Na cantata e Natale. di Vincenzo Pepe
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- Gianpaolo Fede
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1 Na cantata e Natale di Vincenzo Pepe
2 In uno dei numeri passati di questa rivista ebbi modo di accennare a un idea che mi ha sempre intrigato nella mia professione di anglista, forse per effetto dell inevitabile interferenza che si è venuta a determinare tra l inglese, che studio da una vita, e il napoletano, mia lingua materna. Quest idea è che il napoletano si presti più, e forse meglio di altre lingue, alla resa traduttiva di testi letterari inglesi. So bene che, non reggendosi su una base di scientificità, e invero puntellato solo sui precari appoggi dell empiricità e della sentimentalità, questo convincimento rischia di vacillare paurosamente, e perciò lo tengo nascosto; ma per riaffiorare prorompente ogni tanto, a reclamare di essere ribadito e sostenuto, specialmente in occasione della pubblicazione di indovinate traduzioni i cui autori sembrano sintonizzati sulla mia stessa lunghezza d onda teoretica. E mi piace ribadirlo e sostenerlo ora, perché l invito di Aniello Langella a contribuire alla preparazione del numero di Natale della rivista, mi dà la possibilità di parlare di una deliziosa traduzione napoletana di A Christmas Carol del Dickens, che, come si sa, è una delle opere più significative tra quelle che celebrano la festività del Natale. La traduzione si intitola Na cantata e Natale ed è opera di Roberto D Ajello. Pubblicata da Franco Di Mauro Editore nel 2006, è corredata sul piano figurativo da otto tavole di Lello Esposito, e, su quello linguistico, da un glossario e da una lista dei modi di dire che non poco aiuto offrono al lettore e al cultore di cose napoletane. Prima, però, di dare un idea della bellezza e della originalità del lavoro del D Ajello, mi sembra opportuno spendere qualche parola sull originale, e in particolare sulla trama, a beneficio di quei lettori che non ricordassero l opera del Dickens di cui qui si tratta. Prima, e più famosa, delle storie di Natale del Dickens, A Christmas Carol apparve nel 1843, e fu poi inserita insieme ad altre di pari genere nel Christmas Book, nel È ambientata a Londra e prende l avvio la vigilia di Natale, quando allo spregevole taccagno e misantropo Scrooge appare l ombra del suo socio Jacob Marley, morto sette anni prima. L inatteso e pauroso ospite lo informa che se vuole evitare le infinite peregrinazioni alle quali è sottoposta la sua anima, dovrà accettare che gli facciano visita tre spiriti: quello del Natale Passato, del Natale Presente e del Natale Futuro. Vincenzo Pepe: Na cantata e Natale. 2
3 Scortato da ciascuno di questi a turno, Scrooge ripassa in rassegna le scene della sua infanzia; successivamente, si rende conto degli stenti in cui versa la famiglia di Bob Cratchit, suo impiegato; infine, accompagnato dal terzo spirito, è in grado di prevedere i guai che segneranno la sua esistenza se non cambierà modo di vivere. Toccato da queste esperienze, e reso sensibile e consapevole delle avversità e delle sofferenze in cui versa il prossimo, Scrooge decide subito di cambiare vita, e come primo segno del suo ravvedimento, manda un tacchino al suo povero impiegato, al quale aumenta anche lo stipendio, va a trovare un suo nipote affettuoso e onesto, e devolve una lauta somma in beneficenza. La storia si conclude in un atmosfera di calore e bontà, quale si conviene a un vero Natale, e con l esaltazione della solidarietà quale unico valore che ci può salvare. Questo, in sintesi, lo svolgimento della vicenda e il messaggio del testo inglese. Ma se i fatti narrati sono semplici e lineari, densa e suggestiva è la scrittura del Dickens il quale anche in queste piccole favole dà prova della sua perizia tecnica, della sua capacità di caratterizzare con pochi colpi di penna ambienti e personaggi, e, soprattutto, della sua grande carica di ironia, che gli permette di rimarcare i giochi chiaroscurali dell esistenza, le miserie e le contraddizioni della vita. Un testo solo apparentemente facile, dunque. La scrittura del Dickens deve essere però congeniale al D Ajello, perché questi cattura subito il tono, il ritmo, e lo spirito del racconto, come si può vedere dalla resa del seguente brano dell incipit 1, nel quale viene presentata la figura del micragnoso protagonista, i cui difetti morali sembrano ripercuotersi anche sulla conformazione dei suoi tratti fisici: 1 Per comodità del lettore che non avesse dimestichezza con la lingua dell originale, né col napoletano, i brani inglesi citati saranno seguiti dalla traduzione italiana letterale del sottoscritto. Vincenzo Pepe: Na cantata e Natale. 3
