Ponte n 13. Ponte Archi. Santa Cesarea Terme, Località Archi, detta anche Mare piccolo e Porto Vergine. Coordinate geografiche

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1 Ponte Archi Ponte n 13 Località Provincia Coordinate geografiche Santa Cesarea Terme, Località Archi, detta anche Mare piccolo e Porto Vergine Lecce Longitudine ,9 E Latitudine ,1 N Altitudine 13,5m. s.l.m. Dati catastali Comune Santa Cesarea Terme Intestazione Catastale Condizione giuridica Demanio Statale Demanio costiero Foglio Particella Stralci Planimetrici Planimetria Catastale Ortofoto Distanza dal centro città Ingresso sud dell abitato

2 Viabilità carrabile vicina Caratteristiche geomorfologiche del territorio Epoca di costruzione Documentazione iconografica A poca distanza dalla cala di Porto Miggiano, il ponte è stato ricavato all interno di un antica cava di materiale calcareo, prospiciente il mare. Evidenti sono le tracce di estrazione di blocchi di grandi dimensioni (che si estendono anche all area di Porto Miggiano), utilizzati come materiale di costruzione forse sin dal XVI secolo fino all Ottocento. Lungo un tratto in cui la costa si impenna in alte e spettacolari falesie, il ponte mette in collegamento camminamenti e sistemi di scale (realizzate in un momento successivo) per raggiungere piattaforme rocciose utilizzate oggi come stabilimenti balneari. Lo studio geomorfologico dell ambiente costiero, incrociato con quello degli elementi archeologici, ha permesso di riconoscere tracce di un antica attività agricola protrattasi nel tempo, tale da produrre piscine naturali ed estese piattaforme, costituenti il relitto del piano di coltivazione della cava stessa. Speroni rocciosi dalle forme suggestive, acqua cristallina, veduta del centro di Santa Cesarea dominato dall arabeggiante Villa Sticchi e dalla torre costiera cinquecentesca che svetta sul Monte Saraceno, contribuiscono a creare un paesaggio unico, la cui storia ha origini molto antiche. Per ciò che riguarda l ambito geologico e geo morfologico, infatti, la costa Otranto Santa Maria di Leuca è caratterizzata da un'architettura stratigrafica molto particolare, dovuta al fatto che diversi sistemi carbonatici, di età compresa tra il Cretaceo Superiore e il Quaternario, sono disposti lateralmente e variamente "incastrati" l'uno rispetto all'altro. Tra le formazioni più interessanti, a Santa Cesarea in località Archi e Porto Miggiano, vi sono i depositi di spiaggia relitta del Pleistocene Superiore. Nel complesso stratigrafico che caratterizza questo geoarcheosito sono ben visibili su larga scala episodi di sedimentazione incrociata, peculiare di un ambiente costiero particolarmente esposto alle correnti marine, e la successione appare come un tipico deposito di spiaggia modellato dal moto ondoso. III decennio del XX secolo Foto d epoca (cartolina illustrata), Collezione Antonio Imbriani, pubblicata in Mainardi Discesa a Mare oggi Bagno Archi, foto d epoca pubblicata in Coppola Martella 2013

3 Mare Piccolo, oggi Piscina Carmen Longo, foto d epoca pubblicata in Coppola Martella 2013 Costa di Santa Cesarea Terme in Località Archi, Foto d epoca pubblicata in Coppola Martella 2013 S. Cesarea Terme Gli Archi detto Mare Piccolo, Foto d epoca (cartolina illustrata), Collezione Antonio Imbriani, pubblicata in Mainardi 2010.

