI DI G E RUS A L E M M E Morti finora Smentita la cattura di un militare LE ARMI DI HAMAS Da l l inizio delle ostilità i miliziani hanno consumato metà dell arsenale di razzi Il numero di ordigni usati è in diminuzione PER LE STIME israeliane il movimento islamico era in possesso di 10 mila ordigni due settimane fa, di questi oltre 1800 sono stati lanciati contro le città dello Stato ebraico. Negli ultimi giorni il numero di ordigni sparati è leggermente diminuito, Hamas sembra aver accantonato, almeno per il momento, la scelta di colpire le grandi città del centro d Israele, prediligendo razzi che percorrono distanze più limitate. L offensiva dell Idf si è intensificata giovedì notte con l inizio delle operazioni di terra. Hamas ha risposto tentando di sorprendere il nemico. Due gruppi di miliziani, all alba di ieri, si sono infiltrati in Israele attraverso due tunnel. Negli scontri a fuoco che ne sono seguiti sono morti almeno dieci miliziani e sette soldati di Tsahal. Arriva così a 22 il totale dei militari israeliani che hanno perso la vita dall inizio dell operazione Margine Protettivo. L Idf ha reso noto che nella sola giornata di ieri sono stati 101 i soldati feriti. Il punto ancora oscuro, a oltre 24 ore dell annuncio, è la presunta cattura da parte di Hamas di un soldato israeliano. Le brigate di Al-Qassam, braccio armato di Hamas, hanno diramato nome e numero identificativo di un militare, che dovrebbe essere caduto nelle mani del movimento islamico domenica mattina. L Idf smentisce e dice che i resti del soldato in questione si trovano in un ospedale israeliano. Ci sequestrano a centinaia urla un ventenne seduto alla guida del suo taxi per le strade vuote di Gaza -. Ora è giusto che uno dei loro sia qui. Lo scambieremo per la li- Ucraina, Obama contro Putin: Ora dite la verità IL TRENO CARGO CON I CADAVERI DELLE VITTIME DEL BOEING È ARRIVATO IERI A KHARKIV, MA ANCORA MANCANO ALCUNI CORPI di Roberta Zunini ndignato dal cinismo dei separatisti fi- nei confronti di ciò che resta dei Ilo-russi passeggeri del Boeing 777 e, molto probabilmente, informato degli sviluppi delle indagini da parte dell intelligence statuniten - se, il presidente Obama ha accusato per la prima volta apertis verbis e pubblicamente il suo omologo Putin di aver armato i ribelli e di aiutarli a nascondere le prove dell abbat - timento dell aereo malese. Obama, in un discorso dai toni cupi e preoccupati, davanti alle telecamere internazionali, ha affermato che se la Russia non collabora per far luce sulla vicenda, resterà non solo ancora più isolata, ma dovrà pagare un prezzo più alto. Nonostante preferisca la soluzione diplomatica, non si può evitare di pensare ad altri modi per cercare di risolvere la crisi. Forte anche dell appoggio della comunità internazionale, sconvolta da questo crimine contro l umanità, Obama ha dunque prospettato qualcosa di più forte dell innalza - mento delle sanzioni economiche, già inasprite la settimana scorsa. Di cosa si tratti, non si sa: potrebbe essere anche un cosiddetto lip service, parole alle quali non corrisponderanno azioni, tanto per controbattere alle parole di Putin che, qualche ora prima, si era presentato davanti alle tv per annunciare che nel momento in cui il Boeing si trovava sul Donbass, non c erano missili terra-aria in azione nella zona controllata dai ribelli, bensì un caccia ucraino che volava armato. Il doppiogiochismo dei ribelli e della Russia ha dunque portato le due superpotenze a uno scontro durissimo. Fiori e bambole sul luogo dello schianto La Pre ss e MENTRE ALEXANDER Borodai, il premier dell autoproclamata Repubblica autonoma di Donetsk, continua a dare versioni diverse e contraddittorie circa il ritrovamento delle scatole nere dell aereo, finalmente ha concesso agli osservatori dell Osce e agli esperti internazionali di esaminare i resti delle vittime. Una procedura fondamentale per capire cosa abbia causato la loro morte. Il ritardo è servito con ogni probabilità a occultare quanto più a lungo la verità sulle cause del disastro. I resti sono stati finalmente analizzati e quindi caricati su un treno frigorifero per Kharkiv. Ma alcuni mancano ancora alla conta fatta dagli incaricati olandesi e malesi. La speranza per i parenti delle vittime è che prima dell arrivo di questo carico horror nella grande città dell est russofono rimasta ancorata alle autorità del governo centrale di Kiev, ciò che resta dei loro cari venga ritrovato o rilasciato dai separatisti che controllano interamente la zona del presunto attentato. SOSTIENE IL CREMLINO Mosca punta il dito contro Kiev: Nessun missile ai filorussi In volo accanto all aereo civile c era un caccia dell esercito ucraino Chicago città di sangue (e di Barack) QUARANTA FERITI E 4 MORTI NEL WEEKEND Ancora violenza a Chicago: lo scorso weekend 40 persone sono state colpite da proiettili e quattro sono morte. Tra le vittime anche una bambina di 11 anni La Pre ss e

13 ALTRI MONDI il Fatto Quotidiano MARTEDÌ 22 LUGLIO USA/2 FBI PAGAVA ATTENTATORI ISLAMICI L Fbi ha pagato musulmani americani per commettere atti terroristici all interno di operazioni sotto copertura realizzate dopo l 11 settembre. È la denuncia contenuta in un rapporto di Human Rights Watch che ha analizzato 500 casi di terrorismo giudicati nei tribunali Usa dopol 11/9. La Pre ss e UK VENDESI L ISOLA DELLA MAGNA CHARTA Per 4 milioni di sterline è stata messa in vendita l isoletta in mezzo al Tamigi, nel Berkshire, dove si narra che Giovanni Senzaterra, nel 1215, firmò la prima Costituzione moderna, la Magna Charta Libertatum. Sull isolotto sorge anche un cottage con piscina costruito nell 800. Wi k i p e d i a L impotenza perfetta della diplomazia DAGLI USA ALL ITALIA (GUIDA DEL SEMESTRE UE) MOLTE PAROLE E POCHE INIZIATIVE CASA BIANCA E ONU CHIEDONO IL CESSATE-IL-FUOCO, MA È TROPPO TARDI bertà di molti combattenti. E se per israeliani e palestinesi la tregua sembra sempre più lontana, arriva dal Cairo e da Washington la richiesta di un immediato cessate il fuoco. Dall Egitto Ban Ki-Moon, segretario generale delle Nazioni Unite, inizia il tour in medioriente per proporre e trovare soluzioni. Mentre Obama riafferma il diritto d Israele di difendersi, ma non senza ammonire l alleato per le troppe vittime civili. Purtroppo Benjamin Netanyahu e Ismail Haniyeh, rispettivamente primo ministro israeliano e leader di Hamas rispondono con un muro contro muro. Andremo avanti, dice il primo, resisteremo annuncia il secondo. SPARI SULLA MEZZALUNA ROSSA Soccorsi dopo un raid e le nubi delle esplosioni Cesura, Luz, G. Micalizzi di Giampiero Gramaglia Dall ennesima cruenta crisi mediorientale, Super-Potenze e potenze regionali, vicini volenterosi e organizzazioni internazionali, girano tutti alla larga. Non perché chi tocca i fili muore, ché, a Gaza, a morire sono centinaia di palestinesi e decine di israeliani; e nessun aereo civile ne traversa il cielo, solcato da caccia israeliani e razzi palestinesi. In 14 giorni d offen - siva israeliana sulla Striscia, la conta delle vittime è di oltre 550 palestinesi uccisi, e oltre 3000 feriti, contro una ventina di militari israeliani caduti. Girano alla larga perché, a occuparsene, non si cava un ragno dal buco e si rischia di collezionare magre diplomatiche. Salvo, poi, quando i buoi sono scappati e gli israeliani hanno già raggiunto, almeno in parte, i loro obiettivi - precipitarsi sui luoghi. Dove, in queste ore, convergono Usa, Russia e Onu. E l Ue? C è, c è stata, l hanno vista da quelle parti. Ma il segno non l ha lasciato. IL PRESIDENTE OBAMA spedi - sce al Cairo il segretario di Stato John Kerry per una tregua immediata a Gaza e in Israele: vuol dire stop alle operazioni di terra e ai raid e stop ai razzi. La priorità nostra e della comunità internazionale sostiene Obama, sempre bravo a parole - è un cessate-il-fuoco che salvi la vita a civili innocenti... Il compito non sarà semplice: c è molta passione e ci sono grosse difficoltà strategiche, ma ho chiesto a Kerry di fare tutto il possibile. E Obama rileva che Israele ha già inflitto danni significativi alle infrastrutture terroristiche di Hamas a Gaza. Cioè, Neta - nyahu, hai già avuto quel che cercavi, ora basta : il linguaggio più esplicito che gli Usa possono permettersi con Israele, che criticano solo fuori onda co - me fa Kerry, un infortunio che casca bene. Se Washington si DISCO ROTTO La Ashton, signora della politica estera europea, resta immobile; la Mogherini che dovrebbe succederle, parla di nuovo approccio globale muove, Mosca non può stare a guardare. Ecco dal Cremlino l appello alla tregua e ad un azione concertata della comunità internazionale. Il cui linguaggio è più schierato di quello della Casa Bianca: La situazione a Gaza è letteralmente degenerata, dopo l avvio dell offensiva terrestre israeliana. Mosca appoggia gli sforzi dell Egitto, ma non c è feeling tra Hamas e il regime del generale al Sisi, anche se fonti iraniane riferiscono di significativi progressi fatti nel Qatar, nei negoziati tra Fatah e Hamas sulla proposta di tregua egiziana. All