28/6-12/7/2003. Foto e testi di A.Vitussi

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1 Scorci di Sardegna Capo d Orso, Malchittu, le Tombe dei Giganti 28/6-12/7/2003 Foto e testi di A.Vitussi Cari amici, siamo finalmente ritornati dalle vacanze Sarde, ancora una volta con un ricco bagaglio di esperienze, ancora una volta con poche immagini per tracciare in appunti il percorso Il tempo che abbiamo passato in questa magica isola è stato equamente ripartito fra balneazione su spiagge spettacolari, visite a siti archeologici e intensi percorsi naturali sospesi tra la viva realtà e l'interiorità più profonda; tuttavia nel presente documento ho privilegiato foto e commenti riferiti ai siti. Fidandoci delle informazioni tratte da Internet [il Portale Sardo e molti altri ] e dei libri di Mauro Aresu [che abbiamo acquistato proprio a Palau] è stato possibile organizzare in modo mirato le visite ed i percorsi, sfruttando al meglio il tempo a disposizione Come si vede dalla cartina parziale, ci siamo stabiliti nel nord, sul lato occidentale del golfo di Arzachena, nel comune di Cannigione. Da lì siamo partiti per le spiagge e per gli itinerari archeologici. Nella mappa ho segnato con circoli rossi le località più significative. Sono soltanto poche, delle molte che conosciamo, e che abbiamo già visitato negli anni scorsi. Quest'anno abbiamo scelto la zona Nord proprio per essere vicini ai luoghi che più ci interessavano dal punto di vista dello studio. Devo dire che parte dei siti erano a noi già noti, e così è stato più semplice ritrovare le strade ed i sentieri, mentre le prime volte non è stato proprio facile orientarsi tra le contorte stradine sterrate e prive di indicazioni attraversando i campi di stoppie incolte o seguendo le tracce tra i rovi. [Non mi sento Indiana Jones, ma devo dire che questo tipo di percorsi possono essere alle volte abbastanza impegnativi ] Per arricchire questi appunti ho sfruttato anche alcune foto scattate direttamente nel Museo Sanna di Sassari, che contiene reperti fantastici, provenienti da quasi tutti i siti che abbiamo visitato. Ed ora : via con il viaggio

2 dal traghetto si nota il profilo particolare Ed è inequivocabile il perché della sua denominazione Sotto la pancia, tra le "zampe", si può godere dello spettacolare panorama di tutto il golfo, inquadrato da queste incredibili rocce modellate dagli elementi. Il sentiero per accedere alla Roccia si inerpica sul fianco di una collina rocciosa, tra forme inaudite che si slanciano verso il cielo cristallino Il primo impatto curioso è stata la sperimentazione in prima persona della roccia dell'orso di Capo d'orso. Da lontano sembra proprio la silhouette di un animale a quattro zampe, ma da vicino la roccia riserva sorprese notevoli Da vicino la testa, sul retro, è un groviera di fori come vedete mi sono intrufolato in un buco per meditare al fresco La sua origine risale al periodo Paleozoico, 500 milioni di anni fa. Intorno alla roccia si può ammirare una folta macchia mediterranea e il bellissimo paesaggio dell'arcipelago della Maddalena. I più antichi viaggiatori e scrittori ne parlano, persino Tolomeo, parla di un grande monumento naturale in granito, eroso dalla natura e che in lontananza appare simile alla forma di un orso con la testa rivolta verso il mare. La sensazione che si prova camminando sotto le "zampe" dell'orso è straordinaria : muoversi su quella superficie di roccia curva ed immensa dà l'impressione di camminare sulla testa di un gigantesco essere accovacciato sulla cima dell'alto promontorio. Le rocce attorno, con le loro strane forme scavate dal vento e dagli elementi creano un ambiente fatato, inducono nell'animo dello spettatore una sorta di atmosfera d'incanto, che a lungo permane anche dopo cessata l'esperienza diretta. Lentischi, mirto ed altri cespugli incorniciano il tutto e donano all'aria un profumo indimenticabile L'uomo è sempre stato qui, ha sempre sperimentato questo luogo, lo ha sempre considerato un luogo magico: è una certezza che non necessita di scavi o di reperti, non ha bisogno di conferme scientifiche o di datazioni al radio-carbonio 14. Basta lasciarsi cullare dalle sensazioni che l'ambiente comunica al proprio corpo, lasciare che il silenzio della mente apra le porte ai sensi dell'anima : la realtà appare nitida e cristallina, come il mare di Sardegna. Una strana configurazione rocciosa naturale nei pressi dell'orso

