Sommario. 3 - Politica 8 - Fantapolitica Marzo 14 - Scuola 16 - Filosofia 18 - Racconti 20 - Dialoghi 22 - Poesia 24 - Acchiappasogni

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2 Editoriale Cari lettori di Lorenzo Casullo Iª E Cari lettori, care lettrici, è questo il decimo numero in due anni de Gli Stornelli del Manzoni. Nelle prossime pagine è la politica a farla da padrona. La quantità di articoli ricevuti dalla redazione riguardanti gli ultimi avvenimenti politici è enorme, indice che la battaglia in vista delle prossime elezioni sta appassionando molti. Tuttavia ci sarà sicuramente chi, tra di voi, criticherà il predominio del tema politico. A loro rispondo: sul giornale pubblichiamo quello che ognuno decide di comunicare. Come Ciappo vi ha spiegato negli editoriali precedenti, non ci sono regole o riti particolari, semplicemente si accoglie ciò che arriva. Se volete che il giornale tratti argomenti diversi, proponeteli voi stessi, o suggeriteci degli spunti. Ancora per quanto riguarda la politica, una precisazione banale ma necessaria: vale lo stesso principio di prima. Non accetteremo critiche né da destra né da sinistra sulla scelta o sull equilibrio del materiale pubblicato, che è libera espressione dei propri autori, senza norme di par condicio da rispettare e senza alcuna censura. Speriamo di offrirvi, con i nostri articoli, pensieri e informazioni utili per tutti, in particolare per chi potrà andare a votare. Speriamo, senza troppe pretese, di farvi riflettere, sorridere e arrabbiare, anche questa volta. Grazie a tutti, altri dieci di questi Stornelli, Lorenzo Sommario 3 - Politica 8 - Fantapolitica Marzo 14 - Scuola 16 - Filosofia 18 - Racconti 20 - Dialoghi 22 - Poesia 24 - Acchiappasogni copertina di Tommaso Sciotto e Nicolò Di Gregorio II

3 Politica Ma che siamo, in un film di Alberto Sordi?! Te lo meriti, Alberto Sordi! di Clara Miranda Scherffig IIª E In questi giorni di campagna elettorale mi sono ubriacata di informazioni, di letture, di sguardi sul nostro paese. In poche settimane sono riuscita a capire più cose dell Italia, di quanto avrei potuto imparare in 13 anni di scuola. Volevo parlarvi di Dell Utri e del suo legame con la mafia e Forza Italia, volevo parlarvi di Vittorio Mangano, mafiosostalliere di Arcore, legato a Cosa Nostra. Volevo parlarvi di Mani Pulite, di tutti quei sotterfugi loschi e poco chiari che aleggiano intorno a Milano e intorno a tutti quei personaggi dal portafogli infinito che abitano nella nostra città. Volevo tracciare un discorso con una struttura organica armonica, perfetto in ogni sua parte, riguardo a tutto quel grigiore meschino in cui il nostro Paese si trova sempre immerso. Infine, volevo parlarvi di Berlusconi, del Caimano e delle sue perversioni più pericolose, del suo passato che - grazie a certe letture e a certi film - risulta tutt altro che oscuro. Risulta ignobile, semmai, risulta faticosamente invincibile e crudele. Ma queste sono cose che si sanno (e si temono). Volevo parlarvi dell Italia, senza nazionalismi, senza alcun tipo di entusiasmi patriottici (entusiasmi che, devo ammetterlo, mi sforzo di nascondere, e fra poco saprete perché).volevo parlavi del Caimano e del grandioso Nanni Moretti che ridacchiava l altra sera sul palco dell Anteo, volevo riempirvi di citazioni, di rabbia per la campagna elettorale, di cattiveria e violenza lessicale, nella speranza di sfogare tutto il mio risentimento. Mi dicevo in questi giorni io devo scrivere un articolo importante, devo scrivere questo articolo, è un mio dovere scrivere questo articolo. Avevo già gli appunti freschi di letture, informazioni accurate apprese con minuzia e precisione, volevo informarvi su certe faccende del Cavaliere che fanno accapponare la pelle, e mentre guardavo e leggevo, piagnucolavo animata dalla più onesta delle passioni politiche. Volevo, davvero, scrivere degli orrori e delle crudeltà. Ma, sono giorni pieni questi, e tra lo studio che ammazza le mie giornate e le poche ore di libertà mi sono dedicata ad altro. Non c è tempo, non c è spazio per il pensiero, in queste settimane. Un pomeriggio, dopo un intensa sequenza di letture angosciate per interrogazioni pesanti, mi ritaglio un piccolo intervallo, guardo alla finestra, e gli uccelli cinguettano come forsennati, un sole che acceca mi taglia le pupille e mi rendo conto che è primavera. Non so da quanto tempo sia iniziata, né riesco a ricordare il momento esatto in cui ho ripreso a svegliarmi col sole sul cuscino. Dove sono stata tutto questo tempo? Con orrore mi accorgo che sono passati molti giorni dall ultima volta in cui ho ascoltato un pò di musica, non importa quale, solo canzoni per vagare e pensare. Non c è più tempo per pensare. Da quanto tempo ormai ho perso di vista le cose importanti, come le stagioni e i cambiamenti e le persone intorno a me? Per quanto il mio studio possa essere volenteroso, piacevole a volte e ragionato non sviluppa tutte quelle doti intellettive che lodavano tanto quando sono arrivata al Manzoni. Mi ritrovo con una manciata di voti (per ora) relativamente buoni e la testa completamente vuota. Voglio ricominciare a pensare, a guardarmi intorno come facevo - come facevamo una volta. Questa mattina ha avuto un buon inizio. Sono diventata italiana. Al palazzo delle cittadinanze, in una grande stanza con drappi e affreschi, dopo aver firmato alcune carte, un signore con la fascia tricolore intorno al petto mi stringe la mano e mi dice: benvenuta nella repubblica italiana. Mio padre è spagnolo e mia madre è tedesca, e pur vivendo da sempre in Italia mi sono trovata costretta, poco dopo i diciotto anni, a richiedere in un buio e polveroso ufficio un appuntamento per giurare sulla costituzione, e per divenire una vera e propria cittadina, con diritti e doveri uguali ai vostri. Intendiamoci, se non ci fossero state le elezioni tra due settimane a questa parte, non mi sarei affrettata con tanto zelo verso noiosi procedimenti giuridici e civili, e me ne sarei stata tranquillamente con la cittadinanza spagnola e tedesca (due fanno sempre comodo, si sa mai che qualche premier dittatoriale inizi a prendersela con chi vive in questa terra ma non lo ama tanto). Ebbene, dopo questa imbarazzante cerimonia, mi viene consegnata un busta. All interno trovo la bandiera tricolore, la costituzione - di cui farò tesoro e che qualcun altro dovrebbe rispettare meglio - e un biglietto che recita: la nuova carta di identità potrà essere richiesta dopo 5 giorni dal giuramento (giubilio). Per i diciottenni che rendono dichiarazione di acquisto della cittadinanza il rilascio avverrà dopo circa 2 mesi (orrore!). Ecco il punto drammatico della mia esistenza. Cittadina europea, nel fior fiore delle sue energie fisiche e mentali, ferma sostenitrice del paese di adozione, conoscitrice di altre tre lingue oltre all italiano, amante della sua città (nonostante tutto), corretta e non corrotta, educata, appassionata a tutto ciò che riguarda il proprio paese: due mesi per avere uno straccio di prova della mia identità nazionale e per poter infilare in quella benedetta urna il mio FONDAMENTALE voto?! Se è questo il prezzo da pagare per diventare italiani, se questo comporta estenuanti attese in Comune, foglietti, firme, banchi, attese, rinunce, ritardi, e ancora posticipazioni e di nuovo fogli e di nuovo firme, una burocrazia lenta e noiosa, tutta legata ad una serie di incroci tradizionali e poco pronti al futuro, formalità patetiche da Italietta pizzapastaemandolino, se diventare italiani comporta perdere tempo per poi non poter essere un reale e affezionato elettore, allora tanto vale non essere italiani. Ora che l ho scritto, ora che ho firmato quei fogli così antichi e ridicoli nelle loro regole da repubblica delle banane, non mi sento diversa, tanto meno più animata da spirito civile di quanto non fossi prima. Insomma, se non si fosse ancora capito, il mio è un ultimo, estremo appello a tutti coloro che andranno a votare. Fate la cosa giusta! Sono consapevole che un articolo di nozioni meno sentimentali e più concrete sarebbe stato più utile per la nostra piccola e personale campagna elettorale, ma lo studio uccide il mio tempo libero, e la mia voglia di impiegarlo in attività scribane viene a mancare. Il mio intento è quello di smuovere chi può dire la propria in una paese che pare aver perso tutta quell allegria disorientata e distratta che mi aveva convinto a farne parte. L Italia è un paese meraviglioso, è ricolmo e straboccante di storia e di cultura; è molto più di quanto ci viene insegnato, è molto più di quanto ci dicono. E uno straripare di bellezza, di umili orgogli e di ammirabili modestie, le opere d arte, e tutti quei maestosi scritti dei tempi più remoti fino agli ultimi del novecento. Essere italiani veniva invidiato in tutto il mondo, da ogni dove venivano decantanti i paesaggi e le piazze, file di personaggi più disparati sognavano un giorno di poter vedere con

4 Politica i propri occhi quel gran pezzo di storia e di umanità che è l Italia. Johann Wolfgang Goethe scriveva: Conosci tu il paese dove fioriscono i limoni? Nel verde fogliame splendono arance d oro Un vento lieve spira dal cielo azzurro Tranquillo è il mirto, sereno l alloro Lo conosci tu bene? Laggiù, laggiù Vorrei con te, o mio amato, andare! Poi, poco a poco qualcosa si è spento, qualcosa si è perso. L imprenditoria arrogante ed egoista ha preso il sopravvento, Milano con i navigli e la campagna verde si è intristita di pioggia e di nebbia inquinata; i musei hanno iniziato lasciare polvere sui quadri, i monumenti si sono sporcati con il farneticante via vai di automobili e di stridenti carri che ruzzolano giù per il ciottolato, senza grazia, senza armonia. I soldi hanno smesso di circolare e si sono coagulati in qualche angolo con un illegalità tutta mafiosa. Il benessere si è affievolito e ha fatto spazio al pessimismo e tutti sono diventati naturalmente inclini all ostilità e all ignoranza. La cultura è decaduta, l arte è colata a picco, la giustizia è finita sotto terra. Tutta quella lucentezza di sole e di dolcezza si è persa sotto i nostri piedi e nessuno se ne è reso conto. Sempre Goethe, durante il suo secondo viaggio in Italia, scrive: L Italia è ancora come la lasciai, ancora polvere sulle strade, ancora truffe al forestiero, si presenti come vuole. Onestà tedesca ovunque cercherai invano, c è vita e animazione qui, ma non ordine e disciplina; ognuno pensa per sé, è vano, dell altro diffida, e i capi dello stato, pure loro, pensano solo per sé. Bello è il paese! Ma Faustina, ahimè, più non ritrovo. Non è più questa l Italia che lasciai con dolore. Si dice giustamente, che si vuole una cosa quando questa ci viene a mancare: proprio così, desidero l Italia quando me ne impossesso, ma mi viene sottratta dall inefficienza di un paese che si è dimenticato chi è. Da un foglietto nella famosa busta della cittadinanza, un messaggio del Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi: Il tricolore non è una semplice insegna di Stato, è un vessillo di libertà conquistata da un popolo che si riconosce unito, che trova la sua identità nei principi di fratellanza, di eguaglianza, di giustizia. Nei valori della propria storia e della propria civiltà. Sarebbe bene non dimenticarsene, e questo avrei voluto dirlo al presente governo, ma anche al futuro, qualunque esso sia. Ma non posso, quindi, fatelo voi. Elezioni di Cigo IIª C bruff sbruff zuff una volta una vecchina mi raccontò che tanto è tutto la stessa merda... ma poi pensai che forse c è merda e merda e vidi da una parte un egocentrico pi2ista reazionario e dall altra un ecs democristiano sportivo e grassoccio e poi sentì parlare di odio come qualcosa di positivo e poi vidi piazze bruciate nel nome di ideali che sono una burletta oggi come oggi vidi anche gente unita da antiberlusconismo come collante e null altro nulla di più poi vidi i soliti clown le ballerine i giannizzeri le marsine lustrate le nipotine di despoti i filosofi sindaci gli odiatori di professione i buonisti di professione pino rauti e l ignoranza vestita a nozze e sto ancora sperando di svegliarmi il pessimista è un ottimista che si è davvero informato. spero che il piduista truccato perda, lo spero lo spero, ma spero anche che ci sia di più dietro il collante dell antiberlusconismo la festa italiana si sta per giocare... la festa italiana si gioca di sponda, dagli anni del dopoguerra ed è tutto uno stringersi le mani di dietro ed una profusione di carezze efebiche, la dietro io temo sempre che quella vecchina avesse ragione perchè la puzza la sento ed ho paura a dare il mio voto ad un ecs democristiano grassottello che fa jogging da domani forse faro uno sciopero della fame della sete dell ammore bevendo le mie urine e cambierò il mondo fumando barnelli la festa italiana si gioca ma tanto va tutto bene... buonanotte bimbi buonanotte spero che andando a dormire...riusciro a svegliarmi