Onu, il Consiglio di Sicurezza non va oltre la grave preoccupazione per il numero crescente delle vittime e il rinnovato appello a cessare immediatamente le ostilità, sulla base dell accordo fra Israele e Hamas del novembre Il segretario generale Ban Ky-moon Blair festeggia la (sua) Terza Via milionaria è in Medio Oriente, finora con scarso costrutto, anche sul fronte umanitario, nonostante gli enormi bisogni delle 83 mila persone rifugiatesi nelle strutture delle Nazioni Unite. E l Italia, che dal 1 luglio guida il Consiglio dell Ue? La politica estera e di sicurezza europea è nelle mani di Lady Ashton, che non ha mai mostrato grande sintonia con le vicende mediorientali. FEDERICA MOGHERINI, che aspira a succederle, è stata nella Regione e ieri ha ricevuto il collega turco Mevlüt Cavusoglu: c è l idea d un ripensamento generale del quadro mediorientale e mediterraneo e di un approccio globale alle problematiche regionali Medio Oriente ma anche Siria, Iraq, Libia - verso soluzioni sistemiche alle crisi di quello scacchiere. La presidenza italiana progettava di lavorare sul contesto mediterraneo e, in particolare, sulla Libia, che resta una priorità della Farnesina e non solo. Il sussulto di guerra tra israeliani e palestinesi manda all aria i piani. E l equidistanza diplomatica fra israeliani e palestinesi suscita mal di pancia nel Pd, dove Gianni Cuperlo, in un post su Facebook, chiede spirito d ini - ziativa alla segreteria, denuncia la guerra asimmetrica e propone che se ne parli alle Feste dell Unità. Non piovessero le bombe, a Gaza sorriderebbero. L EX PREMIER INGLESE RICORDA LA FORMULA VINCENTE CHE VENT ANNI FA CREÒ SPERANZE (E ILLUSIONI) DI UN ALTERNATIVA A SINISTRA di Caterina Soffici e idee vecchie con vestiti nuovi Lrimangono idee vecchie e vengono smascherate dalla realtà. Tony Blair (oggi 61 anni) ha celebrato ieri il ventennale della sua incoronazione a leader del Labour Party (ne aveva 41) con un discorso dove il creatore della Terza Via ha celebrato se stesso, difeso la sua politica e implicitamente ha dato una bella stangata al povero Ed Miliband, l attuale leader dei laburisti, che spera di strappare Downing Street ai conservatori nelle prossime elezioni politiche britanniche, nel maggio 2015, e che deve guardarsi anche dalla minaccia populista dell Ukip. ERA IL 21 LUGLIO 1994 quando Blair, avvocato e parlamentare, diventava il leader del partito laburista che guidò ininterrottamente per 13 anni e che portò a vincere le elezioni per tre volte consecutive. Cosa mai accaduta prima e che non sarebbe accaduta più dopo. Per più di un decennio la stella di Tony Blair ha brillato e raccolto i consensi anche di chi non avrebbe mai votato il vecchio partito laburista. Blair infatti aveva creato il N ew La b o u r, abolendo la clausola marxista dello statuto del partito che prevedeva la nazionalizzazione dei beni di produzione e di affidare i settori chiave dell economia allo Stato. Era nata la Terza Via tra liberalismo e socialismo, era nata la moderna sinistra britannica, che per anni è stata il faro dei progressisti europei. Ieri, alla Philip Gould Memorial Lecture, organizzata dal think tank Prog re ss, Blair ha ribadito le sue convinzioni di sempre e ha dato una lezione di politica (o SVOLTE E MERCATO L ex mago laburista ha criticato l attuale segretario del partito Ma a Londra è sotto accusa per le fortune a cc u m u l a te perlomeno di come si vincono le elezioni) a Ed Miliband, molto basso nei sondaggi e poco amato dagli elettori di non stretta osservanza laburista. Le elezioni si vincono al centro, ha detto Blair, ribadendo che le distinzioni ideologiche tra destra e sinistra non hanno più motivo di esistere e che se lui, nel 1997, aveva proseguito sul cammino di alcune riforme introdotte dalla Thatcher fu perché erano inevitabili. Non erano solo Tony Blair La Pre ss e cambiamenti politici, ma rappresentavano il mutamento della società che sta dietro la politica. Ha poi ammonito i laburisti a non demonizzare il business, perché criticare la crisi finanziaria non significa che la gente voglia tornare allo statalismo e che è necessario aiutare la gente ad aiutare se stessa. Quindi no allo Stato mamma e sì alla libera iniziativa. Bisogna essere aperti al cambiamento, e questo talvolta può significare una convergenza con il centrodestra. Relax. Rilassatevi è stato il monito. E POI, IN PURO STILE New Labour, è arrivata la frecciata finale per la sinistra più radicale: I partiti possono compiacere se stessi o compiacere la gente. Ma non confondete mai il rumore dei social media con la pubblica opinione. Non necessariamente quelli che urlano di più devono anche essere ascoltati di più. Insomma, un discorso da vero Blair che non è piaciuto all ala più sinistra del partito. Anche se l ex leader ha ribadito ieri che farà di tutto per appoggiare Miliband nella sua corsa elettorale, è chiaro che le posizioni tra i due sono molto diverse (Miliband ha ripudiato pubblicamente il New Labour e pensa molto più al sociale) e Blair non è più molto amato nel partito. Sono passati venti anni, l oratoria è la stessa, ma il carisma del vecchio cerbiatto è rimasto nelle pieghe della storia. Il suo declino è iniziato con l amicizia/sud - ditanza per Bush jr, che portò nel 2003 all intervento in Iraq e costò la vita a 179 soldati britannici. Poi ci sono state le conferenze pagate 2 mila euro a minuto, il jet privato, le società di consulenza che lo hanno arricchito al punto che i giornali inglesi parlano di un patrimonio da 80 milioni di sterline, i rapporti con dittatori e magnati di Paesi poco democratici, i consigli all entourage di Murdoch durante il processo del Tabloidgate per non parlare delle voci per cui sarebbe stato l amante di Wendi e causa del suo divorzio con lo Squalo australiano. Insomma, se anche l ex portavoce e spin doctor Alastair Campbell ha criticato la sua nuova vita spregiudicata, non deve sbagliare l Eco n o m i s t quando scrive: Odiare Blair è il nuovo sport nazionale.

14 14 MARTEDÌ 22 LUGLIO 2014 il Fatto Quotidiano IL REAL TENTA IL COLPO: STRAPPARE RODRIGUEZ AL MONACO Il Real Madrid sempre più vicino al colpo dell estate: l acquisto dal Monaco di James Rodriguez, capocannoniere del Mondiale. La cifra pattuita sarebbe di 75 milioni di euro TOUR DE FRANCE, SI RIPARTE NIBALI NON CANTA VITTORIA Il mio vantaggio è buono, ma devo stare attento. Non posso permettermi nessun momento di crisi. Così Vincenzo Nibali. Oggi riparte il Tour BOLOGNA RICORDA MAZZACURATI IN PIAZZA UN SUO FILM DEL 1987 L omaggio della Cineteca di Bologna al regista Carlo Mazzacurati scomparso a gennaio. Appuntamento stasera in Piazza Maggiore con la proiezione di Notte italiana SECONDO TEMPO S P E T TAC O L I. S P ORT. I DE E In fuga per il cartellino SEI GIOCATORI DELLO SHAKHTAR DONETSK NON RIENTRANO IN UCRAINA DOPO UN AMICHEVOLE. MA È SOLO MARKETING di Luca Pisapia U no spettro da 57 milioni di euro si aggira per l Europa, e per il calciomercato estivo. Si tratta del valore complessivo, calcolato attraverso le valutazioni di Tra n s fe r m a r kt, dei cartellini dei sei giocatori dello Shakhtar Donetsk che approfittando di un amichevole giocata ad Annecy, in Francia, non si sono imbarcati con la squadra per il ritorno in Ucraina, dove venerdì comincia il campionato, e si sono resi irreperibili. Sono cinque brasiliani: Alex Texeira, trequartista di 24 anni (valore 17 milioni); Fred, altro trequartista, di 21 anni e solo omonimo del paracarro visto ai Mondiali come centravanti del Brasile (12 milioni); Douglas Costa, ala brasiliana di 23 anni e stella della squadra (17 milioni); due giocatori minori come Dentinho, seconda punta di 25 anni (2.5 milioni) e Ismaily, terzino sinistro di 24 anni (2.5 milioni). Più un argentino: Facundo Ferreyra, punta di 23 anni e del valore di 6 milioni. Questo il prezzo di una fuga che man mano che passano i giorni ricorda sempre meno la drammatica fuoriuscita da un paese in guerra della sua meglio gioventù calcistica, come gli ungheresi degli anni Cinquanta o gli slavi degli anni Novanta, e assume sempre i più i contorni di una studiata mossa commerciale per abbassare o annullare il costo del loro cartellino. SE IL PRESIDENTE dello Shakhtar, Rinat Akhmetov, ha cercato una via d uscita diplomatica, scrivendo sul sito ufficiale del club: È vero, sei giocatori non sono tornati, ma non escludo che possano rientrare quanto prima. Non ci sono pericoli d in - columità, lo garantisco. Non hanno nulla da temere. E ricordo ai giocatori che hanno firmato regolari contratti che prevedono pesanti penali, da decine di milioni, che devono rispettare. Se non torneranno, saranno loro per primi a rimetterci, ognuno ha una clausola per il trasferimento di decine di milioni di euro. Il tecnico santone Mircea Lucescu, vecchia conoscenza del calcio italiano che in dieci anni alla guida della squadra più potente di Ucraina ha portato a casa, tra gli altri, 8 titoli nazionali, una Europa League e una storica qualificazione ai quarti di finale di Champions League, non ci è andato tanto per il sottile. E all