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1 SHEMà Ascolto e Annuncio

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3 Romano gozzelino OMELIE PER I MATRIMONI

4 Per i testi biblici Copyright 2008 Fondazione di Religione Santi Francesco d Assisi e Caterina da Siena per gentile concessione Imprimatur Padova, 22 novembre 2011 Onello Paolo Doni, Vic. Gen. ISBN ISBN (PDF) ISBN (EPUB) Copyright 2012 by P.P.F.M.C. MESSAGGERO DI SANT ANTONIO EDITRICE Basilica del Santo - Via Orto Botanico, Padova

5 Presentazione Le omelie esposte in questa pubblicazione sono state preparate con riferimento alle letture dell Antico e del Nuovo Testamento proposte dal Lezionario per il Rito del Matrimonio. Vengono prese in considerazione soltanto alcune letture (venti) tra quelle ritenute più adatte e accessibili. A questo proposito vorrei fare notare che alcuni brani del Lezionario sono piuttosto affini tra loro, almeno per quanto riguarda le riflessioni che possono offrire. Pertanto, in alcuni casi, il commento di una lettura si può applicare anche a un altra simile, da me non commentata, ma scelta eventualmente dalle persone interessate. Circa la successione dei brani scritturistici, l ordine seguito è quello progressivo del Lezionario. Naturalmente, ogni celebrante dovrà adattare alla situazione concreta la scelta dei contenuti, come pure il linguaggio e l approccio. Alcuni passaggi del testo sono stati messi tra parentesi quadre, per indicare che potrebbero essere tralasciati senza compromettere il senso compiuto. Il principio a cui il sottoscritto cerca di attenersi nelle omelie è quello della duplice attenzione o fedeltà: a Dio e all uomo. Così si è sforzato di fare nel presente lavoro. A questo riguardo, non si può non tenere conto del fatto che, in circostanze come quella del matrimonio, si avvicinano persone che, frequentando poco o forse per nulla la chiesa, sono digiuni di fede cristiana. è un occasione opportuna per la «pastorale dell annuncio» da parte del celebrante, perché anch essi possano trovare una parola significativa per la loro vita. 5

6 Infine, vorrei fare presente che anche se queste omelie sono destinate, com è ovvio, a chi presiede la celebrazione del matrimonio, tuttavia ritengo che possano essere utili agli sposi stessi, come pure a coloro che seguono la preparazione dei fidanzati. Opere consultate Aceti = Ezio Aceti, Amarsi e capirsi, Monti, Saronno (Varese) Biffi = Giacomo Biffi, Ripartire dalla verità, Mondadori, Milano Borsato = Battista Borsato, L amore intelligente, Queriniana, Brescia Cammino = Madre Teresa, Il cammino semplice, Mondadori, Milano Catechismo = Catechismo della Chiesa cattolica, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano Curtaz = Paolo Curtaz, In coppia con Dio, San Paolo, Cinisello Balsamo Deus = Deus caritas est, lettera enciclica di Benedetto XVI, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano Grün = Anselm Grün, Gesù, via alla libertà, Queriniana, Brescia King = Martin Luther King, La forza di amare, SEI, Torino La Bibbia = La Sacra Bibbia, nuova versione CEI-UELCI, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano Mondadori = Evangelo secondo Matteo/Marco/Luca/Giovanni, 4 voll., Mondadori, Verona Olandese = Il nuovo catechismo olandese, Elledici, Torino Poppi = Angelico Poppi, I quattro Vangeli, Commento sinottico, Edizioni Messaggero, Padova Ravasi = Gianfranco Ravasi, La Bibbia. Risposta alle domande più provocatorie, San Paolo, Torino

7 1. A immagine di Dio Genesi 1, a Dio disse: «Facciamo l uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». E Dio creò l uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra». Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. ab Ogni persona umana è strutturata in modo tale che non può realizzarsi pienamente senza essere in relazione con le altre persone. L esperienza che facciamo della ricerca della compagnia, del bisogno di stare insieme, ci conferma questa verità. La vita è fatta di rapporti reciproci e tutti dipendiamo gli uni dagli altri. Non solo: tutta la condizione umana è un dare e ricevere, amare ed essere amati. Dove non è così, si vive nell aridità e nella monotonia. Invece dove avviene questo scambio, nasce nuova vita, sgorgano nuovi pensieri, nuove idee, realtà inedite. 7

