Servizio idrico integrato

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1 Servizio idrico integrato L obiettivi di servizio è tutelare e migliorare la qualità dell'ambiente, in relazione al servizio idrico integrato attraverso il perseguimento dei seguenti target: Aumentando la quota di acqua erogata nelle reti di distribuzione comunale dal 59,8% al 75% Mantenendo il numero di utenti serviti da impianti di depurazione delle acque reflue, che in Campania è dell 85,5%, con un valore target per Il Mezzogiorno fissato al 70% Indicatore S.10 Efficienza nella distribuzione dell'acqua per il consumo umano Percentuale di acqua erogata sul totale dell'acqua immessa nelle reti di distribuzione comunale Note * A seguito dei risultati della rilevazione del 2008 sono stati aggiornati anche i valori al I dati aggiornati, a carattere censuario, sostituiscono le precedenti stime effettuate su base campionaria. I valori al 2005 riportati nella delibera Cipe 82/2007 per le regioni del Mezzogiorno, prima della revisione, erano pari a: 59,1 per Abruzzo; 61,4 per Molise; 63,2 per Campania; 53,7 per Puglia; per 66,1 Basilicata; 70,7 per Calabria; 68,7 per Sicilia; 56,8 per Sardegna. ** l'indicatore si avvicina al target quando il suo valore aumenta nel tempo *** La percentuale di distanza colmata rispetto al target è calcolata come distanza coperta tra il valore di partenza e il target al 2013 Contatti: Regione Campania - Settore Piani e Programmi via S. Lucia, Napoli pianieprogrammi@regione.campania.it tel fax

2 CAMPANIA Evoluzione indicatore S10 Anni % distanza Indicatore Base line Valore Target colmata attuale 2013 rispetto al 2005* target * S10 - Efficienza nella distribuzione dell'acqua per il consumo umano (%) 59, ,2 75% 9% Fonte: Istat, Sistema di indagine sulle acque (SIA) * Per S10, a seguito dei risultati della rilevazione del 2008 sono stati aggiornati anche i valori al I dati aggiornati, a carattere censuario, sostituiscono le precedenti stime effettuate su base campionaria. Il valore al 2005 riportato nella delibera Cipe 82/2007, prima della revisione, era per la Campania pari a 63,2. *La percentuale di distanza colmata rispetto al target è calcolata come distanza coperta tra il valore di partenza e il target al Trend indicatore S10 61,5 61,0 61,2 60,5 60,0 59,5 59,0 59, Fonte: nostra elaborazione Indicatore S.11 - Quota di popolazione equivalente servita da depurazione Abitanti equivalenti serviti effettivi da impianti di depurazione delle acque reflue urbane con trattamento secondario e terziario sugli abitanti equivalenti totali urbani della regione (valore percentuale) Note * L'indicatore di riferimento per il meccanismo degli Obiettivi di servizio, come riportato nella Delibera Cipe n.82/2007, considera anche i depuratori misti (per reflui civili e organici industriali autorizzati). Al momento della definizione del meccanismo, non Contatti: Regione Campania - Settore Piani e Programmi via S. Lucia, Napoli pianieprogrammi@regione.campania.it tel fax

3 erano disponibili adeguati dettagli per consentire lo scorporo della quota di reflui organici di provenienza industriale. La Rilevazione effettuata nel 2008 consente di disporre, per il 2005 e il 2008, dell informazione relativa alla depurazione delle sole acque reflue urbane e di scorporare, nei casi di impianti misti, la componente concessa per la depurazione di scarichi organici provenienti da imprese industriali (cfr. Tavole dettaglio Indicatore S.11). ** A seguito dei risultati della rilevazione del 2008 sono stati aggiornati anche i valori al I dati aggiornati, a carattere censuario, sostituiscono le precedenti stime effettuate su base campionaria. I valori al 2005 riportati nella delibera Cipe 82/2007 per le regioni del Mezzogiorno, prima della revisione, erano pari a: 44,3 per Abruzzo; 88,4 per Molise; 75,8 per Campania; 61,2 per Puglia; 66,7 per Basilicata; 37,4 per Calabria; 33,1 per Sicilia; 80,5 per Sardegna. *** l'indicatore si avvicina al target quando il suo valore aumenta nel tempo **** La percentuale di distanza colmata rispetto al target è calcolata come distanza coperta tra il valore di partenza e il target al CAMPANIA Evoluzione indicatore S11 Anni % distanza Indicatore Base line Valore Target colmata attuale 2013 rispetto al target * Indicatore S11 - Quota di popolazione equivalente servita da depurazione (%) 85, ,6 70% 100% Fonte: Istat, Sistema di indagine sulle acque (SIA) *La percentuale di distanza colmata rispetto al target è calcolata come distanza coperta tra il valore di partenza e il target al Trend indicatore S11 90,0 88,0 86,0 84,0 82,0 85, ,6 Fonte: nostra elaborazione Contatti: Regione Campania - Settore Piani e Programmi via S. Lucia, Napoli pianieprogrammi@regione.campania.it tel fax

4 Dettaglio Indicatore S.11 Quota di popolazione equivalente urbana servita da depurazione Abitanti equivalenti effettivi civili serviti da impianti di depurazione che effettuano trattamento secondario e terziario sugli abitanti equivalenti totali urbani della regione (valore percentuale) Note * l'indicatore si avvicina al target quando il suo valore aumenta nel tempo ** La percentuale di distanza colmata rispetto al target è calcolata come distanza coperta tra il valore di partenza e il target al 2013 CAMPANIA Evoluzione indicatore dettaglio S11 Anni % distanza Indicatore Base line Valore Target colmata attuale 2013 rispetto al target * Dettaglio S11 - Quota di popolazione equivalente urbana servita da depurazione (%) 57, ,3 70% 29% Fonte: Istat, Sistema di indagine sulle acque (SIA) *La percentuale di distanza colmata rispetto al target è calcolata come distanza coperta tra il valore di partenza e il target al Trend dettaglio indicatore S11 62,0 61,0 61,3 60,0 59,0 58,0 57,0 56,0 57, Fonte: nostra elaborazione Contatti: Regione Campania - Settore Piani e Programmi via S. Lucia, Napoli pianieprogrammi@regione.campania.it tel fax