Eq u i p e ha spiegato: È colpa del loro procuratore che è un mafioso, è entrato in albergo alle due del mattino e ha convinto i giocatori a non ripartire, promettendo loro di venderli meglio sul mercato europeo. Il nome, come spesso accade nei casi più clamorosi a livello internazionale, vedi le varie fughe di Tevez dall Inghilterra, è quello dell iraniano Kia Joorabchian, controverso faccendiere del calcio che Lucescu ha spiegato avere la procura delle stelle della squadra come Alex Texeira, Douglas Costa e Fred. E qui la faccenda comincia ad assumere contorni politici abbastanza intricati, come se quelli della Repubblica Popolare di Donetsk non lo fossero già abbastanza. Kia Joorabchian, che non ha la licenza di procuratore ROSSI DI RABBIA Lauda: Presidente, mi scuso. Ma questa Ferrari resta una macchina di merda di Gabriele Fazio e scuse del campione ieri sono Larrivate puntuali al telefono, etichetta rispettata, ma chissà se al presidente Montezemolo basteranno dopo la freccia scagliata da Niki Lauda contro la Ferrari tramite El Pais.A Maranello nessuno si stupisce perché tutti conoscono l irruenza di Lauda, oggi presidente della scuderia Mercedes, ma la frase resta: La Ferrari ha una macchina di merda. Sentenza senza possibilità di appello, specie se emessa da chi ha contribuito attivamente alla consacrazione di un mito. Che il cavallino della Ferrari già da tempo abbia perso il suo smalto appare evidente. Più che un cavallino rampante ormai sembra un cavallino acciaccato dall età e abbandonato da tutti, anche GLORIE INFEDELI L ex campione del Cavallino spara a zero sulla macchina di Alonso, poi si scusa. A Maranello minimizzano: Frase estrapolata dal contesto OLIGARCHI E PROCURE Sono cinque brasiliani e un argentino, il loro valore è di 57 milioni di euro: giovani talenti da immettere sul mercato europeo per abbassare il costo di tutti gli altri da chi, cavalcandolo, gli ha regalato alcuni dei momenti più esaltanti della sua storia. Lauda colpisce sotto la cintura anche quando parla di Alonso: Deve essere molto frustrato perché da alcuni anni guida una macchina che non funziona, però lo stipendio che prende dovrebbe alleviare la sofferenza. In questo momento non può andare alla McLaren perché ha un contratto. Se si stipula un contratto con la Ferrari non è facile andare via, a meno che non ti caccino. A volte si sceglie la macchina giusta e a volte quella sbagliata. Ha guidato per molti anni una sbagliata, ma questa è la vita. Lo spagnolo infatti nel 2013 ha conquistato solo due volte il gradino più alto del podio, ma a quanto pare è sull argo - mento stipendi che la rossa resta ancora competitiva. Da Maranello non vogliono alimentare polemiche e preferiscono il silenzio, come quello delle campane della chiesa di San Biagio che da anni non suonano più alle vittorie in pista della rossa. Fifa, gestisce la procura di diversi giocatori sudamericani attraverso prestanomi, o puntando direttamente all acquisto di una consistente fetta del cartellino che poi gira in prestito alle varie squadre, come nel caso di Tevez. Una pratica, quella delle ter- ze parti, su cui la Uefa e la Fifa faticano ad accordarsi, con la prima che vorrebbe considerarla fuorilegge Niki Lauda, oggi in Mercedes La Pre ss e L UNICO A FAR sentire la propria voce è il team principal Marco Mattiacci che tenta di liquidare il discorso: Sti - mo Lauda, ma non commento un titolo sensazionalistico estrapolato dal contesto. Ma la stima che Mattiacci esterna per Lauda pare che non sia esattamente ricambiata dato che, sempre con El Pais, il tre volte campione di Formula 1 commenta così la scelta di Montezemolo di sostituire Stefano Domenicali: I cambiamenti in Ferrari? È il famoso casino italiano. Montezemolo sta provando tutto e così ha deciso di inserire Mattiacci al posto di Domenicali. Ma nessuno crede che le cose cambieranno dalla notte al mattino. Ha cercato di convincere Newey, ma non ci è riuscito. I rapporti con il Presidente comunque restano ottimi tant è che la prossima settimana Niky Lauda sarà ospite a Maranello. Le critiche piovono anche sull intero sistema Formula 1: Il prossimo anno ogni volta che entrerà la safety car si ripartirà dalla griglia. Ma sono idioti? Le gare sono noiose e ancor di più se si fermeranno in continuazione. Se c é un incidente la cosa da fare è rimettere tutto a posto in fretta. Quello che l anno prossimo la Ferrari avrà l occasione di fare: rimettere tutto a posto. Il prossimo anno sarà diverso continua Lauda perché possono cambiare la metà del motore. La norma è stata scritta così. E chissà se allora le campane della chiesa di Maranello, nonostante la morte di don Alberto Bernardoni, non tornino a suonare a festa. DI CORSA Venerdì comincia il campionato, e sei giocatori si sono resi irreperibili Ansa e la seconda renderla regolamentare. Joorabchian dal 2004 al 2007 ha gestito l organizzazione Media Sports Investments, per cui è finito sotto processo in un tribunale brasiliano con l accusa di riciclaggio prima di uscirne completamente assolto, e il cui misterioso finanziatore secondo un inchiesta del Times era Boris Berezovsky: ex oligarca e grande nemico di Putin e Abramovich, trovato morto l anno scorso nella sua residenza inglese. AL CONTRARIO, l oligarca Rinat Akhmetov, uomo che secondo For - bes vale 16 miliardi di dollari e che dal 1996 ha comprato lo Shakhtar Donetsk, di Putin è grande amico. In Ucraina ha sempre appoggiato il Partito delle Regioni, dalle cui file è uscito l ex presidente filorusso Viktor Yanukovych, e ora sembra sia tra i finanziatori dei separatisti della Repubblica Popolare di Donetsk. L an - no scorso inoltre Akhmetov era in prima fila, insieme a Ihor Surkis della Dinamo Kiev e altri oligarchi, nell idea di ricostituire, riunendo le migliori squadre di tutti i campionati nazionali, la mitica Vysšaja Liga: il campionato di calcio dell Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Ora con la guerra civile che infuria lo scacchiere si complica. E chi può, come Joorabchian, ne approfitta inscenando una fuga per la vittoria che se andrà a buon fine avrà l effetto di deflazionare il calciomercato europeo, immettendo sul mercato giovani talenti brasiliani il cui costo del cartellino potrebbe abbattersi. E con quello spettro da 57 milioni che si aggira per l Europa dovrà ora fare i conti il calciomercato, dato che rischia di svalutare il cartellino di altri giocatori in vendita.

15 SECONDO TEMPO il Fatto Quotidiano MARTEDÌ 22 LUGLIO OGNI MALEDETTA DOMENICA Conte, il coperchio e la pentola esplosa IL TECNICO ARGINAVA LE FRIZIONI E I DISSAPORI DI UNA SQUADRA CON TROPPE TESTE ORA CHE È ARRIVATO ALLEGRI, LA JUVE ASSOMIGLIA SEMPRE PIÙ AL MILAN (E CI MANCAVA PURE NEDVED CONTRO CHIELLINI, FUORI TEMPO MASSIMO) di Oliviero Beha Il Diavolo fa le pentole e non i coperchi, famoso detto che Barbara Berlusconi, fresca di notturni e specifici studi, fa risalire a Niccolò Tommaseo. Comunque sia, è esattamente il detto che fa per noi. E per l attuale situazione della Juventus, gloriosa t r i ca m p e o n d Italia sotto la guida del tricofilo Antonio Conte. Non solo perché il Diavolo richiama il Milan, e sulla panchina tricolore è finito d urgenza ambulatoriale l ex Allegri, sbolognato dal Milan stesso della Berlusconi family. Ma soprattutto perché il gran casino nel pentolone juventino lo fa sembrare una fattispecie del Milan (quello però perdente, non era estate e non si giocava per i 3 punti...) degli ultimi due anni (tre anni fa ci fu una inopinata marcia a gambero che donò lo scudetto ai miracolati del trio Agnelli Andrea, Marotta e naturalmente Conte). IL PROBLEMA, più del pentolone ribollente, sembra proprio il rapporto del medesimo con il suo coperchio. Un rapporto davvero interessante, quasi di scuola. La Juve riemerge da Calciopoli, in cui era finita per l uso strumentale di generale capro espiatorio del trio Moggi-Giraudo-Bettega da parte degli eredi Elkann, e dopo qualche stagione tremebonda aveva trovato nell assai discusso Conte (come figura di parecchio interesse per la Procura federale non certamente come tecnico, un caimano di valore assoluto) il mentore per tre stagioni fenomenali in Italia, ahimé senza risucchio in Europa. Il problema è che Conte aveva fatto non solo da Mister di training e di partita, ma anche da coperchio alla famosa pentola nel fondo della quale nessuno va d accordo con nessuno: Andrea si considera l erede calcistico-mediatico-politico (in senso lato) per eccellenza del notabilato famigliare, i due Elkann non gli vogliono lasciare spazio perché entrambi con Montezemolo hanno fottuto il non irreprensibile Lucky Luciano e dunque non vogliono né l artista né il manager o sedicenti tali aver pasticciato tutto ciò per nulla, per far sì che il palcoscenico rimanga ad Andrea. Marotta ha mediato finché ha potuto tra Agnelli e Conte, ma non è il suo mestiere, non sa farlo e pendeva fin dall inizio e pende per l azienda più della Torre di Pisa. Conte è un fulminato dalla grazia professionale e dalla totale mancanza di autoironia a tal punto d aver creduto di