4 Oh! But he was a tight fisted hand at the grindstone. Scrooge! A squeezing, wrenching, grasping, scraping, clutching, covetous, old sinner! Hard and sharp as flint, from which no steel had ever struck out generous fire; secret, and selfcontained, and solitary as an oyster. The cold within him froze his old features, nipped his pointed nose, shrivelled his cheek, stiffened his gait. Oh! Ma era una mano dal pugno stretto al mulino. Scrooge! Un peccatore incallito, avido, che spremeva, stringeva, abbrancava, grattava, afferrava! Duro e aguzzo come una pietra focaia, dalla quale nessun acciaio aveva mai fatto scoccare fuoco generoso; segreto, e autosufficiente e solitario come un ostrica. Il freddo dentro di lui gli aveva congelato i vecchi tratti, intirizzito il naso appuntito, raggrinzito le guance, e irrigidito l andatura Nel napoletano di d Ajello il brano scorre come segue: Scrooge teneva a mana int e guantare! Era na màcena, na vecchia, cannaruta anema perza, ca spremeva, scippava, aggranfava, arresugliava, abbrancava! Tuosto e sicco comm a na preta e fucile, ca nun ce steva acciaro ca n avesse potuto caccià na scintilla; mesteriuso, acetuso e rummito comm a n ostrica. O ggelo ca teneva ncuorpo le ghiacciava a cèra, le pogneva o naso appezzuto, l arrappava e mmasche, le ntustava a cammenatura. Dove è da notare la felicissima resa del costrutto metaforico del primo rigo. Nel testo inglese l avidità è connotata con un immagine complessa della mano dal pugno stretto al mulino. Il testo napoletano solo momentaneamente si allontana dall originale con l impiego di un modo di dire che connota pur sempre l avidità, ma che è iconograficamente incentrato sull immagine del guanto. Vincenzo Pepe: Na cantata e Natale. 4
5 Subito dopo, però, il contesto mulino dell originale viene recuperato con l inserimento della parola macena ad aprire una fuga di imperfetti verbali ( spremeva, scippava, aggranfava, arresugliava, abbrancava ) uno dei quali di straordinaria appropriatezza ed efficacia ( arresugliare non dà solo l idea del racimolare, ma anche del lesinare ). Lo stesso dicasi dell altra successione di tre aggettivi che qualche rigo dopo connotano la selvatichezza del personaggio ( mesteriuso, acetuso e rummito ). Qui il traduttore ha efficacemente esplicitato, secondo me, un riferimento al carattere mutrioso del personaggio, che nel testo inglese è solo implicito. Ma se si volesse un ulteriore esempio della percettività del traduttore rispetto a queste costruzioni paradigmatiche, si deve andare un po più avanti nel testo, al punto in cui vengono descritti i due bambini macilenti e terrorizzati che si intravedono tra le pieghe svolazzanti della veste del secondo spirito, e che allegorizzano il prodotto dello spirito del Natale attuale. Ecco il testo originale: They were a boy and a girl. Yellow, meagre, ragged, scowling, wolfish but prostrate, too, in their humility. Where graceful youth should have filled their features out, and touched them with its freshest tints, a stale and shrivelled hand, like that of age, had pinched and twisted them, and pulled them into shreds. Where angels might have sat enthroned, devils lurked, and glared out menacing. Erano un bambino e una bambina. Gialli, scarni, logori, accigliati, lupeschi, ma prostrati, anche, nella loro umiltà. Là dove la grazia giovanile avrebbe dovuto rassodare i loro tratti, e toccarli con le sue tinte più fresche, una mano decrepita e raggrinzita, come quella della vecchiaia, li aveva sfigurati, contorti, e scarnificati. Dove angeli avrebbero potuto sedere in trono, si nascondevano diavoli, e