4 Santa Cearea Terme. Entrata al Porto Rifugio in Canale d Otranto. Foto d epoca cav. Carlino, Lecce. Cartolina illustrata. Collezione Bibliotheca Minima, Novoli. Pubblicata in De Donno 1988 e Mainardi Interventi di restauro Datazione intervento di restauro Notizie storiche ed etnoantropologiche Leonardo Gabriele, direttore sanitario delle Regie Terme al tempo del fascismo e cantore delle virtù terapeutiche e climatiche del luogo, afferma che all inizio del XIX secolo la località marina oggi rientrante nel Territorio di Santa Cesarea Terme era di difficile accesso: vi era solo un sentiero che terminava a circa un chilometro dalla sorgente sulfurea, nei pressi del sito in cui oggi vediamo il ponte. Nonostante da molti secoli fossero conosciute le virtù terapeutiche delle acque termominerali di Santa Cesarea (Galateo, ), lo sviluppo turistico e termale della perla del Salento ebbe inizio negli anni 40 del XIX secolo grazie alla politica di opere pubbliche avviata dall Intendenza di Terra D Otranto, alle iniziative della Società Economica di Terra d Otranto e di alcuni imprenditori privati, tra cui Giacomo Rizzelli di Ortelle, che nel 1847 avviò la costruzione del primo stabilimento balneare. Tradizionalmente si ritiene che il materiale lapideo con cui fu costruito l odierno palazzo Rizzelli, provenga dalla cava a ridosso del mare sita in località Archi (fonte orale geometra Bleve, Comune Santa Cesarea Terme). La marina fu liberata dall isolamento dopo il 1857, con il compimento della strada rotabile che collegava Poggiardo alla scogliera impervia e negletta di Santa Cesarea. Da questo momento prese avvio la storia di Santa Cesarea Terme, nel 1879 descritta dall Arditi come l Ischia e la Vichy di Terra d Otranto e divenuta comune autonomo solo nel 1913, dall unione dei territori di Cerfignano e Vitigliano, rientranti nei comuni di Minervino di Lecce e Ortelle. Da tempo immemorabile la scogliera accanto al ponte ha rappresentato l unico accesso al mare per le classi meno abbienti. Ancora oggi il luogo è conosciuto dalla popolazione locale e dai turisti come sede di uno storico stabilimento balneare: il Bagno Marino Archi. In virtù di una convenzione stipulata con il Demanio nel giugno 1927, a Saverio Sticchi (il maggiore promotore dello sviluppo della Stazione termale di Santa Cesarea) era stata ceduta una zona destinata alla costruzione di impianti balneari privati in questa località. Dato che la costruzione dello stabilimento balneare privato avrebbe intralciato l avviato progetto comunale di realizzazione di uno scalo peschereccio e precluso ai più poveri di accedere al mare, Pasquale Episcopo (secondo potestà di Santa Cesarea Terme) chiese che la zona già concessa a Saverio Sticchi venisse ridotta. In questo modo lo stabilimento balneare avrebbe potuto essere costruito senza negare ai poveri di accedere al mare. Con ogni probabilità, la costruzione del ponte e dei suoi due famosi Archi (che a partire da questo momento entrano nella toponomastica), si colloca proprio tra 1927 e

5 Data Rilievo metrico 1931, ed è strettamente collegata all esigenza dei bagnanti di poter contare, in prossimità del nuovo stabilimento balneare privato, sulla presenza di un approdo per le barche da utilizzare per esigenze di salvataggio e per la pesca. Nel 1931 e poi nuovamente nel periodo 1947/1951 furono portati avanti i lavori di completamento dello scalo marittimo in località Archi. Fornito di camerini scavati nella roccia, lo stabilimento balneare nel 1938 è ricordato da Giuseppe Palumbo insieme alle due strutture termali che hanno reso Santa Cesarea una stazione di importanza straordinaria. Al fine di incrementare i flussi turistici, nel 1968 il Comune e l Azienda di soggiorno provvidero alla costruzione di una cabina elettrica di trasformazione in zona Archi e alla creazione di una centrale telefonica per il collegamento automatico della località. Attualmente, oltre al Bagno Marino Archi, l area è sede del Circolo Nautico Franco Frisullo, che ha promosso la costruzione della Piscina "Carmen Longo". 24 settembre 2013