5 Politica La povera Italia di Berlusconi di Davide Canzano Vª B Durante gli ultimi cinque anni l Italia è stata governata dal centro-destra, guidato da Berlusconi. Questi anni sono stati una brutta pagina storica per il nostro paese e ora proverò a riassumere gli aspetti più rilevanti, per dare modo di valutare l operato del governo e per pensare agli scenari politici futuri. Premessa Dopo le elezioni del 2001, il Polo contava su una maggioranza schiacciante di circa 100 deputati e di 60 senatori in più del centrosinistra. Questo elevatissimo numero di seggi ha garantito stabilità politica per tutti i cinque anni e la possibilità di far approvare qualsiasi provvedimento stroncando l opposizione. Guerra in iraq, articolo 18 e rai La popolarità del governo è drasticamente scesa a causa di tre gravissimi avvenimenti che hanno caratterizzato i primi anni di governo. In primo luogo l Italia ha deciso di appoggiare l intervento americano in Iraq, nonostante la contrarietà dell opinione pubblica, di grandi paesi dell Unione Europea quali Francia e Germania, dell ONU, e senza il mandato NATO. Tutti sanno ormai gli esiti disastrosi di quella guerra, le cui motivazioni ufficiali (impedire a Saddam di utilizzare armi di distruzione di massa) sono naufragate poiché nessuno ha trovato neanche l ombra di armi chimiche, battereologiche o nucleari. La terra irachena è diventata teatro di violentissimi scontri e attentati terroristici, notevolmente aumentati in tutto il mondo proprio a causa di questa spedizione. L Italia è tuttora alleata con gli Stati Uniti che in questi anni sono stati protagonisti di macabri episodi come le torture nel carcere di Abu Ghraib o l utilizzo di fosforo bianco contro i civili. Le destre hanno anche cercato di abolire l articolo 18, quello che tutela i lavoratori dai licenziamenti senza giusta causa, scatenando la reazione indignata di milioni di lavoratori dipendenti che dopo scioperi generali e manifestazioni (in quel periodo la più grande mobilitazione di protesta nella storia della nostra Repubblica ) sono riusciti a far ritirare la proposta che altrimenti avrebbe reso la maggior parte dei lavoratori insicuri e instabili a vita. Da non dimenticare l allontanamento se non l epurazione di Biagi, Santoro e Luttazzi dalla Rai, colpevoli di aver condotto programmi sulla tv pubblica in cui si è osato criticare Sua Emittenza il Presidente del Consiglio, che ha così dimostrato di controllare, oltre alle reti Mediaset, anche quelle della Rai. E stato così violato anche il principio della libertà di espressione, garantito dalla costituzione che sancisce la possibilità di diffondere le proprie opinioni attraverso ogni mezzo di comunicazione. Questi episodi sono stati solo parte della trasformazione della rai in una Tv di regime controllata dal governo, che grazie alla legge Gasparri, ha il potere di eleggere il Direttore Generale e i direttori dei due principali Tg (1-2). Magistratura e politica Un altro punto dolente di questi anni è stato il rapporto tra potere politico e magistratura. Molti membri della Casa delle Libertà sono infatti sotto processo oppure indagati per reati molto rilevanti e lo stesso Berlusconi è stato sotto processo per corruzione in atti giudiziari e falso in bilancio; i processi a carico del premier però sono tutti finiti o in prescrizione, cioè sono durati troppo per poter condannare l imputato (processo per corruzione prescritto nonostante sia stato accertato il reato), o Berlusconi è stato prosciolto grazie a una serie di leggi su misura approvate proprio da lui (ad esempio riduzione delle pene per falso in bilancio). Fra i suoi fedelissimi malavitosi cito Previti (ex Ministro della Difesa), condannato in 1 grado e in appello a 7 anni di galera per corruzione in atti giudiziari, e Dell Utri socio fondatore di Forza Italia), condannato a 9 anni per concorso in associazione mafiosa. Fra chi ha incarichi di governo, il ministro Alemanno è indagato per corruzione, l ex Ministro Storace è indagato per violazione della legge elettorale e per accesso abusivo a un sistema informatico, il segretario dell Udc Cesa è indagato per truffa, il Governatore della Sicilia Cuffaro è sotto processo per associazione mafiosa, il Governatore della Lombardia Formigoni è coinvolto nelle indagini dello scandalo Oil for Food, mentre Bossi è sotto inchiesta per resistenza a pubblico ufficiale, l ex Ministro Sirchia è indagato per corruzione e potrei andare avanti. Per difendersi da queste accuse Berlusconi e i suoi hanno continuato per anni a delegittimare la magistratura, ipotizzando senza alcuna prova che organizzi complotti e che sia collusa col potere politico ma soprattutto che sia tutta comunista! Il polo inoltre sia per salvare i personaggi sopra citati, sia per punire la magistratura, ha approvato tremende leggi in grado di smantellare il sistema giudiziario italiano come la Riforma della giustizia che ha messo di fatto sotto il controllo politico sia i magistrati sia l organo di autogoverno della magistratura. Altre leggi molto contestate sono le cosiddette Ad personam ( legge salva Previti) o Contra personam (legge per eliminare Caselli dal concorso per la Procura Nazionale anti mafia). Economia Il capitolo più disastroso di questa storia è l economia. La crescita economica di questi ultimi 5 anni è stata dello 0.1%, il minimo storico nella stria della Repubblica. Il dato della crescita riassume le difficilissime condizioni in cui è caduta l Italia: i prezzi sono aumentati a dismisura senza alcun controllo (+50% frutta e verdura; +78% pizza e birra), sono ormai moltissime le famiglie cadute nella condizione di povertà ( ), il lavoro è sempre più precario a causa della legge Biagi e dopo anni nel 2005 l occupazione è tornata a scendere ( posti). L industria è schiacciata dalla concorrenza dei paesi in via di sviluppo e il governo non ha saputo trovare rimedi efficaci se non quello di proporre nuovi dazi doganali. Berlusconi non ha ancora voluto ammettere il suo fallimento in questo campo, anzi ha sempre cercato di scaricare responsabilità al passato governo di Prodi che non avrebbe fatto niente per controllare i prezzi negli anni dell introduzione dell euro (grande falsità in quanto il centro sinistra aveva previsto commissioni cittadine in ogni procura per il monitoraggio dei prezzi, subito smantellate con l arrivo della destra). Al convegno degli industriali il premier è arrivato a dire che la crisi economica è un invenzione della sinistra! E proprio nell economia il fallimento di Berlusconi, che aveva ammaliato gli italiani col sogno di diventare tutti più ricchi e di vivere in un paese libero, moderno e felice. Ora questo sogno è clamorosamente svanito e l unica possibilità per far ripartire l Italia è quella di un cambiamento di governo. L unica possibilità è dare fiducia al centro-sinistra. PS: per informazioni sulla riforma costituzionale guardate sul link degli Stornelli l ultimo numero dell anno scorso, per la riforma elettorale il numero 2 di quest anno. 5

6 Politica Semplici constatazioni di Alberto MCA Pozzi Vª I E da un paio di anni a questa parte che sento parlare da parte di molti studenti, anche e soprattutto vicini al Collettivo, che viviamo in un regime che ancora non si è dimostrato tale e contro il quale bisogna battersi e manifestare. Vorrei quindi fare alcune semplici constatazioni su questo fatto. La prima è che, se fossimo in un regime, come poteva essere l Italia di Mussolini, il Reich millenario di Hitler o la Russia del compagno Stalin o come può essere OGGI (cioè, a scanso di equivoci: il periodo nel quale viviamo, inteso come digitalizzazione, globalizzazione, età, per chi può, dei consumi, ) la Cina, la Cambogia, Cuba o il Vietnam, non penso che potremmo protestare contro questo o quell altro politico-ministroreferendum-riforma, perché in teoria dovremmo essere arrestati, esiliati, uccisi - un esempio che conoscono tutti? Matteotti o piazza Tien An Men; un esempio che pochi conoscono? Ramelli, ucciso da 10 (contro uno, sotto casa all ora di pranzo, alla luce del sole) studenti della Statale nel 75 a chiavi inglesi in testa perché aveva scritto un tema nel quale condannava le Brigate Rosse, questi dieci erano stati chiamati per commettere la sprangata su commissione; i 10 sono poi diventati tutti medici, avvocati, professionisti e appartenevano a, pensate un po, AVANGUARDIA OPERAIA!! Non, che ne so, a forza borghese o a unione figli di papà comunisti e/o antifascisti ; comunque, alla fine e dopo più di 15 anni di silenzi, rinvii a giudizio e processi su processi, quando il fatto è venuto a galla sono stati tutti condannati - Visto allora che possiamo e abbiamo il diritto di esprimerci e protestare, perché parlare di regime? Spiegatemelo voi, perché già potendo scrivere e stampare volantini per proporre manifestazioni e quant altro DOVREMMO essere, come ho detto prima, incarcerati e tenuti zitti e buoni. Dovremmo, ma non siamo in un regime. Perché, e il vero punto è questo, se Berlusconi è il nostro dittatore, egli avrebbe potuto eliminare, in tutti i sensi: sia fisico (ma controproducente) che d immagine (che è la cosa migliore per vincere senza problemi), gli avversari, cioè, Prodi. E i mezzi per farlo ce li avrebbe: insomma possiede tre delle sei maggiori reti nazionali, e quanti di voi, che siete contro questo governo, non si guardano i Simpson o altri programmi (Controcampo, partite di calcio, ) che tengono proprio su Mediaset? Non voglio dire che il Cavaliere sia uno stinco di santo ma lo si sta dipingendo come un diavolo. Viviamo in questo regime dove lui stesso permette che siano messi su processi contro di lui e che nelle sue stesse reti gli si dica dietro di tutto (mai visto Mai dire lunedì?). Potreste dire è tutta una tattica. Ci sta fottendo alla grande, possibile che nessuno lo capisca?, io penso invece che non si abbassa a licenziare la Gialappa (ortaggio messicano) perché gli fanno incrementare il cash ma anche perché, se no, tutti voi gridereste allo scandalo, al regime, appunto, o alla censura. Non ve ne va mai bene una: si fa una cosa ed è ingiusta; non si fa niente: allora ci si lamenta comunque. Altro dato importante è notare quante manifestazioni sono state fatte contro la Moratti quest anno. Ricordando che anch io sono contro alla riforma, per quella parte che concerne il liceo classico, vi rammento che la Moratti 6 sta semplicemente continuando il progetto cominciato e mai portato a termine da Berlinguer qualche anno fa. Ebbene in quegli anni non si sono viste così tante manifestazioni studentesche come contro la Moratti. Così mi viene, a buona ragione, di fare dietrologia: non è che le fate perché il governo è di centro destra? Mentre con Berlinguer (che ORA DOPO ANNI(!!!!) AMMETTETE CHE ANCHE LUI FACEVA MALE) il governo era di centro sinistra e allora non si manifestava troppo rumorosamente, per non mettere, espressione migliore non trovo, i bastoni tra le ruote? Se di regime vogliamo parlare vorrei farvi presente una mia riflessione: ciò che mi colpisce per la sua desolante pochezza è il pensiero cosiddetto debole che pervade tutti i media nazionali e mondiali. Succede qualcosa che non rientra nel pensiero unico buonista, mieloso, political correct che questo è immediatamente censurato, obliato, insabbiato. Sono proprio quei giornalisti mediamente progressisti e riformisti che partecipano con furore all occultamento della verità che li pone davanti a dilemmi insolubili secondo gli strumenti critici e dialettici sino ad oggi usati. Come può, ad esempio, una società come quella olandese, tra le più liberali e permissive DEL MONDO, faro del multiculturalismo, covare in sé una metastasi politica che trasforma giovani immigrati di 2-3 addirittura 4 generazione in fanatici terroristi ed assassini (mi riferisco all omicidio di Theo Van Gogh)? Oppure come si può spiegare, senza scadere nell ovvio e nel banale, l esplosione della violenza nichilista nelle banlieu parigine, con i soliti argomenti socio-economici? Perché hanno manifestato violentemente solo, o comunque la stragrande maggioranza, musulmani figli e nipoti di immigrati, con CITTADINANZA francese e non quelli delle altre comunità, che erano e che sono (tempo presente; ORA; adesso) nelle stesse condizioni economiche e sociali? Queste sono domande a cui non riesco a darmi risposte, usando il vostro modo manicheo (cioè di dividere tutto in bianco e nero, in buoni e cattivi) di concepire la realtà e la società moderna