essere semplicemente lui la Juventus e non soprattutto un pretesto coperchiale. Così il SuperMister, vinto matematicamente anche il terzo titolo consecutivo a colpi di 100 punti, avendo tatticamente le idee chiarissime si precipita a Barcellona a contattare direttamente prima dei Mondiali Alexis Sanchez, l ex udinese nino maravilla, il primo indispensabile tassello per la nuova Juventus. Com è come non è, conclude meglio e più lui di un dirigente e trovano l accordo. Felicissimo, Conte lo comunica in società cosicché Marotta spedito da A.A. va a Barcellona a chiudere. Chiedendo però a Sanchez uno sconto milionario. Il nino, già d ac - cordo, prima si maravilla e poi si incazza e a quel punto PARENTI SERPENTI Andrea si considera l erede del notabilato famigliare, i due Elkann non gli vogliono lasciare spazio e soldi, lady Agnelli polemizza su Twitter dice a Marotta che non andrà più alla Juve. Basta come esempio dell andazzo? Oppure devo ricordare anche quello che trovate già in giro (non tutto è uno scoop de il Fatto, rassegnatevi...), e cioè Nedved, figura importante almeno all apparenza carismatica che dice di Chiellini ma ora, a quasi un mese di distanza, quando davvero non serve a nulla, sono furioso per la sua reazione dopo il morso del vampiro Suarez, o anche dell Agnelli Lady, Emma Winter in Twitter, che se ne esce con un Andrea non sta sul divano a girarsi i pollici, fa del suo meglio per risolvere un problema che qualcun altro ha creato...? VOGLIO DIRE complessiva - mente ciò che non interessa il tifoso, che pensa Conte sì/allegri no, ma di solito ignora anche le briciole di ciò che davvero accade. E che accade? Sta scoppiando la pentola, il pentolone di un grande club con le sue brave contraddizioni che ha avuto bisogno di un coperchio in ferro battuto e poi lo ha fatto saltare perché non ne poteva più. Conte ha la colpa imperdonabile di aver fatto da coperchio, lasciando ossidare il suo metallo mentre nella pentola bolliva di tutto o quasi. Per carità, niente di straordinariamente inedito, come diceva quello (il Tommaseo?) È il pallone, bellezza!!!, ma certo tutto possiamo fare meno che stupirci. È una questione di cucina, di temperatura, di pentole, di MasterChef: chi dopo Allegri, Cracco? P.S. Poi ci chiediamo perché facciamo sorridere in Europa e ridere ai Mondiali... Libri in crisi, la formula per salvarsi A SAVONA LA UBIK ORGANIZZA INCONTRI CONTRO GLI ABUSI EDILIZI. A TORINO LA PA R AV I A HA INVENTATO IL CORRIERE IN BICI di Chiara Daina Antonio Conte e Andrea Agnelli, prima che il tecnico lasciasse la panchina della Juve La Pre ss e RUGBY Aggrediti 3 francesi con sciabole e machete di Alessio Schiesari n diverbio in discoteca si è trasformato in un Uregolamento di conti in piena regola, con tanto di aggressione a colpi di machete, coltelli e perfino sciabole. Protagonisti, ma forse sarebbe meglio dire vittime, tre giocatori di rugby della Nazionale francese e del Clermont Auvergne, la squadra fondata dalla Michelin e vincitrice del campionato transalpino del 2010 (nonché finalista dell ultima Coppa Europa). L aggressione è avvenuta nella notte tra sabato e domenica poco prima delle quattro del mattino nei pressi di Millau, nella Francia meridionale, dove la squadra si trova in ritiro. Secondo le prime ricostruzioni, i tre rugbisti Aurelien Rougerie, Julien Pierre e Benjamin Kayser si trovavano all uscita della discoteca Yoda Café quando si sono trovati implicati in un litigio che, sembra, avesse per oggetto una ragazza. Mentre rientravano verso l hotel dove la squadra è in ritiro, un gruppo formato da una quindicina di giovani tra i 20 e i 30 anni in sella ad alcuni scooter ha circondato i tre atleti. Una volta scesi dalle moto, gli aggressori hanno estratto ogni sorta di arma bianca: coltelli, machete e spade. L agguato è stato interrotto dall arrivo degli altri giocatori della squadra, che, non vedendo i tre compagni rientrare, sono accorsi in strada e hanno messo in fuga gli aggressori. TUTTI e tre i giocatori sono rimasti feriti e sono stati trasportati in ospedale. Il capitano Aurelien Rougerie e Benjamin Kayser se la sono cavata con delle lievi ferite al braccio, mentre è andata peggio alla seconda linea Julien Pierre (un metro e 97 centimetri per 106 chili di peso): la lama gli si è infilata fin dentro il fianco, danneggiando il muscolo. Per lui è previsto uno stop di almeno un mese. Domenica sera, per l aggressione dei rugbisti, gli inquirenti hanno arrestato quattro ragazzi già noti alle forze dell ordine. In una nota ufficiale il Clermont ha commentato l accadu - to: È stato al contempo inatteso e brutale, una storia assolutamente incredibile. Nessuno si aspettava qualcosa di simile. La serata era trascorsa tranquillamente. Non c è stata alcuna provocazione tale da lasciar pensare a una reazione del genere. iamo spettatori di un estinzione delle librerie ita- lenta e logorante. Da Nord a Sud del Paese. Sliane Che il Fatto ha raccontato per puntate, da Milano a Napoli, nei centri e nelle periferie. Un dolore sordo, che rimbomba nelle aule del potere e non trova spazio nelle agende dei politici. Torino, madrina del Festival del libro, non viene risparmiata. A fine settembre, in Piazza Carlo Felice, la libreria storica Dante Alighieri, aperta nel 1931, chiuderà per sempre. I miei figli non vogliono ereditare l attività ci racconta il titolare Mimmo Fogola, 66 anni. Io tornerò a fare fiere e mercati. Quattrocento metri quadri, tre piani, una galleria d arte e decine di migliaia di volumi. In tre anni il guadagno è calato del 60 per cento. E abbiamo dovuto mandare a casa tre dipendenti dei sei che lavoravano con noi. Le grandi catene aggiunge fanno promozioni del 20/25 per cento che noi non riusciamo ad ammortizzare. Se lo sconto per l acquirente è del 30 per cento, l editore al librario ne applica uno del 50, così il margine di guadagno si assottiglia. La famiglia Fogola possiede anche una piccola casa editrice specializzata nei gialli ambientati in terre piemontesi e nei testi storici, letterari e quelli difficili da reperire per bibliofili. Questa assicura il titolare continuerà a vivere. Per sopravvivere c è chi si deve inventare ogni giorno qualcosa nel tentativo di catalizzare l attenzione dei clienti. Come la libreria Paravia. Lo spiega Sonia Calarco, la proprietaria: Un mese fa abbiamo inaugurato il corriere in bicicletta per la consegna a domicilio dei libri per evitare il costo del parcheggio in centro città e per andare incontro a chi non ha tempo di passare da noi. E poi abbiamo attivato l acquisto online. L affitto del locale scade fra un anno. Nel frattempo stiamo cercando una sede alternativa, ma di sicuro non molliamo. Ha perso fiducia Rino Musso della libreria Zanaboni, in corso Vittorio Emanuele, 300 metri quadri e solo due dipendenti: La gente non entra più a comperare, abbiamo tutti contro, internet, Amazon, il navigatore: una volta spiega Musso vendevamo 150 guide Michelin, quest anno solo 15. Il generale, il mercato delle cartine stradali è crollato del 50 per cento. Il fatturato è diventato la metà. Le spese di spedizione sono l ennesimo fardello. Il verbo è ancora all imperfetto: Vendevamo tanti libri stranieri ma il conto alla posta per un testo dall Inghilterra, per esempio, è di 15 sterline, troppo. È ovvio che il lettore preferisca ordinarlo su Amazon. Segue il capitolo Fnac. Il colosso francese non ha retto il peso della crisi e in Italia, nei negozi storici di Milano, Verona, Genova e Napoli e Torino è stato sostituito da altri marchi, come Trony. Ai dipendenti è toccata la cassa integrazione. Il tramonto del mercato del libro, per adesso, è senza una nuova alba. Il ministro Dario Franceschini al momento non prevede misure di salvataggio. La speranza si aggrappa alla proposta di legge di Giancarlo Giordano, deputato Sel, in discussione in commissione Cultura, per la promozione della lettura. Punto primo: riformare il Centro per il libro con 150 milioni di euro nei prossimi due anni. Finora non ha avuto i soldi sufficienti per creare una rete tra le librerie e sviluppare progetti insieme con le scuole e le biblioteche osserva Giordano. Niente sgravi fiscali all orizzonte. SE NON VA in porto, bisogna credere nell invettiva dei librai. L esperi - mento arriva da Savona. Stefano Milano è titolare della libreria Ubik, catena in franchising. È quattro sere di fila che faccio le 4 di mattina esordisce con l aria stanca ma felice. Organizziamo eventi tutti i giorni, e non hanno quasi mai a che fare con la presentazione di romanzi. Le gente ha bisogno di utilità immediata. Allora il signor Milano ospita psicologi per parlare di crisi di panico e di coppia, medici per le diete alimentari, Libera per l educazione alla legalità, i Gruppi di acquisto solidale per imparare a risparmiare. Lancia petizioni contro gli abusi edilizi e lotta alla mafia che finiscono sui giornali. Scende in campo con le associazioni per le battaglie locali. Nella sua libreria le mamme allattano e cambiano i pannolini ai figli. E il fatturato in sette mesi è cresciuto del 2 per cento.