6 Caratteristiche geometriche Caratteristiche costruttive Presenza di elementi decorativi ed iscrizioni ( Tipologia, posizione, descrizione, materiali, tecnica, testo) Uso storico Uso attuale Stato di conservazione Condizioni di sicurezza Livelli di tutela Ambito Tematico Ecosistema di appartenenza I ponti oggetto di rilievo e di studio, sono due e insistono uno in prossimità dell altro. Ambedue sono ad arco a tutto sesto e a unica campata. Il primo, quello che conduce dalla strada pubblica al poricciolo, ha una campata di metri 8,12, è lungo 4,00 metri e alto 7,42. Il secondo, quello che guarda il mare aperto e il poricciolo, ha una campata di metri 7,26, una profondità di 6,45 metri e un altezza di 9,53. Ambedue sono sormontati da un camminamento pedonale che, dalla strada pubblica conduce a una passeggiata sul fronte mare. Il camminamento che interessa i ponti, è largo circa 4,00 metri e lungo complessivamente circa 60,00 metri. I ponti oggetto di rilievo e di studio, sono due e insistono uno in prossimità dell altro. Ambedue sono a campata unica, a tutto sesto e realizzati in conci di tufo. Lo stesso tufo estratto in loco. I piedritti sono invece, in ambedue i casi scavati nella roccia è fanno parte del banco roccioso originario. Viabilità, collegamento accessi al mare Viabilità, collegamento accessi al mare Buono Buone Ponte del Salento delle Serre Questo paesaggio costiero si estende da Torre Vado presso il confine tra Marciano di Leuca e Salve, all area di Torre d Alto Lido, al confine tra Galatone e Nardò, e ricade nel territorio dei comuni di Salve, Ugento, Alliste, Racale, Taviano, Gallipoli, Galatone, comprendendo anche parte dei comuni subcostieri di Presicce, Acquarica del Capo, Alezio, Sannicola. Particolarmente interessanti risultano qui i sistemi dunari costituiti da un cordone unico o dalla coalescenza di più cordoni paralleli, su cui retro insistono aree umide bonificate. Proprio in corrispondenza dell abitato di Torre San Giovanni e i bacini di Ugento Gallipoli, sorto su formazioni rocciose affioranti, è presente immediatamente ad ovest l isola di S. Andrea, un fazzoletto di terra di forma quasi rettangolare, piatto e pochissimo elevato sul livello del mare (non più di 2 metri). Bassa, con le mareggiate che insidiano le poche piante che vi resistono, l isola ospitava un tempo il guardiano del faro. Il territorio costiero non è molto ricco di corsi d acqua superficiali, ad eccezione di una serie di brevi corsi d acqua temporanei (gravinelle) e reti di canali di bonifica concentrati soprattutto nel tratto di costa che si estende da Castrignano del Capo a Ugento (lama di S. Emiliano, canali del Volito, de lu Forcatu, S. Vito, Muscio, Fano). Non esisteva invece una strada litoranea, e le torri costiere insistevano direttamente sugli arenili sabbiosi o su sporgenze della bassa costa rocciosa. Come in altri punti della costa pugliese, anche in questo caso, le aree costiere hanno subito nel corso del Novecento una vera e propria mutazione ambientale, innescata dalle radicali operazioni di bonifica idraulica dei terreni paludosi. Il Fosso de Samari e le vasche contermini, situati al centro della piccola baia sita tra Punta del Pizzo e il porto di Gallipoli, furono creati alla fine dell 800 in seguito alla bonifica idraulica della contrada Li Foggi dove insistevano tre paludi (Fontanelle, Palude Grande o Bocca e Sogliana), in comunicazione l una con l altra. Intorno a metà 900, con il completamento della bonifica, tutta l area fu intensamente trasformata con la messa a coltura dei terreni ed il rimodellamento in calcestruzzo delle sponde del canale. Un altro piano di bonifica datato 1948, riguardò il vasto paesaggio costiero ricco di paludi e acquitrini, un tempo compreso fra Torre S. Giovanni e Torre Mozza. Le aree umide qui erano generate soprattutto dalle acque piovane che scendevano dalle colline retrostanti e stagnavano perché il loro deflusso a mare era impedito dai cordoni dunali. Il piano fu completato nel trentennio successivo con la completa trasformazione delle paludi in canali e bacini artificiali, e con la messa a dimora sulla costa di significative colonie boschive per creare condizioni di maggiore stabilità. Più tardi fu costruita la strada litoranea, che costeggia il canale collettore principale. Un altro complesso di