5 Primo rapporto Obiettivo di Servizio: Servizio idrico integrato Giugno 2011 Revisione 30 novembre 2011

6 Indice 1. GLI INDICATORI DELL OBIETTIVO DI SERVIZIO CICLO INTEGRATO DELLE ACQUE EVOLUZIONE TEMPORALE DEI DATI: INDICATORI S10-S11-S11DETTAGLIO CONFRONTI CONFRONTO TRA LA CAMPANIA E LE ALTRE REGIONI DEL MEZZOGIORNO E TRA LA CAMPANIA E LE AREE DEL NORD E DEL CENTRO APPROFONDIMENTO SUL CICLO INTEGTATO DELLE ACQUE NEI VARI ATO APPROFONDIMENTO SULLA DEPURAZIONE SECONDARIA E TERZIARIA APPROFONDIMENTO SUL TIPO DI RILEVAZIONI EFFETTUATE ALCUNE CRITICITÀ DI RILEVAZIONE LA DISTRIBUZIONE DEGLI ENTI GESTORI IN CAMPANIA DETTAGLIO SULL ANALISI DEI QUESTIONARI ISTAT 2010 PER L IDENTIFICAZIONE DEGLI ENTI GESTORI32

7 1. GLI INDICATORI DELL OBIETTIVO DI SERVIZIO CICLO INTEGRATO DELLE ACQUE 1.1 EVOLUZIONE TEMPORALE DEI DATI: INDICATORI S10-S11-S11DETTAGLIO In questo documento si rappresenta ed analizza l evoluzione temporale degli indicatori che descrivono il ciclo integrato delle acque in Campania approfondendo alcuni aspetti che incidono sul perseguimento dei valori target nel La tabella che segue sintetizza l andamento degli indicatori S10, S11 ed S11-dettaglio in Campania tra il 2005 ed il I dati sono quelli pubblicati sul sito del dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica (DPS), nella sezione obiettivi di servizio. Tabella 1: Andamento degli indicatori relativi al ciclo integrato delle acque dal 2005 al 2009 Indicatore e relativa descrizione S.10 Percentuale di acqua erogata sul totale dell acqua immessa nelle reti di distribuzione comunale (%) S.11 Abitanti equivalenti effettivi serviti da impianti di depurazione delle acque reflue, con trattamento secondario o terziario, in rapporto agli abitanti equivalenti totali urbani per regione (%) S.11-dettaglio 3 Abitanti equivalenti effettivi civili serviti da impianti di depurazione delle acque reflue, con trattamento secondario o terziario, in rapporto agli abitanti equivalenti totali urbani (%) Fonte: dati DPS Verifica Baseline Target finale intermedia (2005) (2013) (2008) 59,8% 1 61,2% 75% 85,5% 88,6% 85,5% 2 Dato non 57,8% 61,3% disponibile 4 1 A seguito dei risultati della rilevazione del 2008 sono stati aggiornati anche i valori al I dati aggiornati, a carattere censuario, sostituiscono le precedenti stime effettuate su base campionaria. Il valore al 2005 riportato nella delibera Cipe 82/2007 per Campania era pari a 63,2% 2 La delibera CIPE 82/2007 stabilisce che il valore target per le regioni del Mezzogiorno per l anno 2013 è pari ad almeno il 70%. Il target corrisponde al valore medio che si osservava, al momento della stesura della delibera, nelle regioni del Centro-Nord ad eccezione della Liguria. Tuttavia Molise, Campania e Sardegna risultavano aver già superato il target nel 2005 e quindi per queste regioni l obiettivo è stato tradotto nel mantenimento al 2013 del valore osservato nel In occasione del rilevamento censuario del 2008 l'istat ha utilizzato una metodologia che ha consentito, a differenza di quanto avvenuto nel rilevamento campionario del 2005, di scorporare dal computo degli abitanti equivalenti effettivi totali serviti da impianti di depurazione con trattamento almeno secondario, nei casi di impianti misti, la componente concessa per la depurazione di scarichi organici provenienti da imprese industriali. Ciò ha comportato l'elaborazione da parte dell'istat di una nuova definizione dell'indicatore S.11 chiamato S.11-dettaglio 4 Come riportato all ultimo comma dell art. 7 delle Linee guida per l attivazione di sistemi di premialità regionale previsti dalla delibera CIPE 82/2007, nella versione approvata il 22 luglio 2010 e pubblicata sul sito DPS Per l indicatore S11 Quota di popolazione servita da impianti di depurazione è tuttora in corso l istruttoria tecnica DPS-ISTAT-Regioni per l eventuale sostituzione con l indicatore S11 dettaglio Quota di popolazione equivalente urbana servita da depurazione. Gli esiti dell istruttoria sulla scelta dell indicatore da utilizzare saranno comunicati in tempi compatibili con l aggiornamento delle proposte regionali che si dovesse rendere necessario in seguito alle attività di verifica del Gruppo Tecnico 3

8 La tabella mostra che in Campania, alla verifica intermedia del 2008, gli indicatori rappresentano una situazione migliorata rispetto al Tuttavia, il miglioramento di S10 (dispersione dell acqua potabile negli acquedotti urbani) è piuttosto modesto e resta molta distanza da colmare per il raggiungiento del valore target nel 2013, il miglioramento di S11 (abitanti equivalenti serviti da avanzati sistemi di depurazione dei reflui) è sicuramente un fattore importante per la tutela degli ecosistemi regionali, anche in considerazione della procedura di infrazione aperta dalla Commissione Europea nei confronti dell Italia, ma risulta ininfluente ai fini del raggiungimento del valore target poichè alla Campania era sufficiente non peggiorare rispetto ai valori misurati nel Infine, anche S11-dettaglio (abitanti equivalenti civili serviti da avanzati sistemi di depurazione dei reflui) fa registrare un miglioramento dei valori misurati tra il 2005 ed il 2008, ma non è possibile confrontare questi valori con il target al 2013 che resta ancora da definire. Dettaglio evoluzione indicatore S10: l indicatore considera i flussi di acqua potabile che attraversano le reti di distribuzione comunali e sono distribuiti ai singoli punti di utilizzazione e misura la percentuale di acqua erogata sul totale dell acqua immessa nelle reti di distribuzione comunale. Ai fini della definizione di S10 per acqua erogata dalla rete di distribuzione dell acqua potabile si intende la quantità di acqua ad uso potabile effettivamente consumata dai diversi utenti. Tale valore è costituito dall acqua consumata, misurata ai contatori dei singoli utenti, più la stima dell acqua non misurata ma consumata per diversi usi, come per esempio: luoghi pubblici (scuole, ospedali, caserme, mercati,.), fontane pubbliche, acque di lavaggio strade, innaffiamento di verde pubblico, idranti antincendio,..ecc. e per acqua immessa nella rete di distribuzione dell acqua potabile si intende la quantità di acqua ad uso potabile addotta da acquedotti e/o proveniente da apporti diretti da opere di captazione e/o derivazione, navi cisterna o autobotti, in uscita dalle vasche di alimentazione (serbatoi, impianti di pompaggio, ecc.) della rete di distribuzione. Le perdite fisiche che influenzano questo indicatore sono dovute a: rotture sulle tubazioni; trafilamenti nell adduzione/distribuzione e negli allacci fino al contatore; perdite nei serbatoi e negli impianti di trattamento. A queste si aggiungono perdite dovute all inefficienza del sistema di contabilizzazione quali: consumi autorizzati ma non fatturati (ad esempio per usi pubblici); consumi non autorizzati e non fatturati (ad esempio allacci abusivi); 4