guardavano minacciosi. Ed ecco la traduzione napoletana, nei primi due righi della quale non può sfuggire l effetto musicale che il D Ajello riesce a ottenere dalla forte alternanza vocalica di aggettivi che sanno tanto di antico, che richiamano alla nostra mente la lingua del Basile e del Cortese: Se trattava e nu nennillo e na nennella, gialluòteche, peliente, vrenzuluse, sgrignate, cu n aria lupigna, ma pure abbelute e murtefecate. Addò a giuvinezza graziosa avesse avut a regnere e tegnere chelli faccelle d e culure cchiù lucente, na mana grànceta e arrappata, comm a chella d a vicchiaia, l aveva arrugnate, turciute, e sbramate. Addò nce avessero avut a essere angiule npiercolo, s acquattavano riavule ca guardavano fora grunnuse. Vincenzo Pepe: Na cantata e Natale. 5
6 Di pari effetto è la resa traduttiva della descrizione di un altro personaggio: la nipote di Scrooge, la quale per la solarità del sorriso e del carattere, e la bellezza dei tratti, dello zio è l esatto contrario: She was very pretty, exceedingly pretty, with a dimpled, surprised-looking, capital face; a ripe little mouth, that seemed made to be kissed as nodoubt it was; all kinds of good little dots about her chin, that melted into one another when she laughed; and the sunniest pair of eyes you ever saw in any little creature s head. Altogether she was what you would have called provoking, you know; but satisfactory, too. Oh, perfectly satisfactory! Era molto carina, straordinariamente carina, con un viso perfetto, con le fossette e l espressione sorpresa: una boccuccia matura che sembrava essere fatta per essere baciata, come era certamente; attorno al mento tutti i tipi di bei puntini che si fondevano l uno nell altro quando rideva; e il più solare paio di occhi che abbiate mai visto nel volto di una piccola creatura. Nel complesso era quella che avreste definito provocante, sapete; ma anche soddisfacente, del tutto soddisfacente]. Vincenzo Pepe: Na cantata e Natale. 6
7 Nella traduzione napoletana, come si vedrà subito, l idea della particolare bellezza della ragazza, innocente eppure conturbante allo stesso tempo, è sapientemente sottolineata questa volta da un gioco di diminutivi la cui efficacia mi sembra accentuata dalla carica di rimandi ad un altro filone della nostra nobile tradizione poetica. Se nella descrizione di Scrooge, come dicevamo, si può pensare di ravvisare l influenza del Basile, qui a orientare il gusto del traduttore mi sembra intervenire la lezione del Di Giacomo: Essa era bellella assaie, troppo bellella. Cu e fussetelle nfaccia e a cèra ncantata e assenziale. Na vucchella ammatura che pareva fatta p essere vasata, comme certamente era. Ncopp a vàvera na vranchetella e lemmìccule, ca quanno rereva addeventavano na cosa sola, e o cchiù lucente paro d uocchie c avite visto maie nfront a na criatura. Nzomma, era chella ca vuie putìsseve chiammà na ddia e bbona, ma pure suddisfacente. Oh, suddisfacente pe tutte regule. Né sono solo i personaggi ad acquisire ulteriore smalto nella riscrittura napoletana del d Ajello, perché anche la resa delle descrizioni degli ambienti è ottenuta dal traduttore con una meticolosa attenzione ai valori espressivi del testo inglese. Si prenda, per esempio, il seguente brano nel quale Dickens descrive un esterno di una freddissima, nebbiosa, spettrale vigilia di Natale: Vincenzo Pepe: Na cantata e Natale. 7
8 It was cold, bleak, biting weather; foggy withal: and he could hear the people in the court outside, go wheezing up and down, beating their hands upon their breasts, and stamping their feet on the pavement stones to warm them. The City clock had only just got three, but it was quite dark already -it had not been light all day- and candles were flaring in the windows of the neighbouring offices, like ruddy smears upon the palpable brown air. The fog came pouring in at every chink and keyhole, and was so dense without, that, although the court was of the narrowest, the houses opposite were mere phantoms. Il tempo era livido, di freddo pungente, per di più nebbioso, e sentiva la gente fuori nel cortile andare spasmodica su e giù, battendosi le mani sul petto, e