16 16 MARTEDÌ 22 LUGLIO 2014 SECONDO TEMPO il Fatto Quotidiano ACCUSE INCROCIATE IL BOEING ABBATTUTO Il Financial Times ha pubblicato ieri una foto che dimostrerebbe che ad abbattere l aereo della Malaysian Airlines sia stato un missile terra-aria MH17: c è chi ha visto tutto SISTEMI DI COMUNICAZIONE IN GRADO DI MONITORARE GLI AEREI UNA STRUTTURA USA O S S E RVA LE RAMPE DI LANCIO DEI MISSILI di Umberto Rapetto ome nei giochi di prestigio, quan- un aereo sparisce dai radar non Cdo scompare. Dal cielo o da terra c è sempre qualcosa che tiene sotto controllo la situazione. E magari salta fuori qualche testimone imprevisto GLI APPARATI A BORDO. Un sofisticato sistema di comunicazione riceve costantemente informazioni sulla posizione del velivolo, che spedisce a terra le coordinate del GPS, quota ed altri dati avvalendosi di differenti generi di soluzioni trasmissive. Le informazioni sono inviate utilizzando ad esempio l Aircraft Communications Addressing and Reporting System (ACARS), che sfrutta tecnologie diverse come canali VHF, satelliti e reti ad alta frequenza. Altro strumento è quello dei transponder, dispositivi che rispondono a costanti sollecitazioni dalle torri di controllo cui inviano brevissimi segnali che consentono di sapere che è tutto ok e dove si trova l aeromobile (si parla in questo caso di sistema radar secondario). Network satellitari di telefonia e dati (Globalstar, Inmarsat, Iridium e Thuraya) e reti GSM (dove tale segnale riesce ad arrivare) completano la tentacolare architettura di comunicazione. LA SCATOLA NERA. Nella malaugurata ipotesi qualcuno decidesse di oscurare ogni genere di contatto (e l abbia - mo visto nel caso della precedente disavventura della Malaysia Airlines), tutte le informazioni relative al volo non vanno perdute: posizione, altitudine, velocità, dati tecnici della sensoristica di bordo vengono memorizzati all interno del cosiddetto Flight Data Recorder. Resta traccia di tutto, persino l audio delle conversazioni in cabina di comando che viene registrato da un altro dispositivo che i tecnici chiamano Cockpit Voice Recorder. Questi due aggeggi, spesso inglobati in un unico corpo e normalmente identificati con la dizione scatola nera (anche se la stessa è di colore rosso-arancio), sono o dovrebbero essere facilmente rinvenibili dopo un incidente perché dotati di un pinger che invia un segnale di localizzazione per un intervallo di 30 giorni anche in caso di caduta in mare. PADRONI DEI CIELI Radar, scatole nere e soprattutto satelliti: così è stato informato il presidente Obama di tutti gli spostamenti dei filo-russi MISTERI E SORPRESE del volo MH17. A questo punto, in attesa di conoscere il contenuto delle scatole nere, viene da chiedersi chi avrebbe detto al presidente Obama che il missile che ha abbattuto il Boeing 777 delle linee aeree malesi era stato lanciato dalle formazioni filorusse. Sembrerebbe che a sapere tutto sia il personale tecnico del National Reconnaissance Office, a quanto pare in possesso di immagini ed altre elementi probatori. Questi impenitenti curiosoni sul sito w w w. n ro. g ov non esitano a dichiarare che quando gli Stati Uniti hanno bisogno di occhi ed orecchie in aree così critiche da non consentire soluzioni umane, là entrano in gioco loro. Proprio come i duri di John Belushi. La struttura, padrona dei cieli ed iper-segreta dal 1961 al 1992 (quando la sua esistenza venne portata a conoscenza del pubblico), avrebbe acquisito foto e video di un area che non sorprende affatto fosse sotto osservazione. Utilizzando sensori ad infrarossi ed altri mezzi di intelligence elettronica, quelli di NRO riescono a vedere le rampe di lancio di missili terra-aria e a rilevare segnali radar associati a sistemi Buk (apparati bellici all origine dell ab - battimento). A fotografare l accaduto sarebbe stato lo SBIRS (Space Based Infrared System), erede molto evoluto della costellazione satellitare DSP (D e fe n s e Support Program) già in funzione negli anni Sessanta e sovente utilizzata con finalità civili per tener d occhio grandi incendi ed eruzioni vulcaniche. IL GIALLO DI WIKIPEDIA. A margine dell immane disgrazia, il governo russo si sarebbe affrettato a modificare la pagina di Wikipedia relativa agli incidenti aerei e a indicare il caso come un abbattimento effettuato dalle forze militari ucraine. Chi ha corretto ha dimenticato che Wiki conserva tutte le versioni e riporta il numero di IP di chi ne è l autore. Ci mancava pure Internet L e - co m m e rce si fa social FACEBOOK s b a rc a nell e-commerce. Il re dei social network sta studiando un sistema di pagamento per effettuare acquisti online senza uscire dalla piattaforma blu. Basterà cliccare sul tasto co m p ra che comparirà nei post e inserzioni pubblicitarie. Menlo Park assicura che non condividerà le informazioni sulle carte di credito con altre aziende. Anche Twitter ha intenzione di entrare nel mondo dello shopping in rete per i suoi utenti. Per adesso, ha comprato CardSpring, una start-up che consente di creare app per le carte di pagamento. Anche in Italia, secondo i dati di Oss e r va to r i. n e t, le vendite in rete nel 2013 sono aumentate del 18 per cento. Nel design addirittura più 220 per cento. Le potenzialità del mondo con le lenti del futuro di Diletta Parlangeli uesta è una di quelle cose che quando Qeravamo piccoli, esisteva solo nella fantasia : è una delle signore intervistate nel video Elders react to Google Glass a dare l idea più adeguata di cosa siano gli occhiali di Google. Più un progetto, che un oggetto. Le reazioni degli anziani nel video (si trova su YouTube) mostrano lo stupore davanti a una tecnologia in fase sperimentale che nonostante la realtà iper-tech a cui siamo abituati, sembra concedere all utente un salto nel futuro. Ma cosa fanno questi occhiali? La prima caratteristica è che la fruizione è quasi completamente hands-free (il famoso senza mani! ). I comandi vocali consentono di consultare mappe, fare ricerche (navigare, cercare luoghi e raggiungerli), avviare chiamate video, mandare , consultare il calendario, scattare foto e condividerle. E chissà quanto altro. Le potenzialità saranno sondate a ogni piè sospinto, e gli sviluppatori sono chiamati a collaborare. I MERCATI SU CUI Google sta puntando sono Stati Uniti e Regno Unito, ed è lì che la versione Explorer (il programma che consente di sperimentarli) sta procedendo con migliaia di esemplari venduti. I consumer dovranno attendere. I modelli avvistati in alcuni negozi italiani delle catene Mediaworld e Saturn sono espositivi. Scrive Android World: Il costo è sì di euro ma ancora non sono in vendita e per ora si tratta solo di un modello da esposizione. I Google Glass hanno un cristallo in corrispondenza dell occhio destro (più in lato rispetto al livello dello sguardo) che attiva, davanti all utente uno schermo di circa 24 pollici a una distanza di poco meno di 2 metri e mezzo. Ecco cosa scrive chi li ha provati un anno fa: Nelle foto il cristallo è sempre posizionato molto vicino all'occhio, se non sovrapposto. In realtà, se lo piazzi davanti non vedi bene lo schermo: la giusta posizione è praticamente all altezza del sopracciglio scrive Maurizio Pesce, coordinatore delle sezioni Internet, Gadget e Mobile per Wi re d I ta l i a. Questa posizione ha due conseguenze: La GOOGLE GLASS In Italia costano duemila euro al paio La Pre ss e prima è che il temuto effetto sorpresa tipo stai parlando con me o leggendo qualcosa lì dentro? è veramente impossibile e guardarsi dritto negli occhi, senza ostacoli, è invece molto più facile di quanto immaginato; il secondo è che quando interagisci con gli occhiali avrai sempre quell espressione un po alla Verdone con gli occhi al cielo. Interessante il funzionamento dell audio, tra - mite induzione ossea : La sensazione è di avere un piccolissimo vivavoce sulla montatura, ma la vocina la senti solo tu. BABY SITTER Un sito per trovarle in zona di Chiara Ingrosso razie a internet anche la babysitter non è più Gun problema. Sitter-Italia è un sito che unisce le esigenze di chi cerca una babysitter e chi, invece, un lavoro. Se sei un genitore, basta iscriversi e trovata la persona che fa per te, con un abbonamento di 15 euro al mese puoi subito contattarla. Se cerchi un occupazione, che tu sia una ragazza alla prima esperienza, una mamma o anche una nonna, inserisci il tuo annuncio, il tuo indirizzo e la tua offerta sarà visibile ai clienti nella tua zona. I clienti possono lasciare commenti sulle esperienze e sulla professionalità delle candidate. Inoltre, il portale mette in contatto le famiglie dello stesso quartiere per far giocare insieme i loro figli o per organizzare insieme la custodia dei bambini. TWITTER DIXIT Licenziata perché lesbica, roba da Medioevo Dopo che le suore dell istituto privato Sacro cuore di Trento hanno licenziato un insegnante perché lesbica, arrivano le reazioni in Rete. to laico e I N S EG N A N T E di una scuola privata licenziata perchè lesbica. Se vuoi uccidere una persona, privala del a u re l i o m a n c u s o SIAMO RITORNATI al medioevo: a Trento una insegnate è stata licenziata x il suo orientamento sessuale.passo successivo è bruciare le NON SO SE è peggio la notizia o i commenti: "TRENTO - No al rinnovo del contratto dopo i «so- # T R E N TO, licenziata perchè lesbica, STOP finanziamenti a scuole che non rispettano la ca n a l e m m UNA SCUOLA paritaria può licenziare un insegnate CHI SBAGLIAnon sono, paradossalmente, le suore di Trento ma il nostro Staspetti» di e l l ye ss e QUEL CHE mi è successo è roba da Medioevo, come le discriminazioni verso ebrei o A #TRENTO p ro fe ss o re s - sa di scuola cattolica licenziata perché #lesbica!nel medioevo l'avrebbero IL CASO della #scuola "privata" di #Trento che non rinnova un contratto fa il giro d'italia... giusto meditare sulla cosa, E BUONGIORNO dal comandante Carmelita Barbara D U rs o LE PERSONE non cambiano, si rivelano. (cit.) Selvaggia Lucarelli MAI SENZA acqua...ogni volta dimentico che ai controlli me la fanno buttare :-( Paola Perego AV V E RTO ancora una volta: Chi non merita la mia amicizia dimostrandosi poco educato verrà BLOC- C ATO Massimo Boldi QUANTO TI VORREI, QUANTO TI VORREI, TU NON LO SAI, QUANTO SOGNARE CHE ANCORA MI FAI... Eros Ramazzotti