8 L unione dell uomo e della donna nel matrimonio trova una realizzazione specifica di questo ritmo grandioso. Nella prima lettura che abbiamo ascoltato l autore sacro afferma che negli esseri umani Dio ha impresso la propria immagine. Lo stesso autore identifica questa immagine divina con l essere maschio e femmina, uomo e donna: «Dio creò l uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò» (Genesi 1,27). Si tratta della capacità insita nella sessualità di amare e di generare alla vita attraverso la comunione tra uomo e donna. Da sempre, queste sono le due grandi finalità del matrimonio, i suoi valori, i suoi beni. Ciò rientra nel piano di Dio, corrisponde al disegno di lui creatore e padre. Gesù nel vangelo (Matteo 19,4-5), citando le medesime parole del Genesi, riafferma questa verità. Dalla rivelazione cristiana sappiamo che Dio è Padre, Figlio e Spirito Santo: un solo Dio in tre Persone. Così egli si è rivelato nella storia della salvezza e così continua a rivelarsi a noi. Riconoscendo che Dio è Padre, Figlio e Spirito, noi riconosciamo che già nella sua natura, nella sua stessa intimità, nella sua «vita interna», se così possiamo dire, egli non è solitudine, isolamento, chiusura, incomunicabilità ci stiamo esprimendo con parole umane, consapevoli della loro inadeguatezza, ma in Dio la vita è relazione, è dialogo e comunicazione, apertura e reciprocità. In una parola sola: «Dio è amore» (1Giovanni 4,8). Pertanto, proviamo a fare questo semplice ragionamento: se Dio è amore e se l uomo è stato creato a sua immagine, allora possiamo dire che più l uomo vive nell amore e più onora e realizza la sua somiglianza 8

9 con Dio. In questo modo, quindi, egli rispetta la propria dignità e risponde alla sua vera vocazione. A volte, guardando un bambino, si dice: «È tutto suo padre», oppure: «Ha gli stessi occhi della mamma». Più noi viviamo nell amore, e più «assomigliamo» a Dio. Sant Agostino scriveva: «Se vedi la carità [l amore], vedi la Trinità» (citato da Benedetto XVI, Deus, 19). Nel Catechismo della Chiesa cattolica leggiamo che noi non proclamiamo la fede in tre dèi, ma in un unico Dio in tre Persone. Inoltre, si afferma che le Persone divine sono distinte tra loro: «il Figlio non è il Padre, il Padre non è il Figlio, e lo Spirito Santo non è il Padre o il Figlio» (Catechismo, nn ). Dunque, nella natura di Dio c è l unità, ma c è anche la distinzione. Pertanto, sviluppando ulteriormente la nostra riflessione, ne consegue che nelle relazioni umane più rispettiamo queste due caratteristiche l unità e la distinzione e più rispettiamo in noi l immagine di Dio. È facile applicare alla vita di coppia e al matrimonio questa riflessione che abbiamo fatto e che nella sua formulazione può sembrare forse un po astratta. Diciamo che l uomo non è la donna, e la donna non è l uomo. Le caratteristiche di lui non sono quelle di lei. La psicologia maschile è diversa da quella femminile. È importante riconoscere queste differenze e soprattutto accettarle. Lo stesso vale per le differenze che derivano dal carattere della persona. Possiamo includere anche le diversità dovute alle abitudini, alla cultura e all educazione ricevuta. Dunque, il matrimonio è una comunione di due persone che sono e rimangono diverse e che si amano restando diverse. L errore che spesso facciamo è quello di non volere ammettere questa realtà e pretendere a volte anche senza cattiva volontà che l altro sia e si comporti come pensiamo o vogliamo noi. 9

10 Occorre completare quello che stiamo dicendo. È giusto e doveroso accettare le differenze, ma queste devono essere finalizzate al completamento reciproco, in ordine alle finalità del matrimonio. Ci sono momenti in cui occorrerà dire: facciamo, andiamo; altre volte, invece, sarà giusto dire: faccio, vado. In definitiva, anche nella vita matrimoniale si deve cercare di evitare due pericoli: da una parte, l individualismo esasperato, a scapito della comunione interpersonale; dall altra, il livellamento o, peggio, il dominio di un partner sopra l altro, a danno dell originalità della singola persona, che resta sempre unica e irripetibile. Il possesso esclude l altro; è il contrario dell amore, che è, invece, rispetto e accoglienza. Creati maschio e femmina a immagine di Dio, partecipi del suo «mistero trinitario», gli sposi sono chiamati a vivere e a progredire insieme nella comunione di conoscenza e di amore. 10