i piedi sul selciato per riscaldarseli. L orologio della City aveva battuto solo le tre, ma era tutto buio non c era stata luce per tutta la giornata e nelle finestre degli uffici vicini le candele accese erano come macchie rossastre sulla palpabile aria marrone. La nebbia si infiltrava in ogni crepa e serratura, ed era così densa all esterno, che, sebbene il cortile fosse di quelli più stretti, le case di rimpetto erano meri fantasmi. Era na jurnata fredda, scura, pugnente, pe gghionta e ruotolo chiena e neglia, e isso puteva sèntere a gente for o curtiglio ca s affannava sotto e ncoppa, vattènnose e mmane mpietto e ncasanno e piere ncopp e vàsule pe piglia calore. E rilorge d a città êvano sunato allora allora e ttre, ma s era fatto già quase scuro, cu tutto che pe tutt a jurnata nun c era maie stata luce, e e cannele lucevano, arreto e ffeneste e ll ufficie d o vicinato, comm a nguacchie russagne ncopp a ll aria quagliosa e scura. A neglia se mpizzava dint a tutt e ssenghe e mmascature, e ã via e fora era accussì fitta che, cu tutto c o curtiglio era d e cchiù astrinte, pure e ccase e rimpetto erano sule fantàseme. Al traduttore sono bastati pochi tocchi indovinati, non solo per ricreare l atmosfera di gelida spettralità che incombe sulla scena londinese, ma anche per naturalizzarla, facendo sentire nella trascrizione la partecipazione del napoletano di fronte allo scenario desolato, come è chiaro, credo, dalla simpatica espressione figurata pe gghionta e ruotolo al posto della più asettica inoltre del testo inglese, e dalla bellissima similitudine degli effetti cromatici provocati dai riflessi della luce delle candele sulla nebbia scura e densa: comm a nguacchie russagne ncopp a ll aria quagliosa e scura. Vincenzo Pepe: Na cantata e Natale. 8
9 È che il traduttore prova piacere a leggere e dialogare col testo straniero; a volte vi gioca e scherza anche, arricchendolo e colorandolo delle proiezioni della sua percettività linguistica; ma avendone grande rispetto; e pure quelle poche volte che si concede delle libertà, lo fa per far risaltare la bellezza dell originale e non per capriccio. Per esempio, quando rende la semplice frase, riferita a Scrooge altrove nel testo he is very rich con l espressione più colorita sta sfunnato e renare, sentiamo che, accentuando la piacevolezza del testo, il traduttore intende partecipare al lettore anche il piacere della sua lettura, della sua interpretazione, che sono quelle di una persona colta e ricca del senso della dignità e autorevolezza della sua propria antica, prestigiosa lingua e letteratura. Il traduttore, insomma, mi sembra concorrere con la mente e col cuore, e con la straordinaria ricchezza e plasticità della lingua napoletana ( majateca e nchiantuta come l aveva definita proprio il Basile) a riempire spazi e interstizi che in inglese un lettore non attento potrebbe lasciarsi sfuggire. Risultato di tutto ciò è la forte percezione, che, nonostante nomi e luoghi appartengano a un milieu che da Napoli è assai lontano, la vicenda narrata si svolga tuttavia a Napoli; non, beninteso, nella Napoli come entità storico-geografica, ma in una Napoli ideale, una Napoli dell anima, quella celebrata da narratori e pittori, una Napoli universale, e dove perciò stesso anche il Natale può acquistare ancora un senso. Questo punto credo possa essere suffragato da parecchi brani, il primo dei quali mi affretto a trascrivere per intero, perché è troppo bello per essere accorciato. È una composizione natalizia di rutilanti leccornie esposte in strada: Vincenzo Pepe: Na cantata e Natale. 9