7 Politica Solo un cretino 5 di Giampiero Gianazza, docente Lasciatemi sfogare: Solo un cretino può votare per voisapetechi (il coso il cui nome non può essere pronunciato senza disgusto). 1) Voisapetechi non avrebbe mai dovuto giungere dov è, e non solo per un minimo di decenza, ma anche per le vigenti ora e allora leggi elettorali, che non consentono la candidatura dei titolari di concessioni pubbliche (come, a titolo puramente esemplificativo e astratto, la proprietà di una o più emittenti televisive). Ma allora la presunzione baffuta e la convinzione di aver ormai manipolato la democrazia con l introduzione del sistema maggioritario, spinsero la sinistra (forse nel significato di forza oscura e malefica?) a non pretendere il rispetto delle regole (che peraltro la sinistra, sempre la stessa, è solita invocare contro ogni disobbedienza civile) nella convinzione di poter vincere nell urna e dimostrare così la propria superiorità. Come è andata lo sappiamo. E sappiamo anche come il baffetto arrogante abbia portato la rediviva sinistra ad una seconda sconfitta per mezzo di trovate come la guerra umanitaria, la commissione bicamerale, la privatizzazione e la flessibilità del lavoro. Debolezza o complicità? 2) Eppure oggi la cacciata di voisapetechi è una priorità assoluta che ci chiama a votare per il baffetto arrogante, per la mortadella democristiana e per l erremoscia da salotto (io voterò per quest ultimo). Qualcuno di noi voterà per i disorientati difensori dei nidi degli stornelli, e qualche altro per i masochisti che, per osare contro l ingerenza della Chiesa, espiano il proprio peccato stringendo in pugno steli spinosi. Spero che pochi tra noi voteranno per l insulso narcisista coltivatore di cicoria. Ma l importante è oggi togliere dalla scena voisapetechi. Non fatevi truffare dalle sirene dell astensionismo. Come nel 1944 i comunisti di Togliatti accettarono la priorità dell unità nazionale contro il fascismo e i tedeschi, così oggi è assolutamente necessario accettare la priorità della cacciata dei nuovi fascisti. Sapendo altresì che il dopo sarà una difficile navigazione nelle macerie di un economia sull orlo del naufragio, di un bilancio dello stato completamente fuori controllo e condizionato da impegni insostenibili e voragini nascoste sotto trucchi contabili, di una società contagiata dall egoismo e dalla difesa del privilegio e dell abuso, come se si trattasse di corollari logici del diritto (?) di proprietà. Thomas Jefferson, terzo presidente degli Stati Uniti e grande pensatore liberale, si rivolta certo nella tomba ogni volta che guarda a coloro che si dichiarano suoi epigoni: egli credeva fermamente nella necessità che lo Stato impedisse l accumulo della ricchezza. E quindi il dopo di questa possibile vittoria dei nostri timidi oppositori al fascismo incombente, dovrà essere per noi una consapevole equilibrata militanza che sappia esigere la pace, la sicurezza sociale (casa, lavoro, scuola, salute), il rispetto dei fondamenti delle società civili (la separazione dei poteri, la partecipazione democratica) senza aggredire un esecutivo impegnato nella restaurazione delle certezze per il futuro e nella ricostruzione di una finanza pubblica efficiente. E ciò nella prospettiva di un recupero reale della coscienza civile e dello sviluppo dell Europa come soggetto attivo e indipendente della scena mondiale. Una lotta decisa e consapevole come quella della Francia degli ultimi mesicontro le storture, ma non contro gli equilibri possibili nelle comunità locali, nazionali e internazionali. 3) E se vincesse l immondo voisapetechi? Il nero scarafaggio coi tacchetti e il trapianto di peli dal pube alla testa (in ambiente omogeneo)? Ci resterebbe allora soltanto la resistenza nella forma della disobbedienza civile. Dal Walden (di cui conosco un edizione di Thoreau in Oscar Mondatori) al Chomsky di Ragioni di Stato (Einaudi 1977 cap.v) molti uomini intelligenti ne hanno evidenziato pregi e limiti. Io stesso sento un istintiva diffidenza verso una pratica di lotta passiva. Eppure oggi mi sembra che sia la sola in grado di coinvolgere molti senza respingere gli incerti e i dubbiosi, e senza spaventare i timidi e gli acquiescenti. Forse per questa via la coscienza civile e la forza dei movimenti contro il pensiero unico e il dominio delle ragioni della produzione sulle ragioni della vita, troveranno un ascolto ed avranno un esito positivo ridisegnando un futuro per l uomo. 7

8 Fantapolitica Berlusconi aveva ragione! Una drammatica testimonianza da un futuro distopico di Amar Hadzihasanovic Iª B Milano, 9 aprile In verità, non saprei affermare con certezza che questa sia la data di oggi. Potrei avere ormai perso il conto dei giorni trascorsi dalla mia segregazione nel Centro di Lavoro Cooperativo - così ipocritamente chiamano questo gulag - della mia città. Ma, da quanto mi risulta, oggi sono esattamente 5 anni dalle ultime elezioni. Da quando l Italia era un Paese libero. Ha speranza questa lettera di arrivare a qualcuno, all estero? Probabilmente no. Dubito che gli americani raggiungeranno Milano prima che io sia catturato e ucciso. E tuttavia mi appiglio a questa flebile possibilità e mi rivolgo a te, cittadino occidentale, che da almeno quattro anni sei tenuto all oscuro di tutto quanto accade nella Repubblica Socialista Italiana. Parto quindi dal principio - da quel nefasto nove aprile dell anno duemilasei. Nefasto non lo sembrava: già i primi exit poll lo prevedevano, i risultati, due giorni dopo, lo confermavano: il centrosinistra vinceva le elezioni, e ci liberava da quello che, sconsideratamente, chiamavamo regime. E nei primi giorni, in effetti, liberi ci sentivamo, si respirava come un aria nuova. Berlusconi tuonava ancora dalle sue reti e dai suoi giornali, farneticava di brogli elettorali, presagiva catastrofi, ma lo potevamo ignorare, non era più il presidente, era un vecchio pazzo. Avevo sedici anni e credevo in un futuro migliore. La prima anomalia avvenne ben presto, precisamente allo scadere del mandato di Ciampi. Rifiutata da quest ultimo la riconferma, si fecero nomi su nomi, finché sulla copertina dell Unità comparve nientemeno che quello di Prodi. Sulle prime si pensò ad un errore, ma il fatto venne accreditato dallo stesso premier: sarebbe stato Presidente della Repubblica, e sostituito nel ruolo di Presidente del Consiglio. Con una rapidissima crisi, si concluse il brevissimo governo di Romano Prodi ed ebbe inizio quello ben più lungo di Massimo D Alema. Sentimmo l opposizione parlare di scandalo e chiedere di essere ascoltata, ma, come dire?, la sua voce sembrava più fievole, soprattutto sulle reti nazionali... In effetti una certa inquietudine cominciava a turbare l esaltazione postelettorale. Soprattutto, protestammo animatamente dopo la pubblicazione delle prime riforme, tutte firmate diligentemente dal Presidente Prodi: una riforma legislativa dai tratti oscurantisti che permetteva l emanare leggi senza renderne pubblico l intero testo; e una riforma dell informazione che diminuiva l esposizione mediatica del governo. Forse ce ne furono altre immediatamente successive, ma a questo punto, proprio a causa delle sopracitate, dovrò fare a meno della precisione. Le nostre lamentele non vennero prese in considerazione, e gli umori iniziavano a cambiare, quando accadde quella tragedia. Era l inizio del 2007 e una trentina di esponenti dei partiti di centrosinistra - moltissimi di Margherita e UDEUR, piu` qualcuno dei Verdi e di Rifondazione - vennero ritrovati morti. Lo sdegno per questa strage fu grande almeno quanto la sorpresa quando gli esecutori dei delitti, arrestati fin troppo in fretta, indicarono come mandante Berlusconi, portando a sostegno alla polizia prove schiaccianti. Dopo un processo che oserei dire sommario, l ex-premier fu condannato all ergastolo. Naturalmente, dai sostenitori dell opposizione e persino da una parte della maggioranza giunsero cori di proteste; da allora il governo non ebbe freni nell eliminare gli oppositori, sempre con lo stesso strumento: la magistratura. Deputati e senatori di centro e centrodestra venivano arrestati e condannati con le accuse più disparate, generalmente quella di ingiurie al Presidente della Repubblica, testimoniate da lui in persona; con le nuove, durissime, leggi antixenofobe e antifasciste venne resa illegale l esistenza della Lega Nord, di AN e di altri partiti di destra. In tutti i casi furono sostituiti con parlamentari di sinistra. Fu poi la volta dei giornali: non solo la Padania, il Giornale e altre testate riconosciute come parziali, ma persino altre notoriamente equilibrate furono chiuse con l accusa di terrorismo mediatico o propaganda di menzogne. Una serie di leggi assicurò poi alla RAI il monopolio nel settore televisivo. Nel settembre del 2007, in un discorso trasmesso a reti unificate, il premier D Alema, «in risposta alla nuova conformazione del Parlamento», si dichiarò «leader del Nuovo Partito Comunista Italiano», e pochi giorni dopo l Italia divenne una Repubblica Socialista. Solo una manciata di convintissimi salutò entusiasticamente questa scelta. Circa due mesi dopo il governo annunciò l apertura di un inchiesta e di una riforma delle forze dell ordine. Le informazioni che filtravano erano assai ridotte, ma si chiaccherava che la questione fosse nata così: una serie di distretti si era rifiutata di collaborare all ennesimo processofarsa contro gli oppositori politici. In breve, Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza vennero smantellati, e al loro posto istituite le Forze Sociali Armate, un corpo di volontari selezionati secondo i criteri del governo. Ad esse aderirono massicciamente i giovani No Global, i Centri Sociali, gli Autonomi - persone per natura violente e cariche d odio, che si fecero subito conoscere per la loro crudeltà e l assoluta arbitrarietà delle loro azioni. Intanto, assistevamo impotenti al degrado dell Italia, senza poter chiedere soccorso: gli intellettuali critici erano emarginati, i giornalisti stranieri lasciavano il Paese. Nel 2008 il Presidente del Consiglio inaugurò una serie di riforme in senso laico, e sperammo finalmente in qualcosa di positivo. Aborto, studio sugli embrioni, matrimoni e adozioni gay, eutanasia: le rispettive leggi furono accolte piuttosto favorevolmente. Quando però a maggio fu letto pubblicamente il testo delle nuove Leggi Genetiche per il Benessere Sociofisico, che rendevano legale - anzi auspicabile - la soppressione dei bambini aventi malformazioni, l intero Paese inorridì. A luglio fu indetta a Roma una grande manifestazione - repressa nel sangue dalle Forze Sociali. Quelle stesse che poco tempo prima avrebbero ritenuto naziste quelle leggi, e che ora erano totalmente plagiate. Per quanto ne so, non ci sono stati cortei dopo quello. Ricordo quel periodo anche per il mio esame di maturità, nel quale mi accorsi per la prima volta quanto la deriva totalitaria fosse avanzata. Sia gli argomenti del saggio breve, sia quelli dell orale vertevano inequivocabilmente sulla politica: erano nient altro che interrogatori. Pagai il mio tentativo di essere obiettivo con un voto basso; altri, che lodarono apertamente il governo, presero il massimo; altri ancora, che assunsero posizioni fermamente contrarie, vennero nei giorni successivi arrestati e spediti ai Centri di Lavoro Cooperativo (a detta del governo, «centri di riabilitazione in cui i condannati potranno trascorrere la loro detenzione contribuendo al benessere della società»; 8

9 Fantapolitica in verità, campi di concentramento gestiti dalle cooperative di sinistra). Un esaminatore sincero mi confidò che, se non avessi mutato le mie idee, mi sarei potuto scordare l università. Frattanto, gli appelli disperati della Chiesa Cattolica contro gli «abomini del governo italiano» andavano moltiplicandosi. In risposta, il premier D Alema annunciò la rottura del Concordato e contestò l esistenza stessa del Vaticano. Il giorno dopo, unità dell esercito ne assediarono le mura; durante la notte, la Curia lasciò in fretta il Paese, rifugiandosi, a quanto dicono, ad Avignone. Seguirono mesi in cui lo status del Vaticano non fu chiaro; poi, dopo due settimane in cui fu notata un insolita frequenza di voli dall Iran e dall Arabia Saudita, nello storico discorso del gennaio 2009, il Presidente del Consiglio annunciò la nascita dello Stato Islamico Romano. Bandiere rossoverdi con mezzaluna e martello sventolarono su Piazza San Pietro; i migliori architetti furono chiamati per convertire la basilica in una moschea; e così fu fatto anche per quelle chiese sul territorio italiano che non erano diventate edifici governativi. Il numero crescente di matrimoni gay, nonchè la scomparsa della Chiesa Cattolica Romana come punto di riferimento, portarono in breve ad un vuoto etico senza precedenti. Le unioni fra uomini e donne subirono un crollo vertiginoso, e la promiscuità divenne consuetudine sociale - l istituzione stessa del matrimonio veniva resa insignificante. Reputavo che potesse esistere una morale anche senza Dio: i fatti mi dimostravano il contrario. In quel periodo venni pervaso da sconforto e rassegnazione, e di fronte alla desolazione per la quale mi sentivo anch io colpevole mi rifugiai per mesi nella solitudine. Accendevo la TV solo occasionalmente; sentivo di riforme contro i «ladri capitalisti» e non me ne interessavo. Poi, una notte di settembre Milano venne bombardata. Gli scoppi si ripeterono il giorno dopo, e il giorno dopo ancora. Quando i fatti non poterono più essere negati, l annunciatore RAI comunicò che la Repubblica Socialista era vittima di un invasione degli «imperialisti americani». Quegli stessi americani che tanto biasimavo e contestavo ai tempi dell invasione dell Iraq, e che allora erano divenuti ai miei occhi dei dolcissimi liberatori. Decisi di tornare all attività; fondai con dei coetanei un gruppo partigiano, che ebbe poca fortuna: pochi giorni dopo si presentarono alle nostre porte le Forze Sociali. Fui picchiato e portato al gulag in periferia, dove ancora mi trovo; altri miei amici ebbero meno fortuna e furono costretti ai feroci supplizi degli ex-autonomi. So che ad alcuni fanno bere il contenuto di una Molotov (ancor oggi la loro arma preferita), e poi vi danno fuoco. Non ho idea di cosa sia successo da allora. Gli altoparlanti comunicano soltanto i successi dell asse Italia-Iran-Cuba-Corea del Nord; forse gli americani sono alle porte di Milano, e io lo ignoro. Da più di un anno sono sottoposto alla fame, al freddo, a regolari torture o anche solo alla minaccia di esse. Ne ho abbastanza. Ho scelto proprio questa data - il quinto anniversario della fine della democrazia italiana - per tentare, insieme ad altri prigionieri, una fuga; ho scritto questo messaggio, che provvederò quanto potrò a mettere al sicuro, nel caso questa non riesca. Se così sarà, non me ne rammarico. Se Berlusconi aveva ragione su tutto quanto, ed era l unico ad aver compreso il pericolo, allora è probabile che avesse ragione anche su questo: dopo Miseria e Terrore, non ci aspetta altro che la Morte. L economia la politica il bon ton mi hanno tolto l appetito di ocsecnarf obmoloc Iª G Io sono figlio del figlio del BOOM economico. Nei meandri più profondi della mia merda scorrono pulsanti i sixties: dunque quando sono piombato sulla terra ero già anoressico in potenza; e noi embrioni guardavamo la tivù nelle gallerie più o meno chic dell INTERNATIONAL INCUBATORS, istituzione d internati perché, forse si! lo so! ci si sente un poco stretti nell osservare il cielo calvo, ma internarsi nella vita cinque stelle mi pare scelta eccezionale. p.s. l articolo Negazione apparso sul numero di 2 mesi fa (?) era stato scritto a quattro mani e guarda un po le due che non sono state citate erano le mie. vabbè. 9