9 consumi tecnici e gestionali (ad esempio per la pulizia dei serbatoi etc.). Il target al 2013 è definito dalla condizione che ciascuna regione deve erogare almeno il 75% dell acqua immessa nelle reti di distribuzione comunali. Secondo quanto riportato nella delibera CIPE 82/2007, studi di settore ed il DPCM Disposizioni in materia di risorse idriche indicano che ad oggi il valore di tali perdite dovrebbe attestarsi non oltre il 20% quindi il target è, in linea teorica, raggiungibile. Contestualmente alla diffusione del valore assunto dall'indicatore S.10 alla verifica intermedia, l'istat ha proceduto ad una revisione del valore dello stesso per l'anno 2005 per assicurare maggiore confrontabilità tra i dati dei due rilevamenti poichè quello del 2005 era stato effettuato su base campionaria e quello del 2008 effettuato su base censuaria. Conseguentemente il valore dell'indicatore S.10 al 2005 è stato rideterminato da 63,2% a 59,8%. Tale rideterminazione appare coerente con quanto già evidenziato nel piano d'azione per il perseguimento degli obiettivi di servizio della Regione Campania poichè il dato ISTAT relativo all'efficienza della distribuzione dell'acqua potabile a livello comunale risultava più alto di quello derivante da altre fonti (Piani d'ambito, soggetti gestori del servizio, ecc.). Segue un grafico che mette a confronto l evoluzione di questo indicatore tra il 2005 ed il 2008 in relazione al target da raggiungere al 2013 e pone in evidenza come l avanzamento dell indicatore verso il target sia molto lento. Il grafico è stato ottenuto elaborando i dati riportati in tabella 1 e pubblicati sul sito del dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica (DPS), nella sezione obiettivi di servizio. 5

10 Grafico 1: Analisi del trend per S10 dalla baseline 2005 alla verifica intermedia 2008 % di acqua efficientemente distribuita dagli acquedotti comunali in Campania S10 (%) target 2013 % di acqua erogata e non dispersa anno di rilevazione Fonte: elaborazione su dati DPS Dettaglio evoluzione indicatore S.11: L indicatore misura gli abitanti equivalenti effettivi serviti da impianti di depurazione delle acque reflue, con trattamento secondario o terziario, in rapporto agli abitanti equivalenti totali urbani per regione e consente di misurare direttamente sia il miglioramento della qualità della depurazione dei reflui che del numero di utenti serviti ed indirettamente anche la capacità di servizio della rete fognaria. Gli abitanti equivalenti serviti rappresentano l unità di misura con cui viene convenzionalmente espresso il carico inquinante organico biodegradabile in arrivo all impianto di depurazione, secondo l equivalenza: 1 abitante equivalente = 60 grammi/giorno di BOD (domanda biochimica di ossigeno). Gli abitanti equivalenti totali urbani per regione sono invece determinati dalla somma algebrica delle seguenti componenti, calcolate su base comunale al fine di cogliere meglio le specifiche esigenze territoriali, con riferimento all ultimo anno disponibile per ogni fonte di base: popolazione residente ovvero la popolazione residente media nell anno (Fonte: Istat, statistiche demografiche, peso = 1); 6

11 popolazione presente e non residente in abitazioni private ovvero la popolazione domiciliata in un comune diverso da quello di residenza (Fonte: Istat, censimento della popolazione e delle abitazioni, peso = 1); abitanti in case sparse (da sottrarre alla popolazione residente e presente) ovvero la popolazione residente o domiciliata in località classificate come case sparse i cui carichi inquinanti, di norma, non sono convogliati nelle fognature urbane (Fonte: Istat, censimento della popolazione e delle abitazioni, peso = -1); popolazione pendolare (per motivi di lavoro o per motivi di studio) ovvero la popolazione che dichiara di spostarsi quotidianamente dal comune di residenza o domicilio in altro comune per motivi di lavoro o di studio. La stima del relativo carico inquinate è ridotta nel comune di partenza ed è aumentata nel comune di arrivo (Fonte: Istat, censimento della popolazione e delle abitazioni, peso = +/-8/24 per i lavoratori, peso = +/-6/24 per gli studenti); popolazione potenziale presente in strutture alberghiere (disponibilità complessiva di posti letto). Nella stima della disponibilità dei posti letto nelle strutture alberghiere sono inclusi gli alberghi, le pensioni, i campeggi, i villaggi vacanze e le case private utilizzate, in forma imprenditoriale o meno, per affitti stagionali; al contrario sono esclusi i posti letto negli agriturismo e nei rifugi di montagna (Fonte: Istat, statistiche sul turismo, peso = 1); popolazione potenziale presente, per turismo o vacanza, in abitazioni private (abitazioni vuote/seconde case per capienza media comunale). Per la stima sono considerate le abitazioni private vuote - seconde case - moltiplicate per il numero medio di persone presenti in quelle occupate nello stesso comune; da questo calcolo sono escluse le abitazioni vuote in località classificate come case sparse e le abitazioni private vuote utilizzate per affitti stagionali (queste ultime incluse nel punto precedente). Fonte: Istat, censimento della popolazione e delle abitazioni, peso = 1; abitanti equivalenti relativi alle attività di servizio di ristorazione e bar. La stima del carico inquinate delle attività di ristorazione e bar è effettuata moltiplicando il totale degli addetti per il coefficiente IRSA-CNR relativo alle attività di produzione di beni alimentari vari. (Fonte: Istat, archivio asia delle unità locali, peso = IRSA-CNR); abitanti equivalenti relativi all industria con meno di 6 addetti. La stima del carico inquinante delle attività industriali è effettuata moltiplicando il totale degli addetti nelle 7