10 There were great, round, potbellied baskets of chestnuts, shaped like the waistcoats of jolly old gentlemen, lolling at the doors, and tumbling out into the street in their apopleptic opulence. There were ruddy, brown-faced, broad-girthed Spanish onions, shining in the fatness of their growth like Spanish friars, and winking from their shelves in wanton slyness at the girls as they went by, and glanced demurely at the hungup mistletoe. There were pears and apples clustered high in blooming pyramids; there were bunches of grapes, made, in the shopkeeper s benevolence, to dangle from conspicuous hooks that people s mouth might water gratis as they passed; there were files of filberts, mossy and brown, recalling, in their fragrance, ancient walks among the woods, and pleasant shuffling ankle deep through withered leaves; there were Norfolk Biffins, squab and swarthy, setting off the yellow of the oranges and lemons, and, in the great compacteness of their juicy persons, urgently entreating and beseeching to be carried home in paper bags and eaten after dinner. C erano grandi canestri di castagne, rotondi, panciuti, a forma dei gilè di vecchi signori gioviali, che si stendevano sulla soglia riversandosi fino in strada nella loro opulenza apoplettica. C erano cipolle grosse spagnole dalla faccia marrone, rossastra, che luccicavano nella loro grassezza come monaci spagnoli, e dalle loro scansie facevano l occhietto d intesa maliziosa alle ragazze che passavano, ma lanciavano un occhiata casta al vischio pendulo. C erano pere e mele accatastate in forma di lussureggiante piramide; c erano grappoli d uva, che per la benevolenza del droghiere venivano fatti pendere da grossi ganci, in modo che i passanti potessero fare gratis l acquolina in bocca; c erano mucchi di noccioli, muschiosi e bruni, che nella loro fragranza facevano venire in mente antiche passeggiate attraverso i boshi, e piacevole strofinio di caviglie immerse tra le foglie avvizzite; c erano mele cotogne, tozze e brune, che facevano risaltare il giallo delle arance e dei limoni, e, nella grande compattezza delle loro succose figure, chiedeno imploranti di essere subito portate a casa in sacchetti di carta e mangiate dopo cena. Vincenzo Pepe: Na cantata e Natale. 10
11 Si tratta, come si vede, di un pregevole pezzo di bravura il cui soggetto solo impropriamente si potrebbe definire natura morta ; perché è pregno di pulsante vitalità sottolineata dal gioco dei colori, delle forme, e dalla serie di rinvii diretti o indiretti al mondo degli uomini (si veda la similitudine tra i monaci spagnoli e le cipolle alle quali lo scrittore attribuisce anche atteggiamenti umani, perché occhieggiano dalle scansie le ragazze che passano in strada ). E non è solo una festa degli occhi che campeggia nel quadro, perché c è anzi il coinvolgimento di tutti gli altri sensi, dal gusto (il riferimento alla acquolina in bocca ) all olfatto (il riferimento alla fragranza dei noccioli che catalizza il ricordo di antiche passeggiate ). Sembrerebbe quasi che Dickens stia componendo avendo sotto gli occhi qualche particolare di presepe napoletano; o che stia commentando (ammesso che li avesse mai conosciuti) i versi del Genoino Chiazze e ppoteche sbommecate stanno/ de tanta sciorte de provvisione/ che ll uocchie nfronte strevellà te fanno./ E pparate de frutte a li pontone, e mmontagne de vruoccole, e torzelle,/ e carrette de pigne e de capune. O è il D Ajello che traduce Dickens avendo sotto gli occhi particolari del presepe, o i versi del Genoino? Sia come sia, il traduttore napoletano ci riconsegna tutta la festa dei sensi alla quale assistiamo nell originale inglese: Vincenzo Pepe: Na cantata e Natale. 11
12 Ce stevano caneste e castagne grosse, tonne e panzute c assummigliavano a gilè e viecchie signore spassuse, ca sbucavano da e pporte e se menavano mmiez a via cu na bella panza e vierme. Ce stevano cepolle spagnole russagne, cu a faccia marrò e ccenture larie, che, chiatte comm erano, lucevano comm a tanta figlie e ntrocchia, facevano ll uocchie a zennariello a e gguaglione ca passavano e smicciavano, scurnose, o visco appiso. Ce stevano pére e méle ammuntunate comm a na peràmmete sciuruta; ce stevano pigne d uva che a generusità d e putecare faceva pennulia a certi ancine mperecuòccolo, accussì ca chille che passavano putevano fa sputazzelle mmocca senza pava niente; ce stevano muntune e nucelle, muscose e brune, ca cu l addore che cacciavano facevano veni a mmente antiche passiàte mmiez e vuosche e o sfizio d affunna e ggaveglie dint e fronne secche; ce stevano mele cutogne, chiattulelle e brune, ca facevano scumpari o giallo d e purtualle e d e limune e, quagliose comm erano, scungiuravano e supprecavano d essere purtate â casa dint a na sacchetta e carta, e strafucate doppo magnato. Vincenzo Pepe: Na cantata e Natale. 12