17 il Fatto Quotidiano SECONDO TEMPO MARTEDÌ 22 LUGLIO IL FLUSSO di notizie nei Tg nazionali scorre sotto i mezzobusti dei conduttori Ansa CANALE LEI Scomparsi in America Chi l ha visto? fa scuola IL PEGGIO DELLA DIRETTA Ode al s e r p e n to n e, nastro trasportatore delle notizie di Patrizia Simonetti n Nord America spariscono più Idi 700mila persone l anno. Tra queste molti adolescenti che scappano di casa di proposito, ma non per questo rischiano meno di finire male. Per loro e per le loro famiglie Investigations Discovery ha lanciato quest anno il suo Chi l ha visto intitolato Last seen alive e a meno di tre settimane dall ultima puntata in patria, giovedì alle arriva in esclusiva su Lei come Scomparsi. Non c è una giornalista che conduce né si può telefonare in diretta perché si tratta del consueto format con testimonianze e docufilm, ma si possono segnalare avvistamenti sul sito del programma o direttamente ai 5 investigatori privati che seguono i casi, solitamente chiamati dai familiari quando le indagini ufficiali sembrano a un punto morto. LA PIÙ NOTA è Monica Caison che nel 1994 apre il Cue Center for Missing Persons a Wilmington, in Carolina, con cui ritrova più di 9mila persone, perché lei lo sa cosa vuole dire essere una ribelle e girare il mondo in autostop mentendo sulla propria età: Era molto probabile che finissi in un fosso da qualche parte ricorda. Tom Klatt, ex detective della polizia di Toronto, si mette in proprio nel 98 aprendo l agen - zia internazionale MKD. Ambra Cammack di Houston, Texas, viene colpita dalla vocazione a 16 anni quando un compagno di liceo scompare e solo lei riesce a trovarlo. Christine Burke, ex detective in Florida, fonda la sua agenzia investigativa a Scottsdale, in Arizona. Kelly Townsend dopo 20 anni da investigatore privato, sconfigge il cancro e istituisce con la moglie l organizza - zione no profit 12 Legions of Angels. Un gentiluomo lo definisce Brandy Lee Irigoyen, madre dell adolescente Dakota che non è la prima volta che scappa di casa e che ha già provato due investigatori ma niente, invece entro 4 giorni Kelly e il suo team hanno trovato Dakota a Tucson dice in casa di un uomo di 32 anni e mia figlia ne ha solo 15!. Peccato che dopo tante ricerche, abbracci, lacrime e promesse Dakota fuggirà di nuovo e sempre a Tucson, ma stavolta tornerà a casa da sola dopo tre mesi. A dispetto del titolo che non sembra portare bene, in La - st seen alive ci sono diverse storie a lieto fine, ma non tutte. La sedicenne Ali Lowitzer ad esempio 4 anni fa scende da un autobus a Spring, in Texas, e svanisce nel nulla senza lasciare alcuna traccia: pare sia finita in un giro di droga e prostituzione, la famiglia e Ambra Cammack la stanno ancora cercando. di Fulvio Abbate i pensi mai al serpentone (rosso Co nero o grigio) delle notizie, lui che scorre come fiume rettilineo sotto le facce incravattate dei conduttori o gli orecchini mossi dal vento delle inviate, e ancora sta lì a compendio dei paesaggi dell informazione giornalistica d ogni messa in onda? Mi piacerebbe che perfino questo mai-citato mezzo di comunicazione delle notizie fosse finalmente riconosciuto e acclamato in tutta la sua pienezza, in tutta la sua evidenza; assodato che, perfino a dispetto della sensazione iniziale di un possibile elemento di disturbo visivo, appartiene ormai al racconto del flusso televisivo in modo insopprimibile, ormai quasi un classico. C era anche ieri mattina sotto la barba di Giuliano Ferrara in collegamento dalla redazione del suo Fo g l i o (a proposito: era proprio un crocifisso da aula scolastica o di giustizia quello che appariva sullo sfondo accanto al ritratto di Ratzinger e alla finestra affacciata sul lungotevere?) lì ad Ag o r à, su Raitre, come compendio e perfino Gli ascolti di domenica come menu, e c era in contemporanea anche a Omnibus, su La7: proprio un altro bel serpentone-titolo dove si poteva leggere Gaza: 500 morti L Europa tace, ovvero quando un semplice dato si accompagna a un implicita denuncia; c è quindi da immaginare che non siano poi così anodini questi nastri trasportatori le notizie, l agenda, la road map (terribile espressione) della giornata geopolitica KATIE FFORDE Spettatori 2,7 mln Share 15,5% IL PESCE INNAMORATO Spettatori 2,4 mln Share 13,6 % E CHE ORGASMO quando appaiono i refusi più straordinari, quando c è modo di scoprire che in regia devono essersi fatti una canna altrimenti non avrebbero scambiato il poeta Edoardo Sanguineti con il critico cinematografico Tatti Sanguineti, senza contare che sempre più spesso (e volentieri) quel nostro serpentone diventa la sede ideale di una sorta di interattività con il pubblico a casa: penso agli sms o anche ai tweet che, sebbene controllati per evitare che d improvviso scorra un bel #vaffanculo o peggio ancora troneggi un gran #suca, piovono come segno di attenzione, di fidelizzazione, come illusione di partecipazione, e c è quasi un senso di lutto quando il proprio messaggio fugge via dalla pubblica visione. Mi sembra ieri, l 11 settembre del 2011, che il serpentone dell americana CNN mostrava America under attack, lo ricordate, no? E che stupore iniziale quando il Tg 2 decise che il serpentone sarebbe diventato una prerogativa grafica del proprio flusso di news, quasi lo stesso stupore che prese ad accompagnare i tifosi quando il nome dello sponsor iniziò a campeggiare sul petto delle maglie, senza contare il nome del campione stampato sullo schiena. Bizzarro per una civiltà che fino a ieri si diceva avesse deciso di abbandonare la dimensione gutemberghiana a favore del messaggio unicamente visivo, o sbaglio? E non abbiamo ancora detto di S ky Tg 24, che è poi l apoteosi dei serpentoni, messo lì a scorrere quasi a voler far concorrenza al serpentone en plein air di Time Square dove appaiono i dati della borsa di Wall GP DI F1 DELLA GERMANIA Spettatori 2 mln Share 11% S KY L I N E Spettatori 1,1 mln Share 6,4%

18 18 MARTEDÌ 22 LUGLIO 2014 SECONDO TEMPO il Fatto Quotidiano SENTENZA D A P P E L LO Il senso della Legge e la sentenza Ruby ni N V EC E nessuno la vuole davvero. Non la vogliono i deliri di Hamas: per i reclusi di Gaza l estremismo può essere una professione. Non solo dollari, armi e protagonismo di chi nella gabbia senza futuro prova a diventare qualcuno giocando con la rabbia dei disperati e le armi che arrivano dalle oligarchie dell i n t ra n s i ge n za. Non la vogliono certi politici del paese padrone, atomiche in cantina, arsenali riforniti dalle solite potenze. Durante l assedio della Beirut 82, le cadi Roberta De Monticelli Le sentenze non si commentano. E infatti questo non è un commento a una sentenza di assoluzione di un potente accusato e in primo grado condannato, ma un esame dello stato d animo di un cittadino che l ha appresa. Se non è rappresentativo di uno stato d animo diffuso, gettate via questa riflessione o lanciatele contro le vostre obiezioni. Ecco la fenomenologia di una relazione sentimentale che un cittadino intrattiene con la Legge. Non intendo quella morale che si dice viva invisibile in noi, come il cielo stellato splende su di noi. Intendo quella visibile e scritta, che da noi da molto tempo, ridotta a selva oscura nella lingua, opaca negli intenti, pletorica di manomissioni politiche, ha perduto ogni ambizione di rendere visibile la ragione della nostra coesistenza civile. Che questa ambizione uno Stato la perda quanto più dilaga la corruzione al suo interno è una correlazione nota già a Tacito: Corruptissima re publica plurimae leges. Ma il cittadino che forse rappresento è incompetente a giudicare nel caso particolare se lo strumento legislativo fosse o non fosse capzioso, o se tale fosse o non fosse la sua applicazione. La questione è un altra. Silvio Berlusconi La Pre ss e BISOGNO PRIMARIO Chiedere giustizia è chiedere che tutti sappiano la verità, in modo che ogni coscienza possa giudicare se e quale male sia stato fatto IN ALTRI TEMPI, tempi più drammatici ma forse per questo meno desolati del nostro una donna ebbe la vita sconvolta, perdendo il compagno della sua vita e padre delle sue figlie. Cercò giustizia e non l ottenne. Dal fondo del suo limpido dolore disse una cosa che dovremmo insegnare ai nostri figli: chiedere giustizia non è chiedere punizioni, agitare cappi e forche. Perfino la sanzione, la sua giustezza, la sua effettività, la sua certezza, i suoi limiti per quanto importanti siano nel diritto penale sono in definitiva secondari in una domanda di giustizia. Un altra cosa è immensamente più importante. Chiedere giustizia è chiedere che tutti sappiano la verità. Che tutti sappiano cosa veramente è successo, in modo che ogni coscienza possa giudicare nel proprio silenzio se e quale male sia stato fatto, da chi e come sia stato fatto, e perché. Tanto forte, tanto radicata in noi è questa domanda di verità, cuore puro della nostra esigenza di giustizia, tanto vincolante la sua esigenza ideale, che l abbiamo da sempre, in infinite forme pittoriche e religiose, rappresentata proprio nell Idea del giudizio universale. Dove il momento culminante della giustizia non è l esecuzione, ma la pronunzia del giudizio o forse, dove la pronunzia è già l esecu - zione. È ciò che idealmente conta. Dove fiat justitia e fiat veritas coincidono. Poi, che l inferno resti vuoto, che il paradiso ci risparmi la sua interminabile noia! Abolite le prigioni, trovate altri mezzi di difesa della sicurezza di prevenzione del crimine, di ri-socializzazione. Purché questo l irraggiungibile Ideale tutti sappiamo che cosa, in verità, abbiamo fatto, e chi siamo. E questo vale anche in riferimento a queste minuzie di una corruptissima respublica, che paiono inezie di fonte a tutte le immani ingiustizie che tormentano il mondo ai nostri confini o sotto i nostri occhi. Se muoviamo qui le Idee e gli Archetipi della nostra coscienza anche in riferimento a fatti relativa - mente parlando tanto ridicoli o meschini come quelli di cui era accusato l ex-cavaliere ora assolto, è precisamente perché è IL FRASARIO tutti quei nuovi modi di fare e d essere e modi diversi di produrre o aggregare, interamente verbali e vocali e fonici e mortificanti per l'intelligenza e presi fintamente sul serio dai giornali e niente affatto svergognati benché fatti soltanto di bla, senza mai un non diciamo cazzate da parte di chi riferisce o intervista o commenta. (Alberto Arbasino, In questo stato) di Daniela Ranieri la volta buona. L Italia ri- Andare a vedere le Èparte. carte. A patto di non gettare la palla in tribuna. È l ultima spiaggia. Il meglio deve ancora venire. Ci divertiremo insieme. Dobbiamo smetterla di piangerci addosso. Il risultato lo portiamo a casa. Le