10 Milano, 11 marzo 2006 La cronaca di Gianfranco Torre Vª C Alla luce dei fatti accaduti a Milano l 11 Marzo in corso Buenos Aires, trovo importante discuterne con voi lettori attraverso questo articolo che, volendo, potrete criticare apertamente nel prossimo numero. Penso però che prima si debba fare un discorso introduttivo per chi non avesse ben colto le ragioni dei disordini pubblici durante quel giorno. Per Sabato 11 marzo era in programma a Milano il corteo, purtroppo autorizzato, del Movimento Sociale Fiamma Tricolore con l adesione di altri gruppi di estrema destra quali Veneto Fronte Skin Head e Base Autonoma di Roma per lanciare l inizio della campagna elettorale per le elezioni politiche del 9 Aprile. In vista di questa iniziativa, centri sociali ed associazioni antifasciste quali ANPI, UdS, L Altra Lombardia e Giovani Verdi, si sono riunite in un assemblea tenutasi al CSOA Pergola Giovedì 2 Marzo per decidere come organizzare una possibile protesta. Da questo incontro sono uscite due iniziative: la prima consisteva nell organizzare un azione finalizzata Retroscena di Davide Canzano Vª B a sottrarre la piazza o comunque a rimandare il corteo neofascista tramite scontri nel luogo dove era stato fissato il concentramento, ossia Porta Venezia; la seconda invece consisteva nello svolgere un presidio in Via dei Mercanti, dov è presente il monumento commemorativo dei martiri della resistenza a Milano nel Alla prima proposta aderirono i centri sociali ORSo, Pergola e T28 mentre alla seconda i centri sociali Leoncavallo, Bulk e Vittoria assieme alle associazioni antifasciste. Tutti credo sappiano cos è successo poi la mattina di quel famoso giorno e quali effetti abbia portato al clima elettorale. Io ero favorevole ad entrambe le iniziative perché pensavo avrebbero consentito ai cittadini di rendersi conto di quali soggetti fosse costituito un partito appartenente alla coalizione di Silvio Berlusconi. Secondo me, principalmente, sono stati commessi due gravi errori. Il primo è stato commesso dalla questura che non avrebbe MAI dovuto autorizzare un corteo -in una città medaglia d oro per la resistenza partigiana- di beceri, xenofobi, antidemocratici che istigano alla violenza razziale. Inoltre sappiamo bene come si sia svolta la loro manifestazione, ossia con slogan inneggianti al fascismo, saluti romani e bandiere con fasci littori e croci celtiche. Il secondo errore invece è stato commesso, purtroppo, dai compagni che non avrebbero MAI dovuto bruciare negozi, auto e sfasciare le vetrine di un McDonald con dentro dei bambini. Comprendo benissimo la loro indignazione quel giorno nel veder sfilare tranquillamente i nostri più accaniti rivali per le strade ma bisogna darsi anche un limite ed auto-criticarsi, ammettendo di aver fatto una cosa in maniera stupida che è costata l arresto di 25 compagni, ingenti danni e l odio dell opinione pubblica. Queste sono le mie riflessioni riguardo quel giorno e sarò ben lieto di confrontarle con quelle di altri nel caso aveste voglia di parlarmene o addirittura scrivere un articolo. L 11 Marzo 2005 Milano e Crs Buenos Aires sono stati sotto i riflettori a causa di due episodi gravissimi avvenuti proprio in campagna elettorale: una manifestazione fascista e una di noglobal. Cosa c era dietro a quegli episodi di violenza? - CAMPAGNA ELETTORALE: prima dei fatti la situazione elettorale era piuttosto singolare; infatti per il posto di Sindaco di Milano, storica roccaforte della destra nonché capitale economica italiana e unica fra le grandi città del paese ad essere ancora governata dalla destra (Roma, Napoli, Torino, Bologna, Firenze, Venezia sono tutte governate dal centro-sinistra), c erano in corsa ben tre candidati tra cui l Unione proponeva unitariamente Ferrante, mentre sul fronte opposto la Moratti era candidata per il Polo e l ex forzista ed ex presidentessa della provincia per conto di Forza Italia Ombretta Colli era scesa in campo come autonoma ripudiando il suo vecchio partito. Così questa situazione era molto sfavorevole per Berlusconi che rischiava veramente di perdere anche l ultimo baluardo della sua potenza e abbandonare definitivamente il ruolo di paladino degli industriali, dei commercianti e dei banchieri che lo avevano votato 5 anni fa. Come rimediare alla situazione??? Punto primo far ritirare dalla gara la Colli (secondo i sondaggi avrebbe ottenuto il 10% rubando una valanga di voti a Fi) comprandola con un appetitoso posto sicuro in Senato a Roma; obbiettivo centrato. Secondo provocare un clamoroso calo di consensi per l Unione. Come farlo? Utilizzando il tallone d Achille del centro-sinistra: gli estremisti, individuati nei no-global e nei membri dei centri sociali, che in futuro potrebbero sedere nelle file di governo! - L OCCASIONE: I registi di questa diabolica manovra elettorale hanno pensato di utilizzare le manifestazioni in programma l 11 Marzo per ottenere due obbiettivi;far apparire da un lato i cosiddetti no-global come vandali, violenti, antidemocratici e sovversivi devastatori di città provocandoli (probabilmente posizionando anche infiltrati fra le file dei manifestanti) e ordinando al questore di Milano - scelto naturalmente dal governo - di non prendere alcun provvedimento preventivo sebbene fosse stato allertato parecchi giorni prima sia dalla CGIL, SIA DALL UNIONE DI MILANO che quel corteo avrebbe potuto causare parecchi problemi di ordine pubblico. In secondo luogo si voleva offuscare la manifestazione dei neo-fascisti neoalleati di Berlusconi che avrebbe potuto provocare (senza il pandemonio dei centri sociali) il giusto scandalo e anche 10

11 Milano, 11 marzo 2006 l indignazione dell elettorato. I RISULTATI: E tutto riuscito alla perfezione. Non si è quasi parlato del corteo fascista; i commercianti si sono riancorati alla destra per farsi proteggere dai disordini causati dai no-global della sinistra, i partiti, soprattutto An e Fi hanno strumentalizzato l accaduto per diffondere su larga scala manifesti che accusavano apertamente il centro sinistra di aver fatto parte del corteo (notate che i manifesti erano gia affissi il lunedì mattina un giorno dopo il corteo tra cui c era di mezzo la domenica; poiché nessuno riesce a impaginare, inventare, stampare e affiggere manifesti in un giorno festivo, questa è un ulteriore prova della premeditazione e del progetto che c era riguardo a quella manifestazione) ( alcuni degli slogan erano: BASTA NO GLOBAL ; CHE ITALIA SAREBBE SE VINCESSE LA SINISTRA? ORA LO SAPPIAMO ); hanno cavalcato l indignazione popolare a fini propagandistici ed elettorali. - IL DOPO: Non soddisfatti hanno anche organizzato un corteo bipartisan alcuni giorni dopo i fatti al quale dovevano prendere parte sia Prodi che Berlusconi. Alleanza Nazionale per far rinunciare il leader dell Unione al corteo si è presentata in piazza con fedelissimi da tutta Italia perfino dalla Sicilia pronti a contestare Prodi con una marea di fischi e con striscioni profondamente offensivi; alla faccia dell imparzialità. Oggi la destra è tornata in vantaggio sulla sinistra a Milano e la gente teme i no-global al governo. Complimenti a tutti, chi ha provocato e chi ha abboccato. Le reazioni di Costantino Orlando IVª F Lunedì 13 Marzo 2006 Ora cercherò di riflettere, di passare in rassegna tutto quel che ho visto e sentito in questi ultimi giorni. Sabato mattina, intervallo: il principale argomento di conversazione è il corteo di fasci, che il Giorno della Memoria era stato rimandato. I miei amici mi confermano che partirà da Porta Venezia, praticamente sotto casa mia ( Oh, sta attento Costa!.. ), e vengo a sapere del presidio organizzato intorno al Duomo. Qualcuno ci sarà, qualcuno non sa (=non verrà), qualcuno continua a parlare di calcio. Esco, e dopo una sortita in fiera insieme al mio UDSsino preferito, io ed il mio prode compagno ci dirigiamo verso quello che sarà definito il campo di battaglia. Sono le due e un quarto quando, sbandando in due sulla mia bici, scorgiamo i primi segni. Poco oltre via Palestro alcune auto e camionette della polizia sbarrano la strada. Le oltrepassiamo, e solo molto più avanti notiamo i primi sampietrini in terra, mentre il brulicare di camionette e poliziotti aumenta. La piazza è attraversata anche da mezzi dei vigili del fuoco e ambulanze, e proseguendo per Buenos Aires capiamo perchè; oltre alle pietre, ora per terra ci sono vetri e cocci, e si sente un brutto odore di bruciato (naturalmente i media però hanno enfatizzato, per far notizia, la portata dei danni. Senza sminuire nulla, ma bastano un paio di inquadrature giuste, una vetrina infranta, un auto in fiamme, et voilà la guerriglia! Fate sempre la tara ). Passiamo davanti al negozio bruciato, alla vetrata incrinata, alla barricata di vasi di cemento convinto che siano i fasci la causa di tutto ciò, mi sto chiedendo perché sia già successo tutto il casino; il corteo non iniziava alle quattro? Solo a quel punto noto un enorme scritta NO TAV su un muro. Domenica pomeriggio, corso Buenos Aires: mi trovo a passare vicino al negozio incendiato. Ora c è una bandiera tricolore sull uscio, e davanti un gazebo elettorale di An. Una lunga fila di persone aspetta di firmare un registro, e dietro il tavolo vedo e riconosco la simpatica faccia di La Russa in persona. Intanto una signora di mezz età con un megafono istruisce la folla a diffidare della sinistra, che ora mostra il suo vero volto!. Cerco di ribattere, ma vengo gentilmente allontanato da una specie di armadio a due ante con il cappotto. Pieno di rabbia, me ne vado. Mi sono appostato, poi, su quel tratto di marciapiede colpito dalla bomba-carta. In poco meno di un ora avrò sentito almeno venti persone scagliarsi apertamente, parlando tra loro, contro i criminali con la C maiuscola, cui avrebbero dovuto far pagare anche i danni morali, ma che purtroppo non sarebbero andati in carcere perché su ste cose la nostra giustizia fa schifo. Era gente qualunque, gente normale. Ce n è tanta a Milano. Lunedì mattina, intervallo: cerco di esprimere le mie paure, raccontando il tipo di aria che ho fiutato. Mi sento rispondere che in ogni caso non saremmo riusciti (enigmatica risposta) a far votare a sinistra quelli di An. Che la violenza era comprensibile, che solo il momento era sbagliato. Ma ci rendiamo conto della cazzata che abbiamo fatto? Sì, abbiamo, mi ci metto dentro anch io, e vi dirò perché. Compagni (non trovo altra espressione), io sono profondamente, visceralmente, irrazionalmente d accordo con voi. Mi brucia qualcosa dentro se penso a chi alza il braccio destro e con arrogante ignoranza offende tutti coloro che sono morti per conquistarci la libertà che sbandieriamo. Libertà di parola, libertà di pensiero. Un signore molto illuminato ha detto: Non sono d accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire. La maggioranza di noi si direbbe d accordo, ma quando si tratta di fascismo la nostra (anche mia) reazione istintiva è: quando è troppo è troppo!. E allora si faccia un presidio, fermo, pacifico e determinato! Quella era la strada giusta. Questa voglia di scontri,che qualcuno ha definito fame di 68, ci è costata cara. Oltre a farci perdere voti su due fronti (si vuole anche la Moratti sindaco?), abbiamo fornito un altra arma di distrazione di massa a tutti coloro cui dava fastidio lo scandalo di Storace, ad esempio.ho addirittura il sospetto, se ho imparato qualcosa sul 68, che per favorire un così opportuno diversivo ci abbia messo lo zampino qualcuno di molto poco rosso. Manca un mese alle elezioni e non è affatto scontata la sconfitta delle destre. Questo è stato, alla meglio, un cieco e coraggioso autogol. 11