12 unità locali industriali con meno di 6 addetti, distinti per attività economica, per il relativo coefficiente 5 IRSA-CNR (il calcolo è effettuato per tipologia di codice di attività economica, classi, gruppi o divisioni, in funzione della corrispondente tipologia utilizzata dall IRSA- CNR. (Fonte: Istat, archivio asia delle unità locali, peso = IRSA-CNR); abitanti equivalenti relativi all industria con 6 addetti e oltre. La stima del carico inquinate delle attività industriali è effettuata moltiplicando il totale degli addetti nelle unità locali industriali con almeno 10 addetti, distinti per attività economica, per il relativo coefficiente IRSA-CNR, il calcolo è effettuato per tipologia di codice di attività economica, classi, gruppi o divisioni, in funzione della corrispondente tipologia utilizzata dall IRSA- CNR. (Fonte: Istat, archivio asia delle unità locali, peso = IRSA-CNR); Segue un grafico che mette a confronto l andamento di questo indicatore tra il 2005 ed il 2008 con il target da raggiungere nel Il trend positivo che si evidenzia è da ritenersi ancor più significativo in considerazione del fatto che la Campania presentava una valore di riferimento iniziale superiore alla media nazionale e che, pertanto, l'attribuzione delle risorse premiali appostate su tale indicatore avrebbe richiesto alla Regione il solo mantenimento del valore iniziale. Il grafico è stato ottenuto elaborando i dati riportati in tabella 1 e pubblicati sul sito del dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica (DPS), nella sezione obiettivi di servizio. 5 I coefficienti IRSA fanno riferimento al contenuto di sostanza organica presente negli scarichi industriali posta a confronto con quella presente negli scarichi domestici, in termini di fabbisogno di ossigeno necessario alla depurazione, quindi non tengono conto dell apporto inquinante dei composti tossici delle acque reflue industriali 8

13 Grafico 2: Analisi del trend per S11 dalla baseline 2005 alla verifica intermedia 2008 % di abitanti equivalenti serviti da depurazione secondaria o terziaria % di abitanti serviti anno di rilevazione S11 (%) target 2013 Fonte: elaborazione su dati DPS Dettaglio evoluzione indicatore S.11-dettaglio. In occasione del rilevamento censuario del 2008 l'istat ha utilizzato una metodologia 6 che ha consentito, a differenza di quanto avvenuto nel rilevamento campionario del 2005, di scorporare, nei casi di impianti misti, dal computo degli abitanti equivalenti effettivi totali serviti la componente concessa per la depurazione di scarichi organici provenienti da imprese industriali. Ciò ha comportato l'elaborazione da parte dell'istat di una nuova definizione dell'indicatore S.11 denominata S.11-dettaglio Abitanti equivalenti effettivi civili serviti da impianti di depurazione delle acque reflue, con trattamento secondario o terziario, in rapporto agli abitanti equivalenti totali urbani e la determinazione dei valori di tale nuovo indicatore sia al 2005 (valore iniziale di riferimento) che al 2008 (verifica intermedia), corrispondenti rispettivamente a 57,8 e 61,3. Ai fini della verifica intermedia il Gruppo Tecnico Centrale ha stabilito di dover fare riferimento ai valori relativi all'indicatore S.11 nella sua formulazione originaria e, allo stato, il valore target al 2013 per questo indicatore non è stato definito in nessun documento ufficiale. 6 nell incontro del il competente settore regionale ha richiesto un incontro con l ISTAT per approfondire la metodologia utilizzata per calcolare S11 dettaglio 9

14 Segue un grafico che mette a confronto l andamento di questo indicatore tra il 2005 ed il 2008, ma non riporta il valore target al 2013 per quanto prima detto. Il grafico è stato ottenuto elaborando i dati riportati in tabella 1 e pubblicati sul sito del dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica (DPS), nella sezione obiettivi di servizio. Grafico 3: Analisi del trend per S11-dettaglio dalla baseline 2005 alla verifica intermedia 2008 % di abitanti civili equivalenti serviti da depurazione secondaria o terziaria S11 dettaglio(%) % di abitanti civili serviti anno di rilevazione Fonte: elaborazione su dati DPS Il confronto tra S11 ed S11-dettaglio, mostrato nel seguente grafico 4, aiuta a comprendere come l ottima performance campana rispetto alla media nazionale in termini di depurazione sia sostanzialmente dovuta ad un efficiente sistema di depurazione delle acque industriali mentre ancora molto resta da fare nell ambito della depurazione dei reflui non industriali. Il grafico mostra anche che la depurazione industriale assume pesi diversi in ciascuno dei quattro ATO campani e che solo l ATO 2 risulterebbe aver già raggiunto il target del 70% al 2008 portando in conto la sola depurazione civile. Si noti come il contributo della depurazione industriale è più marcato negli ATO 1 e 2 mentre è meno influente negli ATO 3 e 4. Nel leggere il grafico si tenga presente che valori superiori al 100% per S11 sono dovuti al forte peso della presenza di attività di ristorazione, bar ed industriale in taluni contesti territoriali. 10

15 Infatti, tali valori sono possibili quando gli abitanti equivalenti serviti sono in numero maggiore di quelli civili residenti nel contesto territoriale e questo accade quando un grande numero di abitanti equivalenti è costituito dagli avventori dei bar e dei ristoranti o gli addetti dell industria. Grafico 4: Raffronto tra gli indicatori S11 ed S11-dettaglio nei quattro ATO campani Raffronto tra gli indicatori S11 ed S11-dettaglio nei quattro ATO campani 110,00% 100,00% % di popolazione urbana equivalente servita 90,00% 80,00% 70,00% 60,00% 50,00% 40,00% 30,00% 20,00% 10,00% S11 S11-dettaglio 0,00% ATO 1 ATO 2 ATO 3 ATO 4 ambito territoriale di riferimento Fonte: elaborazione su dati DPS 11

16 2. CONFRONTI 2.1. CONFRONTO TRA LA CAMPANIA E LE ALTRE REGIONI DEL MEZZOGIORNO E TRA LA CAMPANIA E LE AREE DEL NORD E DEL CENTRO Dettaglio confronto S10. L indicatore che misura la percentuale di acqua efficientemente distribuita degli acquedotti comunali ha un target al 2013 pari al 75% dell acqua immessa nelle reti. La dinamica registrata dalle regioni del Mezzogiorno tra il 1999 ed il 2008 è riassunta nella tabella 2 la quale evidenzia che, secondo gli ultimi dati pubblicati dal dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica (DPS) nella sezione obiettivi di servizio, tutte le regioni hanno fatto registrare dei miglioramenti tra il 2005 ed il 2008, ma sempre contenuti entro il limite dei due punti percentuali. Un analisi di approfondimento circa i possibili motivi di questi miglioramenti modesti è svolta in appendice al presente lavoro. Al 2008 la Campania si colloca al di sopra della media delle regioni del Mezzogiorno e solo Basilicata, Calabria e Sicilia presentano valori più alti dell indicatore. Con la tabella 3 si passa a mettere a confronto l andamento dell indicatore in Campania e nelle altre realtà nazionali ed emerge che la nostra regione si colloca sia al di sotto della media nazionale che al di sotto della media fatta registrare in ciascuna delle altre ripartizioni nazionali. Dal confronto emerge però anche che al 2008 solo le regioni del Nord-ovest sarebbero state in grado di raggiungere l obiettivo target imposto alle regioni del Mezzogiorno e che, sempre al 2008, la media nazionale e di circa 8 punti al di sotto di tale valore target. Le considerazioni su esposte, insieme a quelle che emergono dall approfondimento sui costi degli interventi necessari per intervenire in maniera significativa sull andamento di S10 potrebbero formare l oggetto di un approfondimento con le altre regioni che concorrono al medesimo obiettivo per chiedere al gruppo tecnico centrale un ridimensionamento del valore target al Un valore realistico di riferimento potrebbe agganciarsi al valore medio nazionale nel 2005, ossia intorno al 67%, come già fatto per S11 e non al valore teorico raggiungibile visto che anche le regioni più evolute dimostrano di fare fatica ad attestarsi ad di sopra dell obiettivo teorico. 12