13 Il secondo brano descrive ancora un esterno, un quartiere malfamato della periferia di Londra: The ways were foul and narrow; the shops and houses wretched; the people half naked, drunk, slipshod, ugly. Alleys and archways, like so many cesspools, disgorged their offences of smell and dirt, and life upon the struggling streets; and the whole quarter reeked with crime, with filth, and misery. Le strade erano laide e strette; i negozi e le case fatiscenti; la gente mezzonuda, ubriaca, trasandata, brutta. Vicoli e supportici, come tante fogne, riversavano le loro offese di fetore e sporco, e la vita sulle strade animate; e tutto il quartiere trasudava crimine, sporco, miseria. E vvie erano zuzzose e strette, e pputeche e e ccase scarrupate, a ggente mez annura, mbriaca, ciavattona, brutta. Fùnnache e suppuòrteche, comm a tanta samente, spannevano pe tutt e vvie l uffesa d o fieto, d a fetenzia, d a vita lloro, e tutt o quartiere feteva e delitto, fracetumma e pezzenteria. Dove non è difficile percepire nel traduttore ancora il riverbero di un eco digiacomiana (penso, ancora ad alcuni versi di O fùnneco verde), o la suggestione di alcune tele del Migliaro. Vincenzo Pepe: Na cantata e Natale. 13
14 Ma è con il terzo brano che voglio concludere queste note; perché, riconsegnandoci l atmosfera di gioiosa attesa di bambini che scartocciano trepidanti e felici i doni di Natale nell intimità domestica, esso mi dà l occasione di formulare i migliori auguri a tutti i lettori di questa rivista, per una vita sempre ricca di soddisfazioni e liete sorprese: But now a knocking at the door was heard, and such a rush immediately ensued that she, with laughing face and plundered dress, was borne towards it the centre of a flushed and boisterous group, just in time to greet the father, who came home attended by a man laden with Christmas toys and presents. Then the shouting and the struggling, and the onslaught that was made on the defendless porter! The scaling him, with chairs for ladders, to dive into his pockets, despoil him of brownpaper parcels, hold on tight by his cravat, hug him round his neck, pummel his back and kick his legs in irrepressible affection! The shouts of wonder and delight with which the development of every parcel was received! Vincenzo Pepe: Na cantata e Natale. 14
15 Ma ora si sentì bussare alla porta, e ne seguì tale scompiglio che lei, con una risata radiosa e la veste scompigliata fu trascinata verso di essa in mezzo a un gruppo accaldato e schiamazzante, appena in tempo per salutare il padre che tornava a casa accompagnato da un uomo carico di giocattoli e regali di Natale. Poi il vocio e il parapiglia e l assalto cui fu soggetto il fattorino che non si poteva difendere! L arrampicarsi su di lui, con sedie in mancanza di scale, per tuffarsi nelle sue tasche, depredarlo dei pacchi ricoperti di carta marrone, aggrapparsi alla sua cravatta, abbracciargli il collo, prenderlo a pugni nella schiena, e a calci negli stinchi con incontenibile affetto! Le grida di meraviglia e gioia con le quali fu accolta l apertura di ogni pacco. Ma a chisto punto se sentette tuzzulia a porta e, subbeto, succedette tale n azzardo ca essa, a faccia a rrisa e e vveste sciambrate, fuie strascenata mmiezo a n arruocchio accalurato e sfrenato, a ttiempo a ttiempo pe saluta o pate ca se reterava nzieme cu n ommo ca o veneva appriesso carreco e pazzielle e riale e Natale. Allora l ammuina, a guerra e l assardo se scarrecàieno ncuoll a chillo povero portarrobbe! Le s arrampecàieno ncuollo, ausanno e seggie comm a scale, pe le summuzza dint e sacche, p o spuglia d e paccotte e carta scura, pe l afferra astrinto p a cravatta, pe le s attacca a o cuollo, vàtterlo arret e rine, e adderezzarle cauce dint e cosce, cu n affezione ca nun se puteva cuntene! L allucche e maraveglia e e contentezza, cunfromme ca s arapeva ogne paccotto ca s era avuto! Immagini: Vincenzo Migliaro ( ). Vincenzo Pepe Vincenzo Pepe: Na cantata e Natale. 15
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