riforme non possono aspettare. Un partito che studia. Per i nostri figli e i nostri nipoti. Poche chiacchiere. Facciamo ripartire il treno. Togliamo il sasso dai binari. L'Italia può essere il locomotore d'europa. Nessun piano B. Le riforme sono come precisamente del ridicolo, anzi del meschino, che il male dell indifferenza e della sfiducia si nutre con il suo cinico sarcasmo, quando sembra (dico sembra, pronta alle smentite) che il pronunciamento della giustizia e la luce sulla verità dei fatti abbiano poco o niente a che fare l una con l altra. OT T E N E R E giustizia è uno dei bisogni più profondi e personali dell essere umano: ma che questo bisogno sussista profondissimo anche quando non siamo noi le vittime, questo è straordinario. E lo è anche il fatto che questo bisogno profondo e personale è soddisfatto nella sua ultima profondità solo quando tutti sanno. Ottenere giustizia è, al suo livello più profondo, non ottenere nulla per sé, ma luce per tutti. Il più personale dei bisogni si tramuta in una richiesta impersonale, anzi di più: tanto più profondo è il sollievo personale che la sua soddisfazione comporta, quanto meno mista di vantaggio personale è la contemplazione della verità accertata di fronte a tutti. E questa è l essenza ideale dell etica pubblica. Un capo di governo telefonò una notte in una Questura perché una sua protegée fosse sottratta alle regole che valgono per tutti, portando a giustificazione una ridicola bugia. Ottenne quello che voleva. Un Parlamento votò sulla verità della bugia, o sulla sua buona fede. Un Tribunale d appello sciolse l imputato dalla condanna e gli rese piena l inno - cenza. È questa la giustizia che ha nel suo cuore più profondo e puro una domanda di verità? NOI E LORO La s p e ra n za è finita: nessuno vuole la pace di Maurizio Chierici Tra rivoluzione e palle in buca un premier innamorato degli spot il Pin del telefonino. Sblocchiamo la tastiera. Avanti tutta. Cambiare davvero. Settimana decisiva. Non c è un minuto da perdere. Siamo i depositari della speranza. Non stiamo facendo le corse. Sarà una rivoluzione copernicana. È la svolta buona. Chiudiamo 30 anni di dibattiti. Non cadiamo nel derby ideologico. Mille giorni per cambiare l Italia. Settimana chiave per le riforme. 54mila nuovi posti di lavoro. Stiamo facendo la rivoluzione del buon senso. Tornare sull idealità. Ci vuole senso di responsabilità. Siamo in dirittura. Siamo a un bivio. Lavoriamo sodo. Ci hanno dato un opportunità. Non andare a testa bassa sulle cose da fare. Se non cambiamo noi tradiamo noi stessi. Mare Nostrum non può essere solo nostrum. Dobbiamo cambiare le cose che abbiamo già detto che dobbiamo cambiare. Siamo la generazione Erasmus. Non chiediamo un giudizio sul passato ma vogliamo cominciare il futuro. Piaccia o meno ai frenatori. È importante regalare un sorriso. La gioia di una bevuta insieme. Ogni volto corrisponde a un voto ogni voto corrisponde a un volto. La Costituzione appartiene al popolo italiano. Portare un po di caldo. Non siamo qui per mettere le bandierine. IL PD NON lascia agli altri la bandiera della libertà. È un derby tra rabbia e speranza. Mi gioco l osso del collo. In 15 giorni si chiude. Ci metto la faccia. C è un'identità da respirare insieme. Antonio Meucci è un uomo incredibile. Trasformare l orgoglio in responsabilità. Non essere solo un puntino su Google maps. No alla palude. L'Italia non ha paura dei giudizi però io ho un po' paura dei pregiudizi. Non si dorme la notte col 41%. Il futuro ha bisogno di noi. Il futuro è casa nostra. Ritroviamo l'anima dell'europa. Se l Euro - pa oggi si facesse un selfie. La politica ha una sua dignità. Fuori c è foschia. Oggi c era il sole ma faceva freddo a Prato. Formazione politica ma anche serie tv americane. È un sogno. Vogliamo dare una chance al possibile e all impossibile. C è lo chi sopravvive a 30 anni di clandestinità, eppure da bravo mercante capisce che il sogno di una vita normale batte in tanti cuori. Israeliani o palestinesi non importa. GAZA DI SANGUE Sadat e Begin, Arafat e Rabin, Peres e Arafat, Abu Mazen e Peres, Camp David, Oslo, Vaticano: stesse scene da 50 anni Le vittime di Gaza La Pre ss e MA COME PARLI? È importante regalare un sorriso La gioia di una bevuta insieme. Non ci sono più alibi. Il girotondo lascia sempre lì bisogno di ripartire. Io tutta la vita. Tocca a noi guidare la macchina. Riscoprirsi Telemaco. Non cambiare tutto ma cambiare tutti. Dare un anima al riformismo. Un Italia che sia leader e non follower. Non lasciare ma raddoppiare. Le cose giuste sono giuste. Abbassare i toni. Alzare le ambizioni. La scuola è la madre di tutte le battaglie. Il lavoro è la madre di tutte le battaglie. Lo stop alla nnon SAPPIAMO s t a s e ra (ieri, ndr) quanti saranno i morti di Gaza e in quali rifugi tremano 200 mila profughi che hanno abbandonato case e ricordi. Quante volte abbiamo scritto la stessa storia. Quasi mezzo secolo fa raccontavamo cosa succedeva a Gerusalemme o ad Amman dove re Hussein si avviliva per la disfatta nella Guerra dei sei giorni: Ho perso metà Giordania e non capisco se è l inizio o la fine di qualcosa. Mezzo secolo dopo, la speranza è finita e abbiamo imparato che la pace è impossibile. C è chi non la vuole da una parte e dall a l t ra. Quando prevale la ragione sull arroganza, succede sempre qualcosa e ricomincia la violenza. Sadat e Begin, Arafat e Rabin, Peres e Arafat, Abu Mazen e Peres, sorrisi a Camp David, Casa Bianca, Oslo, Giardini vaticani. Ma poi Sadat viene ucciso dai fanatici dell islam, Rabin assassinato dalla destra di Israele e appena Arafat all Onu alza fucile e ulivo, ( proviamo a capirci o la guerra continua ) Georges Habbash, medico estremista, inventa la guerriglia dei cieli: ragazze che dirottano aerei, terroristi del suo Fronte di Liberazione sull Achille Lauro: assassinato Leon Klinghoffer, ebreo americano in carrozzella. E attentati suicidi sui bus o nei caffè. Il gioco delle spie intreccia trame complicate: Abu Nidal, condannato a morte per terrorismo dall Olp, gira il mondo e fa strage dei moderati ostili alle guerre sante ispirate da Libia, Siria, Iraq. Il Fi - nancial Times lo descrive burattino di Tel Aviv. Arafat non era innocente. Non può esserse si sbriciolavano in silenzio mentre Washington recitava l ipocrisia degli appelli umanitari. Tre mesi dopo summit con Netanyahu: gli strateghi Usa annunciano la cancellazione dei debiti militari israeliani per l ottimo collaudo delle nuove armi nella guerra libanese. Impossibile immaginare i giochi di prestigio dei grandi protagonisti. Speriamo la smettano di ripetere, come dischi rotti, le parole di Hans Frank, governatore di Hitler a Varsavia, scatenato nella distruzione del ghetto: I banditi si fanno scudo dei civili, sono loro i responsabili delle stragi. Se miracolosamente si arrivasse a un accordo, il giorno dopo Netanyahu annuncerà nuove colonie nelle proprietà requisite ai palestinesi. E i fuochi si riaccendono. Ben Gurion, padre della patria, lo aveva previsto: ricordo di Nahun Goldmann quando dirigeva il movimento sionista e rappresentava l Agenzia Ebraica alle Nazioni Unite: Le paradoxe juif, editore Stock, Parigi. 1956, due vecchi polacchi attorno al tavolo della cena. Perché si amareggia Ben Gurion gli arabi dovrebbero fare la pace con noi? Se fossi loro non firmerei. Ci siamo presi il loro paese. Dio ce l ha promesso, ma agli arabi cosa interessa? Non pregano il nostro Dio. Abbiamo avuto Hitler e i nazisti, ma gli arabi cosa c entrano? Perché dovrebbero rassegnarsi? Fra due o tre generazioni può succedere intanto dobbiamo essere forti, con un esercito potente altrimenti ci distruggeranno. Meno pessimista Goldmann. Come puoi dormire con questo incubo? Ben Gurion scuote la testa: Chi ti ha detto che dorma?. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi La Pre ss e burocrazia è la madre di tutte le battaglie. Noi più forti dei pagliacci. L Europa deve tornare ad essere una frontiera. Ha vinto la speranza. Manderemo la palla in buca. Nessun rinvio. Non siamo schizofrenici. Il girotondo lascia sempre lì. Non tramo ma non tremo. Non è un punto d arrivo ma di partenza. Non si vince per prendersi una rivincita. Prima c erano falchi e colombe ora gufi e sciacalli. Lo dico a chi ci segue da casa. Non ho la bacchetta magica. Comanda chi ha i voti. Lotterò su ogni pallone. O lo metto in forcing o non tocco palla. Non c è un problema Italia in Europa, c è un problema Europa nel mondo. Le regole si scrivono insieme. Siete voi che ci fate vincere. Non ci sono più alibi. Non abbiamo più scuse. Ma siamo l'italia, e ce la faremo. (Frasi estratte dai discorsi di Matteo Renzi dell ultimo anno)

19 SECONDO TEMPO il Fatto Quotidiano MARTEDÌ 22 LUGLIO Le guerre sono il male, chi vince perde lo stesso Uccise circa 438 persone di cui 100 persone solo ieri, 81 mila sono gli sfollati. Gli Israeliani non si fermano, continuano, sono determinati a portare avanti l offensiva. Anche Eddie Vedder è intervenuto sulla questione del conflitto israelo-palestinese scatenando un putiferio con le dichiarazioni, rilasciate dal palco del National Bowl di Milton Keynes dove i suoi Pearl Jam hanno suonato venerdì scorso. Le guerre sono il male, portatori di rovine e di povertà. Alla fine chi pensa di aver vinto ha perso comunque. Fermatevi! Pino Masciari Berlusconi assolto, avevamo tutti torto Dunque il signor Berlusconi Silvio è stato assolto in appello. Dunque la signorina (ragazzina) Ruby era davvero la nipote di Mubarak!! Il signor Berlusconi ha davvero telefonato da Parigi per evitare un grave incidente diplomatico!! Nicole Minetti probabilmente faceva parte di una associazione di volontariato per l accoglienza delle ragazze in difficoltà. Il Parlamento di allora ben ha fatto a credere che Ruby avesse uno zio tanto illustre!! Ragazzi, ho paura che abbiamo sbagliato tutto, e ora avanti Renzi, più di prima!! Umber to Quella politica che esclude i cittadini la vignetta Se in un partito politico tutte le opinioni si inchinano al leader, quel partito è finito e cessa la sua funzione di motore delle scelte per la collettività. L'effetto congiunto del quasi azzeramento del Senato e del "super porcellum" elettorale, insieme con altri piccoli ritocchi, può determinare una crisi del sistema democratico. Può piacere o non piacere, basta saperlo. "Basta conoscere il menu che ci stanno preparando!" scrive Michele Ainis. Gli italiani però in genere non lo sanno, disinformati, fuorviati, preoccupati