17 Tabella 2: andamento dell indicatore S10 nelle regioni del Mezzogiorno Abruzzo 61,1 55,4 56,4 Molise 63,2 54,9 56,1 Campania 66,9 59,8 61,2 Puglia 50,5 52,7 53,4 Basilicata 66,2 65,2 67,1 Calabria 75,0 65,5 66,9 Sicilia 66,4 64,4 64,9 Sardegna 59,8 53,6 54,1 Mezzogiorno 63,5 59,4 60,3 Fonte: dati DPS. Tabella 3: andamento dell indicatore S10 in Campania e nelle altre ripartizioni nazionali Campania 66,9 59,8 61,2 Nord-ovest 78,7 74,8 75,3 Nord-est 73,6 70,8 71,4 Centro 72,6 67,5 67,8 Centro-Nord 75,5 71,5 71,9 Italia 71,5 67,4 67,9 Fonte: dati DPS Dettaglio confronto S11. L indicatore che misura la presenza dei sistemi avanzati di depurazione sul territorio regionale ha un target al 2013 pari al 70% della popolazione urbana equivalente. La dinamica registrata dalle regioni del Mezzogiorno tra il 2005 ed il 2008 è riassunta nella tabella 4 la quale riporta gli ultimi dati pubblicati dal dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica (DPS) nella sezione obiettivi di servizio ed evidenzia che, anche in questo caso, tutte le regioni hanno fatto registrare dei miglioramenti tra il 2005 ed il Tuttavia a parte Molise, Campania e Sardegna che già partivano da valori molto alti dell indicatore e, dunque, avevano come obiettivo il mantenimento del valore registrato al 2005, nessun altra regione ha ancora raggiunto il target del 70% e la media delle regioni del Mezzogiorno si colloca molto al di sotto del valore target Con la tabella 5 si passa a mettere a confronto l andamento dell indicatore in Campania con le altre realtà nazionali ed emerge che la nostra regione si colloca molto al di sopra della media nazionale e della media fatta registrare in ciascuna delle altre ripartizioni nazionali. 7 A seguito dei risultati della rilevazione del 2008 sono stati aggiornati anche i valori al I dati aggiornati, a carattere censuario, sostituiscono le precedenti stime effettuate su base campionaria. I valori al 2005 riportati nella delibera Cipe 82/2007 per le regioni del Mezzogiorno, prima della revisione, erano pari a: 59,1 per Abruzzo; 61,4 per Molise; 63,2 per Campania; 53,7 per Puglia; 66,1 per Basilicata; 70,7 per Calabria; 68,7 per Sicilia; 56,8 per Sardegna. 13

18 Tuttavia, a corredo delle note positive su esposte, è doveroso segnalare anche che nel dicembre 2010 la Commissione Europea ha aperto una procedura di infrazione contro il nostro paese per l inefficienza dei sistemi depurativi di alcuni agglomerati urbani. Alcuni di questi agglomerati ricadono in Campania per cui è improponibile ridurre gli investimenti in questo settore. Tabella 4: andamento dell indicatore S11 nelle regioni del Mezzogiorno Abruzzo 54,5 56,8 Molise 71,2 77,1 Campania 85,5 88,6 Puglia 58,5 60,9 Basilicata 61,1 64,1 Calabria 43,5 49,9 Sicilia 43,4 47,3 Sardegna 87,4 94,5 Mezzogiorno 62,5 66,4 Fonte: dati DPS. Tabella 5: andamento dell indicatore S11 in Campania e nelle altre ripartizioni nazionali Campania 85,5 88,6 Nord-ovest 76,2 80,4 Nord-est 80,5 83,7 Centro 76,5 78,9 Centro-Nord 77,6 81,0 Italia 72,3 75,9 Fonte: dati DPS Dettaglio confronto S11-dettaglio. L indicatore misura la presenza dei sistemi avanzati di depurazione a servizio della popolazione civile sul territorio regionale e non è stato ufficialmente definito alcun valore target. La dinamica registrata dalle regioni del Mezzogiorno tra il 2005 ed il 2008 è riassunta nella tabella 6 la quale riporta gli ultimi dati pubblicati dal dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica (DPS) nella sezione obiettivi di servizio. Ancora una volta tutte le regioni hanno fatto registrare dei miglioramenti tra il 2005 ed il Con riferimento ad S11-dettaglio solo Molise e Sardegna, al 2008, presentano valori migliori della Campania. Con la tabella 7 si passa a mettere a confronto l andamento dell indicatore S11-dettaglio in Campania con le altre realtà nazionali e, come già osservato per S11, emerge che la nostra regione 14

19 si colloca ben al di sopra sia della media nazionale che della media fatta registrare in ciascuna delle altre ripartizioni. Questo fatto lascia ben sperare che, qualora il gruppo tecnico centrale decidesse di usare S11-dettaglio anzicchè S11 come indicatore per la verifica del 2013, la Campania non dovrebbe avere difficoltà a raggiungere l obiettivo. Infatti, siccome il valore target per S11 era stato definito con riferimento alla media nazionale registrata nel 2005, è lecito immaginare che anche l eventuale valore target per S11-dettaglio sarebbe definito con riferimento alla media nazionale che questo nuovo indicatore faceva registrare al Se così non fosse e si pensasse di traslare pedissequamente il valore target del 70% da S11 ad S11-dettaglio si assisterebbe al paradosso che alle regioni del Mezzogiorno vengono proposti limiti molto più stringenti di quelli che le altre ripartizioni nazionali sono riuscite a raggiungere nel 2008 e che sono tutti inferiori al 60% come mostrato in dettaglio nella tabella 7. Tabella 6: andamento dell indicatore S11-dettaglio nelle regioni del Mezzogiorno Abruzzo 44,9 47,5 Molise 61,4 64,9 Campania 57,8 61,3 Puglia 56,2 58,6 Basilicata 58,2 61,2 Calabria 41,8 48,2 Sicilia 35,3 38,9 Sardegna 59,0 62,7 Mezzogiorno 49,5 53,1 Fonte: dati DPS. Tabella 7: andamento dell indicatore S11-dettaglio in Campania e nelle altre ripartizioni nazionali Campania 57,8 61,3 Nord-ovest 54,5 57,9 Nord-est 56,3 59,4 Centro 56,4 58,0 Centro-Nord 55,6 58,4 Italia 53,5 56,5 Fonte: dati DPS 15

