L entrata della morte

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2 L entrata della morte

3 Il ghetto di Terezin durante la seconda guerra mondiale fu il maggiore campo di concentramento sul territorio della Cecoslovacchia.

4 Prima di essere deportati gli ebrei dovevano consegnare un inventario di tutti i loro averi. Il disegno mostra una madre che conta i capi di biancheria nel cassettone, mentre un padre annota le quantità.

5 All inizio, i deportati nel campo di Terezin dovevano dormire sul pavimento e ogni persona aveva circa 1 metro quadrato e mezzo a disposizione. Più tardi furono costruiti dei letti a castello a 3 piani. Il dormitorio delle ragazze era chiamato L 410. Dormivamo in letti a castello a 3 piani, circa 35 persone per stanza.

6 Durante la visita della Commissione Internazionale della Croce Rossa, fu permesso ai bambini rinchiusi di giocare a calcio nel cortile delle baracche. Tutto questo per mostrare alla Croce Rossa che nonostante fossero Ebrei e vivessero nel ghetto giocavano con molta serenità.

7 La scuola era proibita. Erano permesse solo lezioni di disegno e di abilità manuali. Tuttavia i bambini seguivano in segreto lezioni in tutte le materie. Prima che venissero costituiti i cosiddetti "Alloggi per bambini", i ragazzi dovevano portarsi dietro le loro panche e si riunivano insieme in qualunque angolo per ascoltare.

8 Nei dormitori affollati Le pulci si moltiplicavano ad altissima velocità e rendevano la vita estremamente difficile, specialmente di notte. I tentativi di eliminarle che furono fatti si rivelarono vani.

9 Le spaventose condizioni dei servizi igienici e il gran numero di persone costantemente sofferenti di diarrea aveva come conseguenza una perenne sporcizia dei gabinetti. Le porte non si potevano chiudere e fuori c erano sempre persone che cercavano di entrare.

10 C erano lunghi appelli ogni giorno e i prigionieri dovevano stare in piedi all aperto con qualsiasi tempo. Qualche volta contavano solo le gambe. Era uno spettacolo orribile.

11 LA MORTE SUL FILO SPINATO TANTA ERA LA DISPERAZIONE CHE SI SUICIDAVANO SUL FILO SPINATO ELETTRICO

12 La loro unica arma era la musica. Vivevano suonando. Questa è la frase del libro sulla shoa La domanda su Mozart. I musicisti ebrei suonavano davanti agli ingressi dei campi, all inizio solo per gli ufficiali. Suonavano sinfonie dolci e melodiose.

13 Qualche volta gli ebrei suonavano con i loro strumenti. Potevano suonare, potevano disegnare, potevano scrivere poesie, infatti hanno scritto moltissime poesie bellissime e con molti disegni bellissimi. Suonavano bene, ma lavoravano ogni giorno. Quando avevano un po di tempo libero disegnavano e scrivevano poesie, altri invece volevano solo tacere e dormire. Alcuni erano un po più fortunati perché lavoravano fuori dal campo di concentramento. Anche nelle situazioni tristi si poteva sempre trovare un posto e un po di tempo per lo svago. Questo aiutava loro ad evadere, per un momento, dalla dura realtà.

14 Il Racconto di una bambina ebrea di Praga Era il dicembre 1941, poco dopo il nostro arrivo a Terezin. Queste immagini, che mi avrebbero profondamente segnato, hanno posto fine alla mia infanzia. Quasi tutti i miei disegni li ho realizzati nell "alloggio delle ragazze" L410, dove avevo un posto nel piano di mezzo di un letto a castello di tre piani, proprio di fianco alla finestra, da cui vedevo la strada. Tenendo un blocco sulle ginocchia disegnavo dal mio letto tutto quello che vedevo e vivevo. Nel trasporto verso Terezin avevo portato con me oggetti per disegnare. In questo modo ho realizzato quasi 100 disegni. Nel 1944 fui deportata ad Auschwitz con mia madre, tre giorni dopo la partenza di mio padre per la stessa meta, lasciai i disegni e il diario a mio zio, riuscendoli a salvare. Subito dopo la Liberazione, del 1945, quando i ricordi erano ancora vivissimi nella mia mente, ho completato i miei ricordi di Terezin e ho descritto ciò che sperimentai nei Lager successivi. Spero di avere fornito in questo modo una convincente e durevole testimonianza, che possa contribuire a non far cadere il passato e a impedire il ripetersi di qualcosa di simile! di Helga Weissowa,