12 Milano, 11 marzo 2006 L incontro di Filippo Rude boy Siracusa Vª B 11 Marzo: avete letto tanti di quegli articoli su quel giorno. Di gente che non ha chiesto nulla a chi era lì tranne il tg de la7 ma semplicemente a quelli che erano contro... Balle, ecco cosa raccontano i media molto spesso; ma non mi voglio perdere in questo discorso, poiché potrei andare avanti ore. Ma sono qui per parlare dell 11 marzo. Ho chiesto ad un tale che conosco che era lì come è scoppiato tutto, come la gente ha reagito. Lui inizia dicendomi che chi era lì voleva semplicemente entrare nella piazza assegnata ai fascisti. Non era organizzato il casino che è successo dopo. Che la polizia ha attaccato prima che loro raggiungessero la piazza, perchè qualcuno ha tirato un paio di sassi. Ma questo forse lo sapevate. Comunque, dopo che è successa la guerriglia urbana, mi dice che non è vero che la gente voleva linciarli, o perlomeno non tutta. Mi ha detto che molti hanno cercato di salvare chi cercava di scappare dalla polizia assatanata che ha reagito alle provocazioni facendoli salire nelle macchine. Sì, certi hanno cercato di accoppare i manifestanti, ma non erano la maggioranza. Poi, cambiamo discorso. Parlando dei danni, lui mi dice che le macchine non era come i media vi hanno fatto credere la cinquecento di mio padre, che si è fatto un mazzo tanto per comprarsela, ma bensì di sindaci che di certo non hanno avuto problemi a comprarla e che non ci hanno impiegato molto per comprarsene un altra. All inizio erano pochi quelli che facevano casino, poi il numero è aumentato, ma quelli che distruggevano negozi e incendiavano macchine erano la minoranza. Però non dice Hanno fatto bene, tutti morti ah ah ah. Condanna quelli che hanno fatto i danni, dice che non erano la maggioranza. Dice che bisognava scappare da soli: ognuno pensi a se stesso ; chi è scappato in gruppo, è stato preso. Io né condanno né supporto. Penso che un qualcosa si sarebbe dovuto fare, ma non in questa maniera, non distruggendo negozi, che pur non essendo di margarina e molto poveri, sono di gente che si è fatta il mazzo per tirarli su. Poi, tirate voi le somme; il mio articolo voleva solamente farvi vedere la situazione attraverso gli occhi di chi c è stato La critica di Ciappo IIª B In questi giorni viviamo l aspra lotta dei politici per riuscire a strappare un buon numero di X agli elettori della categoria chiamata giornalisticamente indecisi. Si sa, in amore e in guerra tutto è concesso, anche in politica però non si disprezza più di tanto il gioco sporco purché utile alla campagna elettorale. Avendo in mente ciò, si iniziano a creare fosche nubi nel mio cervello che acquistano sempre più la forma di un pensiero quando sento notizie della manifestazione dell 11 marzo. Questa che segue è l idea che mi sono fatto in proposito, non è la verità e non pretendo che lo sia, non posso provare ciò che scriverò ma spero solo di mettervi una pulce nell orecchio. Accade dunque che il questore autorizzi una manifestazione, corteo in cui, stranamente, non si vedranno bandiere rosse o multicolori, ma croci celtiche e fasci littori. Qualche politico garantisce per loro: faranno i bravi ragazzi, questa garanzia è stata data affinché gli organizzatori, in cambio, scegliessero come luogo p.ta Venezia, tra poco vi dico perché. Si fa un po di pubblicità all evento ed ecco che l amo è in acqua, con attaccata una bella esca succulenta; alcuni pesci di indignano e senza perdere tempo progettano una contromanifestazione, per la gioia del pescatore: con qualche accorgimento e magari grazie a qualche infiltrato la violenza divamperà come un fuoco in un pagliaio. Così, gli occhi dei negozianti di Buenos Aires, che si stavano volgendo a sinistra, sono ora costretti a vedere scene di guerriglia: macchine che bruciano, vetrine infrante e simili. Non temete, tutti quelli che non hanno avuto la prima fila potranno gustarsi con calma le foto, appiccicate sui muri come pubblicità, spiegate da facili slogan che equiparano ragazzi di alcuni centri sociali, no global, Unione e sinistra, preparati molto bene e molto in fretta (vedi articolo di Davide). Per chi non riesca trovarli c è sempre la cara vecchia televisione, non perde mai un occasione per fare notizia e propaganda. Così, in un colpo solo e da maestro, usando l impatto mediatico di un evento del genere, avvenuto in una zona centrale e commerciale di Milano, ecco spiegato il motivo del posto scelto, Berlusconi può condannare Prodi e i suoi uomini, facendo indignare popolazione e commercianti, tutto senza dover fare battaglie televisive o spot subliminali. Mi spiace allora di vedere il compagno Torre dire: eh ma tu non hai mai preso una coltellata. No, non l ho mai presa, e in compenso non ho mai dato una mano al governo a rivincere le elezioni. 12

13 Attualità Le intuizioni dell Unione, quella Europea L UE interviene su telefoni e scuola. Ecco come un istituzione che sentiamo lontana ci propone opportunità a portata di mano. di Lorenzo Casullo Iª E Preferisco astenermi da considerazioni personali sulla campagna elettorale, perché penso che questo numero offra già numerose informazioni e riflessioni. Vi anticipo soltanto ho già pronta una lettera aperta, indirizzata al vincitore delle prossime elezioni, nella quale scrivo che cosa vorrei che il prossimo governo facesse. Ho intestato la lettera al signor Berlusconi, più per presentimento che per scaramanzia, nonostante spero che vinca l Unione. Veniamo ora all Unione della quale vorrei scrivere, l Unione Europea. Circa un anno fa, in un mio articolo dal titolo Un futuro di nome Europa, avevo espresso il mio desiderio di vedere l Europa come un unione, non solo simbolica o economica, ma anche politica e tangibile, degli stati europei, attraverso i quali fosse più facile viaggiare, studiare, lavorare e comunicare. Prendevo spunto dalla stesura appena avvenuta della prima Costituzione Europea, simbolo di concordia tra i popoli europei e mi auguravo che sarebbe stata approvata in fretta dagli stati membri. Il passaggio di ratifica, però, è avvenuto soltanto nei Paesi dove a decidere è stato il Parlamento; dove invece si è proposto il referendum, in Francia e Paesi Bassi, la Costituzione è stata respinta dalle vittorie dei no antieuropeisti. La bocciatura ha evidenziato che tra la gente prevale lo scetticismo nei confronti di un istituzione che viene vista e vissuta come lontana, All the invisible children di Anna Crosta Vª A oppressiva e burocratizzata, anche a causa delle campagne di disinformazione messe in atto da alcuni governi nazionali. Il processo tanto sognato di un Europa unita non solo economicamente sembra essersi bloccato, in favore di nazionalismi culturali e protezionismi economici. Eppure tanti fattori, sia culturali sia economici, dovrebbero spingere gli europei, soprattutto i più giovani, a credere in questo progetto: pensate al ruolo politico dell Unione Europea nel mondo, ai vantaggi negli spostamenti, al livellamento di prezzi e stipendi, agli scambi culturali e linguistici che si otterrebbero se il processo di unificazione europea avanzasse: tutti vantaggi già presenti, ma che potrebbero aumentare molto. Inoltre l Unione e la sua Commissione lavorano su alcuni aspetti pratici che semplificano i nostri viaggi e ci offrono nuove opportunità. Le nuove regolamentazioni sui soggiorni studio all estero, per esempio, sono molto interessanti. La Commissione europea ha stanziato 150 milioni di euro all anno per finanziare i corsi Erasmus per 120 mila studenti e 10 mila docenti, distribuiti in 1800 università. Gli studenti ammessi ricevono una borsa di studio che oscilla tra i 135 ai 140 euro al mese per un periodo che può variare da tre mesi ad un anno. Inoltre, è appena partito il progetto Europass, una certificazione che permette di veder riconosciuti in tutta l Europa i propri titoli di studio e di trovare lavoro con maggiore facilità. Un altro intervento della Commissione Europea riguarda i costi delle telefonate internazionali, il roaming. Oggi, telefonare in Italia da un altro Paese europeo costa 1euro (Vodafone e Wind) o 55,78 cent (Tim) al minuto, più la metà ad ogni scatto di 30 secondi. Ricevere telefonate dall Italia se si è all estero costa 45 cent (Vodafone), 61 cent (Tim) o 35 cent (Wind), più la metà ad ogni scatto di 30 secondi. Le proposte della Commissione di Bruxelles per abbattere i prezzi così elevati sono: eliminare tutti i costi del roaming quando si viaggia all estero, in modo che a pagare sia solo chi chiama; inserire la modalità del prezzo domestico, in modo che il cliente paghi la stessa tariffa che pagherebbe nel proprio Paese. Accanto a questi processi legislativi non indifferenti, ci sono quelli di tutti i giorni a spingerci verso un contesto europeo. Il 60% dei giovani europei usa il computer e frequenta molti siti internet comuni, il 54% parla l inglese, il 56% ha viaggiato all estero nell ultimo anno. Dunque credo che i governi nazionali debbano avere l intento di costruire un grande contesto comune europeo, ed è questa una delle richieste che vorrei fare al prossimo governo italiano. Per le altre, aspettiamo il prossimo numero. info UE: numero verde Sito internet: europa.eu.int/italia Le tariffe degli operatori telefonici sono quelle presenti sui rispettivi siti internet. Boccoli morbidi e dinamici che sprigionano luce, sorriso fragile come fosse dipinto, pelle chiara d una purezza infrangibile, o scura d una densità penetrante. Ma all improvviso, un proiettile scoppia un palloncino, una ruota uccide una bambola, una mina demolisce una corsa, un bimbo crolla, viso grigio, pallido, incrostato di dolore di un bimbo. Un bimbo, com è inutile il suo debole sorriso, com è indispensabile la sua forzata presenza Com è impregnato d una polvere indelebile il corpicino abile e fresco d un bimbo. Un bambino anziano, consumato dal mondo. Un bambino mai nato, mai morto, un bambino invisibile. Figli dell AIDS, orfani di vita, stanchi vagabondi, menti ubriache di nulla, gambe indolenzite, sottili come fili, invisibili. Figli tutti di un dio minore oppresso dai rimorsi di non averli collocati nella giusta tana. Muto è il pianto di un bimbo, pesante e pigra la sua corsa, com è profondo il suo sguardo che straripa di vuoto, com è bastardo questo mondo adulto. Non ha mente per riflettere, gambe per scappare, occhi per sorridere e bocca per urlare quel bambino lì in fondo alla via con la pancia gonfia e il fucile ficcato nel cranio non ha eseguito gli ordini e adesso paga. Molto caro. Un bimbo spogliato dei suoi beni più preziosi seppellito nudo in una buca invalicabile, quella degli adulti, della guerra, della strada, della fame e della malattia I ruoli si invertono, gli adulti incompleti muoiono bambini e i bambini invisibili nascono adulti. Bambini senza volto che siete nati senza strillare, che state crescendo in bilico sul vostro filo invisibile, bambini che vi nutrite di sporca malvagità, bambini che chiudete gli occhi e non li riaprite più, bambini spenti, coraggio, accendete la luce di questo mondo buio 13