7 paludi costiere denominate I Pali come la masseria e la torre presenti in zona si estendeva da Torre Mozza sino al confine con il territorio di Marciano. Qui, il terreno, argilloso e ricco di humus era fertilissimo grazie alla presenza abbondante di alghe usate come concime. La bonifica dell area, avvenuta negli anni 30 ad opera del Consorzio di Bonifica di Ugento, si concretizzò nella realizzazione di un bacino e La baia tra Punta Pizzo e Gallipoli, con l isola di Sant Andrea due canali collettori situati tra le frazioni di Marini e Torre Vado, a sud di Gallipoli. Un sistema di bacini artificiali fu, infine, realizzato anche in luogo delle antiche paludi degli Sponderati (comunemente Spunnulati ) presso Torre Mozza, fra gli abitati di Marini e Torre S. Giovanni. Il termine dialettale (letteralmente sprofondati fa riferimento alle numerose cavità carsiche, in cui il crollo della struttura di copertura ha determinato l assetto morfologico caratteristico di gran parte della fascia costiera ionica. Ambito Turistico Presenza vicina di attrattori turistici (Architettonico, Archeologico, Etnoantropologico) Presenza di segnaletica turistica Presenza di segnaletica per accessibilità disabili Presenza di pista ciclabile vicina Accesso al luogo (Auto, Treno, Barca, Bicicletta..) Itinerari turisticoculturali già attivati Buone pratiche in atto Catalogazione precedente Note Filmato Bibliografia consultata per la compilazione della scheda (ma non riportante nessuna informazione sul ponte) Salento, costa adriatica; Turismo termale No No Baia di Porto Miggiano; Geoarcheositi di Santa Cesarea (Località Archi e Porto Miggiano); Torre costiera di Porto Miggiano; Torre costiera di Santa Cesarea; Villa Sticchi (architettura eclettica); Terme di Santa Cesarea. Ciclopercorso Sentiero Terramare, organizzato da Parco Naturale Regionale Costa Otranto Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase Progetto Per.Na.Tur (Percorsi Naturalistici Turistici), INTERREG III A ITALIA ALBANIA Si ringrazia il Comune di Santa Cesarea Terme e, in particolare, per la disponibilità il geometra Bleve, responsabile Ufficio Lavori Pubblici, Comune di Santa Cesarea Terme Bosellini Bosellini Colalongo Parente Russo Vescogni 1999 A. Bosellini, F. R. Bosellini, M. L. Colalongo, M. Parente, A. Russo, A. Vescogni, Stratigraphic architecture of the Salento coast from Capo d Otranto to S. Maria di Leuca (Apulia, Southern Italy), in Riv. Italiana di Pal. E Strat., Vol. 105 n. 3 pag Calia Giannotta Quarta Sileo Delle Rose 2010 A. Calia, M. Giannotta, G. Quarta, M. Sileo, M. Delle Rose, Le antiche cave nei depositi calcarenitici lungo la costa pugliese: un esempio di geoarcheositi da tutelare e valorizzare, in Mario Bentivenga (a cura di), Atti del Convegno Nazionale il Patrimonio Geologico: una risorsa da proteggere e valorizzare, 29 e 30 aprile 2010, Sasso di Castalda Potenza, Rivista della Società Italiana di geologia Ambientale, pp Periodico della SIGEA Società Italiana di Geologia Ambientale, Supplemento al n.2/2011. ISSN Coppola Martella 2013 S. Coppola, L. Martella, Sub Montem Saracenum. Santa Cesarea Terme nel Salento: Un secolo di attività politica e amministrativa ( ), Santa Cesarea Terme De Donno 1899 O. De Donno, Le terme di Santa Cesaria e il Ministro delle Finanze: interrogazione del deputato De Donno

8 Sitografia Fonti d archivio consultate svolta alla Camera dei deputati nella seduta del 20 marzo 1899, Tip. Della Camera dei deputati, Roma De Donno 1988 N. G. De Donno, Santa Cesarea Terme. Dal mito dei giganti all appalto delle sorgenti, Congedo, Galatina De Giorgi C. De Giorgi, La provincia di Lecce: bozzetti di viaggio, (Lecce ), Ediz. Congedo, Galatina De Giorgi 1922 C. De Giorgi, Descrizione fisica, geologica e idrografica della provincia di Lecce, Lecce Gabriele 1958 L. Gabriele, Notizie storiche di Santa Cesarea Terme (Lecce) e l opera valorizzatrice di Saverio Sticchi, Maglie Gabriele 1974 L. Gabriele, Santa Cesarea Terme, Azienda autonoma di cura, soggiorno e turismo, Santa Cesarea Terme Mainardi 2010 M. Mainardi, Santa Cesarea Terme e la sua Azienda di soggiorno. Dagli anni delle carrozze a quelli della motorizzazione di massa ( ), Edizioni Grifo, Lecce ASL=Archivio di Stato di Lecce ASL, Prefettura, I Serie, VII vers., b. 233, fasc. 870.