3 Una delle prime escursioni ai siti ci ha portato a nord di Arzachena, su di un altopiano dove si situa il famoso complesso nuragico di Malchittu. Esso è composto da un edificio di culto [visibile in foto e pianta] e da ruderi di una grande capanna, un nuraghe e di vari "tafoni" [rocce con cavità naturali] ad uso funerario. Al giorno d'oggi un ulivo cresce al suo interno, proprio a ridosso della parete posteriore. Sia i resti ceramici rinvenuti che la struttura architettonica suggeriscono un periodo di appartenenza tra il XVI ed il X secolo a.c. Abbiamo rilevato le misure principali e confermato l'allineamento ufficiale. Nelle pareti del tempio, particolare interessante, ci sono diverse coppelle incavate nello spessore del muro. Queste concavità, su cui abbiamo congetturato fra noi, potrebbero essere destinate a offerte votive, ma, data l'esiguità dello spazio e la posizione pressochè verticale degli incavi, sarebbe più ragionevole pensarle come supporti per lampade rituali. Si può notare, sopra l'architrave dell'entrata, un piccolo frontone con la classica finestrella di scarico a sezione triangolare. Nella parte interna della parete, invece, vi sono altre due nicchie, di cui una talmente profonda da forare lo spessore del muro, destinate ad altri scopi. Nelle vicinanze del tempietto, arroccato su una valletta tra due cime, si possono notare i resti di un nuraghe e di un villaggio. L'accesso al complesso ed al tempio doveva essere difficile in tempi remoti, sia per la pendenza del terreno, sia per la presenza, sul versante a sud, di mura megalitiche, di cui rimangono oggi poche tracce. Nel seguito degli appunti, senza seguire un ordine cronologico, raggrupperò per tipologia i siti visitati, anche perché presentano complementarietà o tratti comuni che si prestano ad essere documentati assieme.

4 In questa prima sezione intendo accennare alle Tombe dei Giganti : strutture megalitiche di periodo nuragico (gli studiosi collocano la loro comparsa tra il 1800 ed il 1600 a.c.) ad uso funerario, con struttura fondamentalmente omogenea nei tratti principali e riscontrabile anche in altre parti del mondo. Dalle piante sotto riportate e dal modellino ricostruito nel Museo Sanna di Sassari si può comprendere l'architettura e la disposizione originaria dei componenti costitutivi. Nella maggioranza delle tombe megalitiche di questo tipo, come abbiamo potuto constatare di persona, la direzione del corpo principale [corridoio funerario] è allineata Est/Ovest, presentando la faccia della stele centinata centrale al sorgere del sole. La sagoma dell'intero complesso, come pure la curvatura della stele centrale, richiamano motivi a corna taurine. La cosiddetta "protome bovina" correla la tomba al significato cultuale del Toro solare [o anche della Vacca Lunare] nel loro rapporto con l'elemento tellurico collegato al mondo dei Morti. Modellino di Tomba dei Giganti ricreato al Museo Sanna di Sassari Ecco le immagini delle Tombe dei Giganti che abbiamo visitato : Coddu 'Ecchiu La Pascaredda Li Lolghi Su Monte S'Ape

5 Spunti particolari della nostra visita sono registrati nelle immagini seguenti, che danno un risalto suggestivo all'aspetto mistico da un lato, un tocco di tecnicismo dall'altro Li Lolghi : Tunnel funerario irraggiato dal tramonto Lame di luce tra gli ortostati di Su Monte S'Ape Dall'interno della Tomba dei Giganti Li Lolghi : la visione dell'accesso al mondo dei vivi Come accennato prima, il rigoroso allineamento E/W delle entrate ricorda altri allineamenti archeologici esplosione energetica sulla Tomba dei Giganti località Su Monte S Ape, vicino a Olbia In particolare penso al significato per gli Egizi dell'ovest, l'occidente delle necropoli, l'amenta