20 3. APPROFONDIMENTO SUL CICLO INTEGTATO DELLE ACQUE NEI VARI ATO Rispetto alla Campania infra-regionale il dato a disposizione è quello disaggregato per ATO, proveniente dall indagine SIA 2008 e riportato sul sito del dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica (DPS), nella sezione obiettivi di servizio. Il valore di S10, S11 ed S11-dettaglio negli ambiti territoriali omogenei campani nel 2008 è riportata nelle tabelle da 8 a 10 che seguono. In particolare, dalla tabella 8 si evince come l ATO 2 faccia registrare il miglior valore regionale di S10 al 2008 e disti meno di 7 punti percentuali da raggiungimento del target al Inoltre le tabelle 9 e 10 mostrano come l ATO 2 presenti anche il migliore dato regionale al 2008 per quanto riguarda S11 ed S11 dettaglio. Da questo confronto sembra emergere che tra le quattro aggregazioni territoriali della nostra regione l ATO 2 abbia la gestione più efficiente e virtuosa. Inoltre l ATO 1 e l ATO 3 emergono come i contesti territoriali con le maggiori difficoltà rispetto all indicatore S10 contenimento delle perdite negli acquedotti. Tabella 8: Valori assunti dall indicatore S10 nel 2008 nei quattro ATO campani Aggregazione territoriale Volume di acqua erogata (migliaia di metri cubi) Volume di acqua immessa (migliaia di metri cubi) Valore indicatore S10 (2008) ATO 1 Calore Irpino ,1% ATO 2 Napoli Volturno % ATO 3 Sarnese Vesuviano ,2% ATO 4 Sele ,5% REGIONE ,2% Fonte: dati DPS 16

21 Tabella 9: Valori assunti dall indicatore S11 nel 2008 nei quattro ATO campani Abitanti equivalenti serviti effettivi da impianti di Abitanti Valore Aggregazione depurazione delle acque reflue urbane con trattamento equivalenti totali indicatore S11 territoriale secondario e terziario urbani (2008) ATO 1 Calore Irpino ,8% ATO 2 Napoli Volturno ,2% ATO 3 Sarnese Vesuviano ,3% ATO 4 Sele ,5% REGIONE ,6% Fonte: dati DPS Tabella 10: Valori assunti dall indicatore S11-dettaglio nel 2008 nei quattro ATO campani Abitanti equivalenti serviti effettivi da impianti di Abitanti Aggregazione Valore indicatore depurazione delle acque reflue urbane con trattamento equivalenti totali territoriale S11 (2008) secondario e terziario urbani ATO 1 Calore Irpino ,5 8 % ATO 2 Napoli Volturno ,5% ATO 3 Sarnese Vesuviano ,7% ATO 4 Sele ,4% REGIONE ,3% Fonte: dati DPS 8 Durante il confronto col settore del è emerso che questo dato sembra un pò troppo basso dato il contesto territoriale a cui si riferisce e sarebbe pertanto opportuno un approfondimento con l ISTAT per assicurarsi che esso sia attendibile 17

22 4. APPROFONDIMENTO SULLA DEPURAZIONE SECONDARIA E TERZIARIA Per capire appieno il funzionamento di S11 ed S11-dettaglio è utile schematizzare i principali stadi della depurazione ossia del trattamento delle acque reflue durante il processo di rimozione dei contaminanti organici e/o inorganici condotto con l obiettivo di produrre un effluente chiarificato che possa essere reimmesso nell'ambiente. La depurazione produce anche dei rifiuti solidi, detti fanghi di risulta, che derivano dai fanghi attivi esausti. I fanghi di depurazione sono spesso contaminati con sostanze tossiche e pertanto devono essere smaltiti in discariche speciali o possono subire un processo di compostaggio. Solitamente un impianto di trattamento delle acque reflue comprende tre stadi, chiamati trattamento primario, secondario e terziario. L'effluente finale può essere scaricato in acque superficiali, sul terreno o può essere usato per l'irrigazione. Il trattamento primario è un insieme di procedimenti per lo più di natura fisica e consiste nelle operazioni di: grigliatura (durante questa fase le acque reflue provenienti dalla rete fognaria subiscono una filtrazione mediante apposite griglie automatiche, poste perpendicolarmente al flusso, che scaricano lateralmente i materiali intercettati come ad esempio ghiaia, sassi, pezzi di legno o piccoli oggetti, in modo da smaltirli successivamente in discarica; dissabbiatura (per l'allontanamento di terricci e limi); disoleatura (effettuata mediante insufflazione d aria che favorisce l allontanamento degli oli, ma anche di eventuali gas presenti in superficie e la loro eliminazione o con setti a filo d acqua o mediante schiume). Successivamente si passa al trattamento secondario (o ossidativo o biologico), che prevede: aerazione: rimozione delle sostanze organiche tramite ossidazione batterica aerobica (trattamento a fanghi attivi) sedimentazione secondaria. 18

23 Mediante l'aerazione (o ossidazione biologica), i solidi sospesi non sedimentabili e quelli disciolti biodegradabili vengono convertiti in fanghi sedimentabili. Per l'ossidazione biologica si utilizzano più tecniche: gli impianti a letti percolatori (o a filtri percolatori) gli impianti a fanghi attivati (o biologici): attualmente è il sistema più utilizzato in virtù della sua alta efficienza (>90% di abbattimento del BOD, domanda biochimica di ossigeno). Il trattamento terziario (o avanzato) consiste nell'eliminazione di azoto (denitrificazione) e fosforo (defosfatazione), che sono eutrofizzanti, nonché la riduzione dei solidi disciolti per adsorbimento su carbone attivo. Anche i trattamenti terziari possono essere di tipo biologico. Fanno parte di questa fase: trattamenti chimico-fisici (coagulazione) trattamenti meccanici (filtrazione su carboni attivi o su filtri a sabbia) trattamenti biologico-naturali (fitodepurazione) trattamenti biologici (nitrificazione, denitrificazione e defosfatazione) trattamenti di disinfezione. Figura 1: Schema di un tipico impianto per il trattamento delle acque reflue 19