11 2. Non è bene che l uomo sia solo Genesi 2,18-24 Il Signore Dio disse: «Non è bene che l uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda». Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli animali selvatici, ma per l uomo non trovò un aiuto che gli corrispondesse. Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all uomo, una donna e la condusse all uomo. Allora l uomo disse: «Questa volta è osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne. La si chiamerà donna, perché dall uomo è stata tolta». Per questo l uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un unica carne. ab Perché ci si sposa? «Che domanda!» direbbe qualcuno. Da che mondo e mondo è così; è un fatto naturale». Le risposte che si danno a questa domanda sono più o meno queste: ci si sposa per non stare soli, 11

12 per avere un compagno (una compagna) nella vita; per completarsi; per farsi una famiglia e avere dei figli; per avere qualcuno che ti voglia bene e al quale voler bene. Se noi guardiamo le cose con gli occhi della fede, scopriamo che all origine di tutto questo c è il disegno del Signore, nostro creatore e padre. L autore del Genesi il libro biblico sull origine della vita attraverso un linguaggio simbolico, conforme alla cultura del tempo, intende trasmettere la verità religiosa del progetto iniziale di Dio sull unione dell uomo e della donna nel matrimonio. «Il Signore Dio disse: Non è bene che l uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda» (Genesi 2,18). C è un seme che Dio ha deposto nel cuore di tutti e che fa nascere nel cuore umano il desiderio di uscire dalla solitudine. Dunque, che nel matrimonio l uomo e la donna si amino e generino nuove vite rientra nel piano di Dio. Le coppie sono chiamate a realizzarlo con la propria originalità. Infatti, ogni coppia è diversa dalle altre, così come lo è ogni singola persona umana. Il nostro autore ci fa sapere che Dio formò la donna con una costola che aveva tolta all uomo; quindi condusse la donna all uomo. Ci troviamo sempre di fronte al linguaggio simbolico, attraverso il quale viene trasmesso un messaggio che deve essere inteso correttamente. La famosa «costola» tratta da Adamo per formare Eva non è il segno di una dipendenza della donna nei confronti dell uomo. Al contrario, con questa metafora si vuole esprimere l identità di natura, e quindi l uguaglianza nella dignità dell uomo e della donna, della femminilità e della mascolinità. Ciò è indicato anche dalle parole che Adamo pronuncia con riferimento a Eva: «Questa volta è osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne» (Genesi 2,23). 12

13 Oggi si parlerebbe di parità tra uomo e donna. Non è questa la sede opportuna per soffermarsi su tale questione. Forse potremmo limitarci a dire che la preminenza dell uomo sulla donna non corrisponde al progetto di Dio. Tanto meno l immagine femminile della donna come oggetto di piacere proposta da certa pubblicità, o considerata come cosa propria dell uomo. Per contro, non si deve esaltare la donna in contrapposizione all uomo, come antagonista che rivendichi diritti negati. Ambedue l uomo e la donna vanno considerati sia nella loro individualità di persona, sia in relazione reciproca. In questo modo si raggiunge l arricchimento vicendevole, e la coppia si apre all unico e armonioso disegno di Dio. Nel brano del Genesi leggiamo ancora: «L uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un unica carne» (Genesi 2,24). Ascoltando queste parole nel giorno delle nozze, è spontaneo rivolgere il pensiero alle famiglie di origine degli sposi, in particolare ai genitori. Il pensiero non può non essere accompagnato dai sentimenti di affetto e di gratitudine verso di loro. C è un legame inevitabile che unisce tutti alle proprie famiglie. quello che siamo lo dobbiamo in gran parte a loro, a cominciare dal fatto stesso della nostra esistenza. Dalle due famiglie di provenienza degli sposi nasce con il matrimonio una nuova famiglia. Certamente, a questo riguardo, occorrerà trovare modalità equilibrate e rispettose nelle reciproche relazioni. Il rapporto con i rispettivi genitori non deve far trascurare, ma favorire il cammino della nuova coppia. Le generazioni si susseguono. Giovanni Paolo II ci fa pregare così: «Dio, dal quale proviene ogni paternità in cielo e in terra, Padre che sei amore e vita, fa 13