15 Terezin, la vita, la memoria. Hanno perso la vita per continuare a vivere. I bambini hanno scritto delle poesie in cui esprimevano la voglia di continuare a vivere, a volare come farfalle gialle. Però poi venivano spediti ad Auschwitz il campo della morte.

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17 Il giardino E piccolo il giardino profumato di rose, è stretto il sentiero dove corre il bambino: un bambino grazioso come un bocciolo che si apre: quando il bocciolo si aprirà il bambino non ci sarà. Franta Bass ( )

18 Vorrei andare sola Vorrei andare sola dove c è un altra gente migliore, in qualche posto sconosciuto dove nessuno più uccide. Ma forse ci andremo in tanti verso questo sogno, in mille forse e perché non subito? Alena Synková (1926 sopravvissuta)

19 Il topolino In fondo al nido il topolino si cerca una pulce nel pelo fino. Si dà da fare, fruga e rifruga, ma non la trova, non ha fortuna. Gira di qui, gira di là, ma la pulcetta non se ne va. Ed ecco arriva il papà topo, che al suo pelo fa un sopralluogo: Ecco che acciuffa quella pulcetta e poi nel fuoco lesto la getta. Il topolino corre diretto ad invitare il suo nonnetto: Menù del giorno pulcetta al forno. Koleba

20 Una macchia di sporco dentro sudice mura e tutt attorno il filo spinato: dormono e quando si sveglieranno vedranno il mare del loro sangue. Sono stato bambino tre anni fa. Allora sognavo altri mondi. Ora non sono più un bambino, ho visto gli incendi e troppo presto sono diventato grande. Ho conosciuto la paura, le parole di sangue, i giorni assassinati: dov è il Babau di un tempo? Ma forse questo non è che un sogno e io ritornerò laggiù con la mia infanzia. Infanzia, fiore di roseto, mormorante campana dei miei sogni, come madre che culla il figlio con l amore traboccante della sua maternità. Infanzia miserabile catena che ti lega al nemico e alla forca. Miserabile infanzia, che dentro il suo squallore già distingue il bene e il male. Laggiù dove l infanzia dolcemente riposa nelle piccole aiuole di un parco, laggiù, in quella casa, qualcosa si è spezzato quando su me è caduto il disprezzo: laggiù nei giardini o nei fiori o sul seno materno, dove io sono nato per piangere Alla luce di una candela m addormento forse per capire un giorno che io ero una ben piccola cosa, piccola come il coro dei , come la loro vita che dorme laggiù nei campi, che dorme e si sveglierà, aprirà gli occhi e per non vedere troppo si lascerà riprendere dal sonno Hanus Hachenburg ( )

21 Terezin Pesanti ruote ci sfiorano la fronte e scavano un solco nella nostra memoria. La farfalla L ultima, proprio l ultima, di un giallo così intenso, così assolutamente giallo, come una lacrima di sole quando cade sopra una roccia bianca così gialla, così gialla! l ultima, volava in alto leggera, aleggiava sicura per baciare il suo ultimo mondo. Tra qualche giorno sarà già la mia settima settimana di ghetto: i miei mi hanno ritrovato qui e qui mi chiamano i fiori di ruta e il bianco candeliere di castagno nel cortile. Ma qui non ho rivisto nessuna farfalla. Quella dell altra volta fu l ultima: le farfalle non vivono nel ghetto. Pavel Friedman ( )