24 5. APPROFONDIMENTO SUL TIPO DI RILEVAZIONI EFFETTUATE Sin dal 1951 l Istituto Nazionale di Statistica effettua rilevazioni a carattere censuario sulle acque urbane che riguardano diversi aspetti quali approvvigionamento idrico, acquedotti, reti di distribuzione dell acqua potabile, reti fognarie e impianti di depurazione. La continuità delle indagini nel tempo ha permesso di disporre della base informativa utilizzata per elaborare gli indicatori S10 ed S11. Nel mese di novembre dell'anno 2009 l'istituto Nazionale di Statistica ha diffuso i primi risultati della rilevazione censuaria sui servizi idrici avente quale periodo di riferimento l'anno I dati di tale rilevamento costituiscono: 1. il riferimento per la determinazione del valore assunto dagli indicatori S.10 ed S.11, correlati all'obiettivo di servizio Tutelare e migliorare la qualità dell ambiente in relazione al servizio idrico integrato, alla verifica intermedia; 2. la baseline a livello sub-territoriale per l istituzione del meccanismo premiale regionale. Il sistema delle indagini sulle acque (SIA) ha l obiettivo di rilevare alcune informazioni sui servizi idrici, sulle risorse idriche idropotabili e sulle acque reflue urbane. Le unità di rilevazione finali sono gli enti gestori dei servizi idrici, ma nel processo di rilevazione sono coinvolti anche i Ministeri dello Sviluppo Economico e dell Ambiente, le Regioni, le ARPA, il coviri (commissioni nazionale di vigilanza sulle risorse idriche), il cisis (centro interregionale per i sistemi informatici) e gli ATO qualora presenti. Alla rilevazione del 2008 è risultato che, a livello nazionale, gli enti gestori erano circa di cui il 65% erano comuni. Il SIA si articola in due fasi: 1. rilevazione degli enti gestori presso le Autorità di Ambito Territoriale Ottimale 2. rilevazione dei servizi idrici presso gli enti gestori Le prime tre edizioni della rilevazione sono relative agli anni 1999 (rilevazione censuaria), 2005 (rilevazione campionaria) e quella del 2008 (rilevazione censuaria) che va utilizzata per le verifiche di avanzamento degli obiettivi di servizio. Infine è prevista un ulteriore rilevazione censuaria nel 2012 ed anche questa sarà utilizzata per le verifiche di avanzamento degli obiettivi di servizio. 20

25 La raccolta dei dati è stata svolta attraverso la compilazione di questionari elettronici personalizzati per ogni ente gestore. I questionari sono stati acquisiti tramite procedure elettroniche sicure. L accordo DPS-ISTAT garantisce, per gli anni 2008 e 2012 la disponibilità delle seguenti variabili 9 che consentono il calcolo di diversi indicatori, anche in aggiunta ad S10 ed S11: 1. quantità di acqua captata dalle infrastrutture a uso pubblico per regione e ATO (migliaia di metri cubi l anno); 2. quantità di acqua potabilizzata per regione e ATO (migliaia di metri cubi l anno); 3. quantità di acqua immessa nelle reti di distribuzione comunali per regione e ATO; 4. quantità di acqua erogata all utente dalle reti di distribuzione comunali per regione e ATO (migliaia di metri cubi l anno); 5. comuni e popolazione residente secondo la presenza del servizio di fognatura e il grado di depurazione delle acque reflue convogliate nella rete fognaria per regione; 6. numero di impianti di depurazione delle acque reflue urbane in esercizio a trattamento primario per regione; 7. numero di impianti di depurazione delle acque reflue urbane in esercizio per regione; 8. abitanti equivalenti serviti (AES) effettivi per tipologia di trattamento primario, secondario o terziario per regione e ATO; 9. abitanti Equivalenti Totali Urbani (AETU) effettivamente serviti dagli impianti di tipo secondario o terziario per regione, ATO e comune; 10. abitanti Equivalenti Totali (AET) effettivamente serviti dagli impianti di tipo secondario o terziario per regione e ATO. Con riferimento alla Campania, i dati disaggregati sono stati diffusi dall'istat per i quattro Ambiti Territoriali Ottimali istituiti con la Legge Regionale n.14/1997 e non tengono conto della successiva istituzione dell'ato 5 avvenuta con Legge Regionale n.1/2007 e mai divenuto operativo. 9 Sarebbe opportuno richiedere all ISTAT il dettaglio di questi dati preliminarmente all incontro di approfondimento richiesto dal competente settore regionale nella riunione del

26 22

27 6. ALCUNE CRITICITÀ DI RILEVAZIONE Con riferimento ad S10, S11 e S11-dettaglio, la prima criticità rilevata riguarda il grado di attendibilità dei dati di partenza utilizzati per l elaborazione dei valori degli indicatori. Questo in considerazione sia dell elevato numero di rispondenti sia del fatto che i questionari utilizzati per formare la banca dati non erano univocamente interpretabili. Infatti l ISTAT dichiara che ha dovuto ricostruire, a livello comunale, i dati mancanti o facendo riferimento ad informazioni in archivio oppure utilizzando informazioni riportate in altre sezioni dei questionari. La scarsa conoscenza sullo stato degli impianti e il livello dei servizi è riconosciuta in quasi tutte le regioni, che prevedono nei propri piani d azione progetti conoscenza come interventi propedeutici per la realizzazione di nuovi investimenti. In particolare, per quanto riguarda la questione delle perdite di rete, emerge un problema di difficoltà di misurazione del fenomeno dovuta alla scarsa diffusione degli appositi strumenti di contabilizzazione. Anche l indagine ISTAT, pur garantendo la rappresentatività e la significatività statistica dei dati pubblicati, deve scontare i limiti di conoscenza del settore, considerato che, anche nell ultima rilevazione, i soggetti gestori intervistati hanno fornito molto spesso dati stimati e non misurati sulle perdite. Per quanto attiene alla transizione verso una gestione del servizio unitaria, integrata e fondata su criteri industriali, nonostante gli adempimenti previsti dalla normativa di riferimento (legge 36/1994, cd legge Galli e successiva riforma introdotta con il D.lgs. 152/2006) siano stati rispettati anche nelle regioni del Mezzogiorno, in parte grazie all impulso derivante dal sistema di vincoli e premi del periodo di programmazione , la gestione è in diversi casi ancora frammentata e comunque in pochi casi di tipo industriale. Tale ritardo, imputabile almeno in parte al deficit di conoscenza che non consente di aggiudicare il servizio sulla base di una solida e aggiornata analisi del fabbisogno di investimenti a livello di ATO, è più in generale collegato alle difficoltà di pervenire a una compiuta regolazione del settore, che porti a una netta separazione di ruoli tra controllo e gestione a livello di ATO. Infine la difficile situazione gestionale è stata ulteriormente complicata dall abolizione degli ATO intervenuta con la legge 42/2010 che integra la legge 191/2009 e che ne prevedeva lo scioglimento entro il primo gennaio 2011, termine poi prorogato al 31 dicembre