14 che ogni famiglia umana sulla terra diventi sorgente di divina carità, un vero santuario della vita e dell amore per le generazioni che sempre si rinnovano». E ancora: «Fa che l amore, rafforzato dalla grazia del sacramento del matrimonio, si dimostri più forte di ogni debolezza e di ogni crisi, attraverso le quali, a volte, passano le nostre famiglie Tu che sei la Vita, la Verità e l Amore. Amen». (Vedi anche, più avanti, «Quello che Dio ha congiunto», n. 15) 14

15 3. Con animo retto Tobia 8,4b-8 [La sera delle nozze] Tobia si alzò dal letto e disse a Sara: «Sorella, àlzati! Preghiamo e domandiamo al Signore nostro che ci dia grazia e salvezza». Lei si alzò e si misero a pregare e a chiedere che venisse su di loro la salvezza, dicendo: «Benedetto sei tu, Dio dei nostri padri, e benedetto per tutte le generazioni è il tuo nome! Ti benedicano i cieli e tutte le creature per tutti i secoli! Tu hai creato Adamo e hai creato Eva sua moglie, perché gli fosse di aiuto e di sostegno. Da loro due nacque tutto il genere umano. Tu hai detto: Non è cosa buona che l uomo resti solo; facciamogli un aiuto simile a lui. Ora non per lussuria io prendo questa mia parente, ma con animo retto. Dégnati di avere misericordia di me e di lei e di farci giungere insieme alla vecchiaia». E dissero insieme: «Amen, amen!». ab Gli sposi di oggi si chiamano (N. e N.). Loro si chiamavano: Tobia, lui; e Sara, lei. Avete sentito nella prima lettura? La sera delle nozze che cosa fanno Tobia e Sara? Si mettono a pregare. Proprio così. Inoltre, diversamente da quanto ci aspetteremmo noi oggi, non è lei per prima che invita lui a pregare, ma è lui, lo sposo, che invita la sposa a questo atto profondamene religioso. Siamo in presenza di gente di fede. Sono persone che ci credono; sposi che ci credono. Lo si capisce bene da quello che dicono mentre con la preghiera rivol- 15

16 gono il loro cuore a Dio. È chiaro che per loro Dio è davvero importante, fa parte della loro vita e della loro storia di amore. Sposarsi in chiesa quindi come credenti, come cristiani - vuol dire proprio questo: essere consapevoli che il vero matrimonio è quello in cui gli sposi fanno entrare nella loro vita di coppia e nella costruzione della loro famiglia la presenza viva del Signore e fanno propria la visione sua del matrimonio. In effetti, il Signore ha un disegno riguardo al matrimonio e alla vita di coppia. È importante che gli sposi scoprano questo disegno, lo accolgano e si impegnino a realizzarlo nel concreto e nella propria specificità, a mano a mano che si procede insieme nella vita. Tobia, riferendosi alla decisione di unirsi alla propria sposa, dichiara di voler compiere questo passo «con animo retto». Non ci sono secondi fini, non ci sono interessi egoistici. È vero: nella vita matrimoniale occorre procedere con sincerità e con amore. Tutte e due le cose: essere sinceri e volersi bene. L amore esclude l inganno, il sotterfugio. D altra parte la verità non può essere separata dall amore. Dirsi la verità con amore: è un grande principio a cui ispirarsi nei rapporti interpersonali, compresi quelli tra marito e moglie. Non è sempre e subito facile metterlo in pratica, ma è un principio luminoso e fecondo. Procedere nella verità con amore implica diverse cose. Per esempio, essere capaci di rispettare i tempi, senza pretendere che un coniuge capisca e accetti subito il punto di vista dell altro. Vuol dire, quando è necessario, ammettere i propri torti, riconoscere le proprie responsabilità e chiedere scusa. E così via. [Come avviene per la vita in generale, così nel matrimonio si progredisce, si impara poco alla volta, an- 16