22 l IL BAMBINO NEL VENTO Son morto con altri cento, son morto ch' ero bambino, passato per il camino e adesso sono nel vento e adesso sono nel vento... Ad Auschwitz c'era la neve, il fumo saliva lento nel freddo giorno d' inverno e adesso sono nel vento, adesso sono nel vento... Ad Auschwitz tante persone, ma un solo grande silenzio: è strano non riesco ancora a sorridere qui nel vento, a sorridere qui nel vento... Io chiedo come può un uomo uccidere un suo fratello eppure siamo a milioni in polvere qui nel vento, in polvere qui nel vento... Ancora tuona il cannone, ancora non è contento di sangue la belva umana e ancora ci porta il vento e ancora ci porta il vento... Io chiedo quando sarà che l' uomo potrà imparare a vivere senza ammazzare e il vento si poserà e il vento si poserà... Io chiedo quando sarà che l' uomo potrà imparare a vivere senza ammazzare e il vento si poserà e il vento si poserà e il vento si poserà

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24 La paura Di nuovo l orrore ha colpito il ghetto, un male crudele che ne scaccia ogni altro. La morte, demone folle, brandisce una gelida falce che decapita intorno le sue vittime. I cuori dei padri battono oggi di paura e le madri nascondono il viso nel grembo. La vipera del tifo strangola i bambini e preleva le sue decime dal branco. Oggi il mio sangue pulsa ancora, ma i miei compagni mi muoiono accanto. Piuttosto di vederli morire vorrei io stesso trovare la morte. Ma no, mio Dio, noi vogliamo vivere! Non vogliamo vuoti nelle nostre file. Il mondo è nostro e noi lo vogliamo migliore. Vogliamo fare qualcosa. E vietato morire! Eva Picková, anni dodici, (morta 18/12/1943)

25 La selezione della morte dove gli ebrei morivano per un sì o per un no.

26 Tutti gli istanti felici sono perduti per sempre, e non ho più la forza di proseguire il cammino. Ancora una volta, una sola, tenere il tuo capo tra le mani, poi chiudere gli occhi, e in silenzio andarmene verso le tenebre Arrivo a Terezin

27 A Olga Ascolta, già fischia la sirena della nave. Su, partiamo per porti sconosciuti! Ecco, è già l ora. Navigheremo lontano, i sogni diventeranno realtà. Oh, dolce nome del Marocco! Ecco, è già l ora. Il vento ci porta canzoni di paesi lontani. Guarda il cielo e pensa soltanto alle violette. Ecco, è già l ora. Alena Synková (1926 sopravvisuta)

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29 Impariamo a ricordare A non essere indifferenti Alle cose perché l indifferenza È l arma peggiore

30 I forni crematori sono forni in cui gli ebrei Venivano cremati, cioè bruciati Che cattiveria I sogni I fili erano elettrificati. Certe volte i prigionieri ponevano fine alle loro sofferenze su questi fili. Evidentemente gli ebrei erano talmente oppressi che si suicidavano..

31 Per non dimenticare. MAI.

32 La paura, il ricordo, sono cose troppo difficili da compiere, ma dobbiamo affrontarle per ricostruire quella catena oramai spezzata da tempo che lega ogni popolo, per piantare quel fiore calpestato dalla cattiveria che c è in noi. Impariamo a costruire con le nostre mani un mondo migliore dove l uomo usi il cuore e impari a ricordare i fatti accaduti e ad essere più partecipe nelle tragedie che succedono nel mondo, a rispettare gli uomini diversi da lui. Un mondo migliore farà bene a tutti noi per imparare a ricordare!

33 Ricordiamo i bambini uccisi per una guerra assurda. Pensiamo a tutto il male che l uomo ha fatto, noi bambini dobbiamo essere coscienti dell accaduto e riflettere prima di agire. Tutto questo NON DEVE ACCADERE MAI PIU!!!

34 Il lavoro è stato realizzato dagli alunni delle classi V A e V B della Scuola Primaria La Martella V Circolo Didattico Matera Anno scolastico 2009/2010 Laboratorio di informatica curato dall ins. Adriana A. Grieco

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