14 Scuola Un giudizio sull assemblea di Paolo Celino III E Questa assemblea sulle religioni non mi è andata proprio a genio: siamo sfociati nei soliti luoghi comuni. Devastanti sono stati in particolare alcuni giudizi: 1) Sembrava che chiedere di rispettare i diritti fondamentali dell uomo e della democrazia in altri paesi fosse un sacrilegio contro la cultura di questi. Qualcuno ha addirittura affermato che ciò costituiva un vero atto di guerra nei confronti di quei paesi. Frasi di questo tipo mi hanno fatto sbiancare all istante. Come si può dire una cosa del genere?! Vorrei vedere se andando ad abitare in uno di questi stati, sarebbero del medesimo parere questi intellettuali così naif. Si è addotto come esempio la Guerra in Iraq, ma si è andati fuori strada. La guerra in Iraq è stata sbagliata (non è difficile pensarlo), ma non è questo il metodo con cui da sempre ci si batte per la carta dei diritti fondamentali, come fa l Onu. Quindi far valere questi diritti non equivale a portare guerre nè contro la popolazione nè contro la loro cultura. 2) Equiparare poi il terrorismo e il fodamentalismo all azione del mondo cattolico nella vita sociale è stata l opera di un altro intellettuale di tipo radicalchic. Perchè vorrei proprio chiedere se qualcuno si è sentito minato nella propria libertà dalle prese di posizione della Chiesa Cattolica! Si tratta di confronto. E se uno non lo sopporta, fatti suoi. Io posso sentire in TV le cazzate che dicono i radicali, perchè un altro non può sentire il parere della Chiesa Cattolica?! E oltretutto uno può scegliere se ascoltare o meno. Quindi non esiste proprio che uno venga a parlarmi del fondamentalismo della Chiesa Cattolica, ritenendolo poi un assunto indiscusso. 3) E stato di nuovo espresso un concetto di laicità falso che elimina il confronto sin dalla radice. Si è espesso poi come modello di paragone quello francese, perchè a detta dell esperta sociologa, era una delle risoluzioni migliori di fronte ai seri e continui conflitti interni tra studenti. Personalmente ho trovato questo tipo di risoluzione quanto mai sbagliata. Non si è presa in considerazione invece una campagna per l educazione al rispetto dell altro e ad una sicera convivenza, ma si è eliminato apparentemante il problema. Io credo invece nella laicità, quella vera, dove il proprio tentativo di vita non è nascosto o privatizzato, ma è sostenuto e arricchito dal pieno confronto con esperienze diverse. E qui che si può trovare una vera convivenza, non una falsa, dove per far piacere a te, tolgo qualcosa di me, ma una vera per l appunto, dove prendendo sul serio te e il tuo tentativo (quindi rispettandoti), mi confronto portando quello che sono io (tutto quello che sono, non soltanto quello che vogliono vedere gli altri). Perciò a mio parere il modello francese ha già fallito, perchè non ha saputo affrontare veramente il problema. Sono comunque rimasto stupito che a sostenere questo modello di laicità fossero i figli dei sessantottini, i famosi capelloni, gente che rivendicava i propri simboli e il proprio stile per affermare la propria identità. E come mai i loro figli vanno in tutt altra direzione? Mi chiedo se sono diventati figli di papà, tutto casa e collettivo, oppure se gli fa comodo sostenere al momento questo nel puro stile qualunquista. Sta di fatto che per un motivo o per l altro hanno sostenuto questa concezione alla francese. 4 )Stiamo inoltre attenti ad alcune frasi degli esperti: nella loro innocenza, sono del tutto trasformatrici. Per esempio, un esperto ha detto che dovremmo seguire un modello di scuola di tipo francese perchè la scuola è solo il luogo dove imparate. Stiamo attenti a una frase di questo tipo. Non è vero che a scuola si trasmettono soltanto nozioni. Premettendo che i maestri uno li può trovare altrove, bene o male in cinque anni qui uno si forma un pensiero, matura, acquista una sua identità. Non è forse vero che affrontare certe materie in modo nozionistico ha creato spesso una repulsione verso le materie stesse, auspicando di poterle affrontare in una maniera più significativa? Non è forse questo che muove gli studenti verso una libertà espressiva che non solo nei momenti privati, ma anche nei momenti pubblici (come le assemblee) ha permesso di potersi confrontare con persone differenti? Stiamo attenti che una concezione di scuola, come quella che stiamo considerando, comincia a colpire simboli religiosi, ma potrebbe arrivare a eliminare anche la libertà espressiva. Perciò, un giorno, sia che vada al potere la destra o la sinistra, ma con questa concezione, si dovrà mettere la parola fine a tutte le assemblee connotate, perciò anche quelle dello stesso collettivo, perchè la scuola vi deve dare soltanto delle nozioni. In questo modo si elimina il confronto che in realtà avviene a diversi livelli, non solo a quello dialettico. Uno rivela la sua identità non con le parole,ma anche con tutta la sua persona, quindi con i suoi simboli (che indicano ciò a cui uno tiene veramente), i suoi eventi (quindi anche con dei volantini, perchè se uno vuole invitare a qualcosa, ne ha bisogno) e anche con fatti (incontri personali, assemblee..). Il confronto deve potersi esprimere in tutta la sua ricchezza,altrimenti è formale, fasullo, e impedisce la possibilità di conoscere l altro e di maturare un giudizio personale. Perciò guardiamoci dal togliere l identità e il confronto, perchè è il primo modo con cui il Potere cerca di toglierci un fattore di giudizio importantissimo, la nostra esperienza. E senza di questa tutti siamo facilmente influenzabili (quindi manipolabili) e la logica del momento si impone facilmente, facendoci credere in idee, che nell esperienza,si vede, sono del tutto false. 14

15 Scuola Contro informazione di Alberto MCA Pozzi Vª I Uno degli ultimi proclami che ci arriva dal nostro beneamato Cantiere afferma che viviamo la guerra nel suo essere a bassa intensità, quella fatta di zone rosse [ ] che ora vediamo riproposte nelle nostre scuole come al Parini. Al Parini dicono che hanno instaurato una vera e propria inquisizione con (cito) processi ad personam. Questi studenti sotto processo hanno combattuto per il libero sapere ma sempre il nostro beneamato Cantiere ha (volutamente) omesso di dire che questi compagni hanno provocato danni per un totale di circa 22MILA euro. In una scuola dove i soldi sono sempre meno e dove (come dite voi) c è precarietà nelle famiglie (ma i membri del nostro colletivo non mi sembra che se la passino male) dover sborsare queste somme prosciuga ancor di più le già vuote casse della scuola. In cinque persone/compagni (secondo me non sanno neanche cos è il comunismo o la sinistra) hanno subito una sospensione che da 28 giorni è scesa a 4. Perché per protesta non occupiamo anche noi altri quattro giorni, riprendendoci i nostri spazi?? I 22mila euro consistono in venti porte rotte, venti tende strappate, estintori (cioè strumenti per evitare o sedare incendi, mica oggetti superflui!) svuotati, tavoli rotti. Sarò una persona della vecchia scuola ma per me vige una semplice regola: occhio per occhio, dente per dente; sempre. Detta in altri modi: chi rompe paga o chi la fa l aspetti. Le nostre scuole dovrebbero rimanere tali, quindi bisogna dire basta. Basta agli esterni dei centri sociali; Basta a un Cantiere che al Manzoni (come anche al Parini per esempio) decide il bello e il brutto tempo; chi vorrà essere iscritto a quel tale movimento lo faccia, Basta che non si faccia comandare a bacchetta come un cagnolino docile docile. Da quanto proclamano i volantini che provengono dal Cantiere sembra che si debba poter andare in giro senza leggi, in una città dove chiunque possa fare ciò che vuole. Picchetti e barricate sono pratiche che ci rivendichiamo : quando a Ottobre il Collettivo, per vincere le elezioni e per fare pura demagogia, disse che se ne sarebbe discusso (ah ah) e che erano pratiche ingiuste e da cercare di evitare, ma non è stato mai fatto né provato. Questi sono finti comunisti, insulto al vero comunismo e ai veri comunisti, perché sono figli di borghesi che finiranno a fare i borghesi! L esempio c era ma non lo ricordate o lo si cerca di obliare: il caro e vecchio Leon mica era NOBILE (non è ancora peggio per un comunista?!) figlio di borghesi? E adesso? Adesso studia alla Statale e non penso proprio che finirà a fare l operaio o il manovale tra cinque-sei anni! farà anche lui il tanto odiato borghese, come tutto il Collettivo del Manzoni e come tutti noi nel complesso. Basta raccontare minchiate e aprite gli occhi. Basta parlare per luoghi comuni. Da come parlate sembra che le zone rosse siano in vigore per tutta la vita, quando sono attive solo durante i cortei. E i cortei hanno un inizio e una fine, secondo voi questi cortei dovrebbero fare ciò che più gli garba inventandosi un tragitto sul momento?! Le zone rosse sono nate dopo il G8 di Genova, quando i black block distrussero mezza città e devastarono i negozi di commercianti che non c entravano nulla con il G8. Per vivere con un minimo di ordine, le leggi sono necessarie, non un optional. Finchè vi va bene, la legge va bene; quando implica dei limiti per la giusta convivenza civile, da quel momento no. Non vedete il controsenso vivente? A quanto pare no. A uno dei collettivi di gennaio 06 uno del CPM disse che tutti loro sono estremisti. Questo già dice tutto, ma se sei estremista (e non penso che lo sia di destra, è apologia di reato!) dovresti poi, in un ipotetica rivoluzione, far fuori i tuoi genitori; chi di noi non ha genitori borghesi? O è così oppure questi qua fanno parte di un comunismo diverso, nonostante ostentino gadget di Che Guevara, Lenin, Stelle Rosse, Falci&Martelli e parlino di rivoluzione e simili e dei valori democratici della Resistenza; inteso come democrazia: ebbene a Roma il 27 gennaio scorso i no global, coi quali avete qualche idea in comune (come l anticapitalismo per fare un esempio), hanno fatto sì che il ministro per le politiche agricole Alemanno non potesse andare a parlare in un municipio di Roma; questa sì che è Democrazia. Con la D maiuscola proprio la stessa democrazia coi suoi basilari principi che viene sbandierata in questo volantino. Oppure la Democrazia di fischiare chi ha i coglioni di andare a parlare in assemblea ben sapendo che la maggioranza è schierata contro di te e contro le tue idee, A PRIORI! Questa è la Democrazia di un Colletivo autonomo che pensa di essere superiore a tutto e tutti e che fa quello che vuole perché ha la tacita collaborazione dello studente medio, che, lo si sa, lo vota. perché sa che con la sua elezione si avrà un occupazione, che equivale a una vacanza. A febbraio il CPM è dovuto ricorrere al (finto) ricatto di dire non terremo la scuola occupata se non ci saranno più di 200 persone. Ebbene, io sono andato ogni giorno a vedere le votazioni (invece di starmene a letto a dormire!) e ho piacevolemte notato che erano sì e no, quante?, un centinaio di persone; sicuramente per ottenere più di 200 persone la palestra deve essere piena, e non lo era: neanche metà era okkupata. Okkupate le vostre di kase e lasciate la scuola, luogo pubblico, per la funzione che ha: diffondere sapere. Ci sono strumenti ben più utili a questo fine, quali autogestioni o co-gestioni, perché vedono una molto maggiore partecipazione ai collettivi/incontri perché sono giornate mirate e singole, visto che con più giorni di una fantoccia anarchia non viene nessuno, se non esterni o dei centri sociali o vengono altri manzoniani e non intendo i fan dello scrittore dei Promessi Sposi ma quelli del linguistico omonimo con cui ho avuto il piacere di discutere sulla loro presenza nel nostro liceo, ma non avendo avuto la autorizzazione dell onnipotente CPM a guidare, insieme ad altri del Terzo Polo, o a co-guidare il servizio d ordine (che tra altro molti ci hanno detto che ci avrebbero visto volentieri all ingresso) non ho questionato oltre e, anzi, ho augurato loro una buona permanenza nei nostri locali. Ed era così efficiente il servizio d ordine autogestito, antifascista (che sia questo il motivo del cortese rifiuto?) e comunista che non c era mai nessuno alla porta, tolto il primo giorno che dovevano prendere i nomi delle oltre 175 (!!) persone che hanno votato, per la Democratica alzata di mano, contro l occupazione dell auto-cultura, magari hanno messo delle telecamere nascoste per controllare la situazione anche da lontano p.s. ringrazio assieme al Terzo Polo e affiliati tutti coloro che hanno votato contrari all okkupazione (vorrei sapere perché al posto delle c mettete le k, ma è un dilemma insolubile) e a chi ha confezionato un volantino indimenticabile, che ognuno di noi conserva ancora, sulla Democratica assemblea plenaria, chiediamo di contattarci! Comunque posso solo fare i complimenti a chi lancia palline e insulti in nome della Democrazia. 15