17 che attraverso gli sbagli. «Nessuno nasce imparato», dicono in Sicilia. L amore è un arte che non si finisce mai di imparare.] Il racconto di Tobia e Sara ci riferiva che la sera delle nozze essi si misero a pregare. Oggi noi siamo qui per questo. I cristiani pregano; sono persone che pregano. Una coppia cristiana prega. Non può essere diversamente. Anche perché come dice Gesù se viviamo separati da lui, combiniamo poco di buono. Siamo come quei tralci che non possono produrre l uva, se si staccano dalla vite. Al contrario dice ancora Gesù «chi rimane in me e io in lui, porta molto frutto» (Giovanni 15,5). Giovanni Vianney il prete che con la sua vita e il suo impegno sacerdotale fece rifiorire la parrocchia affidatagli nel villaggio di Ars, in Francia riferendosi agli sposi, diceva: «Dio non benedice le nozze di quelli che non l hanno consultato». Voi l avete «consultato»? Sì, perché oltre che pensare alla casa e ai mobili, al vestito e al ristorante vi siete preparati con il confronto e il dialogo, la riflessione e la preghiera. Per questo Dio, di sicuro, vi benedice. E dopo? Occorrerà trovare il modo di continuare a consultarlo. [Torniamo ancora una volta a Tobia e Sara gli sposi che abbiamo scelto come riferimento nella celebrazione di questo matrimonio.] «[La sera delle nozze] Tobia si alzò dal letto e disse a Sara: Preghiamo e domandiamo al Signore nostro che ci dia grazia e salvezza». Grazia e salvezza conceda anche a voi il Signore, affinché il vostro stare insieme, come sposi [e come futuri genitori], possa farvi sperimentare quella felicità che egli per primo desidera per voi e per il vostro futuro. 17

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19 4. Guarda dalla finestra Cantico dei Cantici 2, a; 8,6-7a Una voce! L amato mio! Eccolo, viene saltando per i monti, balzando per le colline. L amato mio somiglia a una gazzella o ad un cerbiatto. Eccolo, egli sta dietro il nostro muro; guarda dalla finestra, spia dalle inferriate. Ora l amato mio prende a dirmi: «Àlzati, amica mia, mia bella, e vieni, presto! O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave, il tuo viso è incantevole». Il mio amato è mio e io sono sua. Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l amore, tenace come il regno dei morti è la passione: le sue vampe sono vampe di fuoco, una fiamma divina! Le grandi acque non possono spegnere l amore né i fiumi travolgerlo. ab 19

20 Molti ragazzi e ragazze, molte coppie, si ritroveranno facilmente nei protagonisti della graziosa raccolta di canti d amore, di cui abbiamo ascoltato un brano nella prima lettura. Forse anche voi. Il poema è conosciuto con il titolo Cantico dei Cantici. Si tratta di un giovane e una ragazza, che «esprimono il loro reciproco amore nell alternarsi di diverse situazioni: la gioia di incontrarsi, la tristezza di separarsi, la ricerca affannosa della persona amata» (La Bibbia, p. 989). Tutto l insieme sembra adatto particolarmente per gli innamorati e i fidanzati [si usa ancora questa parola?]. C è tanta poesia. A proposito alcuni forse direbbero, proprio riguardo al matrimonio, che la poesia è una cosa, ma la realtà è un altra. Tutti conosciamo quel detto sull amore, riferito al matrimonio: «L amore è cieco». Sapete come continua? «L amore è cieco, e il matrimonio gli ridà la vista». Che cosa dicono le coppie meno giovani qui presenti? Comunque: d accordo sul realismo, ma bando al pessimismo. E poi, la poesia fa parte della vita. Anche con il passare degli anni, gli sposi devono essere sempre un po innamorati. Naturalmente la poesia e l innamoramento vanno supportati dall impegno quotidiano, e diciamo pure dalla fatica dell amore. Senza scoraggiarsi per chi è all inizio alle prime difficoltà. Queste, se affrontate da una parte e dall altra, una volta superate, renderanno l amore più forte e più maturo. La descrizione amorosa del Cantico dei Cantici si muove sul piano sentimentale dell amore umano. «L amato mio! Eccolo, viene, saltando per i monti L amato mio somiglia a una gazzella o ad un cerbiatto Eccolo guarda dalla finestra». Ci troviamo in presenza di inni all amore «umano», senza riferimento esplicito a Dio. 20

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