come sono, non si rendono conto della pietanza che viene cucinata. "Ce lo chiede l'europa" è il falso ritornello. Noi cittadini però avvertiamo che i problemi sono altri, come corruzione, evasione, disoccupazione, povertà, sviluppo, e semmai su questi l'europa ci chiede di intervenire. Sembra quasi che l'aumento della povertà del Paese coincida con l'aumento del potere di pochi: oltre sei milioni di poveri e meno sovranità popolare. Mentre il potere studia come rafforzarsi, con premi di maggioranza e sbarramenti, i cittadini restano più sguarniti nel voto, nella casa, nella sussistenza. Si tratta di un caso disgraziato o di un lucido disegno? A Calderoli, autore del "porcellum" incostituzionale vien data la responsabilità di relatore del nuovo "super porcellum" elettorale, i nuovi senatori a mezzo servizio avranno tempi strettissimi per correre dalle loro sedi a Roma e non riusciranno a far bene nessun lavoro. In compenso il Governo potrà far approvare le sue leggi in 60 giorni senza tante storie. E allora come si informano i cittadini? I più anziani ricordano che, quando si trattò di varare il centro-sinistra negli anni 60, i partiti consultarono la loro base, con assemblee in ogni sezione, con discussione e con voto finale. Allora si trattava di allargare la base democratica. Oggi, che si tenta di restringerla e i mezzi di consultazione sono più facili, tutto tace. È un caso disgraziato o un lucido disegno? Mauro Bortolani Se vuoi la pace, fai la pace La guerra di Gaza non è la prima, prima ci sono state altre guerre. Operazione A DOMANDA RISPONDO Furio Colombo Cosa vuol dire t r ov a r e la quadra CARO FURIO COLOMBO, ogni tanto i conduttori o conduttrici dei nostri telegiornali improvvisamente annunciano la soluzione di un problema (di solito una forma di accordo) con le parole si è trovata la quadra. E un linguaggio semplice o una penosa imitazione di Bossi? E l v i ra Pioggia d'estate 2006: 165 morti palestinesi e zero israeliani; Operazione Piombo fuso del dicembre-gennaio : 1400 palestinesi uccisi, 13 israeliani (di cui 3 da fuoco amico); Operazione Pilastro di difesa 2012: 170 palestinesi uccisi, 5 israeliani. L'operazione Bordo protettivo in corso: 500 palestinesi uccisi (il numero cresce di ora in ora), 13 morti israeliani, finora. I governanti israeliani sostengono che sono stati costretti a fare la guerra, che ad essa non hanno alternativa. Così ripetono i grandi giornali italiani. Non è vero che alla guerra non c è alternativa: l alternativa è la pace, e la pace si ottiene con la giustizia: porre fine all Occupazione dei Territori palestinesi, che dura da 47 anni, porre fine all assedio di Gaza che dura da sette anni. Luigi Fioravanti L importanza dei valori di un primo ministro Come al solito in Italia finisce tutto dall Azzeccagarbugli. Anche se Ruby aveva 20 anni, era a casa del mio ex Presidente del Consiglio ultrasettantenne a fare sesso insieme a decine di altre fanciulle di facili costumi. Per me questo è più che sufficiente per essere stato umilia- to da quel Presidente. E per non volerlo più vedere un solo secondo sulla scena pubblica. Nella vita vi sono tante cose da fare. Se un uomo investe soldi e tempo per governare uno Stato, e se arriva sulla poltrona più ambita, mi aspetto che abbia un livello culturale e morale di assoluto rispetto. Mi aspetto che passi le serate a confrontarsi con filosofi ed intellettuali sul futuro della democrazia e del nostro modello economico. Mi aspetto che coltivi i suoi alti ideali e valori, e che scruti il futuro collettivo. Berlusconi passava le sue serate nel suo bordello privato. E per condannare TEMO CHE SIA UNA PENOSA imitazio - ne di Bossi. Il mio lungo periodo di servizio nella attività giornalistica mi autorizza a dire che non ricordo l uso della pur comune frase colloquiale nella vita politica o in quella giornalistica italiana prima di Bossi. La storia di Bossi è interessante. Ha fatto di una presunta semplicità da periferia urbana (ma anche con l'intenzione di fare eco alle valli da cui sarebbe disceso, se necessario, il suo esercito di truffatori delle quote latte) una sorta di stile, di marchio di fabbrica che avrebbe dovuto produrre un riconoscimento immediato. L espediente ha funzionato non tanto per la bravura dell oratore quanto per l astuto meccanismo messo in piedi con la trovata di certi racconti delle fiere di mercato: l imbonitore fa credere di avere in mano un risultato che avrà solo se coloro che lo ascoltano cadono nella trappola. Niente di più semplice, però qualcosa che farebbe invidia alla grande finanza o agli inventori di fondi su beni che non esistono. Bossi inventa la Lega, che può dare noia sulla destra. A destra c è un ricco che può comprare tutto quello che gli dà fastidio. Bossi è proprio lì in mezzo alla strada a dire che loro dilagheranno nelle valli e nelle pianure. E ha inventato (bisogna riconoscerglielo) una macchina teatrale (dall ampolla alle sorgenti del Po agli insulti al Tricolore a Venezia davanti alla casa della signora Massarotti, l'unica che non è caduta nella trappola e gli rispondeva per le rime). Berlusconi ha abboccato e si è accollato tutte le spese della baracca padana per due decenni. Ogni volta, prima della cena del lunedì, Bossi inventava una difficoltà per la quale bisognava trovare la quadra. Alla fine della cena o la mattina dopo, l'annuncio era Abbiamo trovato la quadra. Evidentemente Berlusconi riteneva utile evitare fastidi facendo subito la sua parte, ovvero ciò che ci si aspetta da un uomo di mezzi. E la Lega Nord, oltre a togliersi la soddisfazione di tormentare in ogni modo gli immigrati e chiunque li difendesse (ricorderete che in questo Paese civile la ministro Kyenge era un orango ) votava a occhi chiusi qualunque cosa richiesta da Berlusconi, ed era anzi specializzata nel sostegno appassionato delle leggi ad personam oltre che del Porcellum di Calderoli. Insomma la quadra si è trovata sempre alle condizioni di mercato stabilite con molta bravura dal Bossi, classico finto tonto della commedia dialettale. Consiglio ai miei colleghi, almeno quelli dei tg, di stare lontani da una frase tutta legata a un passato così poco glorioso. Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano Roma, via Valadier n. 42 l e t te i l fa t to q u o t i d i a n o. i t politicamente un tale personaggio pubblico non ci vuole l Azzeccagarbugli, ma minimi standard di civiltà. Tommaso Merlo Renzi in realtà dovrebbe dire grazie a Grillo Si parla tanto, ma direi che soprattutto l'interessato, cioè Matteo Renzi, non fa altro che parlare della sua forza che gli deriverebbe da quel ormai nauseante 40,8% di consensi alla elezioni Europee. Intendevo proprio dire che il Renzi deve ringraziare Grillo per quel risultato elettorale, e mi stupisce che navigati studiosi di politica italiota non lo abbiano ancora capito. Il Guru genovese e i suoi accoliti hanno urlato una campagna elettorale d'assalto che ha spaventato milioni di persone serie che probabilmente lo avrebbero anche votato ma che hanno temuto che poi il savonarola genovese avrebbe potuto davvero rivoluzionare l'italia. Tutto qui, la gente ha avuto paure e ha votato per Renzi. Luigi Balia B. pessimo vincitore Impari da Andreotti Nel processo d'appello sul caso Ruby, Berlusconi è stato assolto da ambedue i reati. Sono rimasto un po sorpreso anche se in fondo poteva essere plausibile, troppo vaghe erano le accuse anche se il comportamento dell'ex premier era da deplorare sia nel modo come nel sistema. Comunque a differenza di tanti giustizialisti, anche se io personalmente mi sarei aspettato una sentenza diversa, tutte le sentenze le rispetto, sia quando mi piacciono sia quando non mi piacciono. Reputo dannosa per la democrazia una giustizia personale "a la carte". Quello che trovo disgustoso nel comportamento di Berlusconi e' che quando viene condannato i giudici sono dei criminali, quando viene assolto sono eroi, mi aspetterei anche da parte sua un contegno più corretto e un rispetto maggiore verso la magistratura. Impari da Andreotti come ci si comporta quando si rappresenta lo stato e le sue istituzioni. Carlo Giglioli I NOSTRI ERRORI In un corsivo su una discutibile iniziativa editoriale di Mf-Milano Finanza la vis polemica ha spinto a trascendere un po con commenti poco eleganti sull editore Paolo Panerai. Di questo ci scusiamo con l interessato e i lettori. Il Fatto Quotidiano Roma, via Valadier n. 42 il Fatto Quotidiano Direttore responsabile Antonio Padellaro Condirettore Marco Travaglio Direttore de ilfattoquotidiano.it Peter Gomez Caporedattore centrale Ettore Boffano Caporedattore Edoardo Novella Caporedattore (Inchieste) Marco Lillo Art director Paolo Residori Redazione Roma, Via Valadier n 42 tel , fax mail: segreteria@ilfattoquotidiano.it - sito: Editoriale il Fatto S.p.A. sede legale: Roma, Via Valadier n 42 Presidente:Antonio Padellaro Amministratore delegato: Cinzia Monteverdi Consiglio di Amministrazione: Luca D Aprile, Peter Gomez, Marco Tarò, Marco Travaglio, Lorenzo Fazio FORME DI ABBONAMENTO Abbonamento postale annuale (Italia) Prezzo 290,00 e Prezzo 220,00 e Prezzo 200,00 e Abbonamento postale semestrale (Italia) Prezzo 170,00 e Prezzo 135,00 e Prezzo 120,00 e Modalità Coupon annuale * (Italia) Prezzo 370,00 e Prezzo 320,00 e Modalità Coupon semestrale * (Italia) Prezzo 190,00 e Prezzo 180,00 e 6 giorni 5 giorni 4 giorni 6 giorni 5 giorni 4 giorni 7 giorni 6 giorni 7 giorni 6 giorni Centri stampa: Litosud, Roma, via Carlo Pesenti n 130, Milano, Pessano con Bornago, via Aldo Moro n 4; Centro Stampa Unione Sarda S. p. 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Les. 196/2003): Antonio Padellaro Chiusura in redazione: ore Certificato ADS n 7617 del 18/12/2013 Iscr. al Registro degli Operatori di Comunicazione al numero COME ABBONARSI È possibile sottoscrivere l abbonamento su: /abbonamenti/ Oppure rivolgendosi all ufficio abbonati tel , fax o all indirizzo mail: Servizio clienti MODALITÀ DI PAGAMENTO Bonifico bancario intestato a: Editoriale Il Fatto S.p.A., BCC Banca di Credito Cooperativo Ag. 105, Roma, Via Sardegna n 129 Iban IT 94J Versamento su c. c. postale: intestato a Editoriale Il Fatto S.p.A Roma, Via Valadier n 42, Dopo aver fatto il versamento inviare un fax al numero , con ricevuta di pagamento, nome, cognome, indirizzo, telefono e tipo di abbonamento scelto Pagamento direttamente online con carta di credito e PayPal.

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