16 Filosofia Il ritorno delle muse Eliconie di Gloria IIª D L immagine che copre il suono svuota il periodo della poesia primordiale, essa è prima che immagine, musica. Il ritorno eterno all alveo materno dell espressione poetica è il trionfo melodico del suono. Non è tensione caparbia verso un attenzione morbosa per la forma, certonon si tratta di una sorta di gusto alessandrino per l organicità e la strutturata organizzazione del testo. No, niente ricerca affannosa di simmetrie, chiasmi, richiami eruditi. Siano benvenute le avanguardie, benvenuta l attesa del verbo, sia pure benvenuto un certo periodare quasi asiano. Sia la sinfonia a dominare la parola scritta. L immagine si piega in ginocchio, sconfitta e accartocciata, di fronte alla musica. La poesia si blocca nell immagine, coglie la staticità del fotogramma reale. L arte poetica nonè pittura verbale, la pittura è infatti immediata immagine della realtà. Nulla di pensabile fuori di essa, nulla che per lo scienziato possa essere bello. Riconsegniamo alla poesia il suo spirito selvaggio, irrazionale;voglio rivedere il respiro del vate e del profeta che presta l orecchio alla musica del mondo. Voglio vedere la dimensione inconsapevole e primitiva della poesia, dove essa era verbo del Dio.La poesia ha perso il suo Parnaso, le sue muse, i suoi poeti. Siamo sommersi da versi equilbrati, aritmetici, dove manca l essenza intima della natura, dove a dominare, veleggiando su nere parole, è il poeta, l occhio che coglie la bella parvenza. Nulla di tutto ciò è la poesia, nessuno schema, nessuna gabbia,nessuna immagine riciclata, nessun topos volto a turbare o a emozionare. Non è il contenuto il suo sommo vertice, ne è in un certo qual modo la forma. A chi mi obiettasse che in tal senso si ridurrebbe a un superficiale vaneggiare, rispondo che sì, è un vaneggiare, ma non superficiale, direi più inconsapevole. A quello chiederei: cos è la poesia? Qual è il suo contenuto? Esso è l immagine colta nell istante, nel tempo, dall occhio del poeta. Dove allora la differenza dalla pittura? Nella trasposizione dell immagine in segni fonetici: dove l immagine è filtrata in tutto il puro essere dell uomo, del soggetto, dell individuo. In tal modo dunque essa non sarebbe mera opinione dell uomo poeta, non sarebbe riduzione concettualistica dell immagine? Privilegiando la forma (anche se è erroneo chiamarla forma, direi più musica della parola) invece scompare completamente la dimensione soggettiva del poeta che non potendo più cercare l immagine nel mondo reale e plastico, è costretto ad innalzarsi, in punta di piedi, obliando se stesso, acquietando il respiro del proprio essere, per tendere l orecchio all ascolto di una musica cosmica, principio dell esistenza. Il contenuto della poesia diviene allora la stessa forma, la stessa musica. Tolta la dimensione razionale del poeta, egli è pronto per l annientamento in favore dell arte, che libera di fluire, senza ostacoli si manifesta nella musica delle immagini trasposte in voce. La poesia è infatti voce prima di parola scritta, è appunto questa che si può leggere: la voce. Essa è la musica. Ritorniamo a quella recitazione poetica che la dinamica tradizione del tascabile ha soppiantato, tanto che le nostre gole, poco allenate, si seccano subito, non appena abbiano iniziato a leggere ad alta voce. E dunque in che modo la musica può essere il contenuto, in che modo la forma può essere l immagine stessa? La tensione melodica, graffiante e intrisa di dolore, che allo stesso tempo allieta l orecchio iniziato del poeta, suggerisce immagini a egli sconosciute.il poeta scrive, o meglio presta la penna alla musica, la quale da corpo all immagine, immagine inconsapevole che evoca la latente natura umana, imprigionata nell individuo. La poesia è liberazione dell anima cosmica del mondo, dolce pozione per il senso del suono. Esso dovrebbe essere il primosollecitato dalla lettura poetica, la necessaria distorsione che produce una lettura mentale stimola in primo luogo il senso della vista, connesso strettamente alla sfera concettuale dell immagine. La musica rimane quindi inascoltata,il significato oscuro e mantico della poesia è dunque celato e contortamente scevro da passione,da tensione scenica. L aspettativa del verso tendeinvece alla musica, al suono trasfigurante che elimina le distanze tra l uomo e la natura. Il ritorno alla poesia primigenia, dove il pregio sta nella mancanza della mediazione dell occhio del poeta. Il crescendo sinfonico lascialibero sfogo agli accordi distorti dell inconscio, è l anticamera, nonché priamel d una salvezza, d una liberazione, proprio dall involucro formale che diviene allora il contenuto. La poesia contemporanea si nutre di immagini, non solo, ma nel suo ciclo vitale, nasce dall immagine. Quest immagine è diventata col tempo occasione formale, quasi corredo,attributo, epiteto formulare pittorico d una situazione. Da quel simbolismo che è stato chiamato decadente, dove la natura ricercava le sue intime corrispondenze, dove i poeti parnassiani cercavano una riconciliazione tra la metropoli e l esplosione dell istinto, la poesia ha perso il suono. Dalle Veglie di Rimbaud, dall allitterazione esasperante di Baudelaire, la musica tende a morire. La tendenza è spezzata solo da alcuni scorci o sentori di suono tra le più belle pagine di Ginsberg o di quella prosodia libera descrittiva che fu di Kerouac, ma già il suono stava assumendo il tono di una fanfara rock, perdendo i cupi suoni gravi dellamusica classica, la poesia si dirigeva verso l orrendo spettacolo della parodia dell immagine, una carnevalesca mostruosità nella parola. La musica dovrà tornare a risuonare come trionfò in quegli antichi cori o rivestì di saggezza ingenua e primitiva quelle ballate di Coleridge, verso la liberazione di immagini fantastiche, latente (in senso freudiano) nell animo umano. 16

17 Filosofia Riduzione ad un riflesso degli avi, od immagines, a seconda dell epoca in cui ci troviamo. di Victor Campagna Iª D Non si potrebbe dire che le cose siano come sembrano: sembra che le case caschino giù, morte, per essere di nuovo ascoltate, senza pregiudizi o costrizioni iniettate nel sangue! Magari, qui, io divago nel mondo ferito, nel mondano ferito, nel miasma ferito, magari le cose non stanno così: magari sono solo un falso buio, nascosto dalla luce, come un pipistrello notturno, odierno non potrebbe mai essere il mio spirito consumato. E poi come potrebbe il giorno, sì pio, coinvolgere il mio vedere cieco? Sono o non sono uomo? E allora! Che fare se non vivere, senza pensare al dopo od al come: solo vivere, essere finalmente in vita, senza pregiudizi o marchi sulla pelle nuda, senza nulla addosso: vivere! Restare seduto sullo scoglio del pensiero, sentire le onde travolgere il mio udito! Non bisogna vivere aspettando di vivere (quello si chiama esistere): dobbiamo imparare a vivere, a violentare la vita, di modo che le cose siano vere, e non falsate da una passeggiata al supermercato il sabato. Vivere. È una cosa semplicemente difficile, vero? Solo perché la società, a partire dalla scuola, ci ha educato a cose che vanno al di fuori della vita, di cose inutili, come un vestito. Ma che importa! Dobbiamo parlare, vestire, pensare, mangiare, fare come ci ordina la società: questo vi pare vivere?! Vivere per me è una cosa unica, senza limiti: solo passioni, solo novità, senza passato: solo un nascosto futuro prossimo. Vivere è un qualcosa che ti lascia una certa libertà di scelta, che non sfruttiamo: siamo tutti portati a fare delle scelte suggeriteci da altri. Solo ciò che dicono gli altri, non ciò che diciamo noi, non ciò che diciamo NOI! E che sta capitando a questo mondo? Non si può girare il volto che si parla di morte e di null altro, e se si parla di vita, sono degli emeriti imbecilli a farlo! E poi, d altronde, non possiamo sapere cos è la vita da soli: c è bisogno che qualcuno ci dia il riscontro di ciò. Già si parte costretti ad ascoltare qualcun altro, ad appurare la realtà sulle basi delle descrizioni e delle imposizioni dell altro. Purtroppo questa cosa pare irreversibile, poiché ci troviamo in una situazione di malattia avanzata: siamo ammalati di egoismo collettivo. Un egoismo che ci conduce a trascurare altri insegnamenti, se non il nostro: non si ha la possibilità, per esempio, alle elementari statali di studiare, oltre alla nostra religione di Stato, le altre religioni. Semplicemente la devi scoprire da solo, quando sarai già formato e le tue convinzioni saranno formate. La soluzione? Non uccidere il bambino sin dalla nascita e dargli tutte le possibilità possibili immaginabili, così che gli si dia una visione almeno generale della realtà e così che possa scegliere lui stesso la migliore strada. Soltanto che, finché si continuerà a vivere nella falsa democrazia, descritta più volte nei telegiornali, dove si nega, da parte della famiglia, di dare al figlio un istruzione completa, al posto di un istruzione che cerchi di plasmarlo a seconda di come sono i genitori; così questi non danno vita ad un nuovo figlio, ma ad un loro specchio. Un loro specchio. Lascio a voi le conclusioni. Romanzetto Harmony di Francesco Colombo Iª G Ristette coperto di melassa il suo disgusto ma ognuno si nutre di credenze: voler attribuire al mondo la proria madre Luna Ristette e calzava a pennello nella nera atmosfera e costruiva vortici sfiorando con le dita il cielo blu appiccicoso allegro insultare straziare stuprare la Paranoia pervinta e legata e innocua Ristette e la fissava negli occhi bui ti confido che al cospetto della nuvola e del grattacielo il principe azzurro voleva solo chiavare ma certo anche l amava e l odiava. Forse. Ristette e palpò sua figlia fresca come un fiore stanco dell obice sordo della fessa di sua moglie, sfiancata sciocchina Ristette prendendo a calci in culo la sua testa coltivando bruchi tra le rughe coperto di muschio e di puttane low-cost pucciare i suoi occhi nell universo onirico di simpaticissime TV-bambino. Siamo noi quelli che dan da mangiare alla grassa eternamente denutrita frustrazione adulta :contemplare l amore altalenando nel porno qui si gracida poesia pseudo punk. fine 17

18 Racconti Misteri nel buio silenzioso Un racconto di Abraham Muhammad Arhadzi «Gocce infuocate d acqua pendevano - mosse da un fil di vento - nella fissità oscura dei corridoi che profumavano d antico. Ideogrammi polverosi rappresentativi di chissà quale esoterico mistero costeggiavano il passaggio, fiocamente illuminati dalla torcia tendente oramai a spegnersi. L enigmatico uomo che reggeva la fiaccola era vestito d abiti sgualciti color sabbia, con i pantaloni macchiati di terriccio alle caviglie; portava una lunga barba che solo da pochi mesi mostrava i segni dell anzianità incombente, ed occhiali dal sapore antiquato, fattura artigianale. Vi erano due sorgenti luminose nell intricato labirinto, una dinamica l altra immobile chissà da quanto; l uomo si dirigeva verso la seconda, a passi lenti ma curiosi - d una curiosità infantile per l ignoto. La vorace umidità donava al luogo una flebile freschezza, come d una viola secca percorsa da una sottile pioggia estiva, ma rendeva il calore abominevolmente opprimente. Finalmente, il portone: enorme; storie la cui memoria si è persa, finemente intagliate nel mogano scuro. E cigolando la...» Doody divora il giornalone con gli occhi tondi fissi aperti. È talmente preso dal racconto che si dimentica di sbattere le palpebre! Ogni settimana va dal giornalaio e chiede impaziente il nuovo numero del Tornellone, la rivista preferita non solo dalla sua, ma da molte generazioni. Oggi, però, agognava particolarmente alla testata, e il motivo è presto detto: la settimana scorsa era stato annunciato il nuovo racconto di Abramo Maometto Arcadi, il fenomeno letterario di cui tutti parlano. Temendo che le copie si esaurissero (e non è una paura infondata: il Tornellone si vende come il pane!) stamattina Doody si è svegliato presto ed è corso fuori. L edicolante baffuto con le guancione, che conosce bene il ragazzo, lo ha accolto con la sua copia già in mano. Doody si è ripromesso di aspettare un po prima di cominciare a leggere il racconto, ma, sapete come sono i bambini!, non ha resistito e si è seduto sulla panchina del parchetto. Preso com è, non si accorge nemmeno dell arrivo del suo migliore amico, Luigi. Luigi è un ragazzo alto con gli occhi e i capelli neri, e Doody lo nota solo perchè proietta la sua ombra sul giornale. «Ciao Doody!» dice Luigi. «Ciao Luigi! Scusa se non ti ho salutato, ma sto leggendo il nuovo racconto di Abramo Maometto Arcadi... è bellissimo!» gli fa Doody. L amico fa una faccia compiaciuta e ribatte: «Be, certo: tutti i racconti di Abramo Maometto Arcadi sono bellissimi!», ed entrambi scoppiano a ridere. «Certo - fa Doody, una volta cessata l ilarità - ma questo è specialmente bello!». Luigi dà un occhiata al giornale, e afferma: «Sì, vedo che ci sono delle recensioni proprio entusiastiche!». Doody annuisce tutto sorridente, allora si siedono l uno accanto all altro e cominciano a leggerle. Scrutano la pagina per un po, poi Doody bisbiglia: «Leggi un po qua... Avvincente - l Espresso». Luigi risponde: «Ma i riconoscimenti della bravura di Abramo Maometto Arcadi non si limitano al suolo della terra nostra natia... guarda un po qua: Entusiasmante... vi terrà incollati dall inizio alla fine - Washington Post», al che Doody fa una faccia fra il sorpreso e il compiaciuto. Allora aggiunge: «Guarda... ci sono anche recensioni di più ampio respiro: Il più promettente autore della narrativa italo-mediorientale d inizio secolo... un creatore senza limiti - Frankfurter Allgemeine Zeitung». Al che esclamano all unisono: «Il successo di Abramo Maometto Arcadi non ha confini!», e riprendono a leggere insieme. «...le lucide gemme dai colori abbaglianti e inquieti splendevano come mille occhi di donne orientali dal sorriso fatato. Era giunto nel cuore: cuore pulsante e malefico dell organismo nelle cui interiora era penetrato, armato solo d una torcia, di un piccone, e di un coltello dalla lama aguzza. Organismo diabolico, che nel suo infiltrarsi fra i cunicoli e gli anfratti - da millenni scalfiti da non altra forza eccetto quella della natura - l aveva tentato, invitato con voce suadente, ed infine conquistato. Potenza bestiale ed ancestrale, il cui spirito indomabile la ragione umana non aveva mai saputo vincere. Di fronte al meraviglioso spettacolo delle luci palpitanti tutt intorno, l uomo veniva scosso nell animo dall inebriante senso di consapevolezza, coscienza della reale natura del fantastico luogo, dell esserne frazione ed esso frazione di lui. Il richiamo di magiche divinità antiche era bisbigliato dalle pietre splendenti, ed ogni membro del corpo estasiato dell uomo bramava il ricongiungimento ultimo con il divino. Così volle...» Luigi, a malincuore, stacca gli occhi dal giornalone nel quale è immerso. «Le avventure narrate da Abramo Maometto Arcadi sono al limite dell immaginabile - esclama con voce lamentosa - ma il mio stomaco chiama, ed è un peccato leggerle affamati!». Doody gli si aggrega: «Hai ragione, anche il mio brontola! Continueremo a leggere le mirabolanti storie di Abramo Maometto Arcadi dopo pranzo!», ed insieme si alzano dalla panchina. Allora si dirigono ad un accogliente tavola calda lì vicino, dove i prezzi sono bassi (e con il salasso dell euro, anche questo è importante!); si siedono ad un tavolino e subito gli si accosta una cameriera giovane e sbarazzina, che con tono simpatico interroga: «Che cosa prendete?». Doody, che ancora con la mente viaggia nei territori inesplorati di Abramo Maometto Arcadi, risponde sbadatamente: «Io una bistecca all abramo e un succo d arcadi... ops, che lapsus! Intendevo dire: una bistecca alla brace e un succo d arancia!». A questo punto, la cameriera gli sorride divertita e lo tranquillizza: «Nessun problema... anch io sono un appassionata del Tornellone!». Allora Luigi si intromette: «Be, chi non ama i racconti di Abramo Maometto Arcadi?», e tutti e tre scoppiano a ridere. Più tardi, arrivano loro i piatti ordinati, ed esclamano allegramente: «Pancia mia, fatti capanna!»; mangiano tutto con gusto e, una volta satolli, pagano il conto e si salutano. Stringendo gelosamente fra le braccia la sua copia del Tornellone, Doody si dirige a casa sua e, saliti gli scalini (48 precisi precisi), fila dritto in camera sua, gettandosi sul lettone desideroso di terminare il racconto. Dopo qualche riga viene però interrotto dalla vocina stridula di Giuseppe, il suo fratellino, un birbantello tutto pepe: «Non è giusto che tu leggi sempre i racconti di Abramo Maometto Arcadi prima 18