28 A proposito dell indicatore S11 è necessaria una precisazione metodologica. Infatti l ISTAT, con la rilevazione 2008, ha raccolto dati precedentemente non disponibili che consentono di avere una misura più precisa del fenomeno monitorato. La questione è legata ai depuratori misti, ovvero quelli per reflui civili e organici industriali autorizzati che, come specificato nella delibera CIPE 82/2007, erano già considerati nel calcolo dell indicatore. Le informazioni disponibili al momento della definizione del sistema degli obiettivi di servizio, derivanti dalla indagine ISTAT del 2005, non consentivano lo scorporo per i depuratori misti della quota di reflui organici di provenienza industriale. La rilevazione effettuata da ISTAT nel 2008 consente invece di disporre, per il 2005 e il 2008, dell informazione relativa alla depurazione delle sole acque reflue civili e di scorporare, nei casi di impianti misti, la componente concessa per la depurazione di scarichi organici provenienti da imprese industriali 10. Disponendo oggi di tale dettaglio, l ISTAT ha ritenuto opportuno monitorare la situazione utilizzando anche i dati dell indicatore rivisto, S.11-dettaglio. Si ritiene infatti che il dato relativo alla componente urbana solo civile fornisca indicazioni più precise rispetto a quello complessivo considerato nella delibera CIPE, in quanto il primo è definito in modo omogeneo rispetto al numero, a cui si rapporta, di abitanti equivalenti totali urbani e quindi senza includere gli scarichi delle imprese industriali superiori ai 5 addetti. Per la rilevazione del dato che concorre a formare gli indicatori S11 ed S11-dettaglio l ISTAT chiede a ciscun ente gestore della rete fognaria di: confermare o modificare la composizione dell agglomerato di riferimento dove per agglomerato si intende un area in cui la popolazione e/o le attività economiche sono sufficientemente concentrate così da rendere possibile la raccolta e il convogliamento delle acque reflue urbane verso un impianto di trattamento di acque reflue urbane e verso un punto di scarico finale; dichiarare la tipologia della rete fognaria; dichiarare il volume di acque reflue confluite nella rete fognaria; dichiarare la destinazione dello scarico. 10 Il competente settore regionale ha chiesto all AGC03 di mediare per ottenere un incontro con l ISTAT per conoscere nei dettagli la metodologia secondo la quale avviene lo scomputo della quota indistriale in quanto alcuni dati campani sembrano poco convincenti. 24

29 Una prima verifica effettuata in seno all AGC03 ha mostrato delle incongruenze rispetto alla formazione degli agglomerati così come l ISTAT 11 l ha dedotta dai dati in suo possesso per cui si raccomanda cautela nell uso di queste informazioni. Infatti, se per semplicità si comincia con l esaminare gli agglomerati della maggiore isola partenopea si nota che dei sei comuni ischitani tre, ovvero Ischia, Casamicciola e Lacco Ameno, vengono iscritti nell agglomerato denominato Ischia, altri due, ovvero Barano e Serrara Fonatana, non sono censiti affatto e l utimo, ovvero Forio, è inserito in un agglomerato chiamato appunto Forio che però ricomprende oltre al comune isolano i seguenti comuni, tutti sulla terraferma e nel salernitano: Baronissi, Castiglione del Genovesi, Giffoni sei Casali, Giffoni Valle Piana, Montecorvino Pugliano, Montecorvino Rovella, Pellezzano, Pontecagnano Faiano, Salerno, San Cipriano Picentino, san Mango Piemonte, Vietri sul mare e Bellizzi. Esaminando poi il caso di Procida si nota come l isola partenopea sia censita nello stesso agglomerato di Mirabella Eclano, comune irpino dell entroterra e l isola di Capri sia associata all agglomerato di un altro paese dell emtroterra irpino, ovvero S. Angelo dei Lombardi 2, mentre Anacapri risulta assente dall elenco. 11 La composizione degli agglomerati qui esaminata fa riferimento ai dati ISTAT sugli agglomerati trasmessi alla Regione Campania con una missiva del 06/10/2009 prot. 110 avente ad oggetto richiesta composizione agglomerati nella quale si richiedeva alle regioni di individuare la composizione degli agglomerati con riferimento alla rete fognaria 25

30 7. LA DISTRIBUZIONE DEGLI ENTI GESTORI IN CAMPANIA I grafici che seguono sono stati ottenuti utilizando i dati della rilevazione ISTAT raccolti a cura della Regione finalizzati alla necessaria rilevazione Istat dagli enti gestori dei servizi idrici al 2010 e mostrano la distribuzione per singolo ATO degli enti gestori che si occupano dell erogazione dell acqua potabile e del servizio di depurazione. I dati sono definiti provvisori in quanto sono quelli trasmessi dall AGC03 Settore 01 all ISTAT ma non ancora validati dall istituto di statistica. I grafici sono stati prodotti sia con riferimento al numero di comuni serviti che al numero di abitanti 12 serviti dal singolo gestore e possono fornire delle indicazioni circa: lo stato di attuazione della legge Galli che prevedeva il passaggio al servizio idrico integrato; il numero di operatori presenti in ciascun ATO; il peso, sia in termini di comuni gestiti che di popolazione servita, di ciascun operatore; indicazioni, anche se parziali ed indirette circa la composizione degli agglomerati. Grafico 5. ATO 1: quantità di comuni gestiti dallo stesso ente o in proprio per il servizio di distribuzione idrica e per la depurazione Gestori del servizio di distribuzione idrica nell'ato 1 - N. comuni serviti Gestione comunale Gestori del servizio di depurazione nell'ato 1 - N. comuni serviti GESESA S.P.A. Gestione comunale AQUEDOTTO PUGLIESE S.P.A. GESESA S.P.A. ALTO CALORE SERVIZI S.P.A. IRNO SERVICE S.P.A. AQUEDOTTO PUGLIESE S.P.A. ALTO CALORE SERVIZI S.P.A. CABIB CABIB CONSORZIO GESTIONE SERVIZI AVELLINO CONSORZIO FRAGNETO L ABATE - FRAGNETO MONFORTE Fonte: elaborazione su dati provvisori rilevazione ISTAT 2010 enti gestori 12 Le elaborazioni qui riportate sono riferite agli abitatti residenti nei comuni servit e non agli abitanti equivalenti così come definiti dall ISTAT per il calcolo degli indicatori. Inoltre, in mancanza di dati attendibili sugli agglomerati si fatta la grossolana assunzione di ripartire gli abitanti residenti in ciascun comune in maniera proporzionale al numero di abitanti residenti nel comune. Pertanto le informazioni che si presentano sono da ritenersi più di tipo qualitativo che quantitativo. 26

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