19 Racconti di me!» esclama il piccino. Doody ribatte sgarbatamente: «Se vuoi leggerlo, comprati una copia tua!». Il piccolino protesta, finchè dalla stanza a fianco giunge la voce severa di mamma: «Doody, leggi il racconto di Abramo Maometto Arcadi insieme a tuo fratello!», e il ragazzo si rassegna ad accettare. «...visioni d una verità superiore trafiggevano la mente dell uomo, devastato dall orgasmo della Rivelazione, infliggendogli una penitenza dal gusto espiatorio. A differenza dei più, l uomo conosceva l immenso - e purtuttavia la vastità del messaggio spezzava, scheggia impazzita, le comuni barriere della ragione. Sinapsi rosso sangue intonavano litanie funebri, ultimo saluto alla natura umana moribonda. Vedeva coniche di cristallo penetrare megaliti che franavano terrorizzati dal divino - la Torre di Babele bruciava, si ripiegava su se stessa, le colonne si traevano reciprocamente nell abisso; ed il crollo non emise rumore, poichè nessuno era presente per sentirne il suono. E quando il prodotto della superbia del creato scomparve, l uomo si ritrovò ad annegare nella luce: intorno a lui Traduzione guidata per De Qua Queque Quoque di Tommaso Sciotto Vª E uova candide, pulcini bianchissimi, infanti ingenuamente sorridenti, e un sole tiepido ed accogliente. E lettere parole e numeri iniziarono a disporsi in file colonne diagonali circonferenze, su quel foglio ancora non inciso dall inchiostro, e all uomo fu chiaro che il...» Doody e Giuseppe vengono interrotti dall improvviso ingresso dei loro genitori. Con voce severa, il padre dice: «Io e mamma vi dobbiamo parlare di qualcosa di estremamente importante». CONTINUA Premetto che nel testo c era il seguente errore: ho scritto per sbaglio Quod dices invece di Quod dicis. Mi scuso per aver complicato così un testo che di suo incarna la semplicità. A quo illa fenestra rupta est? non solus a quo, sed a qua queque quoque Si presenta già in apertura malinteso: per capirlo provate a rinominare Qui Quo e Qua con Chi, Co e Ca. Da Chi è stata rotta quella finestra? Non solo da Chi, ma da Chi, Co e Ca Tuttavia in italiano l uso dei nomi risulta incoerente rispetto al Latino, quindi evitate di fissarvi su Chi Co e Ca. Un altra traduzione possibile è Non solo da Quo, ma anche da Qui e da Qua. Qua quoque? -o- Qua Quoque? -o- Qua Quo Que? Anche da Qua? -o- Da Qua e Quo? -o- da Qua con Quo e Qui? L uso degli ablativi con le preposizioni sottintese si presta dunque a tre interpretazioni, se il testo è recitato ad alta voce senza netta distinzione di spazi e maiuscole. Ipse pilam iecit! Questa frase di per sé non sembra celare insidie: Proprio lui ha tirato la palla! Ma Paperino ha seminato vento e ora raccoglie tempesta, perché la sua domanda di triplice valenza si ritorce contro di lui: Proprio lui chi: Qua, Quo o Qui? Invece di rispondere Quis?!? e perdere la faccia davanti al maggiordomo, preferisce chiedere della misteriosa pila... Quae pila? Quale palla? -o- La palla di Qua? Ricordo che Qua è un nome proprio della prima declinazione, e si declina normalmente Qua Quae Quae Quam Qua Qua. Paperino mostra di non saperne nulla ( Quale palla? ), ma chiede in realtà conferma ai suoi sospetti. Dapprima si stupisce della colpevolezza di Qua (ecco risolto l enigma del Quaquoque ), ma dunque suppone che Ipse sia di nuovo lui, e che la palla sia Quae, ovvero di Qua: questo potrebbe aver tirato la propria palla ed essere responsabile della finestra rotta, a meno che non sia stato incastrato dai fratelli. Pila qua Qua cum Que Quoque ludebat La palla con la quale Qua giocava insieme a Qui e Quo Ricordo che Qui è della terza declinazione e ha l ablativo in Que. Sempre considerando che Paperino e il maggiordomo non stanno chattando, ma parlano ad alta voce, ecco che si presenta una nuova insidia: la frase potrebbe avere questa costruzione....pila Qua quacumque quoque ludebat... Sotto questa ottica il maggiordomo, anziché dare un responso neutro e obiettivo come nell altro caso, che inoltre faceva ricadere parte della responsabilità su Qui e Quo, sembra infierire sul pregiudicato, allontanandosi dal rispondere riguardo alla palla:...con la palla Qua giocava anche dovunque... -quindi-...con la sua palla Qua arrivava a giocare da qualunque parte.... Quindi anche in soggiorno, dove ha rotto la finestra. Si noti che il maggiordomo non ha mai preso le difese di Qua, anzi tuttalpiù quelle di Quo, già nella sua prima battuta. Qui potest?! Come è possibile?! -oppure- Qui può! Interpretazioni leggermente divergenti... e infatti il maggiordomo non capisce. Cur Qui solus? Nonne alii sic ut ipso ludere possunt? Perché solo qui? Non hanno forse gli altri il diritto di giocare tanto quanto lui? Quod dicis? -o- Quo dicis! Che dici? -oppure, se sempre per il discorso delle preposizioni immaginarie intendiamo la frase come Pro Quo dicis! - Lo dici per conto/in difesa di Quo!. Si potrebbe quindi confermare la particolare attenzione che il maggiordomo ha nei confronti di Quo... Qui cum Qua Quoque studere debet! - o - Qui cum Qua quoque studere debet! Qui deve studiare, insieme a Qua e Quo. In altro modo, uno potrebbe tradurre Qui deve studiare anche insieme a Qua. Ma è il maggiordomo ad avere particolari attenzioni per Quo, non Paperino, e a meno che voi non siate dei prof di latino che dicono Ma costringere a studiare SIGNIFICA aver particolare tutela e attenzione per Quo!!, beh, allora capirete che la seconda traduzione sarebbe azzardata e fuorviante sotto ogni aspetto. Omnes punientur! Tu quoque! Saranno tutti puniti! Anche Tu!. Peccato che il maggiordomo continui a inventarsi proposizioni dove non ci sono, e allora da buon fesso presuntuoso capisce: Tu con Quo e Qui. E visto che ha sempre mille sospetti, che qui nella sua testa vede finalmente fondati, perché anche all ultimo momento Paperino difende strenuamente Qua risparmiandolo dalla punizione collettiva, considera di essere messo al di sotto del suo prediletto nipotino e allora conclude con un patetico: Cur ego neque Qua? Perché io e Qua no? Fine della storia, o almeno finché non mi verrà in mente qualcosa di più elaborato... e ricordate che dallo stesso vocabolo derivano sia VERSIONE che DIVERTIMENTO!!! 19

20 Dialoghi Liceo Minzioni classe di sostegno. di Francesco Fiero Vª I lezione uno Prof: bene ragazzi, oggi discuteremo di un argomento alquanto controverso e impegnativo: il suicidio! Cominciamo con te Kevin. Conoscevi qualcuno che per una ragione o un altra si è tolto la vita? Kevin: sì, un mio compagno delle elementari, si è buttato dal balcone credendosi un volatile e purtroppo ci ha lasciato le penne P: capisco, sapete ragazzi io conoscevo invece un tale che si chiamava Tasgezio Daniele: Tasgezio?! io mi sarei ucciso con un nome così! P: D: mi perdoni prof. P: piuttosto Daniele, tu che mi dici? D: suicidi, suicidi no! Suicidi mancati, sì! P: raccontaci pure. D: mio padre stava per compiere l insano gesto proprio una settimana fa. Poi fortunatamente causa forze maggiori ha rinunciato. P: cosa è successo?! D: hanno tolto dal palinsesto la giornata interamente dedicata a Maria de Filippi. P: bah Steiner. Tocca a te, parlaci del suicidio. Steiner: l esser sudicio è un brutto problema sicuramente una doccia ogni tanto aiuterebbe! P: Steiner, il tuo cervello è sudicio! Stiamo parlando di gente che si è uccisa! S: uccisa per così poco? Ma come ho già detto, basta un poco di pulizia. P: i tuoi genitori hanno mai pensato di sopprimerti? D: prof, lo perdoni! Sa che è nato con una disfunzione cerebrale S: esattamente. Diciamo al livello del coccige. P: ah capisco lei Steiner, ragiona con il culo, quindi! Ora capisco perché spara solo cagate! Piuttosto torniamo in tema. Ti propongo un quesito Kevin, una mattina ti svegli e trovi davanti ai tuoi occhi tuo fratello impiccato ad un lampadario, ormai in fin di vita. Nel frattempo bussa alla porta di casa il tuo vicino, che potrebbe fraintendere e accusarti di omicidio, cosa fai anzitutto? K: taglio la corda! P: bravo Kevin! Prima di ogni cosa la salvezza di tuo fratello K: ma che ha capito, prof? Io me la squaglio. P: tu Daniele? Che avresti fatto? D: nel quesito che nome avrebbe mio fratello? P: non saprei Amilcare per esempio e allora? D: Amilcare? Ah ah ah ah, io mi sarei impiccato con un nome così! P: D: mi perdoni nuovamente prof. P: si vabbè! Ora che dirai qualcosa di sensato stiamo freschi! S: per forza, mi son fatto la doccia! P: taci bifolco! lezione due. P: bene, pargoli! Quest oggi affronteremo una discussione sull annoso problema del terrorismo. Kevin? Parti tu. K : dove devo andarmi a schiantarmi? P: hai frainteso, caro Kevin! Forza narrami, o Kevin S: del pelide pube che infiniti gemiti addusse alle t- P: Steiner taci! Prego Kevin. K: di niente Professore! P: e di che? prego nel senso che ti cedo la parola. K: a quanto? Non voglio indebitarmi. P: arrgh! Kevin! Non farti influenzare da Steiner! S: Influenza? Ma se ho solo un accenno di aviaria! P: Daniele, sarà meglio che parli tu. Per esempio ieri al TG avrai visto che Mohammed Abdullah si è fatto esplodere causando decine di feriti e la morte di 15 mosche. D: Mohammed Abdullah? Io mi sarei fatto esplodere con un nome così! P: D: Chiedo venia professore P: Steiner, tocca a te, a patto che tu dica qualcosa di sensato. S: Beh il cane è un quadrupede. P: Eh? Cosa stai dicendo?! S: Ha senso no? P: Bisognerebbe fare qualcosa per quella disfunzione cerebrale. S: Ah, e quasi dimenticavo: l uomo è un bipede! P: Mah comunque mi ero dimenticato di presentarvi il vostro nuovo compagno di classe: Tahreg Habomb. Parlaci di te Tahreg. Tahreg: ho un carattere esplosivo, sono una bomba in ingegneria, la mia catante preferita è Mina e ho un botto di amici. P: Eh eh interessante. K: Hey Tahreg, cos è tutta quella chincaglieria che hai addosso? D: e questo ticchettio infernale? T: sono un amante degli orologi. Quando c è una cosa da fare spacco sempre il minuto. S: aiuto lezione tre. P: Cari figliuoli, oggi affronteremo un argomento di perenne attualità: la politica! S: Prof, guardi che la politica inizia per P, non per N. P: Steiner, un altra idiozia e ti castro! S: Quindi devo stare attento a non dire più Castro nerie! P: Steiner, sto preparando le tenaglie. Allora cominciamo, bene Kevin da che parte stai tu, destra, sinistra, centro? K: In questo momento sto a sinistra ma credo di spostarmi a destra in fretta gli spifferi di questa finestra non sono salutari P: Ma riusciremo a intavolare una discussione seria prima o poi? S: Dipende dalla qualità del legno, prof.! P: Certo Steiner, anche la mia mazza da baseball è fatta di legno, pregiato anche! Vuoi constatarlo di persona? S: Suppongo di no. P: Daniele, tu che sei il meno stolto. Qual è il tuo schieramento politico? D: Forza Italia prof. P: Ah ah ah, scherzi a parte, qual è il tuo partito? D: Forza Italia prof. P: Io mi assento un